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Sali di glicerofosfoinositolo
Articoli Roberto Dal Toso, Francesca Melandri, Stefano Copetti Istituto Ricerche Biotecnologiche IRB, Altavilla Vicentina - Vicenza - [email protected], info@ irbtech.com Sali di glicerofosfoinositolo Parole chiave Glicerofosfoinositolo Lenitivi UVB Un’alternativa cosmetica ai cortisonici topici Parte 1. Eritema cutaneo Summary Riassunto Glycerophosphoinositol (GPI) salts are innovative sunflower lecithin-derived active ingredients covered with an international patent. They act upstream in the inflammatory cascade via an entirely physiological auto-regulating system since they inhibit the release of arachidonic acid induced by activation of phospholipase A2. The synthesis of PGE2 is significantly decreased by GPI in keratinocytes exposed to UVB. GPI has been included on some lenitive cosmetic formulations in order to evaluate its photoprotective effect in skin erythema induced by UVB radiations in healthy volunteers. The results confirm not only the GPI dose-dependent lenitive effect, but also a comparable efficacy to a formulation based on a medium power steroid, together with a high skin tolerance. Il glicerofosfoinositolo sale di colina o lisina (GPI), un innovativo principio attivo di origine vegetale con copertura brevettuale internazionale, inibisce il rilascio di acido arachidonico indotto dall’attivazione della fosfolipasi A2 citosolica, inserendosi in un sistema fisiologico di autoregolazione della cascata infiammatoria. La sintesi di PGE2 è significativamente ridotta dal GPI in cheratinociti in vitro irradiati con UVB. Il GPI è stato incluso in alcune formulazioni cosmetiche, allo scopo di valutarne l’effetto protettivo nei confronti dell’eritema cutaneo indotto da radiazioni UVB in volontari sani. I risultati hanno dimostrato un effetto lenitivo dose-dipendente del GPI, con efficacia paragonabile ad una formulazione a base di un cortisonico di media potenza, ed una elevata tollerabilità cutanea. Introduzione L’eccessiva esposizione a radiazioni ultraviolette di tipo B (UVB da 280 nm a 320 nm) induce l’insorgenza di infiammazioni cutanee acute, che si manifestano con eritema ed edema. Un ruolo essenziale nella genesi di queste alterazioni è dovuto alla mediazione delle prostaglandine (in particolare la PGE2) che subiscono un rapido incremento, conseguente alla deacilazione di acido arachidonico (AA) dai fosfolipidi delle membrane cellulari, principalmente ad opera dell’enzima fosfolipasi A2 citosoli- www.ceceditore.com Articolo_DalToso.indd 25 25 ca (cPLA2), che porta all’attivazione della cascata infiammatoria (1). Per quanto concerne i meccanismi biochimici all’origine dell’infiammazione cutanea, diversi Autori ritengono che la fase iniziale sia rappresentata dall’induzione di un danno alla struttura del DNA nucleare causata dall’eccessiva produzione di radicali d’ossigeno (ROS) conseguente all’esposizione UV. Uno dei meccanismi di difesa cellulare che si attiva durante l’esposizione alle radiazioni UVB è rappresentato dall’induzione dell’apoptosi: questo processo, che determina la morte programmata delle cellule ed evita la loro trasformazione in cellule tumorali, è stimolato sia dal danneggiamento della struttura del DNA, sia dalla diretta azione delle radiazioni UVB e ROS sui recettori cellulari responsabili dell’induzione apoptotica (2). In questa prima fase la presenza di elevate concentrazioni di sostanze anti-radicaliche nel tessuto cutaneo può ridurre drasticamente i danni indotti alla pelle dall’esposizione alle radiazioni UVB. Molti Autori ritengono che l’eritema cutaneo indotto possa essere in parte attribuibile ai meccanismi sopra descritti, ma soprattutto sia determinato dalla foto-eccitazione di cromofori epidermici che, assorbendo l’energia incidente, inducono il rilascio cellulare di mediatori vasoattivi (istamina, acido arachidonico, PGE2, NO, etc) che, attivando il sistema microcapillare dermico, determinano la vasodilatazione (3). 