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Politiche di sostegno alle vittime della criminalità
Indice MISURE A FAVORE DELLE VITTIME Indice PREMESSA di Antonio Valiante . . . . . . ... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3 CAPITOLO I INTERVENTI INTERNAZIONALI E NAZIONALI Il dibattito sul sostegno alle vittime in Europa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Misure nazionali di sostegno alle vittime . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il Fondo per le vittime di estorsione ed usura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime della mafia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. pag. pag. pag. 4 5 6 7 CAPITOLO II QUANDO LA REGIONE SOSTIENE LE VITTIME Il quadro delle esperienze nazionali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. L’esperienza della Regione Campania . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. Le tre annualità della Legge regionale 11/2004 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 9 10 11 CAPITOLO III IL PROFILO DELLA VITTIMA IN CAMPANIA Tra reati comuni e criminalità organizzata . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. La sicurezza percepita dalle vittime della microcriminalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 16 19 CAPITOLO IV IL FUTURO DELLA LEGGE 11/2004 Tre Forum sugli strumenti regionali di sostegno alle vittime . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Forum I. La Fondazione Polis come compimento della Legge 11/2004 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Forum II. Tempi certi per rendere più efficace una legge innovativa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Forum III. Quando le associazioni diventano presidi di legalità diffusa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 22 26 29 pag. pag. pag. pag. 1 Premessa MISURE A FAVORE DELLE VITTIME Premessa di Antonio Valiante Vicepresidente della Regione Campania con delega a Risorse umane, Riforma dell’amministrazione regionale, Rapporti con il sistema delle autonomie e dei piccoli comuni, Sicurezza delle città, Rapporti con i Paesi del Mediterraneo. Il saggio che segue intende fornire uno spaccato su quanto in Europa, in Italia ed in particolare nella Regione Campania si è fatto in questi anni per la creazione di una rete di servizi rivolti alle vittime di reato. Più che un libro, quest’opera vuole essere uno strumento agevole di conoscenza rivolto a chi magari non ha una preparazione specifica su questi temi di così scottante attualità, ma comunque è interessato ad approfondirne i vari aspetti. Si tratta di una pubblicazione che rientra nella più ampia iniziativa dell’Osservatorio sulla Sicurezza della Regione Campania, realizzata in collaborazione con Censis, Adacta, Iprs ed “Il Sole-24 Ore” e finalizzata ad analizzare all’insegna di un approccio scientifico i temi della sicurezza, purtroppo quasi sempre abbandonati ai bollettini della cronaca quotidiana. Non prova a stilare un bilancio definitivo del lavoro che in questi anni ha visto impegnata la Regione Campania in quest’ambito, tuttavia la testimonianza di associazioni e organismi - parte fondamentale del sistema regionale di aiuti alle vittime di reato - ci induce a valutare positivamente il cammino fin qui percorso. Siamo consapevoli della necessità di tenere alta l’attenzione per garantire la massima qualità nei servizi offerti, al fine di renderli sempre più adeguati ai bisogni espressi dal territorio. È noto a tutti, infatti, che la Campania costituisce una realtà molto particolare sul piano dell’ordine pubblico. Le vittime della criminalità organizzata si affiancano a quelle della criminalità comune, destando enorme allarme sociale. Allo stesso modo è allarmante constatare che il nostro territorio detiene il triste primato per il numero di vittime uccise per errore. Ogni vittima della criminalità porta con sé un’inquietante domanda che mette in crisi l’intero apparato istituzionale. Di fronte a questa domanda la Regione Campania non può tirarsi indietro, ma vuole e può provare a fornire una risposta. Sollecitare l’attivazione di reti sempre più solide, garantire la presenza di qualificati servizi specialistici, diffusi omogeneamente sul territorio regionale, sostenere azioni di prevenzione, anche su temi quali l’usura e l’estorsione: è questo l’orizzonte al quale intendiamo approdare. Tutto ciò attraverso l’attivazione di un partenariato forte e proficuo sia con il Coordinamento campano dei familiari delle vittime - esperienza unica nel suo genere a livello nazionale - che con gli organismi di settore attivi sui temi dell’estorsione e dell’usura. Ci rendiamo conto che per rispondere validamente a certe esigenze occorre farlo con prontezza, attraverso un primo intervento di immediata prossimità. È per questo che nasce l’ipotesi di una Fondazione da denominare Polis, strumento volto al superamento delle criticità manifestatesi lungo le prime tre annualità di azione della Legge regionale 11/2004 sul sostegno alle vittime. La strada da compiere è ancora lunga e complessa ma possiamo dire che l’abbiamo, sino ad ora, percorsa nella giusta direzione: custodire la memoria delle vittime innocenti, parte della storia della nostra comunità, perché nessuno dimentichi che solo attraverso l’impegno di tutti possiamo costruire il futuro della nostra terra. La sicurezza che tutti chiediamo non si consegue solo attraverso la repressione, ma anche e soprattutto attraverso la partecipazione di tutte le componenti sociali. Ed è a vantaggio di tutti che le Istituzioni hanno il dovere di offrire strumenti in grado di contribuire alla crescita della coscienza collettiva. 3 MISURE A FAVORE DELLE VITTIME Il quadro normativo europeo e italiano Capitolo 1 Interventi internazionali e nazionali La lunga strada verso la Direttiva 2004/80/CE Il dibattito sul sostegno alle vittime in Europa Dalla Convenzione Europea per il “risarcimento delle vittime dei reati violenti” del 1983 al varo del primo documento vincolante per i Paesi Ue sui sistemi di indennizzo verso chi ha subìto un reato. Gli esperimenti legislativi di Francia e Svezia e la Dichiarazione Onu del 1985 che riconosce i diritti processuali delle vittime ed il ruolo delle forze dell’ordine. Il 29 aprile 2004 a Bruxelles si chiu- europee in materia di risarcimento de un percorso e se ne apre un al- delle vittime di reato e a garantire tro. Il Consiglio europeo vara la Di- la cooperazione tra i Paesi europei rettiva 2004/80/CE che rappresen- per il risarcimento anche di coloro ta il primo documento a carattere che sono vittime in uno Stato divincolante per gli Stati dell’Ue verso da quello dove risiedono. chiamati ad istituire, a livello nor- Prima d’allora in Europa ci si era mativo, un sistema di indennizzo mossi in ordine sparso: la Francia, statale alle vittime di reati violenti per esempio, aveva per la prima entro il 1° gennaio 2006. Si inaugu- volta affrontato il problema negli ra un percorso inedito per certi anni Settanta (con la Legge n. 5 versi, destinato a coinvolgere allo del 3 gennaio 1977 in materia di stesso modo i Paesi membri del- indennizzo alle vittime di reato) l’Unione e quelli che aspirano ad mentre l’Italia, reduce dagli anni entrarci, ma al tempo stesso si por- di piombo, indirizzò il primo sisteta a compimento ma di sostegno alun dibattito di dile «categorie di Dal 2000 l’Ue ritto comunitario dipendenti pubed internazionablici e di cittadiavvia l’iter che le avviato circa porterà alla Direttiva ni vittime del vent’anni prima. dovere o di azio2004/80/CE Al 1983 risale inni terroristiche». fatti la ConvenzioPur essendo enne Europea relativa al «risarcimen- trata a far parte dell’Ue soltanto to delle vittime di reati violenti» e nel ’95, la Svezia prevede strucontenente disposizioni volte ad menti di assistenza a chi ha subìto armonizzare le diverse legislazioni reato già nel 1942, con il varo del 4 Codice di procedura giudiziaria. A metà anni Ottanta il dibattito investe anche l’Onu che, con la Dichiarazione del 1985 “Principi fondamentali giuridici relativi alle vittime di reati e di abuso di potere”, definisce i diritti della vittima durante il procedimento giudiziario, i compiti degli operatori delle Forze di Polizia e quelli degli organi di giustizia e le condizioni per garantire il risarcimento statale alle vittime di reato. È però a partire dal 2000 che in seno all’Ue si assiste ad un vero e proprio salto di qualità nell’approccio al tema che porterà nel giro di quattro anni all’approvazione della Direttiva 2004/80/CE. Il primo passo si chiama “Risoluzione del Parlamento Europeo A5-0126 sulle vittime di reati nell’Unione Europea”. Un documento che evidenzia l’urgenza di definire in maniera unanime gli interventi a livello giuridico e giudiziario. Nel testo, inoltre, si fa addirittura riferimento al concetto di “duplice danno” per la vittima, a seguito di un sistema che non la tutela adeguatamente (art. D c. 2). Un anno più tardi la Commissione Europea elabora la celebre “Decisione quadro”, un provvedimento che rimarca la necessità di armonizzare le legislazioni europee in materia di tutela delle vittime di reato, di salvaguardare i diritti delle vittime durante l’intero Il quadro normativo europeo e italiano iter giudiziario, di garantire le diverse possibilità di ottenere il risarcimento statale, di istituire servizi specializzati di assistenza e primo aiuto impegnandosi a fornire un’adeguata formazione, in primo luogo alle forze di polizia e agli operatori del sistema di giustizia e di rivolgere un’attenzione particolare alle necessità delle categorie più vulnerabili di vittime di reato (artt. 13 e 14). Innovativa è la filo- MISURE A FAVORE DELLE VITTIME sofia di fondo: l’Ue individua uno standard minimo di diritti che ogni Stato membro deve prevedere allo scopo di garantire a tutti i cittadini vittime di reato un elevato livello di protezione. Quello stesso anno la Commissione europea produce il “Libro Verde per il risarcimento alle vittime” il cui obiettivo è avviare la consultazione tra tutti gli Stati dell’Unione sul risarcimento statale per le vittime di reato. Si incardina così quel processo istituzionale e politico che tre anni dopo porterà all’approvazione della Direttiva 2004/80/CE. Il documento nel quale una federazione di Stati indipendenti e sovrani - ancora alle prese con la definizione di una costituzione che concili punti di vista di laici e credenti - individua nel sostegno alle vittime un principio cardine ampiamente condiviso della propria unità politica. Quarant’anni di scelte del legislatore italiano Misure nazionali di sostegno alle vittime Il mancato recepimento della Direttiva 2004/80/CE porta l’Italia ad essere condannata, nel novembre 2007, dalla Corte di Giustizia delle Comunità Europee. Il Codice penale ed il risarcimento inteso come “sanzione civile”. Le misure a favore delle vittime della circolazione stradale e la tormentata stagione della lotta al terrorismo culminata nella Legge 466/1980. Un provvedimento per fare ordine: il Decreto del Presidente della Repubblica 510/1999. In Italia il dibattito politico sul sostegno alle vittime di reato si è svolto grosso modo parallelamente a quello europeo. Se consideriamo la legislazione nazionale, i risultati cui si è giunti sono apprezzabili per quanto presentino alcune gravi criticità. Le misure di sostegno esistenti, innanzitutto, puntano ad assicurare accudimento a particolari tipologie di vittime riconducibili di solito alle forme di criminalità che destano maggiore allarme sociale (dal terrorismo alle mafie). E non esiste una legge nazionale che accomuni tutte le vittime di reati violenti. Tutto ciò in quanto la Direttiva 2004/80/CE non è ancora stata a tutti gli effetti recepita dal legislatore. Il decreto legislativo 6 novembre 2007 n. 204 (“Attuazione della direttiva 2004/80/CE relativa all’indennizzo delle vittime di reato”) con In Italia la legislazione vigente prevede che l’azione civile per la restituzione o per il risarcimento del danno possa essere esercitata nell’ambito del processo penale. È altresì previsto che la persona offesa dal reato ed il danneggiato che intenda costituirsi come parte civile (anche se straniero o apolide ma residente nello Stato) possa usufruire, a determinate condizioni di reddito, del patrocinio a spese delquattro anni di ritardo su Bruxelles lo Stato. Se guardiamo al Codice ha provato in qualche modo a ri- penale, il risarcimento del danno è spondere ai vincoli dell’Unione Eu- classificato fra le sanzioni civili ed ropea, tuttavia non si tratta di un ve- ha valore di semplice attenuante. ro e proprio recepimento della nor- Lo Stato attribuisce dei benefici mativa comunitaria. Ed arriva così economici alle vittime in relazione la sentenza della Corte di giustizia ai reati che, per il bene giuridico delle Comunità europee del 29 no- leso, determinano grave allarme vembre 2007, secondo la quale sociale. Ad un livello maggiore di «non avendo adottato, entro il ter- dettaglio, lo Stato riconosce oggi mine prescritto, le disposizioni le- elargizioni economiche o rendite gislative, regolavitalizie a favore mentari e ammidi coloro che suBenefici nistrative necesbiscono un’invaa chi ha subìto crimini lidità permanensarie per conforche determinano te, per effetto di marsi alla direttiferite o lesioni riva del Consiglio allarme sociale portate in conse29 aprile 2004, guenza dello svol2004/80/CE, relativa all’indennizzo delle vittime di gersi, nel territorio di propria comreato, la Repubblica italiana è venu- petenza, di atti di terrorismo, di ta meno agli obblighi ad essa in- eversione dell’ordine democratico, di fatti delittuosi commessi nelcombenti in forza di tale direttiva». 