JIM BRUZZESE Lavorate di fantasia, costruite il mostro più orribile
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JIM BRUZZESE Lavorate di fantasia, costruite il mostro più orribile
JIM BRUZZESE Lavorate di fantasia, costruite il mostro più orribile che riuscite. Attribuitegli ogni genere di nefandezza, rivestitelo degli abiti peggiori e spruzzategli addosso la puzza più insopportabile che avete mai sentito. Moltiplicate tutto per cento. Quella è la mafia. Fatto questo e tenendolo come dogma intangibile, passate ad altro. Guardate a una regione senza strade, priva di ferrovie, devastata dagli abusi edilizi, orfana di sanità, di giustizia, di lavoro, col mare ridotto a latrina. PASQUINO CRUPI Ora che tutte le carte sono state scoperte, si può, a ragion veduta, dire che, nonostante tutto, c’è qualcosa di nuovo nella Locride. E, per paradossale che possa apparire, la novità è tutta dovuta al PD, sempre stretto tra continuità e rinnovamento. Questo partito, che aveva deciso di vivere elettoralmente tra i cipressi, ha dato segno d’una inversione di marcia, forse d’una svolta. DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 02 Parlando di... ESCLUSIVO A destra: il marescialo dell’Arma Donato Giordano, ritrovato completamente carbonizzato sull’altopiano della Limina il 17 Luglio 1991. Qui a sinistra: Peppe Costa, ex boss della ’ndragheta, è oggi ritenuto uno dei più autorevoli collaboratori di Giustizia nella lotta contro il crimine reggino Peppe Costa torna a Siderno spulso da Siderno dalla ’ndrangheta, riammesso a Siderno dalla magistratura. Giuseppe Costa è tornato, ha poggiato i piedi per terra, ha preso un caffé e, blindato, ha girato attorno e lungo la città che gli inquirenti ritengono il baricentro criminale del mandamento Ionico. E anche di più. The Capital. Sono zeppe di omissis le pagine in cui Peppe Costa ricostruisce la guerra di Siderno, la storia. E la storia è: 17 Luglio 1991, di mattina. Gli uomini della compagnia dei carabinieri di Roccella, agli ordini del capitano Bonfiglio, rinvennero sull’altopiano della Limina la carcassa carbonizzata di una Lancia Thema. All’interno dell’abitacolo – scriveva il giornalista della Gazzetta Gianni Lupis – erano riconoscibili appena le sagome di due cadaveri “completamente carbonizzati”. Uno dei due venne identificato come l’ex carabiniere collocato in congedo (stranamente ndr) 40 giorni prima, esattamente il 20 giugno del 1991. Stiamo parlando del maresciallo dell’Arma Donato Giordano. Oggi la seconda vita di Peppe Costa inizia da dove si era interrotta. Chi ha dato uno sguardo alle dichiarazioni del ex boss giura E che don Peppe ha puntato il dito sul carabiniere pugliese descrivendo nei dettagli il ruolo del killer di Bari. Punteggiando tutto e evidenziando alcune parti delle 1.500 pagine di dichiarazioni già depositate, con protocollo speciale, presso la cancelleria della corte d’Appello di Reggio Calabria. La guerra contro i padri della ’ndrangheta vincente, in tutti questi anni di reclusione, è stato il suo chiodo fisso. Annientare per sempre il nemico, ma questa volta collaborando con la legge. Il tempo è venuto. Si dice anche che le informazioni del collaboratore di Giustizia, definito dal quotidiano “Calabria Ora”, per la sua autorevolezza, il Buscetta calabrese, sconfinerebbero oltre il Torbido e il Novito, e riguarderebbero molti assetti mafiosi da Soverato a Melito Portosalvo. Peppe Costa, da boss a falange forte della legge, sta tracciando la mappa della ‘ndrangheta. Questo è certo. C’è anche chi sostiene che la mappa sarà vecchia e che le due operazioni di polizia “Recupero” e “Bene Comune” presentano molte faglie, e di conseguenza serviva rafforzare i pilastri. Ma, per adesso, queste sono analisi da bar del Crimine. Le strade di sangue del maresciallo Donato Giordano DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 03 Parlando di... LA SETTIMANA DA 51 ANNI CONDUCE UNO SHOW VERACE DA THUNDER BAY RECLAME Mario Caccamo, la voce degli italiani oltreoceano L’Aspromonte di Franco Neri a Striscia la Notizia “Carosello Italiano” un filo diretto, verace, tra il bel paese e il Canada di Thunder Bay. Conduce Mario Caccamo. Ogni domenica, da 51 anni, questo sidernese manda note che accarezzano cuori “paesani”, the original. Lui è un monumento. La numerosissima Associazione dei sidernesi a Thunder Bay presieduta da Francesco Pedullà , la CIBPA e l'Istituto degli studi italiani della artedì 29 gennaio a Striscia la Notizia ha ospitato anche un pezzo di Calabria e della Locride. Nello spazio dedicato alle reclame cinematografiche e teatrali è stato presentato il film Aspromonte di Hedy Krissane. A parlare delle riprese, avvenute tra le montagne aspromontane, e della trama è stato il protagonista, Franco Neri. M Lakehead University l'hanno voluto onorare. Hanno premiato il suo impegno di qua- lità, la sana evasione che ha allietato gli italiani anche nei momenti di difficoltà. Ma hanno voluto soprattutto premiare l'uomo semplice, l'altruista, colui che non molla e che vuole ancora contaminare tutti, non solo gli italiani, con i valori sani della terra d'origine. Un grazie anche da parte de “la Riviera” a questo professionista, per la fiducia che in mezzo secolo ha trasmesso alla nostra gente. Spesso etichettata pregiudizialmente, anche oltreoceano. Tank you Mario. Don Mico Oppedisano, il capo dei capi, che si procurava da vivere, sedendo sul trono d'una sgangherata ape da cui vendeva cipolle, patate, melanzane sulle strade di Polistena, lascia il 41bis per gravi motivi di salute. Un torturato in meno. Ma noi vorremmo che il 41bis, disdegnato dall'Europa all'America, venisse abolito per tutti, lasciandosi dietro solo la fosca gloria della sua assunzione a vanto della gloriosa carriera di Pietro Grasso, già eletto senatore del Pd. IL RICONOSCIMENTO Promossa. Milena Commisso va a Rosarno ilena Commisso, che ha profuso intelligenza, energie, buone maniere, alta civiltà dea cortesia nel lavoro di banca, qui a Siderno, è stata promossa. Va a Rosarno per ricoprire un incarico importante all'interno della BNL. Noi de “la Riviera” ne siamo oltremodo felici, ma si tratta di una felicità ombrata dal dover prendere congedo da persona eccezionale, che con la sua intelligenza operativa, flautata da umana bontà, ha spianato rughe ai clienti delle sacrestie del denaro, come l'indimenticabile Titta Foti chiamava le banche. E cogliamo l'occasione per mandare un saluto di gratitudine all'ex direttore Pino Serra, oggi impegnato a Napoli come responsabile del credito agrario in Calabria. M Scopelliticon Lele Mora per la pancia dei reggini a dolce vita. I reggini volevano la movida e il suo PR li accontentava. Nessuno scandalo, a quei tempi chi voleva ballare poteva chiedere solo a Lele Mora, il signore della notte (nella foto col governatore Scopelliti). E Reggio ha fatto come tanti L DOMENICA altri, come tante altri consapevoli di non poter essere né Portofino né Saint Tropez. Scopelliti ha sempre parlato alla pancia dei reggini e mai alla testa, creando di conseguenza determinati comportamenti. Ma non è una colpa, solo un modo di stare al mondo. 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 04 la Riviera CARTOLINE MERIDIONALI Antonio Calabrò Le notizie più lette della settimana su larivieraonline.com Tramonto sullo Jonio Osservare quella biglia infuocata che si tuffa dietro il mare, stendi la mano e ti sembra di toccarla ma non puoi, e allora i colori come impazziti si mettono a giocare, e su questa tela di cielo calabrese rinascono i battiti del cuore. Il Grande Pittore ci regala istanti di grandezza, quasi a voler compensare il resto, e lo Jonio suona un Sirtaki di onde e spuma, e il nostro cuore antico si stringe, e diventa una biglia infuocata che tramonta, confidando in giorni migliori. 1) LA ‘NDRANGHETA PICCINA E LELE NUCERA 2) CAULONIA, È MORTO COSIMO 3) UN TRIO SIDERNESE A UN PASSO DA CANALE 5 4) SIDERNO, UOMO FOLGORATO DALL’ALTA TENSIONE IL DIAVOLO NERO Il testamento di Pietro Grasso a presentazione al tempio di Pietro Grasso, che siederà in Parlamento, anzi nel Consiglio dei Ministri, ha avuto, come credo, un lungo periodo di preparazione e di meditazione. Egli ha avuto, perciò, tutto il tempo necessario per scrivere il testamento con il quale, comunicando le sue ultime volontà da rispettare sotto piede di scomunica, il defungendo si consegna alla posterità, pretendendo acquiescenza e sottomissione. E il testamento di cui andiamo a discorrere è la relazione della Direzione Nazionale Antimafia nella quale, in un passaggio che rende sensibili anche le vertebre degli ippopotami, si stabilisce: c’è una maledetta genìa di giornalisti i quali, non propalando le veline delle que- L 5) L’ASPROMONTE DI FRANCO NERI A STRSCIA LA NOTIZIA 6) IL SIDERNESE LONGO A UOMINI E DONNE OVER 7) LOCRI, OPERAIO ACCOLTELLATO DOPO UN LITIGIO 8) TENTATO OMICIDIO MUSY: FERMATO FARNCESCO FURCHÌ Dati Google.com Piero Grasso procuatore nazionale antimafia, in aspettativa per motivi elettorali. sture, delle prefetture, della Direzione nazionale Antimafia e persino degli appuntati dei carabinieri, “alimentano polemiche e dibattiti”, che , “oggettivamente, fanno passare in secondo piano la vera origine dei drammatici problemi calabresi”, tutti riconducili alla ’ndrangheta. Ora, io da diavolo, che già prima della condizione infuocata son stato vicino a Dio, sapevo che la “vera origine” non solo dei drammatici problemi calabresi, ma di tutto ciò che v’ha al mondo è conosciuta esclusivamente dal Padre del Cielo, della Terra e del Sottoterra. Mi sbagliavo. Poiché Dio vuole bene ai calabresi, questa divina conoscenza è stata fatta dono agli apostoli, non registrati nella Bibbia, della Direzione Nazionale Antimafia e al suo ex capo. I quali hanno, senza difficoltà, scoperto dove sta la radice dell’arresto della marcia vittoriosa contro la ’ndrangheta: nei giornalisti che non scodinzolano e ai quali, oltre ad avere la coda non tagliata, non si può rimproverare d’alimentare scontri tra magistrati di cui i magistrati sono i maggiori protagonisti. Pignatone contro Cisterna, per esempio. Di Landro contro i Pm in carriera su giornali e televisioni, per fare un altro esempio. “Taci, il nemico t’ascolta”, suggerisce fraterna la Direzione Nazionale Antimafia. O, tolto il velo dell'ipocrisia, cui i testamenti non possono sottrarsi: tacete o vi faremo tacere. Con Pietro Grasso, chiamato a fare il Ministro della Giustizia. Domenico Longo a Uomini e donne over Per chi se lo fosse perso la puntata del 21 gennaio ha visto protagonista il sidernese Domenico Longo. La scena si è aperta con un Rvm che ha riassunto la sua relazione con Tiziana, ma il pubblico non era convinto che la storia fosse vera. Li ha attaccati. Durante la puntata poi Domenico ha parlato con le sue corteggiatrici Barbara , Elga e Tiziana. Ma ancora una volta non ha attirato le simpatie degli spettatori e anche delle sue dame. L'uomo infatti non è sembrato sbilanciarsi con nessuna e il risultato è stato che le tre donne lo hanno giudicato troppo confuso per voler continuare la conoscenza con lui. DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 05 IL POLIEDRICO ARTISTA DI ROCCELLA JONICA NON FINISCE MAI DI STUPIRE Angelo Laganà, fotografo ed editore celebra gli splendori di Gerace Borgo Un libro fotografico unìco e speciale per la prestigiosa città d'arte con le prefazioni del Vescovo e del Sindaco l poliedrico artista Angelo Laganà non finisce mai di stupire, specialmente per l’energia e l’amore che mette in tutte le cose che fa da tutta una vita. Musicista ed autore di oltre 500 canzoni depositate alla S.I.A.E., alcune delle quali di successo (ben 4 interpretate da Mino Reitano ed altre adottate come sigla da popolari trasmissioni televisive della Rai, come “La domenica sportiva”, “Giro d’Italia, “Mondo dei Motori” e “Controsport”. Editore di riviste sportive a larga diffusione come “Italia Mia” edita per la Nazionale Italiana di calcio, “Roma Mia” per la Roma calcio dei tempi di Falcao e, di recente, “RegginAlè” per la Reggina calcio. Molte continuano ad essere le sue tournèe all’estero, dove porta la solarità e i valori storici della Calabria (in particolare con la sua canzone “Capo Sud” un vero e proprio inno alla nostra terra). E dove non può andare di persona, sono i suoi CD a rappresentarlo nei multimedia di mezzo mondo. E’ riuscito persino a portare al successo, dopo 60 anni, una marca di liquirizia appartenuta al padre, la Pasticca Taitù. Da un anno a questa parte, Angelo Laganà si sta specializzando, come autore ed editore, nella pubblicazione di libri fotografici per illustrare e celebrare le città più belle della Calabria. E lo fa in modo speciale ed originale, non soltanto per la ricchezza delle immagini e delle informazioni, ma soprattutto per le innovazioni tecniche che evidenzia, inserendo nei volumi foto lunghe fino ad oltre un metro e mezzo per una sola veduta panoramica. Così ha fatto per i due volumi su Roccella Jonica e per quello su Marina di Gioiosa Jonica, quest’ultimo fatto in collaborazione col fotografo Fazzolari. Volumi interamente a colori, in carta pregiata, definiti “Special maxi postcards” e sottotitolati come “International Travel Guide”, tradotti anche in inglese. Il territorio dei comuni e delle città viene così documentato nella sua maggiore vastità e bellezza. Come riesce ad ottenere tale effetto?... Con tanto lavoro, ma anche con altrettanta maestrìa. Occorrono mediamente cinquanta scatti attigui per ottenere un panorama che sulla carta viene impresso e descritto per una lunghezza del tutto inusuale (da 60 a 150 cm). I “ IMMAGINI Da sinistra a destra: “Roma Mia”, il magazine diretto da Angelo che ha seguito il cammino della Roma calcio per vent’anni, la copertina del cd dedicato all’Australia, il suo libro “Roccella Jonica, Maxi postcards” presentato a Sydney con l’ambasciatore italiano a Camberra e, con “I Figli di Calabria”, gruppo che ritornerà in scena, alla grande, la prossima estate Fino a questo momento sono soltanto tre le città calabresi che possono vantare questa unicità turistico-promozionale e documentaria: infatti, a Roccella Jonica e Marina di Gioiosa Jonica si aggiunge, adesso, la Città di Gerace. Insieme fanno parte del programma della più bella “Calabria illustrata” poiché Angelo Laganà intende emulare, nell’ottica del 21° secolo, le titanica opera del celebre frate cappuccino Giovanni Fiore da Cropani (1622-1683), il quale volle appunto illustrare la migliore Calabria del 17° secolo riuscendoci a meraviglia!... Ma il nostro Artista intende andare al di là della nostra regione, cercando di raccontare fotograficamente, come altri non hanno fatto ancora, le più belle città italiane, a cominciare dalla Capitale, volume cui sta già lavorando e curando, principalmente, la Roma by night. Intanto, è fresco di stampa e verrà presentato ufficialmente fra qualche mese, a marzo, il gigantesco libro fotografico che Angelo Laganà ha voluto dedicare a Gerace per celebrare in ogni sua bellezza e splendore uno dei borghi più belli e storicamente più importanti del Mediterraneo. L’artista di Roccella Jonica, per realizzare tale opera davanti alla quale si resta senza fiato per i molteplici effetti visivi ed espressivi, ha dovuto effettuare oltre settemila e cinquecento scatti per realizzare le 660 foto (di varia grandezza) presenti nel volume, che si avvale della prefazione del vescovo Giuseppe Fiorini Morosini e del sindaco Giuseppe Varacalli. Ad esempio, la foto panoramica centrale, lunga un metro, evidenzia 80 km. di costa da Monasterace a Capo Bruzzano e, per realizzarla, Laganà ha dovuto effettuare 35 scatti, uno seguente all’altro al millimetro (cosa non facile, a mano libera, su un fronte panoramico così ampio). Gerace vista dal mare, dai monti, dal basso, dall’alto, di giorno e di notte, nella sua vita di tutti i giorni, delle feste e delle ricorrenze. Angoli nascosti e spazi pubblici, i vicoli, i portali, gli scorci, le