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Chimica per capire unico
Pagina 1 Alberto Bargellini Massimo Crippa Donatella Nepgen Chimica per capire CHIMICA PER CAPIRE Nel volume • Risolviamo insieme e Sviluppa il tuo intuito, per imparare il metodo e allenarsi con il pensiero scientifico • Indagini con la chimica, per trovare ed elaborare in autonomia nuovi contenuti • Qualcosa in più, per approfondire • Schede interdisciplinari: Chimica e salute, Chimica e tecnologia, Protagonisti e idee della chimica, Strumenti e metodi della chimica • Facciamo il punto e Ricordati che…, per fissare i concetti • Ricchi apparati didattici con problemi ed esercizi guidati • Esperienze di laboratorio Nella Guida: programmazione flessibile e personalizzabile, uso del Libropiùweb e dei contenuti multimediali per LIM, prove di valutazione e altri strumenti per la didattica. Piano dell’opera licei scientifici Piano dell’opera licei umanistici* 1° biennio 1° biennio ISBN 978-88-00-21065-2 Volume 1 A – La materia: aspetti qualitativi e quantitativi. ISBN 978-88-00-21065-2 Volume 1 A – La materia: aspetti qualitativi e quantitativi. ISBN 978-88-00-20980-9 Volume 2 B – Gli stati di aggregazione della materia. C – Elementi e reazioni chimiche. ISBN 978-88-00-20980-9 Volume 2 B – Gli stati di aggregazione della materia. C – Elementi e reazioni chimiche. Volume unico 1+2 con CD-ROM Volume unico 1+2 con CD-ROM ISBN 978-88-00-21066-9 Guida con CD-ROM ISBN 978-88-00-21093-5 Guida con CD-ROM ISBN 978-88-00-21162-8 Volume 3 D – Dall’atomo ai composti chimici inorganici e organici ISBN 978-88-00-21162-8 Volume 3 D – Dall’atomo ai composti chimici inorganici e organici ISBN 978-88-00-21163-5 Volume 4 E – Le trasformazioni chimiche: aspetti termodinamici e cinetici. F – Reazioni all’equilibrio ed elettrochimica. in preparazione Volume 4 E – Trasformazioni e reazioni chimiche. Volume unico 3+4 con CD-ROM (*) Licei Classico, delle Scienze Umane, Linguistico. Per il programma dei Licei Artistici si suggeriscono i volumi 1, 2 e 3. Guida con CD-ROM Volume 5 con CD-ROM in preparazione I – La chimica, l’ambiente e la vita. • • • • in preparazione CHIMICA PER CAPIRE per il 1° biennio dei Licei in preparazione CONTENUTI MULTIMEDIALI Volume + CD-ROM Prezzo al pubblico Euro 16,80 ISBN 978-88-00-21093-5 2° biennio e 5° anno Guida con CD-ROM A. Bargellini M. Crippa D. Nepgen ISBN 978-88-00-21066-9 2° biennio e 5° anno ISBN 978-88-00-21167-3 C C ON Questo volume sprovvisto del talloncino a fronte (o opportunamente punzonato o altrimenti contrassegnato) è da considerarsi copia di saggio-campione gratuito, fuori commercio (vendita e altri atti di disposizione vietati art. 17, c.2 L. 633/1941). Esente da I.V.A. (D.P.R. 26.10.1972, n. 633, art. 2, lett. d). M 19:38 A. Bargellini M. Crippa D. Nepgen A. Ba rg ell pe Chi ini r i m M. 97 l 1 ica Cr 8- ° b p ipp 88 ien er a -0 ni ca D 0- o d p . N 21 ei ire ep 06 Li ge 6- cei n 9 13-12-2010 O D-R Chimica per capire unico Video LAB: filmati con esperienze di laboratorio Chimica VIVA: animazioni e video per vedere la chimica in azione E-trainer: esercizi interattivi per mettere alla prova le proprie conoscenze Strumenti per l’insegnante: test di verifica con registro virtuale, programmazione e prove di verifica personalizzabili A B C La materia Gli stati di aggregazione della materia Elementi e reazioni chimiche I_XII_chimLS_I_biennio_Romane 10-12-2010 14:22 Pagina III A T L A N T E D E L C O R S O Teoria Gli aeriformi UNITÀ 4 Analizzando simili risultati, Jacques Charles e Joseph Gay-Lussac ricavarono una legge che oggi porta il loro nome. Leggi e definizioni evidenziate La legge di Charles e Gay-Lussac, detta anche prima legge di Gay-Lussac, o legge isobara, afferma che il volume V occupato da una data quantità di gas varia di un 273-esimo del volume V0 occupato a 0 °C per ogni variazione di 1 °C della temperatura t, se si opera a pressione costante. Infografica Vale, pertanto, l’equazione volume (m3) a 0 °C volume (m3) alla temperatura t Tracciando il grafico cartesiano che rappresenta questa relazione, si ottiene una semiretta che incontra l’asse delle ascisse a −273 °C (figura 5): a tale temperatura il volume del gas (ideale) si ridurrebbe a zero! volume (mL) Le soluzioni figura 5 temperatura (°C) V0 t V = V0 + 273 °C Volume del gas in funzione della temperatura a pressione costante. I punti rappresentano i dati della tabella 4: prolungando sino all’asse delle ascisse il tratto rettilineo che li unisce, l’asse viene intersecato in corrispondenza della temperatura di −273 °C (0 K). 180 180 160 160 140 140 120 120 100 100 80 80 60 60 “Qualcosa in più”: approfondimenti tematici ualcosa in più I colloidi Esistono particolari miscele, i sistemi colloidali, o colloidi, che si distinguono da quelle finora descritte per alcune caratteristiche (figura 5). I colloidi rappresentano una situazione intermedia tra le vere e proprie soluzioni e le sospensioni (contenenti particelle grossolane), e si formano quando le particelle del materiale disperso hanno dimensioni comprese tra 1 nm e 1 µm (10−9 m e 10−6 m). Le particelle di queste dimensioni non decantano e non sono separabili per filtrazione, come accade invece per le sospensioni. In un sistema colloidale, si dice fase dispersa quella minoritaria, corrispondente al soluto nelle soluzioni, e fase disperdente quella maggioritaria, corrispondente al solvente. I colloidi, analogamente alle soluzioni, possono presentarsi in diversi stati fisici (tabella 2). Molte emulsioni colloi- 40 40 20 20 0 500 temperatura (K) 0 100 0 –273 –200 200 300 –100 0 400 50 100 200 UNITÀ 6 La soluzione che, a una data temperatura, contiene disciolta una quantità di soluto superiore alla solubilità del medesimo è detta soprasatura. Si tratta di una situazione molto instabile: se in essa si introduce un piccolo germe cristallino o su di essa si effettua un’azione meccanica (come l’agitazione), tutto il soluto in eccesso cristallizza. figura 5 Esempi di colloidi. temperatura (°C) Da queste considerazioni Lord Kelvin, nel 1848, propose la scala assoluta delle temperature. Se la temperatura viene misurata in kelvin invece che in gradi centigradi, la legge isobara può essere espressa matematicamente in forma più semplice: volume (m3) temperatura assoluta (K) V = costante T dove la costante dipende dalla quantità di gas e dalla pressione cui il gas è sottoposto. La legge isobara può essere quindi enunciata anche nel modo che segue. In una trasformazione fisica isobara, cioè a pressione costante, il volume occupato da una certa quantità di gas varia al variare della sua temperatura assoluta secondo una relazione di proporzionalità diretta. La tabella 5, riportando gli stessi dati della tabella 4 con le temperature espresse in kelvin, mette in evidenza che il rapporto V/T è costante: si constata, così, che le due formule che esprimono la legge isobara sono tra loro equivalenti. tabella 5 - Volume V e corrispondente temperatura assoluta T di un gas mantenuto a pressione costante. Il rapporto V/T non varia. V (mL) T (K) V (mL/K) T 100 273 0,366 118,3 323 0,366 136,6 373 0,366 173,3 473 0,366 Gelatine per uso alimentare. La nebbia (goccioline d’acqua nell’aria). tabella 2 - Vari tipi di sistemi colloidali. Fase dispersa 79 Fase disperdente Nome del colloide Esempi chiara d’uovo, gelatina, colla, amido solido liquido solido gas fumi, pulviscolo atmosferico aerosol solido liquido gas nebbia, spray, nubi aerosol liquido liquido liquido creme idratanti, maionese emulsione liquido panna montata, chiara d’uovo sbattuta, schiuma da barba schiuma gas sol e gel * * Sol (da “soluzione”), se prevale la fase liquida su quella solida; gel (da “gelatina”) se prevale la fase solida su quella liquida. “Chimica e…”: schede interdisciplinari Gli stati condensati: i liquidi e i solidi 119 “Risolviamo insieme”: problemi ragionati su argomenti concreti Le soluzioni UNITÀ 5 UNITÀ 6 Soluzioni isotoniche, ipertoniche e ipotoniche CHIMICA E TECNOLOGIA Se immaginiamo di ripetere l’esperimento interponendo la membrana semipermeabile tra due soluzioni di diversa concentrazione (che quindi esercitano pressioni diverse), il solvente diluisce la soluzione più concentrata sino a che le due soluzioni non raggiungono la medesima concentrazione. Due soluzioni che esercitano la stessa pressione osmotica sono dette soluzioni isotoniche. Se tra di esse si interpone una membrana semipermeabile, non si verifica alcun flusso netto di solvente. Sono isotoniche le soluzioni con uguale concentrazione, anche se di soluti differenti. Se due soluzioni sviluppano invece pressioni diverse, quella che esercita la pressione maggiore è detta soluzione ipertonica, mentre quella che esercita la pressione minore è chiamata soluzione ipotonica. Il flusso netto di solvente è diretto dalla soluzione ipotonica, meno concentrata, a quella ipertonica, più concentrata. Gli stati atipici della materia Esistono stati fisici che non rientrano nelle solite categorie e che solo alcune sostanze possono presentare (figura A), e altri, altrettanto inusuali, che si originano solamente in particolari condizioni ambientali. I solidi amorfi o vetrosi figura A Il vetro non possiede una struttura ordinata come i solidi cristallini. Le sue particelle sono disposte in modo casuale, come se fosse un fluido del quale si è presa un’istantanea in un momento in cui si trovava in una delle infinite configurazioni molecolari possibili. Pur essendo dei solidi a tutti gli effetti, i solidi amorfi hanno un comportamento irregolare nei passaggi di stato, durante i quali non mantengono costante la loro temperatura. Alcune sostanze, come la silice (SiO2), possono diventare, raffreddandosi a partire dallo stato liquido, sia solidi cristallini sia solidi vetrosi. Il loro diverso comportamento dipende dalla rapidità del raffreddamento: se questo è rapido, la loro struttura diventa vetrosa. Il vetro è un solido privo di struttura cristallina. I cristalli liquidi Esistono sostanze, le cui molecole hanno forma allungata (a bastoncino), che formano uno stato intermedio tra solido e liquido, detto stato mesomorfo, se vengono mantenute entro l’intervallo di temperature compreso tra la temperatura di fusione e la temperatura di solidificazione, che in questo caso non coincidono. Le sostanze che si trovano nello stato mesomorfo, comunemente indicate con il nome di cristalli liquidi, presentano una struttura parzialmente ordinata. In esse le molecole tendono a disporsi parallelamente l’una all’altra, possiedono una mobilità maggiore che in un comune solido, ma minore che in un comune liquido (figura B). Per questo motivo i cristalli liquidi possono scorrere come fluidi viscosi, cui assomigliano, pur possedendo le proprietà elettriche e magnetiche dei solidi. In alcuni tipi di cristalli liquidi, l’applicazione di un campo elettrico modifica l’orientazione delle RISOLVIAMO INSIEME 8 Pressione osmotica e globuli rossi molecole: i cristalli possono così diventare, da opachi, trasparenti e perciò sono adatti all’impiego in dispositivi per la visualizzazione delle immagini. In questi ultimi anni il loro utilizzo si sta notevolmente ampliando. Dagli ormai tradizionali display di orologi e calcolatrici si è arrivati agli schermi ultrapiatti di monitor e televisori. Perché è pericoloso somministrare a un paziente una soluzione fisiologica con una concentrazione di NaCl superiore a quella prescritta? Per comprenderlo calcoliamo la pressione osmotica esercitata, a 37,0 °C, temperatura media del plasma sanguigno, da una soluzione acquosa 0,150 M di NaCl. Dati e incognite Il plasma M = 0,150 mol/L t = 37,0 °C π=? È ritenuto il quarto stato della materia, poiché qualsiasi sostanza assume la forma di un plasma a temperature estremamente elevate. Il plasma può essere assimilato a un gas, in cui però non esistono più gli atomi, poiché gli elettroni si sono separati dai nuclei e si muovono liberamente. I più moderni schermi piatti dei televisori contengono plasma. Soluzione La temperatura corporea t = 37,0 °C è, nella scala assoluta, T = (37,0 + 273) K = 310 K. Poiché il coefficiente correttivo di van’t Hoff relativo al cloruro di sodio è i = 2, dalla legge della pressione osmotica si ricava: π=iMRT= = 2 (0,150 mol/L) (0,0821 atm · L/(mol · K)) (310 K) = = 7,64 atm Riflettiamo sul risultato La pressione osmotica che abbiamo calcolato è quella esercitata dalla normale soluzione fisiologica. Se nelle vene di un paziente fosse iniettata una soluzione più concentrata, il plasma diventerebbe una soluzione ipertonica rispetto al liquido racchiuso al- l’interno dei globuli rossi, attraverso la cui membrana cellulare l’acqua, di conseguenza, fuoriuscirebbe. Quindi i globuli rossi raggrinzirebbero e verrebbero distrutti (il fenomeno è detto “plasmolisi”). Prosegui tu Calcola la pressione osmotica esercitata, a 25,0 °C, da una soluzione che contiene 50,0 g di glucosio in 850 g di acqua, sapendo che la massa molare del glucosio è 180 g/mol e che la densità dell’acqua è 1000 g/L. [8,00 atm] Facciamo il punto 4. Vero o falso? figura B Le molecole di forma allungata di cui sono costituiti i cristalli liquidi tendono ad assumere un orientamento comune, producendo strutture con un grado di ordine inferiore a quello dei solidi cristallini ma superiore a quello dei liquidi. 