PENSARE SECONDO CRISTO - Parrocchia Santi Nabore e Felice
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PENSARE SECONDO CRISTO - Parrocchia Santi Nabore e Felice
a cura dei Padri Cappuccini via Tommaso Gulli 62 - Milano - tel. 02.48701531 « NOVEMBRE 2015 PENSARE SECONDO CRISTO L’incontro con Gesù per il credente è la sorgente di un nuovo modo di pensare gli affetti, il lavoro, il riposo e la festa, l’educazione, il dolore, la vita e la morte, il male e la giustizia. Egli trova in Cristo il criterio per valutare ogni cosa approfondendo l’unità della propria persona». cordia con queste parole: «Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre» e continua: «Abbiamo sempre bisogno di contemplare la misericordia di Dio». Non possiamo vivere la misericordia di Dio con la nostra vecchia mentalità, sarebbe come on queste parole della sua Lettera pasto- mettere «vino nuovo in otri vecchi»; ma per rale Educarsi al pensiero di Cristo, il Car- cambiare mentalità, convertirci, abbiamo bisodinale ci indica l’inizio del cammino per impara- gno di stare con Lui affinché Lui diventi - come ci dice il Cardinale - «il re chi siamo, per essere centro affettivo della perl’uomo nuovo, fatto ad sona». Non ci basta penimmagine e somiglianza sare a Lui, abbiamo bisodel suo Creatore, per esgno di guardarlo per cosere finalmente noi stesme Lui è. E anche se non si e testimoniarlo, colmi riusciamo a capirlo posdi gratitudine e letizia, al siamo sempre contemmondo intero. plarlo, come faceva Maria È un cammino della noquando «contemplava stra persona, non una dottutte queste cose nel suo trina da imparare e ripecuore» (Lc. 2,19). tere; non possiamo testiSpesso però è come se moniare ciò che ancora avessimo la vista annebnon siamo, bensì il cam- Pietro incrocia lo sguardo di Gesù dopo il rinnegamento biata, così non riusciamo mino che stiamo vivena riconoscerlo in molti do, e Cristo che ne è il compimento. E l’inizio, non solo della vita, ma di ambiti della nostra vita. Allora è Lui che ci chiaogni giorno che cominciamo, è nel cambia- ma e ci guarisce gli occhi della mente e del mento di mentalità, un modo nuovo di pensare. cuore, attraverso la compagnia della Chiesa, Per questo abbiamo bisogno di guardare a con dei semplici, ma indispensabili strumenti. Cristo, al suo modo di pensare, di sentire la l primo è la liturgia con i suoi Tempi, i Sarealtà e la vita, alla “sua mentalità”. cramenti e la preghiera. Non per fare qualapa Francesco inizia la Bolla di indizione cosa per Dio, ma per ascoltare e vedere cosa del Giubileo Straordinario della Miseri- Lui fa per noi. C I P [segue a pag. 3] IN QUESTO NUMERO: 2-3: 4: 5: 6-7: Una «Margherita» che non sfiorisce La Mostra allestita dal Gruppo Missionario Le stelle di Assisi Il Cardinal Béchara Ra¿ a Milano 8: 9: 10: 11: 12: Appuntamento con la Colletta alimentare “Italiano Insieme”: scuola per stranieri L'anagrafe di casa nostra La Mensa per i poveri di P.le Velasquez Bacheca novembre 2015 - naborianum vita della comunità Alla fine di ottobre, suor Malgorzata Jablonska, per noi suor Margherita, ha lasciato la nostra parrocchia, destinata a nuovo servizio nella sua Polonia. In questi oltre undici anni passati tra noi, si è gradualmente imposta come una presenza determinante non solo per l'oratorio, ma anche per tutta la nostra comunità. Abbiamo colto l’occasione per una chiacchierata e un saluto a questa nostra amica. Una «Margherita» che non sfiorisce intervista a cura di Matteo Sacchi O gni volta che una persona consacrata, che ha operato per un certo tempo nella nostra comunità, ci lascia, ci interroghiamo sulle ragioni di un tale distacco. Puoi quindi spiegarci il perché di questi cambi di destinazione che periodicamente vi sono chiesti? L alle persone che si sono incontrate. a nostra parrocchia è una Mi siete stati dati come dono per il realtà variegata e complesperiodo che sono stata qua, un dono sa, con diversi carismi da amalche dovevo vivere anche in alcune gamare. Qual è quindi il bello di situazioni che comportavano fatica noi che ti porterai dietro? Quali o in altre che erano più facili ed imsono le cose belle che, nonostanmediate; ho cercato di costruire qualte le nostre imperfezioni siamo cosa, anche se non sempre ci sono riusciti a darti? riuscita, ma ho cercato di far fruttare il seme che mi era stato dato assie- Io credo di essere cambiata tanto Perché l’itineranza è iscritta nella me alla vostra amicizia. in questi undici anni passati a Milavocazione francescana: Francesco no: proprio questa varietà di gruppi non voleva che i suoi frati stessero ed iniziative, che all’inizio mi ha quatanto tempo negli stessi luoghi. Lui si spaventata, mi ha aiutato, anzi covoleva che si spostassero, e questa stretto ad aprirmi a una realtà che regola è legata alla libertà e non alprima non conoscevo, cosa che poi l’affettività: noi ci leghiamo alle persi è rivelata bellissima. sone e questa cosa è molto bella, è Importantissimo