Vademecum per operatori a tutela delle donne vittime
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Vademecum per operatori a tutela delle donne vittime
Le donne non si toccano nemmeno con un fiore…” “ Vademecum per operatori a tutela delle donne vittime di violenza Distretto di Magenta Anno 2015 1 La violenza nei confronti delle donne permane un problema mondiale che si sviluppa soprattutto all’ interno delle dinamiche familiari e che non conosce confini di censo e cultura di appartenenza. ASL Milano 1 ha nella propria mission la tutela della salute del cittadino, in particolare delle persone più deboli e vulnerabili, che si esplica con attività preventive, di cura e di supporto . Gli operatori sanitari, sono spesso il primo interlocutore che la donna incontra nel momento in cui decide di chiedere aiuto, anche se sappiamo che la stragrande maggioranza dei casi di violenza domestica non viene denunciato in quanto tale. I pronto soccorso, sono i luoghi in cui purtroppo le donne si rivolgono con maggiore frequenza e il lavoro svolto in questi anni di formazione del personale, con l’attivazione dei codici rosa, inizia a fornire i primi risultati e stimoli per meglio operare. L’ OMS sottolinea come il sistema sanitario rappresenti la prima possibilità di contatto per le donne vittime di violenza, ma consapevoli di come non si possa operare da soli, si esprime il proprio potenziale assumendo un ruolo proattivo nel contrasto e prevenzione della violenza. La rete dei servizi territoriali è divenuta quindi il luogo per la presa in carico e il supporto della vittima verso un percorso di uscita dalla spirale della violenza, in cui ogni attore dalle forze dell’ordine, ai servizi sociali al terzo settore svolgono un ruolo indispensabile. Essendo le situazioni di violenza situazioni complesse è necessario approcciarle con modalità integrate, pur prevedendo diverse modalità di intervento in ragione all’urgenza di protezione. Per questo motivo ASL Milano 1 si è resa promotrice della stesura del presente vademecum, che riteniamo possa divenire un valido aiuto per tutti i professionisti che a vario titolo incontrano le vittime nella loro professione. Ringraziamo per il contributo offerto nella stesura e nella partecipazione ai gruppi di riflessione, tutti gli operatori che quotidianamente si confrontano con un fenomeno così coinvolgente. Marina Gerini Direttore Sociale ASL Milano 1 Giorgio Scivoletto Direttore Generale ASL Milano 1 2 Vademecum per operatori a tutela delle donne vittime di violenza Il presente vademecum vuole essere uno strumento agile di consultazione per gli operatori che operano nel territorio dell’ASL Milano 1 * a vario titolo per il contrasto al fenomeno e il supporto alle vittime di violenza di genere. Ci auguriamo che qui si possano trovare le risposte sul cosa fare e chi contattare per aiutare una donna che sta chiedendo aiuto. Alcune informazioni anche su cosa evitare di fare per non peggiorare la situazione. Questa è la seconda edizione del vademecum, edita a seguito dell’ottimo riscontro avuto con l’edizione 2014 e rappresenta l’aggiornamento delle procedure in essere a seguito dell’apertura di tre centri antiviolenza sul nostro territorio : Legnano, Magenta e Corsico. Le soluzioni rappresentate sono quelle possibili ed esistenti a fine 2015 , ci auguriamo che con l’aumentare della sensibilizzazione sociale , vi sia di pari passo un incremento delle risorse e quindi delle soluzioni possibili. Il presente lavoro è stato frutto di sette ** gruppi di lavoro coordinati da operatori dei consultori famigliari. I gruppi composti mediamente da una quindicina di persone per un totale di più di 100 operatori, ha costituito di fatto una rete di supporto per le vittime, che mentre lavorava per definire procedure e compiti, interveniva con sempre maggiore efficacia, sperimentando prassi operative, che hanno fluidificato le modalità di comunicazione e di invio accompagnato. Il lavoro ha permesso anche la costituzione di un linguaggio condiviso , tra professionisti provenienti da settori non sempre abituati ad un lavoro integrato. A titolo esemplificativo nei gruppi sono stati rappresentati : le forze dell’ordine, le polizie locali, i pronto soccorso, legali, operatori sociali comunali, servizi per le dipendenze patologiche, per la cura dei disturbi mentali, sportelli d’ascolto e realtà del terzo settore. La rete dei consultori famigliari si è resa promotrice di questo lavoro, grazie al attività formativa effettuata negli anni precedenti e la prassi operativa che ha permesso la presa in carico di più di 100 donne vittime di violenza nel corso del 2014. Sul sito aziendale vi è una sezione dedicata dove poter scaricare la versione on-‐line del presente vademecum. http://www.aslmi1.mi.it/it/vademecum-‐qle-‐donne-‐non-‐si-‐toccano-‐nemmeno-‐con-‐un-‐fioreq.html * Territorio nord-‐ovest della provincia di Milano ** Garbagnate Milanese, Rho, Corsico, Legnano, Castano Primo, Magenta, Abbiategrasso Mirco Fagioli Direttore UOC Sistemi di Welfare per la famiglia ASL Milano 1 3 1 COS’E’ LA VIOLENZA SULLE DONNE* Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica . Istanbul, 11 maggio 2011. ARTICOLO 3 • DEFINIZIONI a. con l’espressione “violenza nei confronti delle donne” si intende designare una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione contro le donne, comprendente tutti gli atti di violenza fondati sul genere che provocano o sono suscettibili di provocare danni o sofferenze di natura fisica, sessuale, psicologica o economica, comprese le minacce di compiere tali atti, la coercizione o la privazione arbitraria della libertà, sia nella vita pubblica, che nella vita privata; b. l’espressione “violenza domestica” designa tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima; c. con il termine “genere” ci si riferisce a ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini; d. l’espressione “violenza contro le donne basata sul genere” designa qualsiasi violenza diretta contro una donna in quanto tale, o che colpisce le donne in modo sproporzionato; e. per “vittima” si intende qualsiasi persona fisica che subisce gli atti o i comportamenti di cui ai precedenti commi a e b; f. con il termine “donne” sono da intendersi anche le ragazze di meno di 18 anni. La violenza fisica è ogni forma di intimidazione o azione che mette a rischio l’integrità fisica. Vi sono compresi comportamenti quali schiaffeggiare, spingere, dare calci, pugni, morsicare, sputare, dare pizzicotti, minacciare, tirare i capelli, costringere nei movimenti, sovrastare fisicamente, colpire con oggetti o armi, mutilare i genitali femminili, bruciare con le sigarette, ustionare, privare di cure mediche, privare del sonno, tentare di strangolare, pugnalare, uccidere, ecc. La violenza sessuale è ogni forma di imposizione di rapporti e pratiche sessuali non desiderate che facciano male fisicamente e/o psicologicamente, sotto minacce di varia natura. Vi sono compresi comportamenti quali essere insultata, umiliata o brutalizzata durante un rapporto sessuale, essere costretta ad assistere ad atti sessuali, subire un tentato stupro, subire uno stupro. Ricordiamo che l’imposizione di un rapporto sessuale o di intimità non desiderata è un crimine di umiliazione, di sopraffazione e di soggiogazione, che provoca nella vittima profonde ferite fisiche e psichiche. Lo stupro non deve essere visto soltanto come un atto “prettamente sessuale”, è un reato contro la libertà della persona, non è un “raptus” sessuale, è sempre l’esercizio di un “potere” Aresti, L. 1983 4 La violenza psicologica comprende tutti quei comportamenti che ledono la dignità e l’identità della donna. La violenza psicologica ha un grande potere distruttivo soprattutto quando si manifesta in sottili meccanismi comunicativi all’intero dei rapporti di intimità. La violenza economica come succede con la violenza sessuale, spesso è difficile da registrare come una forma di violenza. Può sembrare normalmente scontato che la gestione delle finanze familiari spetti all’uomo. Anche l’avarizia può diventare uno strumento vessatorio e denigrante difficile da registrare come violenza. La violenza economica è ogni forma di privazione, sfruttamento e controllo che tende a produrre dipendenza economica o ad imporre impegni economici non voluti: impedire alla donna di lavorare, obbligarla a lasciare il lavoro o a non trovarne uno, controllare lo stipendio, controllare gli estratti conto, sequestrare bancomat e carte di credito, obbligarla a versare lo stipendio sul conto corrente dell’uomo, sfruttarla come forza lavoro nell’azienda familiare senza dare nessun tipo di contribuzione, escluderla dalla gestione economica della famiglia, costringerla a fare debiti, non adempiere ai doveri di mantenimento stabiliti dalla legge anche nei confronti dei/delle figli/figlie, limitare l’accesso alle cure mediche, tenerla in una situazione di privazione economica continua. Se l’uomo limita l’accesso al cibo, ai vestiti, al denaro, alle cure mediche o al lavoro della donna, o impedisce che la donna diventi o possa diventare economicamente dipendente, esercita su di lei un controllo diretto molto efficace, soprattutto nel momento in cui la donna decide di allontanarsi dalla relazione distruttiva di maltrattamento. Differenza Donna, 2010 La violenza domestica nasce all’interno di quello che per la donna è un rapporto di amore e fiducia, lei sente di amare quell’uomo e si fida di lui. Nella storia della coppia non ha un inizio preciso, non è facile riconoscerla e determinare quando è cominciata. In realtà nella violenza si "scivola" quasi inconsapevolmente. In genere la violenza nelle relazioni d’intimità inizia con l’innamoramento, quando la coppia condivide alcune premesse sui ruoli maschile e femminile: ad esempio entrambi sono legati emotivamente, si trovano bene insieme e pensano che lei sarà la perfetta compagna. Si sviluppa nel corso del tempo, in modo graduale attraverso litigi che diventano sempre più frequenti e pericolosi. Non si caratterizza subito con i maltrattamenti di tipo fisico, ma intenzionalmente vengono messe in atto violenze di tipo emotivo e psicologico meno evidenti, più subdole. La violenza domestica si caratterizza pertanto per: ·∙ cicli di violenza che si alternano a periodi di falsa riappacificazione ·∙ disponibilità della donna a dare una nuova opportunità al proprio partner nella speranza di riuscire ad ottenere un cambiamento. ·∙ puntuale disattesa delle aspettative della donna e il ripresentarsi dei comportamenti violenti del partner. Normalmente si crede che la gravidanza sia un periodo di benessere e serenità per tutte le donne. Purtroppo una corposa letteratura internazionale evidenzia che esiste un legame fra gravidanze e violenza, considerato che in questo periodo la violenza maschile contro le donne può iniziare o inasprirsi. La gravidanza rende infatti la donna più concentrata su se stessa e sui cambiamenti che il suo corpo sta vivendo. Tutto questo molto spesso non è capito e accettato dal partner. Egli vive la relazione con la donna come un possesso e nutre nei confronti dei nascituro un sentimento di gelosia, perché percepito come un oggetto che si interpone tra lui e la donna. Il momento cruciale di qualsiasi intervento è rappresentato dall’identificazione della presenza di violenza passata e/o presente nella vita della donna che chiede aiuto. Sono molti i motivi che rendono difficile affrontare la situazione