2012 - 15(2) 03/04/12 18:04 Sali di glicerofosfoinositolo R Dal Toso, F Melandri, S Copetti Glicerofosfoinositolo Meccanismo d’azione Il glicerofosfoinositolo sale di colina o lisina (GPI)* (aqua, glycerophosphoinositol choline, phenoxyethanol, ethylhexylglycerin; aqua, glycerophosphoinositol lysine, phenoxyethanol, ethylhexylglycerin) innovativi principi attivi di origine vegetale (lecitina di girasole) e coperti da un brevetto internazionale (4), sono derivati semi-sintetici di un componente fisiologico, il glicerofosfoinositolo, che appartiene ad una famiglia di composti capaci di modulare e regolare negativamente l’attivazione dell’isoforma cPLA2. Grazie alla sua attività di deacilazione dei fosfolipidi delle membrane cellulari, la cPLA2 è il maggior responsabile del rilascio di AA nei processi cellulari di infiammazione e danno tessutale (5), come in caso di esposizione a raggi UV. L’AA è il precursore della sintesi dei principali mediatori dell’infiammazione, quali prostaglandine, trombossani e leucotrieni, e gli enzimi implicati nel loro metabolismo quali ciclo-ossigenasi (COX) e lipossigenasi (LOX) hanno rappresentato per lungo tempo un target farmacologico per il trattamento di numerose patologie su base infiammatoria. Il GPI è un prodotto intermedio del metabolismo del fosfatidilinositolo, un fosfolipide substrato dell’enzima fosfolipasi A2 citosolica (6). Gli intermedi iniziali di questo metabolismo sono AA e lisofosfatidilinositolo. Quest’ultimo diventa un substrato per la lisofosfolipasi A1 e porta al rilascio di acidi grassi (per esempio acido stearico) e alla formazione di GPI (Fig 1). Analogamente a quanto avviene in molte vie metaboliche, il prodotto finale della via, in questo caso il GPI, modula l’attività enzimatica a monte secondo un sistema di controllo fisiologico a feedback o retroazione negativa. Pertanto un aumento eccessivo dei livelli di AA, indotto da stimoli infiammatori intensi o prolungati, è accompagnato da un aumento dei livelli di GPI, il quale induce il meccanismo di autoregolazione, limitando quindi l’attività dell’enzima cPLA2 e infine lo stesso processo infiammatorio. Studi pre-clinici in vitro, condotti da Daniela Corda (presso l’Istituto Mario Negri Sud), hanno dimostrato che il GPI inibisce il rilascio di AA indotto dall’attivazione della fosfolipasi A2 (6,7). Il livello al quale si esplica l’effetto del GPI, in termini di meccanismo d’azione, risulta a monte dell’inibizione della ciclossigenasi e lipossigenasi, tipicamente esercitata dai farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) quali inibitori selettivi di COX-2 o molecole anti-LOX, e bloccanti dei recettori dei leucotrieni (Fig 2). L’inibizione dell’attivazione della cPLA2 pone invece il GPI su un bersaglio molecolare comune a quello dei cortisonici, ma in assenza degli effetti collaterali tipici dei cortisonici, in quanto per la sua struttura chimica altamente idrofilica, il GPI non interagisce con i recettori degli steroidi. In un modello 3D di membrana ematoencefalica, ricostituita in vitro su fibre cave a parete porosa con cellule di endotelio e Sicurezza Il profilo tossicologico del GPI, tal quale ed in formula topica, è stato valutato mediante test in vitro (Ames test, test su cute ricostituita) ed in vivo (patch