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serve un piano casa che tenga conto dello sviluppo dell

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serve un piano casa che tenga conto dello sviluppo dell
Pubblicazione mensile
Poste Italiane SpA
Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003
(conv. in L. 27.02.2004 n. 46)
art. 1 comma 1 DCB - Roma
Mensile di informazione dell’AGCI
Associazione Generale delle Cooperative Italiane
Maggio 2014
© Michele Spera
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www.agci.it
Capitale e Lavoro
nelle stesse mani
Giuseppe Mazzini
A.G.C.I.
ASSOCIAZIONE GENERALE
DELLE COOPERATIVE ITALIANE
L’AGCI, Associazione Generale delle Cooperative Italiane, nasce a Roma nell’ottobre 1952 ed
ottiene, ai sensi e per gli effetti del D.L.C.P.S. n.
1577 del 14/12/1947, ufficiale riconoscimento giuridico con Decreto del Ministro per il Lavoro e la Previdenza sociale del 14/12/1961, pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale del 22 febbraio 1962, n. 48.
L’AGCI è frutto dell’iniziativa di un gruppo di
sodalizi di ispirazione repubblicana, liberale e
socialdemocratica, che si distacca dalla Lega Nazionale delle Cooperative e Mutue, per dar vita, così
come era precedentemente avvenuto per i cooperatori cattolici, ad una nuova Centrale cooperativa.
A riprova degli ideali che sono alla base delle
sue origini, l’AGCI può vantare, quale suo primo
Presidente, una delle espressioni più alte dei valori
laici e libertari: Meuccio Ruini.
L’AGCI è, quindi, per storia, ma anche per consistenza, una delle tre maggiori Associazioni Nazionali di rappresentanza, assistenza, tutela e revisione del Movimento cooperativo: si tratta di un’Organizzazione senza fini di lucro, libera ed indipendente che, fedele agli ideali mazziniani ed in armonia con i valori fondanti individuati dall’International Co-operative Alliance (ICA), promuove la diffusione, il consolidamento, l’integrazione e lo sviluppo del Movimento stesso, nel rispetto dei princìpi
di democrazia e di mutualità, nonché nell’interesse
generale dell’economia del Paese.
★★★
LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA
L’AGCI ha la propria sede centrale in Roma ed
una organizzazione articolata, sull’intero territorio
nazionale, in 19 rappresentanze regionali, 8 provinciali, 5 interprovinciali ed in 35 delegazioni territoriali.
Vi sono, inoltre, 8 Associazioni settoriali di
categoria, di cui fanno parte tutti gli enti che, indipendentemente dall’area geografica di appartenenza, esercitano la medesima attività economica
o attività connesse ed affini:
AGCI Abitazione è l’organismo di settore al
quale aderiscono tutte le cooperative di abitazione
e/o loro Consorzi iscritti all’Associazione.
AGCI Agr.It.Al. opera su tutto il territorio
nazionale attraverso due Dipartimenti - specializzati nel comparto della pesca e dell’agricoltura – e
riunisce anche le cooperative aderenti attive nel
settore del consumo.
AGCI Credito e Finanza raggruppa Banca AGCI
S.p.A., le Banche di Credito Cooperativo, le Banche
Popolari, General Fond SpA, le cooperative ed i
Consorzi Garanzia fidi, G.F.C. – Gruppo Finanza
Cooperativa, Cifap ed altre imprese che esercitano
attività finanziaria, come le Società di Mutuo Soccorso.
AGCI Culturalia è l’organizzazione di rappresentanza delle cooperative aderenti all’Associazione operanti nei settori della cultura e dello spettacolo, del turismo e dei beni culturali ed ambientali, dello sport e del tempo libero.
AGCI Editoria è l’associazione nazionale delle
cooperative editoriali, giornalistiche e della comunicazione.
AGCI Produzione e Lavoro è l’organismo di settore che riunisce le cooperative dei settori manifatturiero, costruzioni (edilizia abitativa, industriale e stradale), impiantistica, opifici metalmeccanici e tutto
quanto sia riconducibile alla produzione di beni.
AGCI Servizi di Lavoro è l’associazione di settore cui fanno capo le cooperative di movimentazione merci, logistica e facchinaggio; autotrasporto di cose e persone, taxi ed autonoleggio; globalservice, manutenzione, pulizia, igiene e sanificazione; servizi socio-sanitari; servizi di consulenza e
progettazione per imprese; vigilanza e portierato;
turismo e ristorazione.
AGCI Solidarietà è l’associazione di settore
che si occupa della promozione, della rappresentanza e dell’assistenza nei confronti delle cooperative sociali aderenti.
Nel 2010, l’AGCI ha ottenuto l’iscrizione alla
prima classe dell’Albo nazionale degli enti di Servizio civile, con la conseguente abilitazione a presentare, in corrispondenza della pubblicazione degli
appositi bandi da parte dell’UNSC, progetti da realizzare presso le proprie sedi di attuazione accreditate, distribuite sull’intero territorio del Paese.
L’Associazione aderisce inoltre ad importanti
Organismi europei ed internazionali di rappresentanza della Cooperazione (Cecop, Cogeca, Cecodhas, Cicopa, Cooperatives Europe, ICA), nei quali
contribuisce, con propri esponenti, alla tutela ed
alla promozione delle società cooperative nei
diversi ambiti territoriali e settoriali, attraverso
programmi e progetti di sviluppo, iniziative di studio e di approfondimento, di assistenza e consultazione, di concorso all’elaborazione degli indirizzi
legislativi, economici e sociali che interessano il
Movimento cooperativo. In particolare, nel Board
dell’International Co-operative Alliance, è stato
eletto un dirigente AGCI, che vi rappresenta la
Cooperazione italiana.
Attualmente sono associate ad AGCI oltre
8.000 cooperative, con circa 470.000 soci, 105.000
occupati ed un fatturato pari a più di 8 miliardi di
euro.
★★★
COMPITI E FINALITÀ
Nell’ambito delle sue finalità generali e dei
suoi compiti istituzionali, l’Associazione – svincolata da condizionamenti partitici ed animata dall’intento di valorizzare il lavoro e l’impegno civile dei
cooperatori – si occupa, per conto delle cooperative aderenti, della gestione di attività di informazione, di consulenza sulle problematiche fiscali,
legislative e del lavoro, di tutela e di scambio, di
collegamento strategico tra le imprese, di servizio,
di coordinamento politico/organizzativo, di diffusione della coscienza e della conoscenza cooperativa, di formazione tecnica e professionale dei cooperatori: tutto ciò, anche attraverso la costruzione
di proficui rapporti con gli omologhi settori delle
altre Organizzazioni, con le rappresentanze sindacali, con le Istituzioni e con le strutture amministrative pubbliche.
L’AGCI è firmataria di 14 CCNL, di 1 Accordo
per la gestione dei servizi ai beni culturali e di 1
Protocollo sul facchinaggio.
L’Associazione segue costantemente gli sviluppi delle normative italiane, europee ed internazionali di interesse per le imprese in generale e per le
società cooperative in particolare; svolge un’azione
di informazione e di aggiornamento nei confronti
dei soci, prevalentemente tramite gli strumenti
della rassegna stampa quotidiana e delle circolari
elaborate dall’Ufficio studi/legislativo e relazioni
industriali; fornisce consulenze sulle problematiche
afferenti alla vita societaria degli iscritti; assume
funzioni di interlocuzione e stimolo nei confronti
delle competenti Autorità, specie con riferimento
alla Direzione generale per le Piccole e Medie
Imprese e gli Enti cooperativi presso il Ministero
dello Sviluppo Economico.
L’AGCI è inoltre competente ad espletare la
vigilanza sulle cooperative aderenti, finalizzata a
verificare, in particolare, attraverso la revisione,
annuale o biennale, il possesso dei requisiti mutualistici.
L’Associazione assiste altresì le proprie associate anche negli ambiti delle relazioni industriali,
della promozione di nuove cooperative, della tutela della privacy, della sicurezza sul lavoro e della
formazione.
L’AGCI è cofondatore e gestore di strumenti di
bilateralità attraverso i quali, nel rispetto delle
norme contrattuali stipulate con i rinnovi dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro, eroga servizi
alle imprese aderenti ad essa ed ai richiamati enti
bilaterali.
Infine, l’Associazione fornisce alle imprese
iscritte servizi nell’ambito del credito, della formazione e della progettazione.
Nel 2011, l’AGCI ha dato vita, insieme a Confcooperative e Legacoop, all’Alleanza delle Cooperative Italiane, coordinamento stabile tra le tre
maggiori Organizzazioni cooperative del Paese.
★★★
STRUTTURE COLLEGATE
L’AGCI Nazionale dispone di specifiche strutture collegate, costituite al fine di fornire alle imprese associate un supporto qualificato e professionalmente valido negli ambiti di particolare rilevanza
per lo sviluppo di una sana ed efficiente imprenditorialità cooperativa. Tra queste ricordiamo:
BANCA AGCI S.p.A.
Autorizzata all’esercizio dell’attività creditizia
con provvedimento dell’Autorità di vigilanza del
28 marzo 2007, Banca AGCI SpA è un Istituto di credito che opera prevalentemente con le piccole e
medie imprese, quale strumento per il supporto, il
consolidamento e lo sviluppo delle cooperative
aderenti all’Associazione, nonché dei soci e dipendenti delle stesse.
CONSEF
Costituito nel 2009, il Consorzio Nazionale
Servizi Finanziari si propone di mettere in rete e far
funzionare in modo sinergico le strutture, operanti nel settore del credito, di cui AGCI dispone, al
fine di: offrire servizi finanziari efficienti, efficaci e
di qualità alle cooperative aderenti all’Associazione; indirizzare le stesse verso la capitalizzazione e
la costruzione di idonei strumenti di finanza di
sistema; consentire il superamento delle difficoltà
di accesso al mercato del credito, l’accelerazione
dei processi di concentrazione ed integrazione, il
rafforzamento delle capacità imprenditoriali e
manageriali.
GENERAL FOND S.p.A.
Costituita nel 1993, la società gestisce, senza
scopo di lucro, il Fondo mutualistico per la promozione e lo sviluppo della cooperazione, alimentato
dal 3% degli utili annuali di tutte le cooperative
aderenti all’Associazione e dai patrimoni residui di
quelle poste in liquidazione.
La Società opera nella promozione e nel finanziamento di nuove imprese ed iniziative di sviluppo della cooperazione, con preferenza per i programmi diretti all’innovazione tecnologica, all’incremento dell’occupazione ed allo sviluppo del
Mezzogiorno.
GFC – GRUPPO FINANZA COOPERATIVA
Costituito nel 2012 per l’erogazione del credito alle cooperative dell’AGCI, GFC opera a livello
nazionale e svolge attività finanziaria sia nei confronti della cooperazione, sia delle Piccole e Medie
Imprese (PMI).
CONSORZIO NAZIONALE
MEUCCIO RUINI
Costituito in forma di società cooperativa consortile nel 2009, quale Ente di emanazione dell’AGCI, doverosamente intitolato al primo Presidente
dell’Associazione, vero e proprio Padre della Patria,
il Consorzio Nazionale Meuccio Ruini per la formazione, i servizi al lavoro e l’innovazione tecnologica si propone, in via prioritaria, di: partecipare,
direttamente o attraverso le imprese associate, alle
opportunità di finanziamento, in tema di formazione, provenienti da risorse pubbliche regionali,
nazionali, comunitarie ed internazionali; promuovere forme innovative di progettazione della formazione e dei servizi al lavoro; favorire la crescita
qualitativa, professionale e delle competenze, per
l’adeguamento strutturale e la modernizzazione
del tessuto di imprese associate aderenti all’AGCI.
