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Restò – appena sbucato all`aperto – sbalordito. Il carico gli cadde

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Restò – appena sbucato all`aperto – sbalordito. Il carico gli cadde
GENNAIO-FEBBRAIO 2016 ANNO X N. 176
Restò – appena sbucato all’aperto – sbalordito. Il carico gli cadde dalle spalle. Sollevò un poco
le braccia; aprí le mani nere in quella chiarità d’argento.
Grande, placida, come in un fresco, luminoso oceano di silenzio, gli stava di faccia la Luna.
Sí, egli sapeva, sapeva che cos’era; ma come tante cose si sanno, a cui non si è data mai importanza.
E che poteva importare a Ciàula, che in cielo ci fosse la Luna?
Ora, ora soltanto, così sbucato, di notte, dal ventre della terra, egli la scopriva. Estatico, cadde
a sedere sul suo carico, davanti alla buca. Eccola, eccola, eccola là, la Luna…
C’era la Luna! La Luna!
E Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell’averla scoperta, là, mentr’ella saliva pel cielo, la Luna, col suo ampio velo
di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non
aveva piú paura, né si sentiva piú stanco, nella notte ora piena del suo stupore.
-Pirandello-
EDITORIALE
MISERICORDIA & PERDONO
Sono sempre più numerose le occasioni in cui veniamo chiamati in tanti luoghi e momenti, in forza
dell’esperienza che viviamo nelle nostre comunità
de l’Imprevisto, a rendere testimonianza circa l’avvenimento del perdono e della misericordia. In seguito alla proclamazione dell’Anno Giubilare della Misericordia da parte
di Papa Francesco tanti si interrogano intorno a queste vicende.
Succede però che diverse persone pensano che perdono e misericordia siano assimilabili solamente ad un bene incondizionato, ossia ad un affetto grande da offrire sempre
e comunque; siano sinonimi di accettazione e accoglienza acritica di ogni male e limite;
oppure riguardino la volontà di dimenticare, di far finta che non sia successo quello che
ha arrecato dolore e perdita.
Si capisce invece che la questione è sicuramente molto più complessa e profonda.
Il pentimento e dunque la misericordia e il perdono non sono cose che partono dal considerare il passato. Se così facessimo il male ci sovrasterà sempre.
L’esperienza della misericordia e del perdono non parte dal fatto che consideriamo e
comprendiamo il male… questo è il senso di colpa, è il senso dell’offesa… Essi iniziano e si sviluppano a partire da un bene, dal fascino del bene e della bellezza.
La misericordia e il perdono non spigionano da lacrime di dolore, ma da lacrime di gioia,
dall’irrompere nella nostra vita di un orizzonte grande e nuovo che ci attende.
Altro che ‘sfrugugliare’ nel passato, altro che rimuginare dentro la tormenta delle emozioni, dentro il cumulo di detriti. Occorre guardare e scoprire il presente, immaginare e
guardare il destino futuro.
Occorre partire dalla consapevolezza che nulla può soffocare o impedire il desiderio di
un bene così grande e imprevisto che nessun buio dell’anima può oscurare.
Vuol dire chiedersi, interrogarsi circa l’insopprimibile desiderio di gioia e di felicità che
scoppia nel cuore di ogni uomo.
Riconoscendo la propria sconfinata povertà affinchè si presenti nella nostra vita un
piccolo e imprevisto pertugio affinchè l’irruzione di Dio si manifesti e operi grandi cose.
2
Il viaggio
Chi l’avrebbe mai detto che dopo tanti anni avremmo trovato un quadro con dentro uno scritto delle
nostre vecchie ragazze della casa di reinserimento, sull’arco di Santa Veneranda, lasciato da Alceo nel suo
vecchio ristorante….ora nostra nuova sede del Tingolo?!?
Il percorso non finisce qua,
sulla casa nell’ arco...dopo due anni di comunità
tutto è cominciato anni fa
quando abbiam deciso di andar contro questa
società,
il sistema era complicato,
viverci dentro era uno sforzo sprecato,
poi l’abisso, il vuoto, il niente...
e ci siamo entrati dentro corpo e mente;
Della casa, gli amici e la famiglia,
li abbiam frantumati e fatta una poltiglia.
Una trasgressione innocente, un tiro qua e là e
un bicchiere di troppo...
e il delicato equilibrio si è rotto.
Un giorno sentimmo il nostro nome forte gridare,
ci voltammo ed intuimmo che questa era la vera
voce di cui ci dovevamo fidare.