test e fotopatch test) nei quali è stata dimostrata l’assenza di attività mutagena, irritante, foto irritante e sensibilizzante, supportando la sicurezza d’uso di entrambi i sali del glicerofosfoinositolo per l’utilizzo cosmetico (13-17). Scopo dello studio Anche se su alcune patologie dermato- SEROTONINA ISTAMINA FEEDBACK NEGATIVO glia, il GPI ha dimostrato, infatti, una capacità di regolare la selettività della membrana vasale, analoga al desametasone. Il desametasone, tuttavia, sostiene l’effetto barriera solo in uno specifico intervallo di dosaggio, al di sopra del quale si evidenzia una certa tossicità, mentre per GPI, oltre al mantenimento dell’effetto barriera, non si notano effetti citotossici anche a concentrazioni più elevate (8). Poco si conosce sul ruolo biologico potenziale del GPI endogeno. Tuttavia, in particolari situazioni, come nel differenziamento cellulare fisiologico (9), nelle alterazioni tessutali dovute a danni cerebrali acuti (10), come pure in tessuti cardiaci dopo stimolazione dei recettori alfa-1-adrenergici, è stato osservato un incremento di GPI endogeno (11). Più recentemente è stato individuato che il GPI fa parte di un network di messaggeri intracellulari in grado di regolare la proliferazione cellulare, nei processi immuni e infiammatori (12). LISOFOSFOLIPASI A1 cPLA2 LISO-FOSFATIDIL-INOSITOLO cPLA2 CORTISONICI GPI GLICEROFOSFOINOSITOLO (GPI) ACIDO ARACHIDONICO FOSFATIDILINOSITOLO CICLOSSIGENASI LIPOSSIGENASI ACIDO ARACHIDONICO INIBITORI LIPOSSIGENASI BLOCCANTI RECETTORI LEUCOTRIENI PROSTAGLANDINE, LEUCOTRIENI, TROMBOSSIANI INFIAMMAZIONE LOX LEUCOTRIENI CHEMOTASSI Figura 1 Meccanismo d’azione dei sali di GPI basato sulla modulazione a feedback negativo dell’enzima cPLA2 FANS COX PROSTAGLANDINE INFIAMMAZIONE Figura 2 Livelli di azione dei principali farmaci antinfiammatori (cortisonici e FANS) in confronto con i sali di GPI *GPI PE e GPI Lysine PE prodotti da IRB, Altavilla Vicentina, Vicenza 2012 - 15(2) Articolo_DalToso.indd 26 26 www.ceceditore.com 03/04/12 18:04 Sali di glicerofosfoinositolo R Dal Toso, F Melandri, S Copetti logiche sono stati rilevati benefici dai trattamenti con GPI, in questo articolo sarà valutata solo la capacità protettiva dell’ingrediente nei confronti di uno specifico stimolo flogogeno, le radiazioni UVB, utilizzando un modello in vitro e un protocollo clinico di eritema cutaneo. L’eritema cutaneo indotto da radiazioni UVB è considerato un buon modello per valutare i danni indotti alla pelle da esposizione alle radiazioni solari. Infatti, gli studi riportati in letteratura sull’argomento descrivono sia i danni acuti, come il processo eritematogeno conseguente ad una eccessiva esposizione della pelle alle radiazioni UV, sia altri processi degenerativi (photoaging, cancerogenesi, etc) causati da lunghe e protratte esposizioni cutanee a queste radiazioni. Per tale motivo è stato utilizzato questo modello clinico per valutare la capacità protettiva dagli UVB dell’ingrediente GPI, in formulazione topica, in confronto con altre preparazioni in commercio. Preliminarmente è stata verificata l’azione del GPI su un modello in vitro di cheratinociti umani esposti allo stesso tipo di stress. Materiali e Metodi Un test clinico è stato condotto con una soluzione acquosa di glicerofosfoinositolo sale di colina al 10% (GPI PE, IRB Altavilla Vicentina, Vicenza) stabilizzata con un conservante (0.9% fenossietanolo e 0.1% etil-esil-glicerina). Nel test in vitro sono state utilizzate soluzioni acquose di GPI colina o lisina al 10% (GPI Lysine PE, IRB, Altavilla Vicentina, Vicenza) prive del sistema conservante per evitare interferenze