5 Il quadro normativo europeo e italiano MISURE A FAVORE DELLE VITTIME l’ambito di un’associazione di tipo mafioso oppure di operazioni di prevenzione o di repressione di tali fatti delittuosi. Graduale il cammino che ha portato all’attuale sistema nazionale di assistenza a chi ha subìto reato. Alla fine degli anni Sessanta il Parlamento vara “Misure a favore delle vittime della circolazione stradale” (Legge 990/1969), intervento che costituisce la prima forma di assistenza stabilita per legge ad una particolare categoria di vittime. Gli anni dell’eversione terroristica costringono tuttavia il legislatore a volgere lo sguardo a chi perde la vita o subisce grave danno in servizio, mentre svolge azioni di contrasto a chi trama contro l’ordine costituzionale. Il 13 agosto 1980 viene infatti varata la Legge 466/1980 che garantisce “Misure a favore di categorie di dipendenti pubblici e di cittadini vittime del dovere o di azioni terroristiche”. Sullo stesso tema si torna dieci anni più tardi con un’acce- zione molto più ampia: la Legge 302/1990 istituisce “Norme a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata” che si rivolge «a chiunque subisca un’invalidità permanente, per effetto di ferite o lesioni riportate in conseguenza dello svolgersi nel territorio dello Stato di atti di terrorismo o di eversione dell’ordine democratico, a condizione che il soggetto leso non abbia concorso alla commissione degli atti medesimi ovvero di reati a questi connessi ai sensi dell’art. 12 del codice di procedura penale» (art. 1). È la prima volta che le vittime di violenza di matrice politica sono accostate a quelle delle mafie in un provvedimento legislativo. Il sostegno assicurato è di natura pecuniaria «fino a lire 150 milioni, in proporzione alla percentuale di invalidità riscontrata, con riferimento alla capacità lavorativa, in ragione di 1,5 milioni per ogni punto percentuale». Un provvedimento legislativo sul cui impianto si sono innestati altri interventi che puntavano ad ottimizzarne il funzionamento. La Legge 207/1998 per esempio (“Nuove norme in favore delle vittime della criminalità organizzata e del terrorismo”) rivolge alle vittime in questione «un assegno vitalizio, non reversibile, di lire 500mila mensili», mentre il Decreto del Presidente della Repubblica 510/1999 (“Regolamento recante nuove norme a favore delle vittime del terrorismo e della criminalità organizzata”) riunisce e coordina i precedenti strumenti di sostegno. A contingenze particolari sono legate le misure di sostegno per i familiari delle vittime della strage di Ustica (Legge 340/1995) e quelle per le vittime della “Banda della Uno Bianca” (Legge 70/1998). Per la loro particolare rilevanza meritano invece trattazione a parte l’istituzione del Fondo per le vittime di estorsione ed usura e quella del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime di reati di tipo mafioso. Il dibattito che porta alla Legge 44/1999 Il Fondo per le vittime di estorsione ed usura Cinque provvedimenti per offrire risarcimento a quanti abbiano subìto danni a causa di attività estorsive e per aver deciso di collaborare con le istituzioni per combattere il racket o smettere di pagare il “pizzo”. La lotta al credito illegale e la dotazione finanziaria del Fondo nazionale di sostegno. Ben quattro leggi (la 172/1992; la 468/1993; la 108/1996 e la 44/1999) ed un regolamento (il D.P.R. 51/1997) intervengono a sostegno delle vittime di estorsione ed usura. Si tratta di una serie molto articolata di norme fondate sul principio di risarcire tutti coloro che abbiano subìto danni a causa di attività estorsive, per aver deciso di collaborare con le istitu- 6 zioni per combattere il racket o di smettere di pagare il “pizzo”. Principale strumento di azione è il Fondo di solidarietà per le vittime di racket ed usura, grazie al quale chi ha subìto, per essersi opposto agli estorsori, danni alla persona o alla propria impresa può ricevere, a titolo di risarcimento, un’elargizione che gli consenta di riprendere l’attività. Ad esaminare e de- liberare sulle domande di accesso ai benefici del Fondo è un Comitato di solidarietà alle vittime dell’estorsione e dell’usura, presieduto dal Commissario governativo e composto da un rappresentante del ministero per lo Sviluppo economico, uno del ministero dell’Economia e delle finanze, tre membri designati dal (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro), tre membri delle associazioni antiracket e antiusura e da un rappresentante della Consap (Concessionaria dei servizi assicurativi pubblici). Nel solo 2007 lo Stato ha accolto 304 istanze di risarcimento da parte delle vittime, per un totale di 26.086.753,74 Il quadro normativo europeo e italiano euro stanziati. In favore delle vittime dell’estorsione sono andati 16.572.890,68 euro, mentre alle vittime dell’usura sono stati destinati 9.513.863,06 euro. Per quanto riguarda gli stanziamenti a chi ha subìto racket, la Campania con elargizioni pari a 1.763.743,03 euro l’anno scorso si è posizionata terza dietro a Sicilia e Calabria ma davanti alla Puglia. Per quanto concerne, invece, le vittime dell’usura, la Campania (1.367.704,80 euro) si piazza seconda a livello nazionale, alle spalle del Lazio e prima al Sud (Cfr. Tab. 1). Interessanti anche i dati che riguardano la consistenza finanziaria del MISURE A FAVORE DELLE VITTIME Fondo che nel corso dello stesso nistro dell’Interno nel dicembre anno è stato interessato dai consue- 2007 ha anche erogato in favore del ti flussi in entrata (principalmente, Fondo di Solidarietà la somma di ul9,03 milioni di contributo dello Sta- teriori 109.380.540,00 euro in termito ex art. 14 della Legge ni di competenza, per i 108/1996) ed in quali è stata riuscita (24,78 michiesta l’attribuAd esaminare lioni per benefici anche a tile domande un Comitato zione, erogati sotto fortolo di cassa, per di solidarietà ma di elargizioni il corrente anno alle vittime e mutui). Tali finanziario. Quinmovimentazioni di la consistenza hanno determinato una disponibili- del Fondo al 31 dicembre 2007 rità patrimoniale del Fondo, al 31 di- sulta di 164,72 milioni, al netto decembre 2007, pari a 164,72 milioni, gli impegni, più 109,38 milioni, per al netto degli impegni. Bisogna evi- un totale di oltre 274,00 milioni, cui denziare, infine, che il ministero va sommato il contributo fisso deldell’Economia, su richiesta del mi- lo Stato. Tabella 1 IL FONDO DI SOSTEGNO ALLE VITTIME DI ESTORSIONE ED USURA (DATO 2007) CAMPANIA A CONFRONTO CON LE REGIONI CARATTERIZZATE DAI MAGGIORI STANZIAMENTI REGIONE Campania Sicilia Puglia Calabria VITTIME DI ESTORSIONE Euro stanziati Istanze accolte 1.763.743,03 24 5.777.201,21 62 1.684.164,43 16 5.875.645,72 42 VITTIME DI USURA Euro stanziati Istanze accolte 1.255.624,49 17 177.311,15 26 1.538.547,90 12 366.349,48 9 Fonte: Comitato di solidarietà per le vittime di estorsione ed usura La Legge 512/1999 per mettere ordine tra le misure di sostegno Il Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime della mafia Uno strumento che nei primi otto anni di azione ha deliberato stanziamenti per oltre 129 milioni a fronte di 1.343 richieste di intervento. A partire dal 2006 si ottimizzano le procedure di assegnazione degli aiuti a vantaggio dei cittadini che chiedono assistenza. Da rivedere il contributo annuale che lo Stato assegna al Fondo. Con la Legge 512/1999 ed il successivo regolamento di attuazione (Dpr 284/2001) si procede ad una sorta di riordino degli interventi esistenti a favore di chi ha subìto danni dalla criminalità organizzata, ma soprattutto si fa un passo ulteriore: la costituzione di uno specifico Fondo di rotazione, presso il ministero dell’Interno, con lo scopo di assicurare alle vittime in favore delle quali è stata emessa una senten- za di condanna il risarcimento dei danni conseguentemente subiti, o di una provvisionale, e di ottenerne l’effettivo e sollecito pagamento attraverso il diretto intervento dello Stato. Ad alimentare il Fondo è un contributo annuale dello Stato e almeno in teoria - da somme derivanti dalla confisca dei beni mafiosi. La gestione del Fondo è attribuita alla Consap che vi provvede per conto dello stesso ministero dell’Interno. Sulle domande di accesso al Fondo decide, disponendo la corresponsione delle somme richieste 7 Il quadro normativo europeo e italiano MISURE A FAVORE DELLE VITTIME Tabella 2 L’AZIONE DEL FONDO DI ROTAZIONE PER LA SOLIDARIETÀ ALLE VITTIME DI REATI DI TIPO MAFIOSO ANNO DOMANDE IMPORTO PRESENTATE DELIBERATO (EURO) 2000 129 14.272.660,01 2001 262 9.972.494,56 2002 102 8.995.330,67 2003 188 6.986.898,21 2004 150 16.914.057,77 2005 90 8.706.913,05 2006 180 28.253.155,43 2007 * 242 34.985.492,38 1.343 129.087.002,08 Totale (*) Dato aggiornato al 20 settembre 2007 Fonte: ministero dell’Interno agli aventi diritto, il Comitato di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso, presieduto dal commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso, costituito con decreto ministeriale 12 ottobre 2000. Nei primi 9 mesi del 2007 lo Stato ha stanziato 35 milioni per tali vittime, performance che è record assoluto dal varo della Legge 512/1999. Supera così i 129 milioni l’importo totale stanziato dallo Stato negli ultimi sette anni per sostenere chi ha subìto reati riconducibili alle attività della criminalità organizzata. Il Fon- 8 do, pur essendo spesso al centro di polemiche, nel biennio appena trascorso ha “cambiato passo” e la cosa un po’ sorprende dal momento che, dopo il primo anno di azione (quel 2000 che fece registrare aiuti deliberati per 14,3 milioni), lo strumento di sostegno fino al 2005 si era mediamente attestato su cifre più modeste. Dalla costituzione ad oggi il Fondo ha così assegnato aiuti per 129 milioni, cui idealmente possono essere sommati 270 milioni provenienti da richieste risarcitorie avanzate dalle vittime in procedimenti civili ancora in corso (Cfr. Tab. 2). Il funzionamento del Fondo di rotazione presenta ad ogni modo delle criticità, evidenziate dallo stesso commissario per il coordinamento delle iniziative di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso, il prefetto Renato Profili, nel corso di un intervento tenutosi ad Ercolano il 28 settembre 2007. Secondo il prefetto andrebbero previsti «interventi di assistenza da esplicarsi nella immediatezza dell’evento delittuoso, al fine di evitare che le vittime dello stesso rimangano sole con l’enorme peso psicologico dell’accaduto e delle conseguenti difficoltà economiche». Altro problema è l’alimentazione del Fondo, al quale dovrebbero concorrere i rientri dalle confische disposte ai sensi della Legge 575/1965. «Sta di fatto - ha spiegato Profili - che, fino ad oggi, dall’entrata in vigore della legge sono stati assegnati, nonostante le richieste annualmente avanzate, 1.771.000 euro nel 2005 e 14.200.000 euro nel 2006. Il che ha consentito di evitare una possibile incapienza del Fondo, ma è evidente come la cifra di 270.000.000 di euro (…) relativa ai procedimenti civili pendenti e notificati al Fondo, imponga una valutazione attenta circa l’alimentazione economica dello stesso. Bisognerà pensare, pertanto, forse ad un aumento del contributo annuale statale attualmente fissato normativamente in 10.329.138,00 euro». L’impegno della Regione Campania MISURE A FAVORE DELLE VITTIME Capitolo 1I Quando la Regione sostiene le vittime Il dibattito regionale negli anni della riforma federalista Il quadro delle esperienze nazionali Le pionieristiche azioni di sostegno verso le vittime di usura. I governatori del Mezzogiorno puntano sul contrasto del racket, vero e proprio “portafoglio” della criminalità organizzata attiva sul territorio. Le leggi regionali in bilico tra stanziamenti a chi ha subìto il reato e servizi di assistenza psicologica e legale. Da poco più di dieci anni a questa parte anche le Regioni hanno cominciato ad interrogarsi sul problema dell’aiuto alle vittime, elaborando strumenti legislativi per fronteggiare le particolari esigenze del proprio territorio di riferimento. Sono ben sette le Regioni che dal ‘95 ad oggi si sono dotate di una specifica legge di sostegno. Tre di queste esperienze riguardano in maniera esplicita il fenomeno dell’usura, altre due affiancano al reato del prestito ad interesse quello di estorsione. La prima regione ad intervenire, in ordine di tempo, è stata l’Umbria (L.R. 21 agosto 1995 n. 38) che ha elaborato le modalità di “Partecipazione ed adesione della Regione alla fondazione Umbria contro l’usura”. Un’iniziativa tesa a fronteggiare l’emergenza strozzinaggio, particolarmente avvertita sul territorio, attraverso sostegno a chi ne finisce vittima. Qualche anno più tardi, un altro provvedimento, la Legge regionale 19 giugno 2002 n. 12 (“Politiche per garantire criminalità organizzata individuati dalla competente autorità (…) una speciale elargizione» e stabilisce l’«assunzione di familiari delle vittime della mafia presso pubbliche amministrazioni». Ancora sull’usura nel 2000 interveniva il Piemonte (L.R. 2 febbraio 2000 n. 11, “Interil diritto alla sicurezza dei cittadi- venti regionali in materia di usuni”), all’articolo 3 affermava che «gli ra”), Regione che quattro anni più interventi di assistenza e di aiuto al- tardi si dotava di una Fondazione le vittime di reati sono promossi, piemontese per le vittime di reato progettati e realizzati dagli enti lo- (attraverso la Legge regionale 8 cali mediante l’attivazione di servi- gennaio 2004 n. 1 “Norme per la zi che consistono: a) nell’informa- realizzazione del sistema regionale zione (…); b) nell’assistenza psico- integrato di interventi e servizi sologica (…); c) nell’assistenza di ti- ciali e riordino della legislazione di po materiale». La Sicilia interveniva riferimento”). Alle vittime del credisul tema del prestito ad interesse to illegale ha guardato anche il Lacon la “L.R. 6 aprile 1996 n. 14 (“Di- zio (L.R. 24 agosto 2001 n. 23, “Insposizioni in materia di usura”) e terventi regionali per prevenire e più genericamente tornava sul te- combattere il fenomeno dell’usuma delle vittime con la L.R. 13 set- ra”). In tempi più recenti si segnatembre 1999 n. 20 (“Nuove norme lano le esperienze di Basilicata (L.R. 1° dicembre in materia di inter2004 n. 24 “Interventi contro la venti regionali in mafia e di misure Sette le regioni materia di protedi solidarietà in che si sono dotate zione e lotta ai favore delle vittidi una legge fenomeni delme della mafia e di sostegno l’usura e deldei loro familial’estorsione”) e ri”). Un provvedimento, quest’ultimo, che assegna Puglia (L.R. 3 aprile 2006 n. 7, “Ini«in favore dei familiari dei cittadini ziative di promozione e solidarietà innocenti che rimangono uccisi in per contrastare la criminalità comuseguito ad azioni mafiose e della ne e organizzata: strumenti antiu- 9 L’impegno della Regione Campania MISURE A FAVORE DELLE VITTIME sura e antiracket”). Ci sono in ultimo alcune Regioni che, pur non avendo leggi specifiche di sostegno, assicurano aiuto a chi ha subìto reati attraverso altri strumenti legislativi. È il caso della Toscana che mediante la L.R. 16 agosto 2001 n. 38 (“Interventi a favore delle politiche locali per la sicurezza della comunità”) stabilisce che «gli interventi di assistenza e di aiuto alle vittime di reati sono pro- mossi, progettati e realizzati dagli enti locali mediante l’attivazione di servizi che consistono: a) nell’informazione (…); b) nell’assistenza psicologica (…); c) nell’assistenza di tipo materiale». La Regione Marche, con la Legge regionale 24 luglio 2002 n. 11 (“Sistema integrato per le politiche di sicurezza e di educazione alla legalità”) «favorisce forme di sostegno e di assistenza alle vittime della criminali- tà», mentre