case private e i palazzi istituzionali, personaggi noti e gente del popolo… Gerace emerge in tutta la sua magìa plurimillenaria, risplende nel suo fascino antico e nella sua grande voglia di un significativo futuro. Un lavoro veramente assai impegnativo sotto tutti gli aspetti quello di Angelo Laganà, non ultima la realizzazione grafica per la cui ottima riuscita sono state necessarie numerose accortezze tecniche e tipografiche davvero fuori dal normale. La valenza davvero straordinaria dell’Opera laganiana colpisce ancora di più della sua stessa unicità che aumenta il prestigio editoriale e la creatività artistica della Calabria nel mondo. Infatti, questo tipo di creazioni fotografico-editoriali di Angelo Laganà sono apprezzate maggiormente all’estero ed anche questa considerazione, assieme al valore artistico-comunicativo dell’opera sulla Città di Gerace, reca onore e merito al suo Autore e a tutta la nostra Comunità regionale. Angelo, ormai è risaputo che tutto quello che tocchi diventa magico ed, il volume dedicato alla “Città di Gerace”, è una valida prova. In tutti quei mesi di preparazione, non contando i viaggi a Gerace, le foto scattate, i luoghi visitati, c’è qualcuno cui senti il dovere di dire grazie? “Ce ne sono diversi. Gli abitanti del Borgo che mi hanno accolto come se fossi uno di loro e mi hanno permesso di entrare nelle loro abitazioni per scattare foto dall’alto. Gli sponsor, che hanno creduto nella mia iniziativa editoriale. Sua Eccellenza il Vescovo della Diocesi, padre Giuseppe Fiorini Morosini che mi ha onorato con una dedica speciale, pensiero che è stato pubblicato nel libro. La stessa cosa ha fatto il primo cittadino di Gerace, il sindaco Giuseppe Varacalli dandomi piena fiducia e preziosi consigli. Non ultimo, il caro amico di sempre Franco Orlando, che mi ha fornito preziose informazioni e mi ha accompagnato, standomi vicino, tutto il tempo per la realizzazione del volume”. Domenico Lanciano DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 06 EDITORIALE ‘Ndrangheta povera antimafia triste JIM BRUZZESE avorate di fantasia, costruite il mostro più orribile che riuscite. Attribuitegli ogni genere di nefandezza, rivestitelo degli abiti peggiori e spruzzategli addosso la puzza più insopportabile che avete mai sentito. Moltiplicate tutto per cento. Quella è la mafia. Fatto questo e tenendolo come dogma intangibile, passate ad altro. Guardate a una regione senza strade, priva di ferrovie, devastata dagli abusi edilizi, orfana di sanità, di giustizia, di lavoro, col mare ridotto a latrina. Attribuite la responsabilità a chi spetta. Alla politica? Ovvio. Ed eccovi un altro mostro, magari puzzerà meno del pus mafioso, ma sempre di bestie si tratta. Pensate poi a chi fa il furbo e frega il posto al lavoro o in ospedale a chi spetterebbe di diritto. Fate caso, poi, a chi si finge cieco o zoppo e si frega la pensione, a chi s’ingroppa un aiuto statale o comunitario o regionale o locale senza averne diritto o utilizzandolo in modo truffaldino. A chi timbra e va a far spese, a chi dorme sul lavoro, a chi le tasse non bada. A chi è meno bravo a cantare ma ha più ganci degli usignoli nati. A chi salta le file e si rivolge agli amici. Ai furbi di ogni genere. Mostriciattoli, meno dei primi due in alto nella classifica, ma brutta gente. Ognuno è colpevole per quello che ha fatto, senza alibi e senza scuse, ma L A sx il Museo della ’ndrangheta, accanto l’ingresso dell’Università Bocconi di Milano a ognuno va attribuita la responsabilità che ha. La puzza maggiore non deve mai coprire le puzzette. E nelle dovute proporzioni a ogni colpa va data una pena. Ai puzzoni con la coppola ovviamente va irrogata quella più dura senza che i furbetti dei piani bassi se la passino liscia. Chiarito questo, bisogna dirlo che ai monelli dei gironi minori fa piacere quando la puzza dei primi della classe copre anche le piccole maleodoranze e che spesso i bricconceli sono i primi a puntare il dito contro i grandi bricconi. L’inchiesta Transcrimine, di provenienza bocconiana, ha stabilito che la ’ndrangheta guadagna 3,5 miliardi di euro, al posto dei quaranta e passa sbandierati da anni. Ora, tornando a capo e riprendendo il dogma che avevamo lasciato intonso, accade di sovente che per correre dietro al primo mostro, quelli a seguire trovano sempre un buco in cui tapparsi. E la lotta alla ‘ndrangheta, per chi la fa in malafede, è diventata utile per deresponsabilizzare i malfattori di pezzatura diversa o minore. A chi non riga dritto la pezzatura reale del mostro mafioso non aggrada, a chi è a posto con la coscienza sapere che uno, invece di un milione, ne ha ammazzati centomila allevia il dolore ma non attenua la colpa del reo. Per arrivare al punto, stabilire come ha fatto l’inchiesta di Transcrime, di provenienza bocconiana, che la ‘ndrangheta guadagna 3,5 miliardi di euro, al posto dei quaranta e passa sbandierati da anni, non significa che la mafia è diventata buona, serve solo a chiarire le proporzioni dei suoi affari. Dire, anche, che i pomodori di Oppedisano sono diversi dalla coca di Escobar, non vale ad attribuirne la bontà ma solo a evidenziare le differenze. E discutere di antimafia, separando il grano dal loglio, non è depotenziarne la lotta. Si tratta semplicemente di dare i meriti a chi li ha guadagnati e togliere le medaglie a chi, semplicemente ci ha marciato. Chi la mafia la combatte davvero non può che goderne del suo ridimensionamento, quando vuol dire danno diminuito. Chi nell’antimafia c’è entrato per trovare una via per il parlamento, per il cinema, per la letteratura, per la televisione. Per la pancia o per la gloria. Si rassegni. Intorno alla mafia è nata la tragedia, il dolore, si sono spente libertà, vite e sogni. E ci mancherebbe che da cose così nefaste ci nascessero e si mantenessero anche i circhi. Così, noi, ogni volta che al mostro toglieranno un grado, saremo felici. E se un giorno ci dicessero, e fosse vero, che il mostro è morto, andremmo a festeggiare. Quel giorno, una certa antimafia diventerebbe triste. DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 07 LA COPERTINA Giuseppe Campisi prigioniero di guardie e ladri Lo Stato? Semplicemente non garantì a un suo cittadino il diritto inviolabile alla Libertà. Complice? In alcuni casi fu debole. In altri assolutamente complice. ILARIO AMMENDOLIA Fu un mese di gennaio particolarmente freddo quando la ’ndrangheta sequestrò l'avvocato Nicola Campisi di Ardore. Era il 1989! La stagione dei sequestri fu la pagina più cupa tra le tante brutte pagine scritte dalla 'ndrangheta. Pochi sono i delitti più odiosi. Infatti, da quel momento, Nicola Campisi perse la sua umanità per diventare una merce. Si incominciò a trattare sul prezzo del riscatto, così come nelle fiere si fa con i vitelli e le capre. Passò l'inverno sulle montagne dell’Aspromonte. Si avvicinò la Pasqua e fu una Settimana Santa di passione per Cristo e per la famiglia Campisi. Si alzarono verso il Cielo le preghiere e, contemporaneamente, le implorazioni di pietà verso i carcerieri. Intanto l'Aspromonte si colorò con il meraviglioso manto della primavera ma DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 08 “ Di lato: foto che i sequestratori di Nicola Campisi (in basso) inviarono alla famiglia. Pagina accanto: Peppe Campisi, sindaco di Ardore. Al centro articolo de “Il Giorno” del 12 Agosto 1989 per la liberazione del sequestrato. La tenaglia che soffoca la democrazia: figlio di una vittima dell’anonima sequestri, oggi il sindaco di Ardore è nuovamente solo dinanzi all’antimafia ” l'ostaggio restò nelle mani dell'anonima sequestri. Chi ha vissuto questa tragica esperienza sa che non si contano i mesi e neanche i giorni ma le ore. Circa cinquemila ore da gennaio ad agosto del 1989. Ora di sofferenza, di umiliazioni, di scoraggiamento. Lo Stato? Semplicemente non garantì ad un suo cittadino il diritto inviolabile alla Libertà. Incapace? Debole? Complice? In alcuni casi fu debole e inadeguato, in altri complice. Sì, assolutamente complice! Ci furono sequestri in cui fu lo Stato a pagare il prezzo del sequestro per non perdere la faccia. Non fu così per gli ostaggi calabresi che, quasi sempre, avvertirono una grande solitudine intorno a loro. La moglie di Nicola Campisi morì di crepacuore, due dei suoi figli lasciarono per sempre questa Terra. Oggi, Peppe Campisi è il sindaco di Ardore. È il figlio della vittima dell'anonima sequestri, umiliato la sera in cui andò a consegnare i soldi del riscatto e fu malmenato dai delinquenti. Fare il sindaco nella Locride è scegliere di rappresentare lo Stato in una terra in cui, lo Stato, spesso, è impresentabile. Da qualche mese ad Ardore opera la commissione di accesso antimafia. Ovviamente, chi subisce un torto non accumula un credito, non ha diritto di fare vendette personali. Con altrettanta forza va ribadito che una persona non può essere vittima due volte. Sarebbe troppo. L'istituto che regola lo scioglimento dei consigli comunali somiglia a un rito sommario, in aperto contrasto con lo spirito e la lettera della Costituzione. Non nasce da sentenze di condanna degli amministratori ma scaturisce da un'istruttoria burocratica senza alcuna possibilità di contraddittorio. Un provvedimento che ferisce a morte l'articolo 1 della Costituzione che attribuisce al popolo, e solo al popolo, la “sovranità popolare”. Per analogia si sarebbe dovuto sciogliere la Camera dei deputati e il Senato della Repubblica che nella passata legislatura hanno avuto dei componenti condannati in via definitiva per voto di scambio con le associazioni criminali. Certamente e, con tale logica perversa, si sarebbe dovuto sciogliere la Regione Calabria, anche in questo caso per evidenti collegamenti tra singoli consiglieri e la 'ndrangheta. Lo Stato invece è debole con i forti e forte con i deboli. Non è un caso che sono una decina i consigli comunali della Locride senza un sindaco democraticamente eletto. Colpire l'anello più debole del sistema è la cosa più semplice, ma altrettanto inutile e vile. Non credo che il sindaco di Ardore abbia contratto la “sindrome di Stoccolma”, un uomo così duramente colpito dalla 'ndrangheta non diventa complice e manutengolo della stessa. V'è una tenaglia che stringe su due lati la democrazia nella Locride. Ieri Peppe Campisi s'è trovato solo dinanzi ai carcerieri di suo padre. Adesso rischia di essere solo dinanzi all'antimafia di facciata. Solo, perché ognuno recita su un copione pur di non essere indicato come contiguo alla 'ndrangheta o come zona grigia. Ci pensino i candidati che con una legge (quella sì semimafiosa) stanno per essere nominati in Parlamento. È imbarazzante il silenzio dei sindaci e delle Istituzioni democratiche della Locride. Peppe Campisi rischia l'onta di vedersi accostato agli aguzzini di suo padre. Questo è ancora più grave e inaccettabile! Non si tratta di difendere il sindaco di Ardore. Non ne avrebbe alcun bisogno. Ci sono momenti che una persona diventa simbolo, aldilà della sua stessa volontà. Noi difendiamo noi stessi, il nostro futuro, la nostra terra, la nostra democrazia, la nostra libertà. Attenti, alla supina accondiscendenza, al conformismo imperante. Il silenzio di ieri non ha aiutato a sconfiggere la mafia, quello di oggi potrebbe essere letale per la democrazia. Ps. La direzione della DNA ha stilato un documento di accusa contro la stampa libera, non allineata al pensiero dominante e teorizzando che le polemiche sono legittime “solo dentro certi confini”. Noi continueremo a dire la verità ! Come nel caso di Peppe Campisi l'Italia ha soprattutto bisogno di verità! DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 09 Parlando di... MIX I magistrati contro la stampa calabrese in assetto sovversivo: «La ’ndrangheta non è materia opinabile» Déjà vu fascista della Direzione Nazionale Antimafia «I giornali calabresi alimentano polemiche» ecco cosa ha scritto la Direzione Nazionale Antimafia nella sua ultima relazione. A cui seguono stralci apocalittici. «Il contrasto alla 'ndrangheta deve considerarsi né più né meno come una lotta a un'epidemia, alla fame, alla miseria, al cancro. E ancora, ritornelli fascisti. «La ’ndrangheta non è materia opinabile». Poi i magistrati antimafia, danno direttive, indirizzi e linee alle redazioni giornalistiche calabresi che vorrebbero come proprie falangi. «Il compito principale della stampa, anche e soprattutto di quella locale, dovrebbe essere quello di mostrare, giorno dopo giorno, ai propri lettori la vera zavorra che erza Cosa Nostra, quarta la Sacra Corona Unita. Questo secondo lo studio di Transcrime e dell'Università Bocconi di Milano. In Calabria si respira delusione, per i signori dell'annacamento(movida mafiosa locale) è una grandissima debaclè. Con don Mico in pensione, declassato, è tempo di Don Raffaè, Cafiero Pasquale e Poggio Reale. Per un po' Polsi se ne starà in pace, betata. Si smonta. Lo stato sbarazzino e quello in maschera trasferiranno il carrozzone sotto il Vesuvio. Con otto giornalisti, due magistrati e quattro commissari fermeranno il nuovo numero uno. La speranza T non ha fatto progredire la loro terra». La magistratura, per come l'ha conosciuta il lettore calabrese nel cinquantennio della tensione, ha mostrato più volti, strategie e impostazioni. La differenza su come debellare il crimine tra i magistrati Macrì, Cisterna e Lombardo da un lato e Pignatone, Prestipino e Gratteri dall'altro sono materia da seminario post universitario o da derby calcistico, a secondo da come la si vuole guardare: se da un punto di vista didattico o popolare. Noi pensiamo che i magistrati dovrebbero fare i magistrati e giornalisti i giornalisti. Altrimenti c'è invasione di campo, con Pignatone che fa il governatore e Scopelliti che annuisce. La Camorra è più forte della ’Ndrangheta è che dopo i pomodori di Don Mico Oppedisano, non ci sia un'indigestione di mozzarelle di bufala. Che si veda e si guardi la vera Camorra, che c'è, ma è lontana sia da Scampia che da Villa Literno. E anche da Castel Volturno. È sì importante fare numeri nelle periferie, ma è ancor più importante, fondamentale, non lasciare covare il vero vulcano. Nei secoli e nei secoli (em) SONDAGGIO SENATO IN CALABRIA Secondo Sky a Scopelliti serve un miracolo Il calabrese Furchì 35,4 centrosinistra; 24,8% centrodestra, 17,1% Monti. 