109 “Facciamo il punto”: prima verifica per fissare i concetti Le proprietà colligative di una soluzione dipendono prevalentemente dal numero di particelle di soluto presenti in una data quantità di soluzione. V F Lo spargimento di sale sulle strade d’inverno fa diminuire il punto di congelamento dell’acqua, così il ghiaccio si forma con più difficoltà. V F 135 I_XII_chimLS_I_biennio_Romane 10-12-2010 14:22 Gli aeriformi UNITÀ 4 Per pressione parziale di un gas in una miscela si intende la pressione che il gas svilupperebbe se fosse l’unico componente presente. La pressione parziale di ciascun componente si ricava dal rapporto tra il numero di moli di quel gas e il numero totale delle moli di gas presenti, moltiplicato per la pressione totale. Indicando con n1, n2, n3, … il numero di moli del primo componente, del secondo, del terzo ecc., si ha, cioè, n3 n2 n1 P ... P P3 = P P2 = P1 = n1 + n 2 + n 3 + ... n1 + n 2 + n 3 + ... n1 + n 2 + n 3 + ... Pagina IV “Ricordati che…”: sintesi di fine unità RISOLVIAMO INSIEME 7 Trimix: l’aria dei sommozzatori Il trimix è una miscela gassosa usata dai sub per le immersioni più impegnative (oltre i 40 metri di profondità). La miscela è composta da ossigeno, elio e azoto in percentuali variabili in base alla durata e profondità dell’immersione. Supponiamo che in una bombola per sommozzatori vi siano 2,50 g di elio, 5,50 g di azoto e 20,0 g di ossigeno. Sapendo che le masse molari dell’elio, dell’azoto e dell’ossigeno sono, rispettivamente, 4,00 g/mol, 28,0 g/mol e 32,0 g/mol, quali sono le pressioni parziali dei tre gas, se la pressione totale della miscela è di 2,00 atm? nO2 dei tre gas che compongono la miscela: m 2 , 50 g nHe = He = = 0 , 625 mol M He 4 , 00 g/mol mN2 5 , 50 g = = 0 ,196 mol nN2 = 28 , 0 g/mol M N2 mO 2 20 , 0 g = 0 , 625 mol = nO2 = 32 , 0 g/mol M O2 2 = 2 P = 2,00 atm mHe = 2,50 g; MHe = 4,00 g/mol; PHe = ? mN2 = 5,50 g; MN2 = 28,0 g/mol; PN2 = ? mO2 = 20,0 g; MO2 = 32,0 g/mol; PO2 = ? nN nHe + nN + nO PO = 2 = nHe + nN + nO ■ Secondo il modello particellare, in tutti e tre gli stati fisici in cui si presenta la materia possiamo immaginare che essa sia costituita da particelle piccolissime, approssimativamente sferiche e in perenne movimento: • nei solidi le particelle si attraggono fortemente, si mantengono molto vicine e hanno una limitata libertà di movimento; • nei liquidi le forze di coesione sono più deboli, le particelle possiedono una maggiore libertà di movimento ma non possono allontanarsi tra loro; • negli aeriformi le forze di coesione sono debolissime e le particelle sono libere di muoversi e di allontanarsi tra loro. (2,00 atm) = 0,271 atm P = 2 2 Soluzione Determiniamo, dapprima, i numeri di moli nHe, nN2 ed 2 0 ,196 mol ( 0 , 625 + 0 ,196 + 0 , 625 ) mol nO (2,00 atm) = 0,864 atm P = 2 2 = 2 0 , 625 mol ( 0 , 625 + 0 ,196 + 0 , 625 ) mol 2 0 , 625 mol (2,00 atm m) = 0,864 atm ( 0 , 625 + 0 ,196 + 0 , 625 ) mol SVILUPPA IL TUO INTUITO Perché il trimix? L’azoto, che è il 78% dell’aria che si respira, è un gas inerte che non partecipa agli scambi gassosi negli alveoli polmonari. Quando la pressione parziale di questo gas si innalza al di sopra di certi limiti, come avviene nelle immersioni profonde, esso provoca, tuttavia, un effetto tossico nell’organismo: la narcosi da azoto o ebbrezza da alti fondali. La narcosi da azoto può verificarsi durante le immersioni subacquee nel caso in cui la pressione ambientale superi 4 atm (a oltre 40 m di profondità) ed è accentuata dalla velocità di discesa. I suoi effetti sono molto simili a quelli provocati dall’uso di alcolici: il soggetto inizialmente vive uno stato di lucida euforia ma in seguito, se non inizia immediata- La materia: aspetti qualitativi e quantitativi ■ In condizioni di temperatura e pressione stabilite e costanti, la materia si presenta ai nostri sensi in tre diversi stati fisici: lo stato solido, lo stato liquido e lo stato aeriforme (gas e vapore). Ogni sostanza in un determinato stato fisico ha ben definite proprietà: • un solido ha volume e forma propri; un liquido ha un proprio volume, ma assume la forma del recipiente che lo contiene; • un aeriforme non ha né volume né forma propri e può essere compresso. Le pressioni parziali sono: nHe PHe = P = nHe + nN + nO PN = Dati e incognite SEZIONE A RICORDATI CHE… mente a risalire, la sua mente si offusca completamente. Per risolvere questo problema sono state messe a punto delle miscele, come il trimix, in cui l’azoto è sostituito in parte dall’elio. L’elio non è pericoloso, ma fa sentire freddo: a parità di temperatura, gli atomi di elio, di massa minore, hanno una velocità media superiore a quella delle molecole di azoto; di conseguenza, urtando con maggiore frequenza contro le nostre cellule, sottraggono a esse molto calore. Un secondo effetto collaterale è la modificazione della voce, che diventa più acuta: per la minore densità dell’elio, infatti, le corde vocali vibrano più rapidamente. A questo punto sorge una domanda: non si potrebbe usare ossigeno puro? Assolutamente no! Oltre i 6 m di profondità diventa tossico per il sistema nervoso! ■ I corpi materiali che ci circondano sono quasi sem- pre costituiti da miscele di più sostanze. Le miscele possono essere omogenee o eterogenee a seconda che in esse siano distinguibili una o più fasi. Una fase è una parte di materia delimitata da superfici nette e con le stesse proprietà (colore, densità ecc.) in ogni suo punto. Le miscele omogenee sono dette soluzioni, quelle eterogenee miscugli. ■ In una soluzione a due componenti si dice solvente quello in quantità preponderante e soluto il componente minoritario. ■ I componenti di una miscela possono essere isolati gli uni dagli altri attraverso opportune tecniche di separazione basate su trasformazioni fisiche. Le tecniche di separazione delle miscele • Eterogenee solido-liquido, o sospensioni: decantazione, centrifugazione, filtrazione. bacchetta di vetro ■ Al variare delle condizioni di temperatura e di pressione la materia cambia stato fisico; tale cambiamento viene detto passaggio di stato. I passaggi di stato sono trasformazioni fisiche. miscuglio filtro I passaggi di stato • Da solido a liquido: fusione. • Da liquido a solido: solidificazione. • Da liquido ad aeriforme: vaporizzazione. • Da aeriforme a liquido: condensazione. • Da solido ad aeriforme: sublimazione. • Da aeriforme a solido: brinamento (o sublimazione). AERIFORME vaporizzazione 87 condensazione sublimazione LIQUIDO brinamento (sublimazione) residuo solido filtrato • Eterogenee liquido-liquido, o emulsioni: decantazione (imbuto separatore), centrifugazione. • Eterogenee solido-solido: cristallizzazione, sublimazione. • Omogenee: distillazione semplice, distillazione frazionata, cromatografia. ■ Una sostanza pura ha valori definiti e costanti di pro- prietà fisiche come la densità, il punto di fusione e il punto di ebollizione, che ne permettono l’identificazione. fusione ■ Alcune sostanze pure si possono decomporre per “Sviluppa il tuo intuito”: per allenarsi con il pensiero scientifico solidificazione mezzo di reazioni chimiche in sostanze più semplici, altre non sono decomponibili. Le prime sono i composti, le seconde gli elementi. SOLIDO ■ Gli elementi conosciuti sono più di 110 e vengono rappresentati attraverso i loro simboli. 46 Applicazioni “Indagini con la chimica”: temi per ricerche Gli stati condensati: i liquidi e i solidi UNITÀ 5 LABORATORIO Le curve di riscaldamento e di raffreddamento del paradiclorobenzene SCOPO Verificare l’esistenza delle soste termiche. Materiale occorrente • Becher da 1 L • Provettone • Becco Bunsen • Treppiedi, reticella, stativo e morsetti • Cronometro • Termometro • Bacchette di vetro • p-diclorobenzene (oppure comune naftalina) PROCEDIMENTO SEZIONE A Rilevare i valori di temperatura ogni 10 secondi, sino a che non sono scesi al di sotto dei 30 °C (45 °C per la naftalina). ELABORAZIONE DATI E CONCLUSIONI Separatamente per ciascuno dei due processi, di riscaldamento e raffreddamento, costruire una tabella con i dati raccolti e rappresentare i dati su un piano cartesiano avente in ascisse il tempo e in ordinate la temperatura. Unire i punti per ottenere le curve di riscaldamento e raffreddamento. Verificare che ciascuno dei due grafici presenti una sosta termica, cioè che durante tutto il tempo in cui sono avvenuti i passaggi di stato da solido a liquido e da liquido a solido la temperatura del campione non sia variata. La temperatura di fusione (e di solidificazione) del p-diclorobenzene è di 53 °C (quella della naftalina di 79 °C). Verificare che, entro un errore percentuale del 5%, sia proprio questo il valore di temperatura che corrisponde ai passaggi di stato osservati nel corso dell’esperimento. Inserire 5-10 g di p-diclorobenzene (o di naftalina) nel provettone. Fissare il provettone immergendolo nell’acqua calda e inserire al suo interno il termometro in modo che il bulbo sia coperto dalla sostanza ma non tocchi le pareti di vetro. La liofilizzazione: una “sublime” tecnica di essiccamento Poche sono le sostanze che, come lo iodio e la naftalina, sublimano spontaneamente in condizioni ambientali. Tuttavia, in particolari condizioni, è possibile far sublimare anche l’acqua contenuta negli alimenti e conservare a lungo un buon risotto alla milanese o preparare un aromatico caffè istantaneo. La tecnica utilizzata è la liofilizzazione, che permette di realizzare l’essiccamento di una sostanza mediante rapido raffreddamento sotto vuoto e successiva sublimazione dei cristalli di ghiaccio. Fai una ricerca su questa tecnica, molto utilizzata anche nella preparazione di prodotti farmaceutici. 