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Colonna Portante la voce del Turrisi

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Colonna Portante la voce del Turrisi
Manga&videogiochi a cura di Serena Bilegi 4D
Le uscite di manga, questo mese, sono per la maggior parte ristampe, ma vi sono alcune nuove uscite.
Per quanto riguarda la casa editrice STAR Comics:
3 FEBBRAIO
○ROUGH NEW EDITION n. 1 (di 6)
di Mitsuru Adachi
13x18, B, 368 pp, b/n e col., con alette, € 7,00 - Solo in fumetteria
E’ da poco iniziato il nuovo anno scolastico nella scuola superiore Eisen,
quando Keisuke Yamato, studente fresco d’iscrizione nonché talentuoso
nuotatore, si imbatte in Ami Ninomiya, abile tuffatrice, che di punto in
bianco lo accusa si essere... un assassino! Eppure lui giura di non averla
mai vista prima...
Cosa l’avrà spinta ad aggredirlo in quel modo?! Attanagliato dal dubbio, il
ragazzo scoprirà ben presto che alla base dello strano comportamento
della compagna c’è una lunga storia di odio covato nei confronti della
famiglia Yamato...
○MY HERO ACADEMIA n. 1
di Kohei Horikoshi
11,5x17,5, B, 192 pp, b/n, € 4,30
In un mondo in cui essere supereroi è la normalità, nascere senza
particolari poteri equivale a una vera e propria disgrazia! Izuku Midoriya
dovrà mettercela tutta per ottenere un superpotere, e nonostante l’impresa
sembri impossibile qualcuno finirà per notare le sue capacità...
Tutto è cominciato con la notizia della nascita di un “bambino luminoso”, e
da quel momento la Terra si è popolata di “Heroes”, comportando un
riassetto globale di ogni aspetto della vita... Come sarà la scuola in un
mondo del genere?!
○MY HERO ACADEMIA n. 1 LIMITED EDITION
11,5x17,5, B, 192 pp, con sovracoperta, € 4,90 - Solo in fumetteria
Edizione a tiratura limitata del primo volume della nuovissima serie che
ha spopolato su Weekly Shonen Jump, con una speciale cover e un mini
poster all’interno.
24 FEBBRAIO
○THE ANCIENT MAGUS BRIDE n. 1
di Kore Yamazaki
13x18, B, 192 pp, b/n e col., con sovracoperta, € 5,90 - Solo in fumetteria
Chise Hatori ha solo quindici anni ma ha già perso tutto: non ha più
una famiglia né speranze per il futuro. Un giorno, però, le compare
davanti un misterioso mago che le offre un’allettante opportunità di
riscatto...
Potrà fidarsi di questo misterioso e intrigante individuo? E cosa mai
vorrà da lei?! Due sono le opzioni in gioco: o la aiuterà a risollevarsi
dal suo triste destino o la farà precipitare ancora più in basso, nelle
tenebre più buie...
17 FEBBRAIO
○SUPER CONDUCTIVE BRAINS
PARATAXIS (volume unico)
di Shintaro Kago
17x24, 192 pp, b/n e col., con sovracoperta, cover
in PVC trasparente, € 12,00 - Solo in fumetteria
In un lontano futuro, una calamità ha causato
danni devastanti alla Terra, provocando uno
sconvolgimento ambientale e una crisi dei
generi alimentari. Gli scienziati di tutto il
mondo si sono adoperati a cercare una
soluzione per la sopravvivenza dell’umanità...
In un futuro ancor più lontano, è stato possibile
estrarre e analizzare il DNA di una stirpe di
giganti riesumata dalle rovine di quell’epoca
passata, fino a farne rivivere alcuni esemplari.
Modificati in laboratorio, a seconda delle
necessità vengono utilizzati come forza motrice
e beni di consumo per ogni occasione... E se
fossero stati degli esseri umani prima della
fatale catastrofe?!
○I BAMBINI CHE INSEGUONO LE
STELLE: VIAGGIO VERSO AGARTHA n. 1
(di 3)
di Makoto Shinkai, Tomoko Mitani
13x18, B, 192 pp, b/n e col, con sovracoperta, €
5,50 - Solo in fumetteria
Tratto dall’omonimo film del maestro Shinkai,
Viaggio verso Agartha è il primo capitolo di una
storia toccante di amicizia e di crescita. La
giovane protagonista, Asuna, passa i pomeriggi
ad ascoltare i programmi trasmessi da una
vecchia radio a galena appartenuta al suo
defunto padre, ma l’incontro con un ragazzino
molto particolare la porterà a esplorare nuovi
orizzonti...
La routine quotidiana di Asuna è destinata a
spezzarsi il giorno in cui si imbatte in Shun. Il
ragazzo la salva da una situazione di pericolo e
poi scompare. A partire da quel momento,
comincia per lei un viaggio avventuroso sulle
tracce del suo misterioso amico, che sembra
provenire da un luogo leggendario..
Non è da meno la casa editrice Planet Manga, che apre il mese di febbraio con poche ma interessanti nuove uscite:
4 FEBBRAIO
○PER COLPA TUA MI BATTE IL CUORE 1 (di 5)
di Risa Konno
11,5x17,5, B., 192 pp., b/n, € 4,50
Che fare quando il proprio amore non è corrisposto? I più
decidono
di lasciar perdere, ma non Tsukasa. Lei non vuole rinunciare a
tutte le emozioni e sensazioni uniche che sta provando. Ma dove
la porterà questo amore difficile? Scopriamolo nel dolce e
divertente shojo manga con cui Risa Konno debutta in Italia.
1 Febbraio 2016
11 FEBBRAIO
○TOKKO – DEVIL’S AWAKEN 1 (DI 2)
di Toru Fujisawa
13x18, B., 320 pp., b/n, € 5,90
UN HORROR IN PIENA REGOLA PER L’AUTORE DI GTO –
GREAT TEACHER ONIZUKA, TORU FUJISAWA!
Uno speciale reparto investigativo, agenti dalle abilità
particolari e un mistero che avvolge tutto e tutti: ecco a voi il
primo volume di Tokko–Devil’sAwaken. Demoni e possessioni,
efferati omicidi e corpi smembrati. Qualcosa di oscuro a Tokyo
trama nell’ombra…
Raccontare, raccontarsi è sempre un'esperienza
positiva,arricchente, che consente di conoscere
meglio se stessi e gli altri e di leggere la realtà in cui
viviamo. Per questo sono veramente contenta di
questa iniziativa redazionale che, nell'impegno e nella
responsabilità comuni, sarà per voi ragazzi una
preziosa occasione di crescita culturale e umana.