E’ cominciata cosi la comunità,
all’inizio quattro mura piene di infelicità,
ma poi porto sicuro per chi, come noi, vagava
senza futuro.
Piano piano la luce si è fatta viva, e le mura di
infelicità
sono diventate una solida e calorosa realtà.
Ogni giorno bisogna andare avanti...
anche se qualcuno è rimasto indietro e l’abbiamo
perso.
Ci tenevamo strette e forte,
con la voglia di sconfiggere la morte.
Finito il tempo della cura,
c’era da fare un altro passaggio, vivere un’altra
avventura,
reinserirsi e ricominciare,
proprio in quel mondo dal quale volevamo scappare.
I rimpianti, i rimorsi e gli errori
hanno lasciato posto ai nuovi sogni, speranze e
valori.
Nella routine quotidiana,
nel senso compiuto di un’ esistenza diversa,
noi cinque insieme, compagne di viaggio
ogni giorno più forti e piene di coraggio;
le tentazioni e le difficolatà,
hanno messo a dura prova la nostra libertà.
Una vita normale e a noi sconosciuta ci troviamo ad affrontare,
a volte incomprensibile...ma con il bisogno
di amare.
Oggi guardiamo con occhi puliti, con fatica
e dolore,
ma con un sogno grande nella mente e nel
cuore.
Se il destino ci riserva altra ricchezza
siamo pronte ad affrontarlo per ricominciare,
sempre insieme ed ancora fino in fondo,
non aver paura e guarda avanti... che bellezza!
Il destino ci ha fatto incontrare tante
persone,
piene di umiltà, solidarietà e comprensione.
La Manu ci ha sempre accompagnato
in questo percorso fatto di gioie e dolori
mostrandoci sempre e comunque il suo amore incondizionato;
Alceo ci ha fatto incontrare,
e di questo la vogliamo ringraziare,
una persona splendida e solare,
che le sue prelibatezze ci ha fatto gustare,
mille parole si potrebbero dire...
ma con un enorme GRAZIE sincero vogliamo finire.
Con affetto,
le ragazze di S. Veneranda,
Sonia, Marina, Krizia, Barbara e Maggie
3
PROGETTO:
“Rio, la cura a tutela dell’ambiente”
Il progetto “RIO, la cura e tutela dell’ambiente”, approvato dalla Regione Marche e
in collaborazione con il Consorzio di Bonifica delle Marche, aveva come scopo la salvaguardia e la manutenzione dei corsi d’acqua e aree verdi pubbliche.
Questo progetto ha coinvolto la nostra Cooperativa L’imprevisto e altre tre realtà del
sociale per operare nella zona nord delle Marche, cioè la Provincia di Pesaro e Urbino.
Abbiamo svolto un breve corso teorico iniziale sulla sicurezza sul lavoro con i Sig. Aldo
e Stefano di “TERRE ALTE” Consorzio di Cooperative Sociali, che ci hanno informato
sui pericoli che avremmo potuto incontrare ed illustrato come si sarebbe presentato il
territorio sul quale in seguito saremmo intervenuti.
La nostra attività consistente nella manutenzione dei parchi pubblici, degli argini dei
fiumi e di pulitura dei fossi è durata circa n. 7 mesi (giugno – novembre 2015 e gennaio 2016) e si è concentrata nelle seguenti aree:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
COLBORDOLO
PIANA DI TALACCHIO
DEPOSITO TREVALLI
(VALLEFOGLIA)
BORGO SANTA MARIA
(FOSSO DELLA BISCIA)
OSTERIA NUOVA
ZONA CELLETTE
VILLA CECCOLINI
(FOSSO ZONA CARCERE)
MONTELLABBATE (FRANA)
CASE BERNARDI (TAVULLIA)
LA NOSTRA OPINIONE…
4
“Per me è stata una bella esperienza, visto che comunque ho avuto la possibilità di imparare a fare un nuovo lavoro. Inoltre mi è piaciuta la disponibilità dei responsabili del corso
nello spiegare ed illustrarci i vari aspetti e il significato degli interventi che avremmo dovuto
fare, come quello ambientalistico e i benefici che ne sarebbero conseguiti per il territorio.
Dall’altra parte penso che alcune tipologie di lavoro per alcuni aspetti erano troppo esagerate da svolgere con delle attrezzature a mano, piuttosto che con macchinari specifici. Trovo
che anche l’aspetto teorico iniziale può essere riguardato e migliorato per molto versi.