per me è stato il bello avere amici e relazioni da coltifatto di vivere dentro la parrocchia, vare sperando che esse rimangano che mi ha permesso di compiere nel tempo. Però noi non siamo chiaun’esperienza a 360 gradi, fin dai primati a restare stabili in un luogo, e mi quattro anni che ho passato in nonostante il fatto di avere legami, oratorio, dove ho visto un bisogno amare e creare relazioni, dobbiamo Con una delle tante giovani accompagnate delle persone di una presenza asnel percorso di ricerca vocazionale anche essere in grado di rimanere lisidua accanto a loro. Io cercavo tutti beri, ed è questo che chiedeva FranQuindi con il mio andare via sto re- i giorni di rispondere a tale bisogno. cesco. Io cerco di vivere la mia parstituendo il seme che ho provato a Molto bello è stato anche il tempo tenza in questo modo, che credo sia far fruttare qui; conscia del fatto che passato coi ragazzi, che ti mantiene molto umano. Infatti quando si hanrestituendolo, quel seme diventerà sempre giovane, come diceva Giono delle amicizie è bello sapere che ancor di più mio. Questa cosa non è vanni Paolo II. Il fatto di stare in parcontinueranno anche se dovesse veaffatto indolore; io sono contenta di rocchia con tutte le fasce di età, dai nire a mancare la presenza fisica deandare nella casa del noviziato dove bambini agli anziani che passavano gli amici che ci stanno a cuore. sono mandata, con otto giovani suo- in archivio mi ha consentito di fare Poi c’è un’altra cosa in cui mi rire e un grande parco; sarà un po’ u- degli incontri davvero belli, come conosco molto ultimamente: il conna vita da eremo ma sono contenta, quando iniziavi a conoscere un bamcetto francescano di restituzione, anche se divisa perché qui lascio un bino, poi conoscevi i genitori e arrinon soltanto nell’accezione matevavi fino a conoscere i nonni, sempezzo della mia vita. riale del termine ma anche riguardo pre nello stesso ambiente. 2 naborianum - novembre 2015 Questa cosa mi ha arricchito molto. Ad un certo punto ho capito che per stare con voi e servire meglio devo capire come pensate e ragionare come e assieme a voi. Io ho fatto un servizio ma voi non sapete quanto avete servito me. Naturalmente le imperfezioni ci sono, ma non bisogna soffermarsi su di esse ma imparare a vedere i doni che Dio ci ha fatto: trovarli in noi e scoprirli nell’altro. L’importante è non sottovalutarsi mai. Una cosa bellissima che mi porterò via è l’esperienza dell’ultimo Oratorio feriale passato assieme agli animatori in oratorio. C’è stato un grande lavoro di squadra e un’impareggiabile gioia di stare tutti assieme, nei momenti di gioco e in quelli di preghiera. Soprattutto negli animatori si vedeva una grande gioia, che ha fatto passare a tutti tre splendide settimane. Ci sono molte cose che si possono pian piano migliorare, abbiamo tutta la vita per farlo. Io penso che ci sia bisogno di lavorare molto sulla comunità; mi sembra sia questa una delle priorità, assieme al fatto che i cristiani praticanti sono ormai una minoranza e ci sia una grande necessità di tornare a mettere Cristo al centro del nostro stare insieme. Potete inventarvi strategie, iniziative, occasioni di incontro per preSr Margherita con l'amica Marianna gare ma per prima cosa ognuno di voi deve tornare a mettere Cristo al proprio il tornare a Cristo, che è il centro. centro della vostra vita, e di rimanere accoglienti come siete; asciaci con una tua preghiera non solo verso chi può venire da per la nostra comunità. lontano come profugo o rifugiato ma anche con chi vi sta accanto in Quello che mi auguro è che voi parrocchia, con chi come voi dona possiate mantenere la grande ac- del tempo. Cercate sempre il perché coglienza e l’affetto che mi avete ri- del vostro stare qua e del vostro servato in questi anni. Ho sperimen- servire la comunità. E che tutto tato tanta apertura anche nella città questo sia in comunione con Cristo. in generale: penso che Milano sia Io pregherò sempre per voi che, on la sincerità che conoscia- una città in cui possono vivere tutti: dopo questi undici anni siete mo in te, che consiglio ci dai ti accoglie, è esigente verso di te ma diventati una parte importante della per riuscire a rendere più vera e ti vuole sempre bene. Forse la mia mia vita a Milano, e avete reso bella la nostra vita di comunità? preghiera è proprio questa: quello anche me un po’polentona. che vorrei rimanesse tra voi è L C (continua l'Editoriale da pag 1) Abbiamo il Tempo di Avvento, in cui possiamo ascoltare e vedere come Dio stesso si prepara all’incontro con gli uomini per salvarli, riascoltare la «Promessa fatta ad Abramo e ai nostri padri» e vederla avverarsi nella storia, per poter vedere come si avvera nella nostra storia. Abbiamo i Sacramenti della Riconciliazione e dell'Eucarestia, nei quali Lui ci offre la sua misericordia e la sua comunione. Non possiamo offrire una vera misericordia se non sentiamo il bisogno della Sua, né possiamo offrire