Un'esperienza che ricorderete anche da adulti!
Sono certa che Colonna Portante darà voce a tutti gli
studenti del nostro Liceo che vogliono far conoscere la
loro opinione su un fatto di cronaca ,o su un tema di
attualità ,oppure che hanno piacere di esprimere
liberamente il loro pensiero su un avvenimento, su un
autore di cui magari si è discusso in classe, o che
semplicemente vogliono esprimere le proprie
emozioni con una poesia, o dare spazio alla creatività
con un racconto.
Colonna Portante potrà diventare anche la voce dei
Docenti, dei Genitori, del Personale non docente,
insomma di tutta la comunità scolastica, nessuno
escluso. Questo è il senso di un Giornale di istituto!
Ragazzi, l’impegno che vi aspetta è grande, ma la
passione che dimostrate di avere riuscirà a vincere la
fatica e vi darà, ci darà, grosse soddisfazioni. Io sarò,
come sempre, al vostro fianco. Grazie a voi e ai
Docenti della Redazione.
La vostra Preside
IN ALTO LA VOCE DEL
TURRISI!
I
l nostro giornale nasce per mettere nero su
bianco i pensieri, le idee, le aspirazioni dei
ragazzi del nostro istituto.
Molti ragazzi della nostra scuola hanno
tantissimi progetti, milioni di idee, molte
passioni e allora ci siamo detti: “Perché non
fare un giornale dove tutti possano esprimere le
proprie opinioni?”
Partendo dalla cronaca scolastica, passando per
le riflessioni, le poesie, la musica, i videogiochi,
le vignette, parleremo di tutto ciò che interessa
noi adolescenti!
Troverete all'interno diverse rubriche, tutte con
l’intento di appassionare i nostri lettori e di
coinvolgerli. Da sempre, infatti, il giornale è
stato un mezzo di libera comunicazione, ed è
questo ciò che vogliamo portare avanti, la libera
espressione, la voce dei ragazzi del Turrisi.
Vorrei concludere, citando la frase di un
grandissimo giornalista, ucciso dalla mafia,
proprio perché era uno spirito libero, Giuseppe
Fava, il quale affermava: “Un giornalismo fatto
di verità impedisce molte corruzioni, frena la
violenza, la criminalità, accelera le opere
pubbliche indispensabili e pretende il
funzionamento dei servizi sociali”.
Ricordatevi sempre che l'arma più forte che
abbiamo è il nostro cervello… usiamolo!
Federico Santoro 3BL
Chiunque volesse inviare materiale (articoli, foto, recensioni, vignette, interviste) alla redazione del
giornalino può scrivere a [email protected]
LA MUSICA COME ARMONIA DEL MONDO
Vi
RUBRICA LETTERARIA
siete mai chiesti perché la musica sia tanto essenziale
nella nostra esistenza, come faccia a coinvolgerci sempre?
Forse il mio parere vi sembrerà semplicistico e superficiale ,
ma reputo che la musica sia un pilastro fondamentale della
vita, c'è sempre stata fin dal principio dell'universo
(attraverso l'emissione sonora del Big Bang) e dell'uomo ( il
ventre materno è una vera orchestra e in esso il bambino fa le
prime esperienze sonore). La prima musica che abbiamo ascoltato nell'oscurità del ventre materno è
stata proprio la voce di nostra madre, con la quale si ha un legame indissolubile anche dopo il taglio del
cordone ombelicale. La prima lingua che ci viene trasmessa per comunicare non a caso viene detta
madrelingua. Ma in fondo la lingua non è formata da parole che in sostanza sono suoni? Il suono, che
nella prima fase della nostra vita si traduce nel pianto, è il nostro primo mezzo di comunicazione. Il
bimbo appena nato, piangendo, attiva le vie respiratorie e da questo momento piangerà quando avrà
fame, sonno , dei dolori, o si divertirà con dei giocattoli che emettono melodie, o farà rumore con gli
oggetti; insomma utilizzerà i suoni per attirare su di sé l'attenzione dei presenti e per comunicare i suoi
bisogni,fin quando non riuscirà ad articolare i primi suoni che stanno ala base della comunicazione
verbale. Possiamo quindi permetterci di affermare che la musica appartiene alla vita ed è un mezzo di
comunicazione fin da subito, sebbene utilizzi strumenti e modalità differenti? La musica, però, è fatta
anche di pause, nonché silenzi e lo stesso avviene nelle nostre personali esperienze: ogni battuta è un
pezzo della nostra vita che assolutamente dobbiamo comporre noi. La realtà ci dà spunti di riflessione,
ispirazione, ma noi abbiamo della musica dentro e dobbiamo solo avere orecchie per ascoltarla e mezzi
per esternarla , ma soprattutto dobbiamo riscoprire la "vera" musica che non è solo l'insieme di note e
pause scritte su un pentagramma e poi suonate, ma anche l suono (che se sgradevole, risulta essere un
rumore). Quante volte abbiamo preferito immergerci nella musica alienandoci dal mondo per ritrovarci
nelle note di qualche canzone o brano musicale? Ognuno di noi ha una propria armonia, dissonante o
all'unisono con altre, e i battiti cardiaci scandiscono il ritmo della nostra vita. Alcuni sostengono che
prima dei tre mesi l'embrione non sia una forma di vita, invece il suo piccolo cuore batte da subito,
quindi non è erroneo dire che il battito cardiaco è la nostra prima forma di vita e di musica. Ognuno di
noi è uno strumento musicale, unico e irripetibile, col proprio timbro di voce, il proprio ritmo, le
proprie preferenze musicali, una propria identità musicale. Anche l'universo ha la sua armonia, lo
sostenevano i pitagorici e anche il filosofo umanista Ficino che lo definiva come una composizione
musicale formata dall'accordo di infinite note. Ma anche diversi scienziati, come Amedeo Balbi o David
Wilkinson, verificando che il suono è prodotto dalla vibrazione di molecole d'aria, hanno portato avanti
l'idea che l'universo ha una sua armonia, che tutti i corpi celesti vibrano come strumenti musicali
emettendo suoni e che è possibile rilevare le onde sonore che si propagano nell'universo attraverso
congegni tecnologici . Quindi è un errore associare la musica al passatempo, poiché le sue finalità non
sono volte a fungere da ripiego al tempo perso: il tempo è insito in lei. Ma soprattutto mi chiedo come
si faccia a scoraggiare nella scuola moderna la conoscenza di tutto questo mondo, in una istituzione che
dovrebbe formare individui coscienti, giudiziosi, preparati, che invece preclude lo studio a tutti gli
indirizzi e lo limita solo al liceo musicale. Non tutti dovranno diventare musicisti,come è giusto e
naturale che sia, ma bisognerà pur dare un valore alla musica, soprattutto nel nostro Paese, l'Italia, che
per secoli e secoli ha avuto un ruolo predominante nella storia della musica ed è definito il "Paese del
bel canto". Adesso nessuno più sente, tanto meno ascolta.