l’Emilia Romagna (Legge regionale 4 dicembre 2003 n. 24) «concede contributi alle associazioni e organizzazioni di volontariato (…) che operano a favore delle vittime di reati nel campo della sicurezza e a sostegno della prevenzione dei reati, per la realizzazione di specifiche iniziative». Operazioni veicolate dalla Fondazione emiliano-romagnola per le vittime di reati. Il varo della Legge regionale 11/2004 L’esperienza della Regione Campania “Misure di solidarietà in favore delle vittime della criminalità”: un provvedimento che si muove nel solco della Decisione Quadro 15 marzo 2001 del Consiglio dell’Unione Europea. Il coinvolgimento di Comuni, Province, associazioni e fondazioni che pratichino “accudimento” nei confronti di chi ha subìto un reato. Nel 2004, muovendosi nel solco zionale rivolto soprattutto a chi ha tracciato dalla Decisione Quadro subìto racket o usura. La L.R. 15 marzo 2001 del Consiglio del- 11/2004 prende le mosse dalla Del’Unione Europea, la Regione Cam- cisione Quadro Ue anche per la pania si dota di uno specifico stru- definizione stessa di vittima, identimento legislativo di sostegno alle ficata come «la persona fisica che vittime. Nasce così la Legge regio- ha subìto un pregiudizio, fisico o nale 9 dicembre 2004 n. 11, intito- mentale, sofferenze psichiche e lata “Misure di solidarietà in favore danni materiali, in seguito a reati delle vittime della criminalità”, un perpetrati dalla criminalità organizprovvedimento che si pone l’obiet- zata e comune con particolare rifetivo di integrare «le provvidenze rimento a quelli di estorsione e di nazionali al fine di realizzare una usura e che ha presentato denunpiù efficace strategia per la tutela cia all’autorità competente». delle vittime, la prevenzione della Sei le attività ascrivibili alle linee di intervento della criminalità, la difLegge campana: fusione della leUn provvedimento «a) promozione galità, la formache integra e sostegno alle zione e la partele provvidenze nazionali Province ed ai cipazione alla vidi sostegno Comuni, anche ta civile della coin forma associamunità regionata, per la realizzale». Si tratta del primo provvedimento in Italia che zione di progetti di sicurezza urbapunta al sostegno della vittima nel na integrata che hanno come finasenso più ampio del termine, a lità l’aiuto alle vittime di reati e la fronte di un quadro legislativo na- prevenzione di attività criminali, 10 con particolare riferimento alla criminalità organizzata ed ai fenomeni di usura ed estorsione; b) promozione e sostegno all’associazionismo di settore (…); c) acquisizione e catalogazione delle buone pratiche, anche comunitarie ed internazionali, sviluppatesi in materia; d) promozione di attività di comunicazione e pubblicizzazione sui servizi offerti alle vittime ed ai loro familiari e campagne di sensibilizzazione sulle tematiche di cui alla presente legge; e) predisposizione, anche con l’ausilio della scuola regionale di polizia locale, di piani di formazione finalizzati a qualificare operatori del settore ed alla creazione di nuove professionalità; f) adozione del metodo della consultazione delle associazioni dei familiari delle vittime e degli altri organismi consultivi ed associativi». In sostanza, secondo il dettato legislativo, la Regione sostiene i progetti elaborati dai Comuni, dalle Province e dagli Organismi, finalizzati all’attivazione di servizi che spaziano dalla sensibilizzazione ai temi della legalità ai servizi di accompagnamento al credito; dalla formazione relativa a specifici campi di intervento per il sostegno alle vittime di reati fino ancora al sostegno psicologico a chi ha L’impegno della Regione Campania subìto un crimine. Dato lo storico radicamento sul territorio campano della malavita organizzata di stampo camorristico cui sono spesso riconducibili i fenomeni di estorsione ed usura, attenzione particolare la L.R. 11/2004 la rivolge ai reati di racket e prestito ad interesse. La Regione punta per MISURE A FAVORE DELLE VITTIME questa finalità anche su «organizzazioni riconosciute», come associazioni o fondazioni operanti nel settore, prevedendo per esse contributi che servano allo «svolgimento di attività di prevenzione ed interventi a favore delle vittime di tali reati». Fino a questo momento la L.R. 11/2004 ha operato per tre annualità, mettendo in campo complessivamente una dotazione finanziaria complessiva da 7 milioni di euro. Un arco di tempo che, per quanto ancora limitato, già consente di tracciare un primo bilancio di azione dello strumento legislativo adottato dalla Campania. Dal 2005 ad oggi modifiche ai bandi per migliorare i servizi Le tre annualità della Legge regionale 11/2004 Gli sportelli di assistenza realizzati dai Comuni, le iniziative realizzate in capo alle Province ed i progetti messi in campo da associazioni e fondazioni che contrastano usura ed estorsione. Negli ultimi tre anni cambiano le modalità di azione dello strumento legislativo per offrire una risposta ancora più qualificata alle esigenze di un territorio funestato dal crimine. <Al fine di meglio comprendere le dinamiche di azione della L.R. 11/2004 e gli indirizzi particolari che i suoi bandi hanno assunto si riporta di seguito, divisa in sottoparagrafi, la descrizione sintetica delle esperienze fino a questo momento intraprese con tanto di tabelle riepilogative dell’impegno finanziario della Regione Campania. a) Prima annualità Il primo bando della L.R. 11/2004 (decreto dirigenziale 178/2005 pubblicato sul Burc n. 37/2005) fa affidamento su una dotazione finanziaria complessiva di 2 milioni di euro. La porzione più cospicua delle risorse, pari a 1.345.000 euro, va ai “Progetti di aiuto alle vittime della criminalità di Enti locali”. Ad associazioni e fondazioni sono rivolti poi complessivamente 600.000 euro, equamente divisi tra “Progetti di aiuto alle vittime di criminalità di organismi” e “Sostegno al credito di organismi antiusura ed estorsione”. Chiude il quadro l’“Attività di comunicazione”, cui vengono destinati gato le risorse per l’apertura di quattro sportelli antiusura (a Fuorigrotta, San Giovanni a Teduccio e Chiaia cui si unisce anche lo sportello “Vi ascoltiamo”), l’attivazione di un call-center per i turisti vittime di reato e la creazione di un’équipe di sostegno e tutoraggio che fornisca aiuto materiale e psicologico alle vittime di reato. Sono invece 8 i progetti messi in campo dalle Province, per un impiego complessivo di risorse pari a oltre 279mila euro. I progetti finanziati hanno previsto azioni di sensibilizzazione e informazione attraverso seminari nelle scuole e sul territorio, l’attivazione di reti territoriali tematiche attraverso la stipula di protocolli di intesa tra i diversi soggetti coinvolti con la costituzione di tavoli settoriali permanenti, oltre che attività di monitoraggio e 55.000 euro. Sono le iniziative dei Comuni quelle che si trovano a beneficiare della dote più consistente: poco più di un milione di euro che servono a mettere in moto 28 progetti (Cfr. Tab. 3). Dei 28 progetti, ben 9 hanno riguardato l’attivazione di servizi di assistenza a chi ha subìto reato. I contributi concessi a ciascun Comune spaziano da 40.000 euro a 28.000 euro. Al centro del maggior numero di iniziative (sei in tutto) è il Comune di Napoli che ha impie- Tabella 3 PROGETTI REALIZZATI DAI COMUNI E FINANZIATI DAL PRIMO BANDO DELLA L.R. 11/2004 PROVINCIA Napoli Salerno Caserta Avellino Totale NUMERO PROGETTI CONTRIBUTO REGIONALE (EURO) 17 7 3 1 28 660.100,00 253.095,00 116.300,00 26.600,00 1.056.095,00 Fonte: Regione Campania 11 L’impegno della Regione Campania MISURE A FAVORE DELLE VITTIME Tabella 4 PROGETTI REALIZZATI DALLE PROVINCE E FINANZIATI DAL PRIMO BANDO DELLA L.R. 11/2004 PROVINCIA Napoli Salerno Caserta Avellino Benevento Totale NUMERO PROGETTI 3 2 1 1 1 8 CONTRIBUTO REGIONALE (EURO) 98.203,50 80.000,00 40.000,00 27.622,00 33.600,00 279.425,50 Fonte: Regione Campania valutazione realizzate anche attra- euro) che consiste nella stesura di verso indagini sulla percezione di un Protocollo di intesa tra lo stesso sicurezza con approfondimenti su Ente pubblico e l’Istituto Comprenaree a rischio di fenomeni di usura. sivo “Giovanni Pascoli II” del capoIl vero cuore delle attività dei pro- luogo campano per la costituzione getti delle Province è consistito nel- di un polo attorno al quale aggregal’attivazione di reti provinciali sco- re una rete di scuole e Istituzioni lastiche attraverso la realizzazione per la realizzazione di un network territoriale, per l’atdi seminari, rivolti tivazione di peralle scuole secorsi formativi condarie e supeSu 28 progetti, per gli operatori riori, sui temi 9 hanno riguardato impegnati nel sodella legalità che l’attivazione di servizi stegno alle vittihanno spaziato di assistenza me dei reati e nelda incontri sulla prevenzione di l’uso responsabile del denaro alla raccolta delle testi- attività criminali e per una campamonianze di alcuni familiari delle gna di sensibilizzazione e informazione nell’hinterland partenopeo. vittime della criminalità. È ancora una volta Napoli, realtà Salerno mette in campo i progetti più popolosa della regione, al cen- “Prometeo” ed “Arcobaleno” (40mitro del maggior numero di iniziati- la euro ciascuno): il primo realizza un’indagine sulla percezione di sive (Cfr. Tab. 4). Tra le iniziative della Provincia di curezza degli studenti degli Istituti Napoli si segnala il progetto “Mai superiori dell’Agro nocerino sarnepiù soli” (finanziamento per 40mila se e del Vallo di Diano; il secondo Tabella 5 PROGETTI REALIZZATI DA ORGANISMI E FINANZIATI DAL PRIMO BANDO DELLA L.R. 11/2004 PROVINCIA Napoli Salerno Totale NUMERO PROGETTI 10 2 12 Fonte: Regione Campania 12 CONTRIBUTO REGIONALE (EURO) 249.500,00 49.950,00 299.450,00 mette in campo seminari sui temi della legalità nelle scuole, rivolti separatamente a docenti, genitori e alunni di scuole primarie e secondarie. La Provincia di Caserta (progetto da 40mila euro) tra le altre cose punta sulla realizzazione di sei diversi seminari itineranti in alcuni Comuni (Maddaloni, Mondragone, Santa Maria Capua Vetere, San Felice a Cancello, Marcianise e Casal di Principe) definiti sulla scorta di un attento studio delle problematiche territoriali. Iniziativa che si è avvalsa anche della testimonianza dei familiari delle vittime di criminalità ed ha suscitato ampi consensi ed un alto numero di partecipanti. Sono poi 12 i progetti presentati da organizzazioni, tutti concentrati tra le Province di Napoli e Salerno, per un impiego complessivo di 299.450 euro (Cfr. Tab. 5). In questo caso il ventaglio di iniziative svolte spazia dalla creazione o dal potenziamento di centri di ascolto, tutela economica e legale delle vittime, alla sensibilizzazione all’uso responsabile del denaro, fino ancora all’apertura di sportelli per il sostegno alle Pmi in difficoltà (particolare attenzione è data infatti alle vittime dei reati di estorsione ed usura) o all’organizzazione di iniziative culturali (pubblicazione di periodici o cineforum) aventi ad oggetto il tema della legalità. Diversa tipologia d’intervento è quella denominata “Sostegno al credito”. Attraverso questa azione, l’amministrazione regionale incrementa l’entità dei fondi, già costituiti, dalle associazioni e fondazioni, aventi tra le finalità statutarie la prevenzione ed il contrasto all’usura ed estorsione, attraverso i quali sono prestate garanzie finalizzate all’erogazione di credito, da parte di istituti bancari, a favore di soggetti “non bancabili”. La misura incrementa, per la capacità di garantire il credito sino al 100%, la diffusione del credito legale, in quelle aree, creditizie e territoriali, con L’impegno della Regione Campania MISURE A FAVORE DELLE VITTIME una percentuale di rischio molto elevata. Riepilogando, l’azione regionale, per il primo anno di esercizio, mette in campo un programma di interventi che coniuga le diverse esigenze dei beneficiari in capo ad attori diversificati, ciascuno per la propria peculiarità: alle Province un ruolo di promozione di reti territoriali, ai Comuni il ruolo di agenti promotori e realizzatori di servizi di aiuto, agli organismi il ruolo di attivatori territoriali, soggetti promotori di prevenzione. I quattro progetti presentati da organismi che si occupano di sostegno al credito, in ultimo, hanno ricevuto finanziamenti per circa 300mila euro. L’attribuzione di finanziamenti stessi è avvenuta in misura direttamente proporzionale all’entità del fondo, già costituito ed alla misura di impiego dello stesso. Ancora una volta sono Napoli e Salerno le due province coinvolte (Cfr. Tab. 6). A beneficiare degli aiuti sono state fondazioni ed associazioni la cui finalità è sostenere le vittime del reato di usura ed estorsione, come l’Associazione Finetica onlus e la Fondazione San Giuseppe Moscati di Napoli, la Fondazione Exodus ’94 di Castellammare di Stabia (Napoli) e la Fondazione Antiusura Nashak di Teggiano (Salerno). nanziamenti. Meno fondi anche ai le Province, con la seconda annua“Progetti di aiuto alle vittime della lità della L.R. 11/2004 si contano 5 criminalità di organismi” che, per la progetti (uno per provincia) a fronseconda annualità di Legge 11/2004, te degli 8 della prima annualità. possono contare su 200.000 euro. A Tutto sommato l’ammontare dei crescere sono invece le risorse de- fondi cui si fa ricorso resta invariastinate al “Sostegno al credito di or- to: le iniziative delle Province otganismi antiusura ed estorsione” tengono infatti in contributo regioche possono contare su 500mila eu- nale di poco più di 263mila euro ro. Sono nuovamente i Comuni gli (Cfr. Tab. 8). Enti pubblici protagonisti che met- Le iniziative caratterizzate dallo tono in campo il maggior numero sforzo economico maggiore (60midi progetti: se ne la euro ciascuno) contano 28, per risono quelle delle Più risorse sorse spese pari a Province di Saal sostegno al credito quasi 999mila eulerno e Caserta. ro (Cfr. Tab. 7). La prima ha in di organismi antiusura corso di realizzaGerarchie invariaed estorsione zione il progetto te tra le Province, “Aracne”, costituito rispetto alla prima annualità. La maggior parte dei pro- da un’attività di ricerca ed analisi, getti continua infatti a prevalere l’- una campagna di sensibilizzazione hinterland napoletano, seguito dal per la diffusione della legalità, una Salernitano. Minor peso hanno le campagna informativa contro l’usumeno popolose Province di Caserta, ra e l’attivazione di servizi per donAvellino e Benevento. Tra le attività ne vittime di violenze e per le vittifinanziate ha prevalso l’attivazione me dell’usura. La Provincia di Cadi servizi di assistenza con varia fi- serta ha puntato sul progetto “Solinalità: si contano