★★★
Via Angelo Bargoni, 78 - 00153 Roma
Tel. 06/58327.1 Fax 06/58327.210
[email protected] - www.agci.it
Mensile di informazione dell’AGCI
Associazione Generale delle Cooperative Italiane
Maggio 2014
Libera Cooperazione
Anno XVI - Nuova serie N. 124
Maggio 2014
Editoriale
❖ Buoni segnali dal DEF, ma vigiliamo affinché la
politica degli annunci non venga disattesa dai fatti
di Rosario Altieri
Registrazione n. 227/1997
del 24.04.1997
Pubblicazione mensile
Poste Italiane SpA
Spedizione in abbonamento postale
D.L. 353/2003
(conv. in L. 27.02.2004 n. 46)
Art. 1 comma 1 DCB - Roma
Contiene I:P:
Attualità
Editore
Associazione Generale
Cooperative Italiane
Via Angelo Bargoni 78
00153 Roma
Direttore
Rosario Altieri
Direttore responsabile
Raffaella De Rosa
Concept grafico
Michele Spera
Collaboratori
Raffaella De Rosa, Filippo Turi
Hanno collaborato
a questo numero
Raffaella De Rosa,
Antonella Greco, Agostino La Rana,
Giulia Novelli, Silvia Rimondi,
Consuelo Vecchio
Segreteria di redazione
Stefano Pasqualini
Tel. 06.58327214
Stampa
I.F. Chitarrini Sas
Centro Stampa - Roma
Redazione e Amministrazione
Via Angelo Bargoni 78
00153 Roma
Tel. 06.58328347 - Fax 06.58328350
[email protected]
www.agci.it
Finito di stampare
Maggio 2014
In copertina:
Serve un Piano casa
che tenga conto dello sviluppo
dell’edilizia abitativa
in un Paese che presenta
forte disagio
per i ceti meno fortunati
❖ Dalla liquidazione alla ristrutturazione aziendale
di Silvia Rimondi
❖ Le nuove direttive UE
su appalti pubblici e concessioni
❖ Al più presto una riforma del sistema fiscale
di Rosario Altieri
❖ "Teatro Mediterraneo": un progetto
interculturale, modello di buona integrazione
dei migranti
di Raffaella De Rosa
Associazione
❖ Congresso AGCI Lombardia. La centralità delle
cooperative associate e dei loro cooperatori e soci
❖ Congresso AGCI Puglia. La Cooperazione
modello attuale di crescita e sviluppo
Solidarietà
❖ Le proposte della cooperazione sociale
nella modifica della legge 155/2006
di Antonella Greco
Pari Opportunità
❖ Protagoniste per cambiare
di Raffaella De Rosa
Alleanza
❖ Umbria. Fare Rete e creare occupazione
di Antonella Greco
Dalle Regioni
❖ Il progetto "Penisola in credito" per l'accesso al
credito nella penisola sorrentina
di Agostino La Rana
❖ AGCI Veneto. Trasparenza e legalità in sanità
Formazione
❖ Il Progetto di internazionalizzazio Inter.Com
del Consorzio Meuccio Ruini
di Consuelo Vecchio
❖ Il progetto europeo Bricks e l'Avviso 23 di
Fon.Coop su nuovi piani standard
BUONI SEGNALI DAL DEF
MA VIGILIAMO AFFINCHÉ
LA POLITICA DEGLI ANNUNCI
NON VENGA DISATTESA
DAI FATTI
Rosario Altieri
Editoriale
S
SERVE
UNO SNELLIMENTO
SERIO DELLE
PROCEDURE ALLE
QUALI LE IMPRESE
SONO ASSOGGETTATE;
SERVE
UNA GIUSTIZIA GIUSTA,
CELERE
ED ACCESSIBILE
A COSTI RAGIONEVOLI
E CON MODALITÀ
SEMPLIFICATE;
SERVE
UN PIANO CASA CHE
TENGA CONTO DELLA
LIMITAZIONE
CHE LO SVILUPPO
DELL’EDILIZIA
ABITATIVA PUÒ AVERE
IN UN PAESE IN CUI
È ALTISSIMA
e dovessimo esprimere un giudizio sul Documento di Economia e
Finanza (DEF), recentemente presentato dal Governo, dovremmo
dire che esso viene incontro alle aspettative dei cittadini, delle famiglie e delle imprese, che da tempo attendono una politica economica in grado di affrontare le questioni vere di un sistema ormai al collasso in ragione delle troppe titubanze e delle altrettanto numerose
occasioni perse per garantire alle realtà produttive italiane una capacità di competere sui mercati al pari dei nostri partner occidentali e
per favorire una più equa distribuzione della ricchezza.
Molte sono, infatti le misure che si annunciano nel citato DEF e tutte sembrano indirizzarsi nella giusta direzione; resta da capire se, anche in questa circostanza, ci si trovi di fronte ad una politica di annunci che vengono, successivamente, disattesi dai fatti.
Con l’augurio di verificare un puntuale rispetto degli impegni assunti in
Consiglio dei Ministri, reputo opportuna qualche riflessione su alcuni punti dei
provvedimenti predisposti al fine di evidenziare ciò che, comunque, andrebbe
corretto.
Parto dal capitolo riguardante l’impresa e la competitività per porre l’accento sulla necessità di adeguare le risorse previste che, mentre risultano sufficientemente congrue per quel che concerne il rifinanziamento del Fondo Centrale
di Garanzia, appaiono inadeguate per la parte riferita all’ACE, la cui istituzione è stata, tra l’altro, condivisa dall’intera rappresentanza del mondo imprenditoriale.
Sui pagamenti dei debiti della Pubblica Amministrazione ho già scritto in
diverse circostanze ed anche molto di recente: si tratta di riparare ad una situazione di insopportabile gravità. Che Stato è quello che disattende l’impegno a
pagare la fornitura di beni e servizi alle imprese condannandole, così come è
avvenuto in molti casi, al fallimento? Quale autorevolezza può avere una P.A.
che viene meno ai suoi impegni? E come le Istituzioni centrali, territoriali, settoriali potranno mai sanzionare analoghi comportamenti dei privati senza provocare reazioni poco lusinghiere nei loro confronti?
In più, vi è da considerare che i tempi in un primo momento immaginati si
stanno allungando oltre ogni ragionevole misura e che la circostanza di assicurare il pagamento di detti debiti non attraverso nuove risorse ma ricorrendo alla
dotazione della Cassa Depositi e Prestiti introduce un ulteriore inquietante
pericolo, rappresentato dall’utilizzo dei risparmi privati per far fronte ad una
insolvibilità dell’apparato pubblico.
Rimane, infine, da capire come il Governo intenda garantire, nei termini
contrattuali, il corrispettivo di tutte le forniture che da oggi in avanti continuerà a richiedere alle imprese, senza generare ulteriori accumuli di debiti.
Per quanto riguarda il Mezzogiorno ed i Fondi Strutturali che in queste
aeree del Paese sono maggiormente consistenti, si tratta di cambiare radical-
AGCI / Maggio 2014 / 4
SERVE
UNA POLITICA
AGRICOLA ED
AGROALIMENTARE CHE
ESALTI LA VARIETÀ E LA
QUALITÀ
DELLE PRODUZIONI
NAZIONALI;
SERVE
UNA POLITICA PER LA
PESCA
CHE GARANTISCA
CONTROLLI EFFICIENTI E
RIGOROSI MA
LI PRETENDA ANCHE
PER QUEI PRODOTTI
PROVENIENTI
DA ALTRI PAESI;
SERVE
UN VERO, CONCRETO
ED EFFICACE PIANO
DI SVILUPPO DEL
TURISMO CHE,
DA SOLO, PUÒ
RAPPRESENTARE UN
VOLANO DI CRESCITA IN
GRADO DI RISOLLEVARE
L’ECONOMIA
NAZIONALE;
SERVE
UN PIANO PER LO
SFRUTTAMENTO DELLE
NUMEROSE ECCELLENZE
CULTURALI;
SERVE
UNA
RIORGANIZZAZIONE
PROFONDA
E STRUTTURALE
DEI SERVIZI PUBBLICI
LOCALI, CHE LI
SOTTRAGGA A SOCIETÀ
MISTE E CHE VEDANO
COINVOLTI GLI ENTI
LOCALI, IL PIÙ DELLE
VOLTE RESPONSABILI DI
DILATAZIONI DELLA
SPESA E DI
INEFFICIENZA
mente l’approccio. Per la prima questione, occorre partire da una politica di
infrastrutture, materiali ed immateriali, che si ponga l’obiettivo di un riequilibrio su scala nazionale delle dotazioni, al fine di determinare le condizioni di
uno sviluppo del Sud tale da avvicinarlo alle aree maggiormente avanzate. Per
quanto, viceversa, concerne l’utilizzo dei Fondi Strutturali, devono essere posti
due obiettivi irrinunciabili: una recuperata capacità di spesa delle risorse messe
a disposizione delle Regioni, evitando la vergognosa e puntuale restituzione di
quanto non impiegato, che viene ogni volta consegnato direttamente ai nostri
diretti concorrenti europei; una qualità della spesa che, finanziando progetti di
sviluppo, avvii l’economia dei territori meridionali in particolare verso una
crescita da troppo tempo assente e per altrettanto tempo vanamente attesa.
Di fronte alla incapacità di molte Regioni di approntare programmi seri e
realizzabili o di fronte ad altri tipi di responsabilità anche più gravi, il Governo centrale deve allestire una Cabina di regia che stimoli, affianchi e, se
necessario, intervenga in regime di sussidiarietà per sostituirsi agli Enti inadempienti.
Altrettante attenzione e decisione devono essere rivolte all’internazionalizzazione, tenuto soprattutto conto dell’attrazione riscossa nel mondo dal Made
in Italy. In molti settori, i prodotti italiani sono ricercati e godono di un mercato molto più ampio della capacità di esportazione che il sistema dimostra di
avere.
Ciò è dovuto, anche, alla caratteristica particolare del tessuto produttivo del
nostro Paese, formato per la stragrande maggioranza da imprese piccole e
medie, talora non in grado, proprio per problemi dimensionali, di occupare
fette di mercato altrimenti abbordabili.
Occorrono pertanto politiche di sviluppo che risultino fruibili dai tanti piccoli e medi imprenditori, anche cooperativi, insieme a misure che incentivino
forme di aggregazione – come le reti di impresa e, per quanto concerne la Cooperazione, anche i gruppi cooperativi paritetici – che permettano di acquisire,
per massa critica e per abbattimento dei costi, una più agevole competitività.
Venendo al capitolo del lavoro, è necessario mostrare un maggiore coraggio
per spezzare i legacci che da troppo tempo impediscono al nostro Paese di
poter contare su un rapporto imprese-sindacati meno rigido e penalizzante di
quello con il quale siamo costretti a fare i conti.
Le misure proposte, in un primo momento, dal Governo Renzi ed annunciate dal Ministro del Lavoro Giuliano Poletti, ci hanno fatto sperare che questa
volta si volesse fare sul serio e che le scelte non sarebbero state subordinate
esclusivamente all’approvazione di una delle parti in campo.
Sembrava ci si volesse avviare verso una stagione nella quale alcune forme
di flessibilità, in entrata ed in uscita, non dovessero più essere considerate un
tabù e si potesse immaginare una dinamica contrattuale che, pur salvaguardando i diritti dei lavoratori, non comportasse per le imprese legami rigidi, tali da
impedire la necessaria modulazione rapportata alle condizioni di mercato.
Ci eravamo illusi! Le misure che hanno visto la luce dopo una anomala
fase di consultazione hanno smentito tutte le premesse originarie; sono state
reintrodotti elementi di rigidità preesistenti anche per quegli istituti che, per la
loro natura formativa, richiedono maggiori flessibilità, in particolare l’apprendistato.
Un ulteriore motivo che induce a qualche perplessità è da ricercarsi nella
marginalità che il DEF riserva alla ricerca di forme di autoimpiego e di autoimprenditorialità, le quali, viceversa, dovrebbero rappresentare la vera scommessa per perseguire l’obiettivo di uno sviluppo che coinvolga il territorio e si apra
a tutte le opportunità che la Cooperazione di comunità può cogliere per esaltare le potenzialità dei diversi territori, per garantire, a condizioni sostenibili, servizi efficienti per la collettività e per recuperare economie di nicchia che presentano potenzialità insospettabili.
Tutto questo ed altro ancora serve; tuttavia, per esigenze di spazio, mi limito ad una elencazione di interventi che non possono né devono essere considerati meno importanti per determinare le condizioni di crescita del Paese.
Serve, infatti, uno snellimento serio delle procedure alle quali le imprese
AGCI / Maggio 2014 / 5
Editoriale
LA PERCENTUALE DI
POSSESSORI
DI PRIME CASE,
MA CHE PRESENTA
CRESCENTI FASCE
DI BISOGNO E DI
DISAGIO ABITATIVO PER
I CETI MENO
FORTUNATI
DELLA SOCIETÀ;
OPERATIVA, PER
SOSTITUIRLE CON
FORME DI GESTIONE
CHE UTILIZZINO ED
ESALTINO LE GIÀ CITATE
ESPERIENZE
DI COOPERAZIONE
DI COMUNITÀ;
Editoriale
SERVE
UNA POLITICA
SANITARIA
CHE RECUPERI
OMOGENEITÀ
NELLA QUALITÀ DEL
SERVIZIO ASSICURATO
SUL TERRITORIO
NAZIONALE ED
UNIFORMI I COSTI;
SERVE
UNA RIFORMA FISCALE
CHE SIA VERAMENTE
EQUA, SOSTENIBILE,
CAPACE DI COLPIRE
LE ANCORA NUMEROSE
E CONSISTENTI AREE DI
EVASIONE E NON SI
ACCANISCA SEMPRE SUI
SOGGETTI PIÙ DEBOLI;
SERVE
INTERVENIRE SU
ALCUNE TIPOLOGIE DI
RENDITE FINANZIARIE
E SUI PATRIMONI,
SALVAGUARDANDO
QUELLI RIVENIENTI
DA ATTIVITÀ DI
LAVORO E COLPENDO
INVECE QUELLI FRUTTO
DI ATTIVITÀ
SPECULATIVE
sono assoggettate; serve una giustizia giusta, celere ed accessibile a costi ragionevoli e con modalità semplificate; serve un Piano casa che tenga conto della
limitazione che lo sviluppo dell’edilizia abitativa può avere in un Paese in cui
è altissima la percentuale di possessori di prime case, ma che presenta, quasi a
sancire una delle tante nostre contraddizioni, crescenti fasce di bisogno e di
disagio abitativo per i ceti meno fortunati della società, ai quali deve essere
assicurata una opportunità che non li emargini e non li confini entro ambiti di
assoluta precarietà; una politica agricola ed agroalimentare in genere, che esalti la varietà e la qualità delle produzioni nazionali; una politica per la pesca che
garantisca controlli efficienti e rigorosi ma li pretenda anche per quei prodotti
provenienti da altri Paesi, siano essi comunitari o extracomunitari; un vero,
concreto ed efficace piano di sviluppo del turismo che, da solo, può rappresentare un volano di crescita in grado di risollevare l’economia nazionale; analogo risultato è lecito attendersi dallo sfruttamento delle numerose eccellenze
culturali; è, in più, necessaria una riorganizzazione profonda e strutturale dei
servizi pubblici locali, che li sottragga a società miste o in qualsiasi altra forma
costituite e che vedano coinvolti gli enti locali, il più delle volte responsabili di
dilatazioni della spesa e di inefficienza operativa, per sostituirle con forme di
gestione che utilizzino ed esaltino le già citate esperienze di cooperazione di
comunità; una politica sanitaria che recuperi omogeneità nella qualità del servizio assicurato sull’intero territorio nazionale ed uniformi i costi attraverso il
superamento della cultura dei costi storici e l’affermazione del criterio dei costi
standard; una riforma fiscale che sia veramente equa, sostenibile, capace di
colpire le ancora numerose e consistenti aree di evasione e non si accanisca
sempre sui soggetti più deboli (a tale proposito sarà necessario intervenire su
alcune tipologie di rendite finanziarie e sui patrimoni, salvaguardando quelli
rivenienti da attività di lavoro e colpendo invece quelli frutto di attività speculative).