Noemi Alessia Panebianco 4CLES
Francesco Petrarca
La gola e ‘l somno et l’otiose piume
La golosità, la pigrizia e le comodità del lusso
La gola e ’l somno et l’otiose piume
ànno del mondo ogni vertù sbandita,
ond’è dal corso suo quasi smarrita
nostra natura vinta dal costume;
et è sì spento ogni benigno lume
del ciel, per cui s’informa humana vita;
che per cosa mirabile s’addita
chi vòl far d’Elicona nascer fiume.
Qual vaghezza di lauro, qual di mirto?
Povera et nuda vai, Philosofia,
dice la turba al vil guadagno intesa.
Pochi compagni avrai per l’altra via;
tanto ti prego più, gentile spirto:
non lassar la magnanima tua impresa.
La golosità, la pigrizia e le comodità del lusso
hanno messo al bando ogni virtù dal mondo,
per cui la nostra natura, sopraffatta dalle cattive abitudini
ha quasi smarrito la strada che le è propria;
ed è così spento ogni influsso favorevole
del cielo, grazie al quale prende forma la natura umana,
che si indica come cosa strabiliante
chi vuol fare nascer fonte dall’Elicona.
Quale desiderio di alloro, quale di mirto?
Povera e nuda vai, Filosofia,
dice il volgo teso al vile guadagno.
Avrai pochi compagni per l’altra strada;
a maggior ragione ti prego, spirito nobile:
non abbandonare la tua generosa impresa.
In questo componimento Petrarca si rivolge a un interlocutore non identificato, probabilmente Giovanni Colonna, per esortarlo a non
abbandonare una «magnanima… impresa».
Marco Santagata, uno dei maggiori critici petrarcheschi, in quanto al destinatario scrive:
«Ritengo che esso sia il frate domenicano Giovanni Colonna, del ramo di Gallicano, compagno di P. in ricerche filologiche, soprattutto
intorno a Livio, negli anni a cavallo fra il ‘20 e il ‘30 e che l’invito sia a perseverare nel lavoro intorno a una enciclopedia storica De viris
illustribus, iniziata da Giovanni ad Avignone e condotta a termine a Roma dopo il 1332. Il sonetto sarebbe anteriore alla partenza di
Giovanni da Avignone, databile fra il 1331 e il ‘32.»
La presenza dell’interlocutore s’evince soltanto dall’ultima parte del testo, prima di quel punto il testo si svolge nella forma di una
lamentela generale, nella quale Petrarca deplora la crisi di prestigio della filosofia tra i suoi contemporanei, sempre più attratti dai vizi e
dai lussi, sempre più legati alla logica del guadagno economico e, di conseguenza, sempre più insensibili ai temi della conoscenza, della
virtù, della bellezza.
Nella prima quartina il poeta, come ho già scritto, denuncia le colpe dei suoi coevi che mirano soltanto al lusso e sono pieni di vizi e cattive
abitudini (costume); e, quindi, si curano poco della propria natura (ricordiamo che l’uomo è l’unico essere dotato di ragione), l’amore per
la conoscenza (cfr Inf. XXVI «Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza»), e
della virtù (ogni vertù sbandita). C’è da dire, però, che Petrarca, nonostante l’aperta denuncia, non è arreso; è indicativo di ciò l’avverbio
«quasi», Petrarca spera ancora, per questo scrive e sta attento a ciò che scrive.
Nella seconda quartina Petrarca osserva come l’amore per i vizi e i lussi è stato così forte negli esseri umani da avere la meglio anche sui
«benigni lumi del ciel». Dicendo, in seguito, che «s’addita» (nell’uso petrarchesco il verbo contiene una sfumatura spregiativa) come cosa
singolare «chi vòl far d’Elicona nascer fiume»; ricordiamo, anzitutto, che l’Elicona è il monte della Beozia, sede delle Muse. Marco
Santagata, citando Cicerone, scrive:
«L’allusione alle Muse non comporta di necessità che la «magnanima impresa» debba esser un’opera poetica: le Muse possono
identificarsi con l’humanitas e con la doctrina».
La metafora «nascer fiume», di ampia diffusione, è motivata dal fatto che in Elicona sgorgano le fonti di Aganippe e Ippocrene.
Nel primo verso della prima terzina Petrarca si chiede ove sia finito l’amore per il lauro e per il mirto, piante che simboleggiano,
rispettivamente, la poesia epica e la poesia amorosa; nel secondo e nel terzo verso il poeta si rivolge direttamente alla filosofia, attraverso
l’uso della personificazione, dando il punto di vista del popolo (definito, appositamente, turba poiché ha una connotazione spregiativa)
teso al vile guadagno (danaro), e che vede la filosofia come una disciplina, una strada, che porta alla povertà e, per questo motivo,
abbandonata («Povera e nuda» sia perché è abbandonata, evitata, dai più;
sia perché, per la turba, porta alla povertà).
Nell’ultima terzina Petrarca si rivolge in maniera diretta al suo
interlocutore dicendogli che avrà pochi compagni per l’altra via (la via del
sapere), e, perciò, lo prega maggiormente di non abbandonare la
«magnanima sua impresa».
Ho scelto questo componimento di Petrarca dato che, mio malgrado, temo
sia più attuale oggi che nel XIV secolo; oggi, col sistema capitalistico, si
tende unicamente ai beni materiali, alle arti meramente meccaniche.
