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LA QUESTIONE DEL BICCHIERE GIUSTO Vale davvero la pena di

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LA QUESTIONE DEL BICCHIERE GIUSTO Vale davvero la pena di
LA QUESTIONE DEL BICCHIERE GIUSTO
(Articolo comparso sul settimanale tedesco “Stern” del 10.12.2009)
Vale davvero la pena di comprare bicchieri da vino costosi?
E questi devono essere necessariamente soffiati a bocca?
Due giurie separate di esperti e appassionati hanno testato
“le stelle” del mercato dei bicchieri dai 5 ai 55 euro.
Il risultato è stato sorprendentemente rivelatore.
Di Christian Wenger, Bert Gamerschlag
Tin! Georg Riedel sa perfettamente come trattare gli ospiti. Egli ammicca, fissa la persona dritto
negli occhi e, scoprendo appena i denti, sorride e brinda: “Tin! Alla salute! Tin!”
Cambiamo ambiente: siamo in cucina… Uno scricchiolio – secco, duro. Proprio lo scricchiolio è il
rumore che si teme. Un altro bicchiere “condannato a morte”. Asciugandolo, lo stelo si è spezzato.
Quando ciò accade si dà sempre colpa a se stessi, non si faceva sufficiente attenzione. O forse è
colpa del bicchiere, troppo sottile e fragile? In definitiva, vale la pena di spendere tutto quel denaro
per dei bicchieri? E non è presuntuoso pensare che il gusto del vino risulti migliore in un calice
costoso?
Georg Riedel produce bicchieri che sono tra i migliori in commercio. Ha lavorato e lavora
riscuotendo un grande successo, e il suo operato ha avuto un’influenza tale sul mercato che oggi
chiunque sa o per lo meno ha sentito dire che il vino degustato in bicchieri costosi sia migliore di
quello che si beve in comuni bicchieri, diciamo del tipo IKEA. Riedel conosce perfettamente la
paura che i clienti hanno sia dello scricchiolio del bicchiere, sia di essere ingannati dalla
convinzione che “costoso è meglio”. Cosciente di ciò, egli mette tutto alla prova.
Innanzitutto mostra volentieri l’indistruttibilità dei suoi bicchieri e versa Pinot Nero in enormi e
panciuti palloni dallo stelo lungo, che per la loro silhouette ricordano Bigitte Nielsen. Di rado si
innalzano simili calicioni per brindare, invece lui lo fa e fa perfino sbattere i bicchieri. Il tintinnio? È
un termine riduttivo per queste grandi campane da Pinot Nero, perchè è più simile al suono di un
gong. Tale rumore è così forte che rieccheggia. E i bicchieri? Sono incredibilmente “salvi”, intatti,
interi! Ok, tutto ciò rimane impresso nella memoria.
Ora, aroma e gusto… Riedel versa dello champagne in un bicchiere alto e slanciato; il vino
rimanente nella bottiglia – Brigitte Nielsen è sempre presente - viene versato negli enormi palloni
vuoti. “ Per favore, metteteli a confronto!. Mmmh, profumano come se fossero due vini diversi”. “
Un momento” - dice l’ospite - “devono essere rimaste delle tracce del Pinot Nero degustato prima”.
”Aspetti, S.!” Riedel versa il contenuto del bicchiere da champagne in un pallone per il Pinot Nero.
Lo gira nel bicchiere e ne riversa la metà nel calice da champagne. Ennesimo confronto: ancora
profumano e hanno il gusto di due vini diversi, solo che provengono dalla stessa bottiglia! Infatti, lo
champagne contenuto nel bicchiere per il “Burgunder” ha un gusto migliore. “ Ciò implica la morte
del bicchiere da champagne?” Riedel risponde.” Si!”
Nonostante l’impressionante rivelazione, Stern voleva chiarire la questione e verificare di persona.
Ha quindi invitato dieci tra i più grandi produttori di bicchieri al mondo per una degustazione cieca,
chiedendo il loro parere scritto sul miglior bicchiere per il Riesling, il Burgunder pregiato di
vendemmie tardive e per il Bordeaux. (…) Ore ed ore passate a degustare e valutare. Adesso,
però, possiamo dare una risposta certa alla seguente domanda: se bicchieri sottili di tale tipo
possono essere solidi e avere un così notevole influsso sul gusto, allora vale proprio la pena
comperarli. Ma quali? Sono tutti uguali i bicchieri di questo tipo? Quelli soffiati sono migliori di quelli
prodotti a macchina? Ma soprattutto, la differenza può essere colta anche dal profano? Si parla
infatti di molti soldi spesi per un bicchiere – che può arrivare a costare anche 55 euro.