Infine, ma non meno importante, appare la necessità di mettere mano, finalmente, ad una revisione della spesa pubblica che la faccia finita con i tagli
lineari, che per troppo tempo sono stati praticati, per pervenire ad una sua selezione tesa alla eliminazione delle tante sacche di spreco ancora oggi presenti
in molte articolazioni della macchina pubblica.
Ci aspettiamo che, pur con la inevitabile gradualità, si predispongano programmi di intervento coerenti con gli obiettivi sbandierati e che, con la stessa
coerenza, si prosegua a prescindere dagli interessi che si rappresentano e dalla
impopolarità che molte delle misure necessarie potranno produrre.
I Governi devono avere quale unica stella polare gli interessi della collettività che rappresentano e non il livello di gradimento immediato che le loro
scelte hanno sui propri potenziali elettori.
AGCI / Maggio 2014 / 6
DALLA LIQUIDAZIONE ALLA
RISTRUTTURAZIONE AZIENDALE
IL NUOVO APPROCCIO EUROPEO
AL FALLIMENTO E ALL’INSOLVENZA
DELLE IMPRESE
U
n nuovo quadro regolamentare destinato a ridefinire le procedure da attivare
nei casi di insolvenza delle imprese:
questo è il percorso
tracciato dalla Commissione Europea
nella
Raccomandazione
n.
2014/135/UE, che fa seguito alla
consultazione pubblica svoltasi lo
scorso anno ed alla proposta di
revisione delle disposizioni in
materia recentemente approvata
dal Parlamento Europeo.
In particolare, il menzionato
provvedimento persegue il duplice
obiettivo di incoraggiare gli Stati
membri ad istituire un impianto
giuridico che agevoli l’efficace e
precoce ristrutturazione delle
aziende sane in temporanea difficoltà finanziaria e di concedere
una seconda opportunità agli
imprenditori onesti, favorendo
l’avvio, da parte degli stessi, di
un’altra attività dopo un fallimento non fraudolento attraverso una
riduzione dei tempi di “riabilitazione” che, in molti ordinamenti,
si traducono di fatto in una sorta di
condanna a vita.
Gli Stati membri sono quindi
invitati ad adottare, a livello
nazionale, entro il 14 marzo 2015,
misure volte ad adeguarsi a questo
nuovo approccio, secondo il quale
è opportuno spostare l’attenzione
dalla liquidazione delle imprese
alla loro ristrutturazione e dunque
alla sopravvivenza sul mercato.
Ciò consentirà di preservare le
realtà produttive che, al di là di
IL MECCANISMO
IMMAGINATO DALLA
RACCOMANDAZIONE
N. 2014/135/UE È MIRATO
A DIFFONDERE UNA
CULTURA DEL
SALVATAGGIO E DEL
RECUPERO DEI SOGGETTI
IN DIFFICOLTÀ, A CREARE
UN AMBIENTE PIÙ
FAVOREVOLE
ALL’ATTIVITÀ DI IMPRESA
SOPRATTUTTO
NELL’ATTUALE CONTESTO
CARATTERIZZATO DAL
PERDURARE DELLA CRISI,
NONCHÉ A NON
ABBANDONARE A SE
STESSI GLI IMPRENDITORI
DOTATI DI SPIRITO
D’INIZIATIVA,
DI COMPROVATE
CAPACITÀ E PORTATORI
DI PROGETTI INNOVATIVI
soffocanti inciampi passeggeri,
risultano essere fondamentalmente solide e strutturate, con basi
economiche
sufficientemente
robuste, capaci di innovare e di
garantire posti di lavoro, ma permetterà nel contempo anche di
tutelare maggiormente i creditori,
con la prospettiva di poter recuperare, ancorché in tempi probabilmente non brevissimi, almeno
parte delle proprie spettanze.
A tale proposito, tra le proposte
contenute nel richiamato testo,
particolarmente interessante è la
possibilità di risanamento del-
AGCI / Maggio 2014 / 7
l’azienda senza ricorrere all’apertura di procedure giudiziarie, con
la previsione di un periodo-finestra di quattro mesi al massimo,
rinnovabile fino ad un anno, prima
che i creditori stessi possano adire
le vie legali.
Il meccanismo immaginato
dalla Commissione è quindi mirato a diffondere una cultura del salvataggio e del recupero dei soggetti in difficoltà, a creare un
ambiente più favorevole all’attività di impresa soprattutto nell’attuale contesto caratterizzato dal
perdurare della crisi, nonché a non
abbandonare a se stessi gli
imprenditori dotati di spirito d’iniziativa, di comprovate capacità e
portatori di progetti innovativi.
Alla luce delle nuove indicazioni provenienti dall’Europa, il
fallimento dovrebbe configurarsi
pertanto come una ipotesi estrema, alla quale ricorrere soltanto
nei casi in cui il salvataggio sia
effettivamente impossibile, tentando invece tutte le vie percorribili per recuperare le situazioni di
impasse legate ad impedimenti del
momento ma caratterizzate da
operatività, idee propositive ed
energie affioranti.
Giova precisare che la citata
Raccomandazione si colloca in un
contesto nel quale ogni anno le
imprese insolventi, nell’intera UE,
sono quantificabili in 200.000
unità (ovvero circa 600 al giorno)
– il doppio del 2008 – ed i posti di
lavoro persi in ragione dei fallimenti si attestano a quota 1,7
milioni.
Si tratta di dati senza dubbio
Attualità
Silvia Rimondi
Attualità
allarmanti, che ci permettono di
comprendere forse meglio le motivazioni dell’intervento dell’Unione Europea e, insieme, la necessità di introdurre regole più flessibili per pervenire ad un quadro normativo efficace ed efficiente di
salvaguardia delle esperienze valide e meritevoli di supporto.
Partendo dalla constatazione
delle innumerevoli e significative
differenze esistenti tra i diritti fallimentari dei singoli Stati membri,
spesso all’origine di incertezze
giuridiche e di un “clima” ostile
nei confronti delle imprese, la
Commissione tenta così di gettare
le basi per una graduale armonizzazione delle discipline nazionali
sull’insolvenza, stabilendo alcuni
principi comuni in materia, ovvero chiamando i diversi Paesi a:
❖ Agevolare la ristrutturazione
delle aziende in difficoltà finanziaria in uno stadio iniziale, prima
dell’inizio della procedura formale di insolvenza, senza incorrere in
iter lunghi e costosi che terminano
con la liquidazione;
❖ Consentire ai debitori di
ristrutturare la propria impresa
senza dover ricorrere al giudice;
❖ Dare la possibilità alle
imprese in difficoltà di richiedere
una sospensione temporanea delle
procedure di insolvenza e delle
singole azioni di esecuzione;
❖ Facilitare il processo di adozione di un piano di ristrutturazione;
❖ Limitare gli effetti negativi
di una bancarotta sulle future possibilità di un imprenditore di
riprovare con l’avvio di una nuova
attività, in particolare tramite la
cancellazione del debito entro tre
anni.
Per concludere, dal nuovo
approccio sopra descritto, laddove
gli Stati membri intendano accoglierlo ponendo l’accento sulle
modalità di risanamento delle
imprese sane anziché sulla fase di
uscita dal mercato, ci si attende
l’innesco di un processo che permetta di invertire la tendenza in
atto e di pervenire in tempi brevi
ad una maggiore stabilità del tessuto imprenditoriale europeo, con
un impatto positivo in termini sia
di produttività che di occupazione
ed innovazione.
LE NUOVE DIRETTIVE UE
SU APPALTI PUBBLICI
E CONCESSIONI
L
e nuove direttive UE sugli appalti pubblici nei settori
ordinari e speciali e nel settore delle concessioni sono
state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione
Europea del 28 marzo 2014 L 94 e sono entrate in vigore dal 17 aprile scorso. Si tratta di un pacchetto di
norme che punta a modernizzare gli appalti pubblici in
Europa.
In due casi, le nuove norme sostituiscono disposizioni
vigenti: la direttiva 2014/24/UE sugli appalti pubblici che abroga la
direttiva 2004/18/CE e la direttiva 2014/25/UE sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali che abroga la direttiva 2004/17/CE. Innovativa, invece, è la direttiva 2014/23/UE sull’aggiudicazione dei
contratti di concessione.
L’iniziativa, una delle 12 azioni prioritarie per migliorare il funzionamento del mercato unico, è un importante passo in avanti nella
riforma degli appalti pubblici nell’UE, che dovrebbe portare benefici in molti settori relativi alla fornitura di beni, opere e servizi.
Queste nuove direttive garantiranno una qualità e un rapporto qualità – prezzo migliori. Le nuove direttive modificano le norme attuali
sugli appalti pubblici comunitari e per la prima volta, sono stabilite
norme comuni UE in materia di contratti di concessione.
La procedura di gara per le imprese sarà più semplice, grazie a un
“documento unico europeo di gara” standard, basato sull’autocertificazione. Solo il vincitore dovrà fornire la documentazione originale.
La Commissione stima che l’onere amministrativo per le imprese
sarà ridotto di oltre l’80%. Per facilitare l’accesso delle piccole e
medie imprese agli appalti pubblici, le nuove norme incoraggiano
anche la suddivisione dei contratti in lotti.
Per combattere il dumping sociale e garantire che i diritti dei lavoratori siano rispettati, le nuove leggi comprenderanno norme per il
subappalto e disposizioni più severe sulle “offerte anormalmente
basse”. I contraenti che non rispettano la normativa UE sul lavoro
possono essere esclusi dalla presentazione di offerte.
Infine l’accordo sulle nuove norme UE per le concessioni ricorda che
gli Stati membri restano liberi di decidere come desiderino siano eseguiti i lavori pubblici o erogati i servizi. - in-house o esternalizzandoli a società private, la nuova direttiva “non impone la privatizzazione delle imprese pubbliche che forniscono servizi al pubblico.
Inoltre, i deputati hanno riconosciuto la particolare natura dell’acqua
come un bene pubblico, accettandone l’esclusione dal campo di
applicazione delle nuove regole.
AGCI / Maggio 2014 / 8
Antonella Greco
’’I
mpresa sociale: presente e futuro. Le
proposte della Cooperazione Sociale nel
percorso di modifica
della legge 155/
2006”. Questo il tema del seminario che
si è svolto lo scorso 10 aprile a
Roma e promosso dalle tre organizzazioni di ACI Sociale AGCI
Solidarietà, Federsolidarietà e
Legacoopsociali. Gli esponenti
della cooperazione sociale hanno
presentato all’On. Luigi Bobba,
sottosegretario al Lavoro, Politiche Sociali e Terzo Settore e al
sen. Stefano Lepri presentatore
DdL di modifica della legge sull’impresa sociale, le proposte
della cooperazione nel percorso di
modifica della legge 155/2006
sull’impresa sociale.
Ad introdurre i lavori del seminario è stato Giuseppe Guerini,
portavoce ACI Cooperazione
Sociale e presidente di Federsolidarietà che, nel suo intervento, ha
dichiarato “La disciplina dell’impresa sociale deve essere un tassello di un progetto ampio per
creare un ‘Ecosistema’ per le
imprese sociali. Le politiche per la
promozione dell’impresa sociale
in Italia devono nascere da una
lettura di scenario e dagli obiettivi
da raggiungere: c’è bisogno di un
disegno per una politica dei beni
comuni, del welfare, dell’ambiente, della cultura”.