2 Le leghe metalliche Nel 1962, mentre cercavano di rendere meno fragile il titanio aggiungendovi diverse quantità di nichel, alcuni ricercatori statunitensi scoprirono una lega “a memoria di forma”. Se si deforma meccanicamente un nastro di questa lega, esso ritorna alla forma originale quando viene scaldato: la temperatura alla quale si ottiene il cambiamento può variare da –100 °C a 100 °C a seconda della quantità di nichel presente. Con la 3 Rilevare immediatamente la temperatura iniziale. La materia: aspetti qualitativi e quantitativi INDAGINI CON LA CHIMICA 1 Riempire il becher con acqua del rubinetto e portare la temperatura dell’acqua a circa 70 °C (o fino a 100 °C se si usa la naftalina) con il becco Bunsen. Togliere il provettone dal becher e sostituire l’acqua nel becher con acqua fredda del rubinetto (per accelerare il processo si può anche aggiungere un poco di ghiaccio). Immergere il provettone contenente il campione di p-diclorobenzene fuso. L’apparato sperimentale. 115 70 lega Ti/Ni a memoria di forma è stato possibile ripristinare il normale flusso sanguigno in arterie ostruite. Questo è solo uno dei più recenti esempi di utilizzo di leghe metalliche. La prima lega prodotta dall’uomo è stata il bronzo e ancora oggi viene molto utilizzato l’ottone. Scrivi una relazione su queste e altre leghe (come amalgama, argentana, alpacca, peltro), specificandone composizione, proprietà e usi. Contiamo le molecole Il valore approssimato della costante di Avogadro (6,02 ⋅ 1023 mol–1) era già noto alla fine del XIX secolo: il primo calcolo risale al 1875 ed è dovuto a Johannes D. van der Waals. Questo valore si può ottenere sperimentalmente in numerosi modi. Un metodo moderno è quello basato sulla conoscenza della densità di un cristallo puro di silicio, della sua massa atomica relativa e della distanza tra i singoli atomi determinata tramite i raggi X; un secondo metodo è quello di Ernest Rutherford, basato sull’utilizzo del contatore Geiger; un terzo, Rilevare la temperatura del p-diclorobenzene ogni 10 secondi, sino a quando non supera i 60 °C (90 °C per la naftalina). Rilevare il valore della temperatura e far partire il cronometro. Proposte per attività di laboratorio dovuto a Lord Rayleigh, utilizza l’acido oleico. Ricerca notizie su quest’ultimo e descrivi in dettaglio come av- viene l’esperimento, che potresti eseguire in laboratorio con l’aiuto dell’insegnante. acido oleico acqua cosparsa di polvere di talco macchia di acido oleico I_XII_chimLS_I_biennio_Romane 10-12-2010 14:22 Pagina V Esercizi Problemi guidati Esercizi per paragrafo Trasformazioni fisiche e chimiche della materia NE R 2 7 a 1 a b c d 2 a b c d 3 a b c d Gli stati di aggregazione della materia e i loro cambiamenti I liquidi sono a con forma propria. comprimibili. con volume proprio. densi. b Un solido ha volume proprio ma non forma propria. forma propria ma non volume proprio. forma e volume propri. né forma né volume propri. È lo stato fisico in cui le particelle hanno la minima libertà di movimento. Liquido Solido Aeriforme Gassoso .................................................. è il passaggio da aeriforme a liquido. .................................................. è il passaggio da solido a liquido. ■ .................................................. è il passaggio da liquido a solido. ■ .................................................. è il passaggio da solido ad aeriforme e viceversa. 5 Il gelato che si scioglie è un esempio di c a b c d sublimazione. condensazione. fusione. evaporazione. Due Tre c d …… acqua e olio …… ■ fumo di scarico d’auto …… da cui ottieni: ■ vino …… V = ■ aceto …… ■ fango …… ...... V = ...... RT Mm .... R T (.... g) (.... atm ⋅ L/(mol ⋅ K)) (..... K ) = .... L = Mm .... (32, 0 g/mol) (.... atm) 42 In una bombola da campeggio sono contenuti 12,0 g di propano, la cui massa molare è 44,1 g/mol, alla pressione di 2,00 atm e alla temperatura di 15,0 °C. Qual è il volume della bombola? 10 Per ottenere un miscuglio occorre mescolare due o più sostanze diverse. pesare esattamente sostanze diverse e mescolarle. accertarsi che si ottenga un sistema eterogeneo. sciogliere una sostanza in un’altra. a b c d V F V F 43 Un dirigibile contiene 10,0 kg di elio, la cui massa molare è 4,00 g/mol, a 25,0 °C di temperatura e a 1,01 · 105 Pa di pressione. Qual è il suo volume? 3 44 In una bombola del volume di 0,100 m , 54,0 g di ammoniaca esercitano una pressione di 5,00 kPa. Sapendo che la massa molare dell’ammoniaca è 17,0 g/mol, a quale temperatura si trova la bombola? Le tecniche di separazione delle miscele 13 Il miglior modo per separare fango da un campione di acqua torbida è a b c d GUIDA ALLA SOLUZIONE Del gas contenuto nella bombola conosci il volume V, la pressione P di 5,00 kPa = …… Pa, la massa m e la massa molare Mm. Per determinare la sua temperatura assoluta T puoi utilizzare l’equazione di stato nella forma filtrare. distillare. cromatografare. estrarre con solvente. P ...... = m RT ...... 47 3 ....P .... (.... g/mol) (.... Pa) (.... m ) = .... K = mR ( 54,, 0 g) (.... J/(mol ⋅ K)) 46 A quale temperatura 50,0 g di ossigeno, la cui massa molare è 32,0 g/mol, occupano un volume di 40,0 L alla pressione di 101 kPa? 47 Un airbag che contiene 45,0 g di azoto raggiunge un volume di 30,0 L a 25,0 °C. Qual è la pressione che esercita l’azoto all’interno, sapendo che la sua massa molare è 28,0 g/mol? 48 Una bombola da 50,0 L contiene 4,00 g di idrogeno, la cui massa molare è 2,02 g/mol, alla temperatura di 25,0 °C. Quale pressione esercita il gas all’interno della bombola? 49 Un dirigibile è riempito con 2,00 · 105 m3 di elio alla temperatura di 25,0 °C e alla pressione di 1,01 · 105 Pa. Sapendo che la massa molare dell’elio è 4,00 g/mol, quanti kilogrammi di gas contiene il dirigibile? 51 Su Marte la pressione atmosferica è di 800 Pa e la temperatura all’equatore di 27 °C. Qual è la massa di 20 m3 dell’aria marziana, di massa molare uguale a 44 g/mol? 52 Una bombola contiene 30,0 L di idrogeno, la cui massa molare è 2,02 g/mol, alla temperatura di 20,0 °C e alla pressione di 5,00 atm. Se si apre la valvola e si fanno uscire 10,0 g di gas, quale sarà la pressione esercitata dal gas residuo, che occupa il medesimo volume alla stessa temperatura? 53 Una miscela di gas è costituita da 8,40 g di azoto e 1,50 g di ossigeno. Se la pressione esercitata dalla miscela nel suo complesso è di 2,00 atm, quali sono le pressioni parziali dell’azoto e dell’ossigeno, le cui masse molari sono, rispettivamente, 28,0 g/mol e 32,0 g/mol? 97 Le soluzioni 12 Una soluzione acquosa 0,1 m di KI (soluto che si dissocia completamente), rispetto a una soluzione acquosa 0,1 m di saccarosio, presenta un innalzamento ebullioscopico a b pari alla metà. doppio. c d triplo. uguale. a b c d soluto attraverso una membrana permeabile. soluto da una zona a maggior concentrazione a una a minor concentrazione. solvente attraverso una membrana semipermeabile. soluto attraverso una membrana semipermeabile. 14 Quale delle seguenti affermazioni non è corretta? a b c d La pressione osmotica può essere misurata in atmosfere. L’espressione matematica della pressione osmotica deriva da un’equazione che ha la stessa forma dell’equazione di stato dei gas perfetti. La pressione osmotica dipende dal numero di particelle di soluto contenuto in una determinata quantità di soluzione. La pressione osmotica dipende soltanto dalla concentrazione della soluzione. Esercizi di riepilogo 15 La massima quantità di soluto che può sciogliersi in una data quantità di solvente è detta a b solubilizzazione. solubilità. c d solvatazione. corpo di fondo. 16 A una soluzione di zucchero in acqua, contenente cristalli di zucchero sul fondo, si aggiunge altro zucchero. Che cosa accade? a b c d La concentrazione della soluzione aumenta. La soluzione diventa satura. La concentrazione della soluzione resta la stessa, ma aumenta il corpo di fondo. La concentrazione della soluzione aumenta e aumenta anche il corpo di fondo. 17 Quale delle seguenti affermazioni relative all’acqua di mare è sbagliata? a b c d La sua temperatura di ebollizione è più alta di quella dell’acqua pura. La sua temperatura di congelamento è più bassa di quella dell’acqua pura. La sua pressione di vapore è più bassa di quella dell’acqua pura. La sua densità è uguale a quella dell’acqua pura. UNITÀ 6 18 Qual è la concentrazione percentuale massa/massa di una soluzione contenente 10,0 g di NaCl in 250 g di acqua? GUIDA ALLA SOLUZIONE La relazione da utilizzare è: % m/m = 13 L’osmosi è il passaggio di Esercizi di riepilogo sugli argomenti dell’unità T = ovvero, in scala Celsius, t = …… °C. 50 Per gonfiare un palloncino sino a un volume di 3,00 L sono necessari 0,400 g di elio a 27,0 °C. Qual è la pressione esercitata dal gas, la cui massa molare è 4,00 g/mol, in kilopascal? sostanze pure. miscugli. miscele omogenee. elementi. 12 Vero o falso? Una miscela di acqua e zucchero è omogenea poiché costituita da una sola fase. Se si lascia a riposo un’emulsione di acqua e olio si osservano due fasi. UNITÀ 4 Notando che le unità di misura qui utilizzate per la pressione e il volume sono quelle del SI, rispettivamente il pascal e il metro cubo, e pertanto devi esprimere la costante universale dei gas in J/(mol · K), ottieni: 45 A quale temperatura 80,0 g di azoto, la cui massa molare è 28,0 g/mol, occupano un volume di 50,0 L alla pressione di 1520 mmHg? GUIDA ALLA SOLUZIONE Essendo note la massa m del gas, la sua massa molare Mm, la pressione P da esso esercitata e la sua temperatura, che in scala assoluta è T = (20,0 + ……) K = = …… K, per determinare il volume V della bombola che lo contiene puoi utilizzare l’equazione di stato nella forma Una Nessuna nebbia 3 Il ghiaccio che si trasforma in acqua è un esempio di sublimazione. condensazione. fusione. evaporazione. elemento. soluzione. 11 Le leghe metalliche sono ■ d c d ■ c ■ 6 composto. miscela eterogenea. Quante fasi si osservano in una soluzione? ■ d .................................................. è il passaggio da liquido ad aeriforme. 41 In una bombola sono contenuti 20,0 g di ossigeno, la cui massa molare è 32,0 g/mol, alla pressione di 0,400 atm e alla temperatura di 20,0 °C. Qual è il volume della bombola? Individua tra le miscele sotto elencate quelle che si possono classificare come soluzioni: b ■ Le miscele Una miscela formata da due o più fasi è detta 9 a Completa le frasi. b b 8 4 a Gli aeriformi 40 Un palloncino viene riempito con elio sino a una pressione di 22,0 mmHg a 25,0 °C. Se il palloncino ha un volume di 350 mL, quante moli di gas vi sono contenute? Allenati anche con i test online Test e problemi 1 UNITÀ 2 E-TRAI ESERCIZI massa del soluto (g) ⋅ 100 massa della soluzione (g) in cui la massa della soluzione è la somma della massa del soluto e di quella del solvente. Nel caso considerato si ha: …… g ⋅ 100 = …… % m/m = (…… + 250 ) g cioè la concentrazione della soluzione è ……. % m/m. 19 Calcola la concentrazione percentuale in massa di una soluzione contenente 20,0 g di KCl in 700 g di acqua. Quanti grammi di KCl sono presenti in 2,50 kg di soluzione? 20 Quanti grammi di glucosio sono necessari per preparare 1 L di soluzione acquosa al 3% m/V? 21 Calcola quanti grammi di K2SO4 sono presenti in 300 mL di soluzione acquosa al 2% m/V. 22 Calcola la molarità di una soluzione contenente 20,0 g di NaOH in un volume di 500 mL, usando la tavola periodica per determinare la massa molare del soluto. GUIDA ALLA SOLUZIONE Consultando la tavola periodica trovi che la massa molare del sodio è …… g/mol, quella dell’ossigeno è 16,0 g/mol e quella dell’idrogeno 1,01 g/mol. Sommando, ottieni che la massa molare di NaOH è: Mm = ( …… + 16,0 + 1,01) g/mol = …… g/mol La molarità M di una soluzione è il rapporto, espresso in mol/L , tra il numero di moli n del soluto e il volume V della soluzione: n M= V Indicando con ms la massa del soluto, si ha anche: n= ms Mm Combinando questa con la precedente, ed esprimendo il volume in litri (V = 500 mL = 0,500 L), ottieni: M= ms Mm V = …… g (…… g/mol) (0, 500 L ) = …… mol/L 23 Calcola la molarità di una soluzione contenente 5,00 g di Ca(OH)2 in un volume di 700 mL, usando la tavola periodica per determinare la massa molare del soluto. 