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laboratorio di scrittura espressiva
LABORATORIO DI SCRITTURA ESPRESSIVA (FASCICOLO A CURA DI A. CHIANTERA, E. COCEVER, W. MARTINI, L. MERENDA, D. PRATA) Nel corso del laboratorio sulla scrittura abbiamo praticato diversi modi e tipi di scrittura, a partire da consegne fornite dalle conduttrici. L´attivita´si ispira agli ateliers di scrittura ideati da Elisabeth Bing, e costituisce un percorso che non si presta ad essere realizzato senza un accompagnamento ( se in presenza un animatore, se a distanza un tutor). Per permettere a chi non ha partecipato al laboratorio di farsi un´idea dell´attivita, proponiamo, qui di seguito, alcun parti del fascicolo per la realizzazione del laboratorio a distanza, che le Fac. di Scienze della Formazione delle Universita´di Bologna e di Bolzano propongono agli studenti non frequentanti. Anche questo lavoro a distanza prevede un accompagnamento tutoriale, di seguito proponiamo quindi la parte del fascicolo che si presta ad essere praticata in assenza di questo dispositivo formativo. Presentazione del fascicolo Il fascicolo propone attività di scrittura e di studio e riflessione articolate in tre parti e un intermezzo. Le attività di scrittura precedono quelle ragionative perché l’intenzione formativa del laboratorio mette al primo posto lo sperimentare forme di scritture diverse da quelle scolastiche o disciplinari o abitudinarie. Il fascicolo si apre con una prima parte che propone 3 brevi itinerari di scrittura. Gli itinerari sono proposti in una successione che e´importante rispettare. Nel corso di ogni itinerario le proposte di scrittura sono formulate attraverso la lettura di un breve brano di letteratura (narrativa o professionale) , e una consegna di scrittura a partire dalla quale viene chiesto di scrivere a ogni partecipante . I tre itinerari sono finalizzati a - Itinerario 1: prendere dimestichezza con scrittura non scolastica - Itinerario 2: scrivere a partire dalla propria esperienza - Itinerario 3: scrivere a partire dalla propria esperienza professionale Il primo itinerario e la prima proposta di scrittura del secondo, sono i materiali messi a disposizione di seguito. Una volta conclusa la prima parte, il fascicolo propone una seconda parte di studio, che comprende: 1. Alcuni scritti delle autrici del fascicolo che argomentano il senso formativo del laboratorio: perché un laboratorio di scrittura all’interno di un corso di laurea per educatore, formatore, ecc…? 2. Riflessioni di diversi autori sulla scrittura come occasione di elaborazione della relazione, dell’ascolto, della conoscenza . 3. La presentazione di un modo di praticare la scrittura per farne un veicolo di espressione della esperienza personale di chi scrive, salvaguardandone la dimensione di piacere e di originalità La terza ed ultima parte propone il quarto itinerario di scrittura: quello che Il primo itinerario e la prima proposta di scrittura del secondo, sono i materiali messi a disposizione di seguito. Il primo itinerario e la prima proposta di scrittura del secondo, sono i materiali messi a disposizione di seguito. viene chiesto di realizzare per concludere l’attività. ***************** PRIMO ITINERARIO Per sgranchirsi un po’ - La scrittura automatica Tempo: 10 minuti Scrivi, seguendo l’ordine alfabetico, dalla A alla Z, due-tre-quattro parole (nomi, verbi, anche coniugati, aggettivi, avverbi, brevi frasi) per ogni lettera, senza fermarti e senza pensare. Vietato tornare indietro ed aggiungere, concesso saltare delle lettere se non viene in mente niente di interessante. Esempio: Albero, alto, banana, basso, cannocchiale,cicogna, dado, delfino, estuario,farfalla, fagioli, ginestra, hotel, Hanson, iris, istrice, lucertola, limone, mucca, mela, naso, nave, ostrica, oca, papà, paparazzi, quarto, quadro, Simone, Sicilia, Taylor, Ugo, valigia, Zaire, zombi. - Gli acrostici1 Tempo: 10-15 minuti Scrivi una parola in verticale (si può partire dal proprio nome o da parole che ci piacciono più delle altre) e a partire da ciascuna lettera componi altre parole. Esempio: M entre U mberto S uona Io C ambio A ria 1 Cfr. Ersilia Zamponi, I Draghi Locopei , Einaudi, 1986 pag. 44. F ragile A natroccolo B eve In O steria - Il tautogramma2 Tempo: 15-20 minuti