ben 13 esperienze darietà e sicurezza”, contrassegnato di questo genere, rivolte a proble- da due fasi: la prima di acquisizione matiche diverse (dal generico di dati attraverso la somministrazio“ascolto e orientamento”, al soste- ne di un questionario, la seconda di gno antiusura e antiracket, a punti studio ed elaborazione del rapporto di aiuto alle donne che subiscono provinciale sullo stato della crimiviolenza, fino ancora alla tutela le- nalità. L’azione è supportata da un gale). Non mancano, ad ogni modo, sistema di comunicazione. Mondo iniziative di sensibilizzazione ai temi della scuola coinvolto nel progetto della legalità rivolte a scolaresche, “La strada verso la legalità” della Provincia di Benevento. Al centro anziani, donne ed immigrati. Per quanto riguarda i progetti in dell’iniziativa, attività di sensibilizcorso di realizzazione da parte del- zazione, attività di formazione per b) Seconda annualità Anche la seconda annualità della L.R. 11/2004 (decreto dirigenziale n. 279/05 pubblicato sul Burc n. 05/2006) conta su una dotazione finanziaria complessiva da 2 milioni di euro. C’è tuttavia qualche novità: tra le tipologie di intervento, rispetto alla prima annualità, scompaiono del tutto le “Attività di comunicazione”. Calano lievemente le risorse per i “Progetti di aiuto alle vittime della criminalità di Enti locali” (la dote diventa infatti di 1.222.108 euro) che si confermano comunque la tipologia di intervento dotata di maggiori fi- Tabella 6 PROGETTI REALIZZATI DA ORGANISMI DI SOSTEGNO AL CREDITO FINANZIATI DAL PRIMO BANDO DELLA L.R. 11/2004 PROVINCIA Napoli Salerno Totale NUMERO PROGETTI 3 1 4 CONTRIBUTO REGIONALE (EURO) 267.136,66 32.863,34 299.999,00 Fonte: Regione Campania 13 L’impegno della Regione Campania MISURE A FAVORE DELLE VITTIME Tabella 7 PROGETTI REALIZZATI DAI COMUNI E FINANZIATI DAL SECONDO BANDO DELLA L.R. 11/2004 PROVINCIA Napoli Salerno Caserta Avellino Benevento Totale NUMERO PROGETTI 14 8 4 1 1 28 CONTRIBUTO REGIONALE (EURO) 475.669,00 287.900,00 159.600,00 35.700,00 40.000,00 998.869,00 Fonte: Regione Campania e nel contributo finanziario della Regione i progetti di organismi: sono 5 quelli in corso di realizzazione, per un totale di 200mila euro impiegati. Restano Napoli e Salerno le Province interessate dalle iniziative. Ma se è sostanzialmente invariato, rispetto alla prima annualità, il contributo regionale rivolto ai soggetti della Provincia di Salerno, nell’hinterland napoletano si registra una netta diminuzione delle iniziative finanziate (Cfr. Tab. 9). Sono ancora una volta le attività di sensibilizzazione ed informazione, in special modo se rivolte a contrastare i fenomeni criminosi di usura ed estorsione, il terreno privilegiato di azione dei progetti messi in campo da associazioni, fondazioni e tutti gli altri organismi che operano in questo delicato ambito. insegnanti, alunni, personale enti locali e famiglie e realizzazione di seminari itineranti. La Provincia di Avellino ha elaborato “Monitor II”, progetto in tre fasi: attività di documentazione, informazione, osservazione e ricerca in materia di aiuto alle vittime di criminalità; attività di raccordo e cooperazione al fine di favorire la conoscenza e lo scambio di informazioni; attività di fusione dei risultati attraverso campagne di sensibilizzazione e informazione. In ultimo la Provincia di Napoli, che si è concentrata su “Antiracket ed antiusura: realizzazione di una rete provinciale napoletana”, progetto articolato su attività di analisi territoriale ed attività di rilevazione ed elaborazione dati. Con la seconda annualità della L.R. 11/2004, diminuiscono nel numero Tabella 8 PROGETTI REALIZZATI DALLE PROVINCE E FINANZIATI DAL SECONDO BANDO DELLA L.R. 11/2004 PROVINCIA Napoli Salerno Caserta Avellino Benevento Totale NUMERO PROGETTI 1 1 1 1 1 5 Fonte: Regione Campania 14 CONTRIBUTO REGIONALE (EURO) 40.000,00 60.000,00 60.000,00 45.000,00 58.239,99 263.239,99 Per quanto riguarda gli organismi finalizzati al sostegno al credito, continuano ad essere 4 le iniziative finanziate dalla Regione ma gli importi, rispetto al primo bando, sono ben più consistenti. Napoli e Salerno, i due territori più popolosi della Campania nonché caratterizzati da una storica emergenza riguardante il fenomeno del credito illegale, sono le Province cui continua a rivolgersi questo canale della Legge regionale 11/2004 che mira a contrastare proprio l’usura (Cfr. Tab. 10). Tre dei quattro organismi che hanno realizzato i progetti ammessi a finanziamento dalla Regione beneficiano della L.R. 11/2004 già nella precedente annualità (Associazione Finetica onlus, Fondazione Exodus ’94 e Fondazione Antiusura Nashak). Accede invece per la prima volta al contributo regionale l’Opera Nazionale Insieme per la Solidarietà. c) Terza annualità La terza annualità, oggi in pieno svolgimento, segna un vero e proprio punto di svolta nella storia della Legge 11/2004. La Regione Campania si trova a bandire l’assegnazione dei fondi disponibili alla luce di un primo resoconto delle esperienze di prima e seconda annualità. Cominciano ad evidenziarsi punti di forza e criticità dello strumento legislativo e l’Ente di Palazzo Santa Lucia si muove di conseguenza, potenziando gli ambiti che ritiene di maggiore peso per il perseguimento delle finalità proprie della Legge. La dotazione complessiva della misura sale a 3 milioni (Cfr. Tab. 11). Per la tipologia “Progetti di aiuto alle vittime della criminalità di organismi”, cui sono destinati complessivamente 500mila euro, la Regione ha già selezionato 24 iniziative di associazioni ed Enti attivi sul territorio. Ben cinque di queste iniziative (ad Avellino, Benevento, Caserta, Scafati e Pompei), denominate emblematicamente “Casa della Solida- L’impegno della Regione Campania rietà”, sono state proposte dall’associazione Alilacco Sos, specializzata nel sostegno delle vittime dell’usura. Questi gli ambiti di intervento: attività di aiuto ed accompagnamento, come consulenza psicologica, consulenza legale, consulenza aziendale, consulenza bancaria finalizzate ad un programma di tutoraggio che sia sottoscritto dai beneficiari; attività di accompagnamento e di tutoraggio finalizzate a prevenire reati di usura e di estorsione nei confronti di persone fisiche in particolari condizioni di necessità; costituzione di parte civile nei processi. A ciascuna Casa della Solidarietà è stato riconosciuto dalla Regione Campania un contributo da 20.700 euro. Cinque anche i progetti che puntano a sostenere le vittime del reato di estorsione, il cui raggio d’azione spazia dalla costituzione di parte civile nei processi di estorsione ed usura in Campania alle attività informative (per i quali è stato previsto un contributo da 20.700 euro). Con la terza annualità è anche sorta l’esigenza di effettuare un resoconto dettagliato su tutti i progetti finora finanziati dalla Legge 11/2004. È per questo che, conformemente alla quarta tipologia di intervento, la Regione ha affidato tramite gara ad una società specializzata le attività di individuazione di buone pratiche per la prima annualità (della quale già esiste un’analisi), affiancamento nella rendicontazione della seconda annualità e tutoraggio per la stessa terza annualità. Molto ambiziosa è la prima tipologia di intervento prevista dalla terza annualità, per la quale di recente si è concluso l’iter burocratico. La Regione punta infatti a mettere in atto “Progetti di protezione sociale per aiuto alle vittime della criminalità”, articolati su base provinciale. In sostanza, ogni Provincia adotta un suo “Progetto di protezione sociale” attraverso il quale realizza una serie di interventi rivolti a chi ha su- MISURE A FAVORE DELLE VITTIME Tabella 9 PROGETTI REALIZZATI DA ORGANISMI E FINANZIATI DAL SECONDO BANDO DELLA L.R. 11/2004 PROVINCIA NUMERO PROGETTI Napoli Salerno Totale 6 2 8 CONTRIBUTO REGIONALE (EURO) 150.000,00 50.000,00 200.000,00 Fonte: Regione Campania Tabella 10 PROGETTI REALIZZATI DA ORGANISMI DI SOSTEGNO AL CREDITO FINANZIATI DAL SECONDO BANDO DELLA L.R. 11/2004 PROVINCIA NUMERO PROGETTI Napoli Salerno Totale 3 1 8 CONTRIBUTO REGIONALE (EURO) 384.316,10 115.683,90 500.000,00 Fonte: Regione Campania bìto danni da eventi criminosi. A disposizione di ciascuna Provincia ci sono fondi di diversa entità, calcolati sulla base dell’indice di delittuosità di ciascun territorio. Ogni “Progetto di protezione sociale” si avvarrà del contributo di un referente del Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti di criminalità. Innovativo anche l’approccio del “Progetto credito etico”, cui la Regione Campania destina in totale 1,3 milioni. Si punta ad assicurare un sostegno rapido a coloro che, a seguito di reati subiti come usura ed estorsione, si trovano in situazioni di forte disagio e vedono peggiorare improvvisamente le loro condizioni economiche. Tabella 11 TIPOLOGIA DI INTERVENTI PREVISTA DALLA TERZA ANNUALITÀ DELLA L.R. 11/2004 INTERVENTO CONTRIBUTO REGIONALE (EURO) Progetti di protezione sociale per aiuto alle vittime della criminalità (Province) Progetto credito etico Progetti di aiuto alle vittime della criminalità di organismi Attività di monitoraggio e valutazione sui progetti finanziati Dotazione finanziaria complessiva 1.000.000,00 1.300.000,00 500.000,00 200.000,00 3.000.000,00 Fonte: Regione Campania 15 I soggetti più colpiti MISURE A FAVORE DELLE VITTIME Capitolo III Il profilo della vittima in Campania La storica emergenza sicurezza di una regione complessa Tra reati comuni e criminalità organizzata La Campania secondo l’Istat è uno dei territori del Paese contrassegnati dal più alto indice di vittimizzazione. Numerosi i reati contro la persona e contro il patrimonio. In cinque anni i crimini crescono del 20,2%. L’hinterland di Napoli si conferma ancora una volta la realtà più problematica. Prima di analizzare il rapporto tra proprietà individuale (li denungli strumenti legislativi di soste- ciano 5,5 persone su 100 abitanti gno ed alcune delle più interes- della stessa zona); prima per vitsanti esperienze associative che time di reati violenti (il dato è del negli ultimi anni si sono eviden- 2,2 su 100); ancora prima con un ziate in Campania, è utile provare dato record (7,2 su cento) per vita tracciare un profilo della vittima time di reati contro l’individuo. in quella che è la regione più po- Staccate su tutti i fronti le altre repolosa del Mezzogiorno, facendo gioni meridionali nonostante ce ricorso a dati attinti dallo studio ne siano alcune, come Sicilia e Istat su “La sicurezza dei cittadini” Calabria, costantemente interes(anno 2002) e alla ricerca sul ter- sate da gravi fenomeni criminosi. ritorio realizzata dal Censis nel- Ancora una volta allarmanti risull’ambito delle attività dell’Osser- tano i dati sulle famiglie vittime vatorio Sicurezza Campania. Se- di reati, forniti ancora una volta condo l’Istituto nazionale di stati- dall’Istituto nazionale di statistica: «Le regioni stica, la Campania con i livelli più risulta una delle Campania terza alti di criminaliregioni a più altà contro le fato indice di vittiin Italia per i reati miglie - recita mizzazione in contro la proprietà infatti l’indagine Italia (Cfr. Tab. individuale 2002 su “La si12). curezza dei cittaDal quadro tracciato dall’Istat emerge che la dini” - sono il Lazio e la CampaCampania, a livello nazionale, è nia (rispettivamente 22,3 e terza, dietro Lazio e Liguria, per 22,1%), la Lombardia (20,3%), la ciò che riguarda i reati contro la Puglia (19,8%), seguita dalla Ligu- 16 ria e dall’Emilia Romagna» (Cfr. Tab. 13). La Campania si trova a primeggiare per ciò che riguarda i reati contro le automobili, mentre occupa la seconda piazza per i reati contro le abitazioni e quelli contro le famiglie, a testimonianza della larghissima diffusione sul territorio regionale di questi pericolosi fenomeni di criminalità comune. Al fine di meglio comprendere le dinamiche che negli ultimi anni hanno caratterizzato il processo di vittimizzazione sul territorio campano può a questo punto essere utile analizzare i dati riguardanti l’andamento della criminalità. Secondo il Censis negli ultimi cinque anni si assiste ad una crescita dei reati denunciati che nella regione è del 20,2% (dai 190.878 reati del 2001 ai 229.375 del 2006), comunque inferiore all’incremento nazionale che si è attestato sui 28,1 punti percentuali. A livello provinciale si assiste, contro ogni possibile previsione, ad una forte crescita della criminalità nel Beneventano dove, in cinque anni, i reati commessi sono aumentati del 42,4 per cento. Pericolosi incrementi anche ad Avellino (+36,0%) e Caserta (+35%), mentre il trend di crescita risulta meno marcato a Napoli (+18,0%) I soggetti più colpiti MISURE A FAVORE DELLE VITTIME Tabella 12 PERSONE DI 14 ANNI E PIÙ CHE HANNO SUBÌTO ALMENO UN REATO CONTRO LA PROPRIETÀ INDIVIDUALE, ALMENO UN REATO VIOLENTO, ALMENO UN REATO CONTRO L’INDIVIDUO, NEGLI ULTIMI 12 MESI REGIONE ALMENO UN REATO CONTRO LA PROPRIETÀ INDIVIDUALE (a) ALMENO UN REATO VIOLENTO (b) ALMENO UN REATO CONTRO L’INDIVIDUO (c) Piemonte 5,0 0,9 5,7 Valle d’Aosta 3,7 0,5 4,1 Lombardia 4,7 1,0 5,5 Trentino Alto Adige 3,0 1,0 3,9 Veneto 4,2 1,0 4,7 Friuli Venezia Giulia 2,4 1,0 3,2 Liguria 5,6 0,7 6,3 Emilia Romagna 5,0 0,8 5,6 Toscana 4,2 0,5 4,7 Umbria 2,9 1,1 3,9 Marche 3,4 0,6 3,9 Lazio 5,8 1,2 6,9 Abruzzo 4,2 0,3 4,5 Molise 2,8 0,5 3,3 Campania 5,5 2,2 7,2 Puglia 4,0 0,7 4,7 Basilicata 2,3 0,6 2,9 Calabria 2,7 0,8 3,4 Sicilia 2,8 0,8 3,5 Sardegna 2,7 0,4 3,1 Italia 4,4 0,9 5,2 (a) Scippo e tentato scippo, borseggio e tentato borseggio, furto e tentato furto di oggetti personali. (b) Rapina e tentata rapina, aggressione. (c) Scippo e tentato scippo, borseggio e tentato borseggio, furto e tentato furto di oggetti personali, rapina e tentata rapina, aggressione. Dati al 2002 (per 100 persone della stessa zona) - Fonte: Istat e Salerno, dove si riscontra un +9 per cento (Cfr. Tab. 14). La specificità del territorio campano, afflitto dalla piaga della camorra, induce quindi a prendere in esame i dati sui delitti di tipo mafioso che si evidenziano in tutta la loro drammaticità: nel 2006 in regione sono stati commessi 67 omicidi riconducibili alla criminalità organizzata, con una crescita (unica tra le quattro regioni maggior- mente colpite dal non è difficile Le denunce fenomeno) che comprendere le nel quinquennio ragioni del noteper associazione si attesta sul 17,5 vole sviluppo a delinquere per cento. Le desono cresciute del 26,2% che negli ultimi nunce per assoanni hanno in rispetto al 2001 ciazione a delinparticolare avuto, quere di stampo masul territorio campano, fioso sono poi incrementate del le forme di associazionismo a so26,2% rispetto al 2001, attestando- stegno delle vittime di reati riconsi a quota 53 (Cfr. Tab. 15). ducibili alla sfera della criminalità Se si leggono questi allarmanti dati organizzata. 