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23/04/14 Capitolo 4. Pun6 della sezione Intenzione e comunicazione • 
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Luigi Anolli, Fondamen6 di Psicologia della Comunicazione , Il Mulino 2006 Psicologia della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 1 1 Intenzionalità: il conceDo 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 2 2 4 4 Intenzionalità •  L’intenzionalità è un aDeggiamento di predisposizione naturale a interpretare l’azione di qualsiasi en6tà come se fosse pianificata in modo consapevole e come se fosse dotata di un’intenzione, regolata da un sistema di credenze, desideri e scopi (DenneD) •  Uso di sistemi telenomici per raggiungere scopi e obieMvi. 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia Intenzionalità: il conceDo Intenzione comunica6va da parte del parlante Livelli dell’intenzione Gradualità dell’intenzione comunica6va Intenzione comunica6va e aDenzione Sintonia seman6ca e pragma6ca La generazione del messaggio: Modello olis6co-­‐funzionale di Levelt Modello della ges6one locale del messaggio Intenzioni e strategie comunica6ve Intenzione comunica6va da parte dell’interlocutore Inferenza e aDribuzione delle intenzioni Sincronia comunica6va Intenzioni colleMve •  Ciò che facciamo, lo facciamo per qualcosa e siamo in grado di interpretare i comportamen6 altrui (aDeggiamento teleologico) •  A D r i b u z i o n e c a u s a l e c o m e m a n i f e s t a z i o n e u m a n a d e l l a ipersensibilità ai segnali e agli indizi dell’intenzionalità 3 3 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia Due significa6 dell’intenzionalità Intenzionalità •  Correlazione tra le nostre aspeDa6ve e le intenzioni di altrui perché siamo in grado di an6ciparne le azioni. Due significa? dell’intenzionalità proprietà essenziale della conoscenza umana in quanto coscienza di qualcosa (Brentano); questa “direzionalità” degli sta6 mentali verso qualche aspeDo del mondo fenomenico valorizza il senso e6mologico di intenzione come “in-­‐
tendere” (“tendere verso”) 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 5 5 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 6 6 1 23/04/14 Due significa6 dell’intenzionalità Due significa6 dell’intenzionalità •  In entrambi i significa6 l’intenzionalità è una proprietà di cer6 (non tuM) sta? mentali. Si manifesta e si esprime nella definizione di singole intenzioni •  Intenzione = condoDa direDa al raggiungimento di uno scopo •  Due 6pi di intenzione: antecedente e in azione •  Intenzione antecedente= “volontà e proposito di fare delle cose”; progeDazione e pianificazione di un’azione per il conseguimento di uno scopo proprietà di un’azione compiuta in modo deliberato, volontario e “di proposito” per raggiungere un certo scopo; tale azione ricade nell’ambito della propria responsabilità consapevole e diventa oggeDo di sanzione morale in termini di approvazione o punizione 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 7 7 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 8 8 10 10 Due significa6 di intenzionalità •  Intenzione in azione: capacità di intervenire in modo intenzionale in una circostanza imprevista o, comunque, non pianificata •  L’elaborazione di intenzioni richiede una condizione di coscienza intesa come consapevolezza delle proprie percezioni nel “qui e ora” (consapevolezza perceMva) e dei propri pensieri (consapevolezza cogni6va) 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 9 9 •  Funzione di riflessione sui propri processi mentali aDraverso l’introspezione (consapevolezza metacogni6va e introspeMva) 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 11 11 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia •  Condizione di vigilanza focalizzata contrapposta a uno stato inconscio (funzione di monitoraggio e di controllo) 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 12 12 2 23/04/14 Intenzionalità e desiderio: differenze Intenzionalità e desiderio Il desiderio è soddisfaDo non appena è raggiunto il risultato desiderato Avrei proprio voglia di un gelato 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia •  Le intenzioni sono soddisfaDe solo se producono le azioni che conducono al risultato che si intende raggiungere •  L’intenzione è autoreferenziale; il suo contenuto proposizionale non è [succede x] o [faccio x], ma [faccio x per soddisfare la mia intenzione] Finalmente!!! 13 13 Intenzionalità e desiderio: Somiglianze 15 15 Intenzionalità: due aspeM 14 16 16 •  Per intenzionalità si intende inoltre un gioco reciproco fra i partecipan6, caraDerizzato da un processo di “intenzionalizzazione” (manifestazione di una data intenzione da parte del parlante) e da un processo di “re-­‐