15,9 Grillo%; noccioline% per Ingroia. Scopelliti deve recuperare, c’è in gioco il suo personale futuro politico. Lui che ha sa rispondere solo attraverso l’urna, si deve rialzare. Altrimenti sarà additato come il principale di una debacle annunciata. Dice bene Aldo Varano nel suo commento su Calabria Ora di oggi. «Per la destra recuperare su centro sinistra, Monti o Ingroia è impossibile. Difficile anche riprendere Grillo. Resta il grande mare dell’astensionismo ( 55% tra incerti e non voto) dove – continua Varano- se i numeri hanno un senso, sembra essersi rifugiato gran parte del centrodestra. Scopelliti lavorerà su questo e i suoi avversari farebbero un grave errore a pensare di avere la vittoria in tasca». Un solo dubbio aggiungiamo noi: Scopelliti è sì un lottatore, ma finora ha trovato ring facili e vinto ai punti, senza essere mai messo all’angolo. Ora gli serve il corpo del Ko, altrimenti sia abbassano definitivamente le luci. arrestato per l’aggressione di Musy Dopo un interrogatorio durato tutta la notte il 29 gennaio è stato fermato Francesco Furchì. L'uomo, un professionista di Torino originario di Tropea e presidente dell'associazione Magna Grecia Millenium, sarebbe l'aggressore del consigliere dell'Udc Alberto Musy. Il 21 marzo scorso Musy era stato vittima di un agguato, nel cortile della propria abitazione di Torino era stato colpito da quattro colpi di revolver. Martedì, a quasi un anno dall'aggressione, il fermo di Furchì. I motivi che secondo gli inquirenti avrebbero spinto al tentato omicidio sarebbero di natura politica. Francesco Furchì infatti era candidato alle lezioni comunali di Torino nella lista che sosteneva Alberto Musy. Alla base di tutto quindi contrasti politici. IL DITO NELL’OCCHIO Con i lestofanti non si va lontano RODERIGO DI CASTIGLIA l Segretario regionale dei Comunisti Italiani, Michelangelo Tripodi, mi manda- e di questo lo ringrazio - il testo ingroiano, ampollosamente titolato Un programma per governare l’Italia alternativo a Berlusconi e a Monti. Recita la premessa, e come recita va bene: «Vogliamo realizzare una rivoluzione civile per attuare i principi di uguaglianza, libertà e democrazia della Costituzione repubblicana, nata dalla Resistenza. Vogliamo realizzare un “nuovo corso” delle politiche economiche e sociali, a partire dal Mezzogiorno, alternativo tanto all’iniquità e alla corruzione del ventennio berlusconiano, quanto alla distruzione dei diritti sociali, del lavoro e dell’ambiente che ha caratterizzato il governo Monti». E, dopo la premessa, apprendiamo che Il trio delle ex corti d'appello, che si avvale del contributo genuflesso dei rinunciatari Diliberto e Ferrero, vuole fare la Rivoluzione civile 1) per l’Europa dei diritti, contro l’Europa delle oligarchie economiche e finanziarie; 2)per la legalità e una nuova politica antimafia ; 3) per la la laicità e le libertà; 4) per il lavoro; 5) per le piccole e medie imprese, le attività artigianali e agricole; 6) per l'ambiente; 7) per l’uguaglianza e i diritti sociali; 8) per la conoscenza, la cultura, un'informazione libera; 9) per la pace e il disarmo; 10) per una nuova questione morale e un’altra politica. Tutte belle cose e, in quanto cose belle, conquistano il mio senso estetico, ma non il mio voto. E mi dolgo vivamente non solo di questo, ma anche e soprattutto del fatto che, dopo anni di sostegno da comunista senza tessera ai comunisti, questa volta non sarò in piazza al loro fianco, sciolti come sono nell'acido muriatico di Ingroia, Di Pietro, De Magistris. Ai quali va dato atto di essere stati capaci di ciò di cui non era stato capace il fascismo e la stessa reazione italiana: la cancellazione della classe dirigente comunista dell'Italia meridionale. Dopo il 24 febbraio, non ci sanno i comunisti in Parlamento. Semplicemente, non ci sanno più. Almeno, nella forma voluta da Diliberto e dovuta alla Rivoluzione civile di Ingroia. I DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 10 DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 11 Parlando di... ATTUALITÀ MARIA GRAZIA LAGANÀ. VERSO IL VOTO DEL 24 FEBBRAIO C’è qualcosa di nuovo nella Locride IL CASATO DEI LAGANÀ ESCE DI SCENA Finisce la commedia degli equivoci, ovvero delle leonesse antimafia, che non sapevano più come chiudere le fauci e sbranare la bestia ’ndranghetista. Il problema non è avere un deputato o un senatore del natìo luogo. Già ci sono stati, e rovinosamente. Si ha bisogno di meridionalisti veri. SERGIO LAGANÀ PASQUINO CRUPI ra che tutte le carte sono state scoperte, si può, a ragion veduta, dire che, nonostante tutto, c’è qualcosa di nuovo nella Locride. E, per paradossale che possa apparire, la novità è tutta dovuta al PD, sempre stretto tra continuità e rinnovamento. Questo partito, che aveva deciso di vivere elettoralmente tra i cipressi, ha dato segno d’una inversione di marcia, forse d’una svolta. Alla quale un contributo, certamente non secondario e liberatorio, è venuto dalla sfortuna giudiziaria della ormai ex deputata Maria Grazia Laganà. Che, essendo stata assolta solo dal tribunale della sua coscienza e, comunque laicamente convinta che i figli non debbono scontare le pene della madre, ha dato battaglia perché la figlia Anna, orfana come Rosanna Scopelliti, e come Rosanna Scopelliti, potesse sedere in suo luogo alla Camera dei deputati. Per continuare la lotta alla mafia. Nulla da fare. Il Pd esce dall’ ombra dei cipressi e lascia a casa, oltre la madre, anche la figlia. Il casato dei Laganà esce finalmente di scena, e il lungo romanzo, che ha avuto il tempo immenso di mezzo secolo, s’immalinconisce ancor di più con l’epilogo del giovane Sergio Laganà che non rientra attraverso il distributore dell’Api. Entra aria nuova nella Locride, mi pare. E mi auguro di non sbagliare. C’è qualcosa di nuovo nella Locride. Il Pd, che ha fomentato tutte le propagande contro la mafia, che ha guidato tutte le marcie e intonato canti all’armonia disastrosa delle manette, e che di Monasterace aveva fatto la Stalingrado della Calabria e del Mezzogiorno in virtù della sua illuminata guida amministrativa, rientra nel dominio della ragione, e, comprendendo – era ora- che la lotta alla mafia gronda di sangue e lacrime, e O ANNA FORTUGNO non di frasi, fritte rifritte con l’olio di semi- costa poco-, non porta a sfavillare in Parlamento , come astri di martirio, le sue sindachesse. Vuol dire che s’aggiusta il tiro, e che nei prossimi anni avvenire, con ogni probabilità di certezza, alla propaganda contro la mafia si sostituirà l’azione contro la mafia. Condotta in maniera tale che il processo ai mafiosi non diventi, come è stato, il processo alla Calabria in quanto tale. La vergine cuccia del Pd, Rosy Bindi, ha detto in una intervista al nostro imprudente settimanale parole che fanno bene sperare: la questione meridionale è una questione sociale. E bene bisogna sperare quando finisce la commedia degli equivoci. Sui quali- forse mi sbaglio- cala il sipario. Il Pd, che ha operato per il superamento del vecchio notabilato locrese e delle rondini senza primavera dell’antimafia, non è stato, però, conseguente, avendo costruito una lista al senato guidata dall’ infingardo Marco Minniti il quale dà l’idea- e non da ora- che, salvo lui, il resto non gli interessa. Il nuovo s’affaccia , comunque. Ma il problema della Locride e della Calabria non si riduce alla pratica del dare voti e ricevere il deputato/a, il senatore/a del natìo loco, da prelevare dalle foreste nere dove ruggiscono le leonesse, che a furia di aprire le fauci hanno dimenticato come si fa a chiuderle per troncare la testa alla bestia ndranghetista. Sono convinto, sempre più convinto di quel che diceva Francesco Saverio Nitti: che le cose peggiori contro il Mezzogiorno le hanno fatte i parlamentari meridionali. Naturalmente, c’è sempre l’eccezione. La Locride ha bisogno - e questo solo è a portata di mano- d’un senatore, che abbia una forte tempra meridionalista. Il Pd ha naufragato così come il Pdl. La palla al centro l’ha rimessa il centrista Tabacci con Pietro Fuda. DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 12 DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 13 Polaroid Incontri clandestini tra Locri e Siderno Il parco giochi più decadente della Locride E chi abbiamo pizzicato in un bar della Locride: Bilardi, Calabrese, Passafaro e Sgarlato. Eccovi le prove di un raro esempio di unione tra Locri e Siderno. Tra “corna tisi” e “vavalaciari” non scorre buon sangue, ma le eccezioni sono dietro l’angolo. In una bella giornata di sole è bello passare il tempo all’aria aperta. Mafgari portare i bambini a giocare al parco. Ma non a Locri. A meno che non volete portarli su l’altalena qui di fianco. O magari di farli salire su uno scivolo in pessime condizioni. Trasformereste una giornata piacevole in una corsa all’ospedale. LOCRIDE CONFINDUSTRIAREGGIO A lavoro per costruire il futuro Primo “check” della gestione Cuzzocrea e agenda programmatica 2013. Una full immersion di due giorni per analizzare il lavoro svolto nei primi sei mesi di attività e per gettare le basi dell'impegno futuro. Si è riunita per un “tagliando” periodico la giunta di Confindustria Reggio Calabria. L'incontro, che si è svolto nella sede reggina di Via del Torrione, è partito dall'approfondita disamina dell'azione che i nuovi vertici dell'associazione hanno dispiegato in campo politico-economico dal rinnovo delle cariche interne, nel giugno dello scorso anno, fino a oggi. La difficile situazione in cui versava la principale organizzazione rappresentativa degli interessi IN EVIDENZA In una due giorni di incontri è stato presentato il programma del 2013 ed sono state tirate le somme dell’anno appena trascorso. Tra workshop e brunch, l’associazione si è preparata ad affrontare la crisi Zoom sulla LOCRIDE imprenditoriali del territorio ha imposto un duro lavoro per avviare a soluzione le numerose criticità esistenti sia sotto il profilo finanziario, sia dal punto di vista organizzativo. La giunta e il direttivo hanno operato in sinergia e così ricostruito ruoli, funzioni, responsabilità e ambiti operativi delle diverse articolazioni di Confindustria. Sotto il profilo della proiezione esterna gli industriali della provincia di Reggio Calabria hanno intrapreso un percorso finalizzato al recupero della loro e autorevolezza. Oggi Confindustria si propone come riferimento non solo per imprenditori ma anche per gli altri attori della platea istituzionale e per i cittadini. Durante i lavori, oltre alla presentazione dei servizi che sono stati predisposti e di quelli che saranno erogati a breve alle imprese associate, sono stati toccati i principali problemi che il mondo produttivo è costretto ad affrontare. Tra gli altri temi particolare importanza viene attribuita alla lotta alla malaburocrazia e alla questione delle informative interdittive, strumenti utili ma la cui adozione dovrebbe avvenire sempre con la massima cautela. Queste ultime, troppo spesso, vengono emanate sulla base di riferimenti a fatti e persone talmente decontestualizzati da non essere fonte neanche di un semplice sospetto di infiltrazione mafiosa e rischiano di determinare il blocco o addirittura la chiusura dell'attività delle aziende del settore edile. La giunta si è inoltre soffermata sui temi strategici per il futuro dell'economia: dal porto di Gioia Tauro al progetto della SEI per la realizzazione di una centrale a carbone a Saline Joniche; dal rilancio dell'aeroporto dello Stretto alle prospettive per il turismo; dalla questione del credito e dei rapporti con le banche alla necessità di dare impulso all'impiego dei fondi strutturali europei; dall'internazionalizzazione delle aziende al “digital divide”. Un trio Sidernese a un passo dalla prima serata di Canale 5 A Italia's got talent con Maria de Filippi, Jerry Scotty e Rudy Zerbi, tre giovani sidernesi a un passo dalla finale. Antony Voice, Salvo “Brigitte” Bucci, Pierre Catania, “il siciliano”. Si sono esibiti in tre prove. Balli proibiti: Can Can, Gangnam style, e caraibici. Hanno superato la terza selezione. Il trio (duo sidernese + il catanese) il 20 febbraio affronterà l'ultima prova e poi sarà prima serata su canale 5 Mediaset. Non possiamo pubblicare - per diritti di esclusiva - il video del provino, ma vi anticipiamo che contiene momenti sbalorditivi, ben oltre ogni possibile immaginazione. Roba fuori dal comune. Pertanto informiamo chi volesse godere della perfomance che i componenti del trio saranno ospiti domenica 10 febbraio al ristorante il tempio di Siderno. In anteprima. Nuovo teatro di Siderno «Per completarlo sono necessari 3 milioni di euro» Il commissario Rotondi scrive a Scopelliti. Oggetto della sua lettera è il completamento del teatro di Siderno. Per finire l'opera sarebbero necessari 3 milioni di euro secondo uno studio tecnico condotto dall'ufficio del comune. Così il commissario fa notare al Governatore come siano già trascorsi alcuni mesi da quando il problema e la relazione tecnica sono stati inviati al Dipartimento Regionale Infrastrutture senza ricevere risposta. Il teatro di Siderno per adesso è una delle tante opere semiabbondanate della Locride. Nel 2007 si era quasi pronti a tagliare il nastro, uscirono articoli che esaltavano la nuova struttura, riviste di architettura e tecnologia internazionale come Design Magazine ne parlarono in tono entusiastico. E invece la struttura su tre piani conla sua sala da 528 posti (132 nella galleria superiore) e spazi polifunzionali circostanti, per cui sono già stati spesi quattro miliardi delle vecchie lire non è mai entrata in funzione. SIDERNO, AEROSOL... L‘ennesimo cassonetto bruciato, questa volta davanti a un asilo e a una scuola media, nella parte ovest della città.Bambini e adolescenti si sono fatti due ore di aerosol di quelli che migliorano respirazione e ossigenano il sangue. Complimenti all’incivile. LOCRI, ANCORA PRESENTE. Nella capitale culturale della Locride più di uno, compresi i forestieri, hanno preso l’abitudine di avere un’abitudine: Parcheggiare nei divieti. Il titolare della macchina grigia ne ha collezionato un tris: strisce, diversamente abile e parcheggio riservato. Un genio dell’infrazione. A lui va il premio mensile “il signor faccia tosta”. Se lo beccate vi diamo il permesso di bucargli le ruote davanti. BOVALINO, MITO. Lo Jonio ha sputato pietre, che masturbano la spiaggia liscia e diventano diamanti. Alll’orizzonte qualcuno ha notato per pochi istanti vele achee salpare lasche sopra il mare del mito. A volte ritorna per dirci chi eravano. Ma non ci stima più. DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 14 Raffa a colloquio con i lavoratori Gdm Carbonella e i comizi elettorali Una delegazione di lavoratori dell’ex Gdm è stata ricevuta dal presidente della Provincia Giuseppe Raffa. I lavoratori della società smantellata lo hanno voluto incontrare per esporgli il grave stato di disagio che la chiusura dell’impresa continua aprovocare nella vita degli interessati e delle rispettive famiglie. Antonio Ferreri, detto Carbonella, da qui alle elezioni annuncia un comizio a sera in piazza Municipio. Esporra le sue linee programmatiche. Candidato con Fiamma Tricolore, è già stato a un passo dal Parlamento quando era in vigore la vecchia legge elettorale. Con i suoi modi spartani e la sua voce roca è inconfondibile. Lo riconoscerete a chilometri di distanza. la Riviera Melito Porto Salvo L’ospedale quale futuro? Parcheggi da clown d’oro a Siderno A Siderno sono professionisti del parcheggio. Anzi sono come degli acrobati degni del circo di Montecarlo. Come mostrano le foto il posto preferito per posteggiare le vetture è il marciapiede, che sia quello di fronte alla propria abitazione o proprio a 5 metri dall'entrata del negozio interessato. È lui il luogo prediletto. Quasi non ci fossero alternative. Le vetture la fanno da padrona e i pedoni si rassegnano a essere spodestati. Imprecano magari, ma scendo- Politici in erba Si chiama Michele Raso, ha 21 anni ed è un giovane bovalinese agli sgoccioli di una laurea in scienze della formazione presso l'università di Messina.Finora si è fatto notare per la sua passione per la politica. Attivo nella comunità bovalinese, da due anni fa parte dell'associazione culturale “EDERA”. Durante il suo primo anno accademico viene eletto consigliere del corso di laurea. E dopo due anni affronta di nuovo le elezioni d'ateneo. Candidatosi conl'Orum ottiene un ottimo risultato divenendo “Consigliere di dipartimento di Scienze Cognitive. Autovetture parcheggiate sui marciapiede e davanti ai cancelli delle case. Questi gli usi degli automobilisti a Siderno. no dal marciapiede o costeggiano l'auto. Disabili e carrozzine subiscono lo stesso trattamento. E i vigili? Quella del parcheggio creativo è solo una delle tante peculiarità dei parcheggi sidernesi. Un'altra molto comune è il posteggio di fronte al segnale di stop o nelle strade strette. Un tipo esempio è Via dei Colli o via della Conciliazione. Le auto parcheggiate di traverso, sui marciapiede o su entrambi i lati della strada costringono gli altri automobilisti ad alternarsi per passare. Questo è stato il tema del Convegno, promosso dal Comitato Civico proCondofuri , tenutosi, presso il Centro Giovanile Padre Valerio Rempicci di Condofuri Marina, dove i sindaci dell'Area Grecanica, le associazioni presenti sul territorio e soprattutto i semplici cittadini e utenti dell'ospedale, hanno potuto farsi una pratica idea, grazie anche ai numentosi interventi tecnici tenuti dagli amministratori presenti, che per un buon numero esercita