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Parco naturale - Autonome Provinz Bozen

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Parco naturale - Autonome Provinz Bozen
Foto di copertina
Sasso della Croce
Foto: Alfred Erardi
Ripartizione
Natura
e paesaggio
Nel regno degli animali
(cefalopodi estintisi circa 180-145 milioni d’anni or sono). Marne
cretacee grigio-rossastre e fortemente corrugate vengono tagliate
dal sentiero posto sotto i Rifugi di Fanes.
I più recenti strati di sedimentazione marina delle Dolomiti
sono rinvenibili presso il Col Bechëi (2.794 m), sopra il Lago di
Limo. Nel periodo Terziario-Oligocene, circa 230 milioni di anni fa,
quando era già in atto il corrugamento dell’arco alpino, si verificò
un’ultima breve invasione marina, che lasciò in questa regione
brecce (rocce sedimentarie composte da materiale fratturato e a
spigoli vivi, inglobato in sedimenti di materiali fini), conglomerati
(rocce sedimentarie composte per almeno il 50 % di ciottoli e
ghiaia a margini arrotondati), arenarie e calcari in cui si rinvengono resti di balanidi (molluschi), alghe rosse, briozoi (colonie di
invertebrati acquatici) e foraminiferi (protozoi eucarioti).
Come nessun’altra zona delle Dolomiti la geomorfologia di
Fanes, Senes e Fosses è fortemente caratterizzata da fenomeni di
carsismo. L’anidride carbonica disciolta nell’acqua ha intaccato e
disgregato soprattutto i calcari del Giurassico e talvolta anche la
dolomia principale. In seguito a questa erosione chimica si sono
formate anche numerose grotte come ad esempio quella delle
Conturines.
Nel parco naturale si possono osservare quasi tutti gli elementi
tipici del carso: campi carreggiati, fenditure e pozzi, doline in
cui spesso si formano laghi perenni o più di frequente periodici;
inghiottitoi, in cui i ruscelli spariscono nel sottosuolo per
riaffiorare più a valle, in presenza di strati impermeabili all’acqua,
in vivaci sorgenti carsiche.
Sopra scure foreste si ergono imponenti pareti rocciose che
racchiudono al loro interno gli altopiani carsici di Fanes e Senes.
Gli estesi alpeggi e, sull’Armentara o a Pratopiazza, i colorati prati
di montagna ricchi di specie rendono attrattivi questi paesaggi,
mentre i diversi ambienti ospitano numerose specie vegetali e
animali.
Geologia e idrologia
Parchi naturali Alto Adige
Parco naturale
Fanes-Senes-Braies
Nel regno degli animali
© 2009
Ripartizione Natura e paesaggio
Ufficio Parchi naturali
AUTONOME PROVINZ BOZEN - SÜDTIROL
PROVINCIA AUTONOMA DI BOLZANO - ALTO ADIGE
N A T U R A 2000
Via Renon 4
I-39100 Bolzano
Tel. +39 0471 417 770
Fax +39 0471 417 789
[email protected]
www.provincia.bz.it/parchi.naturali
Parco naturale Fanes-Senes-Braies
[4]
Gli altopiani di Fanes, Senes e Fosses sono delimitati da cime
rocciose, che degradano bruscamente sui versanti esterni.
Le rocce di questi altipiani hanno un’età che varia dai 225 ai 190
milioni di anni. Esse iniziano con la dolomia principale, che tra
l’altro è anche la roccia costitutiva dei monti che fiancheggiano la
Val di Rudo e il Gruppo delle Conturines, nella parte meridionale
del parco. A questa roccia seguono il calcare di Dachstein e i
calcari grigi che caratterizzano fortemente il paesaggio: le chiare
bancate calcaree di queste formazioni costituiscono, infatti, le
cime dei gruppi della Croda Rossa, della Croda del Beco, del Sasso
della Croce, del La Varela e del Col Bechei.
Le formazioni calcaree possono presentarsi in bancate calcaree, ordinate come i gradini di un anfiteatro, o possono
aver subito numerosi corrugamenti o piegamenti in seguito alle
intense compressioni tettoniche verificatesi durante le fasi
orogenetiche. Spesso gli orizzonti di strati inclinati secondo la
linea di massima pendenza (chinappoggio), come ad esempio
sul Sasso delle Dieci, Sasso delle Nove, Cima La Stiga o la
Croda del Beco, sono franati a valle, dando luogo ad estesi
macereti.
