Malattie ed EMOZIONI: il corpo vissuto vissuto, quale terapia terapia?
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Malattie ed EMOZIONI: il corpo vissuto vissuto, quale terapia terapia?
Malattie ed EMOZIONI: il corpo vissuto, vissuto quale terapia? terapia Silvia Ferrari Università di Modena e Reggio Emilia Vicenza, 18 Ottobre 2008 Un titolo vago… • Purtroppo non merito mio… • …Sufficientemente ampio ed insaturo da consentire eleganti uscite di tema • Si presta a diverse letture, a cambi di prospettive e di inquadrature – malattie “ed” emozioni: dalla grammatica alle relazioni pericolose? – il corpo “vissuto”: usato, vecchio, vintage? – vivere… il corpo, le emozioni, le malattie, la terapia? – “quale” terapia: c’è possibilità di scegliere? 1. Introduzione pseudofilosofica 2. L’emozione nel corpo “vissuto”: caratteristiche cliniche Malattie ed EMOZIONI: il corpo vissuto, vissuto quale terapia? terapia 3. La terapia del “corpo emozionato” e dell’ “emozione corporea” Malattie ed EMOZIONI: il corpo vissuto, vissuto quale terapia? terapia 1. Introduzione pseudo-filosofica 2. L’ “emozione” nel corpo “vissuto”: caratteristiche cliniche 3. La terapia del “corpo emozionato” o dell’ “emozione corporea” L’e-mozione (F. Leone: Psyché / ethnos. Per una critica filosofica dell’etnopsichiatria) • È contradditorio pensarla come un’esperienza interiore • E-mozione = ex-motio: motio l’idea di un movimento da dentro a fuori, di un rapporto essenziale tra il dentro ed il fuori, di una relazione che è originaria rispetto ai termini collegati • Né il dentro, né il fuori esistono originariamente • Originario è il loro interscambio • “Dentro” e “Fuori” sono co-originari • Ciò che è veramente originario è il movimento oscillatorio dentro-fuoridentro (il cerchio, il sistema, l’energiamateria…) • Conferma sul piano neuro-bio-chimico: es. la percezione – impossibilità di fissare il confine tra oggetto percepito e soggetto percepente, se non in modo arbitrario …la “solita” questione del dualismo mente-corpo d e l l e c n a C Malattie ed EMOZIONI: il corpo vissuto, vissuto quale terapia? terapia 1. Introduzione pseudo-filosofica 2. L’ “emozione” nel corpo “vissuto”: caratteristiche cliniche 3. La terapia del “corpo emozionato” o dell’ “emozione corporea” La Psichiatria di Consultazione e Collegamento –1 • È l’area di applicazione della psichiatria che si occupa dei pazienti con disagio psichico nei contesti di cura non specialistici psichiatrici • Si propone come interfaccia tra psichiatria ed altre discipline della medicina • Intento trasversale di realizzazione clinica del paradigma BioPsicoSociale La Psichiatria di Consultazione e Collegamento – 2 • I suoi ambiti clinici sono: 1. La comorbilità medico-psichiatrica 2. La patologia psicosomatica 3. Le attività di liaison rivolte alle altre equipe medico-chirurgiche • Ovvero: il rapporto tra emozioni e malattie (nei pazienti e in chi se ne deve occupare) 1. La comorbilità medicopsichiatrica • Le situazioni cliniche di concomitanza di aspetti bio-psico-sociali, in proporzioni variabili… • …ovvero tutte le situazioni cliniche?! (Megalomania della psichiatria di consultazione e collegamento) 1. La comorbilità medicopsichiatrica • Più umilmente e schematicamente: – Concomitanza casuale malattie mediche e psichiche (?) – Concomitanza complessa, complessa “eziologica” (es. depressione e malattie mediche croniche) – Fattori psichici che incidono sulle condizioni mediche • Conseguenze psichiche di malattie mediche e terapie medico-chirurgiche (es. delirium) • Disturbi psichici reattivi, disturbi di adattamento – Disturbi psichici che si presentano con sintomi fisici (es. attacco di panico, somatizzazione) – Complicanze medico-chirurgiche di disturbi Il caso della depressione nelle malattie mediche croniche • Presupposto: Presupposto alta frequenza della comorbilità