una vera amicizia se non desideriamo la Sua. Abbiamo la preghiera, il nostro grido a Lui, per potergli parlare e per poterlo ascoltare. E la preghiera, domanda e gratitudine, è costante e quotidiana perché non possiamo vivere senza di Lui. U n altro strumento è la Catechesi, che ci aiuta ad ascoltare la Sua voce. Siamo abituati a pensare che l’educazione sia necessaria solo per un periodo della vita: a catechismo ci sono molti bambini, i pre-adolescenti e gli adolescenti sono molti di meno, e meno ancora i giovani e gli adulti, come se dopo un po’ non avessimo più bisogno di ascoltarLo e di cercare di capirLo. Come possiamo vivere senza desiderare di sentirLo parlare? Per noi “cristiani adulti”, per la nostra vita quotidiana, è indispensabile avere un momento regolare di catechesi. Poi abbiamo tutte le nostre esperienze quotidiane da vivere con Lui, ma questi strumenti sono indispensabili per non lasciar trascorrere la vita come se noi non ci fossimo. p. Giuseppe 3 novembre 2015 - naborianum vita della comunità la mostra-vendita allestita dal Gruppo Missionario parrocchiale Un appello accorato che ci muove a fare ancora la Mostra missionaria A nche quest'anno il Gruppo Missionario parrocchiale ha accolto un appello accorato giuntoci da fra Gianluigi Marcassoli, missionario cappuccino in Costa d'Avorio. La sua missione conta diverse centinaia di famiglie in difficoltà che, grazie a lui, si sono organizzate in Cooperativa Agricola. L'attività della cooperativa si fonda sulla produzione soprattutto di riso e mais; il che permette alle persone più povere e bisognose di vivere grazie al lavoro dei campi e di produrre sementi di alta qualità, destinate anche ai Paesi Esteri, per promuovere una agricoltura più efficiente. Fornendo sementi di riso e di mais molte persone hanno ricominciato a vivere del proprio lavoro nei campi. F L A S H 4 Gli scontri militari della guerra scoppiata nel 2002-2003 hanno avuto un impatto terribile sulla popolazione, ma grazie ai progetti agricoli e sociali dei nostri frati cappuccini, moltissime famiglie hanno potuto essere soccorse, permettendo loro di vivere degnamente e guardare con ragionevole fiducia al futuro. L a Cooperativa riunisce 7.300 famiglie della zona, producendo sementi di buona qualità (riso, mais e legumi), sia per i locali, che per le istituzioni. Gruppi di donne vengono istruite a dovere sulle tecniche da applicare, fino al raggiungimento della piena autonomia, allorché saranno in grado di svolgere tutte le attività con i propri mezzi e le proprie conoscenze. Tutto il territorio è controllato Cresime 2015 Sabato 17 ottobre, nella nostra Chiesa, il vescovo ausiliare S. E. Mons. Paolo Martinelli, ha conferito il sacramento della Confermazione ai 120 cresimandi della nostra parrocchia. Come negli anni passati, il numero sovrabbondante di candidati ha imposto due turni in due S. Messe distinte. Nella sua omelia monsignor Martinelli ha sottolineato come il dono dello Spirito Santo nel sacramento della Cresima sia all'origine di un uomo nuovo, capace di affrontare la vita con cuore e criterio e attrezzato per rendere testimonianza a Gesù, Via, Verità e Vita. dalle «Forze Nuove», scese a Zouan-Hounien, ma la Missione è tranquilla, avendo i frati a tempo debito informato le autorità militari e aver ottenuto i permessi, cosa che ha guadagnato ai religiosi stima e rispetto. I problemi in Costa d'Avorio non sono pochi: uno fra questi è la chiusura delle Banche, ma i nostri amici frati dicono a questo proposito che la cosa importante sia il sostegno del Padre Eterno ... Noi del Gruppo Missionario aggiungiamo: anche il nostro sostegno attraverso il ricavato della Mostra Missionaria Parrocchiale, da noi allestita anche questo anno, e che ha suscitato ancora una volta l'interesse fattivo di molti. CARLA ROCCA Catechesi degli Adulti Con l'apertura dell'Oratorio e l'inizio dell'anno sociale è ripresa anche la Catechesi degli Adulti con cadenza quindicinale: il lunedì alle 21 in Sede Giovani con padre Giuseppe e il martedì immediatamente successivo alle 15 in aula Santa Chiara con padre Gianmarco A tema quest'anno la lettera pastorale dell'Arcivescovo dal titolo: «Educarsi al pensiero di Cristo». Per le date degli incontri si veda il Foglio del mese che trovate nelle bacheche della chiesa oppure sul sito della parrocchia: http://www.santinaboreefelice.it/ N E W S naborianum - novembre 2015 PELLEGRINAGGIO 2015 AD ASSISI E ALLA VERNA «E (ri)uscimmo... a riveder le stelle» (di S. Francesco) Come ogni anno ad ottobre numerosi fra noi hanno aderito al pellegrinaggio sui luoghi di san Francesco e dei suoi primi compagni I n un angolino poco noto dell’Eremo delle Carceri, ritiro d’elezione di San Francesco sulle pendici del monte Subasio, alle spalle di Assisi, ci sono tre statue in bronzo, rese verdi dal tempo: una del Poverello, le altre di due dei suoi seguaci più fedeli, frate Leone e frate Ginepro. Leone, il più erudito dei tre, è