Intorno al Lago di Limo così come sul versante sud del crinale
di Cima Parom-Sas dai Bec (Gran Fanes) affiorano gli ammonitici
rossi, calcari contenenti grossi fossili spiraliformi, le ammoniti
Habitat, animali e piante
Nel Parco naturale Fanes-Senes-Braies troviamo diversi ambienti e paesaggi: foreste di conifere, formazioni di arbusti contorti, mughete, ghiaioni, pareti rocciose, altopiani calcarei, torbiere,
laghi, torrenti e malghe ancora utilizzate. La varietà d’ambienti si
riflette in una grande varietà di specie faunistiche e floristiche.
I boschi
Circa un quarto della superficie del parco è ricoperto da
foreste. Predominano le peccete con circa il 12 % della superficie,
seguite dai larici-cembreti con il 7 % e dalle formazioni di pino
silvestre con il 6 %.
Le formazioni d’abete rosso sono diffuse in particolare verso
la Val Pusteria, nella zona di Braies e dell’Armentara. La tradizione
selvicolturale e la competitività dell’abete rosso in differenti
contesti ecologici hanno ulteriormente incrementato la diffusione
di quest’albero. Le peccete prediligono suoli di matrice silicea
o anche carbonatica, purché acidificati. Usualmente si distingue
la pecceta montana, presente sui versanti freschi fino a 1.2001.400 m, che si presenta molto folta, con scarso sottobosco e
con alberi che hanno perso tutti i rami basali, da quella subalpina,
presente a quote più elevate, più rada, con alberi con chioma
Fig. 1
Un endemismo
dolomitico:
la campanula del
Moretti.
Foto: Maurizio Bedin
Fig. 2
Il Lago di Braies – una
perla tra i laghi alpini
dell’Alto Adige – sovrastato dalla Croda del
Becco (2810 m).
Foto: Archivio Ufficio Parchi
naturali
2
1
In aree con suoli poco profondi e smossi da colate detritiche
crescono spesso boschi di pino silvestre. I più caratteristici esempi
si trovano nella Val di Rudo e nella Val di Landro. Queste foreste,
spesso piuttosto luminose, presentano nello strato erbaceo-arbustivo erica, mirtillo rosso, ginepro, pero corvino, fiori profumati
come la dafne striata o appariscenti come l’amor nascosto o la rara
scarpetta della madonna. Nelle foreste di pino silvestre, specie se
caratterizzate dalla presenza di piante molto vecchie e marcescenti
si rinviene spesso il più grande dei picchi europei, il picchio nero.
Esso, caratterizzato da una colorazione completamente nera ad
eccezione del vertice della testa, di colore rosso acceso e del becco
di colore bianco avorio, si nutre d’insetti e larve catturate nel legno.
Il picchio nero scava caratteristici nidi dal foro d’accesso ovoidale.
I nidi non più utilizzati svolgono un’importantissima funzione
ecologica nell’ecosistema forestale. Costituiscono, infatti, importanti luoghi di nidificazione per altre specie come ad esempio la
civetta capogrosso, che si riproduce quasi esclusivamente in
queste cavità, per numerosi insetti come le api selvatiche o per
mammiferi come la martora, che vi trova talora rifugio.
Sopra le peccete subalpine si collocano quasi sempre i laricicembreti. Essi spesso costituiscono il limite altitudinale del bosco,
spingendosi fin verso i 2.000-2.200 m, come ad esempio nelle
zone di Gran Fanes, Pices Fanes o Pratopiazza, per poi sfumare nella
fascia degli arbusti contorti. Il pino cembro si è diffuso sulle Alpi,
dal suo areale di distribuzione siberiano, durante le glaciazioni.
Questa specie è ottimamente adattata alla sopravivenza in climi
freddi, potendo sopportare senza problemi temperature fino a
30 gradi sotto lo zero. Nel vario sottobosco di queste formazioni si
possono trovare nello strato arbustivo rododendro ferrugineo e
irsuto, mirtilli, pini mughi od ontani verdi, sorbi degli uccellatori
e nello strato erbaceo camedri, clematidi alpine e campanule
barbate. Tra gli animali che frequentano queste foreste, tipica è la
nocciolaia, piccolo corvide di colore bruno, macchiato di bianco,
che si nutre prevalentemente dei semi di cembro. Essa contribuisce
fortemente alla diffusione di quest’albero dal momento che
nasconde, come riserva di cibo per la stagione invernale, numerosi
semi nel terreno, che non sempre vengono ritrovati e che quindi
spesso riescono a germinare in primavera.