di una donna che ha subito violenza: le convinzioni personali possono rappresentare un ostacolo, ad esempio quando si crede che questo tipo di problema non possa riscontrarsi trasversalmente in ogni ceto sociale, oppure lo si considera un fatto 5 privato tra marito e moglie e non un problema di propria pertinenza. In questi casi si può trasmettere un messaggio, anche inconsapevolmente, che viene percepito dalla donna che sta cercando aiuto e si trasforma in un’implicita giustificazione della violenza. QUANDO UNA DONNA CHIEDE AIUTO È UTILE RICORDARE CHE: • ha già cercato aiuto fra le 5 e le 12 volte prima di ricevere una risposta appropriata e di supporto • viene aggredita più e più volte prima di cercare l’aiuto delle Forze dell’Ordine • cercare aiuto all’esterno è un passaggio di un lungo percorso • familiari, amici e parenti sono generalmente i primi soggetti a cui la donna chiede aiuto • lei sceglie la relazione, non la violenza • non c’è mai nessuna giustificazione alla violenza • le strategie messe in atto da una donna per uscire dalla violenza riflettono le circostanze in cui si trova, la sua situazione specifica • lei conosce i suoi bisogni di sicurezza e l’autore della violenza meglio di chiunque altro QUANDO UNA DONNA CHIEDE AIUTO È UTILE SAPERE CHE: • nella maggioranza dei casi la violenza avviene all’interno delle mura domestiche. I luoghi più pericolosi per le donne sono la casa e gli ambienti familiari. Gli aggressori più probabili sono il partner, un ex partner o altri uomini conosciuti: amici, insegnanti, vicini di casa. • La violenza domestica è ciclica: all’inizio le donne segnalano un progressivo peggioramento degli atteggiamenti del partner che diventa sempre più aggressivo intensificando tutte le forme dell’abuso abituale. Poi si assiste ad uno scoppio della tensione, che può assumere forme diverse: azioni che costituiscono un pericolo di vita per le donne, ricorso alle percosse o alla loro intensificazione, minacce di aggressioni verbali, umiliazioni. • La speranza che il partner cambi, che tutto «torni come prima», è spesso la ragione principale che tiene per anni le donne maltrattate nella relazione. • Dopo l’episodio eclatante di rottura, il partner in genere entra in una fase di calma in cui apparentemente si ravvede, vuol «farsi perdonare». • La violenza provoca nelle donne ansia, depressione, disorientamento. QUANDO UNA DONNA CHIEDE AIUTO È IMPORTANTE • Non giudicare le strategie di sopravvivenza che ha scelto • Essere chiari sul fatto che lei non ha colpa della violenza subita • Individuare insieme dei modi che le permettano di trovare aiuto in caso di emergenza • Esplorare con lei le possibilità di azione, senza pretendere di sapere in partenza che cosa dovrebbe fare • Starle vicino il più possibile • Non perdere fiducia nelle sue possibilità di cambiamento • Riconoscere quanto è stato difficile per lei decidere di andarsene e valorizzare la sua capacità di sopravvivere • Aiutarla il più possibile nel risolvere i tanti problemi concreti che si presentano quando si inizia una nuova vita • Essere consapevoli che nei primi tempi ricorderà soprattutto le cose positive che c’erano nella relazione con il partner • Dedicarle il tempo necessario per parlare ed affrontare insieme i problemi: se non è possibile, essere chiari sulla propria mancanza di disponibilità e indicarle dove può trovare aiuto 6 INDICAZIONI DI CARATTERE GENERALE • Quando si decide di parlare con il partner violento assicurarsi di avere il consenso esplicito della donna • Discutere con la donna la possibilità che il partner voglia punirla per il fatto di avere parlato della situazione con una persona esterna richiedendone l’aiuto • Se si parla con il partner violento è necessario dire molto chiaramente che la violenza è inaccettabile, qualunque sia la ragione che lo ha portato ad esercitarla • Essere consapevoli del fatto che il partner negherà o minimizzerà la violenza e cercherà in tutti i modi di biasimare i comportamenti della donna • Ricordarsi che non esiste una tipologia precisa di uomini violenti e che possono essere persone affascinanti, sicure di sé, convincenti nel negare l’esistenza della violenza e nel portare gli operatori o le operatrici dalla “loro parte” • Ricordarsi che gli uomini violenti possono mostrarsi preoccupati e partecipi della situazione, affettuosi con la compagna e non lasciarla un momento, ossequiosi, estremamente gentili e corretti, rendendo difficile il riconoscimento dell’esistenza di una situazione di violenza • Evitare, in ogni caso, di dare al partner violento informazioni che la donna ha rivelato in via confidenziale • Indicare al partner violento la necessità di cercare aiuto, per cambiare il suo comportamento • Se la donna se n’è andata di casa, non indicare mai la zona in cui si trova e farle sempre sapere quando il partner chiede di lei • Non insistere per incontrare la donna insieme al partner violento, a meno che non sia lei stessa a richiederlo. Se l’incontro avviene, non lasciarli mai soli • Ricordarsi sempre che il partner può essere un uomo pericoloso OSTACOLI AL RICONOSCIMENTO DELLA VIOLENZA DA PARTE DI CHI OFFRE AIUTO • scarsa conoscenza della diffusione e gravità del fenomeno • insufficienti strumenti per identificare il problema • ritenere che non si tratti di un problema di propria pertinenza • non sentirsi in grado di intervenire e fornire aiuto • diffidenza nei confronti della donna, ad esempio perché si pensa che potrebbe essere lei a provocare la violenza • mancanza di tempo per verificare la presenza di violenza • difficoltà a gestire il proprio vissuto emotivo • ritrosia a farsi carico di situazioni che possono implicare l’attivazione, spesso faticosa e difficile, del sistema della giustizia civile e penale MOTIVI PER I QUALI LA DONNA HA DIFFICOLTÀ A PARLARE DELLA VIOLENZA SUBITA • paura che svelare la situazione di violenza possa mettere a repentaglio la propria sicurezza e quella delle/dei figlie/i • paura di subire vergogna e umiliazioni di fronte ad atteggiamenti giudicanti • credersi responsabile della violenza e quindi ritenere di non meritare aiuto • sentimenti di protezione nei confronti del partner e speranza in un suo cambiamento • dipendenza economica dal maltrattatore • senso di impotenza rispetto alla possibilità di trovare risorse efficaci per cambiare la situazione • credere che i suoi problemi non siano abbastanza gravi da nominarli *Tratto da “Non lasciamole sole. Vademecum per operatori della rete di tutela donne vittime di violenza” AUSL di Parma 7 1.1 LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO** Aspetti generali La valutazione del rischio è una STIMA per individuare la probabilità che si perpetri la violenza. Qualsiasi atto violento (inclusa la violenza domestica) deriva dalla scelta di agire con violenza; infatti, non esistono CAUSE della violenza, ma CIRCOSTANZE legate alle caratteristiche dell’individuo, alla sua storia pregressa, al contesto sociale. OBIETTIVO GENERALE PREVENIRE NON PREVEDERE E’ importante sapere che….. La valutazione del rischio (risk assesment) comporta conseguentemente la gestione del rischio (risk managment), cioè l’individuazione dell’intervento più appropriato per quel caso, finalizzato a prevenire la recidiva, per proteggere le vittime, per evitare l’escalation dei maltrattamenti che potrebbe sfociare anche in omicidi Risk managment significa: • individuare / discutere possibili strategie di gestione del rischio • valutare gli scenari del rischio tenendo conto della probabilità, della natura e della gravità della imminenza, frequenza, durata • effettuare un monitoraggio costante La rilevazione: • si concentra sulla recidiva del maltrattante NON si focalizza solo sulla vittima; NON è un test sulla personalità • è un promemoria concepito come check-‐list per evidenziare i fattori di rischio rilevanti LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO perché? per adottare appropriate -‐ per comprendere come e perché le persone strategie di intervento hanno SCELTO di agire in modo violento determinate in base alla valutazione del rischio al -‐ per individuare i fattori presenti in passato, e fine di allontanare la donna determinare se questi o altri siano dal pericolo predisponenti alla recidiva 8 PROCEDURE PER LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO Il metodo S.A.R.A. – Spousal Assault Rick Assessment, valuta il rischio attraverso alcuni colloqui e la raccolta di informazioni con la vittima e, ove possibile, con l’autore del reato e con altre persone informate sui fatti. Per ognuno dei 10 fattori il valutatore procede assegnando un punteggio pari a 0 = basso 1 = medio 2 = alto Non si tratta di sommare punteggi: si tratta di una valutazione "soggettiva" fatta su fattori di rischio Metodo S.A.R.A. -‐ Spousal Assault Risk Assessment: 10 fattori di rischio Sono raggruppati in due macro aree: 1) Violenza agita nei confronti del partner (o ex-‐partner) 1.1. gravi violenze fisiche/sessuali (consumate o tentate, incluso la violenza sessuale e l’uso di armi) 1.2. gravi minacce di violenza, ideazione o intenzione di agire violenza 1.3. escalation della violenza fisica/sessuale vera e propria delle minacce/ideazioni o intenzioni di agire tali violenze 1.4. violazione delle misure cautelari o interdittive 1.5. atteggiamenti negativi nei confronti delle violenze interpersonali e intra-‐familiari 2) Adattamento psicosociale 2.1 precedenti penali/condotte antisociali 2.2 problemi relazionali (separazione dal partner, elevata conflittualità nella relazione attuale o in quelle pregresse, ecc) 2.3 status occupazionale o problemi finanziari 2.4 abuso di sostanze ( Abuso di sostanze stupefacenti, alcol o medicinali che hanno portato alla compromissione delle funzioni sociali quali la salute, le relazioni, il lavoro, problemi con la giustizia) 2.5. disturbi mentali E’ evidente che il metodo SARA – come tutte le metodologie di valutazione del rischio -‐ non risolve il problema dei maltrattamenti e non costituisce l’unica strategia di prevenzione, ma rappresenta una procedura scientificamente valida che si è rivelata utilissima negli ultimi dieci anni per contribuire all’interruzione dei comportamenti violenti. 9 PIANO DI PROTEZIONE Una volta individuato il livello di rischio è importante disporre un piano di protezione che consenta alla donna e ai suoi figli il miglior livello possibile di protezione. Il principio imprescindibile del nostro ordinamento costituzionale riconosce che la donna ha diritto all'integrità personale. E’ ASSOLUTAMENTE NECESSARIO LA DONNA SI TROVARE OSPITALITA’: TROVA IN UNA -‐ PRESSO CASA RIFUGIO SITUAZIONE DI -‐ PRESSO FAMIGLIA ORIGINE PERICOLO E -‐ PRESSO AMICA DEVE -‐ PRESSO PERSONA DI FIDUCIA LASCIARE L’AMBIENTE VIOLENTO ALCUNI CONSIGLI UTILI -‐ cambiare la serratura del domicilio della donna; -‐ Predisporre un sistema di sicurezza più adeguato, come barre alle finestre, maggiore illuminazione; -‐ considerando i provvedimenti attuati dal LA DONNA E’ Tribunale a tutela dei/lle bambini/e GIA’ assicurarsi che gli/le insegnanti abbiano SEPARATA, chiaro chi è autorizzato al prelevamento VIVE DA SOLA dei bambini dalla scuola; MA E’ VITTIMA -‐ individuare insieme alla donna un legale DI competente; PERSECUZIONI -‐ contattare il Centro Antiviolenza più vicino ed allertarlo circa la possibilità che possa essere accolta all’interno di una struttura ad indirizzo segreto per donne vittime di violenza; -‐ verificare la possibilità che qualcuno possa temporaneamente andare ad abitare con lei o che possa essere ospitata da qualcuno. 