intenzionalizzazione” (interpretazione d e l l ’ i n t e n z i o n e d a p a r t e d e l des6natario) [Anolli e Ciceri] •  Ci sono due aspeM importan6 d e l l ’ i n t e n z i o n a l i t à c h e s o n o informazione e comunicazione 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia Livelli di intenzione •  Per informazione si intende che s e n z a l a p r e s e n z a d i u n comportamento intenzionale reciproco il messaggio è soltanto informa6vo e non comunica6vo; quindi, la frase ha solamente un valore informa6vo. •  Per comunicazione lo scambio comunica6vo avviene solo se il m e s s a g g i o è p r o d o D o intenzionalmente dal parlante ed è r i c o n o s c i u t o e i n t e r p r e t a t o intenzionalmente dal des?natario. 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 14 Intenzionalità: due aspeM •  Disposizioni an6cipatorie in grado di aBvare la condoDa del soggeDo •  Non sono né vere né false, ma possono essere soddisfaDe da certe condizioni della realtà •  Sono il “motore” mo?vazionale dell’azione dell’organismo 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia •  Intenzione globale = intenzione unitaria di voler comunicare qualcosa da parte di un comunicatore a un des6natario 17 17 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 18 18 3 23/04/14 Livelli di intenzione Gradualità intenzionale •  Intenzione comunica6va = rendere reciprocamente manifesto al des6natario e al parlante che il parlante ha una determinata intenzione informa?va (Sperber e Wilson) •  Gradualità intenzionale: consente ai p a r t e c i p a n 6 d i m e D e r e regolarmente a fuoco e di calibrare i diversi aM comunica6vi nel corso delle interazioni della vita quo6diana (in diverse situazioni, es…) 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 19 19 Forza dell’intenzione 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 20 20 Gerarchia delle intenzione •  Forza dell’intenzione: è direDamente proporzionale all’importanza dei contenu? e delle informazioni trasmesse, alla rilevanza dell’interlocutore e alla natura del contesto. Processo di messa a fuoco, puntualizzazione e calibrazione del messaggio prodoDo •  Gerarchia delle intenzioni: un singolo aDo comunica6vo può essere governato da una pluralità di intenzioni, incapsulate una nell’altra e disposte in modo gerarchico •  Principio della “pars pro toto”: nella produzione di un aDo comunica6vo il parlante può esprimere soltanto una parte dei suoi contenu? mentali (costrizione fisico-­‐biologica a livello fone6co 5,4-­‐7 sill/sec) 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 21 21 Opacità intenzionale 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 22 22 Interdipendenza fra intenzione comunica6va e aDenzione •  L’intenzione comunica6va, concre6zzata in una frase o in un gesto, è limitata, parziale e sfumata •  Lavoro inferenziale da parte del des6natario •  Consente di evitare il rischio della trasparenza intenzionale Devo assolutamente farmi assumere •  StreLa interdipendenza fra intenzione comunica6va e aDenzione •  L’aDenzione consente di selezionare le informazioni più salien6 e per6nen6 per l’elaborazione di un determinato aDo comunica6vo •  L’aDenzione sos6ene il processo di messa a fuoco e di realizzazione di una data intenzione comunica6va 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 23 23 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 24 24 4 23/04/14 Processamento aDen6vo Processamento aDen6vo Due 6pi di processamento aDen6vo: •  Processamento automa6co: rapido, coinvolge solo la memoria a breve termine e non richiede risorse aDen6ve; possono svolgersi in parallelo diversi processi automa?ci senza interferenze reciproche e senza il controllo direDo del soggeDo (aDenzione orientata) •  Processamento controllato: lento, richiede una notevole mole di risorse aDen6ve, si svolge in modo seriale soDo il costante controllo direDo del soggeDo (aDenzione assidua) •  Il passaggio dal processamento automa6co a quello controllato è reso possibile dall’esercizio aDraverso l’acquisizione di abitudini 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 25 25 Processamento aDen6vo:livelli 26 •  Livello 1 (= intenzioni semplici): presenza di intenzioni di primo livello che comprendono sia aM comunica6vi altamente stereo?pa?, sia gli scambi comunica?vi comuni e abitudinari; intervento dell’aDenzione orientata 27 27 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 28 28 La sintonia seman6ca e pragma6ca (SSP) Processamento aDen6vo:livelli •  Processo che coordina in modo convergente e coerente i diversi sistemi di significazione e di segnalazione •  In condizioni di default, qualsiasi aDo comunica6vo, pur essendo cos6tuito da diverse componen6, si presenta in modo armonioso e unitario •  Livello 2 (= meta-­‐intenzione): comparsa di una intenzione di secondo livello, in quanto il soggeDo ha la consapevolezza di comunicare comunicando (baDuta di spirito, frase ironica ecc.) 