Scegli due nomi e un verbo che comincino con la stessa lettera dell’alfabeto. Scrivi una breve storia usando esclusivamente queste tre parole e altre che abbiano la medesima iniziale (gli articoli e le preposizioni si possono usare liberamente). Esempio: SECCHIO – STELLE – SEMINARE Le stelle stasera seminano segreti. Sorvolano gli stagni e sussurrano serenate ai salici. Una strega silenziosa, specchiandosi nel secchio, scopre i segreti. Si spegne sulla superficie dello stagno lo spavento della sera. - Il mesostico3 Tempo: 10-15 minuti Scegli una parola (o una breve frase) e scrivila verticalmente in stampatello. Inserisci quindi – su righe orizzontali – ciascuna lettera in una parola o in una frase, così che ne risulti un testo collegato in qualche modo alla parola iniziale. Esempi an a p rad ar g inn 2 3 C L A U D I O he tri paveri nano ui ochi centi Cfr. Ersilia Zamponi, I Draghi Locopei , Einaudi, 1986 pag. 39. Ivi, pag. 46. c A ro pa D re mi dispiace ma D evo g I rare il m O ndo - Il binomio fantastico4 Tempo: 15-20 minuti Scrivi su pezzettini di carta alcuni nomi e su altri alcuni verbi. Estrai a caso un nome e un verbo, che diventano l’ossatura della breve storia da inventare, perché essi devono obbligatoriamente essere inseriti nel testo che devi scrivere. - Le antiregole5 Tempo: 15-20 minuti Per produrre antiregole bisogna naturalmente rovesciare le regole classiche, soprattutto quelle che soffocano i desideri più profondi. Scrivere antiregole significa dunque immaginarsi mondi im/possibili dove il desiderio si armonizzi … Puoi scegliere o inventare tu i terreni da indagare - scrivere le antiregole del condominio (seguendo passo passo l’autentico regolamento condominiale); - le antiregole per diventare studenti modello - le antiregole per i rapporti con la propria famiglia - le antiregole per stressarsi - le antiregole per divertirsi - le antiregole per farsi dei nemici o degli amici - le antiregole per alimentarsi - le antiregole per diventare ricchi - Le cose impossibili o gli “adyanata”6 Tempo: 15-20 minuti Un adyanaton è una enunciazione che evoca situazioni, condizioni o stati del mondo che non possono darsi per le leggi della fisica, della logica e della verosimiglianza. 4 G. Rodari, Grammatica della Fantasia, Einaudi, Torino, 1973, pag. 7. 5 6 S. Brugnolo - G. Mozzi “Ricettario di scrittura creativa” – Zanichelli , pagg. 131-132 S. Brugnolo - G. Mozzi “Ricettario di scrittura creativa” – Zanichelli , pagg. 136-137. Scrivi brevi testi rendendo possibili le cose impossibili. Gioca con le tue utopie, con i tuoi desideri: giocare un po’ con la propria follia alleggerisce e ci dà respiro. Esempi Questo ruscello risale alla sua sorgente Un bue sta su un campanile Il sangue cola da questa roccia Un aspide si accoppia con un orsa In cima ad una vecchia torre Un serpente sbrana un avvoltoio Il fuoco brucia dentro il ghiaccio 7 Addormentato mi desto: non guardo gli oggetti, e gli oggetti mi guardano; non mi muovo, e il terreno sotto i miei piedi si muove, Vado alla finestra e vengo aperto. Alzatomi giaccio: non spalanco gli occhi, ma gli occhi mi spalancano, Non tendo l’orecchio ai rumori, ma i rumori mi ascoltano; vado alla porta e la maniglia mi abbassa. Le saracinesche vengono alzate, e si fa notte, e per inspirare un po’ di aria mi tuffo sott’acqua: cammino sul pavimento e affondo fino ai calcagni.8 Per ragionare Quante volte nel nostro percorso scolastico ci è stato chiesto di scrivere, quanta fatica abbiamo fatto per pescare e mettere sulla pagina bianca delle idee, spesso non proprio vicine a quello che in realtà pensavamo. Ma, probabilmente, quello che più ci ha condizionato era il giudizio espresso dell’insegnante: la sua valutazione finale in penna rossa, sulla forma, i contenuti, i giudizi sibillini che non riuscivamo a capire e che spesso ci facevano sentire inadeguati alla richiesta. Il rapporto difficile con la scrittura viene da lontano spesso nasce già in prima elementare. 