...

Olivi-Pd, prove di disgelo «Lasciatemi fare politica»

by user

on
Category: Documents
6

views

Report

Comments

Transcript

Olivi-Pd, prove di disgelo «Lasciatemi fare politica»
Olivi-Pd, prove di disgelo
«Lasciatemi fare politica»
Primo chiarimento con il gruppo, oggi la Leopolda: «Nessun addio al partito
e alla giunta». E sferza la minoranza: «Basta mettere in discussione Robol»
di Chiara Bert
◗ TRENTO
«Non faccio il vicepresidente
per svernare, non accetto di essere imbalsamato dentro le
istituzioni». Vigilia della «Leopolda» dello scontro, quella
che Alessandro Olivi ha organizzato per oggi alla sede della
Cavit a Ravina invitando alcune decine di amministratori
Pd. Dopo cinque giorni di psicodramma, con dimissioni
più volte minacciate ma mai
presentate, ieri è stato il giorno
del disgelo tra Olivi e il gruppo
consiliare, che in un comunicato stampa lo aveva accusato
di un’azione in solitaria e di un
rapporto troppo saltuario con
il Pd. L’incontro si è tenuto
all’ora di pranzo, nella pausa
del consiglio regionale, dopo
giorni di silenzio, e il vicepresidente - che lunedì aveva disertato gruppo e coordinamento
- ha partecipato. Assenti Mattia Civico (impegnato a Roma)
e Luca Zeni (raggiunto all’ultimo, «ho visto il messaggio
troppo tardi»). «È cominciato
un positivo momento di confronto e chiarimento successivo alle tensioni dei giorni scorsi», spiega alla fine una nota
del gruppo. «Alessandro ha
chiarito il senso della sua iniziativa a Ravina e abbiamo apprezzato l'estensione dell'invito all'intero gruppo, adesso
chiudiamola perché ne va del
bene del Pd», è l’appello del capogruppo Alessio Manica. «I
membri
parteciperanno
all’evento compatibilmente
con le rispettive agende ed i
precedenti impegni», recita il
comunicato. Non ci saranno,
per precedenti impegni, Bruno Dorigatti e Zeni. Ha già detto sì invece Lucia Maestri. Manica deciderà all’ultimo, se
avrà l’ok di tutto il gruppo.
Fravezzi scrive a caio e interroga il ministro
«Uffici postali, no alle chiusure»
«Occorre riconsiderare le
programmate chiusure degli uffici
postali nella provincia di Trento,
in particolare, quella degli
sportelli postali di Caoria nel
Primiero e di Bolognano d'Arco,
vista la loro straordinaria valenza
sociale ed economica». Lo chiede il
senatore Vittorio Fravezzi (Upt),
vicepresidente vicario del Gruppo
per le Autonomie, in
un'interrogazione alla ministra
dello Sviluppo economico
Federica Guidi. «Gli addetti alla
riorganizzazione degli uffici e
degli sportelli postali - afferma
Fravezzi - andrebbero richiamati
a una più attenta valutazione
delle particolari situazioni locali,
prestando attenzione anche agli
aspetti sociali ed economici che gli
sportelli postali assolvono.
Procedere in base a scontati tagli
lineari, sarebbe un grave errore».
Fravezzi ha rivolto la stessa
richiesta in una lettera indirizzata
all'Amministratore delegato di
Poste Italiane, Francesco Caio.
Fravezzi ricorda che l'ufficio
postale di Caoria dista più di 8
chilometri dall'ufficio postale più
vicino.
Alessandro Olivi in aula con il presidente del consiglio Bruno Dorigatti
Prima dell’incontro di mezzogiorno, il capogruppo si era
chiuso in una stanza per un
chiarimento a due con Olivi.
Chiarimento «personale prima ancora che politico», ammette Manica, che con Olivi
ha condiviso il suo percorso
politico ma che negli ultimi
mesi si è trovato sul fronte opposto sulla ricandidatura di
Andrea Miorandi a sindaco di
Rovereto.
Intanto Olivi, che lunedì aveva detto di essersi imposto il silenzio fino a oggi, ci ha rinun-
ciato. E ieri ha spiegato che no,
a Ravina non annuncerà addi:
né al Pd né alla giunta. «Farò annuncia - un ragionamento
su questo primo anno di legislatura, sui problemi emersi e
la necessità che il Pd sia più
protagonista, in giunta e fuo-
ri». Ma il vicepresidente rivendica soprattutto un «diritto a
fare politica» per rilanciare un
Partito democratico «che rischia di scivolare in una posizione marginale, stretto tra il
tentativo legittimo di Rossi di
costruire un blocco territoriale
incontro di rossi con Renzi, boschi e delrio
Riforma costituzionale, Trentino al riparo: corsia ad hoc
◗ TRENTO
Ugo Rossi con Matteo Renzi
La riforma costituzionale in discussione alla Camera, che ridisegna il Senato e riporta in capo
allo Stato le competenze concorrenti delle Regioni, non si applicherà alle Province di Trento
e Bolzano. Perché la riforma
«deve premiare le autonomie responsabili». È la rassicurazione
che il presidente del consiglio
Matteo Renzi - dopo i segnali
negativi delle ultime settimane
- ha dato ieri ai governatori Ugo
Rossi e Arno Kompatcher, in un
incontro a Palazzo Chigi con il
sottosegretario Del Rio e il ministro Maria Elena Boschi, e i capigruppo Svp Alfreider e Zeller.
«Renzi ci ha confermato la validità della clausola di salvaguardia già inserita nel testo, a ribadire quanto già concordato con
il governo sul potere sostitutivo», spiega soddisfatto Rossi.
«L’impegno che abbiamo preso
è di adeguare gli Statuti di auto-
nomia alla riforma in atto, e
questo sarà oggetto di un accordo politico che aggiornerà quello sottoscritto con il Pd di Bersani e poi confermato con Renzi».
Accordo che sarà al centro della
visita che il premier ha programmato a Trento e a Bolzano tra fine marzo e aprile. Intanto il senatore della Lega Divina attacca: «Fin quando le regioni ordinarie accetteranno che le differenze fra loro e noi siano sempre più marcate?».
sul modello Svp e Lorenzo
Dellai che vorrebbe eterodirigere il Pd». Rassicura che in vista non ci sono nuovi partiti
con l’ex governatore: «Il Pd è il
contenitore dove alcune istanze dell’Upt devono trovare domicilio». Anche Dellai dunque
dovrà pagare il biglietto? «Per
lui è omaggio», scherza Olivi.
Ma avverte: «Il Pd trentino non
può autoconfinarsi nella rendita di posizione del riverbero
dei risultati del Pd nazionale».
Incalza: «Quale azione stiamo
facendo fuori dalle istituzioni?
Quali momenti di riflessione
abbiamo creato? Negli altri
partiti chi ha un ruolo istituzionale può fare politica, io non
mi anestetizzo dentro la giunta». E va all’attacco della minoranza lanciando un assist a
Giulia Robol: «Ogni volta che
la segretaria dice qualcosa, subito c’è il controcanto. Chi guida il partito va aiutato, non
messo costantemente in discussione. Il momento per farlo è il congresso».
©RIPRODUZIONERISERVATA
Fly UP