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Spirito - Diocesi di Roma
La professione della fede Cristiana CREDO Dal Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica Centro della pastorale Sanitaria Commento del Cardinale J. Ratzinger PAPA BENEDETTO XVI dal suo libro Il Dio vicino Come tutte le grandi proposizioni di fede della Chiesa antica, il Credo Niceno è, nella sua stessa struttura di fondo, una professione di fede nel Dio Trino. Nel suo contenuto essenziale esso è laffermazione del Sì al Dio vivente come nostro Signore, da cui la nostra vita proviene e a cui essa fa ritorno. E una confessione di fede in Dio. Ma che cosa intendiamo quando chiamiamo questo Dio un Dio vivente? Con ciò si vuole dire che questo Dio non è la conclusione di un nostro ragionamento che noi presentiamo agli altri con la certezza di una conoscenza e di una intelligenza nostre; se si trattasse solo di ciò, questo Dio sarebbe solo un pensiero umano e ogni tentativo di rivolgersi a lui potrebbe certamente essere un procedere a tastoni, colmi di speranza e di attesa, ma finirebbe comunque per concludersi nellindeterminatezza. Il fatto che parliamo del Dio vivente significa che questo Dio si mostra a noi, guarda dalleternità nel tempo e stabilisce una relazione con noi. Non possiamo definirlo a nostro arbitrio. Lui stesso si è definito e sta ora come nostro Signore davanti a noi, sopra 13 di noi e in mezzo a noi. Questo mostrarsi di Dio, in forza del quale egli non è, un nostro pensiero, ma il nostro Signore, costituisce quindi il centro della professione di fede: il riconoscimento della storia di Dio nel cuore della storia delluomo non procede direttamente dalla semplicità della confessione di fede in Dio, ma ne costituisce la condizione interiore. Per questo il cuore di tutte le nostre professioni di fede è il Sì di Gesù Cristo: Per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Nel pronunciare questa frase ci inchiniamo perché su questo punto in cielo, il velo del nascondimento di Dio, è stato strappato e il mistero ci tocca direttamente. Il Dio lontano diventa il nostro Dio, diventa Emmanuele - Dio con noi (Mt 1,23). Grammatica e contenuto dellarticolo del Credo. Se ascoltiamo questo asserto della professione di fede facendo attenzione alla sua struttura grammaticale, ci accorgiamo che esso include quattro soggetti. Vengono espressamente citati lo Spirito Santo e la Vergine Maria. Ma poi cè anche la terza persona, egli: Si è incarnato. Questo egli in precedenza viene esplicitato con vari nomi: lunigenito Figlio di Dio, ... Dio vero da Dio vero ..., della stessa sostanza del Padre. Ecco, quindi, come in questo 4 egli - inseparabile da lui - viene incluso un altro Io: il Padre, con cui egli è una sola sostanza, tanto che di lui si può dire che è Dio da Dio. Ciò significa: il primo e vero soggetto di questa proposizione è Dio, ma Dio nella Trinità dei soggetti, che pure sono uno solo: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. La drammaticità di questa proposizione consiste però proprio nel fatto che essa non esplicita una dichiarazione di eternità riguardante lessere di Dio, ma unazione; si tratta cioè di unaffermazione che riguarda un agire, che, considerata con più attenzione, si dimostra addirittura come unaffermazione di sofferenza, come un passivo. Di questa dichiarazione di azione, in cui sono coinvolte, ciascuna a suo modo, le tre persone divine, fa parte anche lespressione ex Maria Virgine; anzi, proprio da qui dipende la drammaticità del tutto. Difatti, senza Maria lingresso di Dio nella storia non arriverebbe al suo fine; non sarebbe cioè raggiunto ciò che si afferma nella professione di fede, che Dio è un Dio con noi e non solo un Dio in sé e per se stesso. Ecco perché questa donna, che definiva se stessa umile, priva cioè di fama (Lc 1,48), viene a trovarsi nel nucleo centrale della professione di fede nel Dio vivente, nè può essere eliminata dalla riflessione su di lui. Ella è parte irrinunciabile della nostra fede nel Dio vivente, nel Dio che agisce. La parola si fa 5 carne; il fondamento, il significato eterno del mondo entra in lei. Non la guarda semplicemente dallesterno, ma agisce in lei. Perché questo potesse accadere, cera bisogno che la Vergine mettesse lei stessa a disposizione tutta la sua persona, quindi il suo corpo, così che esso divenisse il luogo del dimorare di Dio nel mondo. Lincarnazione abbisognava del suo Sì. Solo in questo modo il Logos e la carne diventano realmente una cosa sola. Chi ti ha formato senza di te, non ti renderà giusto senza di te, ha detto, in proposito, Agostino. Il mondo in cui viene il Figlio, la carne che egli assume, non è da una qualche parte indeterminata né è qualcosa di indeterminato: questo mondo, questa carne è una persona, è un cuore aperto. La Lettera agli Ebrei, prendendo le mosse dai Salmi, ha interpretato il processo dellincarnazione come un dialogo reale intradivino: Tu mi hai preparato un corpo, dice il Figlio al Padre (Eb 10,5). Ma questo preparare del corpo accade per il fatto che anche Maria dice: Non hai gradito sacrifici e offerte, un corpo mi hai preparato... Ecco, io vengo a fare la tua volontà (Eb 10,5-7; Sal 40,6-8). Il corpo è preparato al Figlio per il fatto che Maria si consegna in tutto e per tutto alla volontà del Padre e, in questo modo, rende disponibile il suo corpo come tenda dello Spirito Santo. 6 CAPITOLO PRIMO IO CREDO IN DIO PADRE I SIMBOLI DELLA FEDE 33. Che cosa sono i Simbolí della fede? Sono formule articolate, chiamate anche Professioni di fede o Credo, con cui la Chiesa, fin dalle sue origini, ha espresso sinteticamente e trasmesso la propria fede con un linguaggio normativo, comune a tutti i fedeli. 34. Quali sono i più antichi Simboli della fede? Sono i Simboli battesiniali. Poiché il Battesimo viene dato nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo (Mt 28,19), le verità di fede ivi professate sono articolate in riferimento alle tre Persone della Santissima Trinità. 35. Quali sono i più importanti Simboli della fede? Essi sono il Simbolo degli Apostoli, che è lantico Simbolo battesimale della Chiesa di Roma, e il Simbolo niceno-costantinopolitano, frutto dei primi due Concili Ecumenici di Nicea (325) e di Costan7 tinopoli (381), ancora oggi comune a tutte le grandi Chiese dOriente e dOccidente. IO CREDO IN DIO, PADRE ONNIPOTENTE, CREATORE DEL CIELO E DELLA TERRA 36. Perche la professione dì fede inizia con: lo credo in Dio? Perché laffermazione lo credo in Dio è la più importante, la fonte di tutte le altre verità sulluomo e sul mondo, e di tutta la vita di ogni credente in lui. 37. Perché professiamo un solo Dio? Perché egli si è rivelato al popolo dIsraele come lUnico, quando disse: Ascolta, Israele, il Signore è uno solo (Dt 6,4), non ce nè altri (Is 45,22). Gesù stesso lha confermato: Dio è lunico Signore (Mc 12,29). Professare che Gesù e lo Spirito Santo sono anchessi Dio e Signore non introduce alcuna divisione nel Dio Uno. 38. Con quale nome Dio si rivela? A Mosè Dio si rivela come il Dio vivente, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe (Es 8 3,6). Allo stesso Mosè Dio rivela il suo nome misterioso: lo Sono Colui che Sono (YHWH). Il nome ineffabile di Dio già nei tempi dellAntico Testamento fu sostituito dalla parola Signore. Così nel Nuovo Testamento, Gesù, chiamato Signore, appare come vero Dio. 39. Solo Dio è? Mentre le creature hanno ricevuto da Dio tutto ciò che sono e che hanno, Dio solo è in se stesso la pienezza dellessere e di ogni perfezione. Egli è Colui che è, senza origine e senza fine. Gesù rivela che anchegli porta il Nome divino: lo sono (Gv 8,28). 40. Perchè è importante la rivelazione del nome di Dio? Nel rivelare il suo nome, Dio fa conoscere le ricchezze contenute nel suo mistero ineffabile: egli solo è, da sempre e per sempre, Colui che trascende il mondo e la storia. È lui che ha fatto il cielo e la terra. È il Dio fedele, sempre vicino al suo popolo per salvarlo. È il santo per eccellenza, ricco di misericordia (Ef 2,4), sempre pronto a perdonare. È lEssere spirituale, trascendente, onnipotente, eterno, personale, perfetto. È verità e amore. 9 Dio è lessere infinitamente perfetto che è la SS.ma Trinità (santo Toribio de Mogrovejo). 41. In che senso Dio è la verità? Dio è la Verità stessa e come tale non singanna e non può ingannare. Egli è luce e in lui non ci sono tenebre (1 Gv 1,5). Il Figlio eterno di Dio, Sapienza incarnata, è stato inviato nel mondo per rendere testimonianza alla Verità (Gv 18,37). 42. In qual modo Dio rivela che egli è amore? Dio si rivela ad Israele come colui che ha un amore più forte di quello di un padre o di una madre per i suoi figli o di uno sposo per la sua sposa. Egli in se stesso è Amore (1 Gv 4,8.16), che si dona completamente e gratuitamente e che ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché il mondo si salvi per mezzo di lui (Gv 3,16?17). Mandando il suo Figlio e lo Spirito Santo, Dio rivela che egli stesso è eterno scambio damore. 43. Che cosa comporta credere in un solo Dio? Credere in Dio, lUnico, comporta: conoscerne la grandezza e la maestà; vivere in rendimento di grazie; fidarsi di lui sempre, anche nelle avversità; 10 riconoscere lunità e la vera dignità di tutti gli uomini creati a sua immagine; usare rettamente le cose da lui create. 44. Qual è il mistero centrale della fede e della vita cristiana? Il mistero centrale della fede e della vita cristiana è il mistero della Santissima Trinità. I cristiani vengono battezzati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. 45. Il mistero della Santissima Trinità può essere conosciuto dalla sola ragione umana? Dio ha lasciato qualche traccia del suo Essere trinitario nella creazione e nellAntico Testamento, ma lintimità del suo Essere come Trinità Santa costituisce un mistero inaccessibile alla sola ragione umana, e anche alla fede dIsraele, prima dellIncarnazione del Figlio di Dio e dellinvío dello Spirito Santo. Tale mistero è stato rivelato da Gesù Cristo, ed è la sorgente di tutti gli altri misteri. 46. Che cosa Gesù Cristo ci rivela del mistero del Padre? Gesù Cristo ci rivela che Dio è Padre, non solo in 11 quanto è Creatore delluniverso e delluomo, ma soprattutto perché genera eternamente nel suo seno il Figlio, che è il suo Verbo, irradiazione della sua gloria, impronta della sua sostanza (Eb 1,3). 47. Chi è lo Spirito Santo, rivelato a noi da Gesù Cristo? È la terza Persona della Santissima Trinità. È Dio, uno e uguale al Padre e al Figlio. Egli procede dal Padre (Gv 15,26), il quale, principio senza principio, è lorigine di tutta la vita trinitaria. E procede anche dal Figlio (Filioque), per il dono eterno che il Padre ne fa al Figlio. Inviato dal Padre e dal Figlio incarnato, lo Spirito Santo guida la Chiesa a conoscere la Verità tutta intera (Gv 16,13). 