ritratto nell’atto di riportare sul terreno la posizione celeste del Grande e del Piccolo Carro; Ginepro, in piedi, indica con fare ingenuo e stupito l’Orsa Maggiore; mentre Francesco, disteso sulla nuda terra, contempla estasiato la meraviglia del cielo stellato di Assisi, uno dei più suggestivi che esistano. Peccato, però, che noi, quest’anno, il cielo stellato di Assisi non abbiamo potuto vederlo. Una dispettosa coltre di nubi, spalleggiata da una pattuglia di pioggia e vento, si è frapposta tra i pellegrini Naboriani e la volta celeste. M Forse perché il soffitto della splendida Basilica Inferiore di San Francesco è decorato come un cielo stellato, che alla fioca luce delle candele di un tempo baluginava proprio come il firmamento notturno? Forse… O forse perché le altissime volte della Basilica di S. Maria degli Angeli sfavillano di moderne stelline a Led, accese proprio mentre la dolcissima voce dei frati canta le litanie mariane e fa fremere la moltitudine dei fedeli del rosario serale? Ancora forse… forse perché le lucine del ben più modesto soffitto dei pullman che ci hanno portato ad Assisi hanno rischiarato una comunità forte, fremente e solidale… unita dalla fede e da qualcosa che qualcuno, al microfono, poco prima del rientro a Milano, ha definito semplicemente amore? F a è davvero così? E allora orse. Ma tanti forse fanno una certezza. Così, non è vero perché, nel ricordo, portiamo con noi luci, bagliori, sfa- che non abbiamo visto il cielo villìi? stellato di San Francesco quest’anno. L’abbiamo visto in tutti questi modi… e in altri modi ancora che solo ciascuno di noi sa. E soprattutto, l’abbiamo conservato dentro, sopra le volte della nostra anima. Ed è anche quel cielo stellato interiore che Francesco contempla, con la disarmante semplicità del suo Al santuario della Verna esempio… un esempio che, ad ogni ottobre che viene, ci inchioda alle nostre responsabilità di cristiani. Q uelle dei Naboriani ad Assisi sono state, come sempre, tre giornate intense. Piene. Traboccanti. Con un campionario meteorologico pressoché completo: sole il venerdì mattina; nubi il venerdì sera; pioggia e vento il sabato mattina; solo pioggia il sabato sera; solo vento la domenica mattina; e di nuovo sole la domenica sera, con un tramonto mozzafiato che ricordava più l’Arizona che non l’Autogrill di Modena. Una tavolozza di cambiamenti che hanno rispecchiato, né più né meno, l’altalenare del nostro clima interiore, fra emozione, preghiera, meditazione, convivialità, apprensione, allegria, fatica e molto altro… come una miniatura della vita stessa. Ed è questo, in definitiva, che il piccolo grande uomo di Assisi ci vuole dire: godiamo della pienezza della vita che abbiamo e ringraziamo il cielo… che è sempre stellato, anche quando non lo è. CARLO MARINONI 5 novembre 2015 - naborianum vita della chiesa Lunedì 26 ottobre, su invito dell'Arcivescovo, il cardinal Béchara Raï ha parlato in Duomo prima al clero ambrosiano, poi ai fedeli. Qui pubblichiamo stralci del suo intervento al clero. LIBANO: UNA CHIESA GIOVANE DALLE RADICI ANTICHE «Diverse ragioni rendono particolarmente significativa la presenza di Sua Beatitudine tra noi. Anzitutto l’eroica testimonianza cristiana dei nostri fratelli nelle martoriate terre del Medio Oriente». Sono queste le parole con le quali il cardinale Angelo Scola accoglie in Duomo il cardinale Béchara Boutros Raï, patriarca dei Maroniti in Libano, nel contesto dell’iniziativa «Evangelizzare la metropoli». Scola e Bechara sono stati entrambi Padri sinodali, nell’assemblea appena conclusa. E l’Arcivescovo infatti richiama l’appello per la pace in Medio Oriente reso pubblico a conclusione del Sinodo stesso: «La pace in Medio Oriente non può essere data con scelte imposte con la forza, ma con decisioni politiche rispettose delle particolarità culturali e religiose delle singole Nazioni. Siamo convinti che la pace è possibile ed è possibile fermare le violenze che coinvolgono sempre di più innocenti, aggravando la crisi umanitaria di quelle terre». Un tema, questo, che torna con forza nell’intervento del Cardinale libanese, «Pastore di una Chiesa che vive secondo una tradizione particolare, quella maronita (prende nome dal suo fondatore, San Marone, asceta siriano che la fondò nel IV secolo), e un rito proprio, l’antiocheno, dimostrando la pluriformità nell’unità che è la legge della Comunione», nota ancora Scola. L'evangelizzazione « Abbiamo mezzi mediatici per annunciare il Vangelo in Libano, Siria, Giordania, Qatar, Terra Santa e registriamo una grande vivacità di iniziative: a livello interecclesiale, c'è la Commissione del Catechismo del Medio Oriente, per coordinare l'insegnamento della Catechesi. Organizziamo convegni, in un anno abbiamo promosso ben quattordici congressi biblici; abbiamo Cappellanie nelle scuole statali dove si insegna religione. A volte accade che, in piccole scuole, i musulmani stessi frequentino la catechesi cristiana