10 1.2 CONFLITTO E VIOLENZA La differenza tra le relazioni conflittuali e la violenza nelle relazioni intime VIOLENZA Nella violenza c’è chi agisce il predominio, il controllo sulla vittima che viene degradata con il fine ultimo di annientarla “Quello che permette di distinguere la violenza coniugale da un semplice litigio non sono le botte o le parole offensive, bensì l’asimmetria nella relazione. In un conflitto di coppia l’identità di ciascuno è preservata, l’altro viene rispettato in quanto persona mentre questo non avviene quando lo scopo è dominare o annichilire l’altro” (Hirigoyen, 2005) Nelle coppie caratterizzate da violenza nei legami intimi vi è l’impossibilità a dialogare e comunicare. CONFLITTO ATTENZIONE Il conflitto è un aspetto Quando sembra che entrambi i partner . inevitabile delle relazioni umane che usino violenza fisica e/o psicologica, è può presentarsi secondo diverse essenziale chiedersi: modalità. Nel conflitto ciascun partner -‐ Quale dei partner che usa violenza crea ha la possibilità di svolgere un proprio paura negli altri membri della famiglia? ruolo; nel conflitto cioè le parti sono -‐ Si agisce violenza per difendersi o per coinvolte allo stesso livello. intimidire? Il conflitto distruttivo è violenza se... -‐ Chi soffre le conseguenze più gravi -‐ È cronico, nascosto dall’essere bersaglio di violenza in termini di -‐ Non viene discusso lesioni fisiche, impatto sulla vita quotidiana, -‐ Non permette lo scambio di isolamento? informazioni -‐ Chi esercita il controllo attraverso tattiche -‐ Presenta escalation (ciascuno coercitive quali il controllo economico, vuole “superare l’altro”) manipolazione dei bambini, sabotaggio del -‐ Coinvolge terzi lavoro, deterioramento delle relazioni -‐ Non viene risolto familiari? -‐ Non facilita la crescita della relazione -‐ Quale dei due partner è maggiormente vulnerabile al controllo a causa della sua cultura, stato sociale o qualsiasi altra condizione di svantaggio? I RISCHI DELLA MEDIAZIONE FAMILIARE NEI CASI DI VIOLENZA E MALTRATTAMENTO La mediazione familiare è uno strumento che ha la finalità di ridurre il conflitto e facilitare l’accordo tra le parti in presenza di una volontà di separarsi e/o divorziare. Uno degli obiettivi principali della mediazione familiare è il raggiungimento della cogenitorialità, ovvero la salvaguardia della responsabilità genitoriale individuale nei confronti dei figli, in special modo se minori. La mediazione è un processo volontario che presuppone che la relazione sia simmetrica laddove, invece, nei casi di 11 violenza domestica, il maltrattante gode di un potere enormemente superiore sulla vittima. perché... durante la mediazione, il maltraaante può facilmente concnuare a controllare la vidma aaraverso segnali che sono solo conosciuc dalla coppia. Inoltre, se c’è una lunga storia di maltraaamento,la vidma sarà facilmente riluaante a dar voce alle sue preoccupazioni perché... la mediazione si focalizza sul futuro e molc mediatori non permeaono di menzionare il passato di violenza, rivolgendosi alle parc come se fossero sullo stesso piano. Aaenzione Gli studi dicono che nei casi di violenza la separazione rappresenta il momento più pericoloso per le vidme perché il maltraaante avverte che sta perdendo il suo potere sulla vidma. In considerazione di ciò, la mediazione risulta pericolosa perché: -‐ viene richiesto alla vidma di trovarsi nella stessa stanza con il suo ex senza nessuna misura di sicurezza -‐ è molto probabile che il partner violento riprenda a uclizzare quelle tadche per manipolare o incmidire la vidma, portandola ad acceaare accordi non corrispondenc alla sua volontà e al suo interesse -‐ tali tadche potrebbero essere non comprese dal mediatore, per esempio non comprendendo delle richieste che sembrano irragionevoli -‐ il mediatore può incoraggiare la donna ad arrivare ad accordi che non tengono conto della sua sicurezza né di quella di chi le è vicino (figli,parenc, amiche, ecc) -‐ è vietata la mediazione nella violenza **Tratto da “Violenza maschile contro le donne. Linee guida….. “ a cura di Donne In Rete contro la violenza domestica. Creative Commons 12 2. PROCEDURE 2.1 SITUAZIONI URGENTI (CON O SENZA MINORI) LA VITTIMA ARRIVA AL PRONTO SOCCORSO - accogliere - valutare il rischio (prognosi e referto) - informare - segnalare alle F.O. tramite Denuncia Autorità Giudiziaria (DAG) - INVIO AI SERVIZI: - Contattare Servizio Sociale Ospedaliero (ove esistente - Contattare il centro antiviolenza CENTRO ANTIVIOLENZA: effettua la valutazione, provvede all’eventuale collocamento e SERVIZI SOCIALI COMUNALI RETE DEI SERVIZI 13 2.2 SITUAZIONI URGENTI (CON O SENZA MINORI) IN ORARIO D’UFFICIO SERVIZI SOCIALI COMUNALI SPORTELLO ANTIVIOLENZA CONSULTORIO/ ALTRI SERVZI LA VITTIMA SI PRESENTA AI SERVIZI (CONSULTORIO, SS, SPORTELLO ANTIVIOLENZA, SER.T, NOA, CPS…) - Accogliere - Informare - Valutare - Invio centro antiviolenza D E I - Accogliere - Informare - Valutare - Invio centro antiviolenza - Accogliere - Informare - Valutare - Invio a centro antiviolenza - Accettare la denuncia - Contattare i SS del comune di residenza della donna e dei minori (se diverso) - Procedere con l’eventuale allontanamento della vittima e minori o del maltrattante Garantiscono la copertura del servizio 24 ore su 24: - procedere come indicato dalla freccia, contattando il comune appena possibile R E T E - Accogliere - Informare - Valutare - Invio centro antiviolenza - Esporre in posizione ben visibile, una locandina con i numeri antiviolenza, caserma dei carabinieri più utili (112, Centro vicina o altre Forze dell’Ordine)e le procedure d’emergenza in caso di maltrattamento FORZE DELL’ORDINE Polizia di Stato, Polizia Locale, Carabinieri) FUORI ORARIO D’UFFICIO S E R V I Z I SERVIZI (Consultori, Comuni, Sportello antiviolenza, Polizia Locale…) FORZE DELL’ORDINE Polizia di Stato, Polizia Locale, Carabinieri) 14 2.3 SITUAZIONI NON URGENTI LA VITTIMA ARRIVA AL PRONTO FORZE DELL’ORDINE: - Accogliere - Informare - Valutare - Recupero e lettura delle DAG provenienti dal PS - sostenere la donna ad attivare la propria rete familiare o amicale, anche in vista di un eventuale collocamento. - Accogliere l’eventuale querela/denuncia - contatto servizi sociali del comune di residenza della donna e dei minori (se diverso) - Contattare lo Sportello o il centro antiviolenza e/o consultorio - fuori dall’orario d’ufficio, invitare la vittima a presentarsi ai Servizi (di persona o telefonicamente) durante gli orari d’apertura, fornendo tutti i numeri e le informazioni utili in tal senso SOCCORSO - Accogliere - Valutare il rischio (prognosi e referto) - Informare - Contattare Servizio Sociale Ospedaliero (ove esistente - Segnalare attraverso alle F.O. una DAG - Invitare la donna a prendere contatto con il Servizio che si ritiene più adeguato al caso, ed eventualmente le Forze dell’ordine (Polizia Locale). - Se fuori orario d’apertura dei Servizi: invitare la vittima a presentarsi al più presto ai Servizi (di persona o telefonicamente) durante gli orari d’apertura, fornendo tutti i numeri e le informazioni utili in tal senso SPORTELLO ANTIVIOLENZA (ove presente): - Accogliere - Informare - Valutare - sostenere la donna ad attivare la propria rete familiare o amicale, per un possibile collocamento. - offrire un’ iniziale supporto psico-sociale - offrire consulenza legale - contattare i SS del comune di residenza della donna e dei minori (se diverso) - contattare, il consultorio per un sostegno psicologico / sostegno alla genitorialità/ psicoterapia breve CENTRO ANTIVIOLENZA - Accogliere - Informare - Valutare - sostenere la donna ad attivare la propria rete familiare o amicale, per un possibile collocamento. - offrire un’ iniziale supporto psico-sociale - offrire consulenza legale - contattare i SS del comune di residenza della donna e dei minori (se diverso) - contattare, il consultorio per un sostegno psicologico / sostegno alla genitorialità/ psicoterapia breve CONSULTORIO FAMILIARE - accogliere - informare - valutare - invio a servizio dedicato (accompagnare alla denuncia o attivare una segnalazione - offrire supporto psicosociale - Contattare i SS del comune di residenza della donna e dei minori (se diverso) - Invio Sportello Antiviolenza - invio a Centro Antiviolenza RETE DEI SERVIZI 15 2.4 SITUAZIONI NON URGENTI LA VITTIMA SI PRESENTA AI SERVIZI FUORI ORARIO D’UFFICIO IN ORARIO D’UFFICIO SERVIZI SOCIALI COMUNALI SPORTELLO E CENTRO ANTIVIOLENZA CONSULTORIO/ ALTRI SERVZI - Accogliere - Informare - Valutare - Invio a servizio dedicato - Accompagnare alla denuncia o attivare una segnalazione - Contattare la Tutela Minori se è un caso già in carico presso il servizio - procedere ad un eventuale collocamento della vittima e minori in situazione protetta - inviare al consultorio familiare per presa in carico psicosociale - Accogliere - Informare - Valutare - Invio a servizio dedicato - Accompagnare alla denuncia o attivare una segnalazione - Contattare i SS del comune di residenza della donna e dei minori (se diverso) - Accogliere - Informare - Valutare - invio a servizio dedicato - Accompagnare alla denuncia o attivare una segnalazione - Offrire Supporto Psicosociale - Contattare i SS del comune di residenza della donna e dei minori (se diverso) - Esporre in posizione ben visibile, una locandina con i numeri antiviolenza, caserma dei carabinieri più utili (112, Centro vicina o altre Forze dell’Ordine)e le procedure d’emergenza in caso di maltrattamento FORZE DELL’ORDINE Polizia di Stato, Polizia Locale, Carabinieri) - Accogliere - Informare - Valutare - Invio a servizio dedicato (Pronto soccorso/Codice Rosa) - Accettare la denuncia - Contattare i SS del comune di residenza della donna e dei minori (se diverso) - Procedere con l’eventuale allontanamento della vittima e minori o del maltrattante Garantiscono la copertura del servizio 24 ore su 24: - procedere come indicato dalla freccia, contattando il comune appena possibile R E T E D E I S E R V I Z I SERVIZI (Consultori, Comuni, Sportello antiviolenza, Polizia Locale…) FORZE DELL’ORDINE Polizia di Stato, Polizia Locale, Carabinieri) 16 SCHEDE RETE SERVIZI TERRITORIALI 3.1 ASL MI1 – Consultori di Magenta e Arluno Cos’è: • Tipologia del servizio: CONSULTORI FAMILIARI I due consultori familiari del Distretto n. 6 hanno la loro sede a Magenta e Arluno • Ente gestore: Azienda Sanitaria Locale MI 1 • E’ un servizio pubblico ad alta integrazione socio-‐sanitaria a sostegno di una politica sociale per la famiglia, per la coppia, per la persona (Legge n. 405/75). La donna si può rivolgere ai Consultori per chiedere direttamente un sostegno psico-‐socio-‐sanitario, quando subisce violenza fisica, psicologica, sessuale, economica, per essere affiancata nell’attivare un cambiamento, per pianificare la propria progressiva autonomia, per attivare le proprie competenze, gestire le emozioni, i bisogni propri e dei figli. Tra le attività consultoriali: -‐ accompagnamento della persona che ha subito violenza in percorsi di consapevolezza e di responsabilizzazione. -‐ Facilitazione nella riflessione sulle dinamiche familiari, di coppia, e sul disagio vissuto dai figli, valutando, anche confrontandosi con gli altri componenti la rete, l’opportunità di una loro maggiore protezione. -‐ Partecipazione alla co-‐costruzione di progetti condivisi con gli altri componenti la rete, mantenendo contatti con gli stessi, ed in particolare con il Servizio Sociale del Comune di residenza. -‐ Attivazione di percorsi professionali psico-‐sociali, individuali, familiari, con le persone coinvolte nella situazione, ed eventuali interventi di psicoterapia breve concordati con la vittima e condivisi con la rete. -‐ Eventuale percorso ad accesso spontaneo di Mediazione Familiare rivolto alla vittima ed alla propria famiglia d’origine/rete sociale, previa valutazione dell’assenza di maltrattamento fisico, psichico, economico all’interno della rete primaria, presso il Consultorio di Magenta, affiancato agli altri interventi socio-‐psico-‐sanitari già attivati. -‐ I Consultori si occupano, inoltre di: -‐ stimolare l’attenzione negli studenti, all’interno dei percorsi “affettività e sessualità”, sui temi connessi agli stereotipi di genere e al contrasto alla violenza. -‐ Mantenere contatti operativi con gli altri soggetti della rete. Presso i Consultori è attivo un intervento di mediazione linguistico culturale, per le persone di diversa nazionalità che hanno difficoltà comunicative. -‐ Collaborare alla rilevazione dei dati e partecipare alla co-‐progettazione di azioni di sensibilizzazione e prevenzione rivolte al territorio, finalizzate al contrasto della violenza di genere ed intrafamiliare, ed all’emergere del sommerso. Gli interventi o colloqui effettuati sono gratuiti. 