Limite del bosco
In prossimità del limite altitudinale della foresta, verso i 2.0002.200 m di quota, le aree in cui l’uomo non è intervenuto tagliando
il bosco per creare pascoli si contraddistinguono per una sfumatura graduale del bosco in una fascia di arbusti nani o contorti, che
salendo di quota lascia via via spazio alle praterie alpine.
La fascia degli arbusti contorti, composta da rododendro,
mirtillo rosso e nero, pino mugo o su substrati maggiormente acidi
e umidi ontano verde, accompagnati talora da piccoli e isolati larici
o cembri, ospita spesso diverse specie animali. Tra le più caratteristiche si possono ricordare il gallo forcello, i cui maschi, di colore
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nero e bianco, con una vistosa caruncola rossa sopra l’occhio,
presentano una caratteristica coda a forma di lira. Altra specie che
frequenta le fasce ad arbusti contorti è la lepre variabile, perfettamente adattata alla vita in ambiente alpino, grazie al mantello che
muta di colore nel corso dell’anno passando dal bruno-grigio
dell’estate al bianco candido invernale e alla particolare conformazione delle zampe. Sono, infatti, provviste di lunghe dita, ricoperte
di peli setolosi, che si allargano notevolmente e le consentono di
muoversi con estrema abilità anche sulla neve.
Sulle estese mughete è possibile osservare organetti e crocieri,
dal curioso becco con le punta incrociate, che si muovono da un
arbusto all’altro alla ricerca di semi. In questa fascia vegetazionale,
nonostante le dure condizioni climatiche, sono ancora presenti
alcune specie di anfibi e rettili. Tra le specie presenti si possono
citare la rana temporaria, il tritone alpino, la lucertola vivipara, la
salamandra alpina e il marasso. Quest’ultimo, rappresentante dei
viperidi, è il serpente più frequente nel parco. È caratterizzato da
colorazione che può essere grigia o bruna con strie nere a zig-zag
sul dorso o anche completamente nera. Pur essendo velenoso non
risulta particolarmente pericoloso per un uomo adulto in buona
salute, ma in caso di morso è indispensabile il trattamento medico.
4
Fig. 3
Lo scoiattolo è ampiamente diffuso nelle fasce
forestali del parco e, pur
trascorrendo la maggior
parte dell’inverno in uno
stato di quiescenza, è
talora osservabile mentre
in mezzo alla neve ricerca
depositi di cibi nascosti nel precedente
periodo autunnale.
Foto: Maurizio Bedin
Fig. 4
La scarpetta di Venere
è la più grande e vistosa
tra le nostre orchidee
e si rinviene unicamente
in foreste con substrato
calcareo.
Foto: Renato Sascor
Fig. 5
Diversamente dall’Alpe di
Senes, l’Alpe di Fanes
presenta maggiore ricchezza di acque superficiali, nella foto il Rü de
Fanes presso Gran Fanes.
Foto: Archivio Ufficio Parchi naturali
molto appuntita ed un’attaccatura bassa della ramificazione.
Le peccete sono foreste solitamente ombrose, caratterizzate
nel sottobosco dalla presenza di specie acidofile, come mirtillo
nero, mirtillo rosso, acetosella, verga d’oro. I rami e i tronchi
degli abeti rossi sono spesso ricoperti di licheni come la barba di
bosco. Contrariamente alla diffusa opinione non si tratta di
parassiti che danneggiano il bosco, ma di organismi simbionti,
composti da un’alga ed un fungo. I licheni sono molto sensibili
all’inquinamento atmosferico e la loro presenza è di regola
indizio di buona qualità dell’aria.