Personalmente, però, devo dire che sono contento e anche se non è stato per niente facile so
che è stata una cosa utile per me e per i miei compagni oltre che a livello naturale.
Apprezzo e ringrazio per la collaborazione tutte le persone coinvolte che hanno contribuito
alla realizzazione di questo progetto!”
ALEXANDER
“In questi mesi di progetto, attraverso il lavoro svolto ho compreso l’importanza della natura e di ciò di cui ha bisogno, e il bisogno che anche noi abbiamo nei suoi confronti. Le
soddisfazioni più grandi le ho sempre avute a lavoro finito, vedere un prima e un dopo del
territorio in cui siamo intervenuti, è stato sempre gratificante.
Un piccolo aspetto che mi permetto di menzionare, magari per un’altra occasione, è di
guardare e comprendere la tipologia del lavoro, perché spesso io con la mia squadra, siamo
intervenuti con mezzi non all’altezza del lavoro richiesto, svolgendo un lavoro poco sicuro.
Ringrazio le persone che mi hanno dato questa occasione e spero che questo progetto si possa allargare sempre di più visto le condizioni in cui spesso vengono tenuti i luoghi pubblici
e non.”
MASSIMO
“Innanzitutto ringrazio tutti quelli che mi hanno offerto e permesso di partecipare a questo
progetto. In questi mesi ho imparato di quanta attenzione e cura ha bisogno il territorio che
ci circonda e l’importanza di mantenerlo tale.
Abbiamo eseguito diverse modalità di lavoro, imparando ad intervenire sulla natura senza arrecarle danno. Penso che questo tipo di progetto vada portato avanti, la direzione è
quella giusta, ma un pizzico di organizzazione e attrezzatura più idonea permetterebbe un
risultato più rapido e migliore.”
PAOLO
“Questo corso è stato per me molto utile, perché in questi mesi abbiamo ricevuto molti insegnamenti sulla salvaguardia di territori verdi molto importanti per tutti i cittadini.
Svolgendo diverse tipologie di lavoro abbiamo imparato a muoverci in diverse situazioni,
comprendendo l’importanza della salvaguardia della natura sul nostro territorio.
Penso che possa essere molto utile continuare a portare avanti questa iniziativa per trasmettere anche ad altre persone, come è stata trasmessa a noi, questa attenzione.
Con qualche miglioramento, penso che possa diventare un progetto molto importante soprattutto per l’inserimento e l’educazione dei giovani al lavoro.”
MATTEO
“Il progetto RIO è stato secondo me un’esperienza lavorativa utile, sia a livello professionale
che formativo.
Abbiamo lavorato con lo scopo di migliorare zone pubbliche trascurate da tempo ed è stato,
sotto un certo punto di vista, soddisfacente.
Penso che questi tipi di progetti debbano essere portati avanti per il bene comune, della
società e di chi la compone, perché è importante recuperare ma soprattutto mantenere e
rispettare il territorio per la salvaguardia naturale e paesaggistica.”
RICCARDO
“Questa esperienza è stata bella, ma molto faticosa perché abbiamo fatto tutto a mano e
con pochi attrezzi anche se il lavoro non mi spaventa, perché ho già lavorato e mi ha dato
la possibilità di rientrare nel lavoro che era un pò di tempo che non lo facevo.
Lavorare in mezzo alla natura è stata una bellissima esperienza.”
FEDERICO
5
Una cena in compagnia
Il 29.01.2016 al Tingolo si è svolta una cena con i collaboratori del BANCO FARMACEUTICO, un’associazione di volontari che, una volta all’anno, chiedono alle persone che vanno
in farmacia di comprare dei farmaci da donare a chi è più povero per imparare la gratuità.
Spesso questi farmaci vengono poi dati anche a Cooperative Sociali e altri enti. Durante
la cena ci sono state diverse testimonianze da parte di noi ragazze, dove abbiamo raccontato la nostra storia, le nostre esperienze e il nostro cammino comunitario, ascoltando e
rispondendo anche alle domande degli ospiti.
Il pasto è stato preparato da due membri dell’associazione, Franco Secci e Andrea Rosaverde; io e Diana abbiamo passato tutta la preparazione della cena con loro, aiutandoli e
osservando con molta curiosità ed ammirazione il modo in cui cucinavano. Mi ha colpito
l’alchimia che si era venuta a creare tra loro, la nostra responsabile Grazia, Manuela Scavolini, e noi. Abbiamo preparato i ravioli con radicchio, pancetta e panna, e per secondo
delle bistecchine con taleggio e radicchio al forno accompagnate dall’insalata. Rimanendo
colpita dalla bontà dei piatti preparati, ho subito pensato che fossero dei cuochi e ho chiesto a Franco se avessero un ristorante... Alle sue risposte sono rimasta davvero stupita
scoprendo che lavorava alla motorizzazzione di Pesaro. Alla fine della cena si sono offerti
di pulire con noi la cucina e questo ci ha fatto molto
piacere.