48. Come la Chiesa esprime la sua fede trinitaria? La Chiesa esprime la sua fede trinitaria confessando un solo Dio in tre Persone: Padre e Figlio e Spirito Santo. Le tre Persone divine sono un solo Dio perché ciascuna di esse è identica alla pienezza dellunica e indivisibile natura divina. Esse sono realmente distinte tra loro, per le relazioni che le mettono in riferimento le une alle altre: il Padre genera il Figlio, il Figlio è generato dal Padre, lo 12 Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio. 49. Come operano le tre Persone divine? Inseparabili nella loro unica sostanza, le Persone divine sono inseparabili anche nel loro operare: la Trinità ha una sola e medesima operazione. Ma, nellunico agire divino, ogni Persona è presente secondo il modo che le è proprio nella Trinità. O mio Dio, Trinità che adoro... pacifica la mia anima; fanne il tuo cielo, la tua dimora amata e il luogo del tuo riposo. Che io non ti lasci mai sola, ma che sia lì, con tutta me stessa, tutta vigile nella mia fede, tutta adorante, tutta offerta alla tua azione creatrice (beata Elisabetta della Trinità). 50. Che cosa significa che Dio è onnipotente? Dio si è rivelato come il Forte, il Potente (Sal 24,810), colui al quale nulla è impossibile (Lc 1,37). La sua onnipotenza è universale, misteriosa, e si manifesta nel creare il mondo dal nulla e luomo per amore, ma soprattutto nellIncarnazione e nella Risurrezione del Suo Figlio, nel dono delladozione filiale e nel perdono dei peccati. Per questo la Chiesa rivolge la sua preghiera al Dio onnipotente ed eterno (Omnipotens sempiterne Deus...). 13 51. Perché è importante affermare: In principio Dio creò il cielo e la terra (Gn 1,1)? Perché la creazione è il fondamento di tutti i divini progetti di salvezza; manifesta lamore onnipotente e sapiente di Dio; è il primo passo verso lAlleanza dellunico Dio con il suo popolo; è linizio della storia della salvezza culminante in Cristo; è una prima risposta agli interrogativi fondamentali delluomo circa la propria origine e il proprio fine. 52. Chi ha creato il mondo? Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono il principio unico e indivisibile del mondo, anche se lopera della creazione del mondo è particolarmente attribuita a Dio Padre. 53. Perché è stato creato il mondo? Il mondo è stato creato per la gloria di Dio, che ha voluto manifestare e comunicare la sua bontà, verità e bellezza. Il fine ultimo della creazione è che Dio, in Cristo, possa essere tutto in tutti (1 Cor 15,28), per la sua gloria e per la nostra felicità. La gloria di Dio è luomo vivente e la vita delluomo è la visione di Dio (santIreneo). 14 54. Come Dio ha creato luniverso? Dio ha creato luniverso liberamente con sapienza e amore. Il mondo non è il prodotto di una necessità, di un destino cieco o del caso. Dio ha creato dal nulla (ex nihilo) (2 Mac 7,28) un mondo ordinato e buono, che egli trascende in modo infinito. Dio conserva nellessere la sua creazione e la sorregge, dandole la capacità di agire e conducendola al suo compimento, per mezzo del suo Figlio e dello Spirito Santo. 55. In che cosa consiste la Provvidenza divina? Essa consiste nelle disposizioni, con cui Dio conduce le sue creature verso la perfezione ultima, alla quale Egli le ha chiamate. Dio è lautore sovrano del suo disegno. Ma per la sua realizzazione si serve anche della cooperazione delle sue creature. Allo stesso tempo, dona alle creature la dignità di agire esse stesse, di essere causa le une delle altre. 56. Come luomo collabora con la Provvidenza divina? Alluomo Dio dona e chiede, rispettando la sua libertà, di collaborare con le sue azioni, le sue pre15 ghiere, ma anche con le sue sofferenze, suscitando in lui il volere e loperare secondo i suoi benevoli disegni (Fil 2,13). 57. Se Dio è onnipotente e provvidente, perché allora esiste il male? A questo interrogativo, tanto doloroso quanto misterioso, può dare risposta soltanto linsieme della fede cristiana. Dio non è in alcun modo, né direttamente né indirettamente, la causa del male. Egli illumina il mistero del male nel suo Figlio, Gesù Cristo, che è morto e risorto per vincere quel grande male morale, che è il peccato degli uomini e che è la radice degli altri mali. 58. Perché Dio permette il male? La fede ci dà la certezza che Dio non permetterebbe il male, se dallo stesso male non traesse il bene. Dio questo lha già mirabilmente realizzato in occasione della morte e risurrezione di Cristo: infatti dal più grande male morale, luccisione del suo Figlio, egli ha tratto i più grandi beni, la glorificazione di Cristo e la nostra redenzione. 16 IL CIELO E LA TERRA 59. Che cosa ha creato Dio? La Sacra Scrittura dice: In principio Dio creò il cielo e la terra (Gn 325-327 1,1). La Chiesa, nella sua Professione di fede, proclama che Dio è il creatore di tutte le cose visibili e invisibili: di tutti gli esseri spirituali e materiali, cioè degli angeli e del mondo visibile, e in modo particolare delluomo. 60. Chi sono gli angeli? Gli angeli sono creature puramente spirituali, incorporee, invisibili e immortali, esseri personali dotati di intelligenza e di volontà. Essi, contemplando incessantemente Dio a faccia a faccia, Lo glorificano, Lo servono e sono i suoi messaggeri nel compimento della missione di salvezza per tutti gli uomini. 61. In che modo gli angeli sono presenti nella vita della Chiesa? La Chiesa si unisce agli angeli per adorare Dio, invoca la loro assistenza e di alcuni celebra liturgicamente la memoria. 17 Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita (san Basilio Magno). 62. Che cosa insegna la Sacra Scrittura circa la creazione del mondo visibile? Attraverso il racconto dei sei giorni della creazione, la Sacra Scrittura ci fa conoscere il valore del creato e la sua finalità di lode a Dio e di servizio alluomo. Ogni cosa deve la propria esistenza a Dio, dal quale riceve la propria bontà e perfezione, le proprie leggi e il proprio posto nelluniverso. 63. Qual è il posto delluomo nella creazione? Luomo è il vertice della creazione visibile, in quanto è creato a immagine e somiglianza di Dio. 64. Che tipo di legame esiste tra le cose create? Esiste tra le creature uninterdipendenza e una gerarchia, volute da Dio. Nello stesso tempo, esiste ununità e solidarietà fra le creature, poiché tutte hanno il medesimo Creatore, sono da Lui amate e sono ordinate alla sua gloria. Rispettare le 18 leggi iscritte nella creazione e i rapporti derivanti dalla natura delle cose, è quindi un principio di saggezza e un fondamento della morale. 65. Che relazione cè fra lopera della creazione e quella della redenzione? Lopera della creazione culmina nellopera ancora più grande della redenzione. Infatti questa dà inizio alla nuova creazione, nella quale tutto ritroverà il suo pieno senso e il suo compimento. 19 LUOMO 66. In che senso luomo è creato a immagine di Dio? Luomo è creato a immagine di Dio nel senso che è capace di conoscere e di amare, nella libertà, il proprio Creatore. È la sola creatura, su questa terra, che Dio ha voluto per se stessa e che ha chiamato a condividere, nella conoscenza e nellamore, la sua vita divina. Egli, in quanto creato a immagine di Dio, ha la dignità di persona: non è qualcosa, ma qualcuno, capace di conoscersi, di donarsi liberamente e di entrare in comunione con Dio e con le altre persone. 67. Per quale fine Dio ha creato luomo? Dio ha creato tutto per luomo, ma luomo è stato creato per conoscere, servire e amare Dio, per offrirGli in questo mondo tutta la creazione in rendimento di grazie, ed essere elevato alla vita con Dio in cielo. Solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero delluomo, predestinato a riprodurre limmagine del Figlio di Dio fatto uomo, che è la perfetta immagine del Dio invisibile (Col 1, 15). 20 68. Perché gli uomini formano ununità? Tutti gli uomini formano lunità del genere umano, per la comune origine che hanno da Dio. Dio, inoltre, ha creato da uno solo tutte le nazioni degli uomini (At 17,26). Tutti, poi, hanno un unico Salvatore e sono chiamati a condividere leterna felicità di Dio. 69. Come nelluomo lanima e il corpo formano ununità? La persona umana è un essere insieme corporeo e spirituale. NellUomo lo spirito e la materia formano ununica natura. Questa unità è così profonda che, grazie al principio spirituale che è lanima, il corpo, che è materiale, diventa un corpo umano e vivente, e partecipa alla dignità di immagine di Dio. 70. Chi dona lanima alluomo? Lanima spirituale non viene dai genitori, ma è creata direttamente da Dio, ed è immortale. Separandosi dal corpo al momento della morte, essa non perisce; si unirà nuovamente al corpo nel momento della risurrezione finale. 21 71. Quale relazione Dio ha posto tra luomo e la donna? Luomo e la donna sono stati creati da Dio in uguale dignità in quanto persone umane, e, nello stesso tempo, in una reciproca complementarità, essendo maschio e femmina. Dio li ha voluti luno per laltro, per una comunione di persone. Insieme sono anche chiamati a trasmettere la vita umana, formando nel matrimonio una sola carne (Gn 24), e a dominare la terra come amministratori di Dio. 72. Qual era la condizione originaria delluomo secondo il progetto di Dio? Dio, creando luomo e la donna, aveva loro donato una speciale partecipazione alla propria vita divina, in santità e giustizia. Nel progetto di Dio luomo non avrebbe dovuto né soffrire né morire. Inoltre regnava unarmonia perfetta nelluomo in se stesso, tra creatura e Creatore, tra uomo e donna, come pure tra la prima coppia umana e tutta la creazione. 22 LA CADUTA 73. Come si comprende la realtà del peccato? Nella storia delluomo è presente il peccato. Tale realtà si chiarisce pienamente soltanto alla luce della Rivelazione divina, e soprattutto alla luce di Cristo Salvatore di tutti, che ha fatto sovrabbondare la grazia proprio là dove è abbondato il peccato. 74. Che cosè la caduta degli angeli? Con tale espressione si indica che Satana e gli altri demoni, di cui parlano la Sacra Scrittura e la Tradizione della Chiesa, da angeli creati buoni da Dio, si sono trasformati in malvagi, perché, con libera e irrevocabile scelta, hanno rifiutato Dio e il suo Regno, dando così origine allinferno. Essi tentano di associare luomo alla loro ribellione contro Dio; ma Dio afferma in Cristo la sua sicura vittoria sul Maligno. 75. In che cosa consiste il primo peccato delluonio? Luomo, tentato dal diavolo, ha lasciato spegnere nel suo cuore la fiducia nei confronti del suo 23 Creatore e, disobbedendoGli, ha voluto diventare come Dio senza Dio, e non secondo Dio (Gn 3,5). Così Adamo ed Eva hanno perduto immediatamente, per sé e per tutti i loro discendenti, la grazia originale della santità e della giustizia. 