17 I soggetti più colpiti MISURE A FAVORE DELLE VITTIME Tabella 13 FAMIGLIE CHE HANNO SUBÌTO ALMENO UN REATO CONTRO LA FAMIGLIA NEGLI ULTIMI 12 MESI REGIONE ALMENO UN REATO CONTRO L’ABITAZIONE (a) ALMENO UN REATO CONTRO I VEICOLI (b) ALMENO UN REATO CONTRO LA FAMIGLIA (c) Piemonte 5,9 13,2 17,8 Valle d’Aosta 4,3 9,3 13,1 Lombardia 5,6 16,3 20,3 Trentino Alto Adige 3,9 9,4 12,6 Veneto 6,2 11,7 16,4 Friuli Venezia Giulia 4,1 9,7 13,2 Liguria 5,3 14,6 18,9 Emilia Romagna 5,7 14,7 18,9 Toscana 5,8 14,7 18,8 Umbria 6,7 11,9 16,9 Marche 5,0 12,3 16,3 Lazio 6,9 17,4 22,3 Abruzzo 5,4 11,2 15,0 Molise 5,0 7,8 11,5 Campania 6,5 17,7 22,1 Puglia 5,7 15,5 19,8 Basilicata 4,5 9,2 12,7 Calabria 4,8 10,3 13,8 Sicilia 5,3 12,7 16,4 Sardegna 7,2 12,0 17,9 Italia 5,8 14,3 18,6 (a) Furto di oggetti esterni all’abitazione principale, furto e tentato furto in abitazione principale e secondaria, ingresso abusivo, atti di vandalismo contro l’abitazione. (b) Furto e tentato furto di veicoli, furto di parti di veicoli, furto di oggetti all’interno dei veicoli, atti di vandalismo contro i veicoli. (c) Furto di oggetti esterni all’abitazione principale, furto e tentato furto in abitazione principale e secondaria, ingresso abusivo, atti di vandalismo contro l’abitazione, furto e tentato furto di veicoli, furto di parti di veicoli, furto di oggetti all’interno dei veicoli, atti di vandalismo contro i veicoli. Dati al 2002 (per 100 persone della stessa zona) - Fonte: Istat Tabella 14 ANDAMENTO DEI REATI COMMESSI NELLE PROVINCE DELLA CAMPANIA 2001-2006 PROVINCE Avellino Benevento Caserta Napoli Salerno Campania Sud Italia VALORI ASSOLUTI 2001 TOTALE REATI VALORI ASSOLUTI 2006 8.719 4.845 23.092 122.802 31.420 190.878 655.626 2.163.826 11.860 6.899 31.172 144.853 34.336 229.375 762.313 2.771.490 Fonte: elaborazione Censis su dati Istat e ministero dell’Interno 18 VARIAZIONE % 2001-2006 36,0 42,4 35,0 18,0 9,3 20,2 16,3 28,1 I soggetti più colpiti MISURE A FAVORE DELLE VITTIME Tabella 15 ANDAMENTO DEI REATI DI CRIMINALITÀ ORGANIZZATA IN CAMPANIA, 2001-2006 TIPOLOGIA VALORI ASSOLUTI 2001 Omicidi di stampo mafioso Associazione di stampo mafioso Estorsioni Incendi dolosi TOTALE REATI VALORI ASSOLUTI 2006 VARIAZIONE % 2001-2006 57 67 17,5 42 476 942 53 1.102 1.552 26,2 131,5 64,8 Fonte: elaborazione Censis su dati ministero dell’Interno Il 40,5% dei residenti in Campania ha subìto almeno un reato La sicurezza percepita dalle vittime della microcriminalità Da uno studio effettuato dal Censis emerge con forza la domanda di sicurezza che arriva dal territorio regionale. Ampia diffusione dei reati ascrivibili alla sfera della microcriminalità. Per il 60,5% della popolazione campana la leva sulla quale intervenire è la prevenzione: occorrerebbe maggiore presenza delle forze dell’ordine sulle strade. L’indagine condotta sul territorio dal Censis consente di compiere un’interessante riflessione su come chi in Campania è stato vittima di reato percepisce il tema della sicurezza. Per cercare di arrivare ad una stima attendibile dei reati effettivamente commessi in regione, Censis ha sottoposto ad un campione di duemila persone un questionario nel quale, tra le altre cose, figuravano domande tese ad indagare se gli intervistati avessero subìto reato e di che tipo. Sulla base della risposte fornite risulta che il 40,5% della popolazione è stato vittima di almeno un reato nel corso della propria vita (il 22,5% di uno e il 18,0% di più di uno): questo dato va però considerato come approssimato per difetto, in quanto può risentire di un effetto di sottostima determinato dalla possibilità di aver dimenticato fatti delittuosi, magari di lieve entità, di cui si è stati vittima molti anni fa. Se si circoscrive il quadro di indagine all’ultimo anno, si ottiene che il 30,3% delle vittime dichiara di aver subìto l’illecito negli ultimi dodici mesi (il 24,4% uno e il 5,9% più di uno). Anche in questo caso le risposte possono aver subìto una distorsione, ma per eccesso, dovuta alla eventualità di aver considerato come reati anche episodi che non hanno una rilevanza penale o che sono avvenuti in precedenza. L’analisi delle risposte in base alle caratteristiche socio-anagrafiche conferma un paradosso che emerge anche da altre indagini di questo tipo realizzate in altre aree del Paese: le persone che si percepiscono come più fragili e che hanno più paura della criminalità (le donne e gli anziani), forse perché sono quelle che adottano stili di vita meno esposti al rischio criminalità, sono quelle che meno di frequente risultano vittima di eventi criminosi, e questo dato è evidente soprattutto in relazione all’età. Infatti, nell’ultimo anno le vittime risultano essere per il 50% uomini e per il 50% donne; mentre, se se si considera l’età, i più colpiti risultano gli individui di età intermedia (tra i 30 ed i 64 anni), seguiti dai giovani che hanno meno di 29 anni e, solo all’ultimo posto, dagli anziani (Cfr. Tab. 16). La percentuale elevata di giovani vittime non può non richiamare le preoccupazioni sul dilagare della tossicodipendenza, sulla crescita della microcriminalità e del disagio sociale, sull’aumento dell’alcolismo. La stessa indagine del Censis risulta quanto mai utile per comprendere la diffusione in Campania delle diverse azioni criminose. Al primo posto, tra i reati che gli intervistati dichiarano di aver subìto vi sono i borseggi e gli scippi, segnalati dal 25,2% delle vittime, seguono i furti in casa, denunciati 19 I soggetti più colpiti MISURE A FAVORE DELLE VITTIME Tabella 16 VITTIME DI REATO NELL’ULTIMO ANNO, PER SESSO ED ETÀ (VAL. %) GENERE % Maschi 50,0 Femmine 50,0 Totale 100,0 ETÀ 18-29 anni 22,0 30-44 anni 32,5 45-64 anni 30,1 Oltre 65 anni 15,4 Totale 100,00 Fonte: indagine Censis 2007 Tabella 17 ULTIMO REATO SUBÌTO DAGLI INTERVISTATI REATO % DI INTERVISTATI CHE LO HANNO SUBÌTO Borseggio scippo Furto in casa Furto di autoveicolo Rapina Furto di moto/ciclomotore Minacce, aggressione, violenza Truffa Molestia sessuale Estorsione Ingiuria e diffamazione 25,2 23,1 16,0 13,5 7,1 5,6 2,6 1,4 0,9 0,4 Fonte: indagine Censis-Adacta per Osservatorio Sicurezza Campania dal 23,1% di coloro che hanno su- media edittale prevista dal Codice bìto un reato. Al terzo posto, nel- penale. I primi posti della graduala graduatoria dei reati più fre- toria sono occupati da reati che quenti, si trova il per lo più avvenfurto di autoveigono all’interno coli (16,0% delle delle mura doNell’ultimo anno risposte) e al mestiche e che il 37% dei giovani quarto la rapina hanno come vitè stato vittima (Cfr. Tab. 17). time soggetti indi un reato Accanto al dato difesi, donne, o, sui reati di cuisi è più spesso, bamvittima con maggiore frequenza è bini: la pedofilia, e poi la violenza interessante analizzare quali sono sessuale e i maltrattamenti in fai reati che la gente giudica più miglia. Al quarto posto lo sfruttagravi, a prescindere dalla pena mento della prostituzione, un rea- 20 to che, invece, ha sempre più di frequente come teatro la pubblica via, ma che comunque vede coinvolte in qualità di vittime donne, sempre più spesso straniere, e che in molti casi presuppone l’esistenza di un’organizzazione che gestisce gli arrivi e i traffici. Seguono quattro reati riconducibili, più o meno direttamente, alle attività della criminalità organizzata: lo spaccio di droga, problema che è particolarmente sentito nella regione; l’usura, che è ormai diventato un canale di approvvigionamento della camorra che si affianca a quelli tradizionali; le rapine, che vedono coesistere sulla scena del crimine appartenenti alle organizzazioni criminali, delinquenti abituali, tossicodipendenti, e le estorsioni, illecito tipico della criminalità organizzata, attraverso il quale la camorra esercita il controllo del territorio e si garantisce entrate consistenti. Meno importanti risultano tutti i reati di criminalità comune, che sono, invece, quelli di cui è più facile rimanere vittima e che determinano gran parte delle preoccupazioni presenti all’interno del corpo sociale. Cosi come sono percepiti come poco gravi i reati che non toccano direttamente né la persona né il patrimonio, ma che invece danneggiano gravemente il contesto della Regione condizionandone la vivibilità, quali i reati contro l’ambiente, al tredicesimo posto, e i danneggiamenti al patrimonio artistico, collocati in ultima posizione (Cfr. Tab. 18). Gli stessi intervistati, per finire, credono che il modo più efficace per contrastare la criminalità sia da ricercarsi in un maggiore controllo del territorio, da perseguirsi attraverso una più consistente presenza delle Forze dell’ordine (60,5% delle risposte), l’aumento delle zone sottoposte a videosorveglianza (31,1%), la diffusione I soggetti più colpiti del poliziotto di quartiere, indicata dal 30,9% del campione (Cfr. Tab. 19). Del resto è questa la direzione verso cui si muovono le progettualità che impiegano più risorse e che si stanno realizzando nella Regione, dal Patto per la sicurezza di Napoli, al Por Campania, al Pon Sicurezza, ad alcuni dei progetti finanziati dalla Regione attraverso le normative regionali. Meno importanti sembrerebbero essere considerate le iniziative di prevenzione e di reinclusione sociale che costituiscono “l’altra faccia” della sicurezza, quella a più diretto coinvolgimento degli Enti locali, e che garantirebbero risultati forse di maggiore impatto, ma nel medio-lungo periodo: tuttavia un non trascurabile 26,2% di campani individua nella costituzione di un maggior numero di spazi di socializzazione e di aggregazione per i giovani la ricetta per contrastare la criminalità. Importanti, ma meno essenziali, anche altri interventi che influirebbero sulla morfologia dei centri abitati come una maggiore illuminazione (necessaria per sconfiggere la criminalità per il 23,7% del campione), più aree di verde pubblico attrezzate (indicate dall’8,1%), negozi aperti fino a tardi la sera, che il 7,5% del campione percepisce come elemento che può scoraggiare la criminalità. MISURE A FAVORE DELLE VITTIME 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 Tabella 18 GRADUATORIA DEI REATI PER GRAVITÀ, SECONDO LA PERCEZIONE DEGLI INTERVISTATI Pedofilia Violenze/molestie sessuali Maltrattamenti in famiglia Sfruttamento della prostituzione Spaccio di sostanze stupefacenti Usura Rapina Estorsione Furto in appartamento Traffico d’armi Scippo/borseggio Furto di veicolo Reati contro l’ambiente Danneggiamenti al patrimonio artistico Fonte: indagine Censis-Adacta per Osservatorio Sicurezza Campania Tabella 19 INIZIATIVE CHE FAREBBERO SENTIRE PIÙ SICURI GLI INTERVISTATI (VAL. %) INIZIATIVA Più forze dell’ordine per le strade Telecamere collegate alla Questura nelle zone più pericolose Maggiore presenza del poliziotto di quartiere Più spazi di socializzazione/aggregazione per i giovani Più illuminazione Possibilità di essere accompagnati alla banca/posta Più aree di verde pubblico attrezzate Negozi aperti fino a tardi % DI INTERVISTATI CHE LO CITANO 60,5 31,1 30,9 26,2 23,7 9,6 8,1 7,5 Fonte: indagine Censis-Adacta per Osservatorio Sicurezza Campania 21 La Fondazione Polis MISURE A FAVORE DELLE VITTIME Capitolo 1V Il futuro della Legge 11/2004 Le nuove sfide che si aprono in Campania secondo gli operatori Tre Forum sugli strumenti regionali di sostegno alle vittime Attraverso la formula del Forum, un confronto tra la struttura della Regione Campania che si occupa di sostegno a chi ha subìto reato ed alcune delle principali esperienze associative operanti nel settore. Sotto la lente punti di forza e criticità di un provvedimento legislativo che per molti aspetti è unico a livello nazionale. L’ultimo capitolo della guida è dedicato alle nuove prospettive che in Campania si aprono in materia di sostegno alle vittime ed in particolare al futuro della Legge regionale 11/2004, strumento legislati- vo che in questi anni ha specificatamente affrontato il delicatissimo tema. Al fine di cogliere il punto di vista della struttura operativa della Regione Campania e al tempo stesso quello di alcuni tra i più ri- levanti soggetti associativi che con la Legge 11/2004 hanno direttamente operato, abbiamo organizzato tre Forum che sono serviti a mettere in risalto punti di forza e criticità del provvedimento giunto alla terza annualità. Al primo Forum hanno partecipato dirigenti e funzionari dell’Ente di Palazzo Santa Lucia, al secondo rappresentanti del Coordinamento campano delle vittime innocenti di reato e al terzo realtà associative che si occupano di contrasto ai reati di usura ed estorsione. Nasce un soggetto per rendere più rapidi ed efficaci gli interventi Forum I. La Fondazione Polis come compimento della Legge 11/2004 I dirigenti della Regione Campania Enrico Tedesco, Adele Mascolo e Clementina Quinterno illustrano lo spirito che ha portato alla nascita dell’ambizioso strumento legislativo e fanno il punto sulle strategie che nell’immediato futuro dovrebbero consentire di superare le criticità finora emerse. All’orizzonte ora c’è una speciale fondazione. Il primo Forum ha visto coinvolti Enrico Tedesco, dirigente del settore rapporti con Province, Co- 22 muni, Comunità montane, Consorzi delega e subdelega Coreco, Adele Mascolo, dirigente del ser- vizio Coordinamento amministrativo polizia locale, beni confiscati ed azioni in favore delle vittime di criminalità, e Clementina Quinterno, dirigente del servizio di sostegno agli Enti locali per la realizzazione di progetti di sicurezza urbana integrata della Regione Campania. Ai tre dirigenti dell’Ente di Palazzo Santa Lucia sono stati posti quesiti riguardanti l’esito delle prime tre annualità e nuove prospettive di azione La Fondazione Polis della Legge 11/2004. Tra i dati più interessanti si segnalano l’istituzione della Fondazione Polis che, tra le altre cose, «assicurerà assistenza psicologica, legale e, laddove necessario, anche economica e fiscale» alle vittime di reato -, ed il prossimo varo di un Testo unico che riunisca tutti i provvedimenti legislativi regionali in tema di sicurezza. Di seguito riportiamo integralmente il testo del Forum. Qual è lo spirito che ha portato alla nascita della Legge regionale 11/2004? La legge 11 è, solo in ordine cronologico, l’ultimo degli interventi legislativi che la Regione Campania a partire dall’anno 2000 - con la prima Giunta Bassolino - realizza in tema di sicurezza. All’interno dell’Amministrazione regionale fu prevista una delega specifica riguardante le tematiche di sicurezza urbana, al tempo assunta da Maria Fortuna Incostante che oltre a svolgere l’attività di