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 26 Processamento aDen6vo:livelli •  Livello 0 (= informazione): il soggeDo non ha una precisa intenzione comunica?va e reagisce in modo automa6co a u n o s 6 m o l o e s t e r n o (processamento pre-­‐aDen6vo) 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 29 29 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 30 30 5 23/04/14 La sintonia seman6ca e pragma6ca (SSP) La sintonia seman6ca e pragma6ca (SSP) •  Sorta di “coalizione” e fusione momentanea delle diverse par6 del messaggio, le quali concordano le une con le altre •  Significato modale: significato prevalente e predominante che assume un dato aDo comunica6vo in condizioni di default, quando viene applicato il principio “assumere per garan?to” 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 31 31 •  L’ipotesi del SSP è conforme con il modello connessionista, che prevede un processamento distribuito parallelo (PDP) della conoscenza •  La mente è formata da una rete complessa di connessioni che operano in parallelo •  Un’intenzione comunica6va è vista come un paLern di aBvazione di diverse unità (di input e di output), in cui ogni unità rappresenta il grado di presenza o di assenza di uno specifico pensiero 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 32 32 Il modello SSP Il modello tradizionale della comunicazione •  Un’en6tà mentale è cos6tuita da un’occorrenza atomica e discreta posizionata in uno specifico indirizzo della memoria seman?ca •  Un’en6tà mentale è cos6tuita dal sistema di aMvazione di diverse unità dove ognuna di esse corrisponde al grado di presenza (o assenza) di un certo significato e pensiero •  il significato e l’intenzione sono operan6 in modo dicotomico secondo la legge del “tuDo o niente” (modello CNS) •  Sono possibili e realizzabili variazioni graduate e con?nue nella ges6one del significato e dell’intenzione comunica6va •  un dato significato è inserito in un sistema di altri significa6 e simboli 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 33 33 La sintonia seman6ca e pragma6ca (SSP) 34 34 Ipotesi del PCC •  L’ipotesi del PCC è conforme con il conceDo di spazio globale di lavoro (Baars) •  il significato è l’esito del sistema di aBvazione della rete •  L’esperienza consapevole e l’intenzione comunica6va sono il risultato di un’aMvità del sistema nervoso centrale in cui i diversi meccanismi di elaborazione delle informazioni competono fra loro per avere accesso alla possibilità di trasmissione. Il processore che vince distribuisce globalmente la sua informazione in tuDo il sistema nervoso •  l’apprendimento è possibile anche a par6re da singoli esempi e il processo di generalizzazione consente di applicare il loro significato a nuove occorrenze 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 35 35 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 36 36 6 23/04/14 Il modello olis6co-­‐funzionale di Levelt Il modello olis6co-­‐funzionale di Levelt •  L’intenzione comunica?va e la generazione del messaggio •  Levelt studio del processo che va dall’intenzione alla produzione del messaggio •  Il modello olis?co-­‐funzionale di Levelt •  La comunicazione è un’aMvità complessa che prevede l’intervento sinergico e convergente di diversi processi fondamentali •  Le diverse unità dell’interazione comunica6va sono iden?ficate e categorizzate come en6tà globali in base alla loro funzione 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 37 37 Il modello olis6co-­‐funzionale di Levelt 38 38 Il modello olis6co-­‐funzionale di Levelt •  ConceDualizzatore: elaborazione di un’intenzione, selezione delle informazioni per6nen6, organizzazione delle modalità con cui esprimerle. Accede a: •  conoscenze dichiara?ve (o proposizionali: proposizioni che stabiliscono una relazione fra due o più idee; “enciclopedia delle conoscenze”) •  conoscenze procedurali (rappresentate dalla forma SE X, ALLORA Y; forma di “conoscenza in azione”; concernono i modi e i procedimen6 con cui sono svol6 i compi6 nei diversi contes6) 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 39 39 Modello olis6co di Levelt •  Messaggio preverbale: rappresentazione mentale di quanto il parlante intende comunicare all’interlocutore; output del ConceDualizzatore. Due fasi: Devo assolutamente dimostrare che sono la persona adaDa a questo lavoro!!! 