sperimentali. Tutti i dosaggi indicati sono riferiti alla concentrazione del principio attivo puro. I prodotti si presentavano come liquidi leggermente opalescenti, incolori o giallo chiaro (sale di lisina) con pH compreso tra 6.0 e 7.8 e densità tra 0.9 e 1.1 g/mL. Considerando l’elevato contenuto di acqua del prodotto, alla fine della lavorazione la soluzione è stata ultra-filtrata con una membrana depirogenante da 5000 Da. L’ingrediente è estremamente stabile in un ampio intervallo di temperatura e pH, pertanto non impone limiti formulativi per l’introduzione nelle principali tipo- www.ceceditore.com Articolo_DalToso.indd 27 logie di preparazioni cosmetiche a base prevalentemente acquosa, quali emulsioni O/A e A/O, sieri e lozioni. Modello in vitro Per quantificare i livelli secreti di PGE2 è stato effettuato un test in vitro su una linea stabilizzata di cheratinociti umani dell’epidermide (NHEK). La coltura è stata pre-trattata per 24 ore con concentrazioni definite di GPI sale di colina o sale di lisina. Le cellule sono state poi esposte ad una dose di raggi UVB (25 mJ/cm2) e la quantità di PGE2 secreta nel medium è stata quantificata mediante il kit commerciale ELISA (Prostaglandin E2 Express EIA Kit, Cayman). L’analisi statistica dei dati ottenuti è stata condotta con il t-test di Student. Test clinico Per dimostrare l’efficacia del principio attivo sui danni alla pelle provocati dall’esposizione alle radiazioni solari è stato utilizzato un modello di eritema cutaneo indotto da radiazioni UVB. Per una più obiettiva e quantitativa valutazione dell’efficacia del prodotto, il decorso eritematogeno è stato monitorato mediante una tecnica strumentale non invasiva come la spettrofotometria di riflettanza (12,14). E’ stata dapprima effettuata una prova dose-risposta con una crema base O/A, contenente diverse concentrazioni di GPI (0.25, 0.5 e 1.0%), unico ingrediente attivo della formula. Successivamente, sempre sugli stessi soggetti (dopo quarantacinque giorni di washout dall’ultimo trattamento) altre formulazioni sono state valutate per confrontare le loro capacità di inibizione dell’eritema ed in particolare: • una crema contenente 0.25% GPI, lecitina vegetale e vitamina E (la lecitina ha la funzione di favorire la penetrazione nella cute del GPI, molecola altamente idrofila, mentre la Vitamina E consente di controllare il livello dei radicali d’ossigeno, in quanto il GPI non ha capacità antiossidante); • una crema lenitiva disponibile in commercio contenente sorbityl furfural, acido 18-β-glicirretico, allantoina, αbisabololo e β-sitosterolo (Lichtena crema); • una preparazione farmaceutica contenente 0.1% di betametasone valerato (cortisonico a media potenza: Ecoval 70). 27 Entrambi i test clinici sono stati effettuati presso il Dipartimento di Scienze Farmaceutiche dell’Università degli Studi di Catania. Su 12 soggetti, (età 23-48 anni; 9 femmine, 3 maschi) con fototipo II e III secondo la classificazione Fitzpatrick, è stato indotto l’eritema cutaneo mediante lampada a ultravioletti Mod UVM-57 (Taylor Scientific, St Louis, Missouri USA), in grado di emettere radiazioni nell’intervallo 290-320 nm con picco a 302 nm. Per ciascun soggetto è stata preliminarmente determinata la dose eritematogena (MED). Sono stati individuati e marcati siti cutanei di 1cm2, sulla parte centrale di ciascun avambraccio, che sono stati successivamente irradiati per provocare l’eritema, con tempi di esposizione pari al doppio della MED corrispondente a ciascun soggetto. Dopo l’irradiazione UVB, due siti sono stati utilizzati come controllo mentre sui rimanenti siti sono state applicate, in doppio, 100 mg di