o mandino i loro figli in scuole cattoliche. Evangelizziamo nella metropoli a livello parrocchiale, con l'aiuto dei fedeli, attraverso le fraternità e i movimenti, specie per i giovani, con l'animazione della liturgia do- 6 menicale, le novene, la preparazione nelle parrocchie alla prima Comunione anche per i genitori dei ragazzi e attraverso la liturgia funebre che coinvolge tutta la comunità. I laici sostengono veglie settimanali nelle famiglia attorno a un brano del Vangelo. In tutte le parrocchie ci sono centri di preparazione al matrimonio che si svolgono in sei sedute con un programma stabilito dall'Assemblea dei Patriarchi e dei Vescovi. In Libano, per fortuna, non esiste il matrimonio civile, perché i musulmani lo rifiutano categoricamente; per cui si può dire che tutti coloro che celebrano il matrimonio devono aver frequentato questi corsi. Non mancano Centri di ascolto per le “famiglie ferite”, spesso convocate dal Vescovo per comprenderne le difficoltà. Questi dialoghi ci hanno aiutato a risolvere molte questioni prima che i coniu- Il Patriarca maronita durante il suo intervento in Duomo gi si buttino tra le braccia degli avvocati. In Libano vi è un Tribunale unificato per i Maroniti, dove è istituito un Centro di ascolto per trovare una conciliazione». «Secondo i cosiddetti Statuti personali - che dal tempo di Maometto significa “a ognuno la sua religione” - ogni comunità ha i suoi Statuti. In Libano religione e Stato sono separate. Tutto ciò che riguarda religione, matrimoni, effetti civili, beni culturali ed ecclesiastici non è gestito o legiferato dallo Stato ed è un bene». «Non esistono cittadini libanesi che non abbiano religione, perché il sistema è basato sull'appartenenza non a un partito, ma a una confessione. È questa una grande garanzia per non essere trascinati verso la laicità di tipo occidentale o l'islamizzazione. La nostra è la convivialità organizzata di un Paese dove nessuno è sommerso dalla maggioranza, ma ognuno mantiene la propria identità. Per questo dico sempre che il Libano è un edificio di cui le diverse religioni sono pietre». naborianum - novembre 2015 Le sfide «Non bisogna parlare, per il Medio Oriente, di “gruppi di cristiani”, ma di una Chiesa radicata e praticata da seicento anni prima dell'Islam. Esiste un sostrato cristiano nei musulmani del Medio Oriente che, per questo, sono in qualche modo diversi dagli altri, CHI È SUA BEATITUDINE BECHARA BOUTROS RA¿ U omo notissimo nel suo Paese e a livello internazionale, il patriarca Béchara, presidente della Conferenza episcopale libanese e del Consiglio dei Patriarchi cattolici di Oriente, è il 77° successore di San Giovanni Marone e tra i protagonisti del dialogo perché «il capo della Chiesa maronita è chiamato a portare nel Collegio dei Cardinali la voce degli arabi cristiani». «Il Libano è considerato da tutti i maroniti la loro patria spirituale spiega il Patriarca -. Lì è la sede patriarcale, lì è la nostra storia e forza. I maroniti si trovano nei cinque continenti come i rami di un grande albero che ha le sue salde radici in Libano. L’autorità della Chiesa maronita è rappresentata dal Patriarca e dal Sinodo dei Vescovi, tanto che egli è detto Patriarca di tutto l’Oriente, secondo i confini dell’antico impero ottomano e dell’impero romano d’Oriente. Una Chiesa, quella maronita, completamente unita a Roma, sempre a lei fedele». perché noi abbiamo trasmesso loro i nostri valori e nella nostra identità c'è qualcosa di loro. Così abbiamo creato una cultura e un'identità comune». «Oggi in Libano c'è crisi. Nel Paese vive ancora mezzo milione di profughi della guerra iniziata nel 1975. Vi sono impoverimento, crisi morale, lassismo, il contrasto tra sunniti e sciiti fa nascere un grande conflitto tra le fazioni che paralizza la vita economica e sociale, il Parlamento e il governo. Siamo senza presidente da un anno e sei mesi; ciononostante, c'è un risveglio nei giovani, grazie anche ad una vivace pastorale universitaria, e delle vocazioni». «Con salda speranza sentiamo la necessità e l'urgenza dell'annuncio del Vangelo di Cristo nel nostro Medio Oriente, Vangelo del dialogo, della sacralità della vita umana, della dignità della persona. Il mondo musulmano ha bisogno più che mai della presenza cristiana, ma i cristiani del Medio Oriente avvertono il grande bisogno di sentirsi sostenuti. Non siamo una minoranza, perché storicamente siamo in Libano da duemila anni, teologicamente siamo il Corpo mistico di Cristo, non siamo né un gruppo religioso né etnico. Vi prego di non dire mai “minoranza cristiana”, occorre usare la parola Chiesa. Noi siamo consci di essere nati in Medio Oriente e di essere una Chiesa che esiste per il mondo arabo. La testimonianza va vissuta nella vita comune dove siamo insieme quotidianamente: nella politica, nelle università, nei matrimoni misti. Millequattrocento anni di vita insieme significano che ci conosciamo a vicenda, sappiamo come vivere