Tutto ciò che dà un guadagno immediato è seguito e “inteso”
positivamente; l’amore per il sapere, invece, viene abbandonato dai più,
dai “dormienti”.Ritengo che questa poesia, ove il destinatario è così
incerto, possa essere rivolta a ciascuno di noi: alunni, professori,
collaboratori scolastici, preside; nessuno di noi deve permettere che i beni
materiali e i vizi abbiano la meglio sulla nostra natura. E, soprattutto,non
dobbiamo dimenticare che ognuno di noi,attraverso le sue “imprese”, può
cambiare questo mondo che sembra davvero abbia perso “ogni benigno
lume del”ciel”.
Nicola Salvo 4BU
RUBRICA SPORTIVA a cura di Angelo Ferrigno 2C
I VALORI DELLO SPORT: UNA “MEDICINA” DELLA SOCIETA’ CIVILE
I GIOVANI SOGNANO NUOVE OPPORTUNITA'
P
C
hanno dato esempio di grande senso civile, dall’altro hanno contribuito alla crescita
del degrado sociale. Lo sport è sicuramente uno degli ambiti dove si possono
riscontrare entrambi gli atteggiamenti; ha regalato infatti molti episodi dove il
rapporto con gli altri, lo spirito di squadra, il senso di appartenenza, rispetto degli
altri,integrazione sociale, affermazione del merito, lealtà (fair play),“sana”
competizione, il rispetto delle regole, sono diventati valori ed esempi da seguire e
motivi per emarginare il deterioramento dell’umanità. Uno dei più famosi è quello fra
i due storici ciclisti italiani Coppi e Bartali, due eterni rivali che negli anni del dopo
guerra si sono contesi le più famose competizioni ciclistiche come il Giro D’Italia e il
Tour De France. L’episodio, pieno di lealtà e rispetto dell’avversario che tutti oggi
ricordiamo, accade nel 1952 in una tappa del Tour De France, dove i due si scambiano
una boraccia durante il tratto decisivo della corsa.
Famoso anche il grande gesto dell’atleta spagnolo Ivan Fernandez Anaya, che durante la
conclusione di una gara di cross, trovandosi in seconda posizione e vedendo il keniano Abel
Mutai in prima posizione fermatosi a pochi metri dal traguardo credendo che fosse finita,
preferisce, giustamente, essere leale e indicare al keniano dove fosse realmente l’arrivo,
invece di superarlo e vincere la gara.
Anche Miroslav Klose, calciatore tedesco, è protagonista di un episodio ricco di lealtà. In
maglia laziale, durante il match contro il Napoli, viene convalidato un goal a suo favore
viziato da un suo tocco di mano; ma l’attaccante onesto comunica al direttore di gara
l’irregolarità del goal.
Purtroppo anche nel mondo dello sport non è tutto rose e fiori e spesso si viene a
conoscenza di episodi che lo danneggiano e che occupano spesso le pagine della nostra
cronaca. Recente e assai discusso è lo scandalo Fifa, organo amministrativo del calcio
mondiale. L’ex presidente Blatter e l’ex presidente Uefa Platini, grandi personaggi storici del calcio, sono stati sospesi da tutte le attività e
incarichi sportivi per otto anni in seguito ad un pagamento di 2,5 milioni di Franchi svizzeri considerati dalle indagini denaro sospetto.
Con questo episodio si evince,purtroppo, che come in ogni palazzo del potere il desidero del denaro abbia maggior valenza della
trasperenza,dell’ importanza della carica che si ricopre e della voglia di onestà da parte dei membri di quel mondo.
Anche il doping fa sicuramente parte dello sport ”sporco” e privo di ogni valore; assumendo sostanze che alterano le prestazioni sportive
si preferisce avere maggiori garanzie sulla vittoria, ma non si rispetta inizalmente se stessi e il proprio corpo, si va contro il valore del
sacrifio e non si rispettano gli avversari.
Pure le scomesse sulle competizioni sportive fanno parte dello sport “contaminato”, perché si va contro il senso di appartenza ad una
maglia e contro la voglia di tifare, sempre per denaro. A volte abbiamo vissuto vicende dove gare ufficiali venivano truccate in modo tale
che un’organizzazione a delinquere ottenesse il risultato scomesso.
La società dovrebbe, tramite i valori che le vengono
trasmessi da tutti gli aspetti che compongono la loro
quotidianietà, crearsi una personalità che le permette,
non solo la possibilità di far luce su ogni vicenda senza
facendosi conformare dai mass-media che spesso sono
strumento di divulgazione pilotata, ma anche di
rispettare e valorizzare il lavoro di chi prova ad avviare
un futuro migliore senza facendosi corrompere con un
aggevolamento momentaneo.
individualismo che oggi sottolineano ed evidenziano il disagio sociale che viviamo quotidianamente.
Da sempre i giovani non godono certo della migliore considerazione dalle generazioni precedenti: si dice che i giovani
siano dei perdigiorno, senza speranze né futuro.
Certo le generazioni sono diverse tra loro, ma non tanto perché sono diverse le persone, bensì perché lo sono le
opportunità.
Probabilmente la causa di tanto astio nei confronti delle nuove generazioni, in una società morbosamente
conformista, tradizionalista e gerontocratica come quella italiana, sta proprio nella paura che la loro voglia di
rinnovamento sia talmente forte da travolgere un passato fatto di clientelismo ed interessi personali, facendo crollare
una consuetudine non solo politica, ma anche ideologica e socioculturale.
Oggi il ruolo che ricoprono i giovani incarna la possibilità, la voglia di grandezza che tuttavia si riduce spesso in
utopia.
Questo nel corso del tempo ha portato ad un giustificato scetticismo nei confronti delle istituzioni.
È per questo che, soltanto con la lotta (socioculturale) di massa i giovani potranno riappropriarsi di ciò che gli spetta;
sognare è un diritto inalienabile per ciascun individuo.
er società civile si intende l’intera popolazione di uno stato e la relazione fra i componenti, i quali, nel corso della storia, se da un lato
ol tempo le ricchezze e l'idea di ricchezza hanno portato le nuove generazioni a quell'egoismo, egocentrismo ed
Fabio Tomaselli 2C
TUFFIAMOCI NEL MARE DELLA VITA!