17 CONSULTORIO FAMILIARE DI MAGENTA • Indirizzo: Viale Lombardia Tel.0249510525 Fax: 0249510530 E-‐mail: [email protected] Sito internet: www.aslmi1.mi.it Lunedì ore 9.00 -‐ 12.30 14.00 -‐ 16.00 Martedì ore 9.00 -‐ 12.30 Mercoledì ore 9.00 -‐ 12.30 14.00 -‐16.00 Giovedì ore 9.00 -‐ 12.30 14.00 -‐ 16.00 Venerdì ore 9.00 -‐ 12.30 Si fissano appuntamenti per i colloqui. Tutti gli Operatori effettuano l’accoglienza. CONSULTORIO FAMILIARE DI ARLUNO • Indirizzo: Via Deportati di Mauthausen Tel. 0249510669 Fax: 0249510674 E-‐mail: [email protected] Sito internet: www.aslmi1.mi.it Lunedì ore 9.30 -‐12.30 14.00 -‐ 16.00 Martedì ore 9.30 -‐ 12.30 Mercoledì ore 9.30 -‐ 12.30 Giovedì ore 9.30 -‐ 12.30 14.00 -‐ 16.00 (Spazio Adolescenti) Venerdì ore 9.30 -‐ 12.30 Si fissano appuntamenti per i colloqui. Tutti gli Operatori effettuano l’accoglienza. 18 3.2 AO OSPEDALE CIVILE DI LEGNANO – Pronto Soccorso di Legnano e di Magenta Cos’è: • Tipologia del servizio: Pronto Soccorso Ospedaliero: Pronto Soccorso Generale Pronto Soccorso Ginecologico • Ente gestore: Azienda Ospedaliera Ospedale Civile di Legnano Breve descrizione del servizio: funzione principale del Pronto Soccorso è quella di rispondere ai bisogni di salute urgenti della popolazione valutando dapprima la priorità di intervento attraverso il codice colore in triage e procedendo poi nell’area visita ad un inquadramento corretto della patologia in modo da instaurare un trattamento mirato alla stabilizzazione e cura del paziente, in considerazione anche alle evidenze scientifiche che riconoscono un ruolo determinante all’intervento precoce in funzione di una riduzione di morbilità e di mortalità. Compito del Pronto Soccorso è anche quello di fare opera di educazione sanitaria, rassicurando i pazienti che non necessitano di prestazioni in urgenza, offrendo loro un servizio nell’area dedicata ai codici ambulatoriali. Tra le varie attività svolte nei Pronto Soccorso Generale e Ginecologico di Legnano e Magenta particolare attenzione viene posta ai pazienti fragili ed alle persone vittime di violenza di genere e sessuale. Come accedo: • • Giorni e orari di apertura al pubblico: aperto 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno Modalità: accesso diretto in Pronto Soccorso con assegnazione di un codice colore che stabilisce la priorità d’accesso alla sala visita ; nei casi di violenza sessuale o domestica viene assegnato codice giallo o superiore. Come contatto il servizio: PRONTO SOCCORSO GENERALE LEGNANO Indirizzo: Ospedale di Legnano, Pronto Soccorso, via Papa Giovanni Paolo II, Legnano Telefono: 0331449894/399 Fax: 0331449821 E-‐mail: massimo.dellorusso@ao-‐legnano.it silvia.goegan@ao-‐legnano.it franco.digilio@ao-‐legnano.it PRONTO SOCCORSO GINECOLOGICO LEGNANO • Indirizzo Ospedale di Legnano, Pronto Soccorso, via Papa Giovanni Paolo II, Legnano • Telefono: 0331449537 • • • • • 19 • E-‐mail: roberto.carminati@ao-‐legnano.it maria.schirru@ao-‐legnano.it PRONTO SOCCORSO GENERALE MAGENTA Indirizzo Ospedale di Magenta, Pronto Soccorso, via Al Donatore di Sangue 50, Magenta Telefono: 0297963209 Fax: 0297963479 E-‐mail:massimo.dellorusso@ao-‐legnano.it barbara.dimauro@ao-‐legnano.it PRONTO SOCCORSO GINECOLOGICO MAGENTA • Indirizzo Ospedale di Magenta, Pronto Soccorso, via Al Donatore di Sangue 50, Magenta • Telefono: 0297963260 • E-‐mail: michele.meschia@ao-‐legnano.it flavia.chinaglia@ao-‐legnano.it • Sito internet: www.ao-‐legnano.it Orari e giorni: • Accesso diretto al Pronto Soccorso 24 ore al giorno per 365/anno Quanto Costa: • Costi a carico del SSN • • • • 20 3.3 AO OSPEDALE CIVILE DI LEGNANO – Pronto Soccorso Progetto “Codice Rosa” Cos’è: • Tipologia del servizio: Progetto “Codice Rosa” presso Pronto Soccorso Generale e Ginecologico di Legnano e Magenta • Ente gestore: Azienda Ospedaliera Ospedale Civile di Legnano • Breve descrizione del servizio: Il progetto “Codice Rosa” predispone l’attivazione di un percorso dedicato alle donne che subiscono violenza e che giungono in Pronto Soccorso presso l’Ospedale di Legnano e Magenta. Il progetto prevede attività di individuazione, accoglienza e aiuto psicologico rivolto nello specifico alle donne vittime di violenza domestica e/o sessuale, offrendo la possibilità di un percorso di riconoscimento e di comprensione della situazione di violenza subita. Alla dimissione verranno attivati i servizi del territorio o forniti opuscoli informativi contenenti informazioni specifiche per il contatto e l’appoggio ai servizi presenti sul territorio. Gli operatori provvedono a segnalare alle Forze dell’Ordine ogni referto che sia riferibile a percosse, attraverso una DAG (Denuncia all’Autorità Giudiziaria). Qualora la vittima volesse procedere legalmente contro il maltrattante, deve seguire una denuncia fatta personalmente dalla vittima. Come accedo: • nelle giornate di lunedì e venerdì ( ore 8.30-‐13.30) è prevista le presenza della psicologa nel Pronto Soccorso dell’Ospedale di Legnano, il martedì e il giovedì (ore 8.30-‐13.30) nel Pronto Soccorso dell’Ospedale di Magenta; • nella giornata di mercoledì ( ore 15.00-‐19.00 ) è presente presso il Pronto Soccorso di Legnano l’assistente sociale. • Nei restanti giorni gli operatori sanitari forniranno le informazioni necessarie. • Modalità: accesso diretto in Pronto Soccorso Generale e Ginecologico. Come contatto il servizio: OSPEDALE DI LEGNANO • Indirizzo Ospedale di Legnano, Pronto Soccorso Generale, via Papa Giovanni II, Legnano • Telefono: 0331449894/399 • Fax: 0331449821 • Indirizzo: Ospedale di Legnano, Pronto Soccorso Ginecologico, via Papa Giovanni II, Legnano • Telefono: 0331449537 • E-‐mail: codicerosa@ao-‐legnano.it OSPEDALE DI MAGENTA • Indirizzo: Ospedale di Magenta, Pronto Soccorso Generale, via Al Donatore di Sangue 50, Magenta 21 • • • • • • Telefono: 0297963209 Fax: 0297963479 Indirizzo Ospedale di Magenta, Pronto Soccorso Ginecologico, via Al Donatore di Sangue 50, Magenta Telefono: 0297963260 E-‐mail: codicerosa@ao-‐legnano.it Sito internet: www.ao-‐legnano.it Orari e giorni: • Accesso diretto al Pronto Soccorso 24 ore al giorno per 365 giorni l’anno • Consulenza psicologica: lunedì, venerdì: ore 8.30-‐13.30 presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Legnano; • martedì e giovedì: ore 8.30-‐13.30 presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Magenta. • Assistente sociale: mercoledì ore 15.00-‐19.00 presso il Pronto Soccorso di Legnano Quanto Costa: • L’accesso diretto per la problematica di violenza è gratuito Operatori: • Medici, Infermieri, Psicologa, Assistente sociale 22 3.4 AO OSPEDALE CIVILE DI LEGNANO – Servizio Sociale Ospedaliero – Presidio di Magenta Cos’è: • Tipologia del servizio: Servizio Sociale Ospedaliero • Ente gestore: Azienda Ospedaliera Ospedale Civile di Legnano Breve descrizione del servizio: Il Servizio Sociale Ospedaliero è attivato: dal Pronto Soccorso, o dal Reparto che viene in contatto con la persona vittima di violenza o di sospetta violenza, per gli iniziali interventi di sostegno ed una prima valutazione della situazione, per quanto di competenza. L’Assistente Sociale informa la vittima (come da obiettivi operativi), sostiene la possibilità di una sua presa in carico da parte dei Servizi territoriali e l’invio, attiva la “rete”, previo consenso dell’interessato se maggiorenne, prende contatto con il Servizio Sociale del Comune di residenza della persona (e di dimora oggettiva). Partecipa alla prima riunione operativa della rete, e, se opportuno, anche ad incontri successivi. Mantiene i contatti con gli altri soggetti della stessa, fino a quando sarà necessaria la sua partecipazione. Collabora alla rilevazione dei dati e partecipa alla co-‐progettazione di eventuali azioni di sensibilizzazione e prevenzione da attivarsi sul territorio, finalizzate al contrasto della violenza di genere ed intrafamiliare, ed all’emergere del sommerso. Come accedo: • Giorni e orari di apertura al pubblico: da lunedì a venerdì ore 10.00 – 13.00 14.00 – 17.00 Come contatto il servizio: • Indirizzo Ospedale di Magenta, Ambulatorio Dimissioni protette/Continuità assistenziale via Al Donatore di Sangue 50, Magenta • Telefono: 0297963439 Fax 0297963373 • E-‐mail: Mariangela.broggi@ao-‐legnano.it Quanto Costa: • Costi a carico del SSN 23 3.5 AMBITO del MAGENTINO -‐ CENTRO ANTIVIOLENZA DI MAGENTA “TELEFONO DONNA”. Cos’è: • • • Tipologia del servizio: “Telefono Donna” è un Centro Antiviolenza riconosciuto dalla Regione Lombardia, inserito all’interno della Rete “Network Antiviolenza Ticino Olona” e collegato al numero nazionale di pubblica utilità 1522. Ente gestore: il Centro Antiviolenza di Magenta è gestito da “Telefono Donna” ONLUS, Associazione fondata da Stefania Bartoccetti l’8 Marzo 1992, che da 23 anni offre aiuto e sostegno alle donne e alle famiglie in difficoltà operando nell’ambito di interventi di prevenzione e di contrasto alla violenza contro le donne e i minori. Telefono Donna ha la propria sede legale all’interno dell’A.O. Niguarda Cà Granda di Milano. Breve descrizione del servizio: Telefono Donna offre gratuitamente alle donne vittime di violenza domestica e di stalking ascolto telefonico e accoglienza, consulenze legali, assistenza psicologica, colloqui di counselling e gruppi di auto-‐mutuo-‐aiuto. Se necessario viene garantito l’accompagnamento alla denuncia e la collocazione della donna e di eventuali figli minori presso una struttura protetta, in collaborazione con i Servizi Sociali del Comune di residenza, con le Forze dell’Ordine e con altri Servizi del territorio eventualmente interessati. Le operatrici, dopo un’attenta valutazione del rischio e dei bisogni, orientano e accompagnano le vittime di violenza ai servizi territoriali più idonei ed elaborano congiuntamente progetti personalizzati. Telefono Donna organizza corsi di formazione aperti agli operatori del territorio che, a vario titolo, si interfacciano con le donne vittime di violenza, studiando percorsi mirati per le diverse professionalità. Si occupa di sensibilizzare e di prevenire il fenomeno