anche la professione di medico. Infatti la dott.sa Naimo Vicesindaco del Comune di Condofuri e il sindaco di Melito Porto Salvo Costantino, con tangibile rammarico nei confronti dei Vertici Aziendali che hanno redatto il Piano Sanitario, hanno sottolineato ai presenti quale sia stato da sempre il ruolo ricoperto dal Nosocomio Tiberio Evoli in una realtà del basso jonio reggino disagiato da carenze strutturali ormai inconcepibili nella società contemporanea. Ulteriori validissimi interventi quali quello del Sindaco di Palizzi Autellitano e del Sindaco di Roghudi Zavettieri ed altri non meno incisivi hanno portato alla presa di coscienza che tutta l'area Grecanica non puo' e non deve essere l'unica a pagare le conseguenze di una cieca amministrazione del denaro pubblico in fatto di sanità. DomyRodà Locri La lunga battaglia di Nicola La lunga battaglia di Cosimo Romeo per il riconoscimento dell'assistenza al figlio disabile continua. Nicola, questo il nome del bambino, ha necessità di un'infermiera specializzata che lo assista durante i pasti non essendo in grado di mangiare e bere autonomamente.Ma dall'inizio di quest'anno scolastico questo suo diritto è stato più volte calpestato. Prima gli è stata tolta l'infermiera, successivamente è stato assegnato alle cure di un dipendente dell'Asp non qualificato. La situazione sembrava essersi risolta, ed ecco l'ennesimo colpo di scena, degno del miglio melodramma italiano. L'infermiera, che dopo tante peripezie e proteste era rientrata in servizio, è stata incaricata solo dal lunedì al venerdì. E il sabato? I genitori del bambino lavorano entrambi e non possono assentarsi per andare a scuola. E poi l'azienda sanitaria deve garantire a Nicola di frequentare regolarmente le lezioni così come previsto dalla sentenza del Tribunale di Locri. Il medico dell'Asp incaricato della pratica di Nicola fa sapere che stanno cercando di risolvere anche questo nuovo e assurdo problema. Eleonora Aragona Marina di Gioiosa Ionica Strada Carri Impercorribile I sottoscritti firmatari di codesto Comune, abitanti in c/da Carri protestano per lo stato di grave disagio che sono costretti a sopportare, causato dalla totale mancanza di manutenzione per il manto stradale quasi totalmente impercorribile per le profonde buche causando danni costosi alle vetture in transito, specie di notte essendo codesta contrada totalmente al buio, e nonostante i ripetuti inviti verbali all'ufficio tecnico ad intervenire per la sostituzione delle lampade, niente finora è stato fatto. Invitiamo ad intervenire celermente, poiché potranno agire per vie legali cittadini che hanno avuto danni alle loro vetture. In mancanza di intervento a pianificare questa situazione di grave disagio, gli abitanti di codesta contrada si asterranno dal diritto al voto. DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 15 DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 16 DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 17 Parlando di... MIX Taccuino elettorale Anche Saverio Zaverrieri ha sette vite come i gatti Saverio Zavettieri è stato un grande dirigente della grande CGIL calabrese , ed è stato ed è importante dirigente socialista, pur ora che il PSI non esiste più, e in alcune frange cerca di sopravvivere, allungando il muso nella mangiatoia e di destra e di sinistra. Fine più ingloriosa non si poteva fare. Ma torniamo a Saverio Zavettieri, che è stato il migliore assessore regionale alla cultura della Calabria : di ieri e di oggi. Dunque, egli ha dato fondo a tutte le sue energie- ma ne ha in serbo ancora- per la ricostruzione del Partito socialista, sfidando tutto e tutti con la creazione del partito dei Socialisti Uniti di cui è stato dinamico segretario nazionale, e da poco sciolto e confluito nei Riformisti della combattiva Stefania Craxi. Spinto dal suo estremo autonomismo, che spesso è anticomunismo , egli aveva scelto- a ciò costretto, però, fondamentalmente dalla tirannide del sistema elettorale- di farsi alleato del centrodestra. Ma, poi, era rientrato nella geografia del centrosinistra, che non inutilmente ebbe a suo artefice il PSI. Adesso, dopo avere fatto correre i Socialisti Uniti in alleanza del centrodestra di Scopelliti e con il centrodestra subito in rotta, Saverio Zavettieri fuori dai due poli va da solo alle elezioni incappottate di febbraio. A significare che se per la stragrande parte dei piccoli partiti Parigi val bene una messa, c’è ancora chi crede che una messa valga più di Parigi. Ciò che torna a suo onore e a disdoro dei partiti-sigla, che, pur d’avere qualche deputato, si sono arresi senza condizione alla dittatura dei capi e al Grande Inquisitore siciliano. Come, al solito, però Saverio Zavettieri commette l’errore della rinuncia a guidare la lista, non candidandosi. Cosa ottima sul piano morale, poiché dimostra disinteresse per eventuali personali poltrone e interesse, unico e solo- come si diceva una volta- per la causa. Ma ottima questa scelta sul piano politico non è: la sua presenza in lista l’avrebbe tonificata, rafforzata e portata- chissà- alla vittoria. Della quale comunque i Riformisti non disperano. Domenico Scilipoti è il manto della misericordia Domenico Scilipoti occupa le pagine della cronaca quotidiana calabrese più che la vicenda nient’affatto inspiegabile del Monte dei Paschi di Siena, che, avendo nel suo Consiglio d’Amministrazione dirigenti politici, doveva provvedere a una doppia clientela: quella che versa e anche chiede prestiti, e quella che ruota attorno ai Partiti. E, infatti, del Siciliano, illustratosi per avere abbandonato Di Pietro e salvato Silvio Berlusconi, s’è fatto il simbolo esemplare del trasformismo, non inconsueto al Pdl , e nient’affatto indebolito dalle rampogne di Scopelliti. Che ne depreca la presenza in lista calabrese per il Senato. Non c’è bisogno di dire che noi siamo tenacemente avversi al trasformismo, che le classi dirigenti italiane hanno praticato dal 1861 ad oggi onde salvare se stesse. Ma Domenico Scilipoti, che passa lo stretto, è più da ringraziare che da biasimare da parte dei moralisti avversi al Pdl. Egli è un gran manto della misericordia. Offrendosi al martirio, fa dimenticare gli opportunisti e i trasformisti, blanditi, accarezzati e mondati dal deputato Marco Minniti, il politico a zig-zag, camminante da D’Alema a Veltroni, e da Veltroni a Bersani. E per sua abluzione a dare lezione di coerenza politica e di disinteresse per la causa della Calabria sale in cattedra il sindaco di Gioia Tauro, Bellofiore: già socialista, giù udiccino, ora piddista. Conosciamo i segni dell’antica fiamma: se qualcuno abbandona il PD, è un traditore; se, invece, abbandona il Partito d’origine e s’imbarca nel Pd, fa un salto di qualità. Marco Minniti e Demetrio Naccari come commedianti hanno battuto anche Grillo. Con il predissesto la Lanzetta non c’entra. La colpa è della mafia. BELFAGOR iccome per noi buona amministrazione e lotta alla mafia o meglio: siccome per noi la buona amministrazione è il risultato della lotta alla mafia, che si mangia i comuni, siamo rimasti sorpresi e allarmati all’annuncio dato dalla sindaca antimafia di Monasterace, dottoressa Maria Carmela Lanzetta: essere questo comune, da guida sicura retto, sull’orlo del dissesto. E come mai? La dottoressa Maria Carmela Lanzetta è sindaca di Monasterace da una legislatura, già consumata e forse bruciata, e dal 15 maggio 2011 ne ha iniziato la seconda che ora volge al terzo anno. E, con ogni probabilità, all’ingloriosa fine. Ci sembra che sette anni sono più che sufficienti per restaurare e ristorare le sostanze d’un comune, come Monasterace, ove rinvenute disastrate, ma, di tutta evidenza, sufficienti non sono stati per l’opera infaticabile della sindaca, che, come un elastico, ha dovuto ten- S dersi in più direzioni, anzi nella direzione unica della lotta contro la mafia. Poiché la sicurezza e la legalità vengono prima della custodia delle finanze comunali. E ciò sappiano gli oppositori della Signora dell’Antimafia: la colpa è della mafia, che la ha totalmente impegnata e distratta dai doveri amministrativi. Come sempre, Ella non ha colpa. La colpa è sempre degli altri, e della mafia innanzitutto. Fors’anco dei giornalisti, che le hanno fatto perdere tempo con le loro interviste, e dei sensibili politici del Pd, che la hanno trascinata al Nord a dare lezioni di mafia. Sì, è così. Il tempo, rimastole, fu troppo esiguo perché utilmente fosse speso per non mandare alla rovina Monasterace. Lei, la sindaca, non ha colpa. E se ci sarà il dissesto, non alzino rampogne i cittadini del paese piegato per il rialzo delle tasse. Che cosa sono un po’ d’euro in più rispetto al prezzo, pagato quotidianamente, da chi rischia la vita per dare loro mare, monti, aria di libertà? E la notorietà nefasta del Buccini di turno? Nova bovalino Costruire la cittadinanza attiva e giornate di studio avranno un carattere formativo e informativo, cioè tecnico e divulgativo al contempo, per garantire approfondimenti sugli aspetti innovativi della gestione degli enti locali, non solo agli operatori pubblici e agli amministratori, ma anche per promuovere un approccio informativo e conoscitivo per i giovani e per tutti coloro che esprimono l'esigenza di una “cittadinanza attiva”. Il programma prevede quattro incontri nel corso dei quali saranno trattati argomenti e profili utili alla conoscenza dell'ordinamento degli enti locali: dalla struttura organizzativa e funzionale del Comune alla finanza comunale, dalla gestione dei servizi pubblici all'accesso ai fondi dell'Unione Europea. I suddetti argomenti verranno esposti ed approfonditi da relatori di lunga esperienza e di rinomata competenza che operano nel settore degli Enti Locali. Il Movimento NOVA BOVALINO ritiene di fondamentale importanza coinvolgere in tale progetto anche gli enti locali per offrire agli amministratori e ai dipendenti l'opportunità di conoscere meglio, anche da un punto di vista squisitamente pratico, i meccanismi normativo-burocratici posti a base di una efficiente amministrazione. Il 24 novembre 2012 si è tenuto il primo incontro dal tema “Il Cambiamento Organizzativo e La Governance Locale”, in cui ha relazionato il Dott. L Domenico Primerano, Segretario Generale della Provincia di Catanzaro. Il secondo incontro si è svolto il 15 dicembre 2012 e ha avuto come tema “Finanziamenti europei: opportunità per cittadini, associazioni e pubbliche amministrazioni”, nel corso del quale hanno relazionato la Dott.ssa Alessandra Tuzza (esperta in programmi e finanziamenti comunitari), la Dott.ssa Carolina Caruso (pedagogista ed esperta in politiche partecipative) e il Dott. Antonello Rispoli (esperto in innovazione sociale e fondi comunitari). Il terzo incontro, patrocinato dall'Unione Nazionale Segretari Comunali e Provinciali della Calabria (UNSCP), si terrà giorno 9 febbraio 2013 alle ore 16,00 presso l'aula Magna dell'Istituto d'Istruzione Superiore “F. La Cava” di Bovalino, e avrà come tema “L'evoluzione del sistema dei controlli negli enti locali alla luce del D.L. 10/10/2012 n. 174 (convertito nella legge 213/2012)” Il seminario del 9 febbraio affronterà le novità della riforma, le nuove tecniche e i livelli di controllo introdotti dal D.L. 10/10/2012 n. 174 per la programmazione e il controllo dell'azione amministrativa degli enti locali, i ruoli rinnovati del Segretario Generale, del Ragioniere Capo, dei Revisori e della Corte dei Conti , nonché gli strumenti di risanamento Pluriennale degli enti locali con gravi squilibri strutturali e la formazione del bilancio 2013 DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 18 DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 19 La ... Gerenza www.larivieraonline.com [email protected] [email protected] Tel 0964/342679 la Riviera Registrazione Tribunale di Locri (RC) n. 1 del 19/06/1998 R.O.C. n°11602 del 02/11/98 Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana AmministratoreUnico Rosario Vladimir Condarcuri RUBRICHE La colonna infame di Mimmo Gangemi Loqui e sproloqui di Filomena Cataldo Messagi nel tempo di Daniela Ferraro Le pillole di Eva Direttore responsabile: PASQUINO CRUPI In redazione: ERCOLE MACRÌ, ELEONORA ARAGONA, DOMENICO MACRÌ, ILARIO AMMENDOLIA, MASSIMO PETRUNGARO, KATIA CANDIDO, NINO SIGILLI. Responsabile sport: ANTONIO TASSONE Art Director: PAOLA D’ORSA Impaginazione: EUGENIO FIMOGNARI COLLABORATORI Anna Laura Tringali, Mara Rechichi, Franco Crinò, Nicodemo Barillaro, Giuseppe Gangemi, Mimmo Romeo, Giuseppe Fiorenza, Franco Parrello, Franco Blefari, NOTE E SCHERMAGLIE Risponde il direttore La polemica sterile di Vittorio Zito Egregio Direttore, ho letto con attenzione e piacere l'articolo apparso nell'ultimo numero del Suo giornale a firma di Eleonora Aragona in merito alla raccolta differenziata che il Sindaco Lucano ha avviato a Riace. Attenzione perché, amministrando un paese che per primo, un anno e mezzo fa, ha avviato la raccolta differenziata porta a porta e che da anni riceve la Bandiera Blu e le 4 Vele di Legambiente, tutte le iniziative che tutelano e valorizzano l'ambiente catturano la mia attenzione. Piacere perché, avendo seguito direttamente tutte le fasi di progettazione e avvio del servizio a Roccella, ho finalmente avuto riprova di quanto ho sempre pensato: senza programmazione e passione nessun progetto di raccolta differenziata potrà mai avere successo. E quella di Riace ha tutti i presupposti per essere una interessante esperienza di successo. Il piacere, però, è stato affievolito da alcune considerazioni che l'estensore dell'articolo ha sottolineato e che non ho capito se appartengono o no al pensiero di Lucano. E siccome “Riace sa dire di no a servi e padroni” e nell'articolo più volte è citata Roccella, non vorrei che Roccella corra il rischio di essere classificata dai lettori nell'una o nell'altra categoria. In particolare sembra di capire che, avendo ricevuto Roccella un contributo regionale per l'avvio del servizio, possa correre il rischio di essere classificata nella prima categoria, quella dei servi. Roccella ha ricevuto un contributo per l'avvio del servizio di 440.000 a fronte di un costo complessivo del progetto di circa 800.000. La metà dei soldi necessari per attivare il servizio, dunque, in parte lo hanno messo i cittadini tramite la TARSU, in parte deriva dalla vendita delle vecchie attrezzature, ed in parte proviene dalla vendita dei rifiuti differenziati raccolti. Abbiamo più volte detto che un progetto di queste dimensioni non si sarebbe potuto avviare senza un aiuto economico. E di questo avviso è anche la Comunità Europea, che attraverso il POR CALABRIA ha messo a disposizione dei comuni i necessari aiuti. I soldi che ha avuto Roccella non li ha CHIESTI a nessun Governatore, ma li ha RICHIESTI alla Comunità Europea. Si chiede per ottenere qualcosa da qualcuno; si richiede per avere legittimamente qualcosa di cui si ha bisogno. Roccella non ha chiesto cortesie al Governatore del momento (che era l'On. Loiero), ma ha richiesto il cofinanziamento di un ambizioso progetto partecipando ad un bando pubblico che ha lo ha poi classificato tra quelli meritevoli di finanziamento. E non solo ha ottenuto il contributo, ma ha speso tutti e bene i soldi ricevuti; cosa tanto naturale quanto difficile, se si pensa che ben 9 milioni di euro di finanziamenti riconosciuti su quel bando sono stati revocati ai comuni beneficiari perché non sono riusciti ad avviare il servizio. E non è stato e non sarà certo il solo contributo della Unione Europea che Roccella ha intercettato. Basti ricordare i contributi per la realizzazione della pista ciclabile, per il restauro del Castello, per il rifacimento del centro storico, per l'adeguamento sismico delle scuole, per l'installazione di tetti fotovoltaici sugli edifici pubblici. E ancora i quasi 2,5 milioni di euro di recente riconosciuti all'interno del PISL e i progetti per la coltivazione di vitigni autoctoni e per il ripopolamento