24 Calcola la molarità di una soluzione contenente 1,20 g di FeCl2 in un volume di 200 mL, usando la tavola periodica per determinare la massa molare del soluto. 139 I_XII_chimLS_I_biennio_Romane 10-12-2010 14:22 Pagina VI WEB Gli stati condensati: i liquidi e i solidi UNITÀ 5 I liquidi e le loro proprietà specifiche Anche i liquidi, come gli aeriformi, sono dei fluidi, ma si distinguono dagli aeriformi per alcune proprietà caratteristiche. • I liquidi hanno densità maggiore rispetto ai gas, perché le loro particelle (di norma molecole) sono costrette a stare vicine dalla presenza di più intense forze attrattive. • I liquidi sono assai poco comprimibili, anche se sottoposti a forti pressioni: è un’evidente conseguenza della vicinanza tra le molecole, che non possono, se non di poco, ulteriormente avvicinarsi. Per questo motivo costituiscono, come i solidi, uno stato condensato della materia. • I liquidi diffondono, ma meno rapidamente dei gas (figura 1). L’elevato addensamento riduce, infatti, la possibilità di movimento delle loro particelle, perché nel muoversi esse si urtano continuamente (come quando noi ci spostiamo in mezzo alla folla). Vi sono casi in cui la diffusione deve essere facilitata manualmente agitando o mescolando, perché molto lenta, e altri in cui non avviene del tutto. • I liquidi sono in grado di fluire, ossia di scorrere all’interno di tubature come gli aeriformi, ma non si espandono (figura 2). Ciò dipende dal fatto che le forze di coesione impediscono l’allontanamento recirpoco delle particelle, che rimangono sempre a stretto contatto, permettendone tuttavia lo scorrimento l’una rispetto all’altra. Tutti i liquidi, inoltre, possiedono una viscosità, cioè una resistenza allo scorrimento. In tutte le unità V F I liquidi si espandono ma non fluiscono. V F Animazioni Gli stati condensati: i liquidi e i solidi ESERCIZI CHIMIC IVA AV 2. La transizione dallo stato liquido a quello di vapore Allenati anche con i test online Test e problemi Pressione di vapore saturo 1 La vaporizzazione di un liquido, cioè il suo passaggio allo stato aeriforme, può avvenire in due diversi modi: il liquido può evaporare, secondo un processo lento che interessa solo la sua superficie, oppure può bollire, secondo un processo tumultuoso che coinvolge tutto il suo volume. 1 a La volatilità: i liquidi tendono a evaporare b L’evaporazione è un processo di vaporizzazione che si verifica a tutte le temperature. Per comprendere come avviene dobbiamo tenere presente che le particelle di un liquido non hanno tutte la medesima energia cinetica: alcune possiedono un’energia maggiore della media, altre un’energia minore. Le particelle dotate di energia cinetica più elevata, se vengono casualmente a trovarsi vicino alla superficie del liquido, riescono a vincere le forze attratti- c d 2 a b 101 c d Le caratteristiche dei liquidi 6 a b c I liquidi sono facilmente comprimibili a causa della loro bassa densità. sono in grado di fluire meglio dei gas. tendono a espandersi come i gas. sono più densi dei gas. Nei liquidi le forze attrattive tra le particelle sono più intense di quelle esistenti nei solidi. più deboli di quelle esistenti nei gas. dello stesso ordine di grandezza di quelle esistenti nei gas. più intense di quelle esistenti nei gas. d 7 a b c d 2 a b c d La transizione dallo stato liquido a quello di vapore L’evaporazione di un liquido è influenzata dalla superficie di evaporazione e dalla ventilazione. dalla temperatura. dalla natura del liquido. da tutti i fattori sopra elencati. Nel processo di evaporazione passano alla fase aeriforme le molecole a superficiali dotate di minore energia cinetica. superficiali dotate di maggiore energia cinetica. di tutto il volume del liquido che hanno maggiore energia cinetica. di tutto il volume del liquido che hanno minore energia cinetica. b c d 5 a b c d La volatilità di un liquido è misurata dalla sua pressione di vapore. è la tendenza del liquido a evaporare. dipende dal tipo di liquido. Tutte le risposte precedenti sono corrette. Il vapore è detto saturo quando in un ambiente chiuso la velocità a del processo di evaporazione supera quella del processo di condensazione. del processo di evaporazione eguaglia quella del processo di condensazione. del processo di condensazione supera quella del processo di evaporazione. dei processi di evaporazione e di condensazione è nulla. c d 9 a b 4 La pressione di vapore saturo è la pressione esercitata dal vapore in equilibrio dinamico con il suo liquido. si misura in ambiente aperto. è la pressione esercitata dal vapore prima che raggiunga l’equilibrio dinamico con il suo liquido. è la pressione esercitata dal liquido in equilibrio dinamico con il suo vapore. 8 b 3 UNITÀ 5 E-TRAI R F I liquidi diffondono. CHIMIC NE Tutte le sostanze in fase liquida possono scorrere e si raccolgono sul fondo dei recipienti: una proprietà dei liquidi mirabilmente illustrata dalla Fontana del Moro di Piazza Navona, a Roma. F I liquidi hanno densità minore dei gas e si comprimono facilmente. V IVA AV figura 2 Lenta diffusione di un liquido colorato in acqua. A parità di temperatura, lo stato fisico di una sostanza dipende dall’intensità delle forze di coesione tra le particelle che la costituiscono. V R 1. Vero o falso? figura 1 NE E-TRAI Esercizi interattivi Facciamo il punto c d Un liquido bolle quando la pressione di vapore saturo raggiunge la pressione atmosferica. la pressione esercitata sulla sua superficie dall’esterno è minore della pressione atmosferica. la pressione di vapore saturo è inferiore alla pressione atmosferica. la pressione esercitata sulla sua superficie dall’esterno è maggiore della pressione atmosferica. Un liquido che evapora si raffredda perché perde le molecole più ricche di energia cinetica. povere di energia cinetica. ricche di energia potenziale. povere di energia potenziale. 10 In alta montagna l’acqua bolle a una temperatura a b c d inferiore a 100 °C perché la pressione atmosferica è inferiore a 1 atm. di oltre 100 °C perché la pressione è inferiore a 1 atm. di oltre 100 °C perché la pressione supera 1 atm. inferiore a 100 °C perché la pressione supera 1 atm. 113 Trasformazioni fisiche e chimiche della materia UNITÀ 2 VIDE O LAB LABORATORIO Sublimazione Miscugli e composti Miscugli e soluzioni VIDE O Distinguere i miscugli dalle soluzioni. Scegliere e utilizzare metodi di separazione appropriati. PROCEDIMENTO (I) ■ Versare circa 4 mL di acqua in 4 provette. ■ Aggiungere nella prima una piccola quantità di olio, nella seconda di alcol, nella terza di sciroppo, nella quarta di talco. ■ Preparare in modo analogo le seguenti miscele: alcol-farina, alcol-olio, olio-sciroppo. ■ Osservare e annotare le osservazioni in tabella. ■ Tappare e agitare. ■ Osservare e annotare le osservazioni in tabella. ■ Lasciare riposare ogni miscela per circa 3 minuti. ■ Completare la tabella delle osservazioni. OSSERVAZIONI Sistema Subito si Dopo presenta … agitazione … Materiale occorrente • • • • • • Provette e portaprovette Tappi di gomma Beuta imbuto Carta da filtro Centrifuga da laboratorio Distillatore • • • • • • LAB SCOPO Acqua distillata Olio d’oliva Alcol etilico Sciroppo di menta Talco Farina CONCLUSIONI Sistema Miscuglio/ soluzione Sospensione/ Metodi di emulsione separazione acqua-olio acqua-alcol acquasciroppo acqua-talco Dopo 3 minuti … acqua-olio acqua-alcol acquasciroppo acqua-talco alcol-farina alcol-olio olio-sciroppo alcol-farina alcol-olio olio-sciroppo PROCEDIMENTO (II) Separare i miscugli con i mezzi a disposizione. OSSERVAZIONI Verificare, in base alla limpidezza del filtrato, centrifugato o distillato, che i metodi usati abbiano davvero separato i componenti delle miscele. Cromatografia su carta SCOPO Riconoscere che l’inchiostro nero è una soluzione di più colori. Materiale occorrente • • • • • Cilindro graduato da 50 mL Striscia di carta da filtro (lunga circa 30 cm) Acetone Inchiostro nero (si può ripetere con altri colori) Pellicola trasparente aderente PROCEDIMENTO ■ Versare circa 5 mL di acetone nel cilindro. ■ Produrre una macchia d’inchiostro sulla carta da filtro a circa 3 cm dal fondo. ■ Inserire la striscia nel cilindro in modo che la macchia non sia bagnata dall’acetone. ■ Chiudere il cilindro con la pellicola aderente. ■ Estrarre la carta e lasciare asciugare all’aria quando il solvente è a circa 3 cm dall’alto. OSSERVAZIONI Il solvente adsorbito dalla carta da filtro sale verso l’alto per capillarità e provoca la separazione delle sostanze colorate contenute nella macchia iniziale, perché queste hanno una solubilità diversa e un diverso modo di aderire alla carta. Si noterà una serie di macchie colorate (cromatogramma). 49 Videolaboratori I_XII_chimLS_I_biennio_Romane 10-12-2010 14:22 Pagina VII I N D I C E SEZIONE A La temperatura La scala Kelvin e la temperatura assoluta William Thomson, Lord Kelvin La materia: aspetti qualitativi e quantitativi RISOLVIAMO INSIEME 3 Oggi fa caldo o freddo? Il calore: energia in trasferimento 20 20 RISOLVIAMO INSIEME 4 Che scottatura! UNITÀ 1 La chimica 2 1. Perché la chimica? Chimica e tecnologia Chimica e ambiente Chimica e salute I settori fondamentali della chimica 2 3 3 5 5 2. La chimica studia la materia Le proprietà della materia Le trasformazioni della materia 7 7 7 3. La chimica e il metodo scientifico Definizione del problema Osservazione del fenomeno Il ruolo dell’ipotesi nel metodo scientifico Verifica dell’ipotesi Teorie e modelli teorici 19 19 20 8 9 9 9 10 10 6. Le misure e la loro espressione Gli errori di misura Accuratezza e precisione Errore assoluto ed errore relativo 21 22 22 22 22 RISOLVIAMO INSIEME 5 Al peso! Come si esprimono i dati sperimentali Arrotondamento dei dati Notazione scientifica 23 23 24 24 STRUMENTI E METODI DELLA CHIMICA Gli strumenti di laboratorio 25 RICORDATI CHE… 29 ESERCIZI Test e problemi Esercizi di riepilogo 30 32 LABORATORIO Diluizione di una soluzione colorata Un semplice ma spettacolare processo chimico 34 34 PROTAGONISTI E IDEE DELLA CHIMICA L’alchimia diventa chimica 4. Le grandezze e le loro unità di misura Il Sistema Internazionale delle unità di misura La massa Il peso La pressione 11 12 12 13 14 15 RISOLVIAMO INSIEME 1 Perché se metti le racchette da neve non sprofondi? Il volume La densità assoluta 15 16 16 RISOLVIAMO INSIEME 2 Quel braccialetto è proprio d’oro? 5. La chimica e l’energia Energia cinetica ed energia potenziale Trasformazioni energetiche e conservazione dell’energia 17 17 18 18 Qualcosa in più L’energia di massa 19 UNITÀ 2 Trasformazioni fisiche e chimiche della materia 35 1. Gli stati di aggregazione della materia e i loro cambiamenti 35 Lo stato di aggregazione di ogni sostanza dipende dalle condizioni ambientali Gli stati di aggregazione: descrizione microscopica I passaggi di stato La fusione e l’ebollizione 36 36 37 37 2. Le miscele Miscele eterogenee e miscele omogenee 38 38 VII I_XII_chimLS_I_biennio_Romane 10-12-2010 14:22 Pagina VIII INDICE Un’unica fase o più fasi coesistenti? Gli stati di aggregazione delle miscele Proprietà comuni a tutte le miscele 3. Le tecniche di separazione delle miscele La separazione delle miscele eterogenee solido-liquido (sospensioni) La separazione delle miscele eterogenee liquido-liquido (emulsioni) La separazione delle miscele eterogenee solido-solido La distillazione delle miscele omogenee allo stato liquido (soluzioni) La