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Il latte - Libro più web
MODULO 2 ALIMENTI DI ORIGINE ANIMALE Obiettivi specifici UNITÀ 2.4 Conoscere la definizione merceologica del latte. Il latte Conoscere la composizione chimica del latte. Descrivere il valore nutrizionale del latte. Descrivere i principali illeciti nel latte. mp3 vista nutrizionale e microbiologico esistono tra il latte pastorizzato, UHT e sterilizzato. Distinguere le diverse tipologie di latti commerciali. Illustrare i sistemi di risanamento del latte. Descrivere le tappe più importanti del ciclo produttivo del latte e dello yogurt. Descrivere le principali differenze che dal punto di Conoscere le proprietà nutrizionali dello yogurt. Interrogazioni simulate Trascrizioni in fondo al libro Aspetti generali ipofisi ghiandola a secrezione interna situata alla base dell’encefalo. Gli ormoni elaborati dall’ipofisi regolano l’accrescimento e lo sviluppo corporeo, intervengono nel metabolismo dei princìpi nutritivi, agiscono sull’apparato riproduttore e sul tessuto muscolare liscio e inoltre controllano numerose funzioni organiche. Secondo la legislazione italiana (RD 994/1929 e successive modifiche), per latte alimentare si intende il prodotto ottenuto dalla mungitura regolare, ininterrotta e completa delle mammelle di animali in buono stato di salute e di nutrizione. Il termine “latte”, da solo, indica quello di vacca; per i latti di provenienza diversa si deve precisare la specie dell’animale produttore (ad es. latte di capra, latte di pecora, ecc.). Dal punto di vista biologico, il latte è il prodotto della secrezione delle ghiandole mammarie delle femmine dei mammiferi, destinato all’alimentazione dei piccoli nella prima tappa del loro sviluppo. La formazione del latte e la sua fuoriuscita dipendono da stimoli fisici e fattori ormonali. È infatti necessaria sia l’eccitae ar nt me ali ra ltu cu zione meccanica del capezzolo (mediante la mungitura o la Post-it di suzione), sia il controllo ormonale. Quest’ultimo dipende da Una vacca da latte può produrre da 10-12 a due ormoni secreti dall’ipofisi: la prolattina, che consente il 40-50 litri di latte al giorno. prolungamento della lattazione, e l’ossitocina, che favorisce la mungitura in atto. Il latte si presenta come un liquido di colore bianco opalescente, di odore caratteristico e di sapore dolciastro. La composizione e le caratteristiche del latte dipendono da un’ampia serie di variabili, quali la razza, l’animale, l’alimentazione, lo stadio di lattazione, la stagione e le condizioni igieniche della stalla. on line 98 Il latte UNITà 2.1 2.4 I microrganismi del latte Il latte appena munto, anche se proveniente da animali sani, contiene sempre un certo numero di microrganismi, cellule del sangue e della mammella. La carica microbica del latte è strettamente legata alle condizioni igieniche dell’ambiente in cui avviene la mungitura e, per alcuni batteri patogeni, dallo stato di salute degli animali. Il latte appena munto contiene particolari sostanze organiche, le lattenine, che possiedono attività antimicrobica, che però si esaurisce nel giro di qualche ora. Trascorso questo breve tempo i microrganismi si moltiplicano velocemente, perciò è necessario conservare il latte a bassa temperatura (4 °C). I microrganismi possono contaminare il latte con due modalità differenti: per via endogena (dall’animale). Se la vacca è malata può infettare il latte con microrganismi pericolosi per l’uomo (brucelle, stafilococchi, micobatteri, ecc.), ma persino l’animale sano possiede una microflora a livello dei canalicoli intramammari che può essere fonte di contaminazione; brucelle specie di batteri responsabili di una malattia infettiva denominata brucellosi, febbre maltese o febbre ondulante. La Brucella può essere trasmessa all'uomo soprattutto da bovini (Brucella abortus), maiali (Brucella suis) e capre (Brucella melitensis). Negli animali la malattia causa in genere sterilità, diminuzione della produzione di latte e aborto spontaneo. L’uomo