In prossimità delle radure nel sottobosco è spesso possibile
osservare i caratteristici nidi piramidali della formica rossa,
talora alti anche quasi un metro. In questi nidi le formiche costituiscono complesse società. Esse svolgono un importante ruolo
nell’ecosistema forestale contribuendo a controllare il proliferare
d’altre popolazioni d’insetti e costituendo a loro volta un’importante fonte alimentare per numerose specie animali. Le cime delle
abeti si caratterizzano spesso per la presenza di rumorose bande
di cince more, cince dal ciuffo, cince bigie alpestri e rampichini
alpestri, che si muovono da un albero all’altro alla ricerca di semi
ed insetti. Sulle cime spesso è anche osservabile lo scoiattolo,
che saltando agilmente da un albero all’altro si muove alla ricerca
di pigne, dei cui semi si nutre.
Nelle foreste tranquille e poco disturbate del parco è possibile
incontrare due rari rappresentanti dei tetraonidi, una famiglia di
uccelli caratteristica delle estese formazioni di conifere dell’emisfero boreale e, in seguito alle glaciazioni, diffusasi sulle Alpi, il gallo
cedrone e il francolino di monte. Il gallo cedrone necessità di
foreste rade e mature, caratterizzate da abbondante sottobosco,
mentre il francolino di monte, pur essendo legato alla presenza
di abbondante sottobosco, si rinviene frequentemente anche in
boschi piuttosto giovani e folti.
5
Le praterie alpine e la regione delle rocce
Sopra la fascia degli arbusti contorti, sugli estesi altopiani
calcarei del parco si estendono le praterie alpine, intervallate da
ghiaioni detritici e creste rocciose. Questo ampio paesaggio, che
in presenza di estesi massi erratici di natura calcarea assume un
aspetto quasi lunare, si rivela ricco sia di suggestioni che dal
punto di vista naturalistico. Particolari rappresentanti di questo
habitat sono la stella alpina, le diverse genziane, nigritelle, gli
eliantemi alpestri, la silene acuale e diverse sassifraghe. Animale
caratteristico di questi ambienti è la marmotta ampiamente
diffusa sugli altopiani di Fanes, Senes e Pratopiazza. Essa vive in
gruppi familiari e scava profonde tane ove si rifugia in caso di
pericolo. Le tane vengono anche utilizzate per il periodo di
letargo invernale, che dura da fine settembre a maggio.
Le aree rocciose, così come i ghiaioni e macereti caratterizzano
ampie porzioni del parco naturale. Qui, come in ogni ambiente
caratterizzato da estreme condizioni ambientali, ovvero povertà
del suolo, scarsità idrica, forte insolazione, esposizione al vento e
forti escursioni termiche, riescono a sopravvivere solamente
organismi molto specializzati. Sui ghiaioni possiamo così incontrare l’erba storna rotondifoglia, che, grazie al suo profondo e ramificato apparato radicale, riesce a colonizzare anche i ghiaioni più
instabili, il papavero pirenaico dal colore giallo intenso, la linaria
alpina, il rododendro nano, la potentilla persicina e sulle rocce
6
Fig. 6
L’aquila reale, ben diffusa nel parco, si pone
ai vertici della catena
alimentare. Questo
rapace si nutre in estate prevalentemente
di marmotte, mentre
in inverno prevalgono
ungulati rinvenuti
morti o occasionalmente la volpe.
Foto: Maurizio Bedin/
Walter Nicolussi
Fig. 7
Il Parlamento delle
marmotte, sull’Alpe di
Fanes Piccola, testimonia la particolarità
di paesaggi, ricchezza
geologica e geomorfologica che caratterizza l’intero territorio
del parco naturale.
Foto: Archivio Ufficio Parchi
naturali
7
il raponzolo di roccia, i cui fiori ricordano, come indica il nome
tedesco „Teufelskralle“ (artiglio del diavolo) la forma di un artiglio.
Tra gli animali più rappresentativi degli ambienti rocciosi si può
ricordare il picchio muraiolo, caratterizzato da becco lungo e
arcuato, volo sfarfallante, dall’abitudine di arrampicarsi sulle rocce
alla ricerca d’insetti e che grazie al colore delle ali nero, bianco e
rosso, sembra quasi un colibrí delle alte quote. Altrettanto legato
agli ambienti rocciosi è il camoscio. A parte la stagione degli
amori, all’inizio dell’inverno, i maschi vivono per lo più soli o in
piccoli gruppi. I branchi, che si possono osservare in estate sulle
pendici erbose, sono costituiti da femmine e piccoli.