del mare che presenteremo a breve. Ho forti dubbi che un amministratore esperto come Lucano possa pensare che richiedere e (speriamo) ottenere un contributo su un progetto di sviluppo per la propria comunità possa essere una colpa che qualifica gli amministratori come servi, piuttosto che un merito. Non fosse altro per il fatto che lo straordinario progetto di accoglienza che ha portato avanti e che ha fatto di Riace un modello da seguire a livello internazionale, si è fondato proprio sul corretto, innovativo ed intelligente utilizzo di contributi pubblici, che il Sindaco di Riace avrà certamente RICHIESTO e non CHIESTO. Tra l'esperienza di Roccella e quella di Riace, quindi, a differenza di quanto afferma la giornalista, non ci sono differenze da rimarcare. Non c'è da un lato chi rifiuta di asservirsi e chi invece è servo. C'è, ritengo e spero altrettanto ritenga Lucano, da tutti e due i lati la passione e l'impegno nell'amministrare la propria comunità guardando con estrema atten- zione a tutte le opportunità di finanziamento per progetti che ne possano sviluppare il tessuto sociale ed economico. Quello che è vero e che ci fa piacere, è che l'esperienza di Roccella in materia di rifiuti sta diventando contagiosa. Riace dimostra ciò che non diciamo da un paio di anni: non esiste un destino cinico che ci ha condannati a montagne di spazzatura. Esiste solo la forza della volontà di cambiare amministrando solo con lo spirito di chi è servo delle esigenze dei cittadini e ritornando a credere nella possibilità di essere padroni del proprio futuro. E credo si ora che questa volontà, al di la dei proclami e dei grandi progetti per il territorio, si manifesti con forza in tutta la Locride. Grazie per lo spazio. Auguri e complimenti a Lucano e ai cittadini di Riace. Vittorio Zito Assessore alla Organizzazione Comunale Comune di Roccella Ionica Non ho nulla da aggiungere né da togliere alla “precisante” lettera di Vittorio Zito se non il fatto che, pur di polemizzare con la nostra sempre imparziale Eleonora, ha cercato il pelo nell'uovo. A meno che non sia stato dominato dal bisogno d'affermare il primato di Roccella su tutto il resto del territorio locrideo in punto di raccolta differenziata, Riace compreso: siamo stati i primi e restiamo i migliori. DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 20 HANNO COLLABORATO Francesco Laddarina, Giuseppe Patamia, ,Bruno Gemelli, Carmelo Carabetta, Antonio Cormaci, Giulio Romeo, Sara Caccamo, Giuseppe Fiorenza, Daniele Mangiola. COPERTINE Dal 2003 a cura di Paola D’Orsa Le COLLABORAZIONI non precedute dalla sottoscrizione di preventivi accordi tra l’editore e gli autori sono da intendersi gratuite. FOTOGRAFIE e ARTICOLI inviati alla redazione, anche se non pubblicati, non verranno restituiti. I SERVIZI sono coperti da copyright diritto esclusivo di “la Riviera Editore” per tutto il territorio nazionale ed estero. GLI AUTORI delle rubriche in cui si esprimono giudizi o riflessioni personali, sono da ritenersi direttamente responsabili. LA POESIA PUBBLICITÀ Per richieste di pubblicità rivolgersi a: PI GRECO Comunication srl Via Gramsci, 72/A info 0964383251 la Riviera GLI INSERZIONISTI sono responsabili dei marchi e dei loghi pubblicitari nei loro spazi, l’Editore non risponde per eventuali dichiarazioni, violazioni di diritti, malintesi, ecc... Tutti i marchi riportati sono registrati dai legittimi proprietari. STAMPA: Master Printing S.r.l. - Modugno (BA) DIFFUSIONE S.P. servizi - Gioiosa J. ASSOCIATO- Unione Stampa Periodica Italiana, Croanache Italiane BANCA E USURA di Giacomo Saccomanno Sulla Centrale Rischi e sulla normativa applicabile Tempu d’alluvioni BRUNO S. LUCISANO Staju facendu nu pocu i pulizia Nta chista testa nc’esti cunfusioni Ndav’essiri cocchi truccu o magarìa Forzi ndav’essiri, mmaginazioni. Nu deputatu, u maru, si lamenta, Pe pochi sordi chi pijja i pinzioni U ndicappatu, mbeci, si ccuntenta, Si ndavi i sordi i ccatta l’ignizioni. Mpratica stu cornutu, pijja o jornu, Quant’u nvalidu no’ pijja nta nu misi Cu chija facci dura, senza scornu, Ciangi a mancanza du rimborzu spisi! E no rrinesciu i trovu spiegazioni Pa sta categoria, di stercu duru, Chist’ è daveru na malidizioni Mi ven’i sbatt’a testa cuntr’o muru! E non si sentunu vuci i luntanu Né mancu di sinistra né di destra Si minunu petra, mmucciunu manu, E spartunu bbonu a stessa minestra. Non è certu u culuri da bandera Chi faci l’omu latru, l’omu onestu, Sunnu petri di na stessa armacera Sunnu machini chi non dannu restu! Sunnu vestuti cu giacca e cravatta Cu tanti autisti e omini di scorta Pa quattru pumadora da buvatta Vindunu a so’ mamma, puru morta! Domanda un lettore titolare di impresa quale sia la funzione della Centrale Rischi e quali siano le condizioni per una segnalazione corretta da parte della banca, con i rimedi riconosciuti al correntista. A riguardo è utile riportare non tanto le indicazioni inserite nelle Circolari di Banca d’Italia, ma proprio i primissimi articoli della circolare che norma la Centrale Rischi. Cap. 1 – Sezione I.2 “Obiettivi della Centrale dei rischi” della Circolare n°139 B. Italia: “La Centrale dei rischi è un sistema informativo sull’indebitamento della clientela delle banche e degli intermediari finanziari vigilati dalla Banca d’Italia. Attraverso il servizio centralizzato dei rischi la Banca d’Italia fornisce agli intermediari partecipanti un’informativa utile, anche se non esaustiva, per la valutazione del merito di credito della clientela e, in generale, per l’analisi e la gestione del rischio di credito. L’obiettivo perseguito è di contribuire a migliorare la qualità degli impieghi degli intermediari partecipanti e, in ultima analisi, ad accrescere la stabilità del sistema creditizio. Gli intermediari partecipanti comunicano alla Banca d’Italia informazioni sulla loro clientela …” Trascurando ogni riferimento di legge che nel tempo ha ispirato e normato il sistema informativo di Banca d’Italia, risulta evidente come lo scopo principe dello stesso sia di dare informazioni sulla clientela (attuale o prospettica) mediante la condivisioni di informazioni relative alla quantità/qualità dell’indebitamento. Il fine ultimo è la creazione di uno strumento condiviso atto a supportare la valutazione del merito creditizio del soggetto segnalato. Se viene tradito questo scopo inserendo, colposamente o addirittura dolosamente, dati difformi ecco che si ha una responsabilità da parte della Banca per aver segnalato dati non corrispondenti al vero, legittimando l’utente ad agire per chiedere la immediata annotazione e/o cancellazione, oltre ai danni subiti da tale agire illegittimo. Se poi, la predetta segnalazione dovesse interessare interessi usurari, che hanno creato una evidente sproporzione tra il debito effettivo e la somma richiesta, proprio perché perpetrato da un intermediario finanziario segnalante e non da un comune delinquente, diventa motivo per diffondere notizie non solo odiosamente false, perche contenenti debiti sovrastimati, ma anche per- ché la vittima passa addirittura per il carnefice, cioè per quel soggetto inaffidabile e inadempiente di cui tutto il sistema deve diffidare perché giudicato, misurato e certificato come soggetto pericoloso. Non può non rimarcarsi che l’attuale vicenda si è consumata in un contesto dove il soggetto (impresa) vittima di usura subisce, se a perpetrare il reato è una banca, un duplice danno non patrimoniale (immagine + attività imprenditoriale) e patrimoniale (esclusione dal sistema creditizio). Le banche quindi, salvo che nell’esercizio di un’attività pericolosa (magari coordinate da Banca d’Italia) deroghino ad apparenti principi di segnalazione (logici e corretto fin tanto che sono applicati ad affidamenti che non implicano interessi usurari) e segnalino la posizione come “congelata”/“rettificata degli importi contestati” e ciò a tutela del soggetto segnalato (e del sistema creditizio che deve vedere nel soggetto segnalato non un inadempiente stra-indebitato), se godono, da un parte, di uno strumento (anche di tutela loro e del sistema creditizio) in più, dall’altra, si assumono anche una responsabilità aggiuntiva, cioè quella di gestire al meglio e pubblicizzare correttamente sia il livello di indebitamento che la qualità del credito con un determinato cliente. Se tale potere non viene gestito con correttezza, prudenza, equilibrio e rispetto della norma, diventa un vulnus pesantissimo per il cittadino e per lo stesso sistema bancario, con diritto dell’utente di chiederne la immediata cancellazione ed i danni sia sotto l’aspetto patrimoniale che non. L’ANGOLO PARRELLO di Franco Parrello E così Mariangela Melato ha lasciato la vita terrena per gli spazi infiniti del cielo, in cerca quella felicità forse invano cercata. Vaga, in vita, per le vie della città in cerca del suo Mariangela diperduto amore; vede tanti volti, ma quello che cerca non c'è. Di questa canzone del dopoguerra, la Melato ne ha fatto il cavallo di battaglia della sua vita d'artista. La parte più bella Melato... della canzone e della voce di Mariangela è quando dice: “ Io cerco invano di dimenticama il primo amore non si scorda mai: nel mio cuore c'è solo un nome”. Ha ragione: “Solo me ne re,ognuno di noi è convinto di ciò. Ed è con questi sentimenti, forse un po' troppi romantici, che vogliamo ricordare una grande attrice, che pur nel suo successo ha saputo affronvò per la città” tare, con la giusta serenità, le diverse sofferenze che la vita le ha riservato. DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 21 DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 22 Serie B Reggina 2012-2013: organico definitivo e riepilogo del mercato invernale la Riviera E' terminato da poco, il calciomercato edizione 2012/2013. Di seguito, l'organico attuale degli amaranto di Dionigi, e le trattative portate a termine dal club di via delle Industrie. REGGINA 2012-2013 Portieri: Baiocco, Facchin. Difensori: Adejo, Bergamelli, D'Alessandro, Di Bari, Ely, Freddi, Lucioni. Centrocampisti: Antonazzo, Armellino, Barillà, Bombagi, Colucci, Hetemaj, Rizzato, Attaccanti: Campagnacci, Comi, Fischnaller, Di Michele, Sarno, Gerardi. MOVIMENTI IN ENTRATA Antonazzo (cen.) a parametro zero, Colucci (c) a titolo definitivo dal Pescara, Di Michele (att.) a parametro zero, Gerardi (att.) in comproprietà dall'Udinese, Arrighini (att.) in comproprietà dal Pontedera a partire da giugno. Movimenti in uscita: Ceravolo (att.) titolo definitivo alla Ternana per 0.5 milioni, Castiglia (cen.) in prestito con diritto di riscatto al Catanzaro, Melara (cen.) in prestito con diritto di riscatto al Carpi, Carroccio (cen.) in prestito al Gubbio dopo la rescissione della comproprietà col Pisa, Paviglianiti (cen.) in prestito al Monopoli dopo l'interruzione del prestito al Castel Rigone, Verruschi (cen.) in prestito al Foligno dopo l'interruzione del prestito al Pontedera, Rizzo (c) titolo definitivo al Pescara per 1 milione di euro, Viola (a) in prestito con diritto di riscatto al Carpi, Camilleri (dif.) in prestito al Barletta dopo l'interruzione del prestito al Cagliari, Sy (att.) in prestito all'Andria dopo l'interrizione del prestito al Treviso, Maicon (cen.) in prestito al Pontedera, Akrpovic (cen.) in prestito alla Sambenedettese dopo l'interruzione del prestito all'Ancona. fonte : reggionelpallone.it SERIE A SPORT Al campo L’ARDUA sentenza MASSIMO PETRUNGARO memoria d'uomo, questa finestra di calcio mercato invernale, è una delle più scoppiettanti degli ultimi anni. Poi bisogna vedere - ma per questo bisogna aspettare il sacro e insindacabile responso del campo - chi ha fatto l'affare, che si tratti di calciatore o società. Tutte e venti squadre hanno apportato modifiche sostanziali alla propria rosa, palesando o un errore di valutazione ad inizio estate od ora, dalla serie “non è mai troppo tardi per …” Vediamo brevemente cosa è cambiato. Tra le più attive c'è sicuramente il Genoa. Oltre alla guida tecnica cambiata pochi giorni fa con l'arrivo di Ballardini al posto di Del Neri, il Grifone tra arrivi e partenze ha mosso quasi venti giocatori. Discorso analogo per Siena e Palermo, quasi a voler dimostrare che la deficitaria classifica è debitoria di un progetto estivo che definire fallimentare è un eufemismo. Voto positivo per la Fiorentina. Innanzitutto merita un plauso per aver creduto in Giuseppe Rossi, il talentuoso attaccante italo americano, ex Villareal, che ha subito due gravi infortuni in tempi ravvicinati. Qualora fosse integro - e ce lo auguriamo tutti al di là delle simpatie per i colori viola - sarebbe un grande acquisto, per la Fiorentina e per tutto il calcio italiano. È un grande acquisto per il nostro calcio, il ritorno di Mario Balotelli che ha firmato per il Milan. Per super Mario si A realizza un sogno, lui da sempre tifoso rossonero. Con l'acquisto dell'ex nerazzurro, il Milan si candida seriamente a conquistare il terzo posto, obiettivo che fino a poche settimane fa sembrava una chimera. Balotelli ci darà molto materiale per scrivere, ne sono certo, si a che si tratti delle sue prestazioni sportive, che della sua vita privata. Con El Sharaawy forma una delle coppie più prolifiche del campionato e farà anche la felicità di Prandelli che avrà modo di vederlo da più vicino. Ma il mercato rossonero non si è fermato solo a Balo; alla corte di Allegri è arrivato anche l'esperto difensore Zaccardo e per giugno è stato preso la stella dell'Empoli, Saponara. Hanno lasciato la società di via Turati Pato che è tornato in Brasile, Mesbah e Strasser passati al Parma, Acerbi che non ha convinto ed è tornato al Genoa ed Emanulson che è volato in Inghilterra per giocare nel Fulham. Pochi ma mirati acuisti per la Juventus ce si è assicurata per giugno le prestazioni di Fernando Llorente attaccante basco, mentre da subito ha tesserato Peluso, laterale sinistro, pupillo di Conte e Anelka, che con al sua esperienza può rivelarsi utile soprattutto in prospettiva Champions. Voto più che positivo, almeno sulla carta per il mercato del Napoli, che ha fatto un acquisto per reparto. In difesa è stato preso Rolando, difensore del Porto, inseguito da mezza Europa. A centrocampo l'arrivo del colombiano Armero dall'Udinese e in attacco il ritorno di Calaiò dal Siena 23° TURNO SERIE A ROMA - - SAMPDORIA IERI - CATANIA IERI CHIEVO -JUVENTUS H.12,30 TORINO NAPOLI FIORENTINA GENOA - PESCARA - MILAN - PARMA LAZIO PALERMO SIENA - ATALANTA - BOLOGNA INTER - 20-01-2013 CAGLIARI IERI UDINESE 20.45 18 gol: Cavani (Napoli), 15 gol : El Shaarawy (Milan) 14 gol: Di Natale ( Udinese) 11 gol : Osvaldo (Roma) 10 gol: Lamela (Roma), Pazzini ( Milan), Klose (Lazio) 9 gol: Gilardino (Bologna) 8 gol: Milito (Inter), Hernanes( (Lazio) CLASSIFICA JUVENTUS NAPOLI 49 46 LAZIO 43 INTER 40 MILAN 37 FIORENTINA 3 6 CATANIA 35 ROMA 34 UDINESE 33 PARMA 31 CHIEVO 28 27 SAMPD. -1 24 ATALANTA -2 2 3 TORINO -1 BOLOGNA CAGLIARI PESCARA GENOA PALERMO SIENA - 6 22 21 20 18 17 14 garantiscono a Mazzarri ottime alternative per puntare finalmente a traguardi importanti. Pressoché immobile il mercato della Roma, un solo acquisto e una sola cessione. Lascia Trigoria la punta Tallo che si è trasferito al Bari, mentre vestirà giallorosso il difensore greco Torosidis proveniente dall'Olympiakos. Qualche movimento in più in casa Lazio che cede quattro giocatori: Rocchi all'Inter, Scaloni all'Atalanta, Sculli al Pescara e Matuzalem al Genoa. Mercato tutto da decifrare quello interista. Scritto nelle settimane scorse dell'affaire Snejider, ciò che balza è l'(apparente) mancanza di progettualità di Moratti e company. Si avevano in rosa tre giocatori talentuosi, l'olandese appunto, Coutinho e Alvarez. Detto di Snejider, non si capisce la cessione a titolo definitivo di Coutinho al Liverpool. L'anno scorso il brasiliano era stato dato in prestito all'Espanyol per maturare e l'esperienza fu più che positiva tant'è che Coutinho fu votato come il miglior giovane della Liga. Ora è