L’esperienza che ho vissuto è stata piacevole e coinvolgente perchè mi ha fatto vivere un bel momento e
soprattutto mi ha fatto capire che quando si sta bene
insieme si lavora e ci si impegna di più, con più tranquillità non solo in cucina, ma in tutte le attività. Ringrazio loro e soprattutto la comunità che mi ha dato
la possibilità di vivere quest’esperienza costruttiva e
inattesa.
Alessia
6
STOP AL BULLISMO
Nel periodo di Dicembre, qui al Tingolo da noi ragazze, accompagnati da Silvio sono
venuti a trovarci quattro professori provenienti da una scuola media di Bologna. Dopo
varie presentazioni, iniziammo a parlare del perchè fossero qui e delle loro numerose curiosità nel volerci conoscere. Ci raccontarono che, purtroppo, a scuola ci sono parecchie
famiglie disagiate con figli che già all’età di 11, 12 anni, stanno entrando a far parte del
mondo delle sostanze.
Quasi ogni giorno si ritrovano davanti ad una gran parte degli studenti che mostrano disinteresse nello studiare, nell’ essere presenti alle lezioni e oltrettutto, se ripresi, anche molto irascibili, scontrosi ed incattiviti dalla vita che stanno conducendo. Molti hanno condizioni familiari
poco favorevoli e di conseguenza, appunto, non riescono nemmeno ad avere un aiuto ed
un appoggio da parte dei genitori. Insomma, tanto è il bullismo che domina là dentro, ed
è uno dei “movimenti” più brutali che domina la nostra generazione...
Che orrore, che tristezza! Ci hanno detto che diverse volte hanno provato a trovare una
via di comunicazione, ma i risultati sono stati solo che
insoddisfacenti, perciò, non ricavando soluzioni a tali avvenimenti difficili ed insostenibili ci parlarono dell’iniziativa che avevano preso
per un progetto scolastico contro il
bullismo in tutte le sue forme.
Hanno voluto la nostra mano per capirne di più su
come potere agire, ascoltando le nostre esperienze passate e il nostro modo di come affrontiamo la vita oggi grazie all’Imprevisto,
per poter creare qualcosa di davvero bello e
un’ alleanza con noi. Sono stata davvero contenta perchè penso che
sia una cosa da non lasciar inosservata, dalla quale potrebbe nascere un forte richiamo per noi ragazzi, che oggi come oggi,
ci abbandoniamo lasciandoci sprofondare in
questi circoli viziosi e bui nei quali ci perdiamo totalmente, non riuscendo più a risalire. Ogni giorno anche per
televisione, o addirittura solo per sentito dire veniamo a conoscenza
che tanti di noi fanno una
fine che qualsiasi
genitore non vorrebbe che il proprio figlio
facesse. Aiutiamoci a vicenda, niente è perso, noi ne siamo
la testimonianza
vivente che se si desidera con il cuore, si può
cambiare.
Nulla è impossibile, l’importante però, è crederci
sinceramente, lasciandosi prendere da quel che di bello c’è. Basta guardarsi attorno, perchè le
belle novità stanno sempre dietro l’angolo.
Nada
7
“Educare , un grande
infinito perdono”
Di primo acchito, che mi venga chiesto di
fare una testimonianza col titolo “Educare, un grande infinito perdono”, mi fa quasi sorridere!
A me poi,che ogni tanto i miei figli devono
dirmi: “Ma babbo, non si dice quella cosa,
non ci si comporta così... Con la nonna
sei stato cattivo” ecc, ecc. e tante altre
frasi che sarei io a dover dire loro.
Se guardo questo, e se loro guardassero
solo questo come potrei sussistere??
Dovrei stare in silenzio e da qui chiedere a voi tutti come si può educare, come
si può imparare tale compito così arduo e
trasmetterlo alla parte migliore di me che
sono i miei figli??
E come si può farlo senza posare troppo lo
sguardo sui limiti miei giá trasmessi per osmosi a loro??