cromatografia 39 39 39 40 40 41 41 41 42 RISOLVIAMO INSIEME 1 Chimica in cucina 4. Le sostanze pure Proprietà delle sostanze pure Entrano in gioco le trasformazioni chimiche: composti ed elementi Un composto non è una miscela 43 43 44 44 44 RISOLVIAMO INSIEME 2 Chimica casalinga Gli elementi: nomi e simboli 45 45 RICORDATI CHE… 46 ESERCIZI Test e problemi Esercizi di riepilogo 47 48 57 58 58 La misurazione delle masse assolute L’unità di massa atomica La massa molecolare relativa 4. La mole: il contatore delle quantità di sostanza La definizione di mole Il numero di Avogadro La massa molare 60 60 60 61 RISOLVIAMO INSIEME 1 62 Dalle moli alle masse e viceversa 5. Le formule: il linguaggio della chimica Come si determina la formula di un composto? Dalla composizione percentuale alla formula molecolare di un composto 62 63 RICORDATI CHE… 65 ESERCIZI Test e problemi Esercizi di riepilogo 66 67 64 LABORATORIO 69 Verifica della legge di Lavoisier 70 INDAGINI CON LA CHIMICA LABORATORIO Miscugli e soluzioni Cromatografia su carta Miscugli e composti 49 49 50 51 1. Le leggi ponderali: l’importanza delle quantità La legge di Lavoisier o legge della conservazione della massa Antoine Laurent Lavoisier La legge di Proust o legge delle proporzioni definite e costanti La legge di Dalton o legge delle proporzioni multiple John Dalton La teoria atomica di Dalton interpreta le leggi ponderali 51 51 52 52 53 53 54 2. La scoperta delle molecole: gli atomi preferiscono stare insieme Teoria atomica ed esperimenti di Gay-Lussac: un’insanabile contraddizione La teoria atomico-molecolare di Avogadro Amedeo Avogadro La definizione di molecola Stanislao Cannizzaro 54 54 55 56 56 56 3. Massa assoluta e massa relativa: due modi per “pesare” gli atomi VIII B Gli stati di aggregazione della materia UNITÀ 3 L’aspetto quantitativo delle reazioni: leggi ponderali, massa atomica, mole SEZIONE UNITÀ 4 Gli aeriformi 72 1. Lo stato rarefatto della materia Le caratteristiche degli aeriformi La pressione: una delle variabili in gioco Le condizioni normali 72 72 73 73 STRUMENTI E METODI DELLA CHIMICA Misurare la pressione 74 PROTAGONISTI E IDEE DELLA CHIMICA La chimica pneumatica 2. Le leggi dei gas Il gas perfetto La legge di Boyle Robert Boyle 75 76 76 76 77 RISOLVIAMO INSIEME 1 Comprimi un gas! La legge di Charles e Gay-Lussac Jacques Charles 78 78 80 RISOLVIAMO INSIEME 2 57 Scoppia o no il palloncino? 80 I_XII_chimLS_I_biennio_Romane 10-12-2010 14:22 Pagina IX INDICE La seconda legge di Gay-Lussac Joseph Gay-Lussac 81 82 RISOLVIAMO INSIEME 3 Mai mettere una bomboletta sulla fiamma! L’equazione di stato dei gas perfetti 82 83 RISOLVIAMO INSIEME 4 Che cosa succede in quota ai palloni meteorologici? Il volume molare e la costante universale dei gas 84 84 RISOLVIAMO INSIEME 5 Quanto gas ci vuole per riempire una mongolfiera? La densità dei gas La legge di Dalton La legge di Graham CHIMICA E TECNOLOGIA Gli stati atipici della materia 5. La temperatura e il calore nei passaggi di stato Passaggi di stato e soste termiche Calore latente 109 110 110 110 RISOLVIAMO INSIEME 1 Rinfresca di più l’acqua o l’alcol? 111 112 86 86 ESERCIZI Test e problemi Esercizi di riepilogo 113 114 87 SVILUPPA IL TUO INTUITO Perché il trimix? 107 108 RICORDATI CHE… RISOLVIAMO INSIEME 7 Trimix: l’aria dei sommozzatori Le proprietà dei cristalli La struttura interna dei solidi cristallini 85 86 RISOLVIAMO INSIEME 6 Perché i gas inquinanti ristagnano nell’atmosfera? Qualcosa in più 87 88 LABORATORIO Le curve di riscaldamento e di raffreddamento del paradiclorobenzene 115 RISOLVIAMO INSIEME 8 C’è una perdita di gas, evacuare l’edificio! 88 CHIMICA E TECNOLOGIA Dai dirigibili all’airbag: quanti usi per i gas! 89 UNITÀ 6 3. Gas perfetti e gas reali Pressione e temperatura secondo la teoria cinetica dei gas La teoria cinetica giustifica le leggi dei gas Il comportamento dei gas reali 91 91 91 92 Le soluzioni 116 RICORDATI CHE… 93 ESERCIZI Test e problemi Esercizi di riepilogo 94 95 1. Tipi di soluzioni e solubilità I diversi tipi di soluzioni Le soluzioni sature La solubilità Solubilità e temperatura Solubilità e pressione Soluzioni diluite, concentrate e soprasature 116 116 116 117 117 118 118 Qualcosa in più LABORATORIO Verifica della seconda legge di Gay-Lussac 99 I colloidi CHIMICA E SALUTE Solubilità dei gas ed embolia dei subacquei 2. La solubilizzazione Solubilizzazione e variazioni di temperatura UNITÀ 5 Gli stati condensati: i liquidi e i solidi 1. Le caratteristiche dei liquidi Aeriforme, liquido o solido? Una lotta tra agitazione termica e forze di coesione I liquidi e le loro proprietà specifiche La volatilità: i liquidi tendono a evaporare Da che cosa è influenzata l’evaporazione di un liquido? La pressione di vapore saturo L’ebollizione 100 100 100 101 La velocità dei processi di solubilizzazione Solubilizzazione e volume della soluzione 3. La concentrazione delle soluzioni La concentrazione percentuale in massa La concentrazione percentuale in volume 122 122 101 101 102 102 104 La superficie dei liquidi come una pellicola Il perché della capillarità La viscosità 104 104 105 106 4. Lo stato solido e le sue molte forme Le caratteristiche dei solidi 106 106 122 122 122 123 123 123 RISOLVIAMO INSIEME 1 Ci ha fermato la Stradale! 3. La tensione superficiale, la capillarità e la viscosità 121 SVILUPPA IL TUO INTUITO Mai dar da bere all’acido! 2. La transizione dallo stato liquido a quello di vapore 119 La concentrazione percentuale massa su volume 123 124 RISOLVIAMO INSIEME 2 La flebo La concentrazione in parti per milione 124 124 RISOLVIAMO INSIEME 3 Oggi l’aria è inquinata? La molarità 125 125 RISOLVIAMO INSIEME 4 Ma quella particella di sodio è proprio sola? Molarità e diluizioni 126 126 RISOLVIAMO INSIEME 5 Diluiamo la soluzione! La molalità 127 127 IX I_XII_chimLS_I_biennio_Romane 10-12-2010 14:22 Pagina X INDICE RISOLVIAMO INSIEME 6 128 Stiamo calmi! SVILUPPA IL TUO INTUITO 128 Com’è dura quest’acqua! 4. Le proprietà colligative Abbassamento della pressione di vapore Innalzamento del punto di ebollizione Jacobus H. van’t Hoff Abbassamento del punto di congelamento 129 129 130 131 131 RISOLVIAMO INSIEME 7 Annaffiare d’inverno? L’osmosi La pressione osmotica Soluzioni isotoniche, ipertoniche e ipotoniche 132 133 134 135 I non metalli e i semimetalli 150 4. L’uso industriale di alcuni elementi L’utilizzo dell’idrogeno Ciò che crediamo alluminio è spesso una lega di questo metallo Il carbonio, un elemento dalle diverse forme Il silicio e gli altri elementi del gruppo IV A Pesticidi, disinfettanti, propellenti: come sono utilizzati alcuni elementi dei gruppi successivi L’importanza dei metalli di transizione 150 150 RICORDATI CHE… 153 ESERCIZI Test e problemi Esercizi di riepilogo 154 155 151 151 151 152 152 RISOLVIAMO INSIEME 8 135 Pressione osmotica e globuli rossi LABORATORIO Saggi alla fiamma CHIMICA E TECNOLOGIA Osmosi inversa, dissalatori e… sopravvivenza RICORDATI CHE… 137 ESERCIZI Test e problemi Esercizi di riepilogo 138 139 LABORATORIO Preparare soluzioni a concentrazione prefissata SEZIONE 141 142 INDAGINI CON LA CHIMICA UNITÀ 8 Le reazioni chimiche e la loro rappresentazione 1. Come si rappresenta una reazione Una trasformazione a livello atomico con conseguenze macroscopiche L’equazione chimica 157 2. Il bilanciamento delle equazioni chimiche I coefficienti di reazione permettono di scrivere un’equazione bilanciata Le regole del bilanciamento 158 Mai mettere un acido concentrato in un contenitore di ferro! 3. I principali tipi di reazioni Reazioni di sintesi Reazioni di decomposizione Reazioni di sostituzione semplice Elementi e reazioni chimiche Reazioni di scambio doppio UNITÀ 7 La tavola periodica 144 1. La classificazione degli elementi La legge delle triadi di Döbereiner La legge delle ottave di Newlands La tavola di Mendeleev 144 144 144 145 146 146 2. Una breve descrizione della tavola periodica I periodi I gruppi 157 157 158 159 159 160 160 160 161 RISOLVIAMO INSIEME 2 Trasmutiamo il ferro in… oro? Ramsey e la scoperta dei gas nobili 157 RISOLVIAMO INSIEME 1 C Dmitrij Ivanovič Mendeleev 156 136 146 146 147 162 162 CHIMICA E TECNOLOGIA Trasformazioni chimiche in edilizia 163 RICORDATI CHE… 164 ESERCIZI Test e problemi Esercizi di riepilogo 165 166 LABORATORIO Segnali di avvenuta reazione 167 INDAGINI CON LA CHIMICA 168 Indice analitico 169 CHIMICA E SALUTE L’importanza biologica di alcuni elementi chimici 148 3. Metalli e non metalli: una distinzione antica, ma molto utile I metalli X 149 149 I_XII_chimLS_I_biennio_Romane 10-12-2010 14:22 Pagina XI INDICE DEI CONTENUTI DIGITALI Per la classe virtuale Per esercitarsi E-TRAI VIDE NE R LAB IVA AV O CHIMIC SEZIONE A SEZIONE B La materia: aspetti qualitativi e quantitativi Gli stati di aggregazione della materia UNITÀ 1 UNITÀ 4 La chimica Chimica VIVA • Lettura delle misure E-trainer Gli aeriformi 22 30 Chimica VIVA • Equazione di stato, legge di Boyle, leggi di Gay-Lussac UNITÀ 2 Trasformazioni fisiche e chimiche della materia Chimica VIVA • Passaggi di stato Chimica VIVA • Metodi di separazione di miscele eterogenee e omogenee E-trainer Video LAB • Sublimazione Video LAB • Miscugli e composti E-trainer Video LAB • Volume molare 76 83 94 99 37 42 47 49 49 UNITÀ 3 UNITÀ 5 Gli stati condensati: i liquidi e i solidi Chimica VIVA • Pressione di vapore saturo E-trainer 101 113 UNITÀ 6 L’aspetto quantitativo delle reazioni: leggi ponderali, massa atomica, mole E-trainer Video LAB • Legge di Lavoisier Chimica VIVA • Leggi dei gas: Boyle, Charles, Gay-Lussac, Avogadro Le soluzioni 66 69 Chimica VIVA • Cloruro di sodio in acqua E-trainer 122 138 XI I_XII_chimLS_I_biennio_Romane 10-12-2010 14:22 Pagina XII INDICE Video LAB • Saggi alla fiamma SEZIONE C Elementi e reazioni chimiche UNITÀ 8 Le reazioni chimiche e la loro rappresentazione UNITÀ 7 Il sistema periodico degli elementi Chimica VIVA • Tavola interattiva degli elementi E-trainer XII 156 Chimica VIVA • Bilanciamento di equazioni 146 154 E-trainer Video LAB • Segnali di avvenuta reazione 158 165 167 143_156_chimLS_I_biennio_U7 15-09-2010 10:38 Pagina 143 SEZIONE C Elementi e reazioni chimiche 7. La tavola periodica Chimica e salute L’importanza biologica di alcuni elementi chimici 8. Le reazioni chimiche e la loro rappresentazione Chimica e tecnologia Trasformazioni chimiche in edilizia 143_156_chimLS_I_biennio_U7 UNITÀ 7 15-09-2010 10:38 Pagina 144 La tavola periodica L’alternarsi del dì e della notte, delle stagioni e delle fasi lunari sono fenomeni che si ripetono periodicamente nel tempo. La struttura di un cristallo e quella di un guscio di conchiglia presentano regolarità nello spazio. Anche le caratteristiche degli elementi si ripetono periodicamente, se li si ordina in un certo modo… 1. La classificazione degli elementi Nel corso del XIX secolo, grazie al contributo di scienziati come Lavoisier, Dalton, Avogadro e Cannizzaro, i chimici accumularono conoscenze fondamentali sulle proprietà fisiche e chimiche degli elementi. Non sfuggì loro la somiglianza esistente tra alcuni di essi, per cui li raggrupparono in famiglie e si cimentarono nel tentativo di individuare un valido criterio di classificazione. La legge delle triadi di Döbereiner Nel 1817 il chimico tedesco Johann W. Döbereiner individuò alcune serie di elementi con comportamento simile e, poiché ogni serie era formata da tre elementi, formulò una legge di periodicità detta legge delle triadi. Secondo tale legge gli elementi potevano essere raggruppati, in base alle analogie di comportamento, in serie di tre. Döbereiner, però, riuscì a individuare solo quattro serie: Li-Na-K; Ca-Sr-Ba; S-Se-Te; Cl-Br-I. La legge delle ottave di Newlands Dopo gli studi di Cannizzaro, che permisero di ricavare misure accurate della massa atomica relativa, molti chimici cercarono di legare le proprietà degli elementi a questa grandezza. L’inglese John A. Newlands (1837 - 1898) ordinò gli elementi per massa atomica crescente e li numerò in modo progressivo a partire dall’idrogeno. Dopo i primi sette elementi, notò che l’ottavo aveva caratteristiche simili al primo e lo collocò sotto di esso; così proseguendo, gli altri elementi furono collocati uno a fianco dell’altro in sette colonne. 