può essere colpito in seguito a contatto con animali infetti oppure tramite l’assunzione di latte infetto o di prodotti caseari freschi non pastorizzati. per via esogena (dall’ambiente). Rappresenta la principale fonte di inquinamento. La contaminazione può avvenire per vari motivi: scarsa igiene dell’impianto e della vasca di refrigerazione del latte; scarsa igiene della mammella; scarsa igiene ambientale; malfunzionamento della vasca di refrigerazione del latte. Tra i microrganismi che più frequentemente contaminano il latte si trovano: i batteri, i più comuni dei quali sono i batteri lattici (Streptococcus, Lactobacillus), responsabili dell’acidificazione del latte, in quanto trasformano il lattosio in acido lattico (fermentazione Post-it di cultura alimentare lattica). L’acidificazione è dannosa per il latte destinato all’alimentazione diretta perché porta alla coagulazione L’inquinamento esterno, legato alle operadella caseina, ma è necessaria nella produzione del formagzioni di mungitura, raccolta e trasporto del gio e dello yogurt. Altri batteri agiscono sulle proteine e sui latte deve essere minimizzato rispettando scrupolosamente regole di pulizia e di igiene. grassi demolendoli e intervengono durante la maturazione dei formaggi, altri ancora possono provocare alterazioni come il “gonfiore tardivo”; i lieviti e le muffe, che, pur essendo abbastanza diffusi, raramente si sviluppano in abbondanza. Alcune muffe sono impiegate nella produzione dei formaggi cosiddetti “erborinati”. on line 99 MODULO 2 ALIMENTI DI ORIGINE ANIMALE Composizione chimica e valore nutritivo del latte Acqua soluzione, emulsione, sospensione una soluzione è una miscela omogenea di due o più sostanze. Le sospensioni (solidi dispersi in liquidi), le emulsioni (liquidi dispersi in liquidi) e le nebbie (dispersioni di solidi in gas) sono invece esempi di miscele eterogenee di due o più sostanze. steroli composti organici derivati dal ciclopentanoperidrofenantrene. Il più importante sterolo di origine animale è il colesterolo. L’acqua è il costituente maggioritario del latte (87-88%), nel quale rappresenta il mezzo disperdente e che mantiene in soluzione, in emulsione, o in sospensione i diversi componenti. Glucidi Il lattosio è lo zucchero più abbondante del latte (4,5-5,0%), nel quale si trova in soluzione. Il lattosio è un disaccaride, costituito da una molecola di glucosio e una di galattosio, ed è sintetizzato nelle ghiandole mammarie a partire dal glucosio presente nel sangue dell’animale. Il suo potere dolcificante è circa 1/6 di quello del saccarosio, e causa il lieve sapore dolce del latte. L’importanza del lattosio è notevole nella produzione di yogurt e di formaggi poiché può subire varie fermentazioni ad opera dei batteri lattici. Lipidi I lipidi sono presenti nel latte in una percentuale del 3,5% circa, sotto forma di piccolissime sferette di grasso che formano un’emulsione. Il peso specifico dei globuli di grasso è inferiore a quello dell’acqua, per cui nel latte a riposo essi tendono a portarsi in superficie e col tempo affiorano formando la crema o panna. I grassi più rappresentativi sono i trigliceridi (98-99%) e in minore quantità fosfolipidi (1%), monogliceridi, acidi grassi liberi, steroli (tra cui il colesterolo che rappresenta lo 0,3% del grasso totale) e vitamiPrincipali acidi grassi contenuti nel latte ne liposolubili. Acidi grassi N. atomi di Quantità Gli acidi grassi in parte sono sintetizzati nelle saturi (65%) carbonio (in %) ghiandole mammarie, in parte provengono dal Butirrico 4 4,5 sangue dell’animale. La composizione in acidi Capronico 6 2,3 grassi del latte è molto complessa ed è unica tra Caprilico 8 1,3 i prodotti alimentari: nel latte si trovano più di 60 Caprinico 10 2,8 acidi grassi diversi, tra cui acidi grassi a catena Laurico 12 3,2 corta, volatili e quindi percepibili come odori (es. Miristico 14 11 acido butirrico). Nelle molecole dei trigliceridi Palmitico 16 28,1 predominano comunque gli acidi grassi saturi 18 10 Stearico (palmitico, miristico e stearico), mentre è preArachico 20 1 sente una bassissima percentuale di acidi grassi polinsaturi. Acidi grassi N. atomi di Quantità INsaturi (35%) carbonio (in %) Tra i vari costituenti del latte, la frazione lipidica è Oleico 18 25 quella che influisce di più sul sapore e sul profumo Linoleico 18 3 del latte. Linolenico 18 1 Arachidonico 20 tracce on line 100 Il latte UNITà 2.4 Protidi Nel latte le proteine costituiscono il 3-3,6% e sono rappresentate dalla caseina e dalle proteine del siero. Le proteine del latte contengono tutti gli amminoacidi essenziali e, pertanto, sono a elevato valore biologico. La caseina è la proteina più importante del latte sia dal punto di vista quantitativo (costituisce il 78% circa delle proteine totali), sia dal punto di vista tecnologico, essendo il principale substrato per la produzione di formaggi. La caseina è una proteina fosforata; si disperde nel latte sotto forma di particelle piccolissime (micelle) che inglobano calcio e altri sali minerali. Queste micelle contribuiscono a determinare il colore bianco del latte. Le proteine del siero rappresentano il 18% circa delle proteine totali. Rispetto alla caseina contengono più amminoacidi solforati, mentre sono prive di fosforo. Durante la caseificazione non coagulano ma restano in soluzione nella frazione liquida residua (il siero). Le proteine del siero più importanti sono la lattoalbumina e la lattoglobulina. Un aspetto molto importante è dato dalla presenza nel latte di peptidi bioattivi, frammenti proteici prodotti dall’idrolisi della caseina e delle proteine del siero, che svolgono nell’organismo umano attività biologiche di varia natura (ipotensiva, antitrombotica, immunostimolante, ecc.). Sali minerali I sali del latte ammontano all’1% circa, si trovano in parte in soluzione e in parte legati alla caseina. Gli elementi presenti in maggiore quantità sono il potassio, il calcio, il fosforo, il sodio e il cloro. Manca quasi completamente il ferro. Vitamine Nel latte crudo sono presenti tutte le vitamine, ma hanno importanza significativa la vitamina A e alcune del gruppo B (B1, B2, B12 e l’acido pantotenico), mentre modeste sono le quantità di vitamina D ed è piuttosto carente la vitamina C. I trattamenti termici cui viene sottoposto il latte riducono considerevolmente il suo contenuto vitaminico. Valore nutritivo Un litro di latte fornisce mediamente 640 kcal; apporta proteine ad alto valore biologico, glucidi e lipidi in quantità equilibrata; fornisce vitamine liposolubili e idrosolubili in quantità variabile; inoltre è la più importante fonte di calcio per l’organismo. Il latte, quindi, è un alimento plastico di grande valore nutrizionale (è carente unicamente di ferro e di vitamina C), da inserire nella dieta dei bambini, degli adulti e degli anziani. Composizione chimica del latte vaccino (in %) Acqua 87,5 Lipidi 3,2÷4,5 Protidi 3,0÷3,6 Sostanze azotate non proteiche 4 Glucidi 4,5÷5,0 Sali minerali e acidi organici 1 Vitamine e gas Tracce on line 101 MODULO 2 ALIMENTI DI ORIGINE ANIMALE Il ciclo produttivo del latte Post-it di cultura alimentare ve tendenze uo I moderni sistemi di confezionamento asettico garantiscono l’assenza di contaminanti “a valle” delle operazioni di risanamento del latte. La filiera del latte inizia in allevamento, dove gli animali sono alimentati e controllati al fine di ottenere una buona produzione. Tutti gli allevamenti da cui proviene il latte destinato all’alimentazione umana devono essere registrati dall’autorità competente: tale operazione viene effettuata per garantire che gli allevamenti siano dotati di idonei requisiti strutturali e igienico-sanitari e per assicurare la rintracciabilità (DM 24/2003) del prodotto lungo tutta la filiera produttiva. Il latte proveniente direttamente dalla mungitura e non sottoposto ad alcun trattamento termico è definito latte crudo. La vendita del latte crudo direttamente al consumatore è consentita soltanto nel rispetto di severi requisiti igienici da parte della stessa azienda