”C’è bisogno di un ‘ecosistema’
basato sull’applicazione del principio di sussidiarietà che è come l’ossigeno nell’aria che respirano le
imprese sociali – continua Guerini
- La promozione delle imprese
sociali deve essere incardinata in
tutti i cantieri aperti: il Job Act e la
Garanzia Giovani, la delega per la
riforma fiscale, il recepimento
delle nuove direttive appalti e concessioni, la nuova programmazione
dei fondi europei 2014 – 2020, gli
strumenti per attrarre finanziamenti privati da investire nel welfare
attraverso strumenti finanziari
dedicati (finanza d’impatto, social
bond etc.)”.
A seguire sono intervenuti il
Senatore Stefano Lepri, l’On.
Luigi Bobba, Paola Menetti, Presidente Legacoopsociali ed Eugenio De Crescenzo, presidente di
AGCI Solidarietà.
Eugenio De Crescenzo, in particolare, ha posto l’accento sugli
strumenti di finanza etica, patrimonializzazione e specificità delle
cooperative sociali “Una cooperativa non si vende e non si compra”
e Paola Minetti ha sottolineato
l’importanza di confrontarsi con
soggetti che fino agli anni scorsi
erano distratti sul tema dell’impresa sociale a partire dai mondi della
finanza e del profit. Ricordiamo
che sono circa 12.000 le cooperative
sociali e i loro consorzi in Italia con
oltre 365.000 occupati e più di
40.000 soci volontari, oltre il 90%
aderisce alle organizzazioni dell’Alleanza. La cooperazione sociale è
stata la prima e più diffusa impresa
sociale a livello europeo. E, in questi
anni, proprio alla legge 381 del
1991, si sono rifatti ricercatori e legislatori di altri Paesi dell’UE e la
stessa Commissione Europea.
AGCI / Maggio 2014 / 9
La cooperazione sociale
pulisce a Roma
l’Isola Tiberina
La cooperazione sociale ha regalato
a Roma Capitale e ai suoi cittadini tre
giorni di lavoro intenso per ripulire gli
argini dell’Isola Tiberina. Un’operazione dal valore stimato di circa 80.000
euro. Ottanta operatori di venti cooperative sociali del Lazio aderenti a Legacoop Sociali, Federsolidarietà e AGCI
Solidarietà si sono alternati ai lavori,
dandosi il turno per ripulire le scritte dei
writers, per eliminare sporcizia, fango,
rifiuti e detriti. Un dono molto gradito,
consegnato lo scorso 25 marzo al sindaco Ignazio Marino, durante l’evento
“Roma pulita e solidale: si può fare”.
“Sono particolarmente soddisfatto del
progetto che avete ideato e di questo
regalo – ha detto il sindaco Marino. Le
recenti alluvioni hanno creato molti problemi e io sono certo di esprimere la
gratitudine di tutti i romani e le romane
per quello che fate ogni giorno per la
Capitale”. Inoltre il primo cittadino ha
affermato che “le imprese cooperative
forniscono servizi importanti anche in
momenti importanti. Saranno cooperative sociali quelle che ripuliranno l’area
intorno a San Pietro in occasione della
santificazione dei due Papi”. “Non è
facile fare un regalo ad una città come
Roma, con la sua storia importante - ha
detto Eugenio De Crescenzo, presidente
AGCI Solidarietà Lazio. L’Isola Tiberina è l’ombelico della città. La chiamavano ‘la nave di pietra’. È un luogo
ospitale, che si trova al centro del fiume
che attraversa Roma. Per questo l’Alleanza delle Cooperative Italiane ha scelto questo luogo simbolico per offrire
all’amministrazione comunale e a tutti i
cittadini un servizio totalmente gratuito
di manutenzione e pulizia”.
“Vogliamo far conoscere meglio
alla città la forza, il ruolo e il valore
della cooperazione sociale – ha spiegato
Pino Bongiorno, presidente Legacoop
Sociali Lazio. Roma può essere più
pulita e solidale. La cooperazione sociale da anni svolge servizi di manutenzione urbana – ha sottolineato – e nello
stesso tempo offre lavoro a persone
svantaggiate”. “Le cooperative sociali
di tipo B accolgono al loro interno per il
30% anche soggetti svantaggiati quali
gli invalidi fisici, psichici e sensoriali,
ex degenti di istituti psichiatrici, tossicodipendenti, alcolisti, minori in età
lavorativa con difficoltà familiari. L’inserimento lavorativo di persone svantaggiate è un bene comune che arricchisce le comunità locali, aumenta la sicurezza e la coesione sociale, nonché la
qualità della vita della comunità” ha
aggiunto Ciro De Geronimo, presidente
Federsolidarietà Lazio. Le 180 cooperative aderenti alle tre centrali nel solo
Lazio fatturano ben 210 milioni di euro
l’anno e danno lavoro a 2.200 operatori
diversamente abili.
Solidarietà
ACI SOCIALE
LE PROPOSTE DELLA
COOPERAZIONE SOCIALE
NEL PERCORSO DI
MODIFICA DELLA LEGGE
155/2006
PROTAGONISTE
PER CAMBIARE
Un cambiamento culturale per la diffusione delle Pari Opportunità
trasversalmente a tutto il sistema cooperativo.
Presentato a Roma il ‘Progetto Fon.Coop per la diffusione
delle Pari Opportunità nelle cooperative’,
promosso dall’Alleanza delle Cooperative Italiane
e da Cgil, Cisl, Uil
Pari Opportunità
Raffaella De Rosa
D
iffondere la cultura
delle Pari Opportunità e della conciliazione e definire modelli di intervento che possano essere valorizzati sia direttamente all’interno delle
imprese cooperative, sia attraverso
l’azione di Fon.Coop, Fondo paritetico nazionale interprofessionale
per la formazione continua delle
cooperative.
Con questi obiettivi fondamentali è stato presentato, il 27 marzo
scorso a Roma, il progetto
Fon.Coop “Protagoniste per cambiare. Modelli per la diffusione
delle Pari Opportunità nelle cooperative”, promosso dall’Alleanza
delle Cooperative Italiane, AGCI,
Confcooperative, Legacoop e da
Cgil, Cisl, Uil, per la crescita dell’occupazione femminile, per il
miglioramento della qualità del
lavoro, per lo sviluppo professionale e la valorizzazione delle donne
nel mondo della cooperazione.
Al seminario di presentazione
sono intervenuti Carlo Scarzanella, presidente Fon.Coop, Dora
Iacobelli, vicepresidente Legacoop e presidente Commissione Pari
Opportunità Legacoop, che è
intervenuta a nome dei tre organismi di parità dell’Alleanza, Liliana Ocmin, segretario confederale
Cisl, Orietta Antonini, presidente
Cooperativa
Itaca-Legacoop,
Carla Bartolucci, presidente cooperativa Eureka-AGCI, Gabriella
Galli funzionario dipartimento
Salute e Sicurezza-Uil, Claudia
Gatta presidente cooperativa
RicercAzione-Confcooperative,
Salvo Leonardi, Associazione
Bruno Trentin-Cgil, Valentina
Peraboni delegata Fisascat-Cisl.
Diversi gli ambiti specifici dell’intervento: conoscenza delle
problematiche di genere; diffusione delle buone prassi realizzate;
nuovi strumenti di conciliazione
dei tempi di vita e tempi di lavoro;
miglioramento nella gestione
delle risorse umane; promozione e
incentivazione dei percorsi di carriera nelle imprese cooperative;
salute e sicurezza in ottica di
genere.
Il percorso progettuale si svilupperà attraverso un set integrato
di azioni (ricerca, focus group,
workshop tematici, sperimentazione di modelli e piani di Pari
Opportunità) con il coinvolgimento delle componenti degli Organismi di parità dell’Alleanza e rappresentanti dei sindacati.
L’obiettivo auspicato dalle
Organizzazioni promotrici è che
da tale progetto possano emergere
elementi di innovazione, culturale
ed organizzativa utili al pieno
riconoscimento e alla valorizzazione del potenziale femminile, a
AGCI / Maggio 2014 / 10
tutti i livelli delle imprese cooperative, e al rafforzamento delle
positive relazioni sindacali e
negoziali tra le Parti, di cui l’organismo bilaterale Fon.Coop rappresenta uno strumento strategico e
qualificato.
“Questo è un progetto in cui il
Fondo ha creduto fin da subito ha dichiarato il Presidente
Fon.Coop, Carlo Scarrzanella - e i
risultati che otterremo, sono sicuro, potranno essere spesi non solo
in ambito cooperativo. L’obiettivo
principale del progetto - ha spiegato Scarzanella - è la promozione
e l’incentivazione dei percorsi di
carriera nelle imprese cooperative
perseguito attraverso la realizzazione di un programma organico
di azioni di analisi dei fabbisogni,
di ricerca e modellizzazione,
secondo la logica del mainstreaming, dell’empowerment e, complessivamente, del miglioramento
della qualità del lavoro. In particolare verranno analizzate le problematiche di genere presenti all’interno del movimento cooperativo e
diffuse le buone prassi di conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.
Oltre alla promozione della cultura
delle Pari Opportunità nelle impre-
mostrano una maggiore dinamicità rispetto alle altre cooperative.
Gli ultimi dati dell’Osservatorio sull’imprenditoria femminile
di Unioncamere evidenziano la
nascita di circa 1000 nuove cooperative femminili nel 2013 rispetto
al 2012 con un incremento
rispetto al numero preesistente del
3,1%. In valori assoluti il segmento cooperativo ha fatto registrare
dal 2009 al 2012 un incremento
del 7,7%, maggiore rispetto a
quello di imprese femminili costituite in altra forma giuridica. E
rappresenta il 21,9% del totale
delle imprese cooperative.
Molto apprezzati anche gli
interventi delle rappresentanti di
alcune Cooperative delle tre Centrali dell’Alleanza, che hanno presentato esempi concreti e tangibili
delle buone pratiche in materia di
Pari Opportunità, tra queste Carla
Bartolucci, Presidente della Cooperativa Eureka AGCI di Servizi socio-sanitari educativi “Quello
che oggi dobbiamo tenere bene in
mente – ha sottolineato la Bartolucci – è che il Welfare non è un
lusso, ma una necessità. Ma la crisi
ci sta strangolando soprattutto in
termini di mancata programmazione e stabilizzazione: ci troviamo,
infatti, a lavorare con bandi che
hanno una durata, al massimo, di
sette mesi e con contratti necessariamente part-time. E questo è un
problema culturale.
Anche per la formazione, non ci
sono corsi gratuiti, ma solo a pagamento. Senza sottovalutare un
altro, rilevante, ostacolo: la resistenza alle donne nelle cariche apicali. Dobbiamo mettere in campo
azioni correttive per accedere ai
finanziamenti: per esempio Flex
security, software di gestione per
ottimizzare modelli di conciliazione vita lavoro, servizi per le donne,
centri ricreativi per figli di soci e
socie, software di gestione per
spesa on-line”.
AGCI / Maggio 2014 / 11
Il progetto
Vediamo da vicino il Progetto
Fon.Coop, promosso dall’Alleanza delle Cooperative Italiane,
AGCI, Confcooperative, Legacoop e dalle OO.SS. confederali,
CGIL, CISL, UIL, per la crescita
dell’occupazione femminile, per il
miglioramento della qualità del
lavoro, per lo sviluppo professionale e la valorizzazione delle
donne nel mondo della cooperazione.
Ambiti specifici dell’intervento sono:
– conoscenza delle problematiche di genere;
– diffusione delle buone prassi
realizzate;
– conciliazione dei tempi di vita
e tempi di lavoro;
– salute e sicurezza in ottica di
genere;
– miglioramento nella gestione
delle risorse umane;
– promozione e incentivazione
dei percorsi di carriera nelle
imprese cooperative.
Il percorso progettuale si svilupperà attraverso un set integrato
di azioni (ricerca, focus group,
workshop tematici, sperimentazione di modelli e piani di Pari
Opportunità) con il coinvolgimento di tutte le componenti degli
Organismi di parità delle organizzazioni promotrici del progetto.
L’obiettivo auspicato dalle
Organizzazioni promotrici è che
da tale progetto possano emergere
elementi di innovazione, culturale
ed organizzativa utili al pieno
riconoscimento e alla valorizzazione del potenziale femminile, a
tutti i livelli delle imprese cooperative, e al rafforzamento delle
positive relazioni sindacali e
negoziali tra le Parti, di cui l’organismo bilaterale Fon.Coop rappresenta uno strumento strategico e
qualificato.
Pari Opportunità
se cooperative, attraverso lo sviluppo di processi efficaci di contrattazione di II livello, si cercherà
di favorire l’adozione di modelli di
sviluppo e miglioramento nella
gestione delle Risorse Umane che
valorizzino le differenze di genere
nel contesto aziendale”.
“I tre organismi di parità negli
ultimi tre anni, da quando è
cominciato il percorso dell’Alleanza delle Cooperative Italiane ha sottolineato Dora Iacobelli hanno condiviso obiettivi e progettualità che hanno prodotto già
importanti risultati, tra l’altro, in
tema di presenza femminile negli
organi di direzione dell’Alleanza,
di sviluppo di strumenti di supporto, in primo luogo per quanto
riguarda il credito, alle cooperative femminili e anche di sintonia
rispetto al progetto che oggi presentiamo, insieme alle organizzazioni sindacali”.