I
n un mondo sempre più fagocitato dalla fretta, dettato dalla velocità, soggetto ad una realtà ontologica ostile, i
giovani sono spaesati, privi di punti di riferimento, di certezze; soprattutto in Italia, dove l’Istat registra una
percentuale di emigrazione del 41,2% al Nord, del 23,3 % al Centro, del 24,2% al Sud. Le mete maggiormente
blasonate sono: Germania, Svezia, Francia, Stati Uniti, Australia.
Tanti sono coloro che partono, altrettanti quelli che decidono di rimanere, ancorati alla famiglia, con l’illusione di una
prosperosa prospettiva di vita futura. D’altronde, anche lo stesso Leopardi, emblema del pessimismo, considerava la
giovinezza come l’età dei sogni, delle illusioni, delle speranze, “la primavera” della nostra vita. Il vero problema è che
noi che apparteniamo alle nuove generazioni veniamo privati della possibilità di sognare, non possiamo permetterci
di abbandonarci alle nostre aspirazioni, alle nostre passioni, poiché siamo condizionati dalla crisi dilagante della
nostra società e, di conseguenza, di molte famiglie.
Per questo capita spesso che i genitori influenzino il percorso formativo dei propri figli, proiettando su di loro tutti
quei sogni che non sono riusciti a realizzare,creando i presupposti per motivi di rancore da parte dei figli.
I rapporti non sempre idilliaci aggravano la situazione, già priva di certezze, per cui non riusciamo a vedere un futuro
chiaro e promettente, ma una fitta nebbia ,oppure un percorso ad ostacoli.
Una soluzione può essere prospettata forse dalla figura di Esterina, protagonista della lirica “Falsetto” di Montale.
Ella è simbolo della vita che si realizza, così ingenua che il domani non la spaventa,così fiduciosa da decidere di
tuffarsi dal ponticello nel mare della vita, pur consapevole delle tempeste che potranno colpirla.
Tutti noi dobbiamo, quindi, continuare a sognare e, quando verrà il momento, trovare il coraggio di immergerci nelle
profondità di esperienze ed emozioni che il mondo ci riserva.
Samuele Castorina 2C
N.B. – Vi ricordiamo che da mercoledì 10 febbraio 2016 alle ore
13.30 riprenderanno i corsi pomeridiani del gruppo sportivo con i
seguenti sport: badminton, tennis da tavolo, orienteering, pallavolo
e calcio a cinque. Per informazioni rivolgersi alle professoresse di
scienze motorie.
UN MONDO DI FELICITA'
Angolo letterario
a cura di Giulia Grasso 4AL, seconda classificata al 11° Concorso di poesia inedita “E’ nato un
poeta”
Vi capita mai di pensare cosa significhi la parola “mondo”?
Il mondo che vorrei!
Una cosa è certa, quando parliamo di mondo ci riferiamo sempre a qualcosa di grande.
Pensateci un attimo “tu sei il mio mondo”, è un po’ come dire che sei qualcosa di immenso
per me, oppure “ti darei il mondo” sta a significare che farei l’impossibile per te. Cioè un
mondo è un sacco! La terra per esempio è il nostro mondo, pensate a quanto è grande! E’
fatta di città, paesi, fiumi, alberi, mari, animali e uomini. Beh, adesso che ci penso “mondo”
è davvero un sacco di cose, forse non è solo una parola, forse ognuno di noi è un piccolo
grande mondo, ed è per questo che spesso il mondo ci delude.
Spesso siamo delusi da noi stessi , e la delusione di qualcuno è quasi sempre la rabbia di
qualcun altro. Ma sapete una cosa?
Se questo mondo non ci piace, se noi non ci piacciamo, possiamo e dobbiamo avere il
coraggio di prendere tutto ciò che ci delude e sbatterlo fuori dal nostro mondo. Ciò tuttavia
non è sempre possibile, respingere quello che ci fa stare male spesso risulta alquanto
difficile, perché come la delusione e la rabbia, la nostra felicità dipende da quella di qualcun
altro.
-Ma cosa è esattamente la felicità?
Secondo il padre della psicologia positiva Martin Seligman il 60% della felicità è
determinata dai nostri geni e dal mondo che ci circonda, il restante 40% dipende
interamente da noi. Inoltre pare che la felicità sia anche contagiosa! Sapevate che i
ricercatori dell’ Harvard University hanno scoperto che quando una persona diventa felice,
un amico che le vive vicino ha una probabilità del 25% in più di diventarlo anche lui? Non
trovate sia una cosa fantastica? Ciò vuol dire che è stato provato che la felicità di una
persona è quella di un altro e che per essere felici noi, bisogna rendere felici gli altri.
-Come rendere felice qualcuno?
A dire il vero, cercare di spiegare come essere e rendere felici è davvero difficile..
Per luoghi comuni potremmo dire che la felicità è data dalle piccole cose, ma credo,
pensandoci attentamente, che molti luoghi comuni non sono poi cosi lontani dalla realtà.
Basta pensare a una serata fra gli amici di sempre, una pizza e quattro risate per vivere e
soprattutto far vivere ciò che da sempre, più di ogni altra cosa, cerchiamo disperatamente,
senza nemmeno accorgerci che è proprio alla nostra portata,ma nascosta da qualche parte
nel nostro mondo.
Perché in fondo, la felicità è il mezzo attraverso il quale selezioniamo ciò che dobbiamo
mantenere nella nostra vita e al contrario ha la capacità di farci riconoscere ciò che nuoce e
va gettato.
Perché il mondo, quello che ci creiamo, attimo dopo attimo, non è altro che un insieme di
momenti, felici e non, che in qualche modo ci rispecchia e in cui abbiamo deciso di vivere
per il resto della nostra vita.
Prendi la mia mano e portala via,
portala in un mondo ricco di pazzia.
Niente cattiveria, niente tempesta:
solo amore in ogni testa.
Trattare bene qualsiasi cuore,
trattalo quasi come un fiore.
Niente dolore, niente tristezza:
solo un sorriso e tanta saggezza!
ANGOLO FOTOGRAFICO
a cura di Mariele Patané 4AL
angolo delle vignette
a cura di Serena Bilegi 4D
Andrea Balsamo 4BU
Serena Bilegi 4D
Intervista n. 3 a cura di Chiara Strano 1BL
Il bullismo ai tempi nostri è attuato spesso dai ragazzi che si sentono superiori
ad altri. Cosa pensi tu del bullismo?