76. Che cosè il peccato originale? Il peccato originale, nel quale tutti gli uomini nascono, è lo stato di privazione della santità e della giustizia originali. È un peccato da noi contratto, non commesso; è una condizione di nascita, e non un atto personale. A motivo dellunità di origine di tutti gli uomini, esso si trasmette ai discendenti di Adamo con la natura umana, non per imitazione, ma per propagazione. Questa trasmissione rimane un mistero che non possiamo comprendere appieno. 77. Quali altre conseguenze provoca il peccato originale? In conseguenza del peccato originale la natura umana, senza essere interamente corrotta, è ferita nelle sue forze naturali, è sottoposta allignoranza, alla sofferenza, al potere della morte, ed è incline al peccato. Tale inclinazione è chiamata concupiscenza. 24 78. Dopo il primo peccato, che cosa ha fatto Dio? Dopo il primo peccato, il mondo è stato inondato di peccati, ma Dio non ha abbandonato luomo in potere della morte, ma, al contrario, gli ha predetto in modo misterioso nel Protovangelo (Gn 3,15) che il male sarebbe stato vinto e luomo sollevato dalla caduta. È il primo annuncio del Messia redentore. Perciò la caduta sarà perfino chiamata felice colpa, perché ha meritato un tale e così grande Redentore (Liturgia della Veglia pasquale). ® ® ® Ringraziamo con gioia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, perché ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce, ci ha liberati dal potere delle tenebre, ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati. Col 1,3 25 DIO CREATORE DEL CIELO E DELLA TE Benedetto sii Tu, Signore, Padre che sei nei cieli, perché nella tua infinita misericordia Ti sei chinato sulla miseria delluomo e ci hai donato Gesù, tuo Figlio, nato da donna, nostro salvatore e amico, fratello e redentore. Grazie, Padre buono, per il dono dellAnno giubilare; anno del grande ritorno alla casa paterna, dove Tu, pieno di amore, attendi i figli smarriti per dar loro labbraccio del perdono e accoglierli alla tua mensa, rivestiti dellabito di festa. A Te, Padre, la nostra lode perenne! P adre clementissimo, fiorisca vigoroso lamore verso di Te e verso il prossimo: i discepoli di Cristo promuovano la giustizia e la pace; ai poveri venga annunciata la Buona Novella e ai piccoli e agli emarginati la Madre Chiesa rivolga il suo amore di predilezione. A Te, Padre, la nostra lode perenne! P adre giusto, tutti i cattolici riscoprano la gioia di vivere 26 RRA PADRE DI GESÙ E PADRE NOSTRO nellascolto della tua parola e nellabbandono alla tua volontà; sperimentino il valore della comunione fraterna, spezzando insieme il pane e lodando Te con inni e cantici spirituali. A Te, Padre, la nostra lode perenne! Dio, Padre onnipotente, fà che tutti i tuoi figli sperimentino che nel cammino verso di Te, ultimo approdo delluomo, li accompagna benigna Maria Santissima, icona dellamore puro, da te prescelta per essere Madre di Cristo e della Chiesa. A Te, Padre, la nostra lode perenne! A Te, Padre della vita, principio senza principio, somma bontà ed eterna luce, con il Figlio e con lo Spirito, onore e gloria, lode e riconoscenza, nei secoli senza fine. Amen 27 Commento del Cardinale J. Ratzinger PAPA BENEDETTO XVI dal suo libro Il Dio vicino Per comprendere la proposizione centrale della professione di fede in tutta la sua profondità, dobbiamo risalire alla fonte che sta dietro il Credo stesso: la Sacra Scrittura. Considerata con maggiore attenzione, la professione di fede si dimostra, in questo punto, una sintesi delle tre grandi testimonianze bibliche dell'incarnazione del Figlio: Mt 1,18-25; Lc 1,26-38 e Gv l,13s Matteo 1,18-25 Matteo scrive il suo Vangelo in un contesto giudaico e giudeo-cristiano. La sua preoccupazione è, quindi, quella di mettere in evidenza la continuità tra Antico e Nuovo Patto. L'Antico Testamento va verso Gesù Cristo, in lui si adempiono le promesse. L'intima connessione di attesa e pienezza diventa, allo stesso tempo, dimostrazione che qui agisce realmente Dio e che Gesù è il Salvatore del mondo inviato da Dio. Tale angolo di visuale fa sì che Matteo sviluppi il racconto dell'infanzia a partire dalla figura di san Giuseppe, per mostrare che Gesù è il Figlio di Davide, l'erede promesso, che assicura la continuità della 31 dinastia davidica e la trasforma nella sovranità di Dio sul mondo. L'albero genealogico, attraverso la discendenza da Davide, porta fino a Giuseppe. L'angelo parla in sogno a Giuseppe come figlio di Davide (Mt 1,20). Per questo Giuseppe diventa colui che dà il nome a Gesù: "II riconoscimento del figlio si compie nell'assegnazione del nome". Proprio perché Matteo vuole mostrare l'intima connessione di promessa e realizzazione, accanto alla figura di Giuseppe compare la Vergine Maria. Era ancora chiusa e incomprensibile la promessa che Dio aveva fatto per mezzo del profeta Isaia al dubbioso re Acaz, che, pur di fronte alla situazione di estremo pericolo dovuta all'avanzare delle armate nemiche, non voleva chiedere a Dio un segno: "Perciò il Signore stesso darà a voi un segno. Ecco, la giovane donna concepirà e partorirà un figlio e gli porrà nome Emmanuele [Dio con noi]" (Is 7,14). Nessuno può dire che cosa potesse significare questo segno nelle circostanze storiche del re Acaz, se esso sia stato posto e in che cosa esso consistesse. La promessa va molto al di là di quella circostanza storica. Essa si collocava ben al di là della storia di Israele, come stella della speranza che rinviava al futuro, a quello che era ancora ignoto. Per Matteo con la nascita di Gesù questo velo è stato sollevato sulla Vergine Maria: ora il segno è posto. 32 La Vergine, che partorisce come vergine a opera dello Spirito Santo, è questo segno. A questa seconda linea della promessa si lega anche un nuovo nome, che conferisce al nome di Gesù il suo pieno significato e la sua profondità. Se il bambino, a partire dalla profezia di Isaia, si chiama Emmanuele, allora, proprio in questo modo, si trova a essere ampliato anche lo spazio della promessa davidica. La sovranità di questo bambino va ben oltre l'attesa della promessa davidica: la sua sovranità è la sovranità di Dio stesso; partecipa dell'universalità della signoria di Dio, poiché in lui Dio stesso è entrato nella storia del mondo. L'annunzio, che si mostra così nella storia del concepimento e della nascita di Gesù, è poi ripreso negli ultimi versetti del Vangelo. Durante la sua vita terrena Gesù sa di essere strettamente legato alla casa di Israele, non ancora inviato ai popoli del mondo. Ma dopo la morte in croce, come Risorto, dice: "Ammaestrate tutte le genti... Ecco: io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine del mondo" (Mt 28,19s). Qui egli si mostra come il Dio-con-noi, il cui nuovo regno si allarga a tutti i popoli, poiché Dio è uno solo per tutti. In linea con questa prospettiva, nel racconto del concepimento di Gesù, Matteo cambia le parole di Isaia in un punto. Non dice più: ella (la Vergine) gli darà il nome di Emmanuele, ma: lo chiameran33 no Emmanuele, Dio con noi. In questo "essi" si allude alla futura comunità dei credenti, alla Chiesa, che chiamerà Gesù con questo nome. Nel racconto di Matteo tutto è orientato a Cristo, perché tutto è orientato a Dio. Così esso è stato a ragione inteso dalla professione di fede e trasmesso poi alla Chiesa. Poiché, però, Dio ora è con noi, anche i protagonisti umani della promessa sono di importanza essenziale: Giuseppe e Maria. Giuseppe sta per la fedeltà di Dio alla promessa fatta a Israele; Maria, invece, personifica la speranza dell'umanità. Giuseppe è padre secondo il diritto, ma Maria è madre nel suo stesso corpo: dobbiamo a lei se Dio, ora, è realmente divenuto uno di noi. Luca 1,26-38 Diamo ora uno sguardo al racconto lucano del concepimento e della nascita di Gesù, non per interpretare qui questo ricchissimo testo in quanto tale, ma solo per cogliere il suo particolare contributo alla professione di fede. Mi limito alla pericope dell'annuncio della nascita di Gesù da parte dell'arcangelo Gabriele (vv. 26-38). Luca lascia trasparire nelle parole dell'angelo il mistero trinitario e da così all'evento quel suo cuore teologico a cui si riferisce tutta la storia della salvezza anche nella professione di fede. Il bambino che nascerà sarà chiamato figlio dell'Altissimo, figlio di Dio; lo Spirito Santo 34 opererà il suo concepimento in maniera misteriosa, come forza dell'Altissimo: ecco perché il discorso sul Figlio è indirettamente discorso sul Padre e sullo Spirito Santo. Luca, per designare la discesa dello Spirito Santo su Maria, usa qui l'espressione "coprirà con la sua ombra" (v. 35). Si riallaccia così ai racconti veterotestamentari della santa nube, che, stando al di sopra della tenda dell'incontro, significava l'inabitazione di Dio. In questo modo Maria è caratterizzata come la nuova santa tenda, l'arca vivente dell'Alleanza. Il suo Sì diventa il luogo dell'incontro, in cui Dio trova dimora nel mondo. Dio, che non abita nelle pietre, abita in questo Sì fatto di corpo e di anima; colui che il mondo non può contenere, può prendere dimora in una persona. Luca fa riecheggiare più volte questo motivo del nuovo tempio, della vera arca dell'Alleanza, in particolare, per esempio, nel saluto angelico a Maria: "Salve, piena di grazia, il Signore è con te" (v. 28). Oggi è quasi del tutto fuori discussione che questo saluto angelico riprende la profezia di Sofonia 3,14, che vale per la figlia di Sion e le annuncia che Dio verrà a dimorare in mezzo a lei. Con questo saluto Maria appare quindi come la figlia di Sion in persona e, allo stesso tempo, come il luogo della dimora, come la santa tenda, su cui sta la nube della presenza di Dio. I Padri hanno ripreso questo pensiero, che condiziona anche 35 l'iconografia cristiana antica. San Giuseppe, con il pastorale che fiorisce, è presentato come il sommo sacerdote, il modello originario del vescovo cristiano. Maria, invece, è la Chiesa vivente. Su di lei scende lo Spirito Santo e così ella diviene il nuovo tempio. Giuseppe, il giusto, è l'amministratore dei misteri di Dio: padre di famiglia e custode del santuario, che è la sposa e il Logos dentro di lei; Ella non è a sua disposizione, ma sotto la sua custodia. Tutto è qui orientato al Dio trinitario, ma proprio per questo il suo venire a stare con noi dentro la storia nel mistero di Maria e della Chiesa si rende tanto evidente e tangibile. Ancora un punto del racconto lucano dell'annunciazione mi pare importante per la nostra