stato impacchettato e spedito di tutta fretta oltre manica. Dalle due cessioni le casse hanno ricavato poco meno di venti milioni investiti prontamente in Schelotto, laterale destro ex Atalanta, Kuzmanovic, centrocampista dello Stoccarda, nostra vecchia conoscenza per aver giocato nella Fiorentina, e Kovacic, stellina croata a quanto pare, strappato alla concorrenza di Real Madrid e Manchester United. Mah! Sarà il campo a darci il suo sacro e insindacabile giudizio. DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 23 Parlando di... SPORT SIDERNO / Partita difficilissima per l’undici di mister Telli COPPA ITALIA DILETTANTI A Gioia Tauro senza calcoli l Siderno ha sprecato incredibilmente un match ball per la salvezza contro il Bocale ed ora le speranze si sono affievolite non poco. Una partita che il Siderno stava conducendo per tre reti ad una al 20 della ripresa e che alla fine ha visto soccombere l’undici di mister Telli. Oggi i bianco-azzurri saranno di scena al Polivalemte di contrada Lacchi di Gioia Tauro contro la capolista Nuova Gioiese reduce dalla vittoria di San Giovanni in Fiore che ha rilanciato la squadra del presidente Rombolà dopo i due ko con Rende e Roccella.La formazione di Mario Dal Torrione si trova ancora a + 4 nei confronti del Rende e adesso spera di battere nel testa-coda un Siderno che all’andata fece sudare le proverbiali sette camicie a Pascu e soci prima del gol liberatorio di Cassaro arrivato sul finale di partita. Oggi la Gioiese ritroverà i suoi quattro giocatori squlificati ossia Pascu e Iervasi e gli infortunati Pirrotta e Vindigni. In settimana, sull’attuale momento della Gioiese, è intervenuto il bravo Davide Taverniti. «Sicuramente – ha detto Taverniti al sito gioiasport.com – non sottovaluteremo la gara col Siderno, nonostante la classifica non arrida alla compagine ionica. I CLASSIFICA 24 N.GIOIESE 4 4 BOCALE CATONA RENDE 40 23 ROCCELLA 35 CASTROVILLARI 2 1 GUARDAVALLE 3 4 SAN LUCIDO 2 0 SILANA 17 ACRI 33 SOVERATO 3 1 BRANCALEONE 8 PAOLANA 27 SIDERNO 7 ISOLA C.R. 27 SERSALE 25 QUINTA GIORNATA DI RITORNO BOCALE - SOVERATO BRANCALEONE - ROCCELLA CASTROVILLARI - SILANA CATONA - SAN LUCIDO GUARDAVALLE - RENDE ISOLA C.R. - SERSALE N. GIOIESE - SIDERNO PAOLANA - ACRI E’ il Tiger Brolo l’avversario del Roccella Vogliamo proseguire la scia positiva e vincente, iniziata domenica a San Giovanni». Taverniti ritorna per un attimo sulle due sconfitte con Rende e Roccella: “una flessione è anche naturale durante un campionato lungo e difficile come l’Eccellenza calabrese. In ogni caso – ha spiegato il giocatore di Pellegrina – abbiamo superato questo periodo, mantenendo 4 punti di vantaggio sulla seconda ed eliminando dal nostro percorso due squadre molto forti come appunto il Rende ed il Roccella che fra qualche turno avranno tra di loro anche lo scontro diretto”. Sul primato della Gioiese Taverniti si mostra orgoglioso: “vogliamo concludere bene un campionato che ci vede in testa dall’inizio. Sappiamo che le insidie, quando mancano undici gare al termine, non mancheranno ma lavoreremo a testa bassa per ritagliarci uno spazio importante con questa maglia”. Dal canto suo il Siderno oggi dovrà fare a meno degli squalificati De Leo, Sgambelluri e Luciano cui la Commissione Disciplinare su ricorso della società ha ridotto la squalifica portandola da sei mesi a quattro giornate. a.t. Il Tiger Brolo di mister Santino Bellinvia (l’anno scorso tecnico dello Scalea) nelle cui fila militano l'ex roccella Cristiano Parisi e l’ex sidernese Francesco Leone, saranno i prossimi avversari del Roccella nella Coppa Italia. Nella finale di Leonforte la squadra messinese si è aggiudicata la Coppa Italia Dilettanti siciliana battendo in finale il Kamarat di Cammarata con il punteggio di due ad uno grazie alle reti firmate nei primi minuti di gioco da Bontempo e Pallone. Per il Kamarat è andato a segno Magliocco. Ora bisognerà conoscere solo la data per l’inizio della fase finale che vedrà il Roccella tra le sicure protagoniste. ROCCELLA/ insidiosa trasferta contro il team di mister Scambia Roccella: derby importante a Brancaleone Il Roccella “targato” Ferraro continua il suo periodo d’oro coinciso proprio con l’arrivo del tecnico di Polistena. Da allora in poi, a parte la sconfitta di Paola ed il pareggio di Isola Capo Rizzuto, sono arrivate solo vittorie e prestazioni convincenti non ultima la vittoria in Coppa Italia nella finalissima di Vibo Valentia contro il Rende. In settimana, il Roccella, ha conosciuto anche la sua prima avversaria per le fasi finali di questa prestigiosa manifestazione che sarà il Tiger Brolo di mister Bellinvia e dell’ex Cristiano Parisi. In attesa della prima sfida con la compagine siciliana , oggi il Roccella sarà chiamato alla difficile sfida di Brancaleone. Sulla carta potrebbe sembrare un impegno agevole per l’undici amaranto ma, per tutta una serie di motivi, sarà sicuramente una gara ricca di’interesse. Il Brancaleone è consapevole di avere l’ultima “chance” per potere rientrare nei play-out visto che attualmente ha più di dieci punti di svantaggio rispetto alla quint’ultima, mentre il Roccella è ritornato in corsa prepotentemente per cercare di inserirsi in zona promozione. Oggi mancherà per squalifica capitan Natino Varrà e quindi mister Ferraro potrebbe optare per la soluzione Seminara mentre nel Brancaleone tutti gli effettivi saranno a disposizione di mister Scambia. Giova ricordare che quest’anno il Brancaleone non ha mai vinto in casa pur giocando sempre delle belle gare che però non hanno portato punti in classifi- ca . Tra i locali c’è la ferma consapevolezza di potersi giocare al meglio la partita e sicuramente il mister avrà caricato la squadra al punto giusto per potere ottenere un a vittoria importantissima anche e soprattutto dal punto di vista morale. Il Roccella, dal canto suo, per cercar e di tenere vive le speranze di vittoria del campionato dovrà cercare di ottenere i tre punti . Mister Ferraro, in settimana, ha svolto il consueto lavoro di preparazione consapevole delle difficoltà che presentano queste gare in cui si ha tutto da perdere e nulla da guadagnare . Se ci si dovesse limitare solo ad un formale sguardo della classifica non ci dovrebbe essere partita. Tra i padroni di casa dovrebbe essere pronto il tridente d’attacco composto da Aniello Savino, Giovanni Galletta ed Alessandro Autellitano mentre nella fila del Roccella troveranno posto i soliti Valerio Saffioti, Vittorio Di Maggio ed El Aoudi a pungere in attacco per cercare di DOMENICA scardinare la munita difesa dei locali come al solito guidata dall’esperto capitano Angelo Genova. Il Brancaleone, pur perdendo a Rende, ha denotato grande vitalità soprattutto nella ripresa ed oggi cercherà di dare del filo da torcere alla squadra più in forma del momento. Attenzione ai calci da fermo di Carrato e che vedono spesso nel difensore Oliva (allo stato migliore realizzatore del Roccella) il fromboliere decisivo. Anche domenica scorsa, è stato così e come era accaduto contro il Bocale, due settimane fa, il Roccella è andato sotto nei primi minuti per poi in soli 4 minuti riuscire a capovolgere il match con grande personalità e dimostrando che può riuscire a fare gol in qualsiasi momento. Arbitrerà la gara il signor Cavaliere di Paola, assistenti De Marco e Chiappetta. Avendolo visto all’opera recentemente non ci sembra una designazione adeguata comunque staremo a vedere cosa accadrà. a.t. 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 24 la Riviera di... M. DI GIOIOSA Oggi l’insidiosa gara contro la Palmese CLASSIFICA TAURIANOVA GALLICESE REGGIOM. PALMESE M.GIOIOSA GIOIOSA J. BIANCO GIMIGLIANO DAVOLI 45 42 35 35 34 30 29 26 23 VILLESE 23 RIZZICONI 23 BOVALINESE 2 0 MONTEPAONE 1 9 POLISTENA 19 S. CALOGERO 1 5 REAL CZ 3 DICIANNOVESIMO TURNO GALLICESE- REAL CZ IERI DAVOLI - VILLESE IERI BOVALINESE- RIZZICONI GIMIGLIANO - SAN CALOGERO M. DI GIOIOSA - PALMESE MONTEPAONE - GIOIOSA J. POLISTENA- REGGIOMED. TAURIANOVESE- BIANCO Il Marina di Gioiosa anche contro il Reggio Mediterraneo ha confermato di essere in ottima salute. I ragazzi di Gianni Scigliano hanno disputato una ottima prova uscendo tra gli applausi. La squadra giallorossa sabato scorso ha comandato a lungo la gara colpendo con Carbone una traversa nei minuti finali che ha negato al capocannoniere del campionato la gioia della doppietta. Il ruolino di marcia dei ragazzi del presidente Vincenzo Tavernese è di quelli che meritano un complimento particolare in quanto anche fuori dalle mura amiche la compagine giallorossa si dimostra autoritaria esprimendo un gioco divertente e autoritari cosa che non accadeva da diverso tempo. Gianni Scigliano sentito telefonicamente subito dopo l'ottima gara di Reggio Calabria dichiara:”Torniamo a casa con la consapevolezza di aver ottenuto un buon punto per di più su uno dei campi più difficili del campionato. Per come si era messa pregustavamo una vittoria, ma non posso rimproverare nulla ai ragazzi. Ce la siamo giocata a viso aperto, dimostrando di non essere una squadra che in trasferta si chiude in difesa volevamo vincere e ci siamo andati vicini comandando per tutti i novanta minuti la gara. A mio avviso, abbiamo giocato meglio sabato che una settimana fa, quando abbiamo battuto il Gioiosa nel derby. Il rigore? Non ho visto in maniera ottimale la dinamica dell'azione, ma se c'è stato fallo di mano poteva starci anche il rosso. In ogni caso, faccio i complimenti sia a mister Rotondo che ai suoi ragazzi per la reazione che hanno avuto per pareggiare la gara . Alla vigilia avrei firmato per un pareggio, ma per come è andata la partita devo dire che resta un pizzico di malcontento per le numerose occasioni da gol non concretizzate soprattutto la traversa finale di Carbone che avrebbe meritato più fortuna. In ogni caso va bene così, siamo contenti per questo punto guardiamo avanti e pensiamo alla sfida di oggi pomeriggio contro la Palmese che ci giocheremo a viso aperto consapevoli di affrontare una formazione attrezzata per la vittoria finale per cui le insidie non mancheranno. La squadra gira, è in salute e sta esprimendo un buon calcio sono contento per le belle prestazioni dei nostri under Francesco Aquino e Stefano Femia che sabato sono stati superlativi questa la dice lunga sulla crescita dei nostri giovani lavoreremo affinché possano migliorare ulteriormente . Cosa c'è da migliorare? Come detto prima, dobbiamo concretizzare maggiormente. I play-off? Sono alla nostra portata, vogliamo fare sentire il fiato sul collo alle squadre che ci precedono. La classifica parla chiaro, e sono certo che questa serie di risultati utili ottenuti lontano dalle mura amiche, ci daranno uno slancio in più , incentivandoci a fare ancora meglio”. Oggi pomeriggio contro i pianigiani il tecnico giallorosso dovrebbe riconfermare gli stessi undici che hanno ben figurato in queste ultime apparizioni anche se visto l'ampia rosa non è detto che mister Scigliano non mediti qualche cambiamento all'ultimo momento. N. B. La Juventina Siderno sorpassa momentaneamente la Fossa dei Leoni a Juventina Siderno prima batte in casa il Valanidi calcio per 2-0 e poi in settimana vince anche a Bovalino per 4-1 e si insedia al primo posto del campionato Giovanissimi Regionale scavalcando l’altra squadra di Siderno , la Fossa dei Leoni, che ha osservato il turno di riposo. Lunedì scorso, contro il Valanidi, la Juventina Siderno è partita subito con il piglio giusto e dopo soli 8 minuti è passata in vantaggio con l’opportunista Ritorto che ha realizzato il suo nono gol stagionale. Il secondo gol lo ha messo a segno il “tuttofare” Ocello ma il merito va a tutto al team che si è battuto con grande determinazione. Questa la formazione della Juventina che ha battuto il Valanidi: Femia, Cesare, De Luca, Cefaliì, Sperlì, Barbuto, Romeo, Marzano, Leone, Ocello, Ritorto. In panchina: Pedullà, Errigo, Alessi, Minniti, Oppedisano, Filippone. All.PedullàMacrì. Giuseppe Belligerante L 2 cat.:Mammola avanti a passo “spedito” Terzo risultato utile consecutivo per il Mammola di Enrico Etna che batte 4-3 un discreto San Costantino. La compagine viola ha confermato dei progressi anche se in difesa bisogna rivedere tante cose. Le cose migliori la formazione del presidente Pino Neve li fa vedere in avanti con Matteo Monteverde,Nicodemo Raschellà, Francesco Galluzzo e Simone Galluzzo ispirati da Sainato e Giovanni Galluzzo trovano grande facilità a trovare la rete anche se ancora si sciupa tantissimo sotto rete. Nel frattempo il Mammola si avvicina sempre di più nella zona alta della classifica attestandosi bene nella griglia play off. Domenica contro il Gerace la ghiotta opportunità di allungare la striscia positiva. L'allenatore Enrico Etna è soddisfatto dopo la seconda vittoria casalinga:” “La partita si è subito messa sui binari giusti, e poi siamo stati bravi a gestire il vantaggio acquisito, limitando anche le nostre azioni offensive nel rispetto dell'avversario. Sono soddisfatto non solo per i risultati maturati in queste ultime giornate, ma anche per le prestazioni che stanno offrendo i miei ragazzi. Questa vittoria non ci deve fare abbassare la guardia, visto che già dalla prossima settimana affronteremo una trasferta durissima, in quel di Gerace. Va fatto un plauso alla società, che nel mercato di riparazione è riuscita ad allestire un organico davvero competitivo. Bisogna continuare su questa strada cercando di essere determinati e migliorare anche in chiave difensiva spesso ci rilassiamo troppo. Facciamo cose veramente interessanti ma spesso facciamo degli errori che ci costano molto. Sabato non mi è piaciuto l'arbitraggio troppo a senso unico la mia squadra è rimasta in dieci per una decisione che non condivido come del resto le troppe punizioni fischiate ai nostri avversari spero che direzioni di gare così non accadano più. Il dirigente Francesco Agostini al temine della gara vinta contro il San Costantino si è complimentato con i suoi giocatori. “ Abbiamo vinto una gara che non era facile bisogna continuare a migliorare e subire meno reti in difesa sono comunque soddisfatto del nostro attacco che segna tantissimo e secondo me abbiamo confermato dei progressi che ci consentiranno di raggiungere l'obbiettivo play off”. Enrico Etna per la sfida di OGGI A Gerace sembra intenzionato a schierare ancora il tridente con qualche novità difensiva . NICODEMO BARILLARO DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 25 DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 26 BIBLIOTECA MERIDIONALISTA Le clientele Nel settentrione e nel centro della penisola non difettano consorterie politicanti ed affaristi, e sette faccendiere. Così come nel Mezzogiorno. La clientela è la naturale transizione dagl’infimi legami della camorra e della mafia a quelli nobilissimi del partito politico… PASQUALE TURIELLO* [La] storia delle clientele politicanti in Italia, dal 186o ad oggi, è importante, non tanto per sé, quanto perché il loro svolgimento misura il difetto nazionale d’organismi vivi nel nuovo Stato, nei quali l’individuo italico s’appaghi e di cui si assicuri. A questo modo i parassiti, le infermità costituzionali de’ corpi umani crescono o scemano in senso inverso del vigore dell’organismo nativo, ovvero rinnovellato per effetto dell’igiene. Or qui l’organismo, non degli individui, ma dello Stato, e le convivenze di quelli, appena dopo il nuovo svolgersi della vita nazionale, sembrarono e sembrano rosi dalle clientele. Il fatto è che le instituzioni e gli organi dello Stato in Italia sono tanto più tenuti ancora in credito oggi, quanto più sono presunti di conservare qualche indipendenza sufficiente e benefica dalle clientele locali. A queste i cittadini visibilmente s’affidano più per necessità che per libera elezione […] Nel settentrione e nel centro della penisola non difettano punto, come è noto, consorterie (per solito meno ideali ed eroiche della napoletana) , politicanti ed affaristi, e