Uomo e natura
Anche se il Parco Naturale Fanes-Senes-Braies presenta aspetti
di grande naturalità e grandiosità di paesaggi, vi sono numerosi
ambiti in cui è percepibile l’opera dell’uomo. Gli alpeggi o i prati
da sfalcio sono stati ampliati nel corso dei secoli a scapito del
bosco, per garantire sufficiente nutrimento al bestiame. Essi, se
gestiti come per fortuna è il caso della maggior parte delle aree
del parco in maniera non troppo intensiva, presentano una
notevole valenza paesaggistica e ricchezza specifica. Il fascino dei
prati è talora accresciuto dalla presenza dei tradizionali fienili in
legno. Tra i prati da sfalcio più belli del parco naturale un posto di
primo piano spetta sicuramente ai prati dell’Armentara, siti ai piedi
del Sasso della Croce, in Val Badia, ad una quota compresa tra i
1.700 e i 2.000 m e contraddistinti da una notevole varietà e
ricchezza floristica.
Altrettanto affascinanti sono gli alpeggi posti sugli altopiani
calcarei, dove, come da tradizione secolare, ancora oggi viene
portato nei mesi estivi il bestiame al pascolo. A Fanes, Senes,
Fodara Vedla e Fojedöra si trovano piccoli villaggi alpestri, costituiti da stalle in pietra calcarea e legname e in qualche caso dalle
vecchie abitazioni dei pastori. Questi complessi insediativi, anche
se hanno ormai in parte perso la loro originaria funzione, conservano ancora un certo fascino. Sono probabilmente questi, infatti,
i luoghi in cui, nelle lunghe notti estive trascorse davanti al
focolare, sono nate tra i pastori e si sono tramandate da padre in
figlio le antiche leggende ladine, che narrano di regni ormai
scomparsi e che tanto hanno caratterizzato la storia e la cultura di
queste vallate.
26.06.2009 12:46:51 Uhr
Parco naturale Fanes-Senes-Braies (4)
MARMOLADA
3343
Superficie: 25.680 ettari, istituito nel 1980
GRUPPO DEL CIVETTA
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Dobbiaco: 3.280 abitanti, superficie 12.633 ettari, di cui 2.880 ettari nel parco
Associazione turistica: tel. +39 0474 972132, www.dobbiaco.info
Braies: 632 abitanti, superficie 8.926 ettari, di cui 6.920 ettari nel parco
Associazione turistica: tel. +39 0474 748660, www.valledibraies.info
Valdaora: 2.831 abitanti, superficie 4.895 ettari, di cui 1.570 ettari nel parco
Associazione turistica: tel. +39 0474 496277, www.valdaora.info
Badia: 3.080 abitanti, superficie 8.294 ettari, di cui 1.980 ettari nel parco
Associazione turistica: tel. +39 0474 847037, www.altabadia.org
Marebbe: 2.706 abitanti, superficie 16.134 ettari, di cui 10.950 ettari nel parco
Associazione turistica: tel. +39 0474 501037, www.sanvigilio.com
La Valle: 1.231 abitanti, superficie 3.903 ettari, di cui 1.380 ettari nel parco
Associazione turistica: tel. +39 0471 843072, www.dolomitisuperski.com
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Centro visite Fanes-Senes-Braies
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I comuni del parco naturale
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Altissimi, quasi insormontabili muraglioni di roccia, svettanti
sopra fitti boschi, delimitano il territorio del Parco naturale FanesSenes-Braies, racchiuso tra la Val Badia a ovest, la Val di Braies a
nord, la Valle di Landro a est e la Val Travenanzes a sud. Dietro ai
monti che tracciano i confini naturali del parco si estende un
regno incantato: i vasti altipiani di Fanes, Senes, Fosses e Pratopiazza; non c’è da stupirsi se ad esso si ispira un intero ciclo di
leggende ladine, che narra di regni scomparsi e di paradisi pietrificati.
Le due diramazioni della Valle di Braies, San Cassiano in Badia
e soprattutto la Val di Rudo, dietro a San Vigilio di Marebbe,
conducono attraverso gole profonde in questo regno naturale.
I visitatori entrano nel mondo dei “Monti pallidi”, come vengono
chiamati le Dolomiti. Brulli altipiani carsici, scintillanti laghi alpini
incastonati in conche doliniche, pallidi torrioni modellati nelle
forme più disparate, giganteschi macigni e, in mezzo, inverosimilmente, il colorato mondo dei fiori.