Penso che il bullismo sia un fenomeno molto diffuso oggi, ma credo che ci sia sempre stato.
Io per bullismo non intendo solo violenza verbale e fisica, ma anche critiche su questioni
personali, persone che guardano gli altri dall’alto verso il basso, poiché sono in quale modo
“diversi” e forse più apprezzati dagli altri proprio per questo.
Conosci qualcuno che ha subito atti di bullismo, oppure hai visto qualche
notizia in TV? In caso affermativo, è riuscito/a a superarlo/a?
Si, alcuni miei amici sono stati vittime di bullismo, ma purtroppo l’ho saputo dopo e non ho
potuto aiutarli nel momento del bisogno.
Da cosa pensi che nasca il fenomeno del bullismo? Quale pensi sia la causa?
Penso sia una conseguenza delle difficoltà che i ragazzi devono affrontare, poiché il bullo
può essere qualcuno che il realtà è debole e solo e vuole ch gli altri lo vedano come qualcuno
importante e forte, oppure qualcuno a cui piace sfogare i propri problemi sui più deboli; o
ancora qualcuno che a causa di questi tende a tenere un comportamento asociale finendo
per trasformarsi in vittima.
Che cosa secondo te, potrebbe fermare il bullismo?
Non penso sia facile fermarlo, poiché ogni storia è differente dall’altra, come l’infanzia e gli
episodi che hanno i ruoli del bullo e vittima.
Secondo te come dovrebbe reagire la vittima?
Anche se è difficile, dovrebbe parlarne con qualcuno, un genitore, un docente, un amico,
non dovrebbe farsi maltrattare, dovrebbe imparare a reagire di conseguenza
Quali provvedimenti si dovrebbero prendere in queste situazioni?
Se dovessi assistere ad una scena di bullismo penso che, se il bullo fosse solo uno, cercherei
di aiutare la vittima; se fossero più ragazzi cercherei qualcuno per aiutare il ragazzo.
Sei mai stato bullo o hai offeso qualcuno pensando che fosse solo una battuta?
Non ho mai trovato piacevole o esilarante vedere qualcuno soffrire quindi non sono Mi stata
una bulla, ma forse a volte ho ferito qualcuno involontariamente.
Che consigli vorresti dare a tutti coloro che stanno subendo atti di bullismo?
Vorrei semplicemente dirgli di reagire e di non aver paura, nessuno ha il dritto di farti
sentire inferiore o una nullità, fatevi valere.
SEI DIVERSO, PERCIO' TI DISCRIMINO
Discriminare una persona vuol dire trattarla diversamente dagli altri (in modo negativo) in base a caratteristiche
fisiche, personali o morali differenti dalle proprie. Si può discriminare qualcuno per qualsiasi cosa, ma negli ultimi
anni, i maggiori motivi di discriminazione sono stati il sesso, l’orientamento sessuale e il colore della pelle.
I due più gravi casi di discriminazione nella storia dell’umanità sono stati la persecuzione degli ebrei durante la
seconda guerra mondiale, e la segregazione razziale contro la gente di colore, nota anche come apartheid.
Questi però, sono solo i casi più gravi e, per fortuna, sono passati. E’ dei problemi attuali che bisogna parlare, del fatto
che tutt’oggi, in una società moderna, esistono ancora pregiudizi verso coloro considerati “diversi”. Ma che vuol dire
diverso? Letteralmente, vuol dire “né uguale, né simile”, quindi, non ha nulla a che vedere con ciò che la gente intende
oggi quando utilizza questo termine. Adesso, per diverso, si intende qualsiasi aspetto della persona, dal modo di
vestire, alle tendenze musicali, al modo di pensare, che non rientri negli schemi considerati “normali” dettati dalla
società stessa. Dunque qualsiasi diversità viene dispregiata, emarginata, considerata pericolosa o assolutamente
inaccettabile, questo ha spesso portato ad atti di violenza, fisica e morale, verso persone classificate come diverse.
I crimini generati dall'odio conosciuti anche come crimini dell'odio, ricomprendono tutte quelle violenze
nei confronti di persone discriminate in base ad appartenenza vera o presunta ad
un gruppo sociale, identificato sulla base dell'etnia, della religione,
dell'orientamento sessuale, dell'identità di genere o di particolari condizioni
fisiche o psichiche. Ciò che viene in rilievo nei crimini dell'odio non sono le
idee, razziste, della persona che compie tali violenze, quanto piuttosto le
conseguenze di questo odio, tanto estremo da condurre ad un'azione che fa
della discriminazione la ragione del crimine. Semplificando, picchiare
selvaggiamente un omosessuale non costituisce di per sé un crimine
dell'odio ma lo diventa allorché la ragione del pestaggio sia l'orientamento
sessuale, reale o presunto, della vittima. Negli ultimi anni, a compiere
questi atti violenti, sono proprio i giovani d’oggi, sempre meno tolleranti nei confronti degli altri e sempre pronti a
criticare i gusti e lo stile di vita altrui.
Queste sono cose che fanno parte dell’essere di una persona e non possono cambiare, perché altrimenti si perderebbe
il proprio modo di essere. E’ come chiedere a qualcuno di cambiare carattere solo perché’ non piace al resto del
gruppo. Si può fare, ma così si perde sé stessi. La società in cui viviamo oggi, è una società in cui il pensiero è
teoricamente libero, dove tutti dovrebbero vivere la propria vita senza avere paura dei giudizi altrui. Allora viene da
chiedere “Perché è proprio in questi ultimi anni che i ragazzi hanno sempre più problemi con i loro coetanei? Gli
adolescenti di oggi non dovrebbero avere la mente aperta?” in effetti, è così che dovrebbe essere, eppure la situazione
non fa altro che peggiorare.
Al giorno d’oggi, sempre più adolescenti soffrono di problemi di autostima e non riescono a relazionarsi con i loro
coetanei come vorrebbero. Basta fare un giro su social network come Twitter o Tumblr, per notare come sempre più
persone affermano di non sentirsi accettate dai propri compagni di classe o raccontano di come, ogni giorno, a scuola,
vengano prese in giro per il loro aspetto, gusto musicale, colore della pelle, religione, orientamento sessuale.
Una ragazza, proprio nella nostra scuola, ha dichiarato di essere stata presa in giro perché, data la sua religione
musulmana, deve coprire il
capo. Credo sia una vergogna, che ancora, nel 2016, una ragazza debba
vergognarsi di rispettare le regole della propria religione per paura di essere discriminata.