assessore regionale rivestì anche l’incarico di presidente del Forum italiano della sicurezza urbana, associazione di città, Province e Regioni dedicata a questi delicati temi. Ci troviamo nel periodo della riforma del Titolo Quinto della Costituzione per cui si tende a sottolineare la centralità delle Amministrazioni locali anche in fatto di sicurezza urbana. È evidente che in un panorama politico molto complesso quale è quello italiano le scelte compiute dalle varie amministrazioni si collocano con modalità profondamente diverse. Sono gli anni in cui si matura la Legge della Regione Sicilia per le vittime della mafia, gravata da un giudizio di illegittimità costituzionale. Sono gli anni in cui in Regione Lombardia il presidente Roberto Formigoni costituisce un fondo ad hoc e provvede alla stipula di una specifica MISURE A FAVORE DELLE VITTIME polizza assicurativa a sostegno dei cittadini residenti nel territorio regionale, vittime di atti criminali, al fine di garantire loro ed ai loro familiari adeguata assistenza economica. In quegli stessi anni la Regione Campania attraverso un complesso processo di concertazione che vede coinvolti i familiari delle vittime, di cui si ascoltano le esigenze più profonde, arriva alla redazione di questa legge per affrontare due temi molto forti: da una parte il sostegno alle vittime, dall’altra il contrasto ai fenomeni dell’usura e dell’estorsione, vero e proprio “portafoglio” della criminalità organizzata. Nelle consultazioni furono coinvolti i familiari delle vittime, potenziali beneficiari delle misure che la Legge avrebbe introdotto, ma anche i possibili “intermediari” del beneficio come associazioni, Comuni e Province. In un territorio come il nostro, fortemente funestato da episodi criminosi di complessa interpretazione, non era affatto facile pensare ai servizi di aiuto alle vittime della criminalità. Dal mettere insieme le esperienze vissute con l’analisi delle forme di tutela previste dalla legislazione nazionale si è cercato di comprendere quali sarebbero stati gli spazi che l’Ente Regione avrebbe dovuto occupare. La Legge nasce con la forte spinta di quello che qualche anno più tardi sarebbe stato un tavolo permanente dei familiari delle vittime e che all’epoca era in corso di costituzione. Il primo ambito di azione cui la Giunta Bassolino si rivolse fu quello più chiaramente individuabile delle politiche sociali. Si pensò ad attività di affiancamento, accompagnamento e sostegno per recuperare alla normalità cittadini cui la normalità era stata sottratta con la violenza. Come si integra la Legge regionale 11/2004 nel panorama le- gislativo nazionale sul sostegno alla vittime? Il percorso che le leggi nazionali prevedono nell’attivazione del sostegno alle vittime della criminalità per ovvi motivi è quanto mai articolato ed oneroso per la vittima stessa: lungo e tortuoso è infatti il cammino che solo attraverso il riconoscimento dello status di vittima conduce all’accesso alle provvidenze statali. La Regione Campania non poteva pensare di sostituirsi allo Stato prevenendone l’intervento o di contrapporsi ad esso in termini di concorrenza. Con la Legge 11 la Regione ha immaginato di costruire un percorso che potesse accompagnare la vittima all’acquisizione del beneficio previsto dalla legislazione nazionale, attraverso una serie di servizi che si caratterizzassero a seconda della tipologia dell’ente che interveniva sul caso. Abbiamo immaginato che da parte delle Province potesse esserci un ruolo di coordinamento e messa in rete delle iniziative attivate a livello territoriale. In capo alle Province dovevano essere realizzate le più significative e sperienze di educazione all’uso responsabile del denaro ed in capo ai Comuni, nell’immediatezza del reato, le più efficaci attivazioni di servizi quali l’assistenza psicologica, legale e, se occorrente, anche quella materiale. Infatti, abbiamo anche previsto la possibilità che i Comuni si dotassero di fondi, da destinare ai familiari delle vittime, per sostenere le spese di prima necessità, nell’immediatezza dell’evento. Però, tra tutti i progetti sostenuti nei primi due anni di operatività della Legge non ci risulta che alcun Ente comunale abbia utilizzato questo specifico fondo per il sostegno alle vittime. La Regione Campania si propone insomma di agire in continuità, in compensazione ed in dialettica con 23 MISURE A FAVORE DELLE VITTIME il quadro legislativo nazionale. C’è prevenzione). Sotto il profilo conla precisa volontà di non compiere tabile, le rendicontazioni non si sodistinzioni, sul piano degli inter- no ancora chiuse del tutto: siamo a venti, tra le vittime della criminalità metà del percorso per poter fare organizzata e quelle della criminali- delle valutazioni su costi e benefici. Abbiamo però tà comune che sogià fatto sulla prino ai margini delma annualità un le misure nazioLa Legge nasce lavoro di analisi nali di sostegno. da una concertazione molto dettagliaQuando in Italia con familiari di to, passando in c’erano amminivittime e associazioni rassegna le aziostratori che si poni che sul territonevano l’obiettivo di “monetizzare” il danno subìto, la rio sono state messe in piedi e cerCampania ha provato ad ipotizzare cando di individuare quelle che ci un cammino di reinserimento uma- sono sembrate più robuste e quelno, sociale della vittima. L’Ente ha le che ci sono apparse più fragili. elaborato misure di accudimento e Abbiamo verificato che tutti gli in“presa in carico” di cui le vittime di terventi dei Comuni hanno funzioreato del nostro territorio denun- nato come normalmente operano i ciavano l’assenza. Nel panorama servizi sociali, attraverso l’apertura legislativo nazionale non esistono di sportelli che a domanda corrialtre esperienze dotate della speci- spondessero un servizio. Ad onor del vero, questa formula non si è ficità della Legge 11/2004. rivelata vincente, dal momento che Quali sono le criticità che si rischia di avere un costo troppo alsono evidenziate in questi pri- to rispetto ai risultati che consemi anni di applicazione della gue. E non perché sia errata la composizione professionale degli Legge 11? Essendo questo strumento legisla- staff utilizzati negli sportelli, ma tivo nato in tempi recenti, fino a perché le competenze dei profesquesto momento si può parlare sionisti in questione devono andasoltanto di carattere sperimentale re incontro al bisogno e non limidella sua applicazione. È assoluta- tarsi ad aspettare la domanda. È camente troppo presto per tracciare pitato poi che sportelli dedicati ad un bilancio troppo dettagliato dei usura ed estorsione fossero dislorisultati conseguiti dalla misura. È cati all’interno delle sedi della polialtrettanto vero, però, che la Leg- zia locale: ciò ne minava l’efficacia, ge 11 si è trovata a rispondere a perché le vittime di prestito illegabisogni che, più che espressi, so- le o racket hanno evidentemente no “urlati”. Per cui la necessità di difficoltà a farsi vedere pubblicaformulare risposte che riuscissero mente mentre entrano in un cocongruamente a corrispondere a mando di polizia. D’altra parte, va quelle “urla” che provenivano dal sottolineato che le Amministrazioterritorio forse ha spinto a orienta- ni locali della Campania per la prire gli interventi in una direzione ma volta si trovavano a confrontarnon proprio omogenea rispetto si con temi così specialistici, scontando, molto spesso, una scarsa all’avvio dell’esperienza. Oggi siamo giunti alla fine del pri- esperienza di settore. mo anno di esercizio della Legge Quando si tratta di intervenire su 11 che ha visto interventi in capo questi ambiti, siamo tutti un po’ ad amministrazioni locali (Comuni “apprendisti stregoni”. Si va e Province) e ad organismi (asso- avanti per tentativi ma è del tutto ciazioni specializzate nell’attività di evidente che bisogna qualificare 24 La Fondazione Polis la nostra opera, perché in Campania la domanda c’è ed è quantitativamente e qualitativamente più ampia che nel resto d’Italia: per comprenderlo è sufficiente leggere le statistiche di delittuosità. In tutto il panorama normativo della nostra regione esiste ad ogni modo un protagonista molto forte che è la città, intesa come istituzione più prossima al cittadino. Anche se non sempre le risposte dei Comuni sono state all’altezza delle aspettative, l’orientamento di fondo della Legge resta invariato. L’operato degli Enti locali deve essere piuttosto sostenuto affinché migliori e, di conseguenza, migliorino i servizi offerti al cittadino vittima di reato. Come hanno risposto i soggetti che beneficiano della Legge regionale 11/2004? Per certi versi hanno risposto in maniera egregia. Il primo anno, per esempio, c’è stata una vera e propria dialettica che ha coinvolto da un lato la Regione, dall’altro Comuni ed organismi interessati dai benefici della Legge. Gli Enti in questione hanno risposto fondamentalmente bene, interpretando le varie tipologie di servizio che lo strumento legislativo dava la possibilità di attivare. Tuttavia va ulteriormente rimarcato che il tema dei servizi a sportello è di criticità, il tema del protagonismo degli Enti locali va tenuto sotto controllo e soprattutto bisogna intervenire per essere in grado di fornire una risposta qualificata, immediata e non episodica alle vittime di reato. La Legge 11 ha indubbiamente arricchito il territorio Campano per quanto riguarda i servizi di sostegno alle vittime, consentendo ad una pluralità di organismi di strutturarsi meglio a vantaggio dell’utenza. L’ultima annualità della Legge, per esempio, ha visto l’assegnazione di finanziamenti a ben 24 progetti formulati La Fondazione Polis dagli organismi che operano sui temi della prevenzione: ciascuno di questi Enti si rivela un’antenna sensibilissima in grado di registrare le problematiche e le istanze del territorio coniugando le risposte attraverso il modello di sostegno strutturato dalla Regione. Quali sono le esperienze finanziate che sono risultate più efficaci? Oltre a questi casi appena citati, vanno segnalate tutte le attività di educazione alla legalità rivolte ai ragazzi che sono passate attraverso la sensibilizzazione all’uso responsabile del denaro. Si tratta di progetti che spesso hanno avuto al centro l’azione di contrasto ad usura ed estorsione anche attraverso la proposta di efficaci modelli comportamentali alternativi quali, per esempio, le esperienze che hanno avvicinato l’universo giovanile al commercio equo e solidale che comporta un approccio alternativo al commercio convenzionale, offrendo uno strumento a disposizione di tutti per difendere e promuovere i diritti economici e sociali, orientato al cambiamento dei meccanismi di un modello economico che antepone il profitto ai diritti fondamentali degli esseri umani. Per quanto riguarda invece la “vittimizzazione” in senso stretto, si è rivelato efficace il recupero della memoria non come semplice esercizio di retorica, ma come diffusione della conoscenza delle storie delle vittime della criminalità. Queste iniziative hanno messo in rete molte scuole i cui alunni hanno davvero avuto la possibilità di fare pratica di cittadinanza attiva. L’impostazione di fondo della terza annualità risulta molto diversa da quella delle prime due. Come si spiegano i cambiamenti intervenuti? Le strutture regionali che si sono occupate dell’attuazione degli in- MISURE A FAVORE DELLE VITTIME terventi in materia di “Sicurezza che purtroppo può essere considelle città”, e quindi anche della derato “vittima più degli altri”. PurLegge 11, hanno impostato il pro- troppo ci sono alcune persone che prio lavoro alla necessità di ac- siccome non ricevono attenzione compagnare gli interventi, che via dall’opinione pubblica, rischiano via si sono realizzati, pur nella di non ricevere neanche l’attenzioconsiderazione della sperimenta- ne del circuito dei servizi di sostelità dei servizi attivati, anche attra- gno. È su questi casi che bisogna verso azioni di valutazione parte- sforzarsi di intervenire rapidamencipata, con l’obiettivo di registrare te, affinché nessuno sia lasciato l’esistente, rilevare le criticità, solo. porre tempestivamente i correttivi adeguati. Modalità di lavoro quin- È prossima al varo la Fondadi fortemente orientata a miglio- zione Polis. In che direzione rare, qualificandole, le risposte andrà ad operare? che i servizi offrivano al territorio. Occorre innanzitutto precisare mePur nella consapevolezza della glio la natura di questo Ente. “Pobontà di alcune esperienze singo- lis” sta per città, a testimonianza le, la necessità di poter immedia- della volontà di valorizzare il ruolo tamente compensare quegli spazi dei Comuni quali primi attori delle attività di sosteche ci sembravagno. Ma “Polis” è no non avere È presto per anche l’acroniuno sbocco immo di “Politiche mediato di effitracciare un bilancio cacia ha spinto dettagliato dei risultati integrate di sicurezza”, perché le la struttura reconseguiti iniziative messe gionale a proin campo dalle citgrammare interventi che conservassero la tipolo- tà al tempo stesso devono essere gia dei primi anni di attuazione integrate da forze che concorrano ma elevassero il piano di applica- a qualificarle. La Fondazione è un zione sotto il profilo strettamente tentativo di risposta alle criticità istituzionale. La presenza di servi- che si sono evidenziate nelle prizi sviluppati territorialmente a me tre annualità di azione della macchia di leopardo, l’elevata in- Legge 11. Questo nuovo soggetto cidenza dei costi generali di ge- dovrà occupare uno spazio che fistione delle strutture attivate, la no a questo momento è rimasto non omogeneità dei servizi resi vuoto, sostenendo le iniziative a alle vittime ci hanno indotto a ri- favore delle vittime di criminalità. modulare l’ambito di realizzazio- A dare inizio al cammino della ne dei progetti affidandone la ti- Fondazione è stata un’apposita tolarità alle strutture provinciali, delibera della Giunta Bassolino, così da conseguire una copertura proposta dell’assessore alla Sicutotale del territorio e nel contem- rezza. Terminato il suo iter ammipo una forte contrazione dei costi nistrativo, Polis sarà immediatadi gestione a tutto vantaggio delle mente funzionante. Davanti ad un atto criminoso c’è bisogno di un azioni di sostegno. immediato intervento da parte Esistono tipologie di vittime delle istituzioni. La Fondazione cui bisognerebbe guardare Polis, dotata di un proprio patricon maggiore attenzione, ma- monio, assicurerà così assistenza gari con misure specifiche, in psicologica, legale e, laddove necessario, anche economica e fifuturo? Sul nostro territorio c’è qualcuno scale. 