della violenza attraverso interventi ad hoc come seminari di approfondimento, conferenze e incontri sulle tematiche delle pari opportunità e del maltrattamento in tutte le sue forme. Telefono Donna aderisce all’Osservatorio Regionale Antiviolenza – O.R.A. Il servizio di reperibilità telefonica è garantito 24 ore su 24. Come accedo: spontaneamente o tramite invio da parte delle Forze dell’Ordine, del Pronto Soccorso, dei Servizi Sociali Comunali o di altri Servizi ed Enti presenti sul territorio. Come contatto il servizio: le donne possono rivolgersi telefonicamente al Centro o presentarsi direttamente in sede per ricevere un primo supporto. Indirizzo: Comune di Magenta, Piazza Formenti 1, 20013 Magenta (Mi) Telefono: 02/9735411 E-‐mail: [email protected] Sito internet: www.comune.magenta.mi.it, www.telefonodonna.it Orari e giorni di apertura al pubblico: Lunedì, Mercoledì e Venerdì dalle 9,30 alle 14. Nelle ore pomeridiane e notturne (tra le 14 e le 9,30 del mattino successivo) e nei quattro giorni di chiusura al pubblico, viene garantita la reperibilità telefonica per rispondere alle richieste d’aiuto delle utenti dei distretti del Magentino-‐Abbiatense e del Legnanese-‐Castanese. Referente: Stefania Bartoccetti 24 3.6 AMBITO del MAGENTINO – Servizi Sociali comunali Cos’è: • Tipologia del servizio: Servizi Sociali comunali • Ente gestore: Comuni dell’Ambito territoriale di Magenta • Breve descrizione del servizio: gli Assistenti Sociali che operano presso i Comuni accompagnano le coppie, le famiglie ed i singoli cittadini, nei momenti di difficoltà, o di cambiamento, anche legati alle fasi di passaggio del ciclo della vita. Forniscono consulenza, sostegno emotivo, facilitano le persone nell’attivare le proprie competenze per il raggiungimento dei propri obiettivi (empowerment, assertività). Condividono con i clienti progetti che possano facilitarli nel raggiungimento di una migliore condizione psico-‐sociale; se è necessario, anche proponendo, all’interno degli stessi progetti, contributi economici ai soggetti competenti. Gli Assistenti Sociali attivano le risorse presenti sul territorio e/o progettano e propongono la creazione di nuove risorse. Nell’ambito della loro attività, incontrano persone vittime di violenza, maltrattamento, stalking: gli Assistenti Sociali ascoltano, valutano il rischio e la situazione nella sua complessità, informano, supportano, attivano progetti condivisi con la/le persone, orientano e accompagnano le persone verso la rete dei servizi sulla base delle richieste e delle necessità che rilevano. Gli Assistenti Sociali che operano presso i Comuni, i servizi sociali comunali, partecipano attivamente alla rete dei servizi di contrasto alla violenza del territorio, per quanto di loro competenza. • (Gli orari indicati sono per operatori, non sono l’accesso al pubblico) COMUNE DI MAGENTA Indirizzo: Piazza Formenti n. 3 Tel. 029735267/437 E-‐mail: [email protected] Referente area minori e famiglia: Assistente Sociale Morani Mariella Responsabile Settore Servizi al Cittadino: Dott.ssa Alemanni Elisabetta Su appuntamento COMUNE DI BAREGGIO Indirizzo: Via Matteotti, 25 / Via Marietti, 2 -‐ Primo piano Tel. 0290369234 -‐ 37 Fax: 0290369255 E-‐mail: [email protected] Sito internet:www.comune.bareggio.mi.it Apertura: Lunedì dalle ore 16,15 alle ore 18,15 Giovedì dalle ore 9,00 alle ore 12,00 E' attivo un servizio di segreteria telefonica, nel caso in cui gli Assistenti Sociali non potessero rispondere Presso il Comune di Bareggio è in funzione uno “Sportello di Consulenza Legale” gratuito, di indirizzo ed orientamento sulle tematiche familiari, minorili, successorie, relative alla capacità giuridica delle persone, all’amministrazione di sostegno, alla separazione ed al divorzio, alle donne in difficoltà, 25 vittime di stalking e di violenza. Referente: Assistente Sociale Dott.ssa Valeria Sarti, Tel. 0290369234 – 37, Fax: 0290369255, [email protected] COMUNE DI CASOREZZO Ufficio Servizi alla Persona, Largo Alcide De Gasperi n.1 Tel. 029010012 Fax 0290296960 Mail: [email protected] COMUNE DI CORBETTA Via Roma n.17 Tel. 0297487241 Fax 0297480187 Mail: [email protected] COMUNE DI SANTO STEFANO TICINO Via Garibaldi n. 9 Tel. 0297238605 (Servizi Sociali) Tel. 0297238628 (Assistente Sociale) Fax 0297238624 Mail: [email protected] COMUNE DI SEDRIANO Via Fagnani 35 Tel. 02903981 Fax: 0290111099 Mail: [email protected] COMUNE DI VITTUONE Piazza Italia n.5 Tel. 0290320243 (Servizi Sociali) Tel. 0290320225 (Assistente Sociale) Fax: 0290320278 Mail: [email protected] [email protected] Presso i Comuni di Boffalora Sopra Ticino, Marcallo Con Casone, Mesero, Ossona, Robecco Sul Naviglio, opera un’Assistente Sociale dell’Azienda Speciale Consortile Servizi Alla Persona Via Dante Alighieri n. 2, Tel. 029700711, Fax. 02970071239, Mail: [email protected] COMUNE DI BOFFALORA SOPRA TICINO: tel. 02/97238137 orario di apertura al pubblico: il lunedì dalle 17 alle 18.45 oppure su appuntamento 26 COMUNE DI MARCALLO CON CASONE: tel. 02/9796142 orario di apertura al pubblico: martedì e giovedì dalle 9 alle 12.15 e dalle 16 alle 17.45 sabato dalle 9.30 alle 12.00 COMUNE DI MESERO tel. 02/97285013 Comune di Ossona: tel. 02/9010003 (interno 8) orario di apertura al pubblico: lunedì e venerdì dalle 9.15 alle 12.30 martedì mattina su appuntamento mercoledì dalle 16.30 alle 17.45 Comune di Robecco sul Naviglio: tel. 02/94978045 orario di apertura al pubblico: martedì dalle 9 alle 12, mercoledì dalle 16 alle 18 3.7 AMBITO del MAGENTINO – Caritas Cos’è: • Tipologia del servizio: Organismo Pastorale della Cei (Conferenza Episcopale Italiana) per la promozione alla carità. • Breve descrizione del servizio: La Caritas offre sul territorio uno sportello di ascolto e di rilevazione dei bisogni. I Volontari accolgono, sostengono, attivano interventi pratici, e, se è possibile, accompagnano le persone verso l’accesso ai Servizi. Partecipa alla rete dei Servizi Territoriali per quanto di competenza. CARITAS S.PAOLO Indirizzo: Via Casati n. 64 -‐Magenta Tel. 3772537537 E-‐mail: [email protected] Referenti: Sig. Aurelio Livraghi, Dott.ssa Chiara Magnaghi Orari di apertura al pubblico: Martedì, dalle 16.00 alle 18.30, Sabato dalle 9.30 alle 11.30. 27 3.8 AMBITO del MAGENTINO – Polizia Locale Cos’è: • Tipologia del servizio: Polizia Locale • Ente gestore: Comune • Informare sulle norme, sui rischi eventuali, sulle possibilità di tutela e di supporto esistenti, sulle risorse e sui Servizi territoriali, accompagnare la vittima verso i servizi del territorio, fornendo tutte le informazioni utili; riconoscere e trattare adeguatamente le situazioni di maltrattamento, violenza e stalking; acquisirla denuncia; collaborare con la rete dei servizi territoriali. MAGENTA Indirizzo: Via Crivelli n. 41 -‐ Magenta Tel: 029790396 Fax: 0297291031 E-‐mail: [email protected] Si accede al servizio previo appuntamento telefonico o via mail Referenti: Comandante Dott.ssa Monica Porta, Agente Scelto Donatella Ganassi ARLUNO Indirizzo: Piazza Pozzobonelli n. 2-‐ Arluno Tel:.02903992405 Fax: 02903992354 E-‐mail: [email protected] Comandante: Dott. Micalizzi Pietro Referenti per la rete: Agente Vignati Fabiola, Agente Grassi Emanuela, Agente Liguori Tomaso. Su appuntamento. BAREGGIO Indirizzo: Corso Italia n. 43 Tel:.029014478 Fax: 029028715 E-‐mail: [email protected] Comandante UPG: Dott.ssa Colombo Maria Norma Referente per la rete: AGP Desalvo Giuseppa. 28 3.9 ALTRI RIFERIMENTI UTILI CAV. CENTRO DI AIUTO ALLA VITA -‐ SEDE DI MAGENTA L’associazione offre momenti di ascolto ed attiva percorsi di sostegno, anche con aiuti pratici finalizzati e mirati, rivolti alle donne in gravidanza in difficoltà ed alle loro famiglie. Si avvale della disponibilità di persone volontarie e della figura professionale dell’Assistente Sociale e di un’Ostetrica. Il CAV può venire a contatto con situazioni di violenza di genere ed intrafamiliare nell’affiancare le persone che pongono all’Associazione questioni di diversa difficoltà ed è una risorsa attivabile per affiancare donne vittime di violenza nel periodo gestazionale: il setting informale (sia in termini di sede che di operatori) in cui i colloqui si svolgono può essere facilitante per l’utente che desidera confidarsi. Il CAV stimola la riflessione sul disagio vissuto dalle persone e dai figli, per rafforzarne la consapevolezza e orientare le donne ad azioni di gestione positiva della situazione e responsabilizzazione. Le informa sulla possibilità di contatto con i Servizi territoriali, e, previo consenso delle stesse se maggiorenni, le accompagna nell’accesso ai Servizi. Attiva la “rete” territoriale, sempre previo consenso, prendendo contatto anche con il Servizio Sociale del Comune di residenza (e di dimora oggettiva). L’intervento del CAV può essere richiesto anche dai Servizi, previo consenso dell’interessato se maggiorenne.. Partecipa alle riunioni operative della “rete” territoriale ed alla progettazione degli interventi, se coinvolta nella situazione. Collabora alla rilevazione dei dati e partecipa alla co-‐progettazione di azioni di sensibilizzazione e prevenzione rivolte al territorio, finalizzate al contrasto della violenza di genere ed intrafamiliare, ed all’emergere del sommerso. Indirizzo: c/o Presidio Ospedaliero di Magenta, Corpo F, Primo piano. Tel. 0297963831 -‐ 3338277088 E-‐mail: [email protected] Sito internet: www.cavmagenta.it Referenti: Dott.ssa Ceni Teresa, Assistente Sociale Dott.ssa Vergalli Valentina Orari di apertura al pubblico: LU e VE, dalle 9.00 alle 12.00, GIO, dalle 11.00 alle 13.00, o su appuntamento ASSOCIAZIONE AVAS ONLUS, CASA DELL’ACCOGLIENZA MARIA ROSA OLDANI, MAGENTA La Casa dell’Accoglienza di Magenta, gestita da Operatori volontari, accoglie persone in difficoltà, supportandole emotivamente e nel loro graduale obiettivo di autonomia. Per la definizione e la realizzazione dei percorsi di reinserimento sociale degli ospiti, si avvale della stretta collaborazione dei professionisti dei Servizi del territorio che hanno in carico la situazione, e delle Associazioni del Terzo Settore. La Casa dell’Accoglienza può accogliere le donne che hanno subito maltrattamenti ed i loro figli per brevi periodi, ed in situazioni di emergenza, fornendo un appoggio in attesa di altri interventi supportivi. E’ prevista una retta per l’accoglienza. La Casa dell’Accoglienza partecipa agli incontri operativi della “rete” ed alla co-‐costruzione del progetto. Può richiedere la convocazione della “rete” qualora ne ravvisi l’opportunità, anche a seguito di accadimenti e/o della necessità di comunicare i dati relativi all’osservazione degli ospiti. Collabora alla rilevazione dei dati e partecipa alla co-‐progettazione di azioni di sensibilizzazione e prevenzione rivolte al territorio, finalizzate al contrasto della violenza di genere ed intrafamiliare, ed all’emergere del sommerso. 