E come se ne esce quando questa ultima cosa fa venir voglia di tirare i remi in barca e dire: “Basta, meglio lasci perdere... Faccio
solo casino... Meglio che ti arrangi con la mamma o da solo... Sará
la vita che busserá alla tua porta e ti chiederá drammaticamente di
imparare questa cosa”!!
Certo che questo succederá, ma nello specifico lo si dice per togliersi dalla responsabilitá, dall’incapacitá...
Insomma ci si arrende!!
Se poi penso che educare significhi dar l’esempio con la propria
vita, con la propria storia allora io col mio passato potrei esser
messo a tacere in fretta... Come i figli adottivi che rispondono
ai genitori “Che cazzo vuoi te che non sei neanche mio babbo”!!
E quante volte vien voglia di mollare, e quante volte si sbaglia... Fino al disgusto di ricominciare!
E ogni volta abbattere quel disgusto è difficile e, per quanto mi
riguarda, necessita di un passaggio...
8
Cioè che io mi perdoni, o almeno lo chieda e così sciolga il mio,
di nodo.
Perchè anche avendo tutte le ragioni del mondo c’è sempre una mia
componente, nel modo, nella reazione che fa si che non si comunichi,che non passi più nulla,che non si educhi!!!
E qui il titolo dell’incontro mi aiuta, occorre veramente un grande
infinito perdono!!
Quando riordino le stanze la mattina dei miei figli,che magari la
sera prima mi hanno fatto arrabbiare,io ho perdonato...
Magari loro non se ne accorgono neanche, ma sto meglio io!!
Quando continuo a chieder loro alcune cose e vedo che continuano a
fregarsene spesso mi arrabbio...
Ma alcune volte penso “Forse ‘sta cosa non riescono a farla adesso,
forse non è tempo... Forse non lo sará mai”!
A volte li guardo e penso a me alla loro etá... E vedo gli stessi limiti (non tutti spero) e cerco di spronarli a combatterli, a essere
migliori...
Perchè se chi discende da me riesce a essere migliore, mi aiuta a
perdonarmi!!
Nel perdono nulla si dimentica, ma si guarda la parte migliore!!
Ah, quanto devo impararlo ancora!!!
E spero che i miei figli crescendo mi guardino un pò cosi...
Per la cura con cui ho coltivato viti, per il posto che ho sempre fatto a un amico in difficoltá, perchè a parti inverse ho fatto altrettanto ecc.ecc.
Ma, per perdonare una persona, per capire a fondo la portata di ciò
che era e che voleva dirci, scriverci, comunicarci, tramandarci
occorre che accada un fatto drammatico... Doloroso!
E cioè che questa persona lasci questo mondo...
Come i quadri che acquistano un valore immenso dopo la morte
dell’autore.
Non che prima non lo si intuisca o non sia vero, ma è solo dopo la
morte che la nostra vita acquisisce, per chi rimane e ci ha voluto
bene, un significato immenso, puro, infinito!!!
E così la morte tanto temuta fará accadere un miracolo...
Il piu grande miracolo... Lascerá in vita la parte migliore di noi
che cambierá il cuore di chi ci piange, rendendolo migliore...
E piu bisognoso e vicino a Dio!!!
Gabriele Balestra
Ciao Silvio,
ti volevo ringraziare di cuore per la testimonianza della scorsa settimana. Ti
ringrazio anche a nome dei tanti amici
presenti. L’incontro con te e con la tua
esperienza mi sta accompagnando e sostenendo da anni. Te lo assicuro. Abbraccia e ringrazia di cuore anche Gabriele,
Alice Diletta e Ilaria. Spero ci sia occasione di rivedersi anche con loro!
Un caro abbraccio, Elena
9
C’è posta per...
Carissimo Silvio,
carissimi Amici de L’Imprevisto,
nei giorni scorsi ho ricevuto l’invito a partecipare alla giornata delle Dimissioni. Devo dirvi
con tristezza che anche quest’anno non riuscirò a partecipare, ma volevo comunque farmi
sentire vicino a voi in un giorno così importante, pieno di gioia e di speranza nel futuro e
nella vita.
In seguito all’aperture dell’Anno Santo di papa Francesco, mi sono soffermato con i ragazzi
del carcere sul significato del Giubileo e in particolare sull’importanza che ha il passaggio
della Porta Sante per ognuno di noi.
Guardando i loro volti mi veniva in mente che questo Anno è un invito che Dio ci rivolge a
dare una svolte decisiva alla vita. Dio vuole fare di te una cosa meravigliosa.