25 La Fondazione Polis MISURE A FAVORE DELLE VITTIME La vittima, grazie alla Fondazio- zioni di pubblico e privato. ne Polis, potrà contare sulla Coinvolgeremo gli organismi che tempestività dell’intervento. finora hanno collaborato con la L’immediatezza dell’evento di Regione per la Legge 11 nella cosolito cozza con le regole della stituzione di un team che dovrà pubblica amministrazione. Af- soccorrere immediatamente la vitfinché si compia per intero l’iter tima del reato violento e “adottarche porta al riconoscimento del- la” con continuità progettuale. Salo status di vittima e, successiva- rà poi importante catalogare i casi mente, alle attività di presa in che in questi anni sono stati più o carico da parte dell’istituzione, meno accuditi per cercare di riese tutto va bene quilibrare e di sapassano troppi nare una serie di La vittima grazie mesi, ed a quel vuoti che magari a Polis potrà contare punto il famisi sono venuti a su interventi liare superstite generare. In ultiè già abbandomo dovremo tempestivi nato. La Fondascovare tutti i cazione deve invesi che non sono ce operare con la tempestività mai stati “catalogati” e che pertanpropria degli strumenti del dirit- to non hanno beneficiato del soto privato, nel campo pubblico stegno istituzionale. dell’attivazione dei servizi di La Fondazione dovrà trovare un aiuto. Polis sarà una fondazione partenariato forte nelle espressioni della Regione Campania, non associative dei familiari delle vittipartecipata da privati bensì da me che in Campania si sono riuniti altri Enti locali come le Province in un Coordinamento, esperienza e i Comuni che intenderanno unica nel suo genere a livello nazioaderirvi. In quanto soggetto giu- nale. ridico, sarà ente “terzo” rispetto alla stessa Regione e potrà bene- Quali sono gli interlocutori ficiare in autonomia delle elargi- più interessanti che in questi anni si sono confrontati con la Legge 11? Sicuramente lo stesso Coordinamento campano delle vittime rappresenta un interlocutore d’eccezione. Molto significativa, per esempio, si è rivelata l’esperienza degli incontri con vittime e familiari di vittime che ha portato alla stesura del testo della Legge 11. Abbiamo avuto modo di confrontarci con vicende diverse ma ciascuna a suo modo significativa. Il confronto ha fatto sì che questo strumento legislativo si proponesse in un certo senso come vera e propria espressione dei bisogni denunciati da chi il reato lo ha subìto. Quale futuro per la Legge 11? Il futuro, dopo questi anni pionieristici che hanno consentito di evidenziare criticità e virtù della Legge 11, è probabilmente un Testo unico che confermerà tutti gli strumenti legislativi messi in campo dalla Regione Campania in fatto di politiche integrate di sicurezza esaltandone i punti di forza. Il Coordinamento campano delle vittime: «Maggiore concertazione» Forum II. Tempi certi per rendere più efficace una legge innovativa Secondo l’Ente che riunisce le associazioni regionali di sostegno a chi ha subìto reato è necessario affrontare i problemi della «lentezza della pubblica amministrazione» e favorire la «concertazione tra Regione, Province e Comuni». Alla domanda di efficienza che arriva dal territorio può rispondere la Fondazione Polis. Protagonista del secondo Forum è il Coordinamento campano delle vittime innocenti della crimina- 26 lità, “luogo di sintesi” dal 2007 delle più importanti esperienze associative esistenti in regione. Hanno partecipato ai lavori il presidente dello stesso coordinamento Lorenzo Clemente, insieme con Paolo Siani, Annamaria Torre, Luca Vitale, Alfredo Avella e Marco Scherillo. Il tavolo di discussione articolato sempre con la formula della domanda aperta, partendo da un momento di condivisione dell’esperienza di vittima di ciascuno, ha concentrato l’attenzione sui punti critici della Legge 11/2004 che comunque è Parola alle associazioni MISURE A FAVORE DELLE VITTIME apparsa «il primo tentativo in Italia di fornire sostegno, sullo stesso piano, alle vittime della criminalità organizzata e a quelle della criminalità comune». Uno strumento legislativo dall’indiscutibile carattere innovativo che però nelle prime tre annualità ha scontato «la lentezza della pubblica amministrazione e la difficile concertazione tra la Regione da un lato, le Province ed i Comuni dall’altro». Contributo per conferire nuova vitalità dalla Legge regionale può arrivare ora dalla Fondazione Polis, intesa come quel soggetto capace finalmente di offrire in tempi certi i servizi di sostegno alle vittime. mo dare un segnale forte a livello nazionale sul piano delle iniziative rivolte al sostegno delle vittime della criminalità». Ci racconta la sua esperienza di vittima della criminalità? Lorenzo Clemente: «Sono il marito di Silvia Ruotolo, una donna, una madre che l’11 giugno del ’97, tornando a casa, è stata attinta in uno scontro a fuoco tra due clan camorristici della zona del Vomero e in presenza dei due miei figli è morta. Da quel giorno, anche grazie ai miei due stessi figli, Francesco e Alessandra, la mia vita ha avuto dei motivi in più per andare avanti. Ricordo spesso che la difficoltà di quel terribile giorno stava nel rispondere ai perché che i ragazzi mi ponevano. Ora faccio parte del Coordinamento di vittime innocenti costituito all’inizio del 2007. Sono il presidente. Più che altro cerco di coordinare le attività realizzate nell’ambito di questa esperienza nell’ambito della quale ho conosciuto molte altre vittime della criminalità. Per noi è importante non dimenticare. E non dimenticare significa far sì che la vita dei nostri familiari continui con i nostri gesti e le nostre attività». Annamaria Torre: «Sono la figlia di Marcello Torre. Papà fu assassinato l’11 dicembre del 1980 dalla Nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo. La sentenza l’abbiamo avuta solo nel 2001. In quell’occasione è stato finalmente possibile portare alla luce le responsabilità della cosiddetta “zona grigia” di interesse politico camorristico nella triste vicenda che ci ha cambiato la vita: papà era avvocato e sindaco di Pagani, ma soprattutto un uomo che dava fastidio, una persona per bene che stava al di sopra delle parti. Per questo ha pagato con la vita. Oggi faccio parte del Coordinamento campano delle vittime innocenti della criminalità affinché ciò che è successo a me possa non accadere più. Non è un caso se nel nostro statuto associativo chiediamo con grande fermezza per le vittime innocenti della criminalità assistenza psicologica e legale, diritti purtroppo meno garantiti di quelli dei collaboratori di giustizia. La nostra esperienza nasce dopo quella di Contromafie, dal momento che intendeva- Paolo Siani: «Mio fratello Giancarlo era un giornalista del “Mattino” non ancora assunto che a 26 anni è stato ucciso da sicari della camorra. Era un ragazzo che amava il suo mestiere. Lo faceva con grande entusiasmo: ha prodotto più di mille articoli, scrivendo di tutto. E ovviamente nella Napoli tra l’83 e l’85 gli argomenti più ricorrenti erano quelli di camorra. Ha scritto molto, forse troppo, e una sera di 22 anni fa fu fatto fuori». Luca Vitale: «Sono il figlio di Vincenzo Vitale, un commerciante di Pimonte che il 6 dicembre del ’93 fu attinto da colpi di arma da fuoco alle gambe ed in seguito a complicazioni morì quattro giorno dopo, a Napoli. La nostra vita è cambiata moltissimo. Perdere mio padre quando avevo appena 16 anni è stato un evento traumatico non solo per me ma anche per mia madre, che si è vista privare di un sostegno importantissimo all’età di appena 54 anni, e per mio fratello che dovette abbandonare alcune sue ambizioni, quale quella di entrare in magistratura, e pensare alla famiglia. Io continuai i miei studi. La mia esperienza universitaria è stata diversa da quella dei miei colleghi, perché c’era maggiore attenzione e la voglia di conseguire la laurea nel minor tempo possibile per poter dare anch’io un contributo. Siamo stati molto aiutati dagli zii che ci hanno dato un sostegno materiale e soprattutto morale indispensabile per continuare con le nostre attività ed i nostri sogni. Perdere un padre nel giro di quattro giorni nell’ambito di un evento in un certo senso evitabile - siccome papà non aveva fatto altro che partecipare ad un’asta pubblica ci è sembrato veramente un fatto incredibile e tuttora difficile da superare». Alfredo Avella: «Mio figlio Paolino il 5 aprile del 2003 per resistere al tentativo di rapina del suo motorino, a seguito di una colluttazione tra motocicli in movimento, cadde e perse la vita. I fatti accaddero a San Sebastiano al Vesuvio, all’uscita del liceo scientifico frequentato da Paolino. Nell’immediato ci fu una grossa reazione di tutta la comunità scolastica ed in me nacque l’esigenza di creare l’associazione, intitolata a Paolino Avella, che dalla fine del 2003 opera in campo sociale. Mi rendevo e mi rendo tuttora conto che la reazione della società civile di 27 Parola alle associazioni MISURE A FAVORE DELLE VITTIME fronte a questi fatti non può fermarsi. Da qui la scelta di contribuire alla nascita del Coordinamento campano delle vittime innocenti della criminalità. Il nome lungo dell’associazione è voluto: ha il compito di dare delle precise indicazioni. Abbiamo l’esigenza di dimostrare a tutti che rappresentiamo quella parte di società colpita che non si è fermata ma, anzi, reagisce. Non bisogna pensare che abbiamo messo su un’agenzia di assistenza ai familiari. Questo tipo di impegno figura ai primi posti della nostra attività ma non la esaurisce. Noi intendiamo, con i nostri particolarissimi mezzi, partecipare alla lotta alla criminalità». Che tipo di risposta la Regione Campania in questi anni ha fornito alle purtroppo numerose vittime di criminalità del suo territorio? Lorenzo Clemente: «Il tema dell’accudimento alle vittime, di per sé estremamente complesso, risulta ancora più problematico in un territorio come quello campano. È difficile individuare le vittime, basti pensare solo al fatto che in regione si registrano percentuali bassissime di costituzione di parte civile nei processi contro la criminalità organizzata. Non tutte le vittime ricevono poi gli stessi trattamenti dalle istituzioni. Il processo per i fatti relatiMarco Scherillo: «Sono il fratel- vi all’assassinio di mia moglie ha lo di Dario Scherillo ammazzato seguito un iter rapidissimo che, il 6 dicembre del 2004 durante la purtroppo, costituisce nel panoguerra di camorra tra i Di Lauro e rama regionale e nazionale una gli scissionisti. Mio fratello ha vera e propria anomalia: è iniziaavuto la sfortuna di trovarsi nel to nel ’98, ad un anno di distanza posto sbagliato nel momento dall’omicidio, e la prima sentensbagliato. È stato scambiato per za si è avuta nel 2001 ed è passaun pusher della zona perché il ta in giudicato nel 2002. Non si fato ha voluto che Dario avesse erano mai verificate, in preceun motorino uguale o simile a denza, circostanze simili. Ri cordo che il boss quello della perGiovanni Alfasona che doveIl tema no, il cui potere va essere uccidell’accudimento criminale fu ansa. Quella sera alle vittime nientato da quelse n’è andato in Campania è ancora lo stesso proun pezzo di noi. più complesso cedimento giuDa allora tutto diziario, parlando non ha più senso. Non c’è giorno in cui non pen- del caso di mia moglie, disse: siamo a lui. Non c’è sera nella “Tutto questo clamore perché era quale, prima di addormentarci, la cugina di un giornalista”. Non non rivolgiamo a lui il nostro aveva tutti i torti. Le istituzioni pensiero. Mio fratello era un ra- dovrebbero invece fare in modo gazzo semplice. Lavorava ed che certi diritti fossero assicurati a aveva realizzato il suo sogno: tutti i cittadini. Giustizia dovuta e aprire una scuola guida dopo rispetto della vittima sono infatti tanti anni di gavetta. Voleva spo- dei principi sacrosanti, da affersarsi, crearsi una famiglia. Oggi mare con forza e per i quali abvorrei che la sua morte non risul- biamo costituito lo stesso Coorditasse vana. Vorrei che la morte di namento. Distinzioni tra vittime tutte queste persone, di tutti della criminalità organizzata e questi familiari non rimanesse della criminalità comune vanno assolutamente eliminate. Allo nel silenzio». 28 stesso modo le istituzioni devono sforzarsi di abbattere le barriere che rischiano di crearsi tra il familiare della vittima e il resto della società. Può accadere che il familiare venga lasciato solo, perché magari considerato persona scomoda. Questo non deve assolutamente accadere». Alfredo Avella: «Quando parliamo di sostegno alle vittime nella Regione Campania, parliamo di strumenti di azione recenti che presentano delle criticità e possono essere sicuramente migliorati. Certi temi, per quanto importantissimi su un territorio funestato dalla criminalità come questo, sono stati affrontati con determinazione da poco tempo. Il Coordinamento campano delle vittime innocenti della criminalità si costituisce nel 2007, mentre la Legge regionale 11 è del 2004. Le istituzioni fino a quel momento erano completamente assenti su questo fronte. Merito della Legge 11 è aver provato a fornire una prima risposta al vuoto che in precedenza esisteva. Si tratta di una legge nata su impulso delle numerose esperienze associative che in quegli anni si facevano strada sul territorio. La Legge 11 è un segnale, come lo è stato anche la nascita del nostro Coordinamento. È importante che nel suo testo non si faccia riferimento a nessun tipo particolare di criminalità, ma che anzi vi siano accomunate tutte le vittime. Da un lato perché sul nostro territorio risulta difficile demarcare un confine tra criminalità organizzata e comune, dall’altro perché la stessa legislazione nazionale è carente sul fronte del sostegno alle vittime della criminalità comune. Questo segnale dovrà tuttavia tradursi in fatti concreti. Una legge non può limitarsi a stanziare dei fondi che magari neanche raggiungono in tempo la persona vittima. Per quanto ri- Parola alle associazioni guarda le nostre attività, sarebbe in ultimo auspicabile che l’impegno sociale si estendesse anche a persone non colpite da episodi di criminalità. Le associazioni devono crescere perché ad esse spetta il ruolo di tramite tra le istituzioni e le vittime. Alle associazioni spetta anche incalzare le istituzioni affinché facciano funzionare meglio e più concretamente gli strumenti legislativi». Paolo Siani: «L’unica cosa importante dello strumento legislativo varato dalla Regione a sostegno delle vittime sta nel fatto che ha riconosciuto che la Legge sta dalla nostra parte. È una Legge che possiede soprattutto un significato etico, perché sono le vittime a stare al centro di essa più del concetto di un eventuale risarcimento del danno. La Regione Campania prenda atto delle criticità finora manifestatesi e faccia funzionare