Tutti i produttori di bicchieri invitati hanno partecipato. Hanno formato una giuria di esperti e
mandato i propri responsabili a loro spese; alcuni provenivano da Stoccolma (Orefors), altri da
Vienna (Lobmeyr Zalto), altri ancora da Monaco (Riedel Zwiesel). Presenti all’evento anche dieci
esperti sommeliers. Sono stati inoltre invitati 20 lettori del Stern, che hanno formato la giuria degli
appassionati. Le varie giurie degustavano i vini separatamente, controllati da un giudice amante
del vino, il quale si è preso per l’occasione un giorno di ferie.
Per evitare che la forma del bicchiere influenzasse i giurati e fare in modo che fossero
esclusivamente la bocca ed il naso a valutare il gusto del vino, i quaranta giurati avevano gli occhi
bendati. Inoltre, per rendere maggiormente difficoltoso il riconoscimento del bicchiere dal loro
stelo, sono stati dati loro dei guanti.
Ad ogni turno i giurati avevano davanti a loro dieci bicchieri, tutti riempiti con lo stesso vino. Per
quanto riguardava i vini bianchi era stato preparato il Riesling Spätlese trocken Geheimrat 2005 di
Weingüter Geheimrat J. Wegeler. Per la categoria rossi leggeri e profumati, un Pinot Nero
Blauschiefer 2007 di Meyer-Näkel, e come rosso corposo un Chateau de Pez, Cru Bourgeois Saint
Estèphe del 1997.
La giuria ha valutato quale bicchiere valorizzasse al meglio la qualità e la tipicità del vino, sia al
naso, che al palato, che sulla lingua. Inoltre, ha giudicato quale bicchiere si impugnasse meglio,
quale fosse il più bilanciato e quale desse il miglior contatto con le labbra.
Affinchè i giurati potessero afferrare gli steli dei bicchieri senza incorrere in incresciosi
inconvenienti, i bicchieri sono stati fissati attraverso una fessura su vassoi di cartone. Per ogni
qualità di vino, ogni giurato poteva assegnare al massimo 12 punti: 5 al primo classificato, 3 al
secondo e 2 al terzo. Per l’equilibrio, la maneggevolezza e per la sensazione alla bocca, sono stati
messi a disposizione altri 2 punti.
Primo risultato: versato in vari bicchieri, lo stesso vino è risultato effettivamente diverso. Il
bicchiere ha determinato in modo rilevante l’apprezzamento del vino, e anche per i profani è stato
semplice cogliere le differenze tra i bicchieri.
È stato confermato quanto segue: un buon vino bevuto in un bicchiere tozzo e massiccio o perfino
in un bicchiere di plastica perdeva punti nel gusto. Al contrario, un vino “Dornfelder” da 1,99 euro a
bottiglia gustato in un bicchiere soffiato a bocca non è migliorato, anzi: sono emersi tutti i difetti e
gli errori della produzione di massa.
Secondo risultato: non esiste una tipologia standard di bicchiere adatto ad ogni vino. Ci sono
tuttavia bicchieri che sono adatti a più qualità e tipi di vino e che hanno un piccolo comune
determinatore: sono bicchieri che hanno un volume medio ed una forma a tulipano alta e slanciata,
con un’apertura (camino) relativamente piccola.
Il bicchiere ideale dovrebbe presentarsi così:
- nessun colore e nessun disegno e/o ornamento
- alto volume di risciacquo
- peso esiguo
- equilibrio armonioso
- stelo lungo
- vetro sottile
- nessun bordo arrotondato
Terzo risultato: il vino risulta migliore se degustato in bicchieri soffiati a bocca e non prodotti a
macchina. Secondo il giudizio della giuria di esperti tali bicchieri si adattano bene alla mano, sono
più piacevoli al contatto con le labbra e lasciano esprimere al meglio l’eleganza del vino.
Gli esperti hanno quindi premiato Zalto, che si è classificata al primo posto in tutte e tre le
categorie. Seguono Zwiesel, Lobmeyr, Orrefors, tutte aziende che producono bicchieri soffiati a
bocca. A sorpresa, il terzo posto per il bicchiere da Bordeaux è stato assegnato al calice di Stölzle,
prodotto a macchina e venduto a € 5,55.
Non ogni varietà di vino necessita di un proprio bicchiere, ma ogni tipo di vino (bianco, Pinot Nero,
Bordeaux) ha il proprio bicchiere. Vale sicuramente la pena di investire in calici, tanto più se le
differenze nei costi sono considerevoli anche tra i bicchieri soffiati a bocca.
Dopo la prova, i produttori di bicchieri sono tornati a casa pensierosi. Anche loro hanno appreso i
risultati solo adesso, esattamente come Voi lettori. Un fatto era sicuramente chiaro e indiscutibile,
subito dopo la prova, al leader del settore Georg Riedel:” La concorrenza è diventata forte, molto
forte”.
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