questione. Dio chiede il Sì dell'uomo. Non ne dispone affatto ad arbitrio. Nella creatura umana ha voluto crearsi un partner libero e ora ha bisogno della libertà di questa creatura perché il suo regno possa divenire realtà, una realtà che non si fonda su un potere esteriore, ma sulla libertà. In uno dei suoi sermoni Bernardo di Chiaravalle ha rappresentato in termini drammatici questa attesa di Dio e l'attesa dell'umanità: "L'angelo aspetta la tua risposta, poiché è tempo di ritornare presso Colui che lo ha inviato... O Signora, rispondi con la parola che la terra, che l'inferno, che il cielo attendono. Come il re e Signore desiderava la tua 36 bellezza, altrettanto egli anela la tua risposta consenziente... Perché esiti? Perché sei colma di paura?... Ecco, colui che è atteso da tutti i popoli bussa fuori della tua porta. E se egli se ne andasse poiché tu esiti... Alzati, affrettati, apri! Alzati nella fede, affrettati con la tua offerta, apri con il tuo assenso!". Senza questo libero consenso di Maria, Dio non può farsi uomo. È vero: questo Sì di Maria è tutto grazia. Il dogma della preservazione di Maria dal peccato originale ha proprio questo solo significato: mostrare che nessuna persona può con le proprie forze dare avvio alla salvezza, ma che il suo Sì è integralmente avvolto nell'amore di Dio che viene prima e lo precede, che già l'abbraccia, prima ancora che ella nasca. "Tutto è grazia". La grazia, però, non sopprime la libertà, la crea. Tutto il mistero dell'incarnazione è presente in questa storia e si raccoglie nella figura della Vergine Maria: "Ecco la serva del Signore; si faccia di me come hai detto tu" (v. 38). Il prologo secondo Giovanni Volgiamoci ora al prologo del Vangelo di Giovanni, alla cui lettera si richiama la professione di fede. Anche qui vorrei riprendere, solo per cenni, le idee fondamentali. "Il Verbo si fece carne e pose la sua 37 tenda in mezzo a noi" (1,14). Il Logos diventa carne: ci siamo così abituati a questa parola, che neppure notiamo più la straordinaria, inimmaginabile sintesi divina di ciò che appare separato da un abisso incolmabile e in cui i Padri si sono addentrati passo dopo passo con la loro riflessione. Qui stava e sta la novità propriamente cristiana, che allo spirito greco appariva insensata e impensabile... Quel che qui viene detto è "nuovo", poiché viene da Dio e poteva essere operato solo da Dio stesso. Si tratta di qualcosa di radicalmente nuovo e sconosciuto per tutta la storia e per tutte le culture, in cui noi possiamo entrare nella fede e solo nella fede e che ci dischiude orizzonti del tutto nuovi di pensiero e di vita. 38 CAPITOLO SECONDO CREDO IN GESÙ CRISTO, IL FIGLIO UNIGENITO DI DIO 79. Qual è la Buona Novella per luomo? È lannunzio di Gesù Cristo, «il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16), morto e risorto. Al tempo del re Erode e dellimperatore Cesare Augusto, Dio ha adempiuto le promesse fatte ad Abramo e alla sua discendenza mandando «suo Figlio, nato da donna, nato sotto la Legge, per riscattare coloro che erano sotto la Legge, perché ricevessimo ladozione a figli» (Gal 4,4-5). 80. Come si diffonde questa Buona Novella? Fin dallinizio i primi discepoli hanno avuto lardente desiderio di annunziare Gesù Cristo, allo scopo di condurre tutti alla fede in lui. Anche oggi, dallamorosa conoscenza di Cristo nasce il desiderio di evangelizzare e catechizzare, cioè svelare nella sua persona lintero disegno di Dio e mettere lumanità in comunione con lui 39 81. Che cosa significa il nome «Gesù»? Dato dallAngelo al momento dellAnnunciazione, il nome «Gesù» significa «Dio salva». Esso esprime la sua identità e la sua missione, «perché è lui che salverà il suo popolo dai suoi peccati» (Mt 1,2 1). Pietro afferma che non vi è sotto il cielo altro Nome dato agli uomini nel quale è stabilito che possiamo essere salvati» (A t 4,12). 82. Perché Gesù è chiamato «Cristo»? «Cristo» in greco, «Messia» in ebraico, significa «unto». Gesù è il Cristo perché è consacrato da Dio, unto dello Spirito Santo per la missione redentrice. È il Messia atteso da Israele, mandato nel mondo dal Padre. Gesù ha accettato il titolo di Messia precisandone tuttavia il senso: «Disceso dal cielo» (Gv 3,13), crocifisso e poi risuscitato, egli è il Servo Sofferente «che dà la sua vita in riscatto per molti» (Mt 20,28). Dal nome Cristo è venuto a noi il nome di cristiani. 83. In che senso Gesù e il «Figlio Unigenito di Dio»? Egli lo è in senso unico e perfetto. Al momento del Battesimo e della Trasfigurazione, la voce del Padre 40 designa Gesù come suo «Figlio prediletto». Presentando se stesso come il Figlio che «conosce il Padre» (Mt 11,27), Gesù afferma la sua relazione unica ed eterna con Dio suo Padre. Egli è «il Figlio Unigenito di Dio» (1 Gv 2,23), la seconda Persona della Trinità. È il centro della predicazione apostolica: gli Apostoli hanno visto «la sua gloria, come di Unigenito dal Padre» (Gv 1,14). 84. Che cosa significa il titolo «Signore»? Nella Bibbia, questo titolo designa abitualmente Dio Sovrano. Gesù lo attribuisce a se stesso e rivela la sua sovranità divina mediante il suo potere sulla natura, sui demoni, sul peccato e sulla morte, soprattutto con la sua Risurrezione. Le prime confessioni cristiane proclamano che la potenza, lonore e la gloria dovuti a Dio Padre sono propri anche di Gesù: Dio «gli ha dato il Nome che è al di sopra di ogni altro nome» (Fil 2,11). Egli è il Signore del mondo e della storia, il solo a cui luomo debba sottomettere interamente la propria libertà personale. «GESÙ CRISTO FU CONCEPITO PER OPERA DELLO SPIRITO SANTO, NACQUE DA MARIA VERGINE» 41 85. Perché il Figlio di Dio si è fatto uomo? Il Figlio di Dio si è incarnato nel seno della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo, per noi uomini e per la nostra salvezza, ossia: per riconciliare noi peccatori con Dio; per farci conoscere il suo amore infinito; per essere il nostro modello di santità; per farci «partecipi della natura divina» (2 Pt 1,4). 86. Che cosa significa la parola «Incarnazione»? La Chiesa chiama «Incarnazione» il Mistero dellammirabile unione della natura divina e della natura umana nellunica Persona divina del Verbo. Per realizzare la nostra salvezza, il Figlio di Dio si è fatto «carne» (Gv 1,14) diventando veramente uomo. La fede nellIncarnazione è segno distintivo della fede cristiana. 87. In che modo Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo? Gesù è inscindibilmente vero Dio e vero uomo, nellunità della sua Persona divina. Egli, il Figlio di Dio, che è «generato, non creato, della stessa sostanza del Padre», si è fatto vero uomo, nostro fratello, senza con ciò cessare di essere Dio, nostro Signore. 42 88. Che cosa insegna a questo riguardo il Concilio di Calcedonia (anno 451)? Il Concilio di Calcedonia insegna a confessare «un solo e medesimo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, perfetto nella sua divinità e perfetto nella sua umanità; vero Dio e vero uomo, composto di anima razionale e di corpo; consostanziale al Padre per la divinità, consostanziale a noi per lumanità, simile in tutto a noi, fuorché nel peccato (Eb 4,15); generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità e, in questi ultimi tempi, per noi e per la nostra salvezza, nato da Maria Vergine e Madre di Dio, secondo lumanità». 89. Come la Chiesa esprime il Mistero dellIncarnazione? Lo esprime affermando che Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo, con due nature, la divina e lumana, non confuse, ma unite nella Persona del Verbo. Pertanto, nellumanità di Gesù, tutto miracoli, sofferenza, morte devessere attribuito alla sua Persona divina che agisce attraverso la natura umana assunta. «O Figlio Unigenito e Verbo di Dio, tu che sei immortale, per la nostra salvezza ti sei degnato 43 dincarnarti nel seno della santa Madre di Dio e sempre Vergine Maria ( ... ). Tu che sei Uno della Santa Trinità, glorificato con il Padre e lo Spirito Santo, salvaci!» (Liturgia Bizantina di san Giovanni Crisostomo). 90. Il Figlio di Dio fatto uomo aveva unanima con una conoscenza umana? Il Figlio di Dio ha assunto un corpo animato da unanima razionale umana. Con la sua intelligenza umana Gesù ha appreso molte cose attraverso lesperienza. Ma anche come uomo il Figlio di Dio aveva una conoscenza intima e immediata di Dio suo Padre. Penetrava ugualmente i pensieri segreti degli uomini e conosceva pienamente i disegni eterni che egli era venuto a rivelare. 91. Come si accordano le due volontà del Verbo incarnato? Gesù ha una volontà divina e una volontà umana. Nella sua vita terrena, il Figlio di Dio ha umanamente voluto ciò che ha divinamente deciso con il Padre e lo Spirito Santo per la nostra salvezza. La volontà umana di Cristo segue, senza opposizione o riluttanza, la volontà divina, o, meglio, è ad essa sottoposta. 44 92. Cristo aveva un vero corpo umano? Cristo ha assunto un vero corpo umano attraverso il quale Dio invisibile si è reso visibile. Per questa ragione Cristo può essere rappresentato e venerato nelle sante immagini. 93. Che cosa rappresenta il Cuore di Gesù? Gesù ci ha conosciuti e amati con un cuore umano. Il suo Cuore trafitto per la nostra salvezza è il simbolo di quellinfinito amore, col quale egli ama il Padre e ciascuno degli uomini. 94. «Concepito per opera dello Spirito Santo...»: che cosa significa questespressione? Significa che la Vergine Maria ha concepito il Figlio eterno nel suo grembo per opera dello Spirito Santo e senza la collaborazione di uomo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te» (Lc 1,35), le ha detto lAngelo nellAnnunciazione. 95. «... Nato dalla Vergine Maria»: perché Maria è veramente la Madre di Dio? Maria è veramente Madre di Dio perché è la madre 45 di Gesù (Gv 2,1; 19,25). In effetti, colui che è stato concepito per opera dello Spirito Santo e che è diventato veramente suo Figlio, è il Figlio eterno di Dio Padre. È Dio egli stesso. 96. Che cosa significa «Immacolata Concezione»? Dio ha scelto gratuitamente Maria da tutta leternità perché fosse la Madre di suo Figlio: per compiere tale missione, è stata concepita immacolata. Questo significa che, per la grazia di Dio e in previsione dei meriti di Gesù Cristo, Maria è stata preservata dal peccato originale fin dal suo concepimento. 97. Come collabora Maria al disegno divino della salvezza? Per la grazia di Dio Maria è rimasta immune da ogni peccato personale durante lintera sua esistenza. È la «piena di grazia» (Lc 1,28), la «Tutta Santa». Quando lAngelo le annuncia che avrebbe dato alla luce «il Figlio dellAltissimo» (Lc 1,32), ella dà liberamente il proprio assenso con «lobbedienza della fede» (Rm 1,5). Maria si offre totalmente alla Persona e allopera del suo Figlio Gesù, abbracciando con tutta lanima la volontà divina di salvezza. 