agricola. Tranne le piccole quantità di latte crudo venduto direttamente al consumatore, la maggior parte del latte viene trasportata allo stabilimento autorizzato (Centrale del latte o azienda privata) dove subisce diversi trattamenti prima di essere commercializzato. Va ricordato che il rispetto della catena del freddo previene il rischio di contaminazioni secondarie nel latte. ie r d i fi l a Culture e tradizioni n La vendita diretta di latte crudo è un fenomeno in espansione. Il latte munto alla stalla viene filtrato e refrigerato (temperatura tra 0 e 4 °C) e poi distribuito tramite dei dispenser, distributori automatici a self-service: si inserisce la moneta e il beccuccio eroga il latte. Il latte crudo ha una “filiera produttiva corta”, poiché non passa dalla centrale per i trattamenti di risanamento. A tutela della salute dei consumatori va ricordato che il latte crudo è un prodotto da consumarsi solo dopo bollitura. muNgiturA (37 °c) LAttE crudo rEFrigErAZioNE ALLA stALLA (4 °c) ANALisi cHimicA rAccoLtA E trAsPorto (4 °c) cENtrALE dEL LAttE ANALisi cHimicA E bAttErioLogicA dEPurAZioNE E stAbiLiZZAZioNE dEL LAttE PAstoriZZAZioNE (Htst) (72-80 °c) stEriLiZZAZioNE (uHt) (140-150 °c) LAttE risANAto coNFEZioNAmENto stoccAggio distribuZioNE Schema del ciclo produttivo del latte HTST e UHT. on line 102 Il latte UNITà 2.4 Trattamenti del latte presso il produttore Il latte esce dalle mammelle alla temperatura di circa 37 °C e quindi deve essere raffreddato il più rapidamente possibile per evitare lo sviluppo dei microrganismi. Il latte viene perciò filtrato e refrigerato a circa 4 °C, poi va mantenuto in costante agitazione per evitare che la crema affiori. È fondamentale che durante le fasi di mungitura, raccolta e stoccaggio le condizioni igienico-sanitarie degli animali, degli impianti e del personale siano ottimali. Infatti, i trattamenti termici cui viene sottoposto il latte nelle Centrali, pur distruggendo i batteri, non eliminano né i corpi batterici, né le eventuali tossine termostabili prodotte durante lo stoccaggio. Dopo il raffreddamento, il latte viene stoccato e poi trasportato in apposite cisterne refrigerate (autobotti), fino alla Centrale del latte. Trattamenti del latte presso le Centrali Presso le Centrali, il latte, appena pervenuto, subisce rigorosi controlli chimico-fisici, biologici e batteriologici, al fine di valutarne la qualità prima di immetterlo nel ciclo di lavorazione. Successivamente il latte viene sottoposto a: depurazione. Il latte è filtrato o centrifugato per eliminare completamente le impurità eventualmente presenti in sospensione; degasatura o deodorazione. Questa operazione è effettuata sottovuoto e consiste nell’allontanare l’aria, l’anidride carbonica e altre sostanze volatili che possono conferire odori sgradevoli al latte; standardizzazione del grasso. Serve a regolare la percentuale di lipidi secondo le tipologie previste dalla legge; omogeneizzazione. Consiste nel far passare il latte sotto forte pressione attraverso piccolissimi orifizi, in modo da ridurre notevolmente le dimensioni dei globuli di grasso ed evitare l’affioramento. Il latte omogeneizzato ha un sapore più gustoso e gradevole di quello normale ed è più facilmente digeribile; risanamento; raffreddamento. Il latte già risanato viene portato a una temperatura di 2-3 °C; confezionamento. Avviene in modo diverso a seconda del materiale utilizzato (generalmente PET o contenitori multistrato); stoccaggio e distribuzione. Post-it di cultura alimentare Principali illeciti sul latte - annacquamento con o senza salagione e scrematura; - ricostituzione di latte in polvere; - latte inacidito neutralizzato con l’aggiunta di alcali (es. bicarbonato di sodio); - presenza di colostro o di latte mastitico; - aggiunta di acqua ossigenata per ridurre una carica batterica elevata; - vendita di latte fresco privo dell’indicazione in etichetta della zona di mungitura. on line • Il latte appena munto deve essere filtrato e ..................... a una temperatura di circa ... °C, per evitare lo sviluppo dei ............................. . • Per garantire la salubrità del latte è fondamentale anche che le condizioni igienico-sanitarie degli .............., degli ................. e del .................... siano ottimali. • Presso le Centrali, il latte è sottoposto a rigorosi controlli ........................... , .................. e ............................ 