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 40 40 Modello Olis6co di Levelt •  macropianificazione: consapevolezza ed elaborazione di una data intenzione comunica6va, con il conseguente recupero delle varie informazioni da manifestare •  micropianificazione: conferisce un’adeguata forma proposizionale a ognuna di queste par6 dell’informazione e aDribuisce una prospeBva informa?va a ciò che il soggeDo intende comunicare 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 41 41 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 42 42 7 23/04/14 Modello Olis6co di Levelt Modello Olis6co di Levelt •  Formulatore: traduce la struDura conceDuale in una struDura linguis6ca. Ha come input il messaggio preverbale. Due fasi: •  codificatore gramma?cale: procedure per avere accesso ai lemmi e per realizzare la costruzione sintaMca del messaggio. Produce la struDura di superficie del messaggio 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 43 43 Modello Olis6co di Levelt •  L’output dell’Ar6colatore è il discorso pronunciato •  Sistema di Comprensione del Parlato: favorisce il processo di riaLribuzione di significato ai suoni emessi aDraverso un processo di ascolto (auto-­‐monitoraggio) dei propri enuncia6 45 45 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 44 44 Il modello olis6co-­‐funzionale di Levelt segue una pianificazione top-­‐down del messaggio: •  importanza del piano e del programma cogni6vo soDesi alla generazione del messaggio, nonché dei vincoli centrali della sua esecuzione •  l’intenzione comunica6va resta al centro della produzione del messaggio e svolge la funzione di produzione di senso (sense-­‐making) 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 46 46 Il modello della ges6one locale del messaggio Modello Olis6co di Levelt:limi6 Limi6 teorici: •  spiegazione della generazione di un messaggio come processo globale e come aBvità decontestualizzata •  non spiega la variabilità e la presenza di incoerenze nella produzione dei messaggi, poiché ques6 ul6mi sono considera6 come conformi al piano generale 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia •  L’output del Formulatore è il piano fone?co del messaggio, ovvero il piano per la sua ar6colazione Modello Olis6co di Levelt •  Ar6colatore: procede all’esecuzione del messaggio per mezzo della muscolatura dell’apparato respiratorio e degli altri organi di fonazione 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia •  la struDura di superficie è soDoposta al codificatore fonologico: individua il piano fone6co (o ar6colatorio) corrispondente a ogni lemma e alla proposizione nella sua totalità 47 47 •  Nessun messaggio è pianificato né eseguito secondo un insieme astraLo e universale di regole, bensì secondo le condizioni del contesto di riferimento (O’Keefe e Lambert) 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 48 48 8 23/04/14 Il modello della ges6one locale del messaggio Il modello della ges6one locale del messaggio •  La generazione di ogni messaggio dipende dalla capacità di ges?one locale dei pensieri e delle condizioni contestuali da parte del parlante, in rispondenza di una data intenzione comunica6va e in riferimento a uno specifico des6natario •  Fuoco comunica6vo = processo aBvo di concentrazione dell’aLenzione e dell’interesse del parlante su cer6 aspeM della realtà •  È guidato da una specifica intenzione e si svolge lungo un certo percorso comunica6vo che il soggeDo percorre aDraverso il campo dei propri pensieri 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 49 49 Intenzioni e strategie comunica6ve 50 50 Intenzioni e strategie comunica6ve •  Organizzazione strategica dell’aDo comunica6vo aDraverso la selezione dei contenu? da manifestare e delle modalità espressive da seguire scelta dell’azione comunica6va più per6nente in una certa situazione ha un caraDere di con?ngenza (pone a confronto diverse rappresentazioni di situazioni preceden6 simili ed equivalen6 e adaDa alla situazione presente il percorso ritenuto più produMvo e consono) 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 