Le tre centrali cooperative e i
tre sindacati confederali ritengono
opportuno intraprendere un percorso comune per dare maggior
peso al tema delle Pari Opportunità nell’agenda politica del sistema
cooperativo italiano e di promuovere e sostenere la parità di genere all’interno delle cooperative
italiane. In questo senso è stata
sviluppata con Fon.Coop la possibilità di portare avanti un’azione
congiunta di sistema che consenta
di perseguire questi obiettivi.
Un universo femminile, quello
presente nel sistema cooperativo,
decisamente significativo. Rispetto al quadro italiano, l’incidenza
dell’occupazione femminile è rilevante, 52% in media ma con settori che si collocano molto al di
sopra, in particolare il settore
sociale, quello dei servizi in
generale (pulizie, ristorazione
ecc.) e la grande distribuzione.
Questa occupazione, come
tutta quella nel sistema cooperativo, è stata difesa e consolidata
anche nel periodo di crisi a differenza di quanto successo in altre
aree del sistema produttivo italiano. Alla rilevanza dell’occupazione femminile si aggiunge l’esistenza di un numero rilevante di
cooperative con una base sociale
prevalentemente femminile (9.622
censite dall’Alleanza), le quali
Trentino
Alto Adige
Valle
d'Aosta
Lombardia
AGCI LOMBARDIA
CONGRESSO REGIONALE
Friuli
Venezia
Giulia
Veneto
Piemonte
Liguria
Emilia Romagna
Toscana
Marche
Umbria
Abruzzo
Lazio
Molise
Puglia
Campania
Basilicata
Sardegna
Calabria
Associazione
Sicilia
‘‘F
issare lo sguardo
sul presente per
progettare il futuro dell’Associazione che tenga in massima
considerazione
la centralità delle cooperative associate e dei loro
cooperatori e soci nella consapevolezza che il patrimonio vero del
movimento cooperativo è costituito dalle persone che ogni giorno si
battono sul mercato per lo sviluppo della cooperazione attraverso il
lavoro a favore delle proprie cooperative”.
Su questo messaggio profondo
si è dipanata la relazione di saluto
di Giuseppe Di Giugno, Presidente uscente di AGCI Lombardia,
durante il Congresso dell’Associazione regionale, svoltosi a Milano,
presso Andreola Central Hotel, il
4 aprile scorso e presieduto dal
vice Presidente di AGCI nazionale, Carlo Scarzanella. Il Consiglio
regionale neo eletto che si è riunito al termine dell’assise congressuale ha eletto alla carica di Presidente di AGCI Lombardia Massimo Ramerino e, su sua proposta,
alla carica di Vice Presidenti Giovanni Gianesini e Franco Ottolini
“Certo, contano i bilanci, gli
utili, i patrimoni netti, i fatturati –
ha detto Di Giugno – ma, se ci si
dimentica della centralità di tutte
quelle donne e uomini che ogni
giorno vivono la realtà in un
mondo che tende a privilegiare il
capitale (i soldi) piuttosto che il
lavoro, si rischia il fallimento
della nostra missione. La massima
La centralità delle cooperative associate e
dei loro cooperatori e soci nella relazione
del Presidente uscente Giuseppe Di Giugno
all’Assemblea pre-congressuale nazionale
(Milano, 4 aprile 2014). Massimo Ramerino
neo Presidente.
che guida l’Associazione “Capitale e lavoro nelle stesse mani”
significa consapevolezza, attaccamento a quei valori che i padri
fondatori del movimento hanno
lasciato in eredità: questa è la
guida dalla quale non ci si deve
mai allontanare se non si vuole
correre il rischio di una deriva che
farebbe perdere di vista i valori
cooperativi”.
AGCI Lombardia e l’Alleanza delle Cooperative Italiane
Prima di affrontare i temi stringenti relativi alla crisi economica
e finanziaria, il Presidente uscente
ha ricordato la vera novità che ha
caratterizzato questo ultimo triennio: l’Alleanza delle Cooperative
Italiane. Con l’Assemblea del 29
gennaio 2011 fra AGCI, Confcooperative e Legacoop è stata costituita l’Alleanza delle Cooperative
Italiane con l’obiettivo di avviare
un processo di unificazione delle
tre Centrali cooperative.
Le tre Centrali lombarde sono
state tra le prime ad intraprendere
questa strada e infatti l’11 settembre 2013 è stata costituita l’Alleanza lombarda eleggendo Maurizio
Ottolini, Presidente di Confcooperative Lombardia, alla carica di
Presidente di ACI Lombardia.
L’obiettivo condiviso dalle tre
Centrali lombarde è quello di
costituire una Associazione diversa dalle attuali Associazioni: più
moderna e proiettata sul futuro
nella consapevolezza che non si
esce dalla crisi con le stesse logiche gestionali con le quali ci si è
entrati; c’è necessità di cambiare
AGCI / Maggio 2014 / 12
CON L’ASSEMBLEA
DEL 29 GENNAIO 2011 FRA
AGCI, CONFCOOPERATIVE
E LEGACOOP È STATA
COSTITUITA L’ALLEANZA
DELLE COOPERATIVE
ITALIANE CON L’OBIETTIVO
DI AVVIARE UN PROCESSO
DI UNIFICAZIONE DELLE TRE
CENTRALI COOPERATIVE.
LE TRE CENTRALI LOMBARDE
SONO STATE TRA LE PRIME
AD INTRAPRENDERE
QUESTA STRADA
EMERGE CON EVIDENTE
PREPOTENZA LA NECESSITÀ
DI RIBADIRE LA NECESSITÀ
DI UNIRE GLI SFORZI
FACENDO RETE PER
QUANTO POSSIBILE E
PERCORRENDO CON ANCOR
MAGGIORE CONVINZIONE
LA STRADA DELL’ALLEANZA
CHE, CON TUTTA EVIDENZA,
NON PUÒ ESSERE
ARCHIVIATA FRA LE PIE
ILLUSIONI DI QUALCHE
DIRIGENTE MA DEVE ESSERE
PERSEGUITA CON
PERVICACIA E CONVINZIONE
molto: bisogna prendere atto che il
mondo è cambiato e che non si
possono affrontare i problemi
nuovi con strutture e mentalità
vecchie. In sostanza servono
nuovi comportamenti, nuove
forme di rappresentanza, una cultura aziendale ed imprenditoriale
diversa.
“Certo, è un processo difficile,
Associazione
Giuseppe Di Giugno,
Presidente uscente
Massimo Ramerino,
nuovo Presidente
Trentino
Alto Adige
Valle
d'Aosta
Lombardia
Veneto
Piemonte
Liguria
Emilia Romagna
T
AGCI / Maggio 2014 / 13
Friuli
Venezia
Giulia
Associazione
irto di ostacoli ed è una novità nel
panorama italiano: abbiamo però
la consapevolezza di fare qualcosa
di utile e positivo per il movimento cooperativo e per il nostro
Paese e, per questo, occorre un
grande impegno ed una grande
collaborazione da parte di tutti.
Per creare le condizioni di questo
salto di qualità di ACI, che vada
ben oltre alla mera somma delle
risorse e dei patrimoni che ogni
impresa o organizzazione può
vantare – ha sottolineato Di Giugno –, AGCI deve apportare una
sua speciale dote: lanciare un
nuovo modo di fare cooperazione,
attraverso una teoria e una pratica
quotidiana che dica a tutti (giovani e meno giovani) che è bello ed
entusiasmante fare impresa con la
cooperazione. Noi diciamo e dobbiamo costruire la cultura e le
strutture che dimostrino giorno
dopo giorno che si può essere
imprenditori di un’idea mettendosi
insieme ad altri, con altre competenze, ma con il medesimo sogno,
confrontandosi sul modo di prendere decisioni e di attuarle. AGCI
oggi deve porsi sulla strada di una
nuova frontiera della cooperazione, attraverso l’impegno a costruire cooperatori ed esperti della cooperazione con l’idea che una
nuova etica possa vincere: appunto
quella di una cooperazione giusta,
equilibrata, ricca di strumenti di
crescita, che rifugga dalle maschere con cui spesso vengono coperte
abitudini all’egoismo, allo sfruttamento, all’individualismo scevro
da ogni impegno di legalità”.
AGCI Lombardia e la crisi
La relazione di Di Giugno si è
poi concentrata sul tema della crisi
economica che si trascina dal
2007, analizzata attraverso le lenti
della Associazione regionale o,
meglio, degli associati che stanno
vivendo la crisi sulla propria pelle.
In questi anni, naturalmente,
anche in Lombardia si sono sofferti tutti i problemi che si stanno
producendo a livello di imprese ed
associativo. Ed infatti al 31 marzo
scorso il numero delle associate ad
AGCI Lombardia è pari a 401
cooperative ma questo dato deve
essere ricalibrato tenendo conto
che di queste, ben 59 sono in liqui-
dazione. In sostanza circa il 15%
delle associate è in fase di chiusura. Il numero dei soci al 31 dicembre 2012 (ultimo bilancio depositato) è pari a 32.406 mentre il
numero degli occupati è pari
15.319 ed il valore della produzione a 1,29 miliardi.
I numeri, soprattutto quelli
relativi al patrimonio netto ed al
risultato d’esercizio, parlano con
crudezza e restituiscono un’immagine che deve indurre a confermare che bisogna fare uno sforzo per
unire le forze di fronte a una crisi
molto pesante.
Dire che si è retto in questi
anni è dire una mezza verità perché se non vi sarà una decisa
inversione di tendenza difficilmente se ne uscirà: si è retto come
numero di soci, occupati, valore
della produzione ma il dato complessivo delle cooperative in perdita ed il valore stesso delle perdite, che è triplicato, non può essere
sottovalutato perché è segno di un
malessere diffuso e pervasivo.
Da questi numeri crudi emerge
con evidente prepotenza la necessità di ribadire la necessità di unire
gli sforzi facendo rete per quanto
possibile e percorrendo con ancor
maggiore convinzione la strada
dell’Alleanza che, con tutta evidenza, non può essere archiviata
fra le pie illusioni di qualche dirigente ma deve essere perseguita
con pervicacia e convinzione.
Il Presidente uscente Di Giugno, prima di concludere la sua
relazione con alcune indicazioni
di tipo programmatico che sono
poi state riprese nella mozione
congressuale unitaria, ha sottolineato come il ruolo di rappresentanza politico-sindacale svolto dal
Presidente Rosario Altieri, al
quale AGCI Lombardia continua a
dimostrare tutta la sua stima ed il
pieno sostegno per una sua riconferma nella carica, è sempre stato
di altissimo livello. La sua serietà,
la sua professionalità, la sua integrità morale sono sempre state
apprezzate da tutti ed hanno dato
lustro e credibilità all’immagine di
AGCI in tutte le sedi.
Prima di aprire il dibattito congressuale, il presidente uscente
Giuseppe Di Giugno, dà lettura
della lettera pervenuta dal Presi-
AGCI / Maggio 2014 / 14
dente nazionale Altieri che non ha
potuto essere presente al congresso in quanto ha dovuto rappresentare l’Alleanza delle Cooperative
Italiane ad un evento di rilevanza
nazionale in un momento particolare per l’Alleanza stessa che ha
visto un importante riconoscimento con la nomina di Giuliano
Poletti a Ministro del Lavoro.
Dopo la relazione del Presidente uscente, è intervenuto il Presidente dell’Alleanza delle Cooperative Lombardia, Maurizio Ottolini che ha rivolto un saluto ed un
augurio di buon lavoro all’assise
congressuale.
A conclusione del dibattito
congressuale che si è concentrato
in particolare sul tema della infinita crisi economica che sta opprimendo il mondo produttivo e
quello della cooperazione, il Presidente dell’Assemblea congressuale Scarzanella, nel rispetto
delle norme statutarie, ha dato il
via all’elezione dei responsabili
regionali di settore prendendo atto
delle risultanze delle assemblee
delle cooperative di ogni settore
che si sono tenute nelle precedenti settimane e, a questo proposito,
ha dato lettura delle proposte pervenute:
– per il settore Abitazione:
Alfredo Viganò
– per il settore Servizi lavoro:
Giovanni Gianesini
– per il settore Produzione
lavoro: Bruno Greco
– per il settore Solidarietà:
Massimo Ramerino
– per il settore Culturalia: Pierluigi Zuffada
– per il dipartimento Agricoltura: Marcello Saottini
– per il dipartimento Pesca:
Valter Corti.
Infine il Presidente dell’Assemblea ha dato la parola a Giovanni Gianesini che, nella sua
qualità di componente della Commissione mozione, ha dato lettura
dell’unica mozione congressuale
presentata con la lista per l’elezione del Consiglio regionale contenente i seguenti nove nominativi:
Ettore Anghileri, Enzo Erra,
Giuseppe Di Giugno, Giovanni
Grieco, Giampietro Gortanutti,
Diego Modugno, Franco Ottolini,
Francesco Scavino. Cinzia Sirtoli.