144 143_156_chimLS_I_biennio_U7 15-09-2010 10:39 Pagina 145 La tavola periodica UNITÀ 7 Per analogia con le note musicali, che si ripetono ogni gruppo di sette, questa legge di periodicità venne chiamata legge delle ottave. Fu presto chiaro, però, che tale regolarità si interrompeva dopo il diciassettesimo elemento. La tavola di Mendeleev Fu il russo Dmitrij I. Mendeleev a legare il suo nome alla nascita di una moderna classificazione degli elementi. Nel 1869, in un articolo pubblicato sul Giornale della Società Chimica Russa, propose una tabella, nota come tavola di Mendeleev o tavola periodica (TP), in cui ordinava i 63 elementi allora conosciuti secondo valori crescenti di “peso atomico” (massa atomica relativa). Aveva infatti notato che, così facendo, a intervalli regolari (ma non sempre uguali) comparivano nella tavola elementi con proprietà simili. Gli elementi obbedivano, cioè, a una legge periodica. Per evidenziare questa periodicità, Mendeleev dispose gli elementi uno sotto l’altro, in colonne (figura 1). In questo modo elementi con caratteristiche simili venivano a trovarsi affiancati su una stessa riga. Il chimico russo si scontrò però con qualche incongruenza: gli elementi di alcune coppie (tellurio e iodio, cobalto e nichel), ordinati in funzione della massa atomica, si trovavano in posizione invertita rispetto a quella che avrebbero dovuto occupare in base alle loro proprietà chimiche, per cui scambiò la posizione reciproca sia di tellurio e iodio, sia di cobalto e nichel, anteponendo (in contrasto con la legge periodica da lui stesso enunciata) l’elemento che in ogni coppia aveva massa atomica maggiore. Lasciò infine delle caselle vuote, ipotizzando l’esistenza di elementi ancora da scoprire. Egli riuscì a specificare molto bene quali caratteristiche chimiche dovessero avere gli elementi ancora ignoti che venivano dopo il boro, l’alluminio e il silicio, e che, secondo l’etimologia greca, chiamò rispettivamente “ekaboro”, “ekaalluminio” ed “ekasilicio” (sono lo scandio, il gallio e il germanio). Nel 1872 Mendeleev pubblicò, questa volta in tedesco, una nuova tavola con gli elementi organizzati sempre in righe e colonne, ma in cui gli elementi con proprietà chimiche simili erano disposti uno sotto l’altro, come oggi (figura 2). La scoperta di molti degli elementi mancanti, avvenuta nell’arco di quindici anni dalla pubblicazione della prima tavola, contribuì al successo di Mendeleev. figura 1 La prima tavola periodica proposta da Mendeleev nel 1869. figura 2 Tavola di Mendeleev pubblicata in lingua tedesca nel 1872. È suddivisa in 12 periodi (orizzontali) e 8 gruppi (verticali). Gli spazi vuoti corrispondono a elementi allora sconosciuti. 145 143_156_chimLS_I_biennio_U7 SEZIONE C 15-09-2010 10:39 Pagina 146 Elementi e reazioni chimiche Dmitrij Ivanovič Mendeleev (Tobol’sk, 1834 - San Pietroburgo, 1907) Nonostante la difficile situazione economica della famiglia, riuscì a frequentare l’Università di San Pietroburgo e alcune importanti università europee. Divenuto professore di chimica, si impegnò in vari settori di studio (petrolio, soluzioni, fluidi e altro) ma, dopo il congresso di Karlsruhe del 1860, fu affascinato dall’idea di trovare un collegamento tra i diversi elementi, un criterio di classificazione che ne giustificasse le proprietà. Nacque così la tavola di Mendeleev, che fece di lui il chimico più famoso del mondo. Tenne seminari e lezioni nelle più prestigiose facoltà scientifiche europee e americane, ma paradossalmente non vinse mai il premio Nobel. Ramsey e la scoperta dei gas nobili Nel 1894 Il chimico scozzese William Ramsey isolò il primo gas inerte, che chiamò argo, dalla parola greca che significa “inattivo”. Un anno dopo lo stesso Ramsey scoprì l’esistenza dell’elio (già individuato nel Sole con metodi spettroscopici) anche sulla Terra e, nel 1898, isolò altri tre gas inerti che chiamò neon, kripto e xeno. Si pose allora il problema della loro collocazione nella tavola periodica. I chimici conclusero che si doveva aggiungere una nuova colonna, costituita da elementi di cui non esistevano composti, e la chiamarono “gruppo 0” (oggi VIII A). Nel 1904 Mendeleev pubblicò una nuova edizione della sua tavola introducendo tutti gli elementi scoperti fino allora: gli spazi vuoti erano rimasti pochi! Negli anni successivi, molte sono state le proposte di schemi in cui ordinare gli elementi, dalle forme più svariate: a piramide, a spirale, a elica o a forma di torre. Facciamo il punto 1. Scegli le due alternative. Ordinando gli elementi in base al peso atomico Mendeleev notò che le loro proprietà chimiche ricorrevano periodicamente, a condizione di scambiare di posizione/tralasciare il tellurio e lo iodio, così come il cobalto e il boro/nichel. CHIMIC IVA AV Tavola interattiva degli elementi 2. Una breve descrizione della tavola periodica In ogni casella della TP è posizionato un elemento chimico (figura 3). Oltre al simbolo dell’elemento, nella casella sono indicati il suo numero atomico, ossia il numero corrispondente alla sua posizione nella TP, la sua massa atomica relativa e, spesso, altre proprietà fisiche e chimiche. La TP si presenta suddivisa in righe orizzontali e in colonne verticali. I periodi Le righe orizzontali sono dette periodi e sono numerate da 1 a 7. In ogni periodo gli elementi hanno, da sinistra verso destra, numero atomico crescente. Il primo periodo, che contiene due soli elementi, e il secondo e il terzo, che ne contengono otto, sono anche detti periodi brevi. I periodi dal 4 al 7 vengono invece chiamati periodi lunghi, perché il 4 e il 5 contengono 18 146 143_156_chimLS_I_biennio_U7 15-09-2010 10:39 Pagina 147 UNITÀ 7 La tavola periodica 90 90Th NUMERO ATOMICO NUMERO ATOMICO GRUPPI IA H II A 3 9,01218 11 12 Mg 22,98977 24,305 19 20 K 4 Be 6,941 Na ARTIFICIALE GAS He 4,00260 ARTIFICIALE III A 5 III B IV B 21 22 Sc VB VI B 23 Ti V IB 25 26 27 28 Cr Mn Fe Co II B 29 Ni 30 Cu Zn VA 7 VI A 8 VII A 9 N 10 B C 10,81 12,011 14,0067 15,9994 18,99840 20,179 13 14 15 16 17 18 Al VII B 24 IV A 6 Si O P F S Ne Cl Ar 26,98154 28,0855 30,97376 32,06 35,453 39,948 31 32 33 34 35 36 Ga Ge As Se Br Kr 40,08 44,9559 47,88 50,9415 51,996 54,9380 55,847 58,9332 58,69 63,546 65,38 69,72 72,59 74,9216 78,96 79,904 83,80 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 Sr Y Zr Nb Mo Tc Ru Rh Pd Ag Cd In Sn Sb Te I Xe 85,4678 87,62 88,9059 91,224 92,9064 95,94 (98) 101,07 102,9055 106,42 107,868 112,41 114,82 118,71 121,75 127,60 126,9045 131,29 55 56 57 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 Ba *La Hf Ta W Re Os Ir Pt Au 137,33 138,9055 178,49 180,9479 183,85 186,207 190,2 192,22 195,08 196,9665 200,59 87 88 89 104 105 106 107 108 109 110 111 (223) Ra 226,0254 **Ac 227,028 Rf (261) Ha Sg (262) Ns (263) * LANTANIDI 58 (264) 59 Ce 140,12 ** ATTINIDI 90 Th 232,0381 Hs (265) 60 Pr (266) 61 Nd Uun Mt Pm (272) 62 63 207,2 Bi 208,9804 Po (209) At (210) Rn (222) gas nobili Uub (277) 64 Eu 204,383 Pb 112 Uuu (272) Sm Tl Hg 132,9054 Fr 7 2 39,0983 Cs 6 VIII A GAS LIQUIDO NON METALLO SEMIMETALLO VIII B Ca Rb 5 SIMBOLO LIQUIDO SOLIDO MASSA ATOMICA RELATIVA 232,0381 (Per molti elementi radioattivi è indicato tra parentesi il MASSA di ATOMICA numero massa RELATIVA (Per molti elementi radioattivi dell’isotopo più stabile.) è indicato tra parentesi il numero di massa dell’isotopo più stabile.) 3 2 METALLO NON METALLO SEMIMETALLO METALLO 232,0381 1,0079 Li SIMBOLO Th PERIODI 1 1 SOLIDO 65 Gd 66 Tb 67 Dy 68 Ho 69 Er Tm 70 71 Yb Lu 140,9077 144,24 (145) 150,36 151,96 157,25 158,9254 162,50 164,9304 167,26 168,9342 173,04 174,967 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 Pa U 231,0359 238,0289 Np Pu 237,0482 (244) Am (243) Cm (247) Bk (247) Cf (251) Es (252) Fm (257) Md (258) No (259) Lr (260) ELEMENTI DI TRANSIZIONE INTERNA elementi ciascuno, mentre il 6 e il 7 ne contengono 32 (il 7 solo teoricamente, poiché non tutti i possibili elementi artificiali sono stati prodotti). figura 3 La moderna tavola periodica. I gruppi Le colonne sono chiamate gruppi: la numerazione più comunemente usata distingue due serie di otto gruppi ciascuna, indicati ognuno con i numeri romani da I a VIII e con le lettere A o B. In alcuni casi i gruppi hanno un nome derivato dalle antiche famiglie di elementi: • gli elementi del gruppo I A (escluso l’idrogeno) sono detti metalli alcalini; • gli elementi del gruppo II A sono detti metalli alcalino-terrosi; • gli elementi del gruppo VII A sono detti alogeni; • gli elementi del gruppo VIII A sono detti gas nobili o gas rari, o anche gas inerti. Tutti gli elementi della zona centrale (dal gruppo III B al gruppo II B) sono detti elementi di transizione, o metalli di transizione. Facciamo il punto 2. Nella TP a gli elementi sono in ordine di massa atomica decrescente. b le colonne verticali sono i gruppi. c le colonne verticali sono i periodi. d le righe orizzontali sono le famiglie. 3. Completa la frase. Gli elementi del gruppo I A sono detti ................................................................ , quelli del gruppo VIII A ........................................ . 147 143_156_chimLS_I_biennio_U7 SEZIONE C 15-09-2010 10:39 Pagina 148 Elementi e reazioni chimiche CHIMICA E SALUTE L’importanza biologica di alcuni elementi chimici Oltre a carbonio, idrogeno, ossigeno e azoto, che sono i costituenti principali di proteine, acidi nucleici e altri composti presenti nei viventi, esistono altri elementi chimici importanti per la vita sul nostro pianeta e per la salute dell’uomo. Elementi essenziali per la vita Il sodio e il potassio intervengono nella trasmissione degli impulsi nervosi e nei movimenti muscolari. Il magnesio catalizza nelle cellule l’idrolisi dell’ATP (adenosina trifosfato), cioè la reazione da cui viene estratta l’energia che alimenta le funzioni metaboliche, e nelle cellule vegetali è presente nella clorofilla, indispensabile per il processo di fotosintesi. Il calcio è presente nelle ossa e nei denti dei vertebrati e nelle conchiglie di molluschi e altri organismi; è essenziale per la contrazione muscolare e la trasmissione degli impulsi nervosi. Il fosforo è presente negli acidi nucleici e nell’ATP; alcuni suoi composti sono nelle ossa e nei denti. Il ferro è contenuto nell’emoglobina, lo iodio è un costituente essenziale degli ormoni tiroidei, il cobalto è presente nella vitamina B12, il fluoro serve a fissare il calcio nei denti; selenio, rame, zinco e manganese sono necessari per il funzionamento di vari enzimi cellulari. Certi altri elementi, invece, hanno effetti deleteri sulla salute dell’uomo. con una di queste crisi si verificò la sua morte, avvenuta a Vienna nel 1827, a 57 anni d’età. I ricercatori hanno scoperto che i capelli del musicista erano saturi di piombo. Contenevano, cioè, una concentrazione del metallo cento volte superiore a quella normale. Beethoven avrebbe potuto ingerire piombo proveniente dalle decorazioni delle stoviglie, dai bicchieri di cristallo ottenuto con l’aggiunta di sali di piombo, dal vino spesso conservato in taniche di piombo: resta comunque un mistero