51 51 •  ha caraDere di novità (implica l’impegno cogni?vo di generare un percorso comunica6vo ad hoc, oMmizzando le opportunità e riducendo i vincoli) •  implica un processo aDento di calibrazione cogni?va e affeBva del messaggio (coordinamento e regia di una sequenza ar6colata di livelli comunica6vi, implica il controllo di numerosi gradi di libertà) 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 52 52 54 54 Intenzioni e strategie comunica6ve •  implica un processo aDento di calibrazione cogni6va e affeMva del messaggio (coordinamento e regia di una sequenza ar6colata di livelli comunica6vi, implica il controllo di numerosi gradi di libertà) •  I l p r o c e s s o d i c a l i b r a z i o n e c o m u n i c a 6 v a : è d i d i ffi c i l e ges6one, poiché siamo in grado di conoscere il livello di forza e di efficacia di una determinata azione comunica6va soltanto a posteriori e non a priori 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 53 53 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 9 23/04/14 L’intenzione comunica6va da parte del des6natario •  Rapporto uno-­‐a-­‐mol6: una data intenzione può trovare diversi percorsi strategici di comunicazione e, viceversa, una data strategia comunica6va non esprime in modo biunivoco una corrispondente intenzione •  L’intenzione comunica6va da parte del des?natario •  L’ipotesi dell’intenzionalismo •  Psicologia del senso comune: l’intenzione manifestata dal parlante pone dei vincoli rilevan? per il suo riconoscimento da parte del des6natario •  Il significato di un aDo comunica6vo dipende dall’intenzione del parlante; il compito del ricevente è quello di riconoscere e di ricostruire l’intenzione di partenza 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 55 55 Il problema della trasparenza intenzionale •  Reciproca consapevolezza fra il parlante e l’interlocutore •  Rischio della trasparenza intenzionale •  (la comunicazione è il risultato di un’intenzione complessa che è soddisfaLa nel medesimo momento in cui è riconosciuta dal des?natario 57 57 Dalla reciprocità intenzionale all’aDribuzione di intenzione 56 •  L’obieMvo comunica6vo del parlante è quello di modificare l’ambiente cogni?vo del des?natario •  Per avere successo, lo scambio comunica6vo dev’essere caraDerizzato non solo dalla manifestazione di un’intenzione comunica6va da parte del parlante (m-­‐inten?on), ma anche del suo riconoscimento da parte del des6natario 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 58 58 Dalla reciprocità intenzionale all’aDribuzione di intenzione •  Interazionismo simbolico (Mead) spiega la nozione di reciprocità intenzionale aDraverso l’uso di una forma di conoscenza deDa analogia con il sé: •  Idea di riconoscimento: concezione bidirezionale della comunicazione, ma comporta a livello implicito una direzione asimmetrica della responsabilità comunica6va: il parlante appare più importante del des6natario 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 56 Dalla reciprocità intenzionale all’aDribuzione di intenzione •  Meaning inten6on (o m-­‐inten6on): P sa che A sa che P sa che A sa (e così senza fine) che P ha una determinata intenzione comunica?va; condivisione consapevole dell’intenzione comunica6va del parlante (Grice) 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 59 59 •  Riconoscimento dell’intenzione dipendenza seman6ca del des6natario rispeDo al parlante: L’aMvità comunica6va del des6natario consiste in una specie di “lavoro filologico” di interpretazione seman6ca dell’intenzione del secondo 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 60 60 10 23/04/14 ADribuzione di intenzione Opacità intenzionale •  Opacità intenzionale: scarto sistema6co fra l’intenzione del parlante (non accessibile direLamente in modo esaus?vo e completo) e il suo riconoscimento da parte del des6natario (parziale e limitato) 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 61 61 ADribuzione di intenzione •  Il principio del “totum ex parte”: il des6natario aDribuisce un’intenzione completa e coerente all’aDo comunica6vo del parlante sulla base di un insieme ristreDo e limitato di indizi e di elemen6 comunica6vi 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 62 62 ADribuzione di intenzione: proprietà •  il conceDo di “riconoscimento” risulta essere insufficiente per spiegare l’aMvità di interpretazione del des6natario •  ADribuzione di una intenzione: il ricevente ha l’aLeggiamento mentale di aDribuire un’intenzione comunica6va al messaggio del parlante 