depressionediabete/cardiopatia ischemica/BPCO/ictus/K… (= le principali malattie sistemiche croniche ad eziologia multifattoriale della nosografia occidentale) • Ipotesi iniziale di tipo reattivo: depressione come reazione psicologica (lutto) alla diagnosi infausta, ai vincoli imposti da malattia e relativa terapia, ecc… Il caso della depressione nelle malattie mediche croniche • Lo studio delle interazioni e delle collateralità farmacologiche – Perché i beta-bloccanti sono depressogeni? – Perché la paroxetina può causare sanguinamenti? • I primi sospetti dell’esistenza di un complesso circuito di correlati neuro-psicoimmuno-endocrino…-logici di malattia Il rapporto depressione e cardiopatia ischemica • Aspetti comportamentali (sedentarietà, stile di vita) • Alterazioni neuro-vegetative (disregolazioni secrezione catecolaminica): la depressione incide sulla variabilità della frequenza cardiaca? • Reazione infiammatoria sistemica misurabile • Alterazioni del metabolismo piastrinico (immunomediate), aumentata reattività recettoriale piastrinica, piastrinica alterazioni fibrinolisi: gli AD riducono la reattività piastrinica (la terapia antidepressiva migliora la cardiopatia?) I correlati neuro-psicologici dello stress • Pre-IMA, post-mastectomia, obesità, demenza, invecchiamento, depressione, vital exhaustion (anergia, malessere, demoralizzazione) → positività ai marker infiammatori → infiammazione cronica da sensibilizzazione del sistema delle citochine cerebrali • Reazione più accentuata a minima ulteriore stimolazione immunitaria (trigger) → sintomi sistemici di debilitazione (fisici, psicologici, comportamentali) • Ripresa più lenta, circolo vizioso di Alcune conclusioni parziali • La terapia antidepressiva non migliora la prognosi cardiaca (negative trials: ENRICHED, MIND-IT) • La presenza di depressione configurerebbe una forma particolare, più grave, grave resistente di cardiopatia (De Jonge e coll, 2006; 2007) • La depressione non più come comorbilità (giustapposizione successiva) ma come parte integrante (sintomo) di forme particolarmente severe di cardiopatia (e the other way round?!) La patologia psicosomatica • Somatizzazione, sindromi funzionali, sintomi medici inspiegabili (MUS): – Prevalenza del 6-36% [Mayou & Farmer, 2002] – 25% dei pazienti di un ambulatorio di MG, 4050% di un poliambulatorio ospedaliero [Royal Colleges of Physicians & Psychiatrists, 2003] – 50% nella comunità (self-rating survey) [Hartz et al, 2000] • L’eziologia di comuni sintomi somatici è : [Kroenke & Mangelsdorff, 1989] – Dimostratamente organica 16% – Probabilmente organica 10% – Sconosciuta nel restante 74% Mayou et al, 2002 Fare diagnosi in medicina Segni obiettivi Sintomi soggettivi Presenti Assenti OK! SOS! Presenti Malattia MUS Assenti Malattia occulta, negazione, stoicismo Salute SOS! OK! Perché i (pazienti con) MUS non “piacciono”? • • • • • • Diagnosi vissuta con insicurezza, come un fallimento Frustranti, Frustranti non c’è una soluzione pratica ed immediata Pazienti insistenti ed inconsolabili, a volte aggressivi, manipolatori Timore di mancare una diagnosi fondamentale Timore di essere denunciati Richiedono di occuparsi di aspetti psicosociali, che i medici non si sentono pronti o tenuti a gestire Difetti Pratici (della classificazione odierna) – 1 • Psicologizzazione dei MUS inaccettabile per il paziente – – – – • Implica una debolezza individuale Stigmatizzante Non porta sollievo Peggiora la relazione terapeutica Diagnosi impraticabile e non gradita al medico non psichiatra (che è quello a cui arrivano questi pazienti): continua ad usare la “propria” sindrome funzionale ed i relativi percorsi diagnostico-terapeutici Difetti Pratici – 2 • Gli psichiatri non fanno diagnosi di DS – Non vedono questi pazienti (“The ‘disappearance of hysteria: historical mystery or illusion?”, Stone et al, 2008) – Soggezione nei