29 Indirizzo: Strada per Pontevecchio n. 22. Tel. 0297290514 E-‐mail: [email protected] Sito internet: www.avasmagenta.org Modalità di contatto con gli Operatori della Casa Dell’Accoglienza: previo appuntamento STMF SERVIZIO TUTELA MINORI E FAMIGLIA E AFFIDI, AZIENDA SPECIALE CONSORTILE SERVIZI ALLA PERSONA. Indirizzo: Via Garibaldi n. 43 -‐ Magenta Tel. 029726601 E-‐mail: [email protected] Responsabile: Dott. Andrea Sammali. Modalità di accesso al Servizio: previo appuntamento. Il Servizio si attiva a seguito di un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria. Le situazioni seguite sono spesso connotate dall’aggressività, dal maltrattamento psicologico e/o fisico. Per la fase psicodiagnostica, il Servizio si avvale degli Operatori del Consultorio Familiare. Il Servizio partecipa alla “rete”, qualora si prospettasse una segnalazione della situazione all’A.G., e relativamente all’opportunità di attivare un affidamento familiare, cooperando coi partecipanti nella stesura del progetto, dal suo inizio, nel monitoraggio della situazione, per la definizione delle proposte da sottoporre all’A.G. Il Servizio è disponibile ad un confronto preliminare alla segnalazione, per una riflessione con i componenti la “rete” sulla finalità delle richieste da porre all’A.G. Collabora alla rilevazione dei dati e partecipa alla co-‐progettazione di azioni di sensibilizzazione e prevenzione rivolte al territorio, finalizzate al contrasto della violenza di genere ed intrafamiliare, ed all’emergere del sommerso. C.P.S., CENTRO PSICOSOCIALE DI MAGENTA, A.O OSPEDALE CIVILE DI LEGNANO. Indirizzo: Via Fornaroli n. 67 -‐ Magenta Tel. 0297963611 (numero diretto), 02979631 (centralino Ospedale Magenta) Fax: 0245441074 E-‐mail: cpsmagenta@ao-‐legnano.it Referenti della rete: Assistente Sociale Dott. Anna Maria Castiglioni, Infermiera Professionale Sig.ra Ornella Colombara Orari prenotazioni prime visite: 10.00/16.30 (dal Lunedì al Venerdì), 9.30/11.30 (il sabato) Il CPS collabora alla “rete” attraverso la presa in carico specialistica delle vittime di violenza e, se è possibile, di chi l’ha agita, per quanto di competenza. L’Assistente Sociale, l’Operatore Infermieristico, manterranno i contatti con la “rete”, parteciperanno agli incontri operativi, alla stesura e revisione del progetto. Gli Operatori sopra citati, e/o gli Operatori della “rete”, potranno richiedere anche la partecipazione del medico psichiatra curante e/o dello psicologo. Il CPS collabora alla rilevazione dei dati e partecipa alla co-‐progettazione di azioni di sensibilizzazione e prevenzione rivolte al territorio, finalizzate al contrasto della violenza di genere ed intrafamiliare, ed all’emergere del sommerso. 30 ASSOCIAZIONE FORUM LOU SALOME' DI MILANO Dove: Piazzale di Porta Lodovica, 3 -‐ 20136 Milano Siti: www.forumlousalome.eu www.nonpiuviolenti.it Tel. 0287168243 Canale You Tube (Forum Lou Salomè) Cos'è: L’associazione attraverso il progetto “Uomini non più violenti”, contribuisce ad organizzare eventi pubblici di sensibilizzazione per favorire l'emersione del fenomeno, Offe tramite i propri specialisti • uno sportello ad accesso gratuito, su appuntamento a Milano • l'attivazione di una linea telefonica di primo contatto con gli uomini che agiscono violenza e intendono intraprendere un percorso di cambiamento • supervisioni sui casi seguiti dalle assistenti sociali e altri operatori coinvolti • valutazioni diagnostiche sugli autori di reato • collaborazione al centro e agli sportelli antiviolenza e al Pronto soccorso che seguono la vittima e un primo contatto con gli autori di violenza per un lavoro simultaneo sulla coppia • percorsi strutturati, individuali e di gruppo per uomini autori di violenza LULE ONLUS Indirizzo: Via Pavia n. 42, Abbiategrasso (MI) Tel. 02.94965244 Fax: 02.36543572 Sito internet: www.luleonlus.it E-‐mail: [email protected] Referente accoglienza di primo livello (casa di fuga): Dott. Simona Conconi 349-‐7537123 E-‐mail: [email protected] Referente accoglienza di secondo livello: Dott.ssa Monica Piacentini 349-‐7552602 E-‐mail: [email protected] Orari di apertura al pubblico: su appuntamento con le referenti dei servizi. Lule Onlus promuove lo sviluppo e l’integrazione sociale delle persone in condizione di disagio, sostiene minori e donne sottoposte a sfruttamento sessuale e vittime della tratta inserite in percorsi di protezione sociale. Intercetta le vittime tramite il servizio di Unità Mobile di Strada e supporta emotivamente la persona nella progettazione della propria vita futura, prevede aiuti concreti mirati, e l’eventuale accoglienza in Comunità (comunità alloggio per minori, ospitalità di primo e di secondo livello). L’accoglienza in comunità delle donne vittime di violenza di genere prevede una retta. Lule Onlus interviene nelle scuole per facilitare l’inserimento dei minori stranieri, anche attraverso il supporto della mediazione linguistica culturale. Prevede azioni di sensibilizzazione del territorio, l’istituzione di laboratori di intercultura rivolti ai gruppi classe per la diffusione di una cultura dell’accoglienza. Svolge consulenza e formazione agli operatori ed agli insegnanti in tema di culture straniere ed integrazione di minori. 31 Gestisce sportelli stranieri per consulenza alla regolarizzazione e rinnovo dei Documenti di Soggiorno e coordina una comunità di semi-‐autonomia per persone con disabilità lieve. Lule Onlus partecipa alla co-‐costruzione del progetto di rete ed alle riunioni operative, se coinvolta. Collabora alla rilevazione dei dati e partecipa alla co-‐progettazione di azioni di sensibilizzazione e prevenzione rivolte al territorio, finalizzate al contrasto della violenza di genere ed intrafamiliare, ed all’emergere del sommerso. ASSOCIAZIONE DONNA E’ BAREGGIO Ascolto, accompagnamento, sensibilizzazione, prossima apertura sportello rivolto alle donne che desiderano accedere al mondo del lavoro. Mail: [email protected] ASSOCIAZIONE CHI DICE DONNA DICE DONNA BAREGGIO Prossima apertura sportello di ascolto. Mail: [email protected] 32 RIFERIMENTI LEGISLATIVI Allegato 1 DIFFERENZA TRA DENUNCIA, DENUNCIA – QUERELA, ISTANZA DI PROCEDIMENTO ED ESPOSTO Denuncia La denuncia da parte dei privati è l'atto con il quale ogni persona porta a conoscenza dell'autorità -‐ pubblico ministero o ufficiale di polizia giudiziaria (e non anche un agente) -‐ un reato perseguibile d'ufficio del quale ha notizia. Nella generalità dei casi la denuncia è facoltativa ed è obbligatoria nei casi espressamente previsti dalla legge. La denuncia può essere presentata in forma orale o scritta. Nel primo caso l'ufficiale di polizia giudiziaria -‐ o il pubblico ministero -‐ redige verbale, mentre nel secondo l'atto dovrà essere sottoscritto dal denunciante o da un suo procuratore legale. Per la denuncia da parte dei privati non è previsto un contenuto formale tipico e il denunciante può limitarsi alla semplice esposizione del fatto. Quando la denuncia è facoltativa non è previsto alcun termine per la sua presentazione, mentre nei casi di denuncia obbligatoria apposite disposizioni stabiliscono il termine entro il quale essa deve essere fatta. La persona che presenta una denuncia ha diritto di ottenere attestazione della ricezione. Querela La querela è la dichiarazione con la quale -‐ personalmente o a mezzo di procuratore speciale -‐ la persona offesa dal reato o il suo legale rappresentante chiede espressamente che si proceda in ordine ad un fatto previsto dalla legge come reato (ossia fa richiesta di punizione) per il quale non debba procedersi d'ufficio o dietro richiesta o istanza. La querela configura una condizione di procedibilità, ma contestualmente contiene l'informazione sul fatto-‐reato. La querela va fatta, oralmente o per iscritto, al pubblico ministero, a un ufficiale di polizia giudiziaria o, all'estero, a un agente consolare, e presentata personalmente o a mezzo di procuratore speciale, ma, con sottoscrizione autentica, può essere anche recapitata da un incaricato o spedita per posta in piego raccomandato. L'Autorità che riceve la querela deve provvedere all'attestazione della data e del luogo della presentazione, alla identificazione della persona che propone la querela ed alla trasmissione degli atti all'ufficio del pubblico ministero (art. 347 c.p.p.). Non sono dettate regole particolari in ordine al contenuto dell'atto di querela. E' sufficiente, ma anche essenziale, che oltre ad essere indicato il fatto-‐reato (con ulteriori eventuali notizie circa il suo autore e le fonti di prova) risulti dalla querela la manifestazione non equivoca del querelante affinché si proceda in ordine al fatto-‐reato medesimo e se ne punisca il colpevole. Anche chi presenta la querela ha diritto di ottenerne l'attestazione di ricezione (art. 107 att.). Eccezionalmente, in caso di flagranza di delitto che impone o consente l'arresto (artt. 380 comma 3 e 381 comma 3), la querela può essere proposta (anche con dichiarazione orale) ad un agente -‐ anziché ad un ufficiale di polizia giudiziaria -‐ presente nel luogo. Nel verbale di arresto va dato atto della dichiarazione di querela. Il diritto di querela deve essere esercitato, a pena di decadenza, entro tre mesi dal giorno della notizia del fatto che costituisce reato. Il termine è di sei mesi quando si tratta di delitti contro la libertà sessuale (violenza sessuale non di gruppo poiché, per questa, si procede d'ufficio -‐ o atti sessuali con minorenne: artt. 609-‐bis,ter,quarter del c.p., art. 609 septies comma 2 c.p.). Si può rinunciare al diritto di proporre querela. La rinuncia può essere espressa (atto redatto in forma scritta) o tacita (compimento di fatti incompatibili con la volontà di querelarsi) ed implica la perdita del diritto di proporre querela (art. 339). La rinuncia al diritto di proporre querela è un atto preventivo in quanto presuppone che la querela non sia stata presentata. Se la querela è stata presentata può però 33 provvedersi alla sua revoca. La revoca della querela prende il nome di remissione. La remissione è, dunque, l'atto con cui la persona offesa o chi la rappresenta propone la revoca della querela. Per essere efficace (e produrre l'estinzione del reato -‐ art. 152 c.p.), la remissione deve però essere accettata. Anche per questo motivo la remissione si differenzia dalla denuncia che invece è un atto unilaterale. Poiché la persona querelata ha interesse, se innocente, a dimostrare attraverso il processo, la sua completa estraneità al fatto-‐reato che le è stato addebitato, la remissione non produce effetto se il querelato l'ha espressamente o tacitamente ricusata (art. 155 c.p.). Istanza di procedimento L'istanza di procedimento è la domanda, presentata al P.M. o alla P.G. o anche ad un agente consolare all'estero, con la quale la persona offesa di taluni delitti comuni (cioè non politici: art. 8 c. 3 c.p.) commessi all'estero dal cittadino o dallo straniero (e che se fossero stati commessi nel territorio dello Stato sarebbero perseguiti d'ufficio: artt. 9 co. 2 e 10 co. 1 c.p.) chiede che si proceda nei confronti dell'autore del fatto. L'istanza è irrevocabile e rappresenta una condizione di procedibilità: in sua assenza infatti per quel reato non potrebbe celebrarsi alcun processo. L'istanza può essere presentata entro 3 mesi dalla ricezione della notizia del fatto-‐reato ed entro tre anni dalla presenza del colpevole sul territorio dello Stato. Esposto L'esposto è l'atto col quale si richiede l'intervento dell'Autorità di Pubblica Sicurezza per mediare dissidi privati tra le parti in contesa. Alla composizione bonaria della lite, l'Autorità di P.S. provvede a mezzo degli Ufficiali di P.S. (appartenenti al ruolo dei dirigenti e dei commissari della Polizia di Stato ed Ufficiali dei Carabinieri), i quali redigono verbale che può essere prodotto in giudizio con valore di scrittura privata riconosciuta Qualora dai fatti si configuri un reato, l'Ufficiale di P.S., se il fatto è perseguibile d'ufficio, deve informare l'Autorità giudiziaria, mentre se trattasi di delitti perseguibili a querela può, a richiesta, esperire un preventivo componimento della vertenza, senza che ciò pregiudichi il successivo esercizio del diritto di querela. Fonte: www.carabinieri.it ELENCO DELLE FONTI LEGISLATIVE L’evoluzione del quadro normativo in materia di contrasto alla violenza di genere rispecchia le tappe fondamentali di un significativo mutamento nella cultura, nella società civile e nelle istituzioni politiche rispetto ad ogni forma di violenza esercitata sulle donne. Legislazione internazionale • 1979 Cedaw (Convenzione per l’eliminazione di ogni forma di discriminazione contro le donne) • 1985 Conferenza mondiale dell’Onu sulle donne di Nairobi • 1993 Conferenza delle Nazioni Unite sui diritti umani di Vienna • 1994 IV Conferenza mondiale sulle donne-‐Pechino • 1995 OMS Prevenzione della violenza: una priorità della sanità pubblica • 1998 ONU Prevenzione del crimine e misure di giustizia penale per eliminare la violenza contro le donne. 