103 MODULO 2 ALIMENTI DI ORIGINE ANIMALE I trattamenti di risanamento Il latte risanato è quello venduto in confezione e che ha subìto almeno un trattamento termico, seguito da rapido raffreddamento. Il risanamento del latte ha come finalità quella di distruggere la totalità dei microrganismi patogeni e la maggior parte di quelli banali. I trattamenti di risanamento più comuni sono la pastorizzazione, la sterilizzazione e la microfiltrazione. La pastorizzazione consiste nel riscaldare il latte a temperature inferiori al punto di ebollizione, per il tempo necessario a distruggere i batteri patogeni per l’uomo. Con questo trattamento si riduce la carica batterica totale, ma non sono distrutti i virus e le spore. Al trattamento termico deve seguire il raffreddamento immediato del latte e la sua conservazione alla temperatura di circa 4 °C fino al suo consumo. La pastorizzazione può essere eseguita con modalità differenti che prevedono diverse combinazioni temperatura/tempo e diversi standard operativi. La tipologia più diffusa è nota come pastorizzazione alta o sistema HTST (High Temperature Short Time) e consiste nel sottoporre il latte a una temperatura di 72-80 °C per 15-20 secondi. La sterilizzazione è un sistema di risanamento mediante il quale il latte è riscaldato a temperature superiori a 100 °C per un intervallo temporale sufficiente a uccidere tutti i microrganismi, comprese le forme sporiche. Il latte sterilizzato si conserva per diversi mesi a temperatura ambiente. Si possono distinguere diversi tipi di sterilizzazione secondo le combinazioni tempo-temperatura: sterilizzazione classica, sistema ormai in disuso, che consiste nel portare il latte omogeneizzato e imbottigliato a temperature di circa 120 °C per 15-20 minuti. Il latte sterilizzato si conserva a temperatura ambiente per circa 6 mesi; UHT (Ultra High Temperature), tecnica di sterilizzazione che consiste nel portare il latte a temperature elevate (140-150 °C) per 2-4 secondi. Post-it di cultura alimentare Il latte risanato non deve essere sottoposto a bollitura. Subito dopo il latte è raffreddato e confezionato, in condizioni asettiche, in contenitori di cartone rivestiti di alluminio e polietilene (i tetra-brik). Il latte UHT si conserva per 3 mesi a temperatura ambiente e presenta il vantaggio di subire perdite nutritive e organolettiche inferiori rispetto al latte sterilizzato in bottiglia. La microfiltrazione è una tecnica di risanamento che consiste nel far passare il latte, preventivamente scremato, attraverso particolari fori microscopici capaci di trattenere i batteri. Una volta filtrato, il latte scremato è ricombinato con la parte grassa (previamente trattata termicamente) e, infine, sottoposto a una blanda pastorizzazione, e poi a raffreddamento. Il latte microfiltrato presenta caratteristiche sensoriali simili al latte pastorizzato, ma ha una maggiore durata. on line 104 Il latte UNITà 2.4 Effetti dei trattamenti termici sul latte Le modificazioni che il latte e i suoi componenti subiscono per effetto del calore (danno termico) sono tanto più profonde quanto maggiore è la durata e quanto più alta è la temperatura. Con la pastorizzazione le perdite nutritive e i cambiamenti organolettici sono piuttosto contenuti; per contro, con la sterilizzazione classica le modificazioni sono drastiche e notevoli sono le riduzioni del patrimonio vitaminico. Le modificazioni riguardano: il lattosio, che a temperature superiori ai 100 °C in parte reagisce con i gruppi amminici degli amminoacidi (reazione di Maillard), originando i composti di colore scuro che sono i responsabili