la Legge 11. Non deve restare un bel testo scritto ma deve operare con concretezza». La costituzione di uno strumento come la Fondazione Po- MISURE A FAVORE DELLE VITTIME me, perché non opera distinzioni di sorta tra questa o quella tipologia criminale che ha compiuto il reato. In Italia le vittime della criminalità comune, per quanto Paolo Siani: «L’utilità di un’ini- riconosciute di dignità pari alle ziativa di questo tipo la si coglie- altre dalla normativa comunitarà nel momento in cui la Regione ria, risiedono in una specie di entro tempi ragionevoli sarà ca- limbo legislativo senza che ci siapace di assicurare ai familiari no strumenti di sostegno ad esse delle vittime l’assistenza della dedicate. Da qui il carattere innovativo della norma campana. La quale necessitano». Legge 11 però sconta la lentezza Alfredo Avella: «Il dibattito con- della pubblica amministrazione e ferma quello che da sempre è un la difficile concertazione tra la mio pensiero: le istituzioni non rie- Regione da un lato, le Province ed i Comuni dalscono ad intervel’altro. È su quenire direttamenAssociazionismo sto aspetto che te sul fatto confondamentale come bisogna incidecreto. È fondatramite tra istituzioni re, modificando mentale il conla Legge per astributo di orgae vittime sicurare effetti nismi associativi immediati a vanche facciano tramite tra il piano istituzionale e taggio di chi ha subìto il reato e favorendo le collaborazioni con quello della vittima». associazioni e fondazioni che Luca Vitale: «Da avvocato ci ten- possono garantire l’efficacia diretgo a sottolineare che la Legge 11 ta ed immediata della misura. Ben sul piano teorico si inserisce mol- vengano dunque cambiamenti to bene nel panorama legislativo che vadano ad agire in questa dinazionale del sostegno alle vitti- rezione». lis può essere utile al superamento delle criticità evidenziatesi nei primi anni di attuazione della Legge 11/2004? L’esperienza delle organizzazioni antiracket ed antiusura Forum III. Quando le associazioni diventano presidi di legalità diffusa Silvana Fucito dell’associazione antiracket di San Giovanni a Teduccio, Amleto Frosi di Alilacco, don Andrea La Regina di Nashak e don Vincenzo Federico (Caritas): «Più voce agli organismi che operano sul territorio. Rivoluzionaria l’esperienza della Legge 11, ora lavoriamo con la Regione per qualificare i servizi di sostegno alle vittime». Nel terzo Forum, a mettere sotto la lente d’ingrandimento la Legge 11/2004 sono stati gli organi- smi operanti sul fronte del contrasto di racket ed usura che nelle prime tre annualità di azione hanno attivato progetti facendo ricorso ai fondi messi a disposizione dallo stesso strumento legislativo. Al tavolo di lavoro hanno partecipato Silvana Fucito, presidente dell’associazione antiracket di San Giovanni a Teduccio rientrante nell’orbita del Fai, don Andrea La Regina, presidente della Fondazione antiusura Nashak sorta nell’ambito della diocesi di Teggiano Policastro, don Vincenzo Federico, de- 29 MISURE A FAVORE DELLE VITTIME bisogna colpire interessi che stanno più in alto, laddove la camorra ha precisi contatti con la politica. Se riusciamo ad innalzare a quel livello la nostra azione di lotta, allora potremo sperare in una maggiore diffusione dei principi sociali di legalità. Abbiamo lavorato per istituire la figura del tutor antiracket al fine di evitare infiltrazioni malavitose nelle aziende che gestiscono i grandi lavori facendone in molti casi lievitare i costi. A Napoli in questo preciso momento storico ci sono cantieCi racconta l’esperienza della ri importanti in ballo. Abbiamo il dovere di monitorare affinché sua organizzazione? la malavita organizzata non vi Silvana Fucito: «La nostra sto- metta le mani sopra. Estremaria credo sia abbastanza nota. La mente positiva, da questo punto prima associazione antiracket di di vista, la collaborazione che Napoli è nata a Pianura. A se- abbiamo stabilito con le assoguito di questa iniziativa ne so- ciazioni degli industriali. Il mono sorte ulteriori tre in altri dello di riferimento è l’accordo quartieri cittadini, a testimo- che lo stesso Tano Grasso ha stinianza del fatto che questo fe- pulato pochi mesi fa con Connomeno positivo è in espansio- findustria Sicilia, per arginare gli ne. Non ci teniamo a mettere in imprenditori collusi con la mapiedi chissà quante strutture, fia. A Napoli stiamo portando avanti un’iniziaperché riteniamo tiva analoga che la cosa più Il racket rende con Confinduimportante sia stria Campania, mettere un numeno attrattivo al fine di mettemero di telefoeconomicamente re fuori gioco no a disposizioil territorio del Sud chi è pronto a ne della cittadipagare gli estornanza affinché chi ne ha la necessità possa tro- sori pur di continuare a lavoravare assistenza psicologica, le- re. La nostra è una lotta dura, gale ed amministrativa. Abbia- dal momento che qui al Sud il mo messo in campo numerose racket fa parte di una cultura azioni di ampio respiro. Tano perversa e tristemente diffusa. Grasso, che tra le altre cose è Quello del pizzo per il Mezzoconsulente antiracket del Co- giorno è un problema gravissimune di Napoli, sta cercando di mo, in quanto compromette tocoinvolgere sempre di più lo talmente la possibilità che granStato in questa battaglia. Riu- di industrie del Nord e dell’estesciamo infatti a contrastare con ro vengano ad investire sul nobuona efficacia gli interessi dei stro territorio, creando a cascata piccoli clan dediti al racket e al- un indotto positivo. Le stesse l’usura ma, in questi anni di la- Amministrazioni locali non posvoro, abbiamo capito che c’è un sono restare a guardare: serve livello superiore del problema: attenzione. Per quanto riguarda legato regionale della Caritas, ed Amleto Frosi, presidente dell’associazione Alilacco Sos Impresa Campania. Anche ad essi sono state proposte domande aperte per far emergere punti di forza e criticità delle iniziative messe in campo, in questi anni, dalla Regione. Evidente a tutti l’importanza delle associazioni quali «veri e propri presidi di legalità diffusa sul territorio», ma al tempo stesso chiara la necessità di insistere sulla «qualità» nelle iniziative da intraprendere. 30 Parola alle associazioni l’usura, andrebbero invece incoraggiate iniziative di sensibilizzazione all’uso responsabile del denaro. Molte persone usurate, infatti, ricorrono al credito illegale per consumo sfrenato». Don Andrea La Regina: «L’attività antiusura di Nashak nasce nel 1991, cinque anni prima della Legge nazionale 108/1996. È in quel preciso momento storico che ci accorgiamo dell’ampia diffusione del fenomeno del credito illegale, attraverso alcune drammatiche testimonianze che riscontriamo nell’ambito della diocesi del Golfo di Teggiano Policastro. Insieme con una banca di credico cooperativo del territorio demmo vita così all’esperienza dei cosiddetti “libretti a garanzia”. Mettevamo una cifra su un libretto, la banca prestava la stessa cifra alla persona in difficoltà e quindi iniziava la restituzione. Questo processo serviva anche a far capire alla persona a rischio di usura che la nostra fideiussione la metteva in condizione di poter aderire alle forme legali di credito senza imboccare strade di tipo diverso. All’epoca l’usura nel nostro territorio era “di vicinato”. Solo in seguito è subentrata la criminalità organizzata. Abbiamo sempre dato molto peso all’ascolto. Secondo noi il problema dell’usura non sta soltanto nella necessità di avere denaro. Crediamo che esistano difficoltà umane più ampie in chi rischia di finire vittima di questo reato. Dalle nostre parti chi non ha accesso al credito legale purtroppo è considerato una persona senza dignità. Abbiamo per questo inteso la nostra azione anche come modo per ridare dignità a quelle stesse persone. La Legge 108 ha dato una spinta a noi che già operavamo su questo fronte. Nel ’99 ci siamo infat- Parola alle associazioni ti costituiti in Fondazione trovando il contributo della società civile ed in particolare di professionisti volenterosi che potessero svolgere per noi attività di tutoraggio ed accompagnamento. Resta comunque ben evidente quella che è la nostra filosofia di fondo: lavoriamo soprattutto sul versante della prevenzione del problema». Amleto Frosi: «Alilacco nasce nel maggio ’97 come associazione di lotta al racket ed all’usura con un approccio diverso rispetto a molte altre iniziative di questo genere: si punta sull’inserimento territoriale, cercando adesioni in tutte le province della Campania. Oggi abbiamo una decina di sedi, ci siamo costituiti parte civile in 22 procedimenti giudiziari ed abbiamo fatto arrestare ben 147 camorristi. Nel 2000 si è verificato un episodio molto importante per la nostra storia associativa: per la prima volta un Tribunale ha riconosciuto la nostra costituzione di parte civile in un processo per eventi la cui vittima non era un nostro socio. Accompagniamo le vittime di usura ed estorsione dalla denuncia in poi. Facciamo anche prevenzione culturale, attraverso progetti di comunicazione e sensibilizzazione per le scuole, finalizzati all’uso responsabile del denaro. Traguardo ormai prossimo è poi la costituzione a Fondazione». Don Vincenzo Federico: «Gli organismi che operano nelle attività di contrasto di usura e racket sono dei veri e propri presidi della legalità sul territorio, che incoraggiano all’uso responsabile del denaro in una società conformatasi al consumismo più sfrenato. Fondazioni ed associazioni sono punti di riferimento che possono fare tanto sul piano della forma- MISURE A FAVORE DELLE VITTIME zione e persino scoraggiare chi pratica esercizio abusivo del credito». Come giudica l’operato della Legge 11/2004? che un cittadino contragga debiti con troppi soggetti. Ci vorrebbe una penale pecuniaria nei confronti di chi pratica esercizio abusivo del credito. Sia la Regione che il Governo centrale per le parti competenti dovrebbero intervenire per contrastare questo triste fenomeno». Don Andrea La Regina: «La Legge 11 si è rivelata per noi uno strumento estremamente importante, innanzitutto perché Amleto Frosi: «Lo spirito che porha riconosciuto il contributo di tò alla nascita della Legge 11 è siassociazioni e Fondazioni che ri- curamente encomiabile. La Regiospondevano ad una serie di ne si fece carico di raccogliere tutte le esperienze asdrammatiche esisociative che in genze esistenti Più forza quegli anni si sul territorio. Il nelle iniziative erano occupate provvedimento di educazione all’uso di sostegno alle ci ha anche ofvittime, attraverferto la possibiresponsabile so un processo lità di offrire un del denaro di concertazione. piccolo rimborAssociazioni come Aliso spese ai tecnici che hanno lavorato per noi. E di lacco oggi devono gran parte della casi in questo senso degni di no- propria forza a questa legge: è ta ce ne sono: posso per esem- questo stesso strumento a finanpio raccontare di avvocati che, ziare molte iniziative intraprese. in virtù della collaborazione Non si può essere troppo severi con la nostra Fondazione, han- con la Legge 11, se consideriamo no rinunciato a difendere usu- che si tratta di un provvedimento rai. Con la Legge 11 abbiamo giovane e “rodato” solo per poco poi avviato progetti di sostegno tempo. Tuttavia alcune criticità al credito per piccole imprese vanno evidenziate. Innanzitutto artigianali, attività per le quali è non è apparsa vincente la scelta stata fondamentale la costitu- degli Enti locali come soggetti prozione del fondo. Fino ad allora positivi delle azioni di sostegno alandavamo avanti con i soli con- le vittime. In molti casi, infatti, nei tributi dell’8 per mille della Comuni non ci sono neanche le Diocesi di Teggiano Policastro. professionalità per gestire certi caUn ulteriore piano di azione ri- si. Ne sono nati sportelli la cui effiguarda la comunicazione fina- cacia spesso si è rivelata discutibilizzata a sensibilizzare i cittadini le. Un altro limite della Legge è il fatto che ha un all’uso responsaraggio troppo bile del denaro. Una penale ampio per le sue È fondamentale disponibilità insistere su inipecuniaria economiche. ziative che proper chi pratica Meglio sarebbe muovano il dicredito illegale se circoscrivesse ritto dell’accesil proprio campo so al credito, per emarginare chi utilizza l’usura di azione a reati che, come l’estorcome strumento di prevaricazio- sione e l’usura, costituiscono mine sociale. Bisogna adesso evi- naccia costante per la società civitare, con vincoli precisi di legge, le del territorio. Ultimo elemento 31 MISURE A FAVORE DELLE VITTIME di criticità che intendo mettere in esempio la persona che ha conevidenza è la filosofia dell’asse- tratto il debito muore, bisogna avere la possibilità di gnazione dei contribusopperire a vanti mediante bantaggio dei suoi do. A vantaggio La Legge 11/2004 familiari. Anche delle esperienze riconosce il contributo di eccellenza che sul fronte del midelle associazioni pure vi sono in crocredito bisoanti-racket ed usura questa Regione, gnerebbe agire. bisognerebbe Sarebbe interescercare modalità sante intervenire di più snelle ed automatiche per più sull’educazione finanziaria, stanziare i fondi a chi già ha dimo- campo riguardo al quale purtropstrato di farne buon uso. In questo po più di un’iniziativa si è arenata». modo si andrebbe ad assicurare continuità alle più importanti Silvana Fucito: «Serve innanzitutto qualità. Una qualità che esperienze associative». sia prima istituzionale, quindi Quale, a questo punto, il futu- sociale. Istituzioni e associaro che ipotizza per questo zioni devono poter contare le une sulla qualità delle altre a strumento legislativo? tutto vantaggio del cittadino. Don Andrea La Regina: «La Leg- La qualità è l’obiettivo cui dege dovrebbe concederci maggiori vono essere tesi tutti gli operastrumenti per poter intervenire tori. È innegabile, ad ogni mocon decisione su casi-limite. Se per do, che sono stati compiuti 32 Parola alle associazioni grandissimi passi in avanti rispetto alla realtà di qualche anno addietro». Amleto Frosi: «È fondamentale che il futuro della Legge 11 investa le migliori professionalità esistenti sul territorio in fatto di sostegno alle vittime. Le esperienze associative di eccellenza ci sono e vanno incoraggiate. Mi auguro che la Fondazione Polis possa agire in questo senso. Non va ripetuta l’esperienza infruttuosa che ha visto coinvolti gli Enti locali. Il territorio campano presenta criticità innegabile. È necessaria sin da subito, da parte degli attori istituzionali e del mondo dell’associazionismo, una risposta pronta ed efficace alle problematiche esistenti. Ben vengano meno burocrazia e più spazio a chi vuole e, soprattutto, sa fare le cose, nell’interesse della collettività».