7 8 Thèophil de Vian, da G. Cocchiera, Il mondo alla rovescia, Boringhieri,1962, pag. 122. Peter Handke, Il mondo interno dell’esterno dell’interno, Feltrinelli, 1980, pag. 38. Non è più il tempo delle aste, ma ancora oggi nelle classi iniziali, la scelta metodologica prevalente è quella analitica: prima si insegna la tecnica, le letterine che si combinano in sillabe e questo per lungo tempo, poi, se tutto va bene, si arriva alla scrittura “personale”. Ma intanto la motivazione si è abbassata, la naturale voglia di raccontare e di esprimersi si è dispersa e la scrittura diventa e resterà prevalentemente una materia da imparare, ricca di regole, di schemi e modelli, di prestazioni. Eppure dentro continua a premere il bisogno di raccontare a noi e agli altri la nostra storia, teniamo delle piccole scritture segrete che diventano, nel corso del tempo, dei riferimenti preziosi per il nostro progetto di vita. E la scrittura, con la s piccola, quella lontana dalla S di scuola, si prende presto la sua rivincita: gli SMS, i blog, le e-mail, le chat-line. Sono produzioni scritte abbondanti, con sintassi diverse ma che ci restituiscono uno dei tanti possibili sensi concreti della scrittura. L’esperienza dei nostri laboratori, intrecciata tra pratica quotidiana a scuola e ricerca teorica, ci suggerisce una serie di considerazioni: - scrivere è un diritto universale inalienabile, che offre grandi possibilità e risorse a ciascuno; - la scrittura è uno strumento potente ed economico, alla portata di tutti; - esistono molte dimensioni possibili della scrittura: le più coinvolgenti sono legate al racconto della propria vita (dimensione autobiografica), al bisogno, anche inconsapevole, di far uscire i nostri bisogni (dimensione proiettiva), al piacere di giocare e di creare con le parole; - la scrittura ha bisogno, in una fase iniziale, di essere liberata da eventuali esperienze negative precedenti, attraverso una pratica personale di scrittura che si alimenti in un clima costante di non giudizio, di libertà e di gioco (questo può avvenire più facilmente dentro una situazione di piccolo gruppo). Negli ultimi anni sono nate molte scuole di scrittura, con metodologie ed obiettivi diversi e questo significativo sviluppo dimostra quanto è grande il bisogno di riconquistare una propria dimensione di piacere e di libertà con la propria scrittura. Ma non si arriva magicamente o per buona volontà a liberare la propria scrittura. E’ un po’ come imparare a nuotare: è un po’ difficile riuscire, se hai provato paura quando eri piccolo. All’inizio bisogna stare in acque un po’ basse, accoglienti, dove puoi anche giocare. Hai bisogno di qualcuno che per un po’ ti sostenga perché tu possa imparare a fidarti di te stesso. Intanto è importante che tu scopra la gioia nel lasciarsi andare piano piano: le acque della scrittura possono essere un po’ torbide, all’inizio, ma già ricche di scoperte. Le proposte di questo primo itinerario ti hanno consentito di sperimentare la possibile “leggerezza” dello scrivere, forse ti hanno fatto sorridere, sorprenderti un po’, magari divertirti. Beniamino Sidoti, autore del testo Giochi con le storie9 scrive nel suo prologo: Muscoli. La scrittura è un muscolo. La narrazione è un muscolo. E’ più di uno slogan, è una metafora, piena e produttiva. Anzitutto: la scrittura viene dal nostro corpo, non solo dalla nostra testa. Scrivere è un’attività, un’azione, prima di un pensiero o di una teoria. Poi: come tutti i muscoli, quando non lo si usa tende ad atrofizzarsi, per raccontare storie bisogna tenersi in allenamento. Quindi, non solo scrivere romanzi, ma anche fare esercizi; i giochi sono anche altrettanti esercizi di storie, una piccola palestra per mantenere il giusto tono muscolare. Non ci sono le istruzioni per scrivere un romanzo di successo, ma per vedere allo specchio i propri muscoli scrittori e narratori prendere forma e tono. Ancora: non si inizia a correre di scatto, non si entra in campo partendo come un razzo. Altrimenti i muscoli protestano, si bloccano poco dopo, si riempiono di acido lattico o si contraggono in dolorosi crampi. C’è una fase preliminare, detta di riscaldamento: una metafora (neanche troppo) per dire “non si parte a freddo”. Neanche con le storie si parte a freddo: sia che le si racconti sia che le si inventino, conviene iniziare piano piano, riscaldando; con esercizi più semplici, o con formule evocative…” Queste osservazioni ci aiutano a capire meglio lo sfondo operativo di queste prime proposte di de-condizionamento (meglio di allenamento) della scrittura. Vale la pena ora commentarne