46 98. Che cosa significa la concezione verginale di Gesù? Significa che Gesù è stato concepito nel grembo della Vergine per la sola potenza dello Spirito Santo, senza intervento delluomo. Egli è Figlio del Padre celeste secondo la natura divina e Figlio dì Maria secondo la natura umana, ma propriamente Figlio di Dio nelle due nature, essendoci in lui una sola Persona, quella divina. 99. In che senso Maria è «sempre Vergine»? Nel senso che ella è «rimasta Vergine nel concepimento del Figlio suo, Vergine nel parto, Vergine incinta, Vergine madre, Vergine perpetua» (santAgostino). Pertanto, quando i Vangeli parlano di «fratelli e sorelle di Gesù», si tratta di parenti prossimi di Gesù, secondo unespressione adoperata nella Sacra Scrittura. 100. In che modo la maternità spirituale di Maria è universale? Maria ha un unico Figlio, Gesù, ma in lui la sua maternità spirituale si estende a tutti gli uomini che egli è venuto a salvare. Obbediente al fianco del nuovo 47 Adamo, Gesù Cristo, la Vergine è la nuova Eva, la vera madre dei viventi, che coopera con amore di madre alla loro nascita e alla loro formazione nellordine della grazia. Vergine e Madre, Maria è la figura della Chiesa, la sua più perfetta realizzazione. 101. In che senso tutta la vita di Cristo è Mistero? Tutta la vita di Cristo è evento di rivelazione. Ciò che è visibile nella vita terrena di Gesù conduce al suo Mistero invisibile, soprattutto al Mistero della sua filiazione divina: «Chi vede me, vede il Padre» (Gv 14,19). Inoltre, anche se la salvezza viene compiutamente dalla Croce e dalla Risurrezione, la vita intera di Cristo è Mistero di salvezza, perché tutto ciò che Gesù ha fatto, detto e sofferto aveva come scopo di salvare luomo decaduto e di ristabilirlo nella sua vocazione di Figlio di Dio. 102. Quali sono state le preparazioni ai Misteri di Gesù? Vi è anzitutto una lunga speranza durata per molti secoli, che noi riviviamo durante la celebrazione liturgica del tempo dellAvvento. Oltre alloscura attesa che ha posto nel cuore dei pagani, Dio ha preparato la venuta del suo Figlio tramite lAntica 48 Alleanza, fino a Giovanni Battista che è lultimo e il più grande dei profeti. 103. Che cosa insegna il Vangelo sui Misteri della nascita e dellinfanzia di Gesù? A Natale, la gloria del Cielo si manifesta nella debolezza di un bambino; la circoncisione di Gesù è segno della sua appartenenza al popolo ebraico e prefigurazione del nostro Battesimo; lEpifania è la manifestazione del Re-Messia dIsraele a tutte le genti; nella sua presentazione al tempio, in Simeone e Anna è tutta lattesa di Israele che viene allincontro con il suo Salvatore; la fuga in Egitto e la strage degli innocenti annunciano che lintera vita di Cristo sarà sotto il segno della persecuzione; il suo ritorno dallEgitto ricorda lEsodo e presenta Gesù come il nuovo Mosè: è lui il vero e definitivo liberatore. 104. Quale insegnamento ci offre la vita nascosta di Gesù a Nazaret? Durante la vita nascosta a Nazaret Gesù rimane nel silenzio di una esistenza ordinaria. Ci permette così di essere in comunione con lui nella santità di una vita quotidiana intessuta di preghiera, di semplicità, di lavoro, di amore familiare. La sua sottomissione 49 a Maria e a Giuseppe, suo padre putativo, è unimmagine della sua obbedienza filiale al Padre. Maria e Giuseppe, con la loro fede, accolgono il Mistero di Gesù, pur non comprendendolo sempre. 105. Perché Gesù riceve da Giovanni il «battesimo di conversione per il perdono dei peccati» (Le 3,3)? Per dare inizio alla sua vita pubblica e anticipare il «Battesimo» della sua morte: accetta così, pur essendo senza peccato, di essere annoverato tra i peccatori, lui, «lAgnello di Dio che toglie il peccato del mondo» (Gv 1,29). Il Padre lo proclama suo «Figlio prediletto» (Mt 3,17) e lo Spirito discende su di lui. Il Battesimo di Gesù è la prefigurazione del nostro Battesimo. 106. Che cosa rivelano le tentazioni di Gesù nel deserto? Le tentazioni di Gesù nel deserto ricapitolano quella di Adamo nel paradiso e quelle dIsraele nel deserto. Satana tenta Gesù nella sua obbedienza alla missione affidatagli dal Padre. Cristo, nuovo Adamo, resiste e la sua vittoria annuncia quella della sua passione, suprema obbedienza del suo amore filiale. La Chiesa si unisce a questo Mistero 50 in particolare nel tempo liturgico della Quaresima. 107. Chi è invitato a far parte del Regno di Dio, annunciato e realizzato da Gesù? Gesù invita a far parte del Regno di Dio tutti gli uomini. Anche il peggior peccatore è chiamato a convertirsi e ad accettare linfinita misericordia del Padre. Il Regno appartiene, già qui sulla terra, a coloro che lo accolgono con cuore umile. E ad essi che sono rivelati i suoi Misteri. 108. Perché Gesù manifesta il Regno attraverso segni e miracoli? Gesù accompagna la sua parola con segni e miracoli per attestare che il Regno è presente in lui, il Messia. Sebbene egli guarisca alcune persone, non è venuto per eliminare tutti i mali quaggiù, ma per liberarci anzitutto dalla schiavitù del peccato. La cacciata dei demoni annuncia che la sua Croce sarà vittoriosa sul «principe di questo mondo» (Gv 12,3 1). 109. Nel Regno, quale autorità Gesù conferisce ai suoi Apostoli? Gesù sceglie i Dodici, futuri testimoni della sua 51 Risurrezione, e li fa partecipi della sua missione e della sua autorità per insegnare, assolvere dai peccati, edificare e governare la Chiesa. In questo Collegio Pietro riceve «le chiavi del Regno» (Mt 16,19) e occupa il primo posto, con la missione di custodire la fede nella sua integrità e di confermare i suoi fratelli. 110. Quale significato ha la Trasfigurazione? Nella Trasfigurazione appare anzitutto la Trinità: «Il Padre nella voce, il Figlio nelluomo, lo Spirito nella nube brillante» (san Tommaso dAquino). Evocando con Mosè ed Elia la sua «dipartita» (Lc 9,31), Gesù mostra che la sua gloria passa attraverso la Croce e dà un anticipo della sua risurrezione e della sua gloriosa venuta, «che trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso» (Fil 3,21). «Tu ti sei trasfigurato sul monte e, nella misura in cui ne erano capaci, i tuoi discepoli hanno contemplato la tua Gloria, Cristo Dio, affinché, quando ti avrebbero visto crocifisso, comprendessero che la tua Passione era volontaria e annunziassero al mondo che tu sei veramente lirradiazione del Padre» (Liturgia Bizantina). 52 111. Come avviene lentrata messianica a Gerusalemme? Nel tempo stabilito Gesù decide di salire a Gerusalemme per soffrire la sua passione, morire e risuscitare. Come Re Messia che manifesta la venuta del Regno, egli entra nella sua città sul dorso di un asino. È accolto dai piccoli, la cui acclamazione è ripresa nel Sanctus eucaristico: «Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna (salvaci)» (Mt 21,9). La liturgia della Chiesa dà inizio alla Settimana Santa con la celebrazione di questa entrata a Gerusalemme. ® ® ® Cristo è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura; è prima di tutte le cose e tutte in lui sussistono. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui: quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili. Col 1,4 53 Signore Gesù, pienezza del tempo e signore della storia, donaci un cuore umile e semplice. perché contempliamo con meraviglia sempre nuova il mistero dellIncarnazione, quando tu. Figlio dellAltissimo, nel grembo della Vergine, santuario dello Spirito, sei divenuto nostro Fratello, Lode e gloria a te, o Cristo, oggi e nei secoli eterni. Gesù, inizio e compimento delluomo nuovo, converti a te i nostri cuori, perché, abbandonati i sentieri dellerrore, camminiamo sulle tue orme per la via che conduce alla vita. Fa che, fedeli alle promesse del Battesimo, viviamo con coerenza la nostra fede, testimoniando con impegno la tua Parola, perché nella famiglia e nella società rísplenda la luce vivificante del Vangelo. Lode e gloria a te, o Cristo, oggi e nei secoli eterni. Gesù, potenza e sapienza di Dio, accendi in noi lamore per la divina Scrittura, 54 dove risuona la voce del Padre, che illumina e infiamma, nutre e consola. Tu, Parola del Dio vivente, rinnova nella Chiesa lo slancio missionario, perché tutti i popoli giungano alla conoscenza di te, vero Figlio di Dio e vero Figlio delluomo, unico Mediatore tra luomo e Dio. Lode e gloria a te, o Cristo, oggi e nei secoli eterni. Gesù, sorgente di unità e di pace, rafforza la comunione nella tua chiesa, dona slancio al movimento ecumenico, perché tutti i tuoi discepoli, con la forza del tuo spirito, diventino tra loro una cosa sola. Tu che ci ha dato come norma di vita il comandamento nuovo dellamore rendici costruttori di un mondo solidale, in cui la guerra sia vinta dalla pace, la cultura della morte dallimpegno per la vita. Lode e gloria a te, o Cristo, oggi e nei secoli eterni. Gesù, Unigenito del Padre, pieno di grazia e di verità, luce che illumina ogni uomo, 55 dona a chi ti cerca con cuore sincero labbondanza della tua vita. Lode e gloria a te, o Cristo, oggi e nei secoli eterni. A te, Redentore delluomo, principio e fine del tempo e del cosmo, al Padre, fonte inesauribile dogni bene, allo Spirito Santo, sigillo dellinfinito amore, ogni onore e gloria nei secoli eterni. Amen. 56 Commento del Cardinale J. Ratzinger PAPA BENEDETTO XVI dal suo libro Il Dio vicino Se interroghiamo i testimoni, vediamo che Gesù non è affatto salito sulla croce senza aspettarselo in alcun modo. Non era affatto cieco rispetto alla tempesta che si stava abbattendo su di lui, rispetto al potere della contraddizione, dell'ostilità e del rifiuto che si stava addensando intorno a lui. Non meno importante per la sua consapevole ascesa sulla croce fu il fatto che egli vivesse del cuore della fede di Israele, che egli partecipasse della preghiera del suo popolo: i salmi, la pietà di Israele ispirata dai profeti, sono troppo profondamente segnati dalla figura del giusto sofferente, che, per amore di Dio, non trova alcun posto in questo mondo, che, in nome della fede, affronta la sofferenza. Questa preghiera che vediamo salire sempre nuova e farsi più profonda nei salmi così come nelle profezie del servo di Dio nel Deuteroisaia fino a Giobbe e ai tre fanciulli nella fornace ardente egli l'ha condotta fino al suo cuore definitivo, l'ha adempiuta, mettendo la sua persona a disposizione per que59 sto e manifestando, in tal modo, la chiave di questa preghiera. Tutti i modi del suo annuncio convergono, quindi, nella direzione del mistero di colui che conserva il suo amore e il suo messaggio fin dentro la sofferenza. La forma definitiva è offerta dalle parole che egli