l’origine di livelli così alti! Il mercurio, i pesci e… il cappellaio matto Nei sedimenti fangosi di fiumi e laghi, numerosi microrganismi anaerobi sono in grado di trasformare il mercurio in metil-mercurio. Questo composto viene facilmente assimilato dai pesci, accumulandosi sempre più lungo la catena alimentare (figura A). Si considerano inquinate acque con un tenore di mercurio di 0,30 µg/L. Il metil-mercurio provoca una grave intossicazione (idrargirismo, dal nome greco del mercurio, hydrargyros), con disturbi a carico del sistema nervoso, lesioni orali, renali e cardiache. Il Il piombo e… Beethoven fenomeno fu scoperto negli anni Cinquanta del Il piombo e i suoi composti sono tossici. L’assecolo scorso, quando si verificò un avvelenasunzione frequente, anche di piccole quantità, di mento collettivo nella località giapponese di Miquesto metallo causa pericolose intossicazioni, namata. Gli abitanti furono colpiti da una grave disattivando gli enzimi preposti sindrome nervosa, spesso mortaalla sintesi dell’emoglobina. L’avle, la cui causa poté essere idenvelenamento da piombo, o saturtificata nella dieta ricca di pesce, nismo, si manifesta con vari sinpescato in acque inquinate dagli tomi tra i quali coliche addomiscarichi di mercurio provenienti nali, anemia ed encefalopatia. da una vicina industria. Un gruppo di ricercatori americani Un tempo si utilizzavano sali di dell’Argonne National Laboratory mercurio per ottenere i feltri pensa di aver trovato una spiegacon i quali produrre cappelli, zione riguardo ai problemi comcon effetti deleteri sul sistema portamentali e fisici del grande nervoso degli addetti a quel lamusicista Beethoven. Egli soffrì voro. Il ricordo di ciò è immorper buona parte della vita di una figura A talato nella figura del cappellaio malattia intestinale, che si manife- Il metil-mercurio si concentra nei matto, celebre personaggio di stava con gravi e dolorosissime co- pesci predatori di grandi Alice nel paese delle meraviglie di liche; proprio in concomitanza dimensioni. Lewis Carrol. 148 143_156_chimLS_I_biennio_U7 15-09-2010 10:39 Pagina 149 UNITÀ 7 La tavola periodica 3. Metalli e non metalli: una distinzione antica, ma molto utile Nella TP vediamo una linea spezzata che separa i metalli, alla sua sinistra, dai non metalli, alla sua destra; gli elementi a cavallo della linea sono i semimetalli. I metalli I metalli hanno in comune le seguenti proprietà: • sono solidi e lucenti a temperatura ambiente, tranne il mercurio, che è liquido; • sono duttili e malleabili, cioè si possono agevolmente tirare in fili e battere in lamine sottili, e quelli del gruppo I A sono teneri (si tagliano con un coltello); • sono buoni conduttori di calore e di elettricità; • in natura sono quasi sempre combinati in composti (come il sodio in NaCl), e allo stato nativo (ossia come elementi) si trovano solo il rame, l’oro e l’argento. Come evidenziato nella figura 4, il carattere metallico è massimo negli elementi dei gruppi I A e II A, e diminuisce progressivamente lungo i periodi da sinistra a destra (i metalli di transizione come il ferro o il rame, nonostante siano i più noti e utilizzati, hanno carattere metallico meno elevato di sodio o potassio); nei gruppi si accentua procedendo dall’alto verso il basso (nel gruppo I A, ad esempio, il potassio ha proprietà metalliche più marcate del sodio). figura 4 Andamento delle proprietà metalliche (e non metalliche) degli elementi. il carattere metallico aumenta IA VIII A 2 1 He II A III A 5 3 il carattere metallico aumenta Li Na 13 20 K Ca 38 37 Rb 55 Cs Sr 56 Ba 88 87 Fr Ra 21 Sc 39 Y 57 *La IV B VB 22 23 Ti V 40 41 Zr 72 Hf Nb 73 Ta VI B 24 Cr 42 Mo 74 W VII B 25 Mn 43 Tc 75 Re VIII B 26 Fe 44 Ru 76 Os 27 Co 45 Rh 77 Ir IB 28 Ni 46 Pd 78 Pt 29 Cu 47 Ag 79 Au VA 7 C 14 Al Mg III B 19 6 B Be 12 11 IV A VI A 8 N 15 Si 9 O 16 P VII A S 10 F 17 Ne 18 Cl Ar II B 30 31 Zn 32 Ga 49 48 Cd Hg 50 In 81 80 Ge Sn 82 Tl Pb 33 As 51 Sb 83 Bi 34 Se 52 35 53 Te 84 Po 36 Br Kr 54 I 85 At Xe 86 Rn 89 **Ac il carattere non metallico aumenta metalli semimetalli non metalli 149 il carattere non metallico aumenta H 143_156_chimLS_I_biennio_U7 SEZIONE C 15-09-2010 10:39 Pagina 150 Elementi e reazioni chimiche I non metalli e i semimetalli Facciamo il punto 4. Scegli tra le due alternative. I metalli sono solidi e lucenti/ opachi. I metalli sono buoni/cattivi conduttori di calore. I non metalli allo stato solido sono duttili e malleabili/fragili. I metalli/non metalli sono prevalentemente gassosi. Anche i non metalli hanno un insieme di proprietà generali che li contraddistingue: • sono opachi e fragili allo stato solido; • a temperatura ambiente sono prevalentemente gas, a esclusione del carbonio, dello zolfo, del fosforo e dello iodio, che sono solidi, e del bromo, che è liquido; • sono cattivi conduttori di calore ed elettricità, a eccezione del carbonio sotto forma di grafite; • in natura sono quasi sempre combinati in composti (come il cloro in NaCl), e si trovano nello stato elementare solamente il carbonio (grafite e diamante), lo zolfo, l’azoto, l’ossigeno e i gas nobili. I semimetalli, infine, come il silicio e il germanio, hanno proprietà intermedie tra quelle dei metalli e quelle dei non metalli: conducono infatti la corrente elettrica e il calore, ma meno bene dei metalli. 4. L’uso industriale di alcuni elementi Oltre che di tutta la materia vivente e non vivente che esiste in natura, gli elementi costituiscono i “mattoni” chimici dei materiali sfruttati dall’uomo nella produzione industriale. Alcuni elementi sono utilizzati puri: tra questi i gas nobili, come l’elio, impiegato per gonfiare i palloni aerostatici e come refrigerante, e il neon, usato nelle omonime lampade. Più spesso gli elementi trovano applicazione combinati in composti. L’utilizzo dell’idrogeno L’idrogeno è utilizzato industrialmente per produrre margarine e ammoniaca; è usato anche come propellente liquido nei razzi o per alimentare celle a combustibile. È un combustibile pulito perché il suo unico prodotto di combustione è l’acqua, ma la tecnologia per utilizzarlo è ancora poco conveniente e il gas è pericoloso perché altamente infiammabile (figura 5). figura 5 L’incendio del dirigibile Hindenburg (1937), che conteneva idrogeno. 150 143_156_chimLS_I_biennio_U7 15-09-2010 10:39 Pagina 151 La tavola periodica UNITÀ 7 Ciò che crediamo alluminio è spesso una lega di questo metallo L’alluminio, abbondante nella bauxite, il minerale da cui si estrae, è tenero e poco resistente: si usa per produrre, con altri metalli, leghe leggere e resistenti alla corrosione impiegate per utensili da cucina, strutture di aerei, motori di automobili, linee elettriche ad alta tensione. L’alluminio ha una forte affinità per l’ossigeno. All’aria forma immediatamente una pellicola di ossido che lo protegge da ulteriore corrosione: questo fenomeno è detto “passivazione”. Il carbonio, un elemento dalle diverse forme Il carbonio, appartenente al gruppo IV A, è un non metallo che si trova puro in natura in due forme: diamante, durissimo e non conduttore di elettricità (figura 6), e grafite, tenera e buona conduttrice. I diamanti naturali sono considerati gemme preziose perché sono rari, mentre quelli artificiali, ottenuti dalla grafite ad alta pressione e temperatura (10 000 bar e 2000 °C), vengono usati per la loro durezza nelle punte delle trivelle, nelle seghe e in altri apparecchi da taglio. La grafite, buon conduttore di elettricità e poco reattiva, viene usata per fabbricare elettrodi, come lubrificante solido, come mina delle matite e come rinforzo nelle fibre sintetiche. figura 6 Cristallo di diamante. Il silicio e gli altri elementi del gruppo IV A Scendendo lungo il gruppo IV A della tavola periodica, dopo il carbonio si incontra il silicio. Questo elemento non si trova libero in natura, ma sotto forma di minerale silicato nelle rocce. Per le sue caratteristiche di semiconduttore viene utilizzato nella produzione di componenti microelettronici e microprocessori. L’elemento successivo del gruppo è il germanio, un elemento molto raro in natura, utilizzato come semiconduttore e nella costruzione di lenti per l’infrarosso. Poi si trova lo stagno, il cui uso più comune è la produzione di protezioni stagnate e fogli di stagnola. Infine il piombo, impiegato nelle batterie e negli accumulatori elettrici, nelle tubazioni di acqua e gas, nelle vernici antiruggine, come schermo contro le radiazioni; in lega con lo stagno costituisce il peltro. 151 143_156_chimLS_I_biennio_U7 SEZIONE C 15-09-2010 10:39 Pagina 152 Elementi e reazioni chimiche Pesticidi, disinfettanti, propellenti: come sono utilizzati alcuni elementi dei gruppi successivi Nel gruppo V A si trova il fosforo, che in forma di fosforo rosso (molecola P4) è utilizzato per la produzione dei fiammiferi, perché molto infiammabile. Il parathion, un derivato organico di questo elemento, è usato come pesticida a elevata tossicità. L’impiego primario dell’ossigeno, appartenente al gruppo VI A, è la produzione di acciaio. Ma l’ossigeno è sfruttato anche per produrre sorgenti di calore a temperatura molto elevata, come il cannello ossiacetilenico e la fiamma ossidrica (figura 7). L’ossigeno liquido viene utilizzato come propellente di razzi insieme all’idrogeno nelle celle a combustibile. Infine l’ozono (O3), che libera continuamente ossigeno atomico (O), è usato come sbiancante, come disinfettante e per la potabilizzazione dell’acqua. Lo zolfo, anch’esso del gruppo VI A, viene utilizzato per produrre acido solforico, insetticidi, antiparassitari ed esplosivi, oltre che per vulcanizzare la gomma. Il fluoro e il cloro, del gruppo VII A, sono presenti nei clorofuorocarburi (come il freon), utilizzati negli impianti frigoriferi e, nel passato, come propellenti nelle bombolette spray, prima che si scoprisse il loro effetto distruttivo sull’ozono della stratosfera. Il cloro è alla base della produzione dell’acido cloridrico (muriatico) e della candeggina. Allo stesso gruppo appartengono il bromo e lo iodio, i cui vapori sono presenti nelle lampade alogene. figura 7 Nella fiamma ossidrica si raggiungono temperature di circa 2600 °C, che permettono di fondere metalli come l’alluminio e il ferro. L’importanza dei metalli di transizione Facciamo il punto 5. Quali sono i più importanti impieghi dell’ossigeno? 6. Sotto quali forme, in natura, si presenta il carbonio puro? 7. Indica almeno un composto contenente cloro. 152 I metalli di transizione hanno molteplici usi: il cromo come protezione di altri metalli (cromatura); il ferro soprattutto per la produzione di acciaio, una lega ferro-carbonio molto resistente agli agenti esterni; il rame come conduttore elettrico e come composto negli antiparassitari; lo zinco per la produzione di leghe metalliche; l’argento come rivestimento degli specchi e, con il bromo, nelle pellicole fotografiche (AgBr); il mercurio nei termometri, nei barometri, nelle pile, nelle leghe (amalgame) e nei processi di produzione di carta e materie plastiche. 