sette faccendiere; ma vi sono meno romorosi, sebbene il male ormai sia diffuso dovunque e risentito. Il senso del limite ha qualche maggior forza ancora colà; e, come ciascuno sa meno saltar fuori dal proprio posto, e gli altri meno consentono a lui d’uscirne, così accade che i politicanti e gli affaristi vi si contentano più di rimanersi strumento opportuno degli uomini politici, intendono più ad avere autorità e credito che a governare essi. Anche perché, essendo minore la folla disposta ad accodarsi a loro, non è condizione per essi agevole quella di patroni di protettori, per andare innanzi fin dove vogliono andare. Quella consorteria de’ toscani a cui fu affibbiato il nomignolo di Lucumoni , e che agevolò la mutazione del 18 marzo 1876, forse sperando di salvare dal fallimento Firenze, e di conservare alcune influenze in alcune amministrazioni, forse più che di salvare la tradizione liberista toscana, aiutò certo un grande fatto politico, ma non giovò a farli salire più in su, né fece diventar ministro alcuno dei membri di essa. Invece nel Mezzogiorno v’ha abbondanza di plebe che vota, rispetto al ceto colto ed educato, e quasi non vi ha politica ambizione in quel ceto a cui spetterebbe di indi-rizzare l’opinione pubblica, possidenti e nobili. Quindi costoro son quasi superbi di tenersi da parte, e spesso contenti della critica e del disprezzo verso gli uomini politici, buoni e cattivi, del proprio paese. Però i capi delle clientele non vi si contentano di seguitare o creare altrui, ma vogliono quivi e possono diventar essi deputati e Le clientele, somiglianti a’ vermi e alle muffe, sminuzzano e putrefanno i partiti che si fanno rodere, anzi le considerano cosa propria mi-nistri. Dirò ora brevemente del carattere delle clientele politicanti nelle province napoletane, della efficacia di esse, e di alcuni errori che l’ignoranza della potenza loro genera nel resto d’Italia riguardo alle condizioni del Napoletano. La clientela, naturale transizione dagl’infimi legami della camorra e della mafia a quelli nobilissimi del partito politico, è la forma naturale, nella quale riapparisce il periodo feudale, per quel che non è esaurito delle condizioni e necessità sue, nelle convivenze italiane meno progredite e più disciolte. Dove la legge sola troncò i rami della feudalità e del governo assoluto, e dove si riforma molto lentamente il costume, quivi […] rimane un grande intervallo di anarchia tra l’azione limitata dello Stato e quella prepotente degli individui; quel campo che dovrebbe essere occupato da organismi cordiali, dalla disciplina del costume e degli interessi. E quivi però comuni, province e collegi elettorali si conquistano e si perdono spesso per virtù d’associazioni d’interessi e violenze, che son segno della subordinazione brutale de’ molti a’ pochi, de’ clienti a’ patroni. In quel campo stesso, più giù, dove è plebe pura, non elettori né eleggibili, prevalgono più rozzamente il camorrista in città ed il brigante in campagna. Il vecchio organismo è sciolto, il nuovo non ha vita nel costume, e l’ha insufficiente nella legge. E però unico legame sopportato, più che voluto, sarà quivi quel che detterà la forza. Indi moltiplicano organismi inferiori, somiglianti a’ vermi ed alle muffe, che tengono il campo tra la vitalità degli organismi superiori mancati, e quella de’ nuovi non nati ancora. Le clientele, somiglianti a’ vermi ed alle muffe , sminuzzano e putrefanno i partiti che si fanno rodere, anzi le considerano cosa propria Ma, come la furberia e la prepotenza dividono e screditano, a lungo andare, gl’individui ne’ quali prevalgono, così fan le clientele, fatalmente, e, si può dire, fortunatamente. Esse sminuzzano e putrefanno i partiti che se fanno rodere, anzi le considerano cosa propria. Il furbo, il prepotente, l’affiliato, come patrono o come cliente, ad una combriccola, in fondo non guarda che a sé; non è liberale, perché non è disposto a rispettare le opinioni e gl’interessi degli estranei alla clientela. Quindi non è disposto a durevole disciplina. Così si può prevedere che, se il paese vincerà la lenta e progressiva corruzione che gli è impressa dal prevalere le clientele nei nostri partiti, il maggior crollo l’avrà il partito di Sinistra, e massime la sinistra napoletana: posto che i partiti presenti possano fino quel tempo durare in vita co’ loro nomi ed aspetti. Non è, ripeto, che nella Sinistra napoletana mancassero e manchi- Se il paese vincerà la lenta corruzione che gli è impressa dal prevalere le clientele nei nostri partiti, il maggior crollo l’avrà il partito di Sinistra. no uomini indipendenti dalle clientele, e loro nemici, come neppure è vero che le clientele in qualche provincia napoletana non avessero avuto a capo qual che uomo minore di Destra, prima del 1876. Ma il fatto stesso che le clientele aderirono man mano tutte alla Sinistra: e che questa, prima e dopo il suo trionfo, non seppe vivere nel Napoletano che in gran parte con esse, per esse a pro di esse, dimostra che que’ casi erano e durano t’eccezione nella regione che raccoglie le forze maggiori di quel partito. La Sinistra vi prevale però molto meno politicamente, come partito, che come la bandiera più propizia al prosperare delle clientele. Fra i patroni delle clientele napoletane nella città, e nelle province, si riscontra per solito una differenza simile a quella che abbiamo notata dianzi tra i caratteri degli individui napoletani in que’ due ambienti diversi. Il pa-trono della clientela politicante cittadina è più franco, più goffo, più geniale talora, men previdente. È desideroso di far colpo sul volgo, ma non è insensibile al trovare qualche sopportazione nella gente onesta, che egli si desidera, in fondo dell’animo suo, pietosa, se non complice. Più chiuso, più furbo, più ardito, il maneggione de’ col¬legi politici e delle amministrazioni locali delle province, meno curante della popolarità tra’ non elettori; più facile però a precipitare per un mutamento della base elettorale presente. [da P. TURIELLO, Governo e governati in Italia, cit., Parte II, Capitolo terzo, XVI, pp. 244-259]. DOMENICA PASQUALE TURIELLO (Napoli 13 gennaio 1836- Ivi 12 gennaio 1802), avvocato senza passione per solo un anno, professore per tutta la vita, da Napoli non volle andar via e rifiutò la cattedra di pedagogia presso l’Università di Bologna, offertagli, nel 1901, dal Ministro della Pubblica Istruzione, Ferdinando Martini. Il nome di Pasquale Turiello risuona alto e tempestosamente non canonico nel campo del meridionalismo per Governo e Governati in Italia (1882) e Il secolo XIX. Studio politico sociale (1902).Sono le opere nelle quali il grande pensatore napoletano tiene a battesimo, il meridionalismo colonialista , che lega la soluzione della questione meridionale. intesa come questione contadina, ad una energica politica di conquiste coloniali, e individua nel parlamentarismo, luogo di transito al trasformismo e alle clientele, la piaga morale e mortale della classe dirigente italiana e meridionale. 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 27 Parlando di... Il Renda di Polistena su RaiUno Gli studenti dell’Istituto Professionale Settore Servizi per l’Enogastronomia e l'Ospitalità Alberghiera “G. Renda” di Polistena, parteciperanno il prossimo 1 febbraio al noto programma televisivo “La prova del cuoco” di Rai uno. Alla trasmissione condotta da Antonella Clerici, in diretta dalle ore 12 alle 13.30, saranno presenti 50 ragazzi, in rappresentanza di tutte le classi della scuola, accompagnati dal dirigente scolastico Pasqualina Maria Zaccheria e dai docenti Roberto Oliveto, Carmelo Sansalone e Roberto Montagnese. CULTURA E SOCIETÀ Ancora una scusa per restare. Katia Colica ANTONIO CALABRÒ b Li ero di Chiara Trifilò I libri non hanno limiti Ci avete mai fatto caso? Le parole libro e libero sono differenti solo per una piccola e. Vocale che rappresenta la congiunzione, l’unione, la conseguenza. Sarà un caso? Amante delle connessioni più improbabili e inguaribile romantica, mi piace dare un senso a questa “coincidenza”: in fondo, la funzione suprema della lettura è racchiusa nel concetto di liberazione. Non trovate? Ho sempre sostenuto che chi legge è un uomo libero. È libero perché può scegliere di respirare qualsiasi epoca storica, immedesimarsi in una gabbianella come in un imperatore, riflettere con un monaco buddista o con un pastore. È libero perché un libro non ha limiti e non è di nessuno: non ci sarà un giovane Holden uguale all’altro, mente e fantasia del lettore esplorano personaggi e luoghi attraverso i propri filtri. Chi legge è libero di chiudere un libro prima di averlo finito e rileggere un romanzo della propria adolescenza a distanza di anni, scoprendolo termometro del proprio cambiamento interiore. Ma soprattutto chi legge è libero perché i libri sono le finestre della nostra anima: aria, luce e conoscenza. Insaziabile divoratrice della parola scritta, di certo i libri hanno determinato in modo definitivo le forme del mio progresso interiore. A partire dalle fiabe che leggeva mia madre per farmi addormentare, ho costruito, libro dopo libro, il mio personale punto di vista sul mondo e sperimentato molteplici chiavi di lettura della realtà. Questa rubrica sarà un luogo dove condividere alcuni segreti e riflessioni. L’intento è entrare in punta di piedi in un’ipotetica classifica dei libri che più hanno determinato il flusso della mia coscienza e che hanno contribuito a definire le categorie con le quali osservo il mondo, me stessa, la società, la politica. Nella speranza che vogliate condividere con me questa vertigine, vi invito ad accompagnarmi nell’impresa: abbandonata la terra ferma delle nostre certezze, “interrogheremo” alcuni autori, tentando un dialogo fra letteratura e attualità, romanzo e società, paradossi e politica. Dite che ce la faremo? A presto, allora, e Buona lettura! eggio bella e gentile, stanca e provata, ad un certo punto le ha detto: puoi pensarci tu ? E lei non si è tirata indietro. Lo ha fatto, ci ha pensato, con quel senso del dovere che solo i poeti e i missionari sanno di possedere come un’arma pacifica, si è ferita, sporcata, ha sofferto, ha pagato e, alla fine, c’è riuscita, e la voce bella e gentile di questa amara città si è levata chiara sul silenzio cupo che ci o p p r i m e . Speleologa della notte. Esploratrice della miseria. Indagatrice della follia. E per ogni orrore, un canto. Per ogni violenza, una carezza. Per ogni spina un fiore. Ma è solo il suo modo d’intendere le cose. Katia Colica non delega. Non è un ufficiale che si rifugia dietro le linee. Sta in prima fila, con il cuore messo a nudo. E non indietreggia. Avanza, con quella andatura caracollante degli innamorati. Innamorata di Reggio. Barcolla, ma non molla. Si fa aiutare dalla musica, sua fedele alleata. Porta un carico di poesia. Springsteen e i Cure e Bertoli e Lennon regalano cornici ai suoi quadri. Dipinge nature vive. Vite terzomondiste e autentiche nascoste dietro scenari di cartapesta. R Katia Colica non delega. Non è ufficiale che si rifugia dietro le linee. Sta in prima fila, con il cuore messo a nudo. E non indietreggia.Avanza. Innamorata di Reggio Porta sul palco l’oscenità della miseria. La crudeltà della carne. Porta sul palco quello che non vogliamo sapere. Katia Colica svela i concetti occulti di politica erotica. Attacca con spille di sangue coagulato i suoi appunti e li rende capitoli, spiega con dati e cifre di studi sociali le parole disperate. Il suo è un viaggio nel cuore della notte. La notte non termina mai, nel libro. Una notte incessante, logorata e logorante. Ci sembra così lontana, eppure è qui. Ci sfiora e ai nostri occhi indaffarati in lucide follie del terzo millennio è invisibile. Non è carità con il pelo. Si tratta piuttosto di empatia dolente. Quella che provoca ferite condite col sale. Quella che non leva lo sguardo. Bruciarsi le ciglia dall’orrore. Ascoltare. Katia Colica non imbandisce un pranzo di gala. Non si compiace e non vuole compiacere, anzi è ostica, dura e cattiva. Non cerca sorrisi o lacrime a buon prezzo. Non da lezioni di morale. Non divide i buoni dai cattivi, ma sostiene che se c’è qualcosa di malvagio questo qualcosa è di tutti. Ma se ne sta in prima fila, con quegli occhi che sembrano ciliegie e il cuore sanguinante in mano come arma. Ascolta, e racconta. Da voce a chi voce non ne ha mai avuta e mai più ne avrà. Queste comparse del dolore elevate a ruolo di primi attori. Dal particolare all’universale, recitano i libri di teoria estetica. Alla fine, dopo questo viaggio all’Inferno, la città parla attraverso lei. Come una Pizia, cede la sua voce alla nostra bella e gentile Reggio. Stanca e provata. E ci sembra di udirla, questa voce soffice e calda. Che ci invita ad amarla. Solo questo. Amore autentico come quello dei poeti. Conoscetemi, ed amatemi. Avrete un motivo in più per restare. Leggete questo libro, reggini capaci d’amore. Consoliderà il vostro sentimento. “Perché se siamo qui ancora allora vuol dire che, in fondo, anche se non ce lo diciamo, anche se vorremmo una città diversa, anche se vediamo troppi limiti, ecco: vuol dire che ci crediamo. Che ancora ci crediamo in questa città.” Gli alunni di Mirto ricordano la Shoah Sant’Antonio Abate È stato celebrato Sant'Antonio Abate, chiamato “Sant’Antuono” nell'Italia meridionale, con la tradizionale benedizione degli animali. Sant’Antoni (Qumans, 251 circa – deserto della Tebaide, 17 gennaio 357), fu un eremita egiziano, consi- derato il fondatore del monachesimo cristiano e il primo degli abati. A lui si deve la costituzione in forma permanente di famiglie di monaci che sotto la guida di un padre spirituale. Nella foto il santo in un dipinto di Mattia Preti. Nella scuola primaria di Mirto venerdì 25 e sabato 26 Gennaio si è celebrata la Commemorazione della Giornata della Memoria. La classe prima e seconda si sono riunite per condividere un'attività di lettura sulla Shoàh. Con grande interesse i bambini hanno ascoltato la storia di Otto un orsacchiotto di pezza, compagno di gioco di due bambini tedeschi. Alla lettura dell'insegante è seguita una conversazione e come momento conclusivo i bambini, con tanto di pennarelli, hanno trasformato un filo spinato, simbolo di prigionia e di sofferenza, in una cornice colorata, scintillante e piena di amore che conteneva parole “che ci fanno sentire bene” come: pace, amore, amicizia, mamma e papà. È stato un bel momento per condividere un’attività su un argomento delicato al quale gli alunni si sono interessati attivamente. Le classi III, IV e V, invece, hanno letto “L'albero di Anne” . La storia è molto semplice, e proprio nella semplicità sta la sua forza. Nel cortile del giardino al numero 263 di DOMENICA Prisengracht, c'è un grosso ippocastano, vecchio di un secolo, un albero maestoso sotto la cui corteccia convivono migliaia di ricordi. Tra i tanti ricordi, però, solo uno è talmente bruciante da restare indelebile e vivo, dopo quasi 65 anni. È il ricordo di una ragazzina olandese, una ragazzina che si chiamava Anna Frank. Alla lettura è seguita un’ampia discussione e sono emersi dei pensieri veramente toccanti e molto profondi. Tutti sono stati concordi nel condannare la deportazione ed essere solidali con coloro che hanno sofferto. Infine con la speranza che la memoria di ciò che è stato, sia utile a ciò che saremo ogni alunno ha scritto il proprio pensiero sulla sagoma di una foglia di ippocastano per far rivivere l'albero testimone silenzioso di una storia consumata nel “silenzio”. Sabato 26 gennaio gli alunni riuniti nell'androne della scuola hanno assistito alla visione del film “La vita è bella” di Benigni e al termine del film è stato osservato un minuto di silenzio. 