dell’ingiallimento del latte sottoposto ad alte temperature. La reazione di Maillard comporta anche una significativa perdita della qualità nutrizionale delle proteine; le proteine, che in parte si denaturano e diventano meno solubili. Se la temperatura o il tempo sono eccessivi, si può originare solfuro di idrogeno, che conferisce al latte un certo odore di cotto; i sali minerali, che passano in parte dallo stato solubile allo stato colloi- dale. La diminuzione di ioni calcio influisce sulla caseificazione: di fatto, il latte sterilizzato non coagula; le vitamine. Quelle liposolubili non subiscono grosse perdite (tranne la vitamina A), mentre le vitamine idrosolubili sono particolarmente sensibili alla temperatura (soprattutto alla sterilizzazione). Indicatori del danno termico nei latti alimentari È possibile quantificare il danno termico nel latte mediante alcune analisi di laboratorio. Le più rappresentative consistono nella ricerca di due enzimi presenti naturalmente nel latte: la fosfatasi alcalina, enzima che è inattivato a temperature di pastorizzazione; la sua assenza è indice di un adeguato trattamento di risanamento; la perossidasi o lattoperossidasi, enzima piuttosto stabile al calore: per la sua inattivazione è necessario superare gli 80 °C per 30 secondi, condizioni più drastiche di quelle necessarie per un normale trattamento di pastorizzazione. La sua presenza nel latte pastorizzato è indice di scarsa contaminazione microbica del latte di partenza e della buona qualità di quello finale. on line 105 MODULO 2 ALIMENTI DI ORIGINE ANIMALE Tipi di latte in commercio Il latte è presente sul mercato in tantissime varietà, ognuna con caratteristiche diverse finalizzate a soddisfare le diverse esigenze dei consumatori. In base al trattamento termico si distinguono: il latte fresco pastorizzato. Il latte arriva crudo alla Centrale, dove è sottoposto a pastorizzazione HTST entro 48 ore dalla mungitura. Si conserva in frigorifero e va consumato entro i 6 giorni successivi al confezionamento; il latte fresco pastorizzato di alta qualità, proveniente da allevamenti nazionali selezionati, è caratterizzato da elevate caratteristiche igieniche e nutrizionali. Si conserva in frigorifero e va consumato entro i 6 giorni successivi al confezionamento; il latte pastorizzato a temperatura elevata. È un latte che può essere pastorizzato più volte o subire un solo trattamento termico più energi- LATTE FRESCO PASTORIZZATO PARZIALMENTE SCREMATO il latte microfiltrato pastorizzato, latte sotto- posto a un trattamento meccanico e a uno termico. Si conserva in frigorifero per 10 giorni dopo il confezionamento; il latte a lunga conservazione. Appartengono a questa tipologia sia il “latte sterilizzato”, che si conserva per 180 giorni a temperatura ambiente, sia il “latte UHT”, che può essere conservato a temperatura ambiente per 90 giorni. denominazione di vendita modalità di conservazione Conservare in frigo da +1° a +6 °C VALORI NUTRIZIONALI MEDI PER 100 ml DI PRODOTTO Valore energetico 47 kcal/197 kJ Proteine 3,2 g Carboidrati 4,9 g Grassi 1,6 g Calcio 120 mg* co anche dopo le 48 ore dalla mungitura. Questo garantisce una durata superiore rispetto a quella del latte fresco (di solito 8-15 giorni), ma ha caratteristiche sensoriali inferiori; IT XXX XX Confezionato il: 27 marzo 2011 bollo sanitario 8 0 0 0 4 56 PET Prodotto e confezionato da: LATTERIA 10 Cons. Lullo yhg Sede e stabilimento Macugnaga Via Bellezza, 2 Da bere senza far bollire latte intero. Ha un tenore di materia grassa non inferiore al 3,5%; latte parzialmente scremato. data di confezionamento Ha un contenuto di materia grassa compreso tra 1,5% e 1,8%; zona di origine del latte latte scremato o magro. Ha *(15% R.D.A.: razione giornaliera raccomandata) Provenienza del latte: Lucca In base al contenuto in materia grassa il latte si distingue in: ragione sociale e sede dello stabilimento istruzioni per l’uso Da consumarsi entro la data impressa sulla bottiglia data di scadenza 1000 ml e quantità netta un contenuto