143_156_chimLS_I_biennio_U7 15-09-2010 10:39 Pagina 153 La tavola periodica UNITÀ 7 RICORDATI CHE… Nella tavola di Mendeleev, i 63 elementi allora conosciuti erano ordinati secondo valori crescenti di massa atomica. La legge periodica cui obbedivano gli elementi così disposti consisteva nel fatto che a intervalli regolari (ma non sempre uguali) comparivano nella tavola elementi con proprietà simili. Per evidenziare tale periodicità, Mendeleev organizzò gli elementi in righe e colonne. il carattere metallico aumenta metalli La periodicità delle proprietà chimiche degli elementi Nell’elaborare la sua tavola periodica Mendeleev dovette correggere due incongruenze: aveva notato che gli elementi delle coppie tellurio-iodio e cobalto-nichel, ordinati in funzione della massa atomica, si trovavano in posizione invertita rispetto a quella che avrebbero dovuto occupare in base alle loro proprietà chimiche. Perciò scambiò di posizione il tellurio con lo iodio e il cobalto con il nichel. Osservando la periodicità delle proprietà chimiche, Mendeleev si rese conto inoltre di dover lasciare delle caselle vuote, ipotizzando l’esistenza di elementi ancora sconosciuti, che in effetti sarebbero stati scoperti negli anni successivi. Nella moderna tavola periodica (TP) gli elementi sono distribuiti su sette righe orizzontali, dette periodi. Le colonne verticali costituiscono invece i gruppi e sono distinte in due serie (A e B) di otto gruppi ciascuna. Ogni gruppo è individuato da un numero romano, compreso tra I e VIII, affiancato dalla lettera A o B. Gli elementi dal comportamento simile si trovano incolonnati nel medesimo gruppo. Essi sono spesso indicati con nomi tradizionali, anticamente attribuiti alle “famiglie” di elementi: • gli elementi del gruppo I A (escluso l’idrogeno) sono detti metalli alcalini; • gli elementi del gruppo II A sono detti metalli alcalino-terrosi; • gli elementi del gruppo VII A sono detti alogeni; • gli elementi del gruppo VIII A sono detti gas nobili o gas rari, o anche gas inerti; • tutti gli elementi della zona centrale (dal gruppo III B al gruppo II B) sono detti elementi di transizione, o metalli di transizione. semimetalli non metalli il carattere non metallico aumenta il carattere non metallico aumenta La legge delle ottave di Newlands ordinava gli elementi per massa atomica crescente, in serie costituite ciascuna da otto elementi e disposte in sette colonne. Nella tavola periodica una linea spezzata separa i metalli, alla sua sinistra, dai non metalli, alla sua destra; gli elementi a cavallo della linea sono i semimetalli. Il carattere metallico è massimo negli elementi dei gruppi I A e II A, e diminuisce progressivamente lungo i periodi da sinistra a destra; nei gruppi si accentua procedendo dall’alto verso il basso. il carattere metallico aumenta La legge delle triadi di Döbereiner individuava alcune serie, di tre elementi ciascuna, con comportamento simile: Li-Na-K; Ca-Sr-Ba; S-Se-Te; Cl-Br-I. Metalli, non metalli e semimetalli In queste tre categorie si dividono per antica consuetudine gli elementi in base alle loro proprietà fisiche e chimiche. I metalli si trovano, in condizioni normali e ad eccezione del mercurio, allo stato solido; sono lucenti, duttili e malleabili, buoni conduttori di calore e di elettricità. I non metalli possono essere solidi, liquidi e gassosi; sono opachi e fragili allo stato solido; a temperatura ambiente sono prevalentemente aeriformi; sono cattivi conduttori di calore ed elettricità. I semimetalli, come il silicio e il germanio, hanno proprietà intermedie. Gli elementi chimici sono i “mattoni” di tutta la materia vivente e non vivente che esiste in natura, oltre che dei materiali sfruttati dall’uomo nella produzione industriale. L’uso industriale degli elementi consiste prevalentemente nella produzione artificiale di composti che trovano applicazione nei più vari settori: • l’idrogeno è utilizzato soprattutto per produrre margarine e ammoniaca, ma anche per alimentare celle a combustibile; • l’alluminio è prevalentemente impiegato per la produzione di leghe leggere e resistenti alla corrosione; • i semimetalli silicio e germanio vengono utilizzati nella produzione di componenti microelettronici e microprocessori; • l’impiego primario dell’ossigeno è nella produzione dell’acciaio, ma questo elemento è sfruttato anche per produrre sorgenti di calore a temperatura molto elevata, come la fiamma ossidrica; • lo zolfo viene utilizzato per produrre acido solforico, insetticidi, antiparassitari ed esplosivi. 153 143_156_chimLS_I_biennio_U7 SEZIONE C 15-09-2010 10:39 Pagina 154 Elementi e reazioni chimiche NE R ESERCIZI E-TRAI Allenati anche con i test online Test e problemi La classificazione degli elementi 1 1 a b c d 2 a b c d 3 a b c d 4 a b c d Newlands ordinò gli elementi in base alla legge delle triadi. alla legge delle ottave. alle legge periodica. a nessuno dei precedenti criteri. Mendeleev ordinò gli elementi in base al peso atomico. al colore. allo stato fisico. alla densità. 8 a b c d 9 a b c d La legge delle triadi fu proposta da Döbereiner. Cannizzaro. Mendeleev. Avogadro. 5 a b c d 6 a b c d 3 a b metalli alcalini. metalli alcalino-terrosi. alogeni. gas inerti. V F V F Metalli e non metalli: una distinzione antica, ma molto utile 11 Quale tra i seguenti metalli si può trovare allo stato nativo? a b Fe Pb c d Zn Cu 12 Quale tra i seguenti non metalli è un liquido alle normali temperature? Una breve descrizione della tavola periodica Gli elementi disposti su una stessa riga della TP fanno parte di b c d Br Cl H P 13 Vero o falso? un gruppo. una famiglia. un blocco. un periodo. I metalli stanno sulla destra nella TP I metalli sono duttili e malleabili. I metalli sono cattivi conduttori di elettricità. V F V F V F Gli elementi disposti in colonna nella TP fanno parte di un un un un gruppo. aggregato. blocco. periodo. 4 Da quanti periodi è composta la TP? b 8 10 c c d 7 14 d 154 L’uso industriale di alcuni elementi 14 Quale tra le seguenti non è una proprietà del diamante? a 7 Gli elementi del gruppo VII A sono detti I gruppi contrassegnati con la lettera A sono otto. Gli elementi del gruppo VIII A sono detti gas rari. a 2 degli alogeni. dei metalli alcalino-terrosi. dei metalli alcalini. dei metalli di transizione. 10 Vero o Falso? Ramsey intuì la legge periodica. ordinò gli elementi in triadi. ordinò gli elementi in ottave. scoprì i gas nobili. Il gruppo II A è detto anche Conduce la corrente elettrica. È una delle forme in cui si presenta in natura il carbonio puro. È molto duro. È un solido cristallino. 143_156_chimLS_I_biennio_U7 15-09-2010 10:39 Pagina 155 La tavola periodica 15 Un modo per proteggere dalla corrosione un manufatto in ferro è ricoprirlo di a b c d rame. argento. cromo. mercurio. 19 Individua la posizione nella TP degli elementi elencati nella seguente tabella; completa inoltre la tabella indicando per ciascun elemento il periodo e il gruppo di appartenenza. Elemento 16 Vero o falso? La combustione dell’idrogeno è inquinante. V F L’alluminio subisce la passivazione. V F Il silicio viene utilizzato in microelettronica. V F Il principale utilizzo industriale dell’ossigeno è nella produzione dell’acciaio. V F L’elio può essere adoperato come refrigerante. V UNITÀ 7 Periodo Gruppo berillio .............................. .............................. carbonio .............................. .............................. calcio .............................. .............................. ossigeno .............................. .............................. potassio .............................. .............................. fluoro .............................. .............................. elio .............................. .............................. manganese .............................. .............................. cloro .............................. .............................. argo .............................. .............................. ferro .............................. .............................. arsenico .............................. .............................. argento .............................. .............................. mercurio .............................. .............................. stagno .............................. .............................. bromo .............................. .............................. bario .............................. .............................. platino .............................. .............................. piombo .............................. .............................. uranio .............................. .............................. F Esercizi di riepilogo 17 Vero o falso? Nella TP un periodo è costituito da elementi con proprietà chimiche simili. V F I metalli di transizione costituiscono un gruppo della TP. V F Gli elementi del gruppo I A hanno carattere non metallico. V F 18 Completa la tabella con i nomi e simboli degli elementi che occupano le posizioni specificate nella TP. Elemento Periodo Gruppo nome simbolo ............................................ .................. 3 IA ............................................ .................. 3 II A ............................................ .................. 6 VI B ............................................ .................. 4 II B ............................................ .................. 3 III A ............................................ .................. 4 IB ............................................ .................. 6 IB ............................................ .................. 5 VII A ............................................ .................. 2 VIII A 155 143_156_chimLS_I_biennio_U7 SEZIONE C 15-09-2010 10:39 Pagina 156 Elementi e reazioni chimiche VIDE O LAB LABORATORIO Saggi alla fiamma Saggi alla fiamma SCOPO OSSERVAZIONI Riconoscere alcuni elementi dalla colorazione che impartiscono alla fiamma ossidante di un bruciatore Bunsen. Riportare le osservazioni in tabella. Elemento Colore della fiamma litio Materiale occorrente • • • • • • • • Provette e portaprovette Piastra in porcellana a sei incavi (o vetri di orologio) Bacchetta in vetro con filo di nichel-cromo Vetrini al cobalto Spatola metallica Bruciatore Bunsen Cloruro di idrogeno in soluzione concentrata Cloruro di litio (LiCl), di sodio (NaCl), di potassio (KCl), di stronzio (SrCl2) e di bario (BaCl2). PROCEDIMENTO Accendere il bruciatore Bunsen e aprire la ghiera per ottenere la fiamma ossidante (quella incolore). In una provetta versare qualche millilitro di cloruro di idrogeno in soluzione concentrata. Pulire il filo di nichel-cromo immergendolo nella soluzione di cloruro di idrogeno e poi passandolo sulla fiamma ossidante. Ripetere più volte l’operazione fino a quando la fiamma non assume più alcuna colorazione. In ognuno degli incavi della piastra di porcellana mettere una punta di spatola dei cloruri da testare, avendo cura di segnare con un pennarello i diversi elementi presenti. Immergere il filo di nichel-cromo nella soluzione di cloruro d’idrogeno e raccogliere uno o due granelli del primo composto (ad esempio cloruro di litio). Portare il filo sulla fiamma dal basso verso l’alto, cioè dalla parte meno calda a quella più calda della fiamma. Osservare il colore che la fiamma assume. Pulire bene il filo nel cloruro di idrogeno. Ripetere le operazioni per gli altri composti (tenere per ultimo il cloruro di sodio perché dà una colorazione alla fiamma molto persistente). Osservare la colorazione della fiamma del cloruro di potassio anche attraverso due vetrini al cobalto. 156 rosso carminio potassio viola (rosso attraverso i vetri al cobalto) stronzio ............................................... bario ............................................... sodio ............................................... CONCLUSIONI Ciascun elemento presente nei composti esaminati assorbe energia dalla fiamma e poi la rilascia sotto forma di luce colorata. Ogni elemento emette luce dal colore diverso, perciò questa tecnica è utile per riconoscere elementi contenuti in sostanze sconosciute o in miscele. 1 2 3 4 Colorazioni impartite alla fiamma dal litio (1), dal potassio (2), dallo stronzio (3), dal bario (4) e dal sodio (5). 5