pronuncia in occasione dell'ultima cena. Esse non sono completamente inattese: erano già presenti, segnavano tutte le strade da lui percorse. Eppure in queste parole è messo in una luce nuova quel che fino allora era solo inteso: l'istituzione dell'Eucaristia è anticipazione e accettazione della sua morte, ne è il compimento spirituale. Gesù, infatti, partecipa se stesso, si comunica nel pane spezzato e nel sangue versato. Le parole che Gesù pronuncia nell'ultima cena sono, quindi, la risposta alla questione sulla coscienza con la quale Gesù affrontò la propria morte; in esse accade il compimento spirituale della sua morte o, come giustamente affermiamo, in esse Gesù trasforma la morte nell'atto spirituale del Sì, nell'atto dell'amore che condivide se stesso; nell'atto dell'adorazione, che si mette a disposizione per Dio e, a partire da Dio, per l'uomo. Le due cose si implicano a vicenda: senza la sua morte le parole dell'ultima cena sarebbero come una garanzia senza copertura; senza queste parole 60 la sua morte sarebbe solo un'esecuzione senza un senso riconoscibile. Ambedue le cose costituiscono questo nuovo evento, in cui ciò che nella sua morte manca di senso diventa il senso; in cui ciò che è privo di logica si trasforma in logica e in parola; in cui la distruzione dell'amore, che la morte significa di per se stessa, ne diventa invece la garanzia, la sua permanente consistenza. Se, dunque, vogliamo sapere che cosa ha inteso Gesù stesso con la sua morte, come l'ha accolta, che cosa essa significa, allora dobbiamo riflettere su queste parole e vederle sempre sostenute e garantite dal sangue della sua testimonianza... In tutto il Nuovo Testamento e in tutta la tradizione della Chiesa è sempre stato chiaro che Dio vuole la salvezza di tutti e che Gesù non è morto per una parte degli uomini, ma per tutti; Dio, di per se stesso, non pone limiti e confini. Non distingue tra coloro che non gli piacciono e che non vuole rendere partecipi della salvezza e altri che, invece, preferirebbe; ama tutti, perché ha creato tutti. Per questo il Signore è morto per tutti. Ecco perché nella Lettera ai Romani di San Paolo si legge: "Dio non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato in sacrificio per noi tutti" (8,32); e nel V capitolo della seconda lettera ai Corinzi: "Lui, che è uno, morì per tutti" (v. 14). Nella 61 prima lettera a Timoteo si legge: "Cristo Gesù ha dato se stesso in riscatto per tutti" (2,6). Questa citazione è particolarmente importante proprio perché, dal modo in cui è formulata e dal suo contesto, si riconosce che qui viene citato un testo eucaristico. Sappiamo così che allora, in un determinato ambiente della Chiesa, nell'Eucaristia si usava la formula di offerta: "per tutti". Nella tradizione della Chiesa questo modo di vedere non è mai andato del tutto perso. Il giovedì santo, nell'antico messale, il racconto dell'ultima cena veniva così introdotto: La sera prima della passione, per la salvezza di tutti. Proprio sulla base di questa consapevolezza, nel secolo XVII venne espressamente condannata una proposizione giansenista, secondo cui Cristo non era morto per tutti. Tale delimitazione della salvezza venne così respinta come insegnamento eretico, che andava contro la fede di tutta la Chiesa. La dottrina ecclesiale dice esattamente il contrario: Cristo è morto per tutti. Non possiamo permetterci di mettere limiti a Dio. Colui che ritiene che la fede è soddisfacente solo se, per così dire, è premiata con la dannazione degli altri, misconosce il nucleo della fede. Una tale sensibilità, che ha bisogno della punizione degli altri, non ha assimilato interiormente la fede; ama solo se stessa, e non 62 Dio, il Creatore, a cui appartengono tutte le creature. Un tale atteggiamento è quello di chi si ribella al fatto che anche ai lavoratori dell'undicesima ora viene data la medesima ricompensa, l'atteggiamento di chi si sente soddisfatto solo se gli altri ricevono di meno. È l'atteggiamento del figlio rimasto a casa, incapace di tollerare la bontà di riconciliazione del padre. È la durezza del cuore, che fa vedere che abbiamo cercato solo noi stessi, e non Dio; che lascia trapelare che non abbiamo amato la fede, ma l'abbiamo sopportata come un peso. Dobbiamo smetterla di pensare che, in fondo, sarebbe stato più bello non credere, poter girare disoccupati per il mercato come i lavoratori che sono stati richiesti solo all'undicesima ora; dobbiamo liberarci dall'idea folle secondo cui la disoccupazione spirituale sarebbe meglio della vita con la parola di Dio. Dobbiamo tornare a vivere la fede e imparare a dirle di sì, riconoscendo in essa la gioia nella quale perseveriamo non per il fatto che gli altri saranno poi svantaggiati, ma perché siamo colmi di gratitudine e desideriamo trasmetterla ad altri. Questa è dunque la prima cosa: si tratta di un'affermazione fondamentale del messaggio biblico, che il Signore è morto per tutti: la gelosia della salvezza non è cristiana. Come seconda osservazione vorrei aggiungere che 63 Dio, in ogni caso, non costringe nessuno alla salvezza. Dio accetta la libertà dell'uomo. Non è un incantatore, che, alla fin fine, sistema tutto e realizza il suo happy end. È un vero padre; un creatore che afferma la libertà, anche quando essa lo rifiuta. Per questo la volontà salvifica di Dio non implica che tutti gli uomini giungano necessariamente alla salvezza. C'è la potenza del rifiuto. Dio ci ama. Dobbiamo solo essere tanto umili da lasciarci amare. Ma dobbiamo continuare a chiederci se non abbiamo la presunzione che vuole fare da sé; se non priviamo l'uomo creatura e il Dio creatore della loro grandezza e dignità, togliendo alla vita dell'uomo la sua serietà e riducendo Dio a un incantatore o a una sorta di nonno, rispetto al quale tutto è indifferente. Anzi, è proprio l'incondizionata grandezza dell'amore di Dio a non escludere la libertà del rifiuto e, quindi, la possibilità della dannazione. 64 SEGUE CAPITOLO SECONDO «GESÙ CRISTO PATÌ SOTTO PONZIO PILATO, FU CROCIFISSO, MORÌ E FU SEPOLTO» 112. Qual è limportanza del Mistero pasquale di Gesù? Il Mistero pasquale di Gesù, che comprende la sua passione, morte, risurrezione e glorificazione, è al centro della fede cristiana, perché il disegno salvifico di Dio si è compiuto una volta per tutte con la morte redentrice del suo Figlio, Gesù Cristo. 113. Con quali accuse Gesù è stato condannato? Alcuni capi dIsraele accusarono Gesù di agire contro la Legge, contro il tempio di Gerusalemme, e in particolare contro la fede nel Dio unico, perché Egli si proclamava Figlio di Dio. Per questo lo consegnarono a Pilato, perché lo condannasse a morte. 114. Come si è comportato Gesù verso la Legge di Israele? Gesù non ha abolito la Legge data da Dio a Mosè 65 sul Sinai, ma lha portata a compimento dandone linterpretazione definitiva. È il Legislatore divino che esegue integralmente questa Legge. Inoltre egli, il Servo fedele, offre con la sua morte espiatrice il solo sacrificio capace di redimere tutte «le colpe commesse dagli uomini sotto la prima Alleanza» (Eb 9,15). 115. Quale fu latteggiamento di Gesù verso il tempio di Gerusalemme? Gesù è stato accusato di ostilità nei confronti del Tempio. Eppure lha venerato come «la dimora di suo Padre» (Gv 2,16) e lì ha dettato una parte importante del suo insegnamento. Ma ne ha anche predetto la distruzione, in relazione con la propria morte, e si è presentato lui stesso come la dimora definitiva di Dio in mezzo agli uomini. 116. Gesù ha contraddetto la fede dIsraele nel Dio unico e salvatore? Gesù non ha mai contraddetto la fede in un Dio unico, neppure quando compiva lopera divina per eccellenza che adempiva le promesse messianiche e lo rivelava uguale a Dio: il perdono dei peccati. La richiesta di Gesù di credere in lui e di convertirsi 66 permette di capire la tragica incomprensione del Sinedrio che ha stimato Gesù meritevole di morte perché bestemmiatore. 117. Chi è responsabile della morte di Gesù? La passione e la morte di Gesù non possono essere imputate indistintamente né a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli altri Ebrei venuti dopo nel tempo e nello spazio. Ogni singolo peccatore, cioè ogni uomo, è realmente causa e strumento delle sofferenze del Redentore, e più gravemente colpevoli sono coloro, soprattutto se cristiani, che più spesso ricadono nel peccato o si dilettano nei vizi. 118. Perché la morte di Cristo fa parte del disegno di Dio? Per riconciliare con sé tutti gli uomini votati alla morte a causa del peccato, Dio ha preso liniziativa amorevole di mandare suo Figlio perché si consegnasse alla morte per i peccatori. Annunciata nellAntico Testamento, in particolare come sacrificio del Servo sofferente, la morte di Gesù avvenne «secondo le Scritture». 67 119. In quale modo Cristo ha offerto se stesso al Padre? Tutta la vita di Cristo è libera offerta al Padre per compiere il suo disegno di salvezza. Egli dà «la sua vita in riscatto per molti» (Mc 10,45) e in tal modo riconcilia con Dio tutta lumanità. La sua sofferenza e la sua morte manifestano come la sua umanità sia lo strumento libero e perfetto dellAmore divino che vuole la salvezza di tutti gli uomini. 120. Come si esprime nellultima Cena lofferta di Gesù? Nellultima Cena con gli Apostoli alla vigilia della Passione Gesù anticipa, cioè significa e realizza in anticipo lofferta volontaria di se stesso: «Questo è il mio corpo che è dato per voi», «questo è il mio sangue, che è versato...» (Lc 22,19-20). Egli istituisce così al tempo stesso lEucaristia come «memoriale» (1 Cor 11,25) del suo sacrificio, e i suoi Apostoli come sacerdoti della nuova Alleanza. 121. Che cosa avviene nellagonia dellorto del Getsemani? Malgrado lorrore che procura la morte nellumanità tutta santa di colui che è l«Autore della Vita» (At 68 3,15), la volontà umana del Figlio di Dio aderisce alla volontà del Padre: per salvarci, Gesù accetta di portare i nostri peccati nel suo corpo «facendosi ubbidiente fino alla morte» (Fil 2,8). 122. Quali sono gli effetti del sacrificio di Cristo sulla Croce? Gesù ha liberamente offerto la sua vita in sacrificio espiatorio, cioè ha riparato le nostre colpe con la piena obbedienza del suo amore fino alla morte. Questo «amore fino alla fine» (Gv 13, 1) del Figlio di Dio riconcilia con il Padre tutta lumanità. Il sacrificio pasquale di Cristo riscatta quindi gli uomini in modo unico, perfetto e definitivo, e apre loro la comunione con Dio. 123. Perché Gesù chiama i suoi discepoli a prendere la loro croce? Chiamando i suoi discepoli a «prendere la loro croce e a seguirlo» (Mt 16,24), Gesù vuole associare al suo sacrificio redentore quegli stessi che ne sono i primi beneficiari. 