L’
AGCI Puglia, lo
scorso 11 aprile, si è
riunita in Congresso
regionale
presso
l’hotel Majestic di
Bari facendo convenire nel capoluogo
pugliese i delegati
delle
cooperative
della provincia di Foggia, Bari,
Bat, Taranto, Brindisi e Lecce.
I lavori, presieduti dal Presidente nazionale AGCI Rosario
Altieri, si sono aperti con la relazione introduttiva della coordinatrice uscente Antonella Sciacovelli la quale, nel dare il saluto di
AGCI PUGLIA
LA COOPERAZIONE
MODELLO ATTUALE DI
CRESCITA E SVILUPPO
benvenuto a tutti i presenti in sala,
ha evidenziato i risultati positivi
della cooperazione in Puglia
nonostante le difficoltà derivanti
da tante situazioni oggettive non
ultima la crisi economica che ha
coinvolto tutti i settori produttivi.
“A fronte di difficoltà obiettive
delle aziende - ha dichiarato Antonella Sciacovelli – il settore cooperativo pur se con grande difficoltà è riuscito a mantenere dei
buoni risultati e buoni livelli occupazionali. Proprio in virtù di questo, compito della nostra Associazione e da ora in poi anche dell’Alleanza delle Cooperative, è di
continuare a spingere le nostre
cooperative a credere in questo
mondo e a non arrendersi alle dif-
Associazione
A FRONTE DI DIFFICOLTÀ
OBIETTIVE DELLE AZIENDE
IL SETTORE COOPERATIVO
PUR SE CON GRANDE
DIFFICOLTÀ È RIUSCITO
A MANTENERE DEI BUONI
RISULTATI E BUONI LIVELLI
OCCUPAZIONALI. PROPRIO
IN VIRTÙ DI QUESTO,
COMPITO DELLA NOSTRA
ASSOCIAZIONE, E DA ORA
IN POI ANCHE
DELL’ALLEANZA DELLE
COOPERATIVE, È DI
CONTINUARE A SPINGERE
LE NOSTRE COOPERATIVE
A CREDERE IN QUESTO
MONDO E A NON
ARRENDERSI ALLE
DIFFICOLTÀ REALI CHE OGNI
GIORNO SONO COSTRETTE
AD AFFRONTARE
ficoltà reali che ogni giorno sono
costrette ad affrontare”.
A seguire è intervenuto Giovanni Schiavone referente di
AGCI Puglia per l’Alleanza delle
Cooperative Italiane nonché
responsabile regionale di AGCI
Agrital - Dipartimento Pesca. Nel
suo intervento, Schiavone ha sottolineato l’importanza economica
in Italia della cooperazione le cui
stime, attraverso le analisi condotte da Euricse, evidenziano che il
contributo del settore cooperativo
sia mediamente del 10% del Pil
nazionale. Durante il suo intervento ha altresì ringraziato il presidente di Legacoop Puglia Carmelo Rollo e il presidente di Con-
AGCI / Maggio 2014 / 15
fcooperative Puglia Marco Pagano, per la loro presenza riconoscendo sia il loro impegno e il
lavoro svolto per la costituzione
dell’Alleanza delle Cooperative
Puglia, sia l’importanza del Congresso pugliese di AGCI la cui
Assemblea è anche chiamata ad
approvare l’accordo istitutivo dell’Alleanza pugliese. “L’Assemblea di oggi assume un significato
e un’importanza straordinaria
rappresentata dall’evento di costituzione dell’Alleanza delle Cooperative a livello territoriale quindi dell’Alleanza delle Cooperative
Italiane Puglia – ha affermato
Schiavone -. Costituzione che
dovrà avvenire nel giro di pochissime settimane e l’accordo rag-
Associazione
giunto è ispirato a principi ed a
elementi di massima parità e
dignità tra le tre Associazioni che
conpongono l’Alleanza. Il percorso che abbiamo davanti è lungo,
irto, difficile e faticoso ma si potrà
realizzare se si avrà la capacità di
rispettare tutti”.
A loro volta sono intervenuti
Carmelo Rollo e Marco Pagano
per portare i saluti delle loro Associazioni e per ribadire la volontà e
l’impegno a costituire l’Alleanza
delle Cooperative Puglia in breve
termine riconoscendo la validità e
il contenuto del documento maturato dopo vari incontri, frutto dell’impegno e del contributo di tutte
e tre le Associazioni.
Infine, ha preso la parola il
Presidente nazionale di AGCI
Rosario Altieri che ha rivolto al
gruppo dirigente locale il sentito
ringraziamento suo e dell’intera
AGCI per il brillante lavoro svolto al fine di superare le difficoltà
nelle quali è venuta a trovarsi
l’Associazione regionale, oltre
che per essere riuscito ad avviare
il suo rilancio: un grazie, in particolare, Altieri lo ha rivolto a Giovanni Schiavone, che da molti
anni rappresenta un punto di riferimento di AGCI in Puglia.
Entrando nel merito dei problemi del Paese e delle sfide che
attendono tutti i soggetti a qualsiasi titolo impegnati nel tentativo di
lasciarci alle spalle la lunga e disastrosa crisi, Altieri ha affermato
che sarebbe pericoloso pensare
che, una volta superate le difficoltà presenti e riavviata l’economia
con la ripresa della produzione e
dei consumi, tutto possa tornare
come prima e che l’assetto economico-sociale preesistente possa
essere ripristinato nella sua originaria configurazione.
Ciò non potrà avvenire per una
serie di ragioni: prima di tutto,
perché si sono modificati i rapporti tra le diverse componenti del
sistema, con il venir meno dell’equilibrio tra il capitale ed il
lavoro, che una volta rappresentava il punto di stabilità della macchina economica; poi, perché la
presenza di una finanza sempre
più arrembante ed attenta più a
ricercare le occasioni di maggiore
redditività dei capitali investiti
rispetto all’attenzione da accordare necessariamente alla remunerabilità delle attività produttive, ha
generato una triangolarità pericolosa per i sistemi occidentali,
favorendo una distribuzione sempre più iniqua della ricchezza a
tutto svantaggio delle imprese e
dei lavoratori.
C’è, quindi da aspettarsi che,
pur quando e se anche l’Italia
uscirà dalla recessione per riprendere il cammino della crescita del
PIL, ciò non darà vita automaticamente a nuova, buona e stabile
occupazione. L’ordinamento stesso della società, su scala continentale ed extracontinentale, deve
essere ripensato: occorre costruire
una società che ambisca alla realizzazione del bene comune e non
a moltiplicare pericolose competizioni e contrapposizioni tra le sue
diverse componenti; occorre
determinare le condizioni idonee a
favorire un significativo aumento
della produttività e della produzione, insieme a regole certe con le
quali pretendere che ognuno
ottemperi ai propri doveri; occorre
garantire il rispetto, da parte di
tutti, dei diritti della totalità degli
attori del sistema, dei cittadini,
delle famiglie, dei lavoratori e
delle imprese; occorre che la ricchezza prodotta venga distribuita
con una equità maggiore rispetto a
quanto, ormai da troppo tempo,
non accada.
A proposito di quest’ultimo
aspetto, ha proseguito il Presidente Altieri, va rivisto l’intero sistema fiscale del Paese per evitare
che si realizzino due condizioni
disastrose che, combinate, sarebbero deflagranti per la coesione
sociale: da un lato, il permanere di
aree di evasione di dimensioni
patologiche, che sottraggono
risorse allo stato sociale e ne compromettono l’attività ordinaria;
dall’altro, un dominio incontrollato della grande finanza, che
imperversa a suo piacimento dettando la propria legge, incurante
dei bisogni della gente e dei territori.
In tutto ciò si apre, per la Cooperazione, una opportunità eccezionale, resa possibile dal radica-
AGCI / Maggio 2014 / 16
mento che l’impresa cooperativa
ha naturalmente sul territorio nel
quale opera, dal ruolo importante
che in essa svolge il capitale
umano, dalla sua caratteristica di
crescere insieme alle comunità
interessate. Il nostro dovere è
quello di vigilare per tutto quanto
nelle nostre responsabilità e di
attivare tutti gli strumenti utili,
opportuni e necessari per cogliere,
fino in fondo, le occasioni di crescita e di sviluppo.
Durante l’Assemblea, sono
state presentate, dai loro presidenti, le esperienze di alcune realtà
cooperative come quelle della
cooperativa Hydra, la cooperativa
Geodimensioni e la cooperativa
Rè Manfredi. Proficuo e interessante è stato anche il confronto e
il dibattito che si è sviluppato tra i
cooperatori che si sono alternati al
microfono: Antonio Basile di
AGCI di Foggia, Pasquale Pappalardo di Manfredonia, Angelo
Candita di Brindisi, Aldo Sammarelli di Bari, Giuseppe De Matteis
di Vernole e Francesco Crisogianni di Gallipoli.
A fine Congresso, l’Assemblea
regionale ha nominato Antonio
Basile presidente onorario di
AGCI Puglia ed ha eletto il Consiglio Generale regionale composto
da: Giovanni Schiavone, Pasquale
Pappalardo, Mario Coccia, Giovanni Totta, Bartolomeo Caggiano, Fabio Carità, Antonella Sciacovelli, Anna Semeraro, Franco
Minervini, Aldo Sammarelli, Emilio Palombo, Angelo Candita,
Guglielmo Corallo, Giuseppe De
Matteis, Francesco Crisogianni,
Corrado Cisotti, Caterina Bagnardi. Il Collegio dei Revisori è composto da: Gaetano Rinaldi, Pietro
De Martinis, Michele Ponziano,
quali revisori effettivi e Vito
Delauro e Nicola Picicco quali
supplenti. Il Consiglio Generale,
su proposta del presidente onorario Antonio Basile, ha eletto Giovanni Schiavone Coordinatore
regionale di AGCI Puglia rinviando ad una successiva riunione, che
convocherà poi il Coordinatore,
l’elezione dell’Ufficio di Coordinamento regionale e del vice
Coordinatore regionale.
AL PIÙ PRESTO
UNA RIFORMA
DEL SISTEMA FISCALE
Rallentare la pressione tributaria e
far confluire il gettito erariale su interventi
finalizzati allo sviluppo. L’intervento
del Presidente Altieri al 52° Congresso
UNGDCEC (Lecce, 3-5 aprile 2014)
Attualità
’’N
el nostro Paese, secondo i
dati diffusi da
Banca d’Italia,
World Bank
ed Istat, l’imposizione tributaria ha ormai raggiunto livelli insostenibili,
attestandosi al 44% sul PIL – percentuale che corrisponde al quarto
posto nella classifica relativa
all’area euro ed al sesto in quella
comprendente tutta l’UE – e al
68% sui profitti aziendali, cifra
che ci consegna il primato assoluto nel contesto comunitario”.
Così il Presidente AGCI,
Rosario Altieri – intervenendo
anche a nome dell’Alleanza delle
Cooperative Italiane, di cui è Copresidente, alla tavola rotonda
organizzata a Lecce nell’ambito
del 52° Congresso dell’Unione
Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili
(UNGDCEC) – ha richiamato l’attenzione sulla questione della crescente pressione fiscale sui cittadini e sulle imprese.
“Ma il dato è ancora più allarmante – ha proseguito Altieri - se
lo si legge unitamente a quello
concernente la qualità dei servizi
pubblici a livello sia centrale
(principalmente, istruzione e giustizia), sia regionale (si veda la
sanità), sia locale (dai trasporti
agli asili nido, dalla raccolta allo
smaltimento dei rifiuti, etc.). Qui i
ritardi dell’Italia nel confronto
internazionale e di alcune aree
rispetto al resto del Paese sono
manifesti e, a seconda dei casi,
riconducibili prevalentemente alla
incongruità dei modelli organizzativi adottati e ad una inadeguata
allocazione dei fondi: soltanto una
razionalizzazione
dell’offerta
potrà permettere un recupero di
efficienza, soprattutto nel Mezzogiorno, ove il sistema è frammentato, ancorato a gestioni fallimentari e poco aperto alle sollecitazioni del mercato. Ne discende – conclude Altieri – che ad un prelievo
pesantissimo dalle casse dei privati e degli imprenditori, non corrisponde un efficace utilizzo delle
risorse disponibili, il che rende
urgente ed imprescindibile una
riforma del sistema fiscale che
possa, contemporaneamente, dare
luogo ad un significativo allentamento della pressione tributaria e
far confluire il gettito erariale su
interventi finalizzati allo sviluppo,
senza tuttavia trascurare le fasce
di bisogno della popolazione,
sempre più ampie e costrette a
vivere in situazioni di vera emergenza”.