Se cercate la parola “discriminazione” vedrete che significa atto di trattare con disprezzo qualcuno in base a
caratteristiche fisiche, religiose, morali o personali, non rispettando i principi umani di uguaglianza. A questa
definizione, aggiungerei volentieri che “discriminare” vuol dire essere ignorante e avere la mente chiusa, talmente
tanto da non capire che discriminare chi è diverso te, sotto qualsiasi aspetto, non ha senso, perché nessuno di noi è
uguale ad un altro, perché non si può dare poco o tanto valore a qualcuno in base al colore della sua pelle, alla sua
religione, al suo fisico, carattere o sessualità.
L’unico modo per mettere una fine a questo fenomeno, è aprire la mente, eliminando i pregiudizi e vedendo la
diversità come una ricchezza, non un pericolo.
Manuela Sanfilippo 3BL
BULLISMO NELLE SCUOLE, COSA NE PENSANO I RAGAZZI?
Intervista n. 2 a cura di Martina Motta 1BL
“Il bullismo è una particolare manifestazione di aggressività, perpetrata da uno o più individui (bulli
1) Cosa significa?
- Significa umiliare e maltrattare qualcuno di più debole. Che non sa, o, non può
difendersi.
o bulle) ai danni di uno o più individui (vittime). Un bullo può aggredire la vittima in modo diretto
(picchiandola o insultandola) o in modo indiretto (escludendola, diffondendo calunnie sul suo conto)”
Questa è la definizione che si trova sul dizionario del termine bullismo, ma vediamo più concretamente
di cosa si tratta e che ripercussioni ha.
Questo fenomeno è diffusissimo soprattutto nelle scuole, dove i
ragazzi sono soliti emarginare, allontanare o deridere chiunque
si dimostri debole. Sempre più ragazzi diventano vittime di
bullismo e prese in giro e i risultati sono inevitabilmente
pessimi. Quando un ragazzo viene preso di mira dagli altri,
inizia a sentirsi sempre meno accettato, questo lo porterà a
cambiare il proprio modo di essere pur di piacere agli altri; nel
caso neppure questo funzionasse, il ragazzo in questione non
farà altro che isolarsi dal mondo reale. In entrambi i casi, si
finisce comunque per perdere il proprio essere. Come ho già
detto prima, la scuola è il posto principale in cui queste cose
succedono.
Negli ultimi anni, al Turrisi Colonna gli atti di bullismo sono aumentati gradualmente, di anno in anno.
Ovviamente, non è successo per caso. Più il tempo passa, più gli adolescenti cercano di maturare la loro
autostima distruggendo quella degli altri. È risaputo infatti, che la maggior parte dei bulli, sono ragazzi
con un brutto passato, una brutta situazione in famiglia, o con precedenti esperienze di bullismo o
prese in giro. Alcune persone quest’anno hanno denunciato questi episodi, i rappresentanti di istituto
infatti, hanno cercato di sensibilizzare i ragazzi del Turrisi parlando di questo argomento alle assemblee
e durante i dibattiti nei giorni di autogestione. È stata fatta un’intervista ad una ragazza, la quale ha
confermato di essere stata vittima di bullismo (fisico e psicologico) e prese in giro sia da una singola
persona che da gruppi di ragazzi. Gli oggetti di queste prese in giro sono stati la sua autostima, il suo
fisico e le sue debolezze delle quali questi ragazzi erano a conoscenza. Alla stessa ragazza, è stato
chiesto se lei avesse mai provato a reagire, durante questi attacchi e lei ha risposto testuali parole “ci
provavo, ma non ci riuscivo”. Soffermiamoci a riflettere su questo: quando molte persone ti prendono
in giro o ti alzano le mani, per uno o più motivi, e tu sei costretto ogni giorno a sentire queste parole,
che per gli altri magari non sono nulla, ma per te sono taglienti come coltelli, la tua autostima si
annulla, così come la tua voglia di vivere. Inizi a scomparire, a poco a poco, a fare di tutto per essere
accettato, non perché hai voglia di avere tanti amici, bensì perché tutto ciò che desideri è mettere a
tacere quelle voci, non essere più l’oggetto delle risate altrui. Nascondi te stesso, diventi come gli altri e
alla fine ti perdi, perché una personalità costruita in base a come ti vedono gli altri alla fine crolla
sempre.
Per concludere, vorrei mandare un messaggio a chi sta leggendo e magari, è stato vittima di bullismo (o
lo è tutt’ora): non nascondete nessuna parte di voi, piuttosto, camminate a testa alta e trasformate il
motivo per cui vi prendono in giro in un punto di forza, in questo modo, nessuno potrà più trarre
potere dal vostro punto debole.
Essere vittime di bullismo non rende voi stupidi, ma loro.
Manuela Sanfilippo 3BL
2)Hai mai, anche inconsapevolmente, commesso atti di bullismo ?
- Probabilmente ho ferito qualcuno, anche se non era mia intenzione recargli/le
alcun disagio.
3)Sei mai stato vittima di bullismo?
- No, non sono mai stato vittima di bullismo.
4)Hai mai provato a metterti nei panni di una vittima?
- Si, mi capita di pensare a come ci si possa sentire.
5) Se dovessi assistere ad un atto di questo genere, cosa faresti?
Te ne andresti ignorando l’accaduto?
Ti uniresti ai bulli ?
Ti godresti lo “spettacolo”?
Cercheresti di aiutarlo/a?
-Interverrei cercando di aiutare la vittima. Senza pensarci, per istinto.
6) E se i bulli fossero un gruppo?
-Interverrei comunque, pur sapendo di potermi mettere nei guai, soprattutto se la
vittima in questione fosse fisicamente svantaggiata.
7) Cosa pensi spinga il bullo a diventare tale?
-Penso che ci siano diverse categorie di bullo:
coloro che in realtà sono deboli e vogliono rendersi forti agli occhi degli altri;
coloro che sfogano la loro frustrazione su qualcuno;
coloro che lo fanno esclusivamente per "divertirsi".
8) Cosa pensi che dovrebbero fare le vittime per risolvere la loro situazione?
- Dovrebbero reagire, farsi valere, parlarne con qualcuno e non lasciarsi mettere "i
piedi in testa".
