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Secondo Grenga i documenti d`affrancazione sarebbero
Per il godimento su una proprietà altrui, non risulterebbe alcun esame dei singoli casi Enfiteusi, delibere superficiali Secondo Grenga i documenti d’affrancazione sarebbero pieni di imprecisioni DI MINA PICONE a tematica dell’affrancazione volontaria dei diritti enfiteutici a favore di diversi cittadini, correlata ad alcune deliberazioni di giunta del 27 luglio scorso, sta surriscaldando l’opposizione. Attraverso Antonio Grenga, membro del partito democratico ed ex sindaco di Sonnino, si pongono alcuni puntualizzazioni sul fumus da cui vengono fatte derivare tali affrancazioni. In delibera vi sarebbe una generica asserzione da cui si rileva che «negli anni 1910/1930 alcuni terreni di proprietà comunale vennero concessi in colonia a privati cittadini, i quali corrispondevano annualmente al comune una quota parte dei prodotti del fondo». Grenga fa notare che il Comune di Sonnino ha realizzato, attraverso il geometra Bono, un analitico libro dei beni comunali concessi in colonia, enfiteusi, con graduazione dei diversi livelli e censi esistenti sui relativi terreni. In sostanza, gli amministratori sonninesi avrebbero dovuto verificare la corrispondenza dei beni per i quali si richiede l’affrancazione con quelli realmente concessi dall’ente, da cui si rileva l’estensione, la destinazione e gli obblighi delle parti. Grenga non si ferma qui. Il Comune, nelle svariate delibere di affrancazione, insisterebbe nella c i t a z i o n e d e l l a l eg g e 118/70, art. 1 comma 4 di cui però non si troverebbe alcuna corrispondenza. E ancora, la citazione in delibera dell’art. 2498 del Codice Civile sembrerebbe impropria se applicata nei casi di specie. Infatti l’art. 2948 parla di «prescrizione quinquennale delle rendite perpetue», con ciò riconoscendo l’omessa riscossione dei dovuti canoni nel corso degli anni. Grenga cita anche la sentenza n. 1645 del 17/08/2010 della Corte dei Conti - Sezione Giurisdizio- L PUNTI DI VISTA ANTONIO GRENGA E’ MEMBRO DEL PARTITO DEMOCRATICO ED EX SINDACO DI SONNINO nale del Lazio che ha condannato per danno erariale i responsabili della gestione che hanno omesso di riscuotere i canoni di occupazione dei terreni. Si ritiene che anche il Comune di Sonnino abbia enormi responsabilità, perché non avrebbe mai attivato le procedure di ri- scossione, probabilmente per centinaia e centinaia di migliaia di euro accumulatisi nel corso degli ultimi venti anni, e, come titolare del dominio diretto, avrebbe addirittura omesso il diritto di chiedere giudizialmente la devoluzione dei fondi, cioè l’estinzione dell’enfi- Latina Oggi Martedì 6 Agosto 2013 teusi e la restituzione del bene, qualora l’enfiteuta deteriori o non migliori il fondo ovvero sia in mora di due annualità. Dalle delibere della Giunta non risulterebbe alcun analitico esame delle singole si tuazioni, né sarebbe stata allegata agli atti alcuna relazione tecni- ca, anzi, le delibere stesse sarebbero di fatto fotocopie l’una dell’altra. Ma la cosa ancora più grave agli occhi di Grenga è che si tenderebbe ad aggirare la legge sotto due aspetti: per acquisti e alienazioni immobiliari, relative permute la competenza è del consiglio e mai della Giunta; in caso di terreni trasformati, sui quali sono state realizzate costruzioni il procedimento doveva essere completamente diverso. Come è stato possibile trasformare unilateralmente il contratto originario che prevedeva una specifica destinazione agricola? E’ stato il comune stesso a rilasciare permessi, concessioni o licenze? E se il dominus del terreno era il Comune come è stata possibile l’edificazione? Certamente non basta ad alibi una dichiarazione di parte che i fabbricati siano stati costruiti in epoca anteriore al 1967, quando non occorrevano permessi per edificare in zona agricola. Basta vedere le aereofotogrammetrie dell’ep oca per accertarsi della realtà dei fatti. L’organo di revisione comunale, la Guardia di Finanza e la Corte dei Conti avranno un bel daffare a disbrogliare questa matassa secondo l’ex sindaco di Sonnino!