con i musulmani, come trattare con loro. È importante questo, perché le tragedie che si sono sviluppate in Iraq, in Siria devono insegnare qualcosa». I profughi, l'accoglienza e il ruolo dell'Europa «In Libano, all'interno di uno Stato più piccolo della Sardegna, abbiamo due milioni di profughi su quattro milioni di abitanti. Consideriamo con attenzione l'accoglienza varata dall'Europa, per la quale si deve ringraziare; tuttavia abbiamo bisogno di sentire dall'Europa un grido perché cessi, a ogni costo, la guerra. Bisogna mettere fine all'espulsione dei cittadini dalle loro terre. Fate tornare, con soluzioni politiche, i profughi nei luoghi di origine, altrimenti il Medio Oriente si svuoterà dei cristiani e dei musulmani moderati e resteranno solo i fondamentalisti, a minacciare non solo il Medio Oriente, ma il mondo intero. L'Europa deve fare i suoi conti su come integrare i musulmani, sapendo che l'Islam non separa mai religione e Stato. Ricordate che i musulmani sono scandalizzati dalla mancanza di fede dell'Europa, quindi pensano di poter conquistare il vostro continente con la loro fede. Per loro, per esempio, il matrimonio è per volontà di Dio e per procreare e scandalizza che così non sia in Occidente. La maggioranza dei musulmani è moderata: noi vediamo l'Isis, i mercenari, Al Quaeda, ma questo non è l'Islam e dubito persino che siano musulmani. I moderati, tuttavia, tacciono perché non sono abituati a esprimersi, ma dobbiamo contare su di loro: è l'unica via di uscita». (a cura di Carlo P. Giorgi) 7 novembre 2015 - naborianum oggi in evidenza Il 28 novembre torna la Giornata Nazionale di raccolta Colletta Alimentare 2015 una rivoluzione dentro un gesto semplice T utti gli anni, in coincidenza con l'ultimo sabato di novembre, ritorna un appuntamento caro a molti giovani e meno giovani della nostra parrocchia: la Giornata Nazionale di raccolta di cibo e altri beni di prima necessità non deperibili, che ha preso il nome di «Colletta Alimentare». Una iniziativa promossa in tutte le aree del Paese e alla quale partecipano ormai decine di migliaia di volontari, di tutte le provenienze, età, sesso, condizione sociale e fede religiosa. La organizza l’Associazione «Banco Alimentare», che anche per tutto il resto dell'anno si occupa di reperire, stoccare e distribuire le eccedenze alimentari, per lo più dai magazzini dei giganti della ristorazione e della distribuzione. La formula della Colletta è semplice ed efficace: davanti ai supermercati, a chi entra a far la spesa, un volontario (riconoscibile dalla tipica pettorina gialla) propone di acquistare anche generi di prima necessità a lunga conservazione e di consegnarle all'uscita. I prodotti così raccolti vengono poi selezionati e aggregati secondo le tipologie e infine stoccati nei magazzini del Banco. Successivamente vengono distribuiti gratuitamente sul territorio, secondo un duplice canale. Una parte, quella a breve scadenza, va alle opere di accoglienza del disagio sociale (mense dei poveri, enti religiosi, associazioni di accoglienza, etc.). La parte più a lunga durata invece viene destinata - con cadenza periodica e in forma di pacco anonimo - a famiglie senza disponibilità economica. Si realizza così, con l'aiuto di una 8 vasta rete di volontari, una trama di solidarietà umana, oltre che economica. La colletta alimentare, che quest'anno si terrà sabato 28 novembre, è un gesto semplice, non equivoco e alla portata di tutti. Chi desiderasse partecipare come volontario (i turni sono di 2 ore), può rivolgersi per tempo in parrocchia e sarà messo in contatto con il coordinatore. DALL'UDIENZA DI PAPA FRANCESCO AI PARTECIPANTI ALL'INCONTRO PROMOSSO DAL "BANCO ALIMENTARE" 03/10/2015 L a fame oggi ha assunto le dimensioni di un vero “scandalo” che minaccia la vita e la dignità di tante persone – uomini, donne, bambini e anziani. Ogni giorno dobbiamo confrontarci con questa ingiustizia, mi permetto di più, con questo peccato, in un mondo ricco di risorse alimentari, grazie anche agli enormi progressi tecnologici, troppi sono coloro che non hanno il necessario per sopravvivere; e questo non solo nei Paesi poveri, ma sempre più anche nelle società ricche e sviluppate. La situazione è aggravata dall’aumento dei flussi migratori, che portano in Europa migliaia di profughi, fuggiti dai loro Paesi e bisognosi di tutto.