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia •  ADribuzione di intenzione 63 63 ADribuzione di intenzione: proprietà Alcune proprietà del processo di aDribuzione: •  è un processo autonomo, realizzato soltanto dal des?natario •  è un processo aMvo, poiché dipende soltanto dalle abilità e dall’aMvità del ricevente è un processo soggeMvo, in quanto esprime il suo punto di vista e la sua sensibilità 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 64 64 ADribuzione di intenzione: proprietà •  Il des6natario può riconoscere l’intenzione del parlante in modo preciso e aDendibile, ma ha anche la possibilità di aLribuirgli un’intenzione differente per raggiungere determina6 suoi scopi relazionali •  ProspeMva machiavellica della poli6ca: si assume come standard di azione l’aDeggiamento mentale di aDribuire all’avversario l’intenzione più malevola e sfavorevole, in modo da: •  avere maggiori probabilità di prevenire e di difendersi dalle sue mosse 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 65 65 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 66 66 11 23/04/14 ADribuzione di intenzione: proprietà ADribuzione di intenzione: proprietà •  elaborare strategie efficaci di intervento, con più elevate probabilità di successo •  Differenza nei pun6 di vista del parlante e del des6natario implica e presuppone in ogni caso una loro diversa interpretazione e un differente percorso di senso in relazione ai medesimi 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 67 67 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 68 68 La pluralità di interpretazioni dell’intenzione comunica6va La pluralità di interpretazioni dell’intenzione comunica6va •  Manifestazione dell’estesa gamma di gradi di libertà a disposizione del des6natario ,il significato leDerale (o figurato) di un enunciato dipende dall’aLribuzione di intenzione operata dal des6natario; •  l’interpretazione leDerale è una fra le diverse soluzioni a disposizione l’interpretazione auten6ca: problema di avvicinamento alla reale intenzione del parlante aDraverso un processo di graduale approssimazione •  Il principio del “assumere per garan?to” (taking-­‐for-­‐granted): il des6natario propende ad accogliere il primo senso dell’aDo comunica6vo che gli viene in mente e che non è immediatamente contraddeDo da un altro significato •  L’aDribuzione delle intenzioni comunica6ve rappresenta per il des6natario un compito psicologico importante, soBle e impegna?vo in mol6 giochi comunica6vi 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 69 69 La pluralità di interpretazioni dell’intenzione comunica6va •  Il significato appar6ene all’aDo comunica6vo per la sua posizione intermedia fra i partecipan6: esso non è dato nè dall’aBvità comunica?va svolta dal parlante soltanto, né da quella messa in aDo dal des6natario, bensì dalla loro aBvità congiunta in un processo condiviso di comprensione 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 71 71 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 70 70 Processi di inferenza nell’aDribuzione delle intenzioni comunica6ve •  Comprensione inferenziale: il des6natario è in grado di elaborare una ipotesi sul significato del messaggio a par6re dagli indizi comunica?vi 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 72 72 12 23/04/14 Processi di inferenza nell’aDribuzione delle intenzioni comunica6ve Processi di inferenza nell’aDribuzione delle intenzioni comunica6ve •  Inferenza = forma di ragionamento nella quale un’ipotesi è ammessa come acceDabile sulla base di altre ipotesi la cui acceDabilità è ammessa in partenza 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 73 73 Processi di inferenza nell’aDribuzione delle intenzioni comunica6ve •  Modelli mentali = rappresentazioni mentali di situazioni reali, ipote6che o immaginarie impiegate dal des6natario durante l’aBvità inferenziale 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 74 74 Processi di inferenza nell’aDribuzione delle intenzioni comunica6ve •  Inferenza dimostra6va = applicazione di regole deduMve a un insieme di premesse di partenza (sillogismo) •  Inferenza non dimostra6va = un’ipotesi su quanto comunicato può essere confermata, ma non deduBvamente dimostrata •  La forza di un’ipotesi di spiegazione e di interpretazione di quanto comunicato dipende dal grado di plausibilità di tale ipotesi •  entrano in gioco ipotesi faLuali, connesse con la rappresentazione di faM e di episodi con6ngen6 che vengono a cos6tuire l’oggeDo dello scambio di comunicazione 