confronti della medicina “vera” (timore di mancare la diagnosi di disturbo organico) – Più conveniente ricondurre ad ansia e depressione (maggiore dimestichezza, possibilità terapeutiche più concrete) In caso di MUS • “Lei non ha niente!” • “Dobbiamo fare altri accertamenti” • Spiegazioni ipotetiche, scientificamente deboli, deboli del sintomo: poco soddisfacenti – La pletora delle “sindromi funzionali” (colon irritabile, fibromialgia, cefalea tensiva…) • Psychological inference - i sintomi sono dovuti ad una psico-patologia: – Poco soddisfacente: “Stress” = vestito buono per tutte le stagioni, mai smentibile (la vita è difficile per tutti…) – Sottointeso: se i sintomi medically unexplained sono psichici, la psichiatria non fa parte della medicina La malattia: un fatto bio-psico-socio-culturale • Fattori predisponenti, perpetuanti e precipitanti di ordine: – Biologico (neuro-immuno-endocrinologia, neuro-imaging funzionale, neuro-trasmissione, neuro-modulazione, neuro-plasticità…) – Psicologico (percezione, attenzione, attribuzione cognitiva, memoria, traumi, neuroticismo…) – Socio-culturale (illness behaviour, idiom of distress, modelli di malattia socialmente determinati…) La malattia: un fatto bio-psico-socio-culturale • Ambiti di ricerca distinti arbitrariamente e solo a scopo didattico, perché in realtà intercomunicanti e dunque indistinguibili • Costituiscono circuiti alimentati da feedback + e • Necessità di studiare non solo il singolo ambito, ma soprattutto i meccanismi di comunicazione tra un ambito e l’altro • Circuito causale, non una linea – Molto più complesso – Continua sensazione che le necessarie semplificazioni siano di per sé l’ostacolo alla quadratura del cerchio (il metodo di studio non permette di arrivare all’oggetto di studio) Un esempio: la comunicazione neuro-immunologica • Il sistema immunitario reagisce ad un patogeno con la produzione di citochine infiammatorie, che innescano la risposta infiammatoria locale e sistemica • Secrezione epatica di proteine di fase acuta (PCR), sintomi sistemici (malessere, dolori articolari, febbre) • Stimolazione ipotalamica da parte di citochine proinfiammatorie – Febbre – Malessere generale – Conseguenze comportamentali della malattia (il comportamento “da malati”) Un esempio: la comunicazione neuro-immunologica Due percorsi innescano la risposta cerebrale all’infiammazione: infiammazione • Stimolazione di macrofagi in sede circumventricolare • Afferenze nervose nella sede dell’infiammazione che mediano la componente sensoriale • Produzione del medesimo pattern di citochine “al di qua” della barriera emato-encefalica: il cervello è capace di farsi una propria “fotografia” fotografia degli eventi sistemici I correlati neuro-psicologici dello stress • Se noxa ricorrente o non eliminabile, persistenza cronica dell’attivazione immunitaria → meccanismi neuro-immunitari di up - e down - regulation recettoriale → sensibilizzazione / desensibilizzazione agli stimoli (= reazioni più o meno vivaci del solito alla stessa situazione) AMPLIFICAZIONE SENSORIALE ABBASSAMENTO SOGLIA DI PERCEZIONE SEGNALI SENSORIALI • Stato persistente di allerta rispetto al “rumore di fondo” fisiologico dell’organismo sano • Presupposto cognitivo dell’ipocondria e dell’ansia per la salute Malattie ed EMOZIONI: il corpo vissuto, vissuto quale terapia? terapia 1. Introduzione pseudo-filosofica 2. L’ “emozione” nel corpo “vissuto”: caratteristiche cliniche 3. La terapia del “corpo emozionato” o dell’ “emozione corporea” a. La psicofarmacoterapia nel paziente medico b. La terapia della somatizzazione La terapia psicofarmacologica nel paziente medico – 1 E’ un problema in relazione a: • • • • Difficoltà nella scelta della corretta terapia Polifarmacoterapie complesse Stigma Compliance del paziente nell’assunzione di “ancora un’altra pillola, dottore?!” La terapia psicofarmacologica