Il
Congresso
Nazionale
UNGDCEC “Cooperative ed enti
non profit: strumenti per la crescita, opportunità per il professionista”, tenutosi a Lecce il 3 e 4 aprile 2014, ha offerto una panoramica approfondita sul mondo cooperativo e non profit, affrontando,
con il supporto degli autorevoli
esponenti del movimento cooperativo e del non-profit a livello
nazionale, argomenti di estrema
attualità e delicatezza quali il
superamento della crisi attraverso
il terzo settore ed i casi, ormai dif-
AGCI / Maggio 2014 / 17
fusi, di workers buy out. Sono
state organizzate numerose sessioni di workshop in cui sono stati
esaminati dei case history e durante le quali i professionisti di tutta
Italia hanno potuto confrontarsi su
temi a volte sconosciuti. È stato
quindi affrontato ed esaminato un
settore che può aprire nuove
opportunità per i professionisti
sia in termini di mercato sia in
termini di proposta nei confronti
dei loro clienti. Non è stato tralasciato l’aspetto sindacale e di
categoria, con la disamina delle
società tra professionisti e l’utilizzo del modello cooperativo, che
rappresenta uno dei tipi societari
migliori per le nuove STP. Spesso
– come è stato più volte, giustamente, sottolineato – si ignorano i
benefici che potrebbero derivare
dall’adozione di questa particolare
forma societaria che è la società
cooperativa.
Attualità
U
n segnale positivo,
mentre il Paese si
trova di fronte ad una
nuova emergenza
sbarchi in Sicilia,
arriva dal territorio
siciliano del Calatino
che, oltre ad essere
riuscito a organizzare
stabilmente l’accoglienza con il
CARA (Centro di Accoglienza per
Richiedenti Asilo) più grande di
Europa e una qualificata rete di
centri SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati), sostiene iniziative per una
integrazione effettiva e valida dei
migranti. Proprio in questo senso
sono stati presentati, il 29 aprile
scorso a Roma, il progetto “Teatro
Mediterraneo-Un progetto di teatro interculturale nel cuore della
Sicilia” e lo spettacolo di lancio
“I Meneni”, scritto da Massimiliano Perrotta e diretto da Walter
Manfrè, rappresentato al Teatro di
Documenti di Testaccio, con la partecipazione di attori professionisti
e dei migranti ospiti del CARA di
Mineo.
L’idea del progetto, come è
stato spiegato nel corso dell’incontro di presentazione svoltosi nella
mattinata del 29 aprile nella Sala
della Mercede di Palazzo Marini,
sede della Camera dei Deputati, è
quello di mettere in scena culture diverse, in nome dell’integrazione come valore fondamentale.
Il “Teatro Mediterraneo”, infatti, si
propone di trasporre in campo teatrale e culturale la tradizione multietnica propria della terra siciliana
facendo del Mineo e dell’intera
area del Calatino Sud-Simeto una
“capitale interculturale mediterranea”, un polo di incontro-confronto
per i popoli delle sponde del Mediterraneo. Il progetto mira a realizzare un teatro aperto alla multiculturalità, che intenda il dialogo
interculturale non come appiattimento ai dogmi della globalizzazione, ma come confronto delle
differenze nel rispetto dell’orgoglio
di ogni cultura e di ogni storia e
come presupposto indispensabile
per la pacifica convivenza in una
società sempre più multiculturale.
All’incontro, moderato da Stefano Folli, firma de “Il Sole-24
Ore”, sono intervenuti: Anna Aloi-
“TEATRO MEDITERRANEO”
UN PROGETTO
INTERCULTURALE E UN
MODELLO DI BUONA
INTEGRAZIONE DEI
MIGRANTI
A cura di Raffaella De Rosa
si, Presidente del Consorzio “Calatino Terra d’Accoglienza” e Sindaco di Mineo; Paolo Ragusa, Presidente del Consorzio Sol.Calatino
S.C.S.; Massimiliano Perrotta,
Direttore artistico del “Teatro
Mediterraneo”; Rosario Altieri,
Copresidente ACI e Presidente di
AGCI (Associazione Generale
Cooperative Italiane); Gianfranco
Marocchi, Presidente del Consorzio Nazionale “Idee in Rete”;
Eugenio De Crescenzo, Presidente
nazionale di “AGCI Solidarietà”; il
drammaturgo e critico teatrale
Maricla Boggio; il regista Walter
Manfrè; Matteo Orfini, membro
della Commissione Cultura della
Camera dei Deputati; Giuseppe
Castiglione, Sottosegretario di
Stato. Erano presenti inoltre gli
attori della pièce andata in scena la
sera stessa, Orazio Alba, Salvino
Calatabiano, Federica Gumina,
Matilde Masaracchio, Roberto
Pensa, Enrico Sortino, Sergio
Spada, Fabrizio Spedale, Luana
Toscano, e Ketty Volpe; e i migranti ospiti del CARA di Mineo che
parteciperanno allo spettacolo,
Alagie, Anifa, Bhuiyan, Bubacarr,
Fadera, Nasimul, e Luchy.
Il progetto è stato insignito da
un riconoscimento al merito dal
Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il quale ha fatto
pervenire una medaglia agli organizzatori.
“Il progetto ‘Teatro Mediterraneo’ valorizza l’esperienza del
CARA di Mineo quale grande centro di promozione della persona
umana. Inoltre questa iniziativa è
coerente con l’obiettivo di fare di
AGCI / Maggio 2014 / 18
Mineo e del Calatino la capitale
dell’incontro multietnico nel bacino del Mediterraneo” ha sottolineato Paolo Ragusa, Presidente del
Consorzio Sol.Calatino. Il progetto, lo ricordiamo, è stato promosso
dal Consorzio sociale Sol.Calatino
e dal Consorzio pubblico costituito
dai comuni del comprensorio,
“Calatino Terra d’Accoglienza”, in
collaborazione con il CARA di
Mineo, con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della SIAD
(Società Italiana Autori Drammatici) e da La Cascina Global Service.
Lo spettacolo “I Meneni”
messo in scena la sera del 29
aprile al Teatro di Documenti di
Testaccio a Roma racconta gli abitanti di Mineo, i meneni appunto,
una comunità dalle radici antiche
oggi in trasformazione, con un filo
di mistero che lega le diverse situazioni. Trasformazioni legate anche,
e soprattutto, alla presenza di quelli che Anna Aloisi, Sindaco di
Mineo e Presidente del Consorzio
pubblico “Calatino Terra d’Accoglienza” ha definito «miei concittadini», riferendosi ai migranti ospiti
del Centro di Accoglienza che continua «il progetto “Teatro Mediterraneo” si propone di valorizzare
ulteriormente l’esperienza del
CARA, trasponendo in campo teatrale e culturale quella tradizione
multietnica propria della terra siciliana e facendo di Mineo e dell’intera area del Calatino Sud-Simeto
un polo di incontro-confronto per i
popoli delle sponde del Mediterraneo, attraverso la partecipazione
attiva degli ospiti del CARA»
un’Europa che sembra non avvertire il peso di tali ingombranti
responsabilità, che ritiene di non
avere nessun dovere, né giuridico
né umano, verso intere comunità
nazionali e continentali distrutte
dalla fame, da malattie epidemiche
e da una organizzazione sociale ai
limiti della sopravvivenza.
Il problema dei flussi migratori
dal Sud del mondo verso i Paesi
più avanzati interessa tutti, a partire da quelli che in passato hanno
ritenuto loro diritto sfruttare interi
territori ricchi di risorse per poi
lasciarli nella più assoluta povertà,
ovvero a partire da quelli che
hanno assoggettato, in una logica
colonialistica, le popolazioni residenti in tali aree.
Questo problema non può, né
deve riguardare solo quei Paesi di
frontiera nel Mediterraneo, come la
Spagna, la Grecia e l’Italia, quest’ultima particolarmente aggredita
dai tanti disperati che cercano nel
mondo occidentale qualche prospettiva meno infausta per la loro
AGCI / Maggio 2014 / 19
vita e per quella dei propri figli. È,
viceversa, una questione che interessa tutta l’Europa, una Europa
che deve ritrovare la capacità di
ripensare alla Sua definitiva organizzazione di Stato Federale,
un’Europa che, come già prospettato da Giuseppe Mazzini, si costituisca negli “Stati Uniti d’Europa”.
I confini europei, come previsto dai trattati vigenti, devono
essere continentali e ciò che avviene lungo il perimetro delineato è
cosa che riguarda tutti i componenti.
Sbagliano – ha concluso il Presidente Altieri - quanti teorizzano
un sostanziale disimpegno delle
nostre Istituzioni rispetto ai progetti umanitari posti in essere dalla
Marina Italiana e da tutte le autorità interessate alla difesa dei confini marittimi, al fine di evitare tragedie tremende come quelle verificatesi negli ultimi tempi. La risposta di un Paese civile non può essere quella di ignorare i drammi dell’umanità”.
Attualità
L’intervento del Presidente
AGCI, Rosario Altieri, ha sottolineato la validità del progetto analizzando il contesto socioeconomico nel quale viene sviluppato. “Il
Mediterraneo rappresenta oggi un
teatro emblematico dei rapporti tra
il Nord ed il Sud del mondo e contiene tutte le contraddizioni che gli
stessi determinano. Esso, infatti,
oltre ad essere la frontiera ideale tra
queste due aree del Pianeta, segna
anche quella reale tra l’Europa e
l’Africa: un’Africa per troppo
tempo occupata, colonizzata e
sfruttata indegnamente dalla civiltà
occidentale; un’Africa alla quale
non sono state risparmiate oppressioni, angherie e schiavizzazioni
inimmaginabili ed inaccettabili,
tanto più se perpetrate da Paesi
cosiddetti evoluti. Basti pensare, in
proposito, ai sentimenti che decenni di colonizzazioni hanno lasciato
nelle popolazioni interessate nei
confronti dei Paesi protagonisti di
queste vere e proprie politiche
espansionistiche. Ciò a fronte di
PENISOLA IN CREDITO
Il problema dell’accesso al credito bancario
da parte di imprese e famiglie
nella Penisola sorrentina
Dalle Regioni
Agostino La Rana
S
i è conclusa positivamente la prima fase
del progetto “Penisola
in credito”, promosso
dalla
cooperativa
CAT-CENTRO SERVIZI CAMPANIA e
dall’associazione
Mutua Consumatori.
Il progetto, patrocinato e finanziato dalla Camera di commercio
di Napoli, ha analizzato il problema dell’accesso al credito bancario da parte di imprese e famiglie
nella Penisola sorrentina. Soci
della cooperativa e dell’associazione, insieme ad altri soggetti del
partenariato, hanno intervistato, in
forma anonima e nelle sei stazioni
ferroviarie presenti sul territorio, i
passeggeri in attesa dei treni e
residenti in zona; parallelamente,
si sono svolti incontri riservati con
operatori economici. Sono emersi
marcati elementi d’insoddisfazione, soprattutto a causa dell’assenza di società radicate sul territorio,
a cominciare da una banca di credito cooperativo.
La circostanza che le banche
presenti sul territorio abbiano sedi
legali e direzioni generali in località lontane molte centinaia di chilometri e, nel caso di una banca
con quattro agenzie, addirittura
all’estero, penalizza non poco la
“conoscibilità” del territorio e ciò
si riflette negativamente sulle
istruttorie relative all’apertura di
linee di credito per imprese e
all’erogazione di mutui per le
famiglie.
L’assenza di significative misure in favore delle imprese in
fase di start-up costituisce un ulteriore elemento negativo rispetto a
un territorio con una spiccata
vocazione al lavoro autonomo a
all’impresa, particolarmente nei
settori del turismo, dell’agroalimentare, dell’artigianato e della
marineria. Nello specifico settore
dell’artigianato ha collaborato
anche l’associazione Confasca,
diretta da Luciano Rezzuto e collegata all’AGCI. La seconda fase
del progetto punterà, d’intesa con
le amministrazioni locali, alla
ricerca di soluzioni soddisfacenti e
al radicamento sul territorio della
cooperativa e di Mutua Consumatori.
Vivo interesse per l’attività di
tali organizzazioni è stato manifestato non solo dai cittadini intervistati ma anche dalle autorità locali, bisognose di qualificati supporti tecnici esteri per lo svolgimento
dell’ordinaria attività amministrativa.
AGCI / Maggio 2014 / 20
La società cooperativa CAT-CENTRO SERVIZI CAMPANIA, costituita come società di servizio di
AGCI Campania, è stato il primo
Centro di Assistenza Tecnica alle
imprese riconosciuto in Campania
(delibera della Giunta Regionale 31
gennaio 2003, n. 347). Svolge attività di consulenza a favore delle
imprese, delle amministrazioni locali e dei consumatori, così come previsto da leggi nazionali e regionali.
Rosario Altieri ne è il Presidente,
Agostino La Rana il consigliere
d’amministrazione delegato.
L’ampio spettro delle attività svolte,
si è recentemente incrementato con
l’ingresso nella consulenza assicurativa e nelle conciliazioni telefoniche.
L’associazione Mutua Consumatori
è stata costituita per atto pubblico il
29 gennaio 2013; il 20 maggio 2013
è stata costituita Mutua Consumatori
Campania, in forma di federazione
regionale. E’ la prima e unica associazione di consumatori costituita
dai cooperatori italiani e, benché sia
stata promossa da soci di cooperative (prevalentemente di produzione e
lavoro) aderenti ad AGCI, ambisce a
rappresentare tutti i cooperatori che
si riconoscono nel progetto di Alleanza delle Cooperative Italiane. Presidente nazionale è Rosario Altieri,
Presidente per la Campania è Benedetto Di Meglio. Prossime tappe: il
riconoscimento quale associazione
di promozione sociale e l’apertura di
delegazioni territoriali, affidate
soprattutto a cooperatori e commercialisti.