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 75 75 Processi di inferenza nell’aDribuzione delle intenzioni comunica6ve 77 76 76 78 78 Analisi dei processi inferenziali •  Sulla scorta di ques6 procedimen6, il des6natario è in grado di fare delle implicazioni su quanto comunicato dal parlante, cioè di inferire di più di quanto venga deDo •  In condizioni di comunicazione per default, i partecipan6 fanno riferimento a rappresentazioni mentali incomplete e approssima?ve 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 77 •  Tre forme fondamentali di inferenza (Peirce) •  Ciascuna combina in modo differente tre aspeM: una regola, un esempio par6colare (o caso), il risultato •  Deduzione •  Regola: TuM i fagioli contenu6 in questo sacco sono bianchi •  Caso: Ques6 fagioli provengono da questo sacco •  Risultato: Ques6 fagioli sono bianchi 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 13 23/04/14 Analisi dei processi inferenziali: Induzione Analisi dei processi inferenziali •  Tipo di inferenza monotonica in cui passiamo con il ragionamento da una regola (o generalizzazione) a un caso par6colare; in tal modo non oDeniamo nessun guadagno seman6co in termini di comunicazione •  Caso: Ques6 fagioli provengono da questo sacco •  Risultato Ques6 fagioli sono bianchi •  Regola:TuM i fagioli contenu6 in questo sacco sono bianchi •  Forma di inferenza non monotonica nella quale passiamo da mol6 casi par6colari a una generalizzazione (o legge) 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 79 79 Analisi dei processi inferenziali: Abduzione 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 80 80 Analisi dei processi inferenziali •  Regola: TuM i fagioli contenu6 in questo sacco sono bianchi •  Risultato: Ques6 fagioli sono bianchi •  Caso: Ques6 fagioli provengono da questo sacco •  Tipo di inferenza non monotonica in cui si passa a ritroso dagli effeB alle cause, nel tenta6vo di spiegare qualcosa che è già accaduto; si procede per congeDure e si tenta di indovinare una soluzione 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 81 81 Analisi dei processi inferenziali 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 82 82 84 84 Le euris6che •  Il procedimento abduMvo è influenzato dai processi di fissazione comunica?va: •  Concentrazione aLen?va su aspeM parziali e limita6 di quanto è stato comunicato, assumendoli come se fossero la totalità del messaggio •  è una forma di fissità funzionale dell’aDenzione e del pensiero 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia •  Negli scambi comunica6vi quo6diani facciamo ricorso, di solito, all’inferenza abduBva per capire ciò che l’altro comunica. •  Non avendo a disposizione una rappresentazione completa di quanto l’altro comunica, non siamo in grado di fornirne una spiegazione esauriente e, di conseguenza, siamo porta6 a indovinare e a fare delle congeLure su quanto viene comunicato 83 83 •  E n t r a n o i n a z i o n e l e e u r i s 6 c h e : procedimen? logici, forme semplificate ed economiche di ragionamento, in grado di ridurre la complessità degli elemen6 e di fornire una spiegazione “al meglio” di quanto viene comunicato •  Euris6ca della rappresenta6vità: la tendenza a ritenere acceLabile o meno un’affermazione in base alle conoscenze stereo?pate in proprio possesso 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 14 23/04/14 Le euris6che Le euris6che •  Euris6ca della conferma: la tendenza a iden6ficare soltanto gli indizi che confermano la propria ipotesi •  Ragionamento controfaLuale: sorta di simulazione mentale in cui si modifica un antecedente, in modo da oDenere un esito diverso da quello reale; tale modificazione prende la forma di SE … ALLORA •  Euris6ca della disponibilità: la tendenza a ritenere credibile un’affermazione circa un determinato evento, in quanto è conforme con la probabilità di frequenza di quell’evento 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 85 85 La razionalità limitata 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 86 86 La razionalità limitata •  I partecipan6 non comunicano come se fossero dota6 di una razionalità olimpica, perfeDa ed esente da limi6 e imperfezioni •  Di conseguenza, l’aDribuzione di una intenzione comunica6va al messaggio del parlante è indeterminata, poiché può prendere diversi percorsi, nessuno dei quali è privilegiato né pienamente prevedibile •  I partecipan6 possono raggiungere, di volta in volta, soltanto un oMmo locale sul piano della comunicazione 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 