nel paziente medico – 2 Fare attenzione a: 1. Effetti collaterali degli psicofarmaci e conseguenze sulla malattia organica 2. La patologia di base può alterare direttamente o indirettamente il metabolismo (epatopatie, nefropatie), i volumi di distribuzione, le vie di escrezione La terapia psicofarmacologica nel paziente medico – 3 3. Interazioni importanti ed innumerevoli tra psicofarmaci e politerapie mediche 4. Carenza di linee-guida ben definite e di ulteriori meta-analisi per campioni omogenei più vasti (esiste in letteratura una messe di “studi” spesso però con risultati contrastanti) Farmaci e rischio di delirium [Inouye et al, 1999] Drug Class or Variable Relative Risk of Delirium Type/class of drug Sedative-hypnotic drugs 3.0-11.7 Narcotics 2.5-2.7 Anticholinergic drugs 4.5-11.7 Any psychoactive drug 3.9 ≥ 2 psychoactive drugs 4.5 Adding > 3 drugs in 24 hrs 4.0 2-3 drugs 2.7 4-5 drugs 9.3 ≥ 6 drugs 13.7 Number of drugs Le interazioni farmacologiche degli SSRI – 1 a) Interazioni farmacodinamiche: farmacodinamiche + IMAO; TCA>5HT; Li; carbamazepina; meperidina; triptofano; trazodone = sindrome serotoninergica b) Interazioni farmacocinetiche: farmacocinetiche Inibizione dei citocromi P450 → interazione con: TCA; antipsicotici; beta-bloccanti; teofillina; paracetamolo; warfarin; antiaritmici; barbiturici; BDZ; analgesici; anticonvulsivanti; antistaminici; Caantagonisti… Le interazioni farmacologiche degli SSRI – 2 AD Fluoxetina Paroxetina Sertralina (Es)Citalopram Fluvoxamina Venlafaxina Mirtazapina 1A2 ++++ - 2D6 ++++ ++++ + - 3A4 ++ + +++ - [Dahl et al, 1997] www.drug-interactions.eu Dott. Marco Venuta (Modena) Allungamento del QTc – 1 • Intervallo di t tra il complesso QRS e la fine dell’onda T, corretto rispetto alla frequenza cardiaca • Se > 440ms, 440ms fattore di rischio per aritmie ventricolari e morti improvvise • Indotto a scopo terapeutico dagli antiaritmici di III classe • Molti altri farmaci possono indurlo • Rischio aumentato: aumentato • Assunzione contemporanea di 2 o più farmaci che possono allungare il QT • Assunzione di un farmaco che altera il metabolismo di uno di questi farmaci • Sesso femminile, età avanzata, cardiopatia, ipopotassemia… • La probabilità di un allungamento del QTc è bassa per il singolo paziente, ma sono numerosissimi i farmaci che possono causarlo Allungamento del QTc – 2: http://www.qtdrugs.org Alto rischio: Medio rischio: Basso rischio: • Amiodarone (e antiaritmici di III classe) • Azitromicina • Amitriptilina • Indapamide • Maprotilina • Clorpromazina • Levofloxacina • Clomipramina • Claritromicina • Litio • Desipramina • Droperidolo • Nicardipina • Fluoxetina • Eritromicina • Quetiapina • Imipramina • Aloperidolo • Risperidone • Ketoconazolo • Metadone • Tamoxifene • Nortriptilina • Pimozide • Venlafaxina • Paroxetina • Tioridazina • Ziprasidone • Sertralina La terapia della somatizzazione • Pochi investimenti, investimenti poca ricerca, scarse evidenze • Nonostante la gravità/gravosità/diffusione dei MUS • 5 modalità di approccio: 1. Terapia sintomatica 2. Interventi psichiatrici specifici a. Psicofarmacoterapia (AD) b. Psicoterapie 3. Interventi psicosociali aspecifici 4. Medicina alternativa, complementare, tradizionale Che evidenze? • Le uniche riguardano: – Terapia antidepressiva – Terapia cognitivo-comportamentale (CBT) • Questo non vuole dire che altri approcci terapeutici non funzionino, funzionino ma solo che non sono (ancora) stati studiati in modo standardizzato (trial randomizzati controllati) – Psicoanalisi [Merciai e Cannella, 2006] – Psicoterapie psicodinamiche brevi [Guthrie, 2000], terapia sistemica – Psicoterapie a mediazione corporea Come funziona la CBT? • Aspetti cognitivi del paziente che somatizza: – False credenze: credenze “sono molto malato, sono fragile” – Pensieri illogici: illogici “nessuno mai dovrebbe provare disagio