ciascuna delle formulazioni in esame, mediante apposite camere (Hill Top ChambersHill Top, Cincinnati, OH-USA) per 6 ore. Trascorso il periodo di trattamento, i siti sono stati lavati con soluzione fisiologica per eliminare i residui delle formulazioni e lasciati a riposo 30 minuti. L’eritema presente in ciascun sito cutaneo è stato monitorato per le successive 48 ore con uno spettrofotometro di riflettanza (X-Rite mod. 968, X-Rite Inc. Grandville, Michigan, USA) connesso ad un PC che, tramite il software Spectrostart (X-Rite Inc. Grandville, Michigan, USA), è in grado di elaborare spettri di riflettanza della pelle nella regione 400700 nm dove è compreso lo spettro di assorbimento dell’emoglobina. Dai dati spettrali è stato possibile calcolare nel tempo, per ciascun sito cutaneo testato, il valore dell’Indice di Eritema (IE), un importante parametro per monitorare quantitativamente l’eritema cutaneo. I valori di base dell’IE determinati per ciascun sito prima dell’esposizione alle radiazioni UVB sono stati sottratti ai valori di IE, calcolati ai differenti tempi per lo stesso sito, ottenendo in tal modo delle curve tipiche. Per meglio confrontare l’efficacia delle singole formulazioni, è stata calcolata la percentuale di inibizione dell’eritema (PIE). L’analisi statistica dei dati ottenuti è stata condotta con il t-test di Student. 2012 - 15(2) 03/04/12 18:04 Sali di glicerofosfoinositolo R Dal Toso, F Melandri, S Copetti Risultati Protezione dagli effetti delle radiazioni UVB Test in vitro su cheratinociti umani Recenti studi hanno dimostrato che anche una debole o micro-infiammazione cronica può essere responsabile dell’invecchiamento della pelle. La PGE2, prodotta attraverso la cascata di attivazione dell’AA, è nota per essere un mediatore chimico importante per l’attivazione dell’infiammazione. In questo processo, la cPLA2 gioca un ruolo cruciale nel primo step di produzione di PGE2, attraverso l’idrolisi di AA dai fosfolipidi della membrana cellulare. La capacità di modulare l’attività di cPLA2 potrebbe risultare quindi un approccio efficace per ridurre non solo l’infiammazione della pelle, ma anche per ritardarne il precoce invecchiamento. Entrambi gli ingredienti sono in grado di diminuire in modo dose-dipendente, 12 Test clinico I risultati ottenuti dalla prima prova clinica evidenziano che l’inibizione dell’eritema cutaneo è direttamente correlata alla concentrazione di GPI, unico principio attivo della formulazione e pertanto responsabile dell’effetto protettivo dai danni indotti dalle radiazioni UVB (Fig 5). Dal confronto tra le diverse formulazioni emerge che la crema a base di GPI ha una capacità di inibizione dell’eritema (57.3%) significativamente (p<0.01) superiore alla crema lenitiva commerciale (37.7%) e comparabile (p>0.05) a quella riscontrata con la formulazione cortisonica (61.9%) (Fig 6). 12 0 mJ/cm2 UVB 10 PGE2 (pg/μg) e sostanzialmente confrontabile per i due sali di GPI, i livelli di PGE2 secreta dai cheratinociti NHEK a seguito dell’irradiazione da UVB. L’inibizione risulta statisticamente significativa per tutte le concentrazioni testate come evidenziato nelle Figure 3,4. 