in grassi massimo dello 0,3%. Il latte fresco pastorizzato di alta qualità può essere commercializzato solo intero, mentre gli altri tipi di latte possono essere commercializzati come latte intero, parzialmente scremato e magro. Etichetta del latte. on line 106 Il latte UNITà 2.4 Latti a ridotto tenore di acqua Il latte può essere sottoposto ai processi di concentrazione o di essiccamento per ottenere prodotti con una conservazione di lunga durata. Questi presentano il vantaggio di avere anche un ridotto volume, per cui le spese di trasporto e di immagazzinamento sono minori rispetto a quelle del latte normale. Si distinguono: latte concentrato o parzialmente disidratato. È un prodotto liquido, con o senza aggiunta di zuccheri, che si ottiene mediante parziale eliminazione dell’acqua dal latte; latte in polvere o totalmente disidratato. È un prodotto solido il cui tenore in acqua è uguale o inferiore al 5% in peso del prodotto finito. Il latte in polvere è impiegato soprattutto nei prodotti destinati alla prima infanzia, sia come base per le farine lattee che per l’ottenimento dei latti formulati. intolleranza al lattosio incapacità presente in alcuni individui di digerire il lattosio. Ciò è dovuto a una carenza dell'enzima deputato alla sua idrolisi, la lattasi, che scinde il lattosio in glucosio e galattosio. Quando il lattosio non è idrolizzato viene trasportato nell'intestino crasso dove è fermentato dalla flora batterica con conseguenti sintomi quali flatulenza, meteorismo, crampi e diarrea. Circa il 70% della popolazione mondiale adulta non produce lattasi a sufficienza e presenta quindi un certo grado di intolleranza al lattosio. Latti speciali Il latte può essere anche modificato, attraverso l’aggiunta o la sottrazione di determinate sostanze, per adeguarlo a particolari esigenze dietetiche. Si ottengono così i seguenti tipi di latti speciali: latte delattosato o accadì (HD: High Digeribility). Si ottiene mediante l’azione idrolitica dell’enzima lattasi, che scinde il lattosio nei suoi due componenti, ossia glucosio e galattosio. A causa della liberazione di glucosio presenta un sapore più dolce rispetto al latte comune. Questo latte è adatto ai soggetti che soffrono di intolleranza al lattosio; Post-it di cultura alimentare Una volta aperta la confezione, il latte – indipendentemente se fresco, a lunga conservazione, UHT o sterilizzato – deve essere conservato in ambiente refrigerato e consumato entro 3-4 giorni. latte arricchito. È un latte cui vengono addizionate una o più sostanze, come vitamina D, vitamina E, calcio, ferro, acidi grassi della serie omega 3, ecc.; latte con probiotici. Si ottiene per aggiunta diretta al latte di alcune specie di microrganismi (lattobacilli acidofili, bifidobatteri, ecc.), che stimolano i meccanismi di difesa immunitaria, migliorano la funzionalità intestinale e influenzano beneficamente la salute dell’uomo; latte con prebiotici. Si ottiene addizionando al latte sostanze indigeribili e fermentabili (oligosaccaridi) benefiche sulla flora batterica intestinale; latte aromatizzato. È prodotto aggiungendo al latte ingredienti quali cacao, succo di fragola, vaniglia, ecc. on line 107 MODULO 2 ALIMENTI DI ORIGINE ANIMALE storia Latti fermentati I latti fermentati possono essere considerati fra i più antichi alimenti dell’uomo e certamente tra i primi derivati del latte. Culture e tradizioni In certe condizioni il latte acidifica e coagula trasformandosi in latte fermentato e come tale va incontro più lentamente ai processi putrefattivi. I latti fermentati, oggigiorno, sono i prodotti ottenuti dal latte cui vengono aggiunti ceppi batterici selezionati (i cosiddetti fermenti lattici). Tali batteri, attraverso la loro attività metabolica, provocano profonde modificazioni nella composizione chimica e nei caratteri organolettici del latte di origine. I latti fermentati si possono raggruppare in: Le origini dei latti fermentati sono assai antiche e incerte. La scoperta, probabilmente, fu casuale, dimenticando del