34 Legislazione europea • 1986 Risoluzione sulla violenza contro le donne • 1997 Consiglio d’Europa “Piano d’azione per combattere la violenza contro le donne” • 1997 Risoluzione sulla necessità di una campagna di totale intransigenza nei confronti della violenza contro le donne • 1999 Nuova risoluzione sulla violenza contro le donne • 2000 Consiglio d’Europa “Programma di azione comunitario per combattere la violenza sui bambini, i giovani e le donne” • 2001 Consiglio d’Europa “Salvaguardia delle donne dalla violenza” • 2005 Linee guida centri per il trattamento degli uomini violenti • 2009 Risoluzione del Parlamento europeo del 26 novembre 2009 sull’eliminazione della violenza contro le donne • 2011 Direttiva 2011/99/UE sugli ordini di protezione • 2011 Direttiva 2011/92/ sull’abuso sessuale su minori • 2011 Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, adottata ad Istanbul l’11 maggio 2011 e ratificata dall’Italia il 27 settembre 2012. L’Italia ha ratificato e dato esecuzione alla Convenzione di Istanbul co al legge n° 77 del 27/6/2013. Normativa italiana • 1996 Legge 15 febbraio 1996, n. 66, “Norme contro la violenza sessuale” • 2001 Legge 4 aprile 2001, n. 154, “Misure contro la violenza nelle relazioni familiari” • 2009 Decreto Legge 23 febbraio 2009, n. 11, “Misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecutori”. Convertito in Legge dalla L.23 aprile 2009, n. 38. • 2010 “Piano nazionale contro la violenza di genere e lo stalking” • 2013 L. n. 77/2013, Ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica, sottoscritta a Istanbul l’11 maggio 2011. • Legge 219 del 15 ottobre 2013 Legge sul Femminicidio .“Disposizioni urgenti in materia di sicurezza e per il contrasto della violenza di genere, nonché in tema di protezione civile e di commissariamento delle province” • 2013 Protocollo ANCI – D.i.Re di collaborazione per la prevenzione e il contrasto della violenza di genere. Normativa regionale LOMBARDIA • Legge Regionale n° 11/2012, Interventi di prevenzione, contrasto e sostegno a favore di donne vittime di violenza. *** REATI PERSEGUIBILI A QUERELA E D’UFFICIO La regola in Italia è che tutti i reati sono perseguibili d’ufficio, tranne quelli per i quali è prevista espressamente dalla legge la perseguibilità a querela (art. 50 c.p.p.). Perseguibili a querela: • percosse (art. 581 c.p.) 35 ingiuria (art. 594 c.p.). La legge n° 67 del 2014 delega al Governo l’emanazione di un Decreto Legislativo per l’abrogazione, tra gli altri, dell’art. 594 c.p. (ingiuria). Sempre perseguibili d’ufficio: • maltrattamenti contro familiari e conviventi art. 572 c.p. • abbandono di persona minore o incapace art. 591 c.p. • omissione di soccorso art. 593 c.p. • sequestro di persona art. 605 c.p. • violenza privata art. 610 c.p. • stato di incapacità procurato mediante violenza art. 613 c.p. • estorsione art. 629 c.p. • aborto di donna non consenziente art. 18 L n. 194/1978 • molestia o disturbo alle persone art. 660 c.p. Perseguibili a querela, ma d’ufficio solo in talune ipotesi: atti persecutori (stalking) art. 612 bis c.p. ( d’ufficio se nei confronti di un minore o persona con disabilità e quando il fatto è connesso con altro delitto per il quale si deve procedere d’ufficio, quando il delitto è commesso da soggetto ammonito) violazione di domicilio art. 614 c.p. (ufficio solo il 2° comma: se il fatto è commesso con violenza sulle cose o alle persone o se il colpevole è palesemente armato) minaccia art. 612 c.p. (“minaccia ad altri un ingiusto danno”, ufficio solo il 2° comma: minaccia grave o (art. 339 c.p.) con armi, più persone riunite, ecc.) violazione degli obblighi di assistenza familiare art. 570 c.p. (ufficio se nei confronti di minori) art. 12 sexies Legge 898/70 (nel divorzio) (ufficio se nei confronti di minori) danneggiamento art. 635 c.p. (uff. il 2° comma, se con violenza alla persona o con minaccia). La legge n° 67 del 2014 delega al Governo l’emanazione di un Decreto Legislativo per l’abrogazione dell’art.635 c.p. 1° comma. • *** NORMATIVA A TUTELA DELLA LAVORATRICE VITTIMA DI VIOLENZA: Decreto Legislativo 15 giugno 2015 n. 80 : “Misure per la conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro, in attuazione dell’articolo 1, commi 8 e 9, della legge 10 dicembre 2014 n. 183” art. 24 Per il 2015 le vittime di violenza di genere (individuate ai sensi del DL93/2013 convertito nella legge 119/2013), lavoratrici dipendenti o parasubordinate sia del privato che del pubblico, potranno richiedere un’astensione retribuita per un periodo massimo di tre mesi dall’attività lavorativa, per motivi legati al percorso di protezione. La fruizione del congedo potrà avvenire su base giornaliera od oraria nell’arco di tre anni, secondo modalità stabilite dagli accordi collettivi; in loro assenza, si avrà riguardo alle esigenze della lavoratrice stessa. Le lavoratrici vittime di violenza potranno inoltre richiedere la trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, ove disponibili in organico. Il part time concesso dovrà essere trasformato nuovamente in full time su richiesta della lavoratrice. 36 IL PATROCINIO A SPESE DELLO STATO* Allegato 2 (In sintesi) Cos’è: è la misura che consente al cittadino non abbiente di poter usufruire dell’assistenza di un legale, in giudizi civili, amministrativi, contabili, tributari o penali e nei procedimenti di volontaria giurisdizione, senza dover corrispondere la parcella all’avvocato, le cui competenze giudiziali vengono versate direttamente dallo Stato in esito alla liquidazione da parte dell’Autorità Giudiziaria. Come si richiede: si richiede dall’interessato presentando apposita istanza, debitamente compilata e sottoscritta, (modelli reperibili in internet nei siti dei vari Consigli degli Ordini degli Avvocati all’indirizzo http://www.ordineavvocatimilano.it/index.php?pgn=categoria&id=53&idm=25 o presso gli uffici preposti o tramite avvocato iscritto alle liste del gratuito patrocinio) presso l’ufficio a tal fine preposto presso il Tribunale ove va introdotta la causa o dove è incardinato il procedimento in cui ci si deve costituire. (Nell’istanza deve essere indicato il procedimento eventualmente già pendente nel quale l’istante intende costituirsi oppure il procedimento che si intende instaurare, oltre a brevi motivazioni a sostegno della pretesa che si intende far valere, con l’allegazione di eventuali correlativi documenti. Deve essere indicato il nominativo dell’Avvocato, scelto tra gli iscritti negli elenchi degli avvocati abilitati al patrocinio a spese dello Stato che l’istante intende nominare quale proprio difensore in caso di ammissione al beneficio del gratuito patrocinio. Infine all’istanza deve essere obbligatoriamente allegata la copia della carta d’identità e del codice fiscale del richiedente, nonché la copia del codice fiscale di ciascun componente del nucleo familiare). Dove si richiede: L’istanza – in doppio originale sottoscritto, con doppia copia della correlativa documentazione allegata – deve essere depositata o inviata (tramite raccomandata a.r.) presso l’apposito ufficio istituito presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati del Tribunale ove il procedimento pende o andrà instaurato. Nello specifico: -‐ con riferimento all’instaurazione di un nuovo giudizio: l’istanza deve essere presentata presso il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati nella cui circoscrizione è ricompreso il luogo in cui ha sede il magistrato competente a conoscere del merito dell’instaurando giudizio, ciò secondo le disposizioni in materia di competenza territoriale di cui al codice di procedura civile. -‐ con riferimento ad un giudizio già pendente e, dunque, ai fini della costituzione nello stesso: è competente il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati nella cui circoscrizione è compreso il luogo in cui ha sede il magistrato davanti al quale pende il procedimento. Il Consiglio dell'Ordine, valutata la fondatezza della domanda, emette un provvedimento di accoglimento, di rigetto oppure di non ammissibilità. In caso di accoglimento provvede a trasmettere copia del provvedimento all'interessato, al Giudice competente e all'Ufficio delle Entrate, per la verifica dei redditi dichiarati nell’istanza di ammissione. Requisiti necessari per l’ottenimento: Ai fini dell’ammissibilità della domanda il reddito annuo del soggetto istante, sommato a quello dei soggetti risultanti dallo stato di famiglia, di cui alle rispettive ultime dichiarazioni, non deve superare (allo stato – ultima modifica luglio 2014) l’importo di Euro 11.369,24. Occorre precisare che viene tenuto in considerazione solamente il reddito del soggetto istante quando oggetto della causa risultano essere diritti della personalità, ovvero con riferimento ai procedimenti nei quali gli interessi del richiedente sono in conflitto con quelli degli altri componenti il nucleo familiare con lui conviventi. 