[...] Noi non possiamo compiere un miracolo come l’ha fatto Gesù; tuttavia possiamo fare qualcosa, di fronte all’emergenza della fame, qualcosa di umile, e che ha anche la forza di un miracolo. Prima di tutto possiamo educarci all’umanità, a riconoscere l’umanità presente in ogni persona, bisognosa di tutto. Forse pensava proprio a questo Danilo Fossati, imprenditore del settore alimentare e fondatore del Banco alimentare, quando confidò a Don Giussani il suo disagio di fronte alla distruzione di prodotti ancora commestibili vedendo quanti in Italia soffrivano la fame. Don Giussani ne rimase colpito e disse: «Poche volte mi era capitato di incontrare un potente che scegliesse di dare senza chiedere nulla in cambio e mai avevo conosciuto un uomo che desse senza voler apparire. … Il Banco è stata la sua opera. Mai pubblicamente, sempre in punta di piedi, l’ha seguita dal suo nascere» […] Condividendo la necessità del pane quotidiano, voi incontrate ogni giorno centinaia di persone. Non dimenticate che sono persone, non numeri, ciascuno con il suo fardello di dolore che a volte sembra impossibile da portare. Tenendo sempre presente questo, saprete guardarli in faccia, guardarli negli occhi, stringere loro la mano, scorgere in essi la carne di Cristo e aiutarli anche a riconquistare la loro dignità e a rimettersi in piedi. naborianum - novembre 2015 Prosegue l’esperienza della Scuola di Italiano, incominciata tre anni fa nei locali della parrocchia. «Ma perché mai “il braccio” » al plurale fa “le braccia”?» Nei locali della parrocchia si incontra il mondo: due pomeriggi alla settimana arriva gente originaria di tantissimi paesi diversi, da diciannove stati per l’esattezza e da tutti i continenti, tranne l’Oceania. Sono tutti alunni dei corsi di Italiano per stranieri. Il lunedì e il mercoledì, dalle ore 18.30 alle 20.00 prosegue l’esperienza della Scuola di Italiano, avviata tre anni fa. Ora la scuola ha anche un nome, scelto fra quelli proposti dagli studenti dello scorso anno. Si chiama :“Italiano Insieme”. Oltre a quelli che proseguono il cammino già intrapreso, molti alunni sono nuovi, alcuni sono in Italia da pochi giorni, altri da più tempo, ma conoscono poco la nostra lingua. Ci sono quattro classi, a seconda dei diversi livelli di apprendimento. C’è chi deve ancora conoscere le prime parole e chi sa già esprimersi abbastanza bene e si prepara per affrontare l’esame di Lingua2, F L A S H per ottenere il permesso di soggiorno di lungo periodo. Gli insegnanti sono quindici e c’è anche un mediatore culturale che ci aiuta nei primi contatti con gli alunni. Nelle classi si parla molto, si discute, si chiacchiera, si ride, si gioca, si canta e si impara, si condividono esperienze e racconti di vita, vediamo film e li commentiamo. Insomma ci divertiamo e impariamo a conoscere i vari modi di vivere e di parlare. Abbiamo scoperto che in Cina i giorni della setti- Fiaccolata di inizio Avvento Domenica 15 novembre alle ore 20.30 ci ritroveremo, insieme a tutte le parrocchie del nostro decanato di San Siro, alla Basilica di Sant'Ambrogio per vivere insieme il gesto ormai tradizionale della Fiaccolata di inizio Avvento, che si concluderà nella chiesa di S. Maria delle Grazie. È una consuetudine che ci aiuta a iniziare insieme la preparazione al Natale di Gesù e che coinvolge tutte le varie realtà parrocchiali a ogni livello. Alcuni oratori del decanato hanno anche organizzato per i ragazzi delle scuole medie e per gli adolescenti un momento di condivisione e di preghiera nel pomeriggio, per convergere poi insieme agli adulti alla basilica ambrosiana. Per noi il ritrovo è fissato alle ore 20 presso la Casa Parrocchiale. mana si chiamano “settimana uno, due, tre…”; nelle Filippine, invece, hanno gli stessi nomi che in Sud America. Ci affanniamo a spiegare le complicate regole della nostra grammatica così ricca di eccezioni: i nomi maschili finiscono in –o, ma “la mano” è femminile! E il braccio è maschile, ma al plurale troviamo “le braccia” femminile. E poi ci sono gli articoli… e i verbi irregolari! Vabbè, è più facile imparare ascoltando, conversando e ripetendo parole, frasi e modi di dire, piuttosto che inseguire tutte queste dannate regole e regolette. E dalle nostre conversazioni, assieme alla conoscenza dell’italiano, nascono anche tanti bei rapporti di amicizia ed ogni volta è un piacere ritrovarci assieme. Facciamo “Italiano Insieme”, appunto. DARIA TOMASI Appello del Papa all'accoglienza In risposta al caloroso appello all'accoglienza di una famiglia di profughi da parte di ogni comunità parrocchiale, che Papa Francesco ha lanciato a tutte le parrocchie d'Europa, abbiamo promosso – come saprete – nel mese di ottobre un'iniziativa di libero impegno per sostenere la spesa che la risposta all'appello del Santo Padre implica. Il risultato è andato al di là di ogni più rosea previsione. È infatti consistente il numero di parrocchiani che si sono impegnati a versare ogni mese una cifra pur minima. Nel frattempo abbiamo trovato l'appartamento adatto. Si sta già provvedendo all'imbiancatura e all'arredamento. In dialogo costante con la Caritas diocesana, attendiamo la segnalazione della famiglia destinataria del nostro aiuto. N E W S 9 novembre 2015 - naborianum anagrafe di casa nostra RINATI PER ACQUA E SPIRITO SANTO FEDERICO MANZOTTI LUCREZIA RITA MAURI MATILDE MARIA MAURI STEFANO ZAPPALA' FILIPPO BOZZETTI UNITI IN CRISTO E NELLA CHIESA GIOVANNI CATTANEO, a.79 via Martinetti, 15 GIACOMO RANZI con CINZIA LAMPARIELLO LUCA MAIORANA con ALESSANDRA R. MAGRI