9)Cosa pensi possa giovare all’aborrimento di questi episodi ?
- Credo che dovremmo affrontare l’argomento , metterci nei panni di entrambi e
cercare di aiutarli .
Interviste fatte agli alunni della nostra scuola (a cura diErrikaSciuto 1BL)
Domanda 1: Cosa pensi che sia il bullismo?
A: Penso sia quando dei ragazzi più grandi prende di mira un ragazzo più debole sapendo che non può difendersi.
B: E’ quando una persona che è in grado di difendersi sottomette chi non lo è.
C: Vuol dire demoralizzare le persone con atti di violenza fisici o psicologici
D: Quando non si rispettano le persone.
Domanda 2: Hai mai fatto del male ad una persona, anche
involontariamente?
C: Non credo, non lo so perché sono una che scherza in
modo pesante e non so se ho mai ferito qualcuno.
D: Non lo so perché a volte non rifletto prima di parlare.
Domanda 3: Hai mai assistito o sei mai stato coinvolto in
uno di questi episodi?
A: No, sinceramente no.
B: No.
C: Si, ho subito atti di bullismo.
D: No.
Domanda 4: Cosa faresti se assistessi ad un atto di
bullismo? Daresti una mano oppure te ne andresti o ti
uniresti ai bulli?
A: Sinceramente non me ne andrei perché non mi
sembrerebbe giusto e non mi unirei ai bulli ma sicuramente
non mi metterei in mezzo, piuttosto chiamerei qualcuno che possa fermarli.
B: Io sono il tipo di persona che quando vedo un caso del genere intervengo d’istinto perché secondo me è sbagliato.
C: Non lo so, forse me ne andrei per paura di essere massacrata, a meno che la vittima fosse un mio amico, in quel
caso lo difenderei.
D: Avrei paura di essere coinvolta, non lo so. Forse solo per un mio amico ma per uno sconosciuto no.
Domanda 5: Secondo te come si sente chi è vittima di bullismo?
B:Naturalmente inferiore, secondo me dovrebbero reagire e farsi valere, facendo capire agli altri che anche loro hanno
il diritto di vivere tranquillamente
C: Secondo me prova terrore e poca autostima, ma anche molta umiliazione.
D: A volte si ci penso
Domanda 6: Secondo te cosa spinge il bullo a diventare tale?
A: Magari dei problemi in famiglia, come genitori non presenti e quindi il bullo compie questi atti per sentirsi più
sicuro
B: Io credo siano persone che si sentano sole e quindi facciano queste cose per attirare l’attenzione.
C: Secondo me c’è solo una motivazione: secondo me il bullo vuole fare quello forte ma in realtà non vale niente.
D: Secondo me sono persone insicure che cercano di imporsi tramite la forza.
Domanda 7: Questi episodi si sono verificati vicino a te? Se è si, come sono andati a finire?
A: Nella mia ex scuola. Spesso sono finiti con un litigio fra i genitori.
C: Sono stata vittima di bullismo, ma alla fine ho risolto picchiando il mio bullo e prendendomi una rivincita.
D: No, ma ho ascoltato delle storie. Alcune sono finite bene, altre con un suicidio.
Domanda 8: Quando vedi un ragazzo emarginato, andresti a parlargli?
A: Si perché secondo me non è giusto isolare le persone senza sapere i loro problemi.
B: Andrei a conoscerla e cercherei di parlarle e di integrarla del gruppo, indipendentemente da ciò che pensano gli
altri
D: Cercherei di capire che tipo di persona è, poi deciderei se parlare con lei o no.
Domanda 9: Cosa dovrebbe fare chi è vittima di bullismo?
A: Dovrebbe chiamare aiuto solo se viene pesantemente picchiato.
B: Deve farsi valere.
C: Deve parlarne a qualcuno e farsi aiutare
SCUOLA: IERI E OGGI
Come l’opera di un autore dell’Ottocento può diventare attuale
Spesso una semplice lettura antologica aiuta gli studenti a riflettere sulle differenze tra la
scuola del passato e quella di oggi, tra la società di ieri e quella odierna.
L’autore preso in considerazione è Charles Dickens, il quale nella propria opera
autobiografica “David Copperfield” descrive la dura esperienza del protagonista prima in
collegio poi in fabbrica. La storia ripercorre per intero la vita di David, in cui si riflette la
miseria vissuta durante la rivoluzione industriale, quando era molto diffuso lo sfruttamento
delle donne e dei bambini. Il romanzo evidenzia come l’educazione dei giovani fosse
totalmente diversa da quella dei nostri giorni, sotto vari punti di vista.
Non possiamo paragonare le regole delle scuole dell’Ottocento con quelle di oggi, ma il
confronto può aiutarci a comprendere come l’evoluzione abbia cambiato la maniera di
approccio dei professori con gli alunni, abbia favorito il dialogo e il rispetto reciproco sia tra
alunno- insegnante, sia fra compagni. L'opera di Dickens ci descrive un ambiente scolastico
per noi inconcepibile, nel quale prevaleva la violenza verbale e fisica da parte degli
insegnanti nei confronti dell’allievo, immagini che- relazionate alla mentalità del XXI secolo
- sarebbero a dir poco scandalose.
Questo non significa che la scuola oggi sia un’istituzione perfetta: continuano a esserci dei
problemi, ma possono essere benissimo risolti senza
ricorrere a metodi riprovevoli. Il sistema scolastico di
oggi può essere definito più equo e volto all’educazione
in tutte le sue sfaccettature, poiché mette sempre in
primo piano le esigenze dell’ alunno. Purtroppo, però,
alcuni contesti sociali ripropongono l’instaurarsi di un
regresso che porta di nuovo alla violenza: ne è un
esempio il bullismo. È un fenomeno difficile da
combattere, poiché i cosiddetti “bulli” si dimostrano
sordi ai continui rimproveri e privi di ogni morale.
Fortunatamente, la scuola di oggi pensa anche a questo
ed è sempre volta a valutare la maturità degli alunni e a far emergere in loro capacità che,
magari, essi non sapevano di avere.
Molti testi del passato, come quelli di Dickens, danno una panoramica di come era prima la
vita e aiutano, inoltre, a far apprezzare di più le cose come sono oggi, facendoci sentire
anche un po’ più fortunati.
Giulia Grasso 4AL
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