Il passaggio della Porta Santa è il Suo desiderio di condurmi da una vita appoggiata su cose
effimere a ciò che rimane; dalla sofferenza e il dolore a giorni felici; dalla disperazione e
distruzione di sé per un’esistenza lugubre senza significato alla speranza luminosa di essere
voluti, attesi e amati da sempre.
La nostra porta è Gesù. Solo lui può darci tutto questo.
Allo stesso tempo la vostra comunità e la nostra amicizia sono per ciascuno quella Porta
Santa, attraverso cui passare, che ci sostiene, ci accompagna e ci aiuta in questo cammino per
poter anche noi approdare ad una vita lieta, bella e piena di significato.
Auguro a tutti voi un Santo Natale e buon cammino in questo Anno Santo.
Che ciascuno di noi diventi Porta di bellezza per tanti che incontriamo.
Un abbraccio a tutti,
don Nicolò Ceccolini
10
Carissimo Silvio,
con grande ritardo, ma mi faccio viva.
Ho letto con calma ed attenzione “Torniamo a casa”.
Non è la solita frase di circostanza dirti che mi ha coinvolto molto, anzi di più,
emozionata e commossa. Perché questo? Ti faccio una breve premessa, fondamentalmente per motivare quanto ho detto: mi sento circondata da “un mondo”,
anche nell’ambiente in cui vivo, nelle piccole relazioni sociali, amicali, a volte
anche famigliari, dove prevalenti sono l’egoismo, l’indifferenza, il pessimismo.
Il tuo libro è una “voce” che dovrebbe essere diffusa; è un modo di sentire e di
vivere l’umano, quasi incredibile, ormai inesistente. Ciò che mi ha colpito di più
sono stati questi aspetti: l’amore, la fiducia, la speranza.
Dici dei tuoi ragazzi: non tradirli mai, dare loro la forza di credere in se stessi, di
non avere paura. Alla “voce” importante: non giudicare, andare oltre alla apparenza, vedere la sofferenza che c’è in ciascuno di noi, anche se manifestata in
comportamenti negativi. I tuoi ragazzi infatti dicono “tu Silvio perdoneresti tutti”
e questo vale per ciascuno di noi, soprattutto se sappiamo che c’è qualcuno che
può aiutarci.
Caro Silvio, mi fermo qui – e ribadisco che il tuo scritto dà forza e speranza –
grazie veramente.
Un augurio grandissimo a te, famiglia e i tuoi ragazzi.
Un abbraccio
Laura
Sono stata al Tingolo una settimana fa. E ci voglio ritornare!
E’ sconvolgente vedere un luogo così umano in cui io, perfetta sconosciuta, mi possa
sentire a casa. Ho partecipato all’assemblea del Giovedì e ho visto e sentito ragazze
nuove e desiderose di Vivere.
Solo Cristo, attraverso lo sguardo degli operatori della comunità, può essere l’artefice
della rinascita umana, mia e di quelle ragazze.
E l’unica cosa di cui abbiamo bisogno è vederLo all’opera attraverso questi fatti.
Sono grata di aver potuto vedere anche questo, oltre la bellezza dei giorni passati a
Rimini.
Nei giorni successivi alla “visita” , facendo i conti con la mia distrazione quotidiana,
ripensavo a voi ed ero costretta a ridirmi che è possibile vivere così, è possibile questa
esplosione di vita e rinascere ogni secondo.
Chiedo di essere disponibile sempre più ad assecondare l’iniziativa del Mistero su di me
e sugli altri, grata di tutto quello che già mi ha riempito gli occhi e il cuore.
Silvia Catalfamo, Palermo
11
In ricordo di mio fratello Federico
12
Qui le persone mi sono state tanto vicino, molto più delle persone che probabilmente avrei avuto
fuori e mi hanno aiutata a vedere il buono che c’è in questa tragedia, che io da sola non avrei mai
visto, avrei visto solo il buio, perciò mi hanno fatto vedere che quello che è successo è un motivo
per me per migliorare ancora di più, per continuare a vivere.
Immagina che la vita sia un cerchio, io la vivevo sul bordo del cerchio, non camminavo al centro.
Questa cosa che è successa mi aiuta a vivere al centro di questo cerchio. Gli operatori e le compagne mi stanno molto vicino, hanno saputo rispettare i miei momenti e i miei sentimenti.
Ho sempre in testa una cosa che mi ha detto Gianchi, cioè che ognuno di noi nasce con un compito.