69 124. In quali condizioni era il corpo di Cristo mentre, si trovava nella tomba? Cristo ha conosciuto una vera morte e una vera sepoltura. Ma la virtù divina ha preservato il suo corpo dalla corruzione. «GESÙ CRISTO DISCESE AGLI INFERI, RISUSCITÒ DAI MORTI IL TERZO GIORNO» 125. Che cosa sono «gli ìnferi», nei quali Gesù discese? Gli «ìnferi» diversi dallinferno della dannazione costituivano lo stato di tutti coloro, giusti e cattivi, che erano morti prima di Cristo. Con lanima unita alla sua Persona divina Gesù ha raggiunto negli inferi i giusti che attendevano il loro Redentore per accedere infine alla visione di Dio. Dopo aver vinto, mediante la sua morte, la morte e il diavolo «che della morte ha il potere» (Eb 2,14), ha liberato i giusti in attesa del Redentore e ha aperto loro le porte del Cielo. 126. Che posto occupa la Risurrezione di Cristo nella nostra fede? La Risurrezione di Gesù è la verità culminante della nostra fede in Cristo e rappresenta, con la 70 Croce, una parte essenziale del Mistero pasquale. 127. Quali «segni» attestano la Risurrezione di Gesù? Oltre al segno essenziale costituito dalla tomba vuota, la Risurrezione di Gesù è attestata dalle donne che incontrarono per prime Gesù e lannunciarono agli Apostoli. Gesù poi «apparve a Cefa (Pietro), e quindi ai Dodici. In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta» (1 Cor 15,5-6) e ad altri ancora. Gli Apostoli non hanno potuto inventare la risurrezione, poiché questa appariva loro impossibile: infatti Gesù li ha anche rimproverati per la loro incredulità. 128. Perché la Risurrezione è al tempo stesso un avvenimento trascendente? Pur essendo un avvenimento storico, constatabile e attestato attraverso segni e testimonianze, la Risurrezione, in quanto entrata dellumanità di Cristo nella gloria di Dio, trascende e supera la storia, come mistero della fede. Per questo motivo, Cristo risorto non si manifestò al mondo, ma ai suoi discepoli, rendendoli suoi testimoni davanti al popolo. 71 129. Qual è lo stato del corpo risorto di Gesù? La Risurrezione di Cristo non è stata un ritorno alla vita terrena. Il suo corpo risuscitato è quello che è stato crocifisso e porta i segni della sua Passione, ma è ormai partecipe della vita divina con le proprietà di un corpo glorioso. Per questa ragione Gesù risorto è sovranamente libero di apparire ai suoi discepoli come e dove vuole e sotto aspetti diversi. 130. In che modo la Risurrezione è opera della Santissima Trinità? La Risurrezione di Cristo è unopera trascendente di Dio. Le tre Persone agiscono insieme secondo ciò che è loro proprio: il Padre manifesta la sua potenza; il Figlio «riprende» la vita che ha liberamente offerto (Gv 10,17) riunendo la sua anima e il suo corpo, che lo Spirito vivifica e glorifica. 131. Quali sono il senso e la portata salvifica della Risurrezione? La Risurrezione è il culmine dellIncarnazione. Essa conferma la divinità di Cristo, come pure tutto ciò che Egli ha fatto e insegnato, e realizza tutte le promesse divine in nostro favore. Inoltre, il Risorto, vincitore 72 del peccato e della morte, è il principio della nostra giustificazione e della nostra Risurrezione: fin dora ci procura la grazia delladozione filiale, che è reale partecipazione alla sua vita di Figlio unigenito; poi, alla fine dei tempi, egli risusciterà il nostro corpo. «GESÙ SALÌ AL CIELO, SIEDE ALLA DESTRA DEL PADRE ONNIPOTENTE» 132. Che cosa rappresenta lAscensione? Dopo quaranta giorni da quando si era mostrato agli Apostoli sotto i tratti di unumanità ordinaria, che velavano la sua gloria di Risorto, Cristo sale al cielo e siede alla destra del Padre. Egli è il Signore che regna ormai con la sua umanità nella gloria eterna di Figlio di Dio e intercede incessantemente in nostro favore presso il Padre. Ci manda il suo Spirito e ci dà la speranza di raggiungerlo un giorno, avendoci preparato un posto. «DI LÀ VERRÀ A GIUDICARE I VIVI E I MORTI» 133. Come regna ora il Signore Gesù? Signore del cosmo e della storia, Capo della sua Chiesa, Cristo glorificato permane misteriosamente sulla terra, dove il suo regno è già presente come germe e inizio nella Chiesa. Un giorno ritornerà 73 glorioso, ma non ne conosciamo il tempo. Per questo viviamo nella vigilanza, pregando: «Vieni, Signore» (Ap 22,20). 134. Come si realizzerà la venuta del Signore nella gloria? Dopo lultimo sconvolgimento cosmico di questo mondo che passa, la venuta gloriosa di Cristo avverrà con il trionfo definitivo di Dio nella Parusia e con lultimo Giudizio. Si compirà così il Regno di Dio. 135. Come Cristo giudicherà i vivi e i morti? Cristo giudicherà con il potere che ha acquisito come Redentore del mondo, venuto a salvare gli uomini. I segreti dei cuori saranno svelati, come pure la condotta di ciascuno verso Dio e verso il prossimo. Ogni uomo sarà colmato di vita o dannato per leternità a seconda delle sue opere. Così si realizzerà «la pienezza di Cristo» (Ef 4,13), nella quale «Dio sarà tutto in tutti» (1 Cor 15,28). 74 Preghiamo Gesù, che dalla Croce volgi lo sguardo alla Madre e al Discepolo, donaci, in mezzo alle sofferenze, laudacia e la gioia di accoglierti e di seguirti con fiducioso abbandono. Cristo, sorgente della vita, di ogni grazia e di ogni bellezza, donaci di contemplare il tuo volto sorridente, volto di chi salva il mondo e lo conduce verso il Padre. Signore, a te sale la nostra lode, guidata dalla Chiesa e dalla tua Madre: concedici di scorgere nella follia della Croce la promessa della nostra risurrezione. A te, Gesù, il cui volto risplende nellora della tenebra, come volto di Maestro, di Figlio, di Amico, il nostro amore e la nostra riconoscenza, con il Padre e con lo Spirito, nel tempo che fugge e nella stabile eternità. Amen. 75 Grazie Gesù, per aver vinto la nostra morte, con la tua morte: fa che le croci di quanti, come te, muoiono per mano di altri uomini, si trasformino in alberi della vita. Grazie Gesù, per aver fatto della croce, luogo di sofferenza e di morte, il segno della nostra riconciliazione con il Padre: fa che il tuo sacrificio asciughi tutte le lacrime che sono versate nel mondo, soprattutto quelle di chi, come tua Madre, porta la croce della morte di un innocente. A te, Gesù, il capo chinato sul legno e il volto ormai spento, la lode adorante e memore, nel giorno che tramonta e nel giorno della luce inestinguibile. Amen. 76 Commento del Cardinale J. Ratzinger PAPA BENEDETTO XVI dal suo libro Il Dio vicino A Nicodemo Cristo dice che la nascita dalla carne non basta per entrare nel regno di Dio. E' necessaria una nuova nascita dall'alto, una rinascita dall'acqua e dallo Spirito (3,5). Cristo, che è stato concepito dalla Vergine per opera dello Spirito Santo, è l'inizio di una nuova umanità, di un nuovo modo di esistere. Diventare cristiani significa essere accolti in questo nuovo inizio. Diventare cristiani è più che la dedizione a nuove idee, a un nuovo ethos, a una nuova comunità. Il cambiamento che qui accade ha la radicalità di una nascita reale, di una nuova creazione. Ecco come la Vergine Madre sta ancora una volta al centro dell'avvenimento della redenzione. Ella garantisce, con tutto il suo essere, per la novità che Dio ha operato. Solo se la sua storia è vera e sta all'inizio, vale quello che Paolo afferma: "Se uno è in Cristo, è creatura nuova" (2Cor 5,17). Dio non è legato alle pietre, ma si lega a delle persone viventi. Il Sì di Maria gli apre lo spazio in cui 79 può innalzare la propria tenda. Ella stessa diventa per lui la tenda ed è così che ella è l'inizio della santa Chiesa che, a sua volta, rinvia alla nuova Gerusalemme, in cui non c'è più alcun tempio, poiché Dio stesso abita in lei. La fede in Cristo, che noi professiamo nel Credo dei battezzati, è quindi spiritualizzazione e purificazione di tutto ciò che la storia religiosa dell'umanità aveva detto e sperava sull'abitare di Dio nel mondo. Allo stesso tempo, però, è anche il farsi corpo, il divenire una realtà concreta, dell'essere di Dio con gli uomini, in un modo che va ben al di là di ogni possibile attesa. "Dio è nella carne" proprio questo insolubile legame di Dio con la sua creatura esplicita il cuore della fede cristiana. Origene ha messo in rilievo come il motivo della fonte determini l'intera storia patristica dell'Antico Testamento. Dovunque arrivavano, scavavano delle fonti. L'acqua è l'elemento della vita. Ecco perché la fonte diventa sempre più immagine che simboleggia la vita in quanto tale, fino alla fonte di Giacobbe, dove Gesù si rivela come la fonte della vera vita, di cui l'umanità assetata è in attesa. La fonte, l'acqua sorgiva, diventa segno del mistero di Cristo, che ci dona l'acqua della vita e dal cui fianco aperto sgorgano sangue e acqua. 80 La fonte diventa annuncio di Cristo. Accanto a essa, però, c'è la casa, luogo della preghiera e del raccoglimento. "Quando vuoi pregare, entra nella tua camera" (Mt 6,6). La realtà più personale, l'annuncio dell'incarnazione, esige la discrezione della casa. 81 CAPITOLO TERZO CREDO NELLO SPIRITO SANTO «CREDO NELLO SPIRITO SANTO» 136. Che cosa vuol dire la Chiesa quando professa: «Credo nello Spirito Santo »? Credere nello Spirito Santo è professare la terza Persona della Santissima Trinità, che procede dal Padre e dal Figlio ed è «adorato e glorificato con il Padre e il Figlio». Lo Spirito è stato «mandato nei nostri cuori» (Gal 4,6), affinché riceviamo la nuova vita di figli di Dio. 137. Perché la missione del Figlio e dello Spirito sono inseparabili? Nella Trinità indivisibile, il Figlio e lo Spirito sono distinti ma inseparabili. Dal principio alla fine dei tempi, infatti, quando il Padre invia suo Figlio, invia anche il suo Spirito che ci unisce a Cristo nella fede, affinché possiamo, da figli adottivi, chiamare Dio «Padre» (Rm 8,15). Lo Spirito è invisibile, ma noi lo conosciamo attraverso la sua azione quando ci rivela il Verbo e quando agisce nella Chiesa. 83 138. Quali sono gli appellativi dello Spirito Santo? «Spirito Santo» è il nome proprio della terza Persona della Santissima Trinità. Gesù lo chiama anche: Spirito Paraclito (Consolatore, Avvocato) e Spirito di Verità. Il Nuovo Testamento lo chiama pure: Spirito di Cristo, del Signore, di Dio, Spirito della gloria, della promessa. 139. Con quali simboli si rappresenta lo Spirito Santo? Sono numerosi: lacqua viva, che scaturisce dal cuore trafitto di Cristo e disseta i battezzati; lunzione con lolio, che è il segno sacramentale della Confermazione; il fuoco, che trasforma ciò che tocca; la nube, oscura o luminosa, in cui si rivela la gloria divina; limposizione delle mani, per cui viene dato lo Spirito; la colomba, che scende su Cristo e rimane su di lui al battesimo. 