25 mJ/cm2 UVB 8 6 4 4 2 2 0 *p<0.05 **p<0.01 1000 2000 4000 25 mJ/cm2 UVB 8 6 0 0 mJ/cm2 UVB 10 0 0 μg/mL GPI colina 1250 2500 5000 μg/mL GPI lisina Figure 3,4 Effetto inibitorio dei sali di GPI sulla produzione di PGE2 indotta da UVB in cheratinociti umani Ulteriori prove con differenti formulazioni, ma con la stessa concentrazione (0.25%) di GPI hanno dimostrato una dipendenza dell’attività lenitiva dalla tipologia di veicolo utilizzato. Infatti la natura idrofila dell’attivo comporta una maggiore difficoltà di penetrazione negli strati cutanei sede dell’irritazione, per cui l’eccipiente nella formulazione risulta critico. A questo proposito è stato osservato che nelle zone di cute soggette ad eritema o infiammazione c’è una riduzione della barriera idrolipidica nello strato corneo che può favorire la penetrazione del GPI negli strati profondi dell’epidermide. Conclusioni Il GPI appartiene ad una famiglia di composti biologici presenti in tutte le cellule svolge un ruolo fisiologico di segnale intracellulare nella regolazione di varie funzioni (12). Tra le proprietà più importanti, si è dimostrato che il GPI ed i suoi sali sono in grado di modulare negativamente l’attivazione della fosfolipasi A2, enzima coinvolto nella cascata infiammatoria. La cPLA2 è un enzima implicato in numerosi aspetti del processo infiammatorio ed in particolare nell’idrolisi dell’acido arachidonico dai fosfolipidi delle membrane intracellulari. L’AA diventa poi substrato per altri enzimi, quali COX e LOX, per alimentare tutta la cascata infiammatoria e formazione di prostaglandine, leucotrieni e trombossani. Perciò il controllo della cPLA2 è un punto critico su cui agiscono anche i corticosteroidi con l’induzione della sintesi della proteina lipocortina 1, che aderisce ai fosfolipidi di membrana e li maschera dall’azione della cPLA2. 100 90 40 80 35 70 30 60 PIE PIE 25 40 15 30 10 20 5 10 0.25% 0.5% 0 1% crema lenitiva **p<0.01 vs crema lenitiva GPI vs betametasone valerato p>0.05 GPI ** 50 20 0 ** crema 0.25% GPI 0.1% betametasone valerato Figura 5 Valori di PIE cutaneo ottenuti con formulazioni topiche Figura 6 Valori di PIE cutaneo ottenuti con formulazioni lenitive a diverso dosaggio di GPI (0.25%, 0.5%, 1.0%) cosmetiche e farmaceutiche 2012 - 15(2) Articolo_DalToso.indd 28 28 www.ceceditore.com 03/04/12 18:04 Sali di glicerofosfoinositolo R Dal Toso, F Melandri, S Copetti Tutti gli studi preclinici condotti con il GPI supportano questo meccanismo d’azione che risulta dose-dipendente e altamente selettivo. Tuttavia il GPI, pur agendo ad un livello d’azione simile ai cortisonici, non ha una struttura steroidea e quindi non interagisce con i recettori degli steroidi, ma opera in modo fisiologico, tramite il sistema naturale di controllo della cPLA2, limitandone l’attività in modo selettivo. Per questa ragione non interferisce con l’equilibrio ormonale dell’organismo che determina proprio gli effetti collaterali tipici di questa classe di farmaci. Oltre a stabilire in vivo la dose-dipen- denza, la sperimentazione clinica effettuata sul modello di eritema da UVB ha dimostrato che una crema a base di GPI ha un’efficacia lenitiva confrontabile con quella di una preparazione farmaceutica di tipo cortisonico. Il meccanismo d’azione individuato per il GPI offre nuove prospettive di applicazione in numerose alterazioni cutanee su base infiammatoria, sia di tipo fisiologico, come l’eritema solare, sia patologico, come le dermatiti e la psoriasi (20). Infatti l’applicazione di preparati topici a base di GPI rinforza il sistema di autoregolazione fisiologico della cascata infiammatoria incentrato sull’enzima fosfolipasi A2. I sali di GPI potrebbero risultare quindi utili nel trattamento, anche per pelli sensibili, di eritemi cutanei originati da esposizione solare e da altri stimoli flogogeni o di dermatiti di varia origine e nella prevenzione del foto-ageing. Infine, l’elevata efficacia associata ad una dimostrata sicurezza d’uso, in assenza di effetti collaterali, rende l’ingrediente raccomandabile per trattamenti di mantenimento delle forme croniche di numerose affezioni dermatologiche su base infiammatoria. Ciò consentirebbe anche di ridurre i tempi di trattamento con i cortisonici, fattore particolarmente significativo in pediatria. 