A sud-ovest del parco, ai piedi del Sasso della Croce, di La
Varela, Les Conturines e Lagazuoi si trovano le località del comune
di Badia: Pedraces, San Leonardo, La Villa e San Cassiano. Da San
Leonardo parte una seggiovia che, passando sopra prati alpini e
boschi, arriva quasi fino ai piedi del Sasso della Croce. Ai piedi
di un’imponente serie di pareti si trova il modesto santuario di
Santa Croce – simbolo dell’impotenza dell’uomo di fronte alle
forze e ai pericoli della natura.
Il Lago di Braies, annidato in una romantica conca tra le rocce,
è considerato il più suggestivo lago delle Dolomiti. Come il Lago
di Dobbiaco ha origine da enormi frane.
Dal parcheggio di Ponticello nella Valle di Braies Vecchia una
strada (con autobus di linea) si dirama per Pratopiazza: un paradiso floreale racchiuso tra le pallide scogliere di Dolomia del Picco
di Vallandro e della Croda Rossa.
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I parchi naturali dell’Alto Adige
Il parco naturale in breve
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I parchi naturali sono particolarmente importanti per la conservazione della natura e del paesaggio, la formazione e la ricerca
nonché per l’esperienza di un contatto diretto con la natura. Il
concetto si basa su poche e chiare direttive:
1. I parchi naturali dell’Alto Adige proteggono e mantengono la
varietà del mondo alpino con i suoi habitat, piante e animali.
2. Tramite informazione, educazione ambientale e un’offerta
specifica di esperienze da vivere direttamente nella natura si
stimola nei visitatori una nuova comprensione per la natura e
un comportamento responsabile.
3. I parchi naturali comprendono l’alta montagna, malghe e
boschi; non fanno parte dell’area gli insediamenti permanenti.
4. Vengono mantenute la selvicoltura e l’agricoltura alpestre
esercitate secondo i principi della sostenibilità.
5. Non è consentita alcuna attività edilizia (ad eccezione delle
strutture per le attività agro-forestali), la costruzione di linee
aeree, miniere, cave di ghiaia nonché l’utilizzo delle acque per
scopi idroelettrici o industriali.
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T O F A N E
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DEL FORAME
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Parco naturale Sciliar-Catinaccio
Parco naturale Gruppo di Tessa
Parco naturale Puez-Odle
Parco naturale Fanes-Senes-Braies
Parco naturale Monte Corno
Parco naturale Dolomiti di Sesto
Parco naturale Vedrette di Ries-Aurina
Parco Nazionale dello Stelvio
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a San Vigilio di Marebbe
Orario di apertura: da inizio maggio
fino a fine ottobre e da fine dicembre fino
a fine marzo, da martedì a sabato dalle
ore 9.30 sino alle 12.30 e dalle ore 16.00
sino alle 19.00; in luglio e agosto aperto
anche la domenica. Ingresso libero!
Tel. +39 0474 506120
[email protected]
www.provincia.bz.it/parchi.naturali
Olanger Stausee
Legenda
Confine del Parco
Centro visite
Strada di accesso
Sentiero segnato
Acque
Sentiero difficile
Area di parcheggio
Via ferrata
Chiusura della strada
Impianti di risalita
Rifugio
Passo / forcella
Posto di Ristoro
Confine provinciale
Segnale di soccorso alpino
• Entro un minuto emettere 6 segnali
acustici o ottici (a intervalli regolari di
10 secondi)
• Pausa di 1 minuto
• Ripetizione del segnale (fino alla
risposta)
• Risposta: 3 segnali entro 1 minuto
Recapito telefonico per incidenti
in montagna
Centrale di emergenza sanitaria 118
Regolamento del parco
• Niente motori, per l’accesso utilizzare
possibilmente i mezzi di trasporto
pubblici.
• Rimanere sui sentieri.
• Evitare rumori.
• Non gettare via nulla, non prendere
nulla con se (funghi, piante, minerali).
• Tende? Campeggio? No, rispettare
le attrezzature del parco.
• Attenzione fuoco! Niente fuochi
all’aperto, niente grigliate. Sigarette?
• Non andare di fretta, ma vivere.
26.06.2009 12:47:00 Uhr
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