FABRIZIO SCHIRA con ELEONORA UBOLDI PANTALEO MEROLLA con JESSICA CAMURRI NICOLE TOTA TORNATI A DIO PER LA RISURREZIONE TOMMASO DILILLO ROBERTO MORABITO LEONARDO NIGROTTI GAIA GUIDI MIRIAM MASTROIANNI AUGUSTO SICILIANO SAMUELE BARBIERI GIADA ROTONDI SOFIA DI NOIA ASCANIO GIUSEPPE LOSASSO ALESSIA COLOMBATTO FABRIZIO ALBERTO FERRARI ALESSANDRO GEREMIA F L A S H 10 LUIGI DE FELICI,a.76 via Capecelatro, 14 LUCIANO DEL GIUDICE, a.73 p.le Siena, 4 WALTER MARANGONI, a.86 via Rembrandt, 9 FERNANDA WAELTERLE, a.90 viale Caterina da Forli, 58 GIUS. EUGENIO DI PILATO, a.74 via Legioni Romane, 8 ELISA FINIZIO, a.91 via Millelire, 10 ROBERTO PITTONI, a. 59 via Civitali, 21 GIOVANNA DE GIORGIO, a.91 via Civitali, 13 EZIO FERRARO, a.59 via Rembrandt, 56 IVANA ROSSI, a.81 via Crimea, 15 ELISA CHIODIN, a.94 via Rembrandt, 9 GIAN FRANCO ZANIER, a.79 via Cavaleri, 4 ORNELLA DELLA CASA ALBERIGHI, a.56 via Legioni Romane, 28 BRUNO GIOIA, a.72 via Palma, 16 ANNA MARIA BALBI, a.72 via Don Gnocchi, 33 LETIZIA MARIA MAGRONE, a.53 via Palma, 16 Benedizione natalizia Con l'inizio del Tempo di Avvento e nell'imminenza del S. Natale, i sacerdoti della parrocchia vogliono incontrare le famiglie nelle loro case per un momento di preghiera e di benedizione. Date le dimensioni proibitive del nostro territorio parrocchiale, anche quest'anno la visita alle famiglie si avvarrà nuovamente dell'aiuto di frati esterni alla nostra comunità. Assieme ad alcuni confratelli conosciuti dalla nostra gente, ci aiuteranno anche alcuni giovani studenti di teologia del convento di P.le Velasquez. Cominceremo con lunedì 16 novembre. Il calendario sarà come sempre notificato per tempo ai condomini interessati. LITTORIO CARVELLI, a.79 via Millelire, 18 IOLE POZZOBON, a. 91 piazza Melozzo da Forlý, 7 ROSARIA ANZALDI, a. 83 piazza Bande Nere, 10 Pellegrinaggio a Roma Si sono chiuse le iscrizioni per il pellegrinaggio dal 5 al 8 dicembre a Roma in occasione dell'apertura dell'anno santo della Misericordia. Saranno due i pullman che partiranno carichi di Naboriani. I partecipanti avranno la possibilità di accedere con il pass d'ordinanza a Piazza San Pietro il giorno dell'Immacolata. Aggiornamento sui lavori Dopo il rinnovamento della pavimentazione del presbiterio riportato al suo primitivo splendore, proseguono i lavori urgenti per la nostra parrocchia. Sono infatti state messe a norma tutte le ringhiere delle scale che portano alle diverse aule N E W S naborianum - novembre 2015 l'angolo della parrocchia Come nella migliore tradizione francescana, anche nel Convento di p.le Velasquez esiste da anni una mensa per le persone più disagiate e che hanno bisogno di un pasto caldo. L’«Opera Pane di Sant'Antonio per i poveri» L’«Opera Pane di Sant'Anto- Dall'anno scorso, su incarico della nostra mensa, che serve nio per i poveri» è nata negli dei superiori, insieme ai con- per la maggior parte persone anni '50 del secolo scorso per fratelli responsabili, stiamo la- straniere – dal Maghreb, daliniziativa di fra Ciriaco, sul mo- vorando ad ampliare ed otti- l’Est europeo o dal Sudamerica dello dell'analoga Mensa crea- mizzare la collaborazione – , ma che ha anche un 40 % di ta da fra Cecilio Cortinovis, adi- proprio con la grande Opera italiani, è quella di conservare acente al convento di viale Pia- San Francesco di viale Piave, uno stile molto familiare. ve. Con gli anni il nostro ser- che qualche anno fa ha in- Questo ci permette di valorizvizio è via via crezare il rapporto umasciuto, strutturandosi no, nell'aiuto ai bimeglio. sogni elementari, e la Oggi disponiamo di dignità di persone che un' ampia sala che può vivono un disagio soospitare ogni giorno a ciale e una fatica esipranzo - in un turno ustenziale. nico, sei giorni alla setDa ultimo va detto timana - 102 persone che tutto questo è sedute. Per le persone possibile grazie in più, distribuiamo all’aiuto dei volontari, sacchetti con l'equipersone veramente Si appronta la sala pranzo in attesa degli ospiti valente di un pranzo fedeli e appassionate, (in media 70 al giorcon i quali affrontiamo augurato nel nostro convento no). le sfide che una grande città un servizio di poliambulatorio. Disponiamo anche di un guarcome Milano pone quotidianaE questo allo scopo di rispondaroba, sia maschile che femmente. dere meglio al bisogno primario minile e familiare. È inoltre attidei poveri che incontriamo vo un centro d’ascolto, dove quotidianamente. approfondire le situazioni parFRA MARCELLO MANGIAMELI La caratteristica peculiare ticolari. 11 novembre 2015 - naborianum bacheca LEZIONE DI iTALIA N O PE R STRANIE RI ANIMAZIONE ATI RESIM O DI C GRUPP 2015 CON S. ONS. ECC. M PAOLO ALLA MOSTRA MISSIONARIA ELLI MARTIN Naboriani sulla piazza della Ba silica di S. Fran cesco ad Assi si ESTATE 2014: SR MARGHERITA E I "CAMERUNESI" AL COMPLETO Si ringraziano per il materiale fotografico: Centro Servizi FOTOGRAFANDO, via Celio 2 - Milano; Fra Marcello Mangiameli; Fra Giuseppe Panzeri 12