37 Il soggetto richiedente il beneficio del patrocinio a spese dello Stato, con la sottoscrizione dell’istanza, si assume espressamente l'impegno a comunicare, fino a che il processo non sia definito, le variazioni rilevanti dei limiti di reddito, verificatesi nell'anno precedente. Qualora, infatti, il soggetto ammesso al gratuito patrocinio, nel corso del giudizio, subisca una variazione del proprio reddito tale da superare il suddetto importo di Euro 11.369,24, il medesimo decade dal relativo beneficio e qualora ometta di dichiarare detta modifica potrà, altresì, incorrere in sanzioni penali. Al riguardo è, infatti, previsto che chiunque, al fine di ottenere o mantenere l’ammissione al patrocinio, formuli l’istanza corredata dalla dichiarazione sostitutiva di certificazione, attestante falsamente la sussistenza o il mantenimento delle condizioni di reddito previste, possa esser punito con la reclusione da uno a cinque anni e con la multa da Euro 309,87 a Euro 1.549,37. La pena è aumentata se dal fatto consegue l’ottenimento o il mantenimento dell’ammissione al patrocinio; la condanna importa la revoca con efficacia retroattiva e il recupero a carico del responsabile delle somme corrisposte dallo Stato. Le medesime sanzioni sono altresì applicate a chi, al fine di mantenere l’ammissione al patrocinio a spese dello Stato, omette di effettuare le comunicazioni relative alle variazioni rilevanti dei limiti di reddito per le quali è stato assunto l’impegno di cui all’istanza di ammissione. Per le donne vittime di violenza e’ possibile, comunque, accedere al gratuito patrocinio in deroga al reddito. * A cura dello Studio Legale Avv. ANNA MARIA VALENTI 38 Reparto: Comando Stazione Ente: Arma dei Carabinieri Allegato 3 La vittima di violenza si presenta spontaneamente in Caserma negli orari di ricezione pubblico L’Ufficio acquisisce da fonte qualificata (Servizi Sociali, Scuola, etc..) o da privato (vicino di casa, familiare, etc..), notizie attinenti violenze domestiche Perviene richiesta d’intervento al numero “112” e/o pattugliainterviene casualmente presso un’abitazione ove è in corso un episodio di violenza domestica 1^ accoglienza a cura del militare di servizio alla caserma. L’utente viene quindi inviato ad interloquire con un Ufficiale di P.G. • 1^ accoglienza a cura dei 1^ intervento: si cercano militari di servizio di riscontri anche informali pattuglia. Nei casi di (anche di natura particolare gravità viene confidenziale) sul nucleo subito informato l’Ufficiale familiare e sulle informazioni di P.G. militare di servizio acquisite alla caserma. L’utente viene quindi inviato ad un Ai fini della valutazione ituazione saranno fondamentali: Ufficiale ddella i Ps.G. • Escussione immediata della vittima, degli eventuali testimoni prontamente reperibili e qualora presente, nel caso di • Acquisizioni di fonti di prova documentali: referti medici, sms, email, scritti, messaggistica su social-‐‑network; • In caso di intervento in flagranza esecuzione di sopralluogo, esecuzione rilievi e raccolta/sequestro di eventuali di elementi intervento in flagranza di reato, raccolta delle spontanee dichiarazioni da parte dell’autore del reato; di prova. • Verifica dei precedenti penali e di polizia alle BB.DD. Forze di Polizia delle parti coinvolte. • Verifica agli atti del Comando della presenza di precedenti interventi, querele, esposti, denunce, segnalazioni • Verifica eventuale detenzione legale di armi da parte dell’autore delle violenze e/o delle parti coinvolti, e se del caso esecuzioni di sequestri cautelativi di armi e munizioni. NO Rilevata violenza domestica Episodio rubricato come lite / alterco SI Reati procedibili d’ufficio Redazione di appunto / relazione di servizio , a futura memoria e qualora i fatti dovessero avere ulteriori sviluppi NO Richiesto Ammonimento Questore SI Reati procedibili a querela di parte NO Vi è querela di parte Valutazione Applicazione Eventuali Misure Cautelari Urgenti Urcautelare SI SI NessunaMisura Cautelare Richiesta Redazione Informativa di reato e/o Richiesta Ammonimento corredata, da atti tipici ed atipici di P.G. Notiziare Servizi Sociali SI Notiziare il P.M. di Turno e valutare applicazione di misure cautelari urgenti: Arresto in flagranza di reato / fermo di persona gravemente indiziata di delitto (art. 380, 381, 384 c.p.p.) Allontanamento dall’abitazione familiare (art. 384 bis) 38 Allegato 4 SCHEMA FINALE SINTETICO DEL SARA – Plus Fonte di informazione Intensità fattore Fattore presente nel passato Fattore critico nel presente □ Vittima □ Testimoni □ Reo □ Informazioni tecniche □ Altro (specificare Violenze fisiche con o senza lesioni che richiedano cure mediche verso quella partner o altre partner. Violenza fisica durante la gravidanza □ Dato non disponibile □ non presente □ basso □ medio □ elevato □estremo SI -‐ NO SI -‐ NO □ Vittima □ Testimoni □ Reo □ Informazioni tecniche □ Altro (specificare Violenze sessuali Rapporti sessuali con minaccia, costretti, imposti □ Dato non disponibile □ non presente □ basso □ medio □ elevato □estremo SI -‐ NO SI -‐ NO □ Vittima □ Testimoni □ Reo □ Informazioni tecniche □ Altro (specificare Minacce fisiche o psicologiche con o senza armi. Manipolazione, terrorismo psicologico, aggressioni ad oggetti o animali, minaccia di suicidio □ Dato non disponibile □ non presente □ basso □ medio □ elevato □estremo SI -‐ NO SI -‐ NO □ Dato non disponibile □ non presente □ basso □ medio □ elevato □estremo SI -‐ NO SI -‐ NO □ Dato non disponibile □ non presente □ basso □ medio □ elevato □estremo SI -‐ NO SI -‐ NO □ Vittima □ Testimoni □ Reo □ Informazioni tecniche □ Altro (specificare □ Vittima □ Testimoni □ Reo □ Informazioni tecniche □ Altro (specificare Fattore di rischio Escalation della violenza Aumento di frequenza ed intensità della violenza fisica, sessuale o psicologica Violazione di provvedimenti Violazione provvedimenti in sede civile, penale, amministrativa 40 □ Vittima □ Testimoni □ Reo □ Informazioni tecniche □ Altro (specificare Precedenti penali per reati contro la persona (rischio maggiore), detenzione illegale di armi. Meno elevato il rischio in caso di reati contro il patrimonio □ Dato non disponibile □ non presente □ basso □ medio □ elevato □estremo SI -‐ NO SI -‐ NO □ Vittima □ Testimoni □ Reo □ Informazioni tecniche □ Altro (specificare Atteggiamenti misogeni e ossessivi. Gelosia, controllo, ossessione nei confronti della vittima, colpevolizzazione della vittima, minimizzazione della violenza □ Dato non disponibile □ non presente □ basso □ medio □ elevato □estremo SI -‐ NO SI -‐ NO □ Vittima □ Testimoni □ Reo □ Informazioni tecniche □ Altro (specificare Disturbi mentali Disturbi accertati con diagnosi di disturbo della personalità in particolare psicopatia, borderline, narcisista, bipolare. Disturbo psichiatrico grave (psicosi, schiziofrenia) □ Dato non disponibile □ non presente □ basso □ medio □ elevato □estremo SI -‐ NO SI -‐ NO □ Vittima □ Testimoni □ Reo □ Informazioni tecniche □ Altro (specificare Problemi economici, di lavoro del presunto reo. Assenza di lavoro stabile, problemi finanziari, incapacità a mantenere un lavoro □ Dato non disponibile □ non presente □ basso □ medio □ elevato □estremo SI -‐ NO SI -‐ NO □ Vittima □ Testimoni □ Reo □ Informazioni tecniche □ Altro (specificare Problemi di adattamento. Abuso nell'infanzia, problemi sociali di adattamento, scarsa o inesistente rete sociale, maltrattamento o incuria, tentato suicidio, comportamenti antisociali in genere □ Dato non disponibile □ non presente □ basso □ medio □ elevato □estremo SI -‐ NO SI -‐ NO 41 □ Vittima □ Testimoni □ Reo □ Informazioni tecniche □ Altro (specificare Problemi di relazione Separazione della coppia. La donna ha già in precedenza lasciato il partner, la donna ha comunicato al partner l'intenzione di lasciarlo, la coppia si è già lasciata ed è in corso una causa per l'affidamento dei figli □ Dato non disponibile □ non presente □ basso □ medio □ elevato □estremo SI -‐ NO SI -‐ NO □ Vittima □ Testimoni □ Reo □ Informazioni tecniche □ Altro (specificare Scarso sostegno della vittima Inadeguato sostegno della vittima, mancanza di servizi, di lavoro e risorse per la vittima. Vittima straniera con figli piccoli □ Dato non disponibile □ non presente □ basso □ medio □ elevato □estremo SI -‐ NO SI -‐ NO □ Vittima □ Testimoni □ Reo □ Informazioni tecniche □ Altro (specificare Problemi della vittima Abuso di sostanze da parte della vittima, problemi di natura fisica o psichica, tentativo di suicidio □ Dato non disponibile □ non presente □ basso □ medio □ elevato □estremo SI -‐ NO SI -‐ NO □ Vittima □ Testimoni □ Reo □ Informazioni tecniche □ Altro (specificare Ambivalenza e terrore della vittima. Comportamento ambivalente della vittima dovuto al terrore, ai sensi di colpa, al perdono, alla minimizzazione del rischio alla pressione della famiglia □ Dato non disponibile □ non presente □ basso □ medio □ elevato □estremo SI -‐ NO SI -‐ NO 42 INDICE 1.COS’E’ LA VIOLENZA SULLE DONNE PAG 4 1.1 LA VALUTAZIONE DEL RISCHIO PAG 8 1.2 CONFLITTO E VIOLENZA PAG 11 2. PROCEDURE PAG 13 2.1 SITUAZIONI URGENTI (CON O SENZA MINORI) PAG 13 2.2 SITUAZION URGENTI ( CON O SENZA MINORI) PAG 14 2.3 SITUAZIONI NON URGENTI PAG 15 2.4 SITUAZIONI NON URGENTI PAG 16 3 SCHEDE RETE DEI SERVIZI TERRITORIALI PAG 17 3.1 ASL MI 1 – CONSULTORI FAMILIARI MAGENTA E ARLUNO PAG 17 3.2 AO CIVILE LEGNANO – PRONTO SOCCORSO PAG 19 3.3 AO CIVILE LEGNANO – PRONTO SOCCORSO PROGETTO “CODICE ROSA” PAG 21 3.4 AO CIVILE LEGNANO – SERVIZIO SOCIALE OSPEDALIERO PRESIDIO DI MAGENTA PAG 23 3.5 AMBITO DEL MAGENTINO – CENTRO ANTIVIOLENZA PAG 24 3.6 AMBITO DEL MAGENTINO – SERVIZI SOCIALI COMUNALI PAG 25 3.7 AMBITO DEL MAGENTINO – CARITAS PAG 27 3.8 AMBITO DEL MAGENTINO – POLIZIA LOCALE PAG 28 3.9 ALTRI RIFERIMENTI UTILI PAG 29 ALLEGATO 1-‐ RIFERIMENTI LEGISLATIVI ALLEGATO 2 -‐ IL PATROCINIO A SPESE DELLO STATO ALLEGATO 3 -‐ PROTOCOLLO ARMA DEI CARABINIERI ALLEGATO 4 – SCHEMA FINALE SINTETICO SARA-‐ Plus 43 Il presente vademecum è stato realizzato in virtù del considerevole lavoro interdisciplinare e intersistituzionale della rete del Distretto di Magenta: PISONI FLORA ASSISTENTE SOCIALE CONSULTORIO FAMILIARE DI ARLUNO (ASL MILANO 1) -‐ COORDINATRICE CASTIGLIONI ANNA MARIA ASSISTENTE SOCIALE CPS MAGENTA (AO LEGNANO) COLOMBARA ORNELLA INFERMIERA CPS MAGENTA (AO LEGNANO) BROGGI MARIANGELA ASSISTENTE SOCIALE OSPEDALE MAGENTA (AO LEGNANO) GRANELLI CHIARA PSICOLOGA CODICE ROSA (AO LEGNANO) SESTAGALLI MARISA ASSISTENTE SOCIALE CONSULTORIO FAMILIARE DI ARLUNO (ASL MILANO 1) ROSSIGNOLI CLAUDIA ASSISTENTE SOCIALE SERT MAGENTA (ASL MILANO 1) CRIVELLARO SABRINA ASSISTENTE SOCIALE NOA MAGENTA/ABBIATEGRASSO (ASL MILANO 1) PAOLA MECOZZI ASSISTENTE SOCIALE COMUNE DI BAREGGIO SARTI VALERIA ASSISTENTE SOCIALE COMUNE DI BAREGGIO STEFANETTI LAURA ASSISTENTE SOCIALE COMUNE DI ARLUNO MORANI MARIELLA ASSISTENTE SOCIALE COMUNE DI MAGENTA MONTANARI LORETTA ASSISTENTE SOCIALE COMUNE DI MAGENTA PATRUNO SIMONA ASSISTENTE SOCIALE AZIENDA SPECIALE CONSORTILE SERVIZI ALLA PERSONA / c/o COMUNE DI BOFFALORA SOPRA TICINO NOVARESE ELENA RESPONSABILE SERVIZI SOCIALI COMUNE DI BOFFALORA SOPRA TICINO PORTA MONICA COMANDANTE POLIZIA LOCALE COMUNE DI MAGENTA DONATELLA GANASSI AGENTE SCELTO POLIZIA LOCALE COMUNE DI MAGENTA GIUSEPPA DE SALVO AGENTE SCELTO COMUNE DI BAREGGIO LIGUORI TOMASO AGENTE POLIZIA LOCALE COMUNE DI ARLUNO VIGNATI FABIOLA AGENTE POLIZIA LOCALE COMUNE DI ARLUNO GRASSI EMANUELA AGENTE POLIZIA LOCALE COMUNE DI ARLUNO SAMMALI ANDREA RESPONSABILE SERVIZIO TUTELA MINORI FAMIGLIA AZIENDA SPECIALE CONSORTILE SERVIZI ALLA PERSONA MAGENTA MASSARI LUCA GIA’ RESPONSABILE SERVIZIO TUTELA MINORI FAMIGLIA AZIENDA SPECIALE CONSORTILE SERVIZI ALLA PERSONA MAGENTA DE VECCHI CONSUELO PSICOLOGA SERVIZIO TUTELA MINORI FAMILGLIA AZIENDA SPECIALE CONSORTILE SERVIZI ALLA PERSONA MAGENTA 44 FERRARIO CHIARA ASSISTENTE SOCIALE SERVIZIO TUTELA MINORI FAMILGLIA AZIENDA SPECIALE CONSORTILE SERVIZI ALLA PERSONA MAGENTA GABRIELE CLAUDIA AVVOCATO VOLONTARIA RETE ANTIVIOLENZA MAGENTA RE ELISA CENTRO ANTIVIOLENZA MAGENTA TELEFONO DONNA GIZZI NADIA CENTRO ANTIVIOLENZA MAGENTA TELEFONO DONNA CENI TERESA RESPONSABILE CENTRO DI AIUTO ALLA VITA MAGENTA VERGALLI VALENTINA ASSISTENTE SOCIALE CENTRO DI AIUTO ALLA VITA MAGENTA MAGNAGHI CHIARA VOLONTARIA CARITAS MAGENTA LIVRAGHI AURELIO VOLONTARIO CARITAS MAGENTA PIACENTINI MONICA EDUCATORE REFERENTE ACCOGLIENZA SECONDO LIVELLO LULE ONLUS PODIO CHANTAL PSICHIATRA PSICOTERAPEUTA ASSOC. FORUM LOU SALOME’ MILANO UOMINI NON PIU’ VIOLENTI VOLONTARIE ASS. AVAS ONLUS CASA DELL’ACCOGLIENZA “MARIA ROSA OLDANI” MAGENTA FIOR INES DIREZIONE MEDICA OSPEDALE MAGENTA (AO LEGNANO) ODORICI SHEILA DIREZIONE MEDICA OSPEDALE MAGENTA (AO LEGNANO) Ringraziamo tutti i partecipanti al Tavolo per il lavoro svolto e per le collaborazioni future Si ringrazia inoltre Elena Pessina della UOC Sistemi di Welfare per la Famiglia per il lavoro di stesura e il coordinamento di tutto il materiale. 45 Cod. 345415 - Tip. Publidea Policoro MT