8 14 RCC (2003) Bibliografia 1 Gresham A, Masferrer J, Chen X, Janigro D (2004) Salmonella typhimurium reverse mutation Increased synthesis of high-molecular-weight Glycerophosphoinositol and dexamethasone assay cPLA2 mediates early UV-induced PGE2 in improve transendothelial electrical resistance human skin in an in vitro study of the blood-brain barrier Am J Physiol 270(4,Pt 1) 1037-1050 2 3 Kulms D, Schwarz T (2002) choline) in health voluntary subjects Intracellular Concentration of Inositol, Biochem Pharmacol 64(5-6) 837-841 Glycerophosphoinositol and inositol pentaki- Checking human skin compatibility of a Deliconstantinos G, Villiotou V, sphosphate increase during hemopoietic cell cosmetic raw material after single patch Stavrides JC (1996) differentiation application Alterations of Nitric Oxide Synthase and Biochim Biophys Acta 1222 101-108 10 Narita K, Kubota M, Nakane M, Kitahara Safety report (IRB on file) 16 Kalibios (2009) Safety report (IRB on file) 17 Bio-Basic Europe (2003) nocytes by ultraviolet B radiation S, Nakagomi T et al (2000) Evaluation of the sensitisation potential of an Biochem Pharmacol 51 1727-1717 Therapeutic Time Window in the Penumbra active principle through LLNA (Local Lymph Corda D, Dal Toso R, Bonvento G, During Permanent Focal Ischemia in Rats: Node Assay) Marcolongo G Dal Monte R (2005) Changes of Free Fatty acids and Glyceropho- Glycerophosphoinositol derivatives spholipids Safety report (IRB on file) 18 Yahagi S, Izutsu Y, Okano Y, Pressi G, Dal Neurological Res 22 393-400 11 Debetto P, Cargnelli G, Antolini M, Bova Toso R, Masaki H (2008) Glycerophosphoinositol is a novel modula- Amandi-Burgermeister E, Tibes U, S, Trevisi L et al (1999) tor of cytosolic phospholipase A2 (cPLA): its Kaiser BM, Friebe WG, Scheuer WV (1997) Alpha1-adrenoceptor-mediated formation of anti-inflammatory effects and a possible me- Suppression of cytokine synthesis, integrin glycerophosphoinositol 4- phosphate in rat chanism Proceeding of 25th IFSCC Congress, expression and chronic inflammation by heart: possible role in the positive inotropic inhibitors of cytosolic phospholipase A response Biochem Eur J Pharmacol 20(326) 237-250 7 Photopatch testing with IRB G01-005 (GPI pathways to ultraviolet-B-induced apoptosis EP 1 332 149 B1 Nov 2005 6 Brain Res 997(2) 147-151 Mountford JC, Bunce CM, French PJ, Michell RH, Brown G (1994) as modulators of cytosolic A2 phospholipase 5 9 Safety report (IRB on file) 15 IDE (2005) Indipendent contribution of three different Xanthine Oxidase activities of human kerati- 4 Cucullo L, Hallene K, Dini G, Dal Toso R, Leal-Khouri S, Pentland AP (1996) Corda D, Falasca M (1996) Barcelona 19 Bonina F (2010) Biophys Res Commun 58 1437-46 12 Corda D, Zizza P, Varone A, Bruzik KS, Valutazione dell’attività fotoprotettiva e lenitiva di formulazioni IRB nei confronti Glycerophosphoinositols as potential markers Mariggiò S (2012) dell’eritema cutaneo indotto da radiazioni of Ras-induced transformation and novel The glycerophosphoinositols and their cellu- UVB in volontari sani Report I-II second messengers lar functions Dip. di Scienze Farmaceutiche, Università di Anticancer Res 16(3B) 1341-1350 Biochem Soc Trans 40(1) 101-107 Corda D, Iurisci C, Berrie CP (2002) 13 Bio-Basic Europe (2003) Catania 20 Dal Toso R, Melandri F, Copetti S (2012) Biological activities and metabolism of the In vitro evaluation of the irritation and anti- Sali di glicerofosfoinositolo. 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