Andare oltre le chiacchiere e gli slogan
L
o scorso 31 marzo
presso il Centro
Congressi dell’Hotel
Crystal a Preganziol
(TV) si è svolto il
convegno dal tema
“Trasparenza & Legalità in Sanità.
Andare oltre le
chiacchiere e gli slogan”.
L’evento è stato organizzato
dal gruppo cooperativo Castel
Monte di Montebelluna associato
ad AGCI Veneto in collaborazione
con Sanitanova (società di formazione e management sanitario),
Cittadinanzattiva (associazione di
partecipazione civica per la tutela
dei diritti dei cittadini e dei consumatori) e Libera. Associazioni,
nomi e numeri contro le mafie.
L’argomento sanità è un argomento molto delicato, con implicazioni e ricadute sociali molto forti, sia
dal punto di vista umano (il rispetto dei diritti delle persone), sia da
quello sociale ed economico. Dal
rapporto “PIT Salute 2013” di Cittadinanzattiva/Tribunale per i
Diritti del Malato, è emerso, tramite le denunce dirette dei cittadini, che una delle problematiche
più diffuse della sanità di oggi è la
difficoltà di accesso alle cure.
AGCI / Maggio 2014 / 21
Numerosi sono i pretesti e gli
intralci specie quelli di carattere
burocratico e di chiarezza nelle
prestazioni. Una confusione, che
diverse associazioni di malati e di
consumatori pensano che sia voluta e strutturata per impedire l’accesso alle cure e quindi alla spesa.
La prima conseguenza di tutto ciò,
oltre al disagio sociale e alla più
grande negazione del diritto alla
salute, è un calo notevole di tutte
le prestazioni, sia di medicina preventiva che curativa.
Ai lavori, presieduti da Italo
Improta coordinatore del Comitato Territoriale di Treviso della
cooperativa Castel Monte, hanno
preso parte: Remo Sernagiotto
assessore ai servizi sociali della
regione Veneto, Bruno Pigozzo
V° commissione regionale Veneto
– assistenza, igiene, sanità e sicurezza sociale, Giuseppe Possagnolo presidente della cooperativa sociale Castel Monte, Anna
Mancini presidente associazione
ADVAR di Treviso, Francesca
Moccia vice segretario nazionale
Cittadinanzattiva, Gabriella Stramaccioni direzione nazionale di
Libera. Associazioni, nomi e
numeri contro le mafie, Giacomo
Vendrame segretario provinciale
CGIL Treviso.
Dalle Regioni
AGCI VENETO
TRASPARENZA E LEGALITÀ
IN SANITÀ
PROGETTO INTER.COM
Prosegue il progetto formativo sul tema
dell’Internazionalizzazione,
organizzato dal Consorzio Meuccio Ruini
Formazione
Consuelo Vecchio
C
ontinua il progetto
per la formazione
INTER.COM organizzato dal Consorzio Nazionale Meuccio Ruini. Dopo
una prima parte
dedicata ai temi
della comunicazione, che ha coinvolto per tre mesi
tutti i dipendenti dell’AGCI
Nazionale, AGRITAL, GENERAL FOND E CIFAP, il 26 marzo
2014 ha preso il via la seconda
parte del corso che fornirà le
conoscenze base ed avanzate su
tutto ciò che concerne il tema dell’internazionalizzazione. L’appuntamento settimanale con i docenti
dell’Università di Roma la
Sapienza verterà sugli argomenti
fondamentali della materia ed è
articolato in cinque moduli da 16
ore ciascuno.
❖❖❖
Il primo modulo, dal titolo
“Globalizzazione ed Internazionalizzazione” , ha fornito un’ analisi puntuale delle diverse caratteristiche di questi nuovi processi
evidenziando i fattori che hanno
maggiormente influito sulle loro
dinamiche evolutive, a partire dal
grado di apertura dei territori,
dallo sviluppo degli investimenti
diretti esteri, dalla diffusione delle
tecnologie informatiche, dal ruolo
delle innovazioni di prodotto e di
processo.
❖❖❖
Il secondo modulo, dedicato in
particolare al “Ruolo del commercio estero e degli IDE” è stato
finalizzato alla comprensione della
politica dei processi di integrazione internazionale. Attraverso case
studies sono stati analizzati obiettivi, strumenti ed effetti delle politiche economiche nazionali.
❖❖❖
Nei primi giorni di maggio si
sono svolte le lezioni del terzo e
quarto modulo. “Il ruolo della
finanza internazionale” ha studiato il funzionamento dei sistemi
economici nazionali ed internazionali nel mercato finanziario globale, con attenzione agli effetti delle
politiche monetarie, fiscali e
finanziarie, così da cogliere le
cause e le conseguenze delle crisi.
“L’evoluzione dei sistemi produttivi ed il processo di internazionalizzazione” studierà invece il funzionamento dei sistemi produttivi
nazionali in un’ottica di crescente
apertura delle imprese verso i
mercati esteri, analizzando i fattori di competitività ed i livelli di
specializzazione settoriale e geografica delle imprese italiane.
❖❖❖
L’ultimo modulo in programma, “Il territorio e le condizioni
di attrattività”, fornirà gli strumenti utili a definire il ruolo del
territorio nell’ambito dei processi
di apertura internazionale dei
sistemi economici, recuperando il
concetto di competitività non riferito solo al sistema produttivo, o
alla singola impresa, ma come
contesto in cui operano modelli
cognitivi, competenze, conoscenze, sistemi amministrativi ed organizzativi che definiscono percorsi
endogeni e sostenibili di competitività internazionale.
AGCI / Maggio 2014 / 22
PROGETTI EUROPEI:
B.R.I.C.K.S. - IEE CALL
FOR PROPOSAL 2013
BUILD UP SKILLS PILLAR II
È stato approvato il progetto
europeo B.R.I.C.K.S. (Building
Refurbishment with Increased
Competences, Knowledge and
Skills) coordinato da ENEA e di
cui l’AGCI. è partner. Il progetto prevede lo sviluppo di strumenti e di metodologie per
realizzare un sistema di formazione che porti a migliorare le
conoscenze, le abilità e le competenze dei lavoratori impegnati nella riqualificazione
energetica degli edifici e nell’uso di fonti rinnovabili di
energia al fine di avere entro il
2020 un parco edilizio ad energia quasi zero. Il Consorzio
Nazionale Meuccio Ruini, ente
di
formazione
dell’AGCI.
Nazionale, seguirà tutte le attività relative alla formazione e
alla comunicazione.
FON.COOP: AVVISO N°23
APPROVATI NUOVI PIANI
STANDARD
Nella riunione del 26 marzo
2014, il CdA di Fon.Coop ha
approvato le graduatorie dei
nuovi piani standard presentati a valere sull’Avviso n°23 del
14 ottobre 2013. Due sono i
progetti che verranno implementati dal Consorzio Nazionale Meuccio Ruini, “INNOVA”
nella regione Abruzzo e
“CISFOOD – Comunicare l’Innovazione nel Settore del Food”
nella regione Lazio. Il primo
progetto vede protagonisti i
dipendenti di 4 realtà cooperative che verranno formati in
particolare sui seguenti temi:
“Comunicazione e gestione
utente”, “Igienificazione e
sanificazione degli ambienti”,
“Qualità ed igiene degli alimenti”. Il secondo progetto
coinvolgerà invece il personale
di una società di fama nazionale che opera nel settore del
food nella città di Roma ed è
finalizzato a migliorare le
conoscenze e competenze relativamente alla comunicazione
aziendale, relazione con il
cliente, marketing e innovazione.
Dopo un lungo lavoro di
studio e sviluppo realizzato in collaborazione con la
società Maia srl di Roma,
aderente ad AGCI Agrital,
è nato “d’Amore &diMare” il primo portale di ecommerce italiano dedicato alla vendita del pescato
freschissimo locale.
Senza intermediari né commercianti, ciò che il nostro
mare dona viene offerto
direttamente dai pescatori:
I pescatori pescano.
I pescatori compongono
le cassette di pesce freschissimo di stagione.
I pescatori vendono direttamente alle famiglie e
alle imprese di ristorazione.
L’offerta prevede la composizione di assortimenti
da 2 kg che integrano le
specie più note con quelle
meno diffuse, una soluzione efficace per favorire il
consumo sostenibile dei
prodotti del nostro mare.
A questi si aggiungono le
cassette mono-prodotto
da 3 kg, pensate per i piccoli ristoranti di qualità e
le famiglie numerose.
Il valore di questa iniziativa risiede nel fatto che
l’intera filiera produttiva
è affidata alle cooperative di pescatori, che finalmente possono arrivare
direttamente al mercato
del consumo recuperando
per intero il valore della
ACI Umbria
Fare rete e creare
occupazione
Si è svolto lo scorso marzo,
il primo Comitato Esecutivo dell’Alleanza delle Cooperative dell’Umbria, l’organismo promosso dalle
tre maggiori centrali cooperative AGCI, Confcooperative e Legacoop che ha
visto lo scorso 21 febbraio
il momento costitutivo
ufficiale.
Molti sono stati i temi
oggetto di discussione in
parte dettati dalle urgenze
ed emergenze ed in altra
parte da politiche di più
ampio respiro. Tra le prime
cose discusse vi è stata la
programmazione
delle
risorse comunitarie che la
regione Umbria si sta
accingendo a varare.
“È questa una fase cruciale – ha esordito il presidente di ACI Umbria Dino
Ricci – nella quale la cooperazione unita intende
far valere le proprie prerogative quale strumento
imprenditoriale aggregante. La cooperazione è
capace di fare rete e di
creare occupazione come
pochi
altri
strumenti
imprenditoriali ed è indispensabile per la tenuta di
comparti strategici come
quello agricolo e il welfare. Abbiamo messo in cantiere una iniziativa da
organizzare a breve nella
quale intendiamo confrontarci con la presidente
Marini e con gli assessori e
i dirigenti regionali di
competenza sulle nostre
proposte”. Questo periodo intercorso dalla costituzione dell’Alleanza, è
stato fitto di incontri istituzionali più o meno
informali: “C’era in ballo
la partita del bilancio della
regione, che per il mondo
della cooperazione sociale
significa prioritariamente
IRAP” ha proseguito il copresidente Andrea Fora.
“Strategico sarà il percorso che l’Alleanza sarà in
grado di costruire sul fronte dei servizi e della formazione per le cooperative associate e per i loro
amministratori e soci – ha
rilanciato Gabriele Nardini, AGCI Lazio– sul quale le
nostre Associazioni dovranno confrontarsi nei
prossimi mesi”.
Comunicare bene,
spendere meglio
Lo scorso 10 Aprile si è
svolto a Roma, presso Villa
Malta, un convegno promosso da FORUM PA e
Avaya, multinazionale leader nelle soluzioni di
comunicazione, tra video,
AGCI / Maggio 2014 / 23
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Appuntamenti
D’Amore&diMare
Il primo portale
di e-commerce italiano
dedicato alla vendita del
pescato freschissimo
locale
produzione.
Alle famiglie sono offerte
tutte le garanzie dell’acquisto a km zero, grazie
ad un sistema per la tracciabilità dei prodotti che
consente di conoscere, per
ogni cassetta di pesce, chi
è il produttore e chi il consumatore.
Per informazioni
www.damoredimare.it
dati, unified communications e contact centre. La
PA italiana è al centro di
un importante processo di
ripensamento per essere in
grado di assumere un
ruolo attivo nel superamento dei grandi problemi
del Paese. Affinché questo
avvenga, è necessario vincere due battaglie di sistema: scongelare l’Amministrazione e saper cogliere
le opportunità della programmazione 2014-2020.
Questo è quanto emerso
dai lavori introdotti e
coordinati da Carlo Mochi
Sismondi,
presidente
FORUM PA. Tra gli intervenuti ricordiamo: Patrizio Di
Carlo, direttore commerciale Avaya Italia, Pasquale
La Vacca, dirigente generale per l’Informatica e le
Comunicazioni, Ministero
degli Affari Esteri, Enzo
Chinelli, direttore generale Federsanità Anci, Luigi
Ferrari, direttore centrale
per l’Informatica e le
Comunicazioni, Ministero
degli Affari Esteri, Armando Capone, Responsabile
Engineering Avaya Italia. I
relatori, nei loro interventi, si sono soffermati sulle
esperienze e sulle soluzioni in grado di ridurre i costi
della spesa di comunicazione tra Amministrazione
e Amministrazioni e cittadini. Le nuove soluzioni
consentono, infatti, il
miglioramento dell’efficienza delle comunicazioni, senza penalizzare né la
qualità né la sicurezza
delle stesse, in un contesto
di miglioramento generale
del servizio al cittadino. Le
conclusioni sono state svolte da Francesco Tortorelli,
dell’Agenzia per l’Italia
Digitale. (Giulia Novelli)
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