140. Che cosa significa che lo Spirito «ha parlato per mezzo dei profeti»? Con il termine profeti si intende quanti furono ispirati dallo Spirito Santo per parlare in nome di Dio. 84 Lo Spirito porta le profezie dellAntico Testamento a pieno compimento in Cristo, di cui svela il mistero nel Nuovo Testamento. 141. Che cosa compie lo Spirito Santo in Giovanni Battista? Lo Spirito riempie Giovanni Battista, lultimo profeta dellAntico Testamento, il quale, sotto la sua azione, è mandato a «preparare al Signore un popolo ben disposto» (Lc 1,17) e ad annunciare la venuta di Cristo, Figlio di Dio: colui sul quale ha visto scendere e rimanere lo Spirito, «colui che battezza in Spirito» (Gv, 1,33). 142. Qual è lopera dello Spirito in Maria? Lo Spirito Santo porta a compimento in Maria le attese e la preparazione dellAntico Testamento alla venuta di Cristo. In maniera unica la riempie di grazia e rende la sua verginità feconda, per dare alla luce il Figlio di Dio incarnato. Fa di lei la Madre del «Cristo totale», cioè di Gesù Capo e della Chiesa suo corpo. Maria è presente fra i Dodici il giorno della Pentecoste, quando lo Spirito inaugura gli «ultimi tempi» con la manifestazione della Chiesa. 85 143. Quale relazione cè tra lo Spirito e Cristo Gesù, nella sua missione terrena? Il Figlio di Dio attraverso lunzione dello Spirito è consacrato Messia nella sua umanità fin dallIncarnazione. Egli lo rivela nel suo insegnamento, compiendo la promessa fatta ai Padri, e lo comunica alla Chiesa nascente, alitando sugli Apostoli dopo la sua Risurrezione. 144. Che cosa accade a Pentecoste? Cinquanta giorni dopo la sua Risurrezione, a Pentecoste, Gesù Cristo glorificato effonde lo Spirito a profusione e lo manifesta come Persona divina, sicché la Trinità Santa è pienamente rivelata. La Missione di Cristo e dello Spirito diviene la Missione della Chiesa, inviata per annunziare e diffondere il mistero della comunione trinitaria. «Abbiamo visto la vera Luce, abbiamo ricevuto lo Spirito celeste, abbiamo trovato la vera fede: adoriamo la Trinità indivisibile perché ci ha salvati» (Liturgia Bizantina, Tropario dei Vespri di Pentecoste). 86 145. Che cosa fa lo Spirito nella Chiesa? Lo Spirito edifica, anima e santifica la Chiesa: Spirito dAmore, egli ridona ai battezzati la somiglianza divina perduta a causa del peccato e li fa vivere in Cristo, della Vita stessa della Trinità Santa. Li manda a testimoniare la Verità di Cristo e li organizza nelle loro mutue funzioni, affinché tutti portino «il frutto dello Spirito» (Gal 5,22). 146. Come agiscono Cristo e il suo Spirito nel cuore dei fedeli? Per mezzo dei sacramenti, Cristo comunica alle membra del suo Corpo il suo Spirito e la grazia di Dio che porta i frutti di vita nuova, secondo lo Spirito. Infine, lo Spirito Santo è il Maestro della preghiera. «CREDO LA SANTA CHIESA CATTOLICA» La Chiesa nel disegno di Dio 147. Che cosa significa il termine Chiesa? Designa il popolo che Dio convoca e raduna da tutti i confini della terra, per costituire lassemblea di 87 quanti, per la fede e il Battesimo, diventano figli di Dio, membra di Cristo e tempio dello Spirito Santo. 148. Ci sono altri nomi e immagini con cui la Bibbia indica la Chiesa? Nella Sacra Scrittura troviamo molte immagini, che evidenziano aspetti complementari del mistero della Chiesa. LAntico Testamento privilegia immagini legate al popolo di Dio; il Nuovo Testamento quelle legate a Cristo come Capo di questo popolo, che è il suo Corpo, e quelle tratte dalla vita pastorale (ovile, gregge, pecore), agricola (campo, olivo, vigna), abitativa (dimora, pietra, tempio), familiare (sposa, madre, famiglia). 149. Quali sono lorigine e il compimento della Chiesa? La Chiesa trova origine e compimento nel disegno eterno di Dio. Fu preparata nellAntica Alleanza con lelezione dIsraele, segno della riunione futura di tutte le nazioni. Fondata dalle parole e dalle azioni di Gesù Cristo, fu realizzata soprattutto mediante la sua morte redentrice e la sua risurrezione. Fu poi manifestata come mistero di salvezza mediante leffusione dello Spirito Santo a Pentecoste. Avrà il 88 suo compimento alla fine dei tempi come assemblea celeste di tutti i redenti. 150. Qual è la missione della Chiesa? La missione della Chiesa è di annunziare e instaurare in mezzo a tutte le genti il Regno di Dio inaugurato da Gesù Cristo. Essa qui sulla terra costituisce il germe e linizio di questo Regno salvifico. 151. In che senso la Chiesa è Mistero? La Chiesa è Mistero in quanto nella sua realtà visibile è presente e operante una realtà spirituale, divina, che si scorge unicamente con gli occhi della fede. 152. Che cosa significa che la Chiesa è sacramento universale di salvezza? Significa che è segno e strumento della riconciliazione e della comunione di tutta lumanità con Dio e dellunità di tutto il genere umano. 89 La Chiesa: popolo di Dio, corpo di Cristo, tempio dello Spirito 153. Perché la Chiesa è il popolo di Dio? La Chiesa è il popolo di Dio perché a lui piacque santificare e salvare gli uomini non isolatamente, ma costituendoli in un solo popolo, adunato dallunità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. 154. Quali sono le caratteristiche del popolo di Dio? Questo popolo, di cui sì diviene membri mediante la fede in Cristo e il Battesimo, ha per origine Dio Padre, per capo Gesù Cristo, per condizione la dignità e la libertà dei figli di Dio, per legge il comandamento nuovo dellamore, per missione quella di essere il sale della terra e la luce del mondo, per fine il Regno di Dio, già iniziato in terra. 155. In che senso il popolo di Dio partecipa delle tre funzioni di Cristo, Sacerdote, Profeta e Re? Il popolo di Dio partecipa allufficio sacerdotale di Cristo, in quanto i battezzati vengono consacrati 90 dallo Spirito Santo per offrire sacrifici spirituali; partecipa al suo ufficio profetico, in quanto con il senso soprannaturale della fede aderisce indefettibilmente ad essa, lapprofondisce e la testimonia; partecipa al suo ufficio regale col servizio, imitando Gesù Cristo, che, re delluniverso, si fece servo di tutti, soprattutto dei poveri e dei sofferenti. 156. In che modo la Chiesa è corpo di Cristo? Per mezzo dello Spirito, Cristo morto e risorto unisce a sé intimamente i suoi fedeli. In tal modo i credenti in Cristo, in quanto stretti a lui soprattutto nellEucaristia, sono uniti tra loro nella carità, formando un solo corpo, la Chiesa, la cui unità si realizza nella diversità di membra e di funzioni. 157. Chi è il capo di questo corpo? Cristo «è il Capo del corpo, cioè della Chiesa» (Col 1, 18). La Chiesa vive di lui, in lui e per lui. Cristo e Chiesa formano il «Cristo totale» (santAgostino); «Capo e membra sono, per così dire, una sola persona mistica» (san Tommaso dAquino). 91 158. Perché la Chiesa è detta la sposa di Cristo? Perché il Signore stesso si è definito come lo «Sposo» (Mc 2,19), che ha amato la Chiesa, unendola a sé con unAlleanza eterna. Egli ha dato se stesso per lei, per purificarla con il suo sangue e «renderla santa» (Ef 5,26) e madre feconda di tutti i figli di Dio. Mentre il termine «corpo» evidenzia lunità del «capo» con le membra, il termine «sposa» mette in risalto la distinzione dei due in relazione personale. 159. Perché la Chiesa è detta tempio dello Spirito Santo? Perché lo Spirito Santo risiede nel corpo che è la Chiesa: nel suo Capo e nelle sue membra; egli inoltre edifica la Chiesa nella carità con la Parola di Dio, i sacramenti, le virtù e i carismi. «Quello che il nostro spirito, ossia la nostra anima, è per le nostre membra, lo stesso è lo Spirito Santo per le membra di Cristo, per il corpo di Cristo, che è la Chiesa» (santAgostino). 160. Che cosa sono i carismi? I carismi sono doni speciali dello Spirito Santo elargiti ai singoli per il bene degli uomini, per le neces92 sità del mondo e in particolare per ledificazione della Chiesa, al cui Magistero spetta il loro discernimento. La Chiesa è una, santa, cattolica e apostolica 161. Perché la Chiesa è una? La Chiesa è una perché ha come origine e modello lunità di un solo Dio nella Trinità delle Persone; come fondatore e capo Gesù Cristo, che ristabilisce lunità di tutti i popoli in un solo corpo; come anima lo Spirito Santo, che unisce tutti i fedeli nella Comunione in Cristo. Essa ha una sola fede, una sola vita sacramentale, ununica successione apostolica, una comune speranza e la stessa carità. 162. Dove sussiste lunica Chiesa di Cristo? Lunica Chiesa di Cristo, come società costituita e organizzata nel mondo, sussiste (subsistit in) nella Chiesa cattolica, governata dal successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui. Solo per mezzo di essa si può ottenere la pienezza dei mezzi di salvezza, poiché il Signore ha affidato tutti i beni della Nuova Alleanza al solo collegio apostolico, il cui capo è Pietro. 93 163. Come considerare i cristiani non cattolici? Nelle Chiese e comunità ecclesiali, che si sono staccate dalla piena comunione della Chiesa cattolica, si trovano molti elementi di santificazione e di verità. Tutti questi beni provengono da Cristo e spingono verso lunità cattolica. I membri di queste Chiese e Comunità sono incorporati a Cristo nel Battesimo: noi li riconosciamo perciò come fratelli. 164. Come impegnarsi a favore dellunità dei cristiani? Il desiderio di ristabilire lunione di tutti i cristiani è un dono di Cristo e un appello dello Spirito. Esso riguarda tutta la Chiesa e si attua con la conversione del cuore, la preghiera, la reciproca conoscenza fraterna, il dialogo teologico. 165. In che senso la Chiesa è santa? La Chiesa è santa, in quanto Dio Santissimo è il suo autore; Cristo ha dato se stesso per lei, per santificarla e renderla santificante; lo Spirito Santo la vivifica con la carità. In essa si trova la pienezza dei mezzi di salvezza. La santità è la vocazione di ogni suo membro e il fine di ogni sua attività. La Chiesa 94 annovera al suo interno la Vergine Maria e innumerevoli Santi, quali modelli e intercessori. La santità della Chiesa è la sorgente della santificazione dei suoi figli, i quali, qui sulla terra, si riconoscono tutti peccatori, sempre bisognosi di conversione e di purificazione. 166. Perché la Chiesa è detta cattolica? La Chiesa è cattolica, cioè universale, in quanto in essa è presente Cristo: «Là dove è Cristo Gesù, ivi è la Chiesa cattolica» (santIgnazio di Antiochia). Essa annunzia la totalità e lintegrità della fede; porta e amministra la pienezza dei mezzi di salvezza; è inviata in missione a tutti i popoli di ogni tempo e a qualsiasi cultura appartengano. 167. È cattolica la Chiesa particolare? È cattolica ogni Chiesa particolare (cioè la diocesi e leparchia), formata dalla comunità dei cristiani che sono