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 28 Lo sapevate che... la Riviera * una volta, gli sposi, cioè "i zziti frischi", dovevano aspettare otto giorni prima di uscire di casa? * una volta c'era anche il matrimonio clandestino per due giovani che non volevano, o non potevano, contrarre matrimonio? Potevano anche convivere, si "cogghjèvunu", come si diceva allora, celebrando un rito ancestrale intorno ad un albero situato nella piazza principale del paese intorno al quale gli sposi, dopo aver compiuto tre giri, dicevano vicendevolmente: " Arburu me' hjurutu / je' sugnu 'u zzitu / e tu la zzita", ( Lombardi Satriani "Concetto di matrimonio Clandestino per il popolo calabrese"; Il Progresso; 1928; pp. 24). Polistena: Il teatro stabile foto NOTIZIE Filumena Marturano: un successo! MARIA BOETI a voce che repentinamente cambia riuscendo a dare il tono appropriato a tutte le scene. Questa la prima frase che d’acchito ci viene da esprimere stilando una critica sulla recitazione di Filumena Marturano, interpretata magistralmente da Marilena Luccisano sabato scorso in una seconda rappresentazione a gentile richiesta del pubblico bramoso di rivedere il capolavoro di Eduardo De Filippo. Va evidenziato un pizzico d’ imperfezione nella primissima parte, infatti, troppo truccata e ben pettinata, non rappresentava, esteticamente, a pieno la napoletana dismessa che Filumena era subito dopo alzata dal letto di morte (presunta). È parso di cogliere che i truccatori e i parrucchieri non abbiano curato l’ aspetto consumato di cui in quel momento la protagonista doveva essere avvolta, infatti strideva con la vestaglia e lo scialle. Per il resto la Luccisano non ha nulla da invidiare ad attrici consumate, non la si può rilega- L BRADIMANTE E, pensare che qualcuno lo nega, quell’eccidio continuo e mostruoso, della Seconda guerra mondiale che portò a eliminare, con precisione chirurgica, e senza esitazione alcuna, 6 milioni di ebrei, in tutta l’Europa. Ad analizzarlo in tempi di pace, quello sterminio crudele di esseri umani innocenti e inermi, avvenuto a opera del nazismo nella Seconda guerra mondiale si rimane colpiti nell’anima, tramortiti da ciò che avvenne nel mondo a scapito degli ebrei. Poiché il Cristianesimo è nato dall’ebraismo, dal suo annuncio, dalla promessa nell’Antico Testamento della venuta del Messia, che gli ebrei non hanno riconosciuto. Questa la loro colpa. Ma non fu per questo che furono decimati, fu ché in quegli anni l’Europa fu come pervasa da un vento malefico, di distruzione che colpì molte nazioni. A meno di 40 anni dalla Prima grande terribile guerra mondiale, che lasciò sul campo vittime e macerie e un’Italia da ricostruire, ne scoppiò un’altra ancora più terribile, che la Madonna a Fatima aveva predetto alla veggente Lucia di Fatima. E, questa guerra portò pure morte e violenza, come tutte le guerre, re a semplice interprete di cultura popolare per hobby, in lei c’è della passione, del talento e questo, siamo convinti, lo si denoterebbe anche se recitasse delle storie strampalate. Sabato sera, al teatro dell’ Auditorio Comunale di Polistena c’era in lei lo spirito e la volontà di trasmettere sentitamente e con stile, al pubblico, sia la vicenda drammatica quanto l’eroismo di Filumena. Questa donna che oggi non avrebbe più senso di esistere. È sicuramente uno dei più grandi capolavori teatrali italiani ma certamente superato, dal punto di vista di modello imitativo, in quanto, una donna moderna che volesse rifarsi alle gesta della protagonista cadrebbe nel ridicolo, basterebbe un tampone di saliva per accertarsi sulla paternità. Dunque, Domenico Soriano non si lacererebbe le budella più di tanto, non cadrebbe preda dell’ ira, nulla varrebbe tormentarlo. Invece, per l’epoca in cui Filumena vive, è strepitosa nella sua trovata. È bravissima ad inculcargli il seme del dubbio. Lei, prima serva poi concubina. che rimane impigliata in una fac- cenda sentimentale sfortunata, a parte che non sapeva neppure scrivere, è eccezionale nel “avvelenare” il cervello di don Mimì. Ha una visione chiara della situazione in cui si trova e così dopo averlo servito moltissimi anni, decide di riprendersi le rivincite. Deride don Mìmì imprenditore e play boy da strapazzo che avviandosi verso il tramonto continua a “svolazzare” intorno ad una ventenne, facendo il filo ad una giovane che potrebbe essere sua figlia, illudendosi anche di sposarla. Questa figura maschile interpretata da Gigi Gargano, tra l’altro anche regista, al quale va un voto davvero alto per la grande plasticità del viso. La faccia cangiante, cedevole e rigida a secondo degli stati d’animo che le scene richiedevano, fa di lui certamente un grande attore. Ai ragazzi e ai bambini del cast va il voto del 10 pieno con il tributo di un plauso scrosciante. La luce che emanava dal loro viso era più luminosa di quella della scenografia. Quanto siano stati bravi a dare un’ immagine paradossale dell’aspetto e della personalità del loro patrigno, della loro madre e della situazione che si era venuta a creata in casa, non c’è penna che possa descriverli. Un’ammirazione ai genitori di questi adolescenti che li sorreggono avviandoli all’arte teatrale contro forme di pigrizia e/o malvagità di cui la società moderna mostra il volto quotidianamente. Non possiamo esimerci dallo sti- lare un nota su Cosimo Rao, che pur interpretando un protagonista di secondo piano (Alfredo), è dotato di capacità espressiva innata e di un talento impressionante da trasmettere e suscitare positività con la sola presenza. Da registrare l’introduzione della presentatrice Lucia Raso affiancata dal Presidente Antonio Tropepe che nel formulare i saluti di cortesia e - come avviene sovente sono stati fatti gli elogi a personaggi del mondo della sanità e della politica… - prima dell’alzata del sipario ha diffuso quello che è il secondo strato della Commedia: Filumena raffigura la Nazione e i figli le varie categorie sociali di quella che era l’ Italia del dopoguerra. Altresì, la prefazione sarebbe stata meglio se fatta a braccio e non letta. Per il resto complimenti a tutti gli attori del Teatro Stabile di Polistena con l’augurio che continuino ad allietarci con altre commedie, sia noi polistenesi che cittadini dei paesi viciniori, dei quali, sia nella prima che nella seconda serata, la presenza è stata massiccia. “La giornata della memoria, per non dimenticare!” opera delle forze del male, che mettono uomo contro uomo, nazioni contro nazioni. Quando scoppia una guerra significa che l’uomo perde la ragione e diviene vittima di calcoli egoistici! «Non c’è pace senza Giustizia!», ripeteva Giovanni Paolo II ed è vero. E aggiungeva: «e non c’è Giustizia senza perdono», perché la nostra Giustizia non sarà mai perfetta, e ciò che manca alla Giustizia umana lo può aggiungere il perdono. Ed è quello che deve fare il popolo ebreo, vittima di una persecuzione orribile, inumana, ingiusta. Poiché il sonno della ragione genera mostri. Ed è ciò che è successo nel 1936, con le leggi razziali, alle quali aderì purtroppo anche Mussolini a scapito di ebrei, zingari, omosessuali, e a persone con handicap. Si creò il mito dell’eugenetica, della razza ariana, della razza perfetta, e pensare che fu promotore Hitler, che era di origine ebrea per parte materna. Ma credo che fu una sorta d’invidia economica e sociale contro gli ebrei, che detenevano posti chiave, erano colti, scienziati, artisti, professori, medici, pianisti, a suscitare la rabbia sociale. Erano, sì, colti ma deboli nello stesso tempo, poiché non avendo una Patria, erano sparpagliati in tutto il mondo, senza Patria, in esilio biblico perenne, in diaspora antica e quindi colpibili. Tra tutti gli ebrei geniali e illustri voglio ricordare Einstein, scienziato, Marx, Freud, Natalia Ginzburg, scrittrice, ma ve sono molti altri. E, tra i deportati ricordo Primo Levi, scrittore, scienziato e pittore, e Anna Frank, ed Elisa Springer, che conobbi personalmente, un paio d’anni fa, in una sua visita testimonianza nella Locride, nell’ambito della quale incontrò le nostre scolaresche, per far vedere dei filmati sui lager di Auschwitz, e il numero che portava marchiato sul braccio sinistro, come una bestia, marchiata a fuoco per sempre, come neanche le bestie fanno, ma gli esseri umani a volte sì. Elisa scrisse due libri, “Il silenzio dei vivi”, sulla sua deportazione ad Auschwitz prima, e a Buchenwald poi, da dove riuscì a scappare. Questi due vol. sono uno il seguito dell’altro, e sono due testimonianze schioccanti proprio come ogni testimonianza vissuta e narrata dai deportati. Elisa viveva nel terrore che le persecuzioni potessero ritornare a scapito del popolo ebreo. Era una donna bella, colta, elegante e con quel marchio nel cuore, nell’anima e sul braccio, che non riusciva a dimenticare. Come poteva dimenticare? Come biasimarla? Ritornò ad Auschwitz, luogo degli orrori, accompagnata dal figlio medico. Aveva sposato un pugliese, e per non dimenticare testimoniava la sua esperienza terribile di donna deportata. Molti i film su questa terribile esperienza, tra i tanti: “Perlasca”, un italiano buono e geniale che salvò migliaia di vite umane, “Scindler’s list”, “Il pianista”, “La vita è bella” di e con Benigni, che vinse l’Oscar. Tra i libri ve ne sono tantissimi: il più famoso “Il diario di Anna Frank”, quelli di Elisa Springer, che fu ad Auschwitz internata con la Frank, e “Se questo è un uomo” di Levi, “L’ultimo sopravvissuto”, “Il bambino ritrovato”, “Il bambino con il pigiama a righe”, ecc. Chiudo, con le parole di A. Einstein che quando gli chiesero di scrivere, in tempi di persecuzione razziale, a quale razza appartenesse, scrisse: «…alla razza umana», e solo chi non la pensa così è… veramente disumano! DOMENICA Eleonora Scopelliti, la ballerina più bella della tv italiana è calabrese Il nostro editore vedendo questa foto ha commentato: «è una statua». La bellezza di questa ballerina è oggettiva. Tanto che sul suo profilo di facebook alcuni ammiratori gay le dichiarano il loro amore, nonostante le loro preferenze. Eleonora Scopelliti è una delle ballerine professioniste del programma Amici. Ha un curriculum di tutto rispetto. tra l’atro ha anche fatto parte anche del cast dell’hollywoodiano “Nine” di Rob Marshall. Ed è originaria della Calabria. Ha una nonna che viveva nella nostra terra e anche una zia che ancora vi abita. La Marina di Briatico icona di Trony e di Sony Giuseppe Conocchiella cercava nelle pagine web di Trony le ultime novità elettroniche. Trova il nuovissimo tablet della Sony, il modello Xperia Z, che, ancora in vendita solo in Giappone, sarà il tablet più sottile al mondo. E vede che nello schermo del tablet targato Sony c’è una bellissima immagine della Marina di Briatico con tanto di torre di avvistamento “Rocchetta”, mare azzurrissimo e una barca briaticota in primo piano. Lo stupore di Giuseppe per la scoperta diventa oggi un punto di orgoglio per tutti i cittadini di Briatico, per i tanti pescatori che si ritrovano come luogo di partenza e di approdo, uno dei paesaggi più belli al mondo. 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 29 Parlando di... Il più amato dai sidernesi Super Ciccio O “voi” o non “voi” Ad Anagni i vertici della chiesa calabrese, il Vescovo Vittorio Luigi Mondello e Don Pino Strangio Antony Voice bloccato in ascensore ha fatto la fine del sorcio in trappola 2 cuori e una pensilina!!! In una notte magica Il Ravel abbraccia il Ricaroka come ai vecchi tempi Ex nemici hanno fatto pace Messaggi nel tempo di Daniela Ferraro Dite che siamo 50.000 La Candelora I Briganti hanno voluto ringraziare così i loro fan per il raggiungimento di 50.000 iscritti al loro gruppo. «Briganti nasce il 15 febbraio del 2010 e tra non molto compirà tre anni. Non potevamo ricevere, per il compleanno della pagina, regalo più gradito da tutti voi del raggiungimento dei 50.000 iscritti! In principio, non avremmo mai immaginato di poter conseguire questi risultati: 50.000 iscritti? Un miraggio! Poi, abbiamo visto il vostro numero aumentare sempre più in un rapporto di arricchimento e di crescita reciproci, per noi preziosissimo. Dopo l’ingiustificato blocco della pagina, del mese scorso, abbiamo temuto di aver perso questo rapporto e di non poter proseguire il cammino condiviso verso il riscatto della nostra terra. Alla fine, la pagina ci è stata “restituita” e come capita- to tutte le altre volte in cui abbiamo incontrato delle difficoltà – e vi assicuriamo che è accaduto in questi tre anni – superarle ci ha resi più forti e determinati di prima, anche grazie al vostro sostegno ed aiuto. La strada da percorrere è anco- ra lunga, certo, ma la distanza non ci spaventa, perché la percorreremo assieme a tutti voi. Grazie Guagliu’. Grazie Picciòtti. Grazie Uagliù. Grazie Vagnoni. Grazie Figjioli. Grazie Briganti». “Per la santa Candelora, o se nevica o se plora, dell’inverno siamo fora”. Così recita un antico proverbio popolare facente riferimento alla festa cattolica del 2 febbraio nel corso della quale si benedicono le candele prima della processione in occasione del passaggio, anche simbolico, dallíinverno alla primavera, dal freddo buio del primo al risveglio di luce e di calore della seconda. La festa si riconnette, senz’altro, a più antichi riti pagani, dal celtico Il vertice di A Occhio Tonino il nemico ti spia Tra le tante produzioni biologiche dell' azienda agricola "Casale li Monaci" di Anthony Reale ho trovato questo enorme cavolfiore che sembra un bouquet floreale.. Imbolc che celebrava l’arrivo della primavera, foriera di luce, ai romani Lupercalia (in onore del dio Fauno) nel corso dei quali ìsi accendevano tutte le lampade in luce grandissimaî e ci si purificava prima dell’avvento del nuovo anno o, ancora, ai romani Februaria dedicati alla dea Februa (Giunone) che compiva sacre abluzioni su se stessa e sul mondo, sua emanazione. È evidente, in quest’ultimo caso, il rapporto con la “purificazione di Maria” avvenuta nel tempio allo scadere dei 40 giorni dopo il parto, periodo in cui, secondo la tradizione ebraica, una donna rimaneva impura. Nelle credenze popolari questa ricorrenza rivestiva anche una particolare valenza di carattere magico: rappresentava, infatti, il giorno utile per trarre auspici per il futuro, per guarire da malattie e sedare pestilenze, per predire l’esito dei raccolti, per accertare e togliere il malocchio. In quest’ultimo caso, si immergevano tre capelli dellíinteressato in una bacinella piena díacqua in cui si versavano tre gocce di olio prima intinte nel dito della persona. Se le gocce rimanevano intere e al centro della bacinella, il soggetto non era affetto da malocchio, si in caso contrario e si poteva procedere ad estirparlo.Comunque sia, rimane sempre fervido l’auspicio di una “purificazione” personale e di massa come pure la speranza di un prossimo e conclamato passaggio dal buio dellíincertezza e della sfiducia imperante alla luce di una nuova palingenesi sia sociale che politica. Possano i “lumi” ben rischiararci il cammino in vista delle imminenti elezioni per condurre a dovere le tanto agognate “pulizie primaverili” di casa nostra, l’Italia! DOMENICA 03 FEBBARIO 2013 LA RIVIERA 30 la Riviera Lo chiamavano Zorro Recita di Natale 2012 Scuola M.Bello, Classe II A Ins. Itala Lombardo, Giselda Graneri e M. Angela Musuruca Amarcord Quando Nicola e Pasquale festeggiavano la promozione del Siderno Assoindustria “Aspromontani “ in Marina Franco Neri e Dario La Rosa Un trenino pieno di auguri per il battesimo e il primo compleanno di Nicole. Due grandi Calabresi Splendidi Auguri Al nostro piccolo grande uomo Matteo. Papà Carmelo e mamma Antonella Con immenso affetto Pietro e Giada Vincenzo Panetta, Paolo Turrà e il dott. Polito durante una pausa dalle riprese del film “Vite Vendute” SIDERNO: PUBBLICATI E RIPARATI Su “la Riviera” del 27 gennaio abbiamo segnalato la presenza di monconi di ferro del vecchio pontile venuti alla luce con la bassa marea. La prossima settimana un gruppo di sommozzatori interverrà. Si immergeranno per ripulire il fondale dai resti del pontile di Siderno. Bagnanti salvati! Parola di Rotondi. Vedremo. DOMENICA 03 FEBBRAIO 2013 LA RIVIERA 31