87 87 La sincronia comunica6va 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 88 88 La sincronia comunica6va •  Nella ges6one dell’interazione comunica6va, gli interlocutori sono sul medesimo piano e condividono la stessa responsabilità nella ges6one della interazione comunica6va •  Sincronia comunica?va: proprietà globale e fondamentale della comunicazione •  La dimensione temporale è molto importante nell’organizzare la sequenza degli scambi comunica6vi •  C o m u n i c a z i o n e = f o r m a d i partecipazione: prodoLo congiunto d e l l a c o l l a b o r a z i o n e f r a g l i interlocutori 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 89 89 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 90 90 15 23/04/14 Accomodazione comunica6va La sincronia comunica6va •  Coordinazione interaBva: quando le persone comunicano, devono adaDare i loro s6li le une con le altre •  Teoria dell’accomodazione comunica6va (Communica6on Accomoda6on Theory, CAT): le strategie di sintonizzazione e di accomodazione consistono in una gamma estesa di segnali linguis6ci e non linguis6ci •  AdaLamento reciproco: le persone devono adaDare la loro condoDa, sincronizzare i loro tempi e il loro ritmo 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 91 91 Accomodazione comunica6va 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 92 92 94 94 Accomodazione comunica6va Possibilità di adaLare i nostri aM comunica6vi a quelli del partner. La sequenza degli scambi può assumere due direzioni: •  Convergenza: le modalità comunica6ve di entrambi gli interlocutori diventano più simili e assumono una forma omogenea •  L ’ e m e r g e n z a d e i m o d e l l i d i sincronizzazione e di adaDamento ha un’importanza cruciale nell’assicurare e ffi c a c i a e c o m p r e n s i b i l i t à a l l a comunicazione •  Divergenza: le differenze diventano progressivamente più grandi e si crea un processo di scismogenesi •  Questa condizione diventa essenziale nelle fasi di transizione relazionale, quando si meDono in aDo significa6vi processi di allontanamento e di avvicinamento (es. seduzione) 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 93 93 Accomodazione comunica6va Accomodazione comunica6va •  Concezione addi6va e meccanicis6ca: tante intenzioni individuali non danno come risultato finale un’intenzione colleMva; nell’intenzione colleMva vi è una forma di cooperazione che non è generata dalla somma di singole intenzioni individuali •  Concezione capitalista le intenzioni colleMve non sono altro che la somma delle intenzioni individuali 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 95 95 •  Concezione socialista le intenzioni colleBve sono generate da una mente e da una coscienza di gruppo. •  Non esiste una mente di gruppo, né un inconscio di gruppo; la società è formata soltanto da individui e la coscienza è soltanto nella mente degli individui 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 96 96 16 23/04/14 Intenzioni colleMve Intenzioni colleMve •  Searle: intenzioni colleMve (We-­‐
inten6ons) •  Intenzione individuale: “oDenere lo scopo A per mezzo dell’azione B” •  Intenzione colleBva: “oDenere lo scopo colleMvo A per mezzo delle azioni individuali B” •  Sono espresse nella seguente forma: “Noi intendiamo fare l’azione A”, esistente nella mente di ogni agente che agisce come parte del gruppo •  I l c o n t r i b u t o p e r s o n a l e è rappresentato dalla forma: “Io intendo fare l’azione B come parte del nostro fare l’azione A” 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 97 97 Intenzioni colleMve 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 98 98 100 100 Intenzioni colleMve •  Nell’intenzione colleMva la componente individuale dell’azione colleMva svolge il ruolo di mezzo rispeDo allo scopo colleMvo e condiviso
interdipendenza e influenza reciproca fra le due componen6 •  TuDavia, vi è un’unica rappresentazione mentale che congiunge in modo unitario l’intenzione individuale e locale con l’intenzione colleMva e globale •  Un’efficace realizzazione delle intenzioni colleMve comporta il s e n s o d e l l ’ a l t r o c o m e partecipante a un’aBvità di collaborazione e cooperazione •  Il senso dell’altro favorisce il s e n s o d e l l a s q u a d r a e l a consapevolezza di “cantare in coro”, pur ciascuno con la propria voce e la propria mente 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 99 99 23/04/14 della Comunicazione Pof. Fabrizia Mantovani Psicologia 17 
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