latte in un otre di pelle vicino a qualche fonte di calore. Data l’etimologia del nome yogurt (dal turco “yoğurmak”), si ritiene che siano state antiche tribù di pastori provenienti dall’est Europa a diffondere questo prodotto nell’area mediterranea. latti acidi, se la fermentazione è quella lattica, ad es. yogurt, leben, gioddu, ecc.; PrEPArAZioNE dEL LAttE (FiLtrAZioNE E stANdArdiZZAZioNE) latti acido-alcolici, caratterizzati da fermentazione lattica e alcolica contemporaneamente, ad es. kefir, koumiss, ecc. omogENEiZZAZioNE PAstoriZZAZioNE (90-95 °c PEr 5-20 sEc.) coNcENtrAZioNE iNocuLAZioNE dEi bAttEri sELEZioNAti (stArtEr) EVENtuALE miscELAZioNE coN FruttA FErmENtAZioNE (40-45 °c PEr 8-10 orE) coNFEZioNAmENto iN VAsEtto rAFFrEddAmENto E rotturA dEL coAguLo (20-30 °c) FErmENtAZioNE (40-45 °c PEr 8-10 orE) EVENtuALE miscELAZioNE coN FruttA rAFFrEddAmENto omogENEiZZAZioNE stoccAggio (4 °c PEr 24-48 orE) coNFEZioNAmENto iN VAsEtto Latti fermentati NomE LAttE Acidophilus milk Vacca gioddu capra, pecora, (o maciurato) vacca Kefir capra Koumiss giumenta Koss Pecora, vacca Leben bufala, capra, vacca mazum bufala, capra e pecora Yogurt bufala, capra, pecora, vacca Yogurt A coAguLo iNtEro (o Yogurt comPAtto) stoccAggio (4 °c PEr 24-48 orE) Schema del ciclo produttivo dello yogurt. Yogurt omogENEo (o Yogurt crEmoso) on line 108 Il latte UNITà 2.4 Lo yogurt Lo yogurt è originario dei Balcani e del Medio Oriente. In questo prodotto la fermentazione del latte è provocata da due specie batteriche in associazione, il Lactobacillus bulgaricus e lo Streptococcus thermophilus (nel rapporto 1/1 o 1/2). Questi batteri impiegano come substrato il lattosio, che trasformano in acido lattico e, in minore quantità, in molte altre sostanze responsabili dell’aroma del prodotto finale. C12H22O11 + H2O lattosio batteri lattici 4 C3H6O3 + altre sostanze acido lattico Post-it di cultura alimentare Lo yogurt deve avere un aspetto liscio, cremoso, omogeneo, senza separazione del siero, inoltre odore leggero, gradevole e sapore caratteristico. Parallelamente, i batteri consentono la coagulazione della caseina in piccoli fiocchi, fenomeno che conferisce al prodotto un aspetto denso e cremoso. Oltre alle due specie batteriche fondamentali si aggiungono frequentemente altri batteri acidificanti quali L. acidofilus, L. bifidus e Pediococcus, che influiscono sulle caratteristiche sensoriali dello yogurt. Nel prodotto finito, i microrganismi devono essere presenti in grande quantità (almeno 2 milioni di batteri per grammo), vivi e vitali. Questa è una condizione necessaria perché i batteri lattici possano superare la barriera gastrica e svolgere il loro effetto benefico nell’organismo. Il consumo del prodotto deve avvenire non oltre i 40 giorni: infatti, dopo tale periodo, il numero di batteri lattici inizia a diminuire velocemente. Post-it di cultura Valore nutritivo dello yogurt Lo yogurt rispecchia la composizione chimica del latte di origine, tuttavia la percentuale di lattosio è inferiore perché è stato trasformato in acido lattico; la percentuale degli altri componenti, al contrario, risulta aumentata a causa della concentrazione. Per effetto dei batteri lattici vivi, e per le sostanze da essi prodotte, lo yogurt presenta alcune caratteristiche peculiari: regola il pH del succo gastrico; alimentare Lo yogurt in cucina è un ingrediente prezioso e versatile che aiuta a ravvivare il gusto di molte preparazioni, ed è un eccellente sostituto della panna e dell’olio per la preparazione di salse. favorisce l’assorbimento del calcio e del fosforo; migliora la digeribilità della caseina e l’assorbimento degli amminoacidi nell’intestino; esercita un’azione ipocolesterolemizzante; regola le funzioni intestinali; migliora la risposta immunitaria. Lo yogurt è un alimento altamente digeribile, adatto a tutte le età e particolarmente indicato per le persone con disturbi gastrointestinali. Inoltre, rappresenta il sostituto ideale del latte per i soggetti che non tollerano il lattosio. on line 109