fisico”; “ogni sensazione fisica ha una causa che deve sempre essere individuata” • Pensiero automatico distorto e catastrofico • Processing emotivo improntato ad affettività negativa, neuroticismo, amplificazione sensoriale • Alterazioni comportamentali (illness behaviour) per ridurre lo stress (ricerca di rassicurazioni, assunzione di ruolo di malato…) Il rilassamento psico-tonico e le psicoterapie a mediazione corporea • Tentano di partire dal presupposto che il disturbo psicosomatico al tempo stesso è “un’espressione clinica che ha bisogno di farsi capire ed un modo di essere del corpo del paziente che ha necessità di nascondersi” nascondersi [Casolari et al, 2006] • Training autogeno [Schultz, 1958], rilassamento progressivo [Jacobson, 1929], bio-feed-back [Wickramasekera, 1976], relaxation [de Ajuriaguerra, 1953] La psicoterapia cambia il cervello • La legge di Hebb – l’utilizzo di una connessione nervosa ne potenzia la funzionalità: – Joseph LeDoux (The emotional brain): la psicoterapia ha l’effetto di re-wire il cervello, potenziando la capacità corticale di controllare l’amigdala (il fondamento biologico del rapporto tra conscio ed inconscio?) – La nostra coscienza ha ancora da evolversi – Correlati biologici dell’interazione tra farmaco-e psico-terapia – Le tecniche di neuro-imaging consentono/iranno di monitorare i progressi della psicoterapia L’approccio integrato • Paziente gestito da un’équipe multidisciplinare (medico di famiglia, operatori salute mentale, infermiere domiciliare, operatori socio-assistenziali…) integrata (i professionisti si parlano!) che permetta di: – Evitare sprechi di risorse (fenomeno del doctorshopping) – Individualizzare il trattamento (Huyse et al, 1999) – Enfatizzare aspetti diversi della cura in fasi diverse dell’espressività clinica INTERMED - Rating Example PAST CURRENT BIOLOGICAL Chronicity Complexity 3 PSYCHOLOGICAL Coping Functioning 1 SOCIAL Integration Functioning 0 Intensity Experiences 1 HEALTH CARE 3 SEVERE VULNERABILITY OR CARE NEED 2 MODERATE VULNERABILITY OR CARE NEED 1 1 0 3 PROGNOSIS Severity Complexity 0 Compliance Symptoms 1 Stability Network 0 Organisation Referral 1 1 2 2 1 0 0 0 1 0 MILD VULNERABILITY OR CARE NEED 0 NO VULNERABILITY OR CARE NEED Alcuni “MUST” nella relazione medico-paziente – 1 • Accettare il paziente ed essere genuinamente interessati ai suoi sintomi • Impegnare il paziente nella storicizzazione dei sintomi, inserirli in una narrazione, narrazione chiedere la sua opinione • Trasfondere fiducia, rassicurare – senza promettere troppo! troppo – Lettura attenta della documentazione sanitaria – Accettare che il paziente abbia dolore – Programmare controlli regolari (medicina generale) Alcuni “MUST” nella relazione medico-paziente – 2 • Fornire informazioni e spiegazioni: la malattia è conosciuta, ha un nome, nome la si studia • Responsabilizzare il paziente, fargli recuperare potere, coinvolgerlo nella cura • Spostare l’accento su aspetti psicosociali (il comportamento, le modalità emotive di far fronte ai sintomi…) • Far “ventilare” le emozioni [Wise, 2007]: ?! Rivoluzione epistemologica • In tutta la medicina (non solo in psichiatria), numerose situazioni in cui si intersecano gli aspetti bio-psico-sociali dell’individuo e non è ben chiaro cos’abbia il paziente • Il punto di vista di un non-psichiatra (Bradfield, 2006): – Tutti i quadri clinici cronici più frequenti nei paesi occidentali, anche malattie sicuramente “organiche”, condividono incertezze e dubbi diagnostici e terapeutici come i DS – Causalità multifattoriale, impossibile la classificazione (oltre che inutile, perché non guida le scelte terapeutiche) • Necessario adottare un nuovo principio classificativo, classificativo più flessibile, multidisciplinare e circolare (vs. rigidità, settorialità e linearità causale) • La terapia deve sempre più corrispondere a tale