alcune per riflettere un po’ sul senso dei vari testi che sei stato invitato a produrre. La scrittura automatica comporta che si scriva più velocemente di quanto si pensa: una gara di velocità alla scoperta dei nostri mondi interiori. Scrivere così rapidamente e così a caso porta a travolgere la ragione, il buon senso, la forma, la grammatica e soprattutto il significato. Questa attività aiuta a superare i blocchi di scrittura e la paura del foglio bianco; a godere da spettatore della propria creatività, accogliendo le associazioni e i collegamenti inattesi come benedizioni; a ‘riscaldarsi’in vista di una scrittura più impegnativa; ad acquistare fiducia nella possibilità di scrivere. La scrittura automatica mostra subito a tutti quanto ognuno abbia un vocabolario personale, un modo diverso di creare nessi( per senso logico, per musicalità, per rima o per ritmo…). C’è anche la possibilità, in una seconda fase, di riprendere la lista, cercando di creare degli accoppiamenti arbitrari fra le parole scritte, ed eventualmente anche delle brevi frasi, sempre senza pensare. Non è importante il significato (anzi, va travolto): le parole non vanno scelte, ma devono saltare agli occhi da sole: conviene costringersi a usare parole fra loro vicine nella lista (ripercorrendola in ordine alfabetico). Molte parole della lista potranno non produrre alcuna frase e 9 Casa ed. La Meridiana, Molfetta (BA), 2001 non verranno utilizzate: allo stesso modo si possono aggiungere i verbi, aggiustare le concordanze. Esempio (scritto a partire dal testo-esempio di pag. 1): Ero nell’hotel insieme a Simone e papà e guardavo un quadro. Mi trovavo nell’estuario siciliano e guardavo le farfalle, gli iris e le ginestre Nell’Hotel ho visto Ronaldo che mangiava i fagioli. Guardava con il cannocchiale la cicogna. In definitiva chi usa la scrittura automatica non si chiede perché si scrive, non cerca affannosamente una buona idea: scrive e basta. Oltre a questo, cerca dentro di sé anche quelle storie nascoste non immediatamente disponibili a livello cosciente. Nella composizione di un acrostico, come per la scrittura automatica, va utilizzata una certa velocità. C’è una maggiore ricerca di relazioni di significato, ma la raccomandazione è quella di non pensarci troppo. Queste possono essere legate fra loro. Se si diventa un po’ esperti, si può cercare di costruire una relazione di significato tra la parola iniziale e il testo successivo rielaborato. Ci possono essere molte varianti. Per esempio, nel doppio acrostico si scrive una parola in verticale all’inizio e l’altra parallela alla metà del foglio. Si cercano relazioni possibili tra i testi suggeriti dalle lettere delle due parole Esempio: GIORNO e SERATA G I O R N O iocava sempre nello ncontrando esseri straordinari gni tanto si lasciava andare ideva, allora, di quella gioia on gli pesava più ra poteva attendere, tranquillo: S pazio siderale E legantemente vestiti. R icordando i colori della sua infanzia. A ntica, leggera, spumeggiante. T anto l’affannosa quotidianità. A veva potuto respirare la dolcezza della sera. Con il mesostico, che rappresenta una variante dell’acrostico, è possibile scrivere un messaggio, dentro il quale ce ne sia ‐ seminascosto – un altro. Questo modo di procedere, è molto interessante perché impedisce lo sviluppo lineare del pensiero. Lo perturba e lo costringe ad utilizzare delle parole che non necessariamente gli convengono. La scelta delle parole che si possono costruire sulle lettere è molto limitata. E questo ci costringe ad intraprendere un cammino al quale spontaneamente non avremmo pensato. In altre parole, ci sono dei paradigmi che ci fanno deviare le cose.10 Anche con la proposta del binomio fantastico siamo nella fase di preparazione, di scoperta e di sorpresa. L’importante è disincrostare le nostre scritture, con alcune tecniche di approccio adatte a questo scopo: cambiamenti di punti di vista, nonsense, rovesciamenti, collegamenti insoliti, sempre in un clima di libertà. Un maestro in questo senso è stato Gianni Rodari, con la sua “Grammatica della fantasia”, che ha aiutato moltissimi insegnanti e bambini a sviluppare tecniche di scrittura creativa. In questa attività è importante lo stimolo iniziale, che può svolgere la funzione di un sasso gettato in uno stagno; come scrive Rodari “Una parola, gettata nella mente a caso, produce onde di superficie e di profondità, provoca una serie infinita di reazioni a catena, coinvolgendo nella sua caduta suoni e immagini, analogie e ricordi, significati e sogni, in un movimento che interessa l’esperienza e la memoria, la fantasia e l’inconscio”. Si tratta dunque di provocare e far nascere una storia attraverso l’accostamento insolito di due termini, normalmente estranei tra loro. La scelta a caso costringe la mente a compiere operazioni fantastiche, ad esplorare terreni di nuovi e possibili (o impossibili) significati. Scrive ancora Rodari a proposito del binomio fantastico cane – armadio: “Se un bambino scriveva, in vista di tutti, la parola cane, questa parola era già una parola speciale, pronta a far parte di una sorpresa, a inseguirsi in un avvenimento imprevedibile. Quel “cane” non era un quadrupede qualunque, era già un personaggio avventuroso, disponibile,fantastico. Girata la lavagna si leggeva, poniamo, la parola “armadio”. Una risata la salutava… Ora, un armadio in sé, non fa né ridere, né piangere. È una presenza inerte, una banalità. Ma, quell’armadio, facendo coppia con un cane, era tutta un’altra cosa. Era una scoperta, un’invenzione, uno stimolo eccitante” 11. 10 11 Paul Le Bohec, Ah ! Vous ècrivez ensemble!, Documentes de L’Educateur, n. 10, 1983, pag. 21. G. Rodari, La grammatica della Fantasia, Einaudi, Torino, 1973; le citazioni sono alle pagine 7 e 11. SECONDO ITINERARIO Questo itinerario, nel quale ti proponiamo di scrivere della tua esperienza personale, è guidato da Elisabeth Bing. Le proposte che contiene hanno anch’esse lo scopo di trasformare la scrittura da esercizio di noia a esercizio di passione nel quale trasferire la propria vita. Le consegne di scrittura che trovi in questo itinerario sono introdotte da un testo: leggilo con attenzione e solo successivamente leggi la consegna e scrivi. Scrivi di getto; se non ti viene richiesto diversamente, prova a stare nel tempo stabilito, senza curarti di dare un “tono letterario” alla tua produzione: non è questo che ti viene richiesto/proposto. Per scrivere 1. Mi piace non mi piace Mi piace l'insalata, la cannella, il formaggio, i condimenti, le paste di mandorle, l'odore del fieno tagliato (mi piacerebbe che un "naso" fabbricasse un profumo simile), le rose, le peonie, la lavanda, lo champagne, le posizioni leggere in politica, Glenn Gould, la birra freddissima, i cuscini piatti, il pane tostato, i sigari Avana, Haendel, le passeggiate moderate, le pere, le pesche bianche o di vigna, le ciliege, i colori, gli orologi, le penne stilografiche, le piume per scrivere, le portate intermedie, il sale crudo, i romanzi realistici, il piano, il caffè, Pollock, Fourier, Ejzenstein, i treni, il vino Médoc, il Bouzy, avere degli spiccioli, Bouvard e Pécuchet, camminare coi sandali di sera nelle stradine del Sud-Ovest, la curva dell'Adour vista dalla casa del dottor L., i Marx Brothers, il serrano alle sette del mattino mentre si esce da Salamanca, ecc. Non mi piace I cagnolini lulù bianchi, le donne coi calzoni, i gerani, le fragole, il clavicembalo, Mirò, le tautologie, i cartoni animati, Arthur Rubinstein, le ville, i pomeriggi, Satie, Bartok, Vivaldi, telefonare, i cori dei bambini, i concerti di Chopin, le bransles della Borgogna, le danze rinascimentali, l'organo, M.A. Charpentier, le sue trombe e i suoi timbali, il politico-sessuale, le scene, le iniziative, la fedeltà, la spontaneità, le serate con gente che non conoscono, ecc. Mi piace, non mi piace: il che non ha nessuna importanza per nessuno; il che, apparentemente, non ha senso. E però tutto questo vuol dire: il mio corpo non è lo stesso del vostro (Da: R. Barthes, “ Barthes di Roland Barthes”) CONSEGNA Scrivi un elenco delle cose che ti piacciono e non ti piacciono iniziando con l'enunciazione "mi piace" e ripetendola nel corso del testo. Se sei in difficoltà, riparti dalla enunciazione "mi piace" "non mi piace"... Puoi indicare tutto ciò che vuoi: persone, oggetti, libri, azioni, ecc. Concediti 10 minuti Ovviamente le cose che ti verranno in mente in questi 10 minuti non sono “assolute”: in un altro momento o con più tempo a disposizione te ne verrebbero in mente altre. [……………………………………………]