Il compito di mio fratello, il suo obiettivo era che io stessi bene, quindi dal momento in cui io sono
entrata in comunità, lui ha assolto il suo compito, poteva quindi andarsene, ora sta a me non fare
che la sua vita sia stata vana.
Io non ho mai pregato, ora alla sera prego, prego anche per le mie compagne…non so se ha un
senso però lo faccio, mi tolgo un peso, mi sento meglio dentro e se le cose miglioreranno un giorno
anche qui, io potrò dire di aver aiutato questo miglioramento con la mia preghiera e mi sentirei
fiera. Prego perché so che mio fratello mi ascolta. Prego per i miei genitori: loro sanno che io qua
sto bene e io voglio che anche loro stiano bene…non ho mai pensato a come poteva stare mio padre, ero proprio egoista, e allora prego anche per chiedergli indirettamente come sta e al telefono
la prima cosa che faccio è chiederglielo.
Licja, in una testimonianza
Ripensando al suo viso, alle lacrime sul volto di Licja mi viene ancora la pelle d’oca.
E’ stato un giorno triste, questo è vero, ma come abbiamo visto nel film d’animazione
“Inside Out” dalla tristezza possono nascere i ricordi più belli, che più ci cambiano e
ci fanno diventare più forti.
Io questo mi sono augurata per te, fin dal primo istante in cui ho saputo la notizia.
Licja, i tuoi occhi colmi di tristezza trasmettevano bene tutta la tua sofferenza, ora a
distanza di due settimane ti guardo e vedo una ragazza più forte, più decisa.
Noi ti siamo state vicine, e questo lo sai bene, abbiamo dato tutte noi stesse e tu hai
fatto la tua parte, prendendo la nostra mano, sorreggendoti a noi, esprimendo le tue
emozioni, stando in un rapporto con noi invece che chiuderti in te stessa.
Ricordo quella volta in cui hai detto “Io non sono forte, sono forte perchè mi trovo
qui”, non c’è niente di più vero.
Magari fuori di qui, anzi sicuramente, avresti reagito in un altro modo cercando di
sostenerti a qualcuno o qualcosa che non poteva reggere il peso di questa grande
cosa.
In fondo lo sai, Licja, siamo noi la tua forza, noi che siamo qui per aiutarti a diventare
una persona migliore, noi che condividiamo i giorni, l’esperienza. Qui ci siamo noi
che ti vogliamo bene e le persone in grado di saperci amare sono la forza di ognuno
di noi.
Serena, dopo il funerale
13
SFONDONESS
Diletta: E ora.. “dolci sin
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Laura P.: L
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Beatrice: facendo il cruci, alla voce
<prima persona plurale> comincia
a declinare “il, lo, la, i, gli, le”. Tutte
ridono, ma Giada commenta “perché, cosa c’è di sbagliato?!?!”
Non lo “capisceo”!
Ho le braccia “consertate”
Durante il cors
o di inglese con
Augu, Tiziana
coniugare un ve
deve
rbo, e, convinta
che il verbo sia
“Always” dice “a
lwaying!”. Allo
scatenarsi di un
risata generale,
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si corregge “No
, no. Dosing!”
ndo l’iMi sta sale
icidia”
stinto “om
14
Beatrice (28.01)
“fisolofia” ?
Licja: E’ una “splendosic
ità”!!
(splendore)
Giada: Tiz
ià
pantaloni c’hai i
sporchi
di bianco
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Tiziana: L
av
‘na bianch ita è tutta
ezza!
Devi ess
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“incisa”!
Programmazione delle 15 Giovanni:
“Tiziana
Manzotti in cucina” e Tiziana: “e cu
so, lo chef
?!”
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casa c’è una penna! I miei co
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Carissima Bea, è arrivato anche per te il giorno del tuo compleanno e siamo felicissime
di poterlo festeggiare insieme. E’ arrivato il
momento che tu ti faccia sentire perchè ora
sei TU la più anziana del gruppo e tutte noi
abbiamo bisogno di te. Non tirarti indietro
proprio adesso; in questi anni hai dimostrato
un carattere forte e allo stesso tempo sensibile
e noi sappiamo che ce la puoi fare. Ti vogliamo bene CICCI, le tue compagne!
Paolo S. (03.02)
Auguroni al nostro Paolo. Dopo 5 mesi di casa Major
stai iniziando a sperimentare i sacrifici che si fanno
nella vita per qualcosa di buono! Continua su questa
strada che è quella più vera per te.
Mattioli Fausto (11.01)
Tanti Auguri caro nonno
Fausto! Grazie per la tua
pazienza e la tua allegria!
Federico D. (29.01)
Tanti auguri Federico, hai fatto un bel pezzo di strada e hai iniziato a capire
qual è quella che ti serve per migliorare e crescere. Di difficoltà ne incontrerai
tante anche adesso in casa di reinserimento: sta a te scegliere il modo di affrontarle... Noi siamo con te!
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BUON COMPLEANNO!
Emanuela Scavolini (15.02)
Dolce Manu, anche per te
oggi è un giorno pieno di
gioia, tanti auguri di buon
compleanno. Grazie per
esserci vicina in ogni circostanza, sappiamo che quello
che fai per noi ti nasce dal
tuo grande cuore, ed è per
questo che vogliamo augurarti un buon compleanno
con tutto il nostro affetto.
Mirko (13.01)
Tanti auguri al nostro nuovo sedicenne Mirko. Sono passati ormai 5 mesi e
abbiamo visto le tue paure ed insicurezze; nonostatne ciò siamo riusciti a
sentire anche quel grido alla vita che
il tuo cuore esprime ogni giorno, e
siamo pronti ad aiutarti ad ascoltarlo.
Auguroni i tuoi compagni.
Federica Garulli (16.02) Auguri Federica!!! Sempre sorridente e solare!
Lucio Mondini (26.02) Grazie per l’aiuto che dai a
Silvio e a tutti noi. Ci stupisce che avrai avuto sicuramente altri impegni e invece hai deciso di dedicarti a
noi!
Enrico (11.01)
Eccoci al tuo 22esimo compleanno. In questo anno
abbiamo vissuto molte esperienze insieme, ti abbiamo
visto crescere e passo dopo
passo sei riuscito ad accendere quel fuoco dentro di te che
ti ha permesso di alimentare
il desiderio di viverti questo
percorso fino in fondo. Ora
quello che noi vogliamo è che
tu porti avanti questa scelta
ogni giorno. Tanti auguri, i
tuoi compagni.
Alice (16.01) Sei una
roccia, una sicurezza, un
esempio per tutte noi!
Non perdere la tua certezza e le tue preziose lacrime con le quali salverai
il mondo!Auguriiii!!!!
Silvio (03.01)
Mitico Silvio, con la tua allegria e la tua profondità dimostri ogni giorno a tutte noi quanto può essere bella la VITA. Rappresenti per noi
una figura paterna, un modello da seguire e da cui prendere spunto per
vivere ogni giorno la bellezza che ci circonda senza lasciarci sopraffare
dal male.
Un augurio speciale va a te dalle tue ragazze!!!!
15
l’angolo tatzebao
Elicone: Buon giorno Caligola.
Caligola: Buon giorno Elicone.
Elicone: Sembri affaticato.
Caligola: Ho camminato molto.
Elicone: Sì, la tua assenza è durata a lungo.
Caligola: Era difficile da trovare.
Elicone: Che cosa?
Caligola: Ciò che volevo.
Elicone: E che volevi?
Caligola: La luna.
Elicone: Che?
Caligola: La luna. Sì, volevo la luna.
Elicone: Ah, e per fare cosa?
Caligola: E’ una delle cose che non ho.
Elicone: Sicuramente. E adesso È tutto a posto?
Caligola: No, non ho potuto averla. Sì, ed è per questo che sono stanco. Tu
pensi che io sia pazzo.
Elicone: Sai bene che io non penso mai. Sono troppo intelligente per pensare.
Caligola: Sì, d’accordo. Ma non sono pazzo e posso dire perfino di non essere mai stato così ragionevole come ora. Semplicemente mi sono sentito
all’improvviso un bisogno di impossibile. Le cose così come sono non mi
sembrano soddisfacenti.
Elicone: E’ un opinione abbastanza diffusa.
Caligola: E’ vero, ma non lo sapevo prima. Adesso lo so. Questo mondo
così com’è fatto non è sopportabile. Ho bisogno della luna, o della felicità
o dell’immortalità, di qualcosa che sia demente forse, ma che non sia di
questo mondo.
Elicone: E’ un ragionamento che sta in piedi. Ma, in generale, non lo si può
sostenere fino in fondo, non lo sai?
Caligola: E’ perchè non lo si sostiene mai fino in fondo che non lo si sostiene fino in fondo. E non si ottiene nulla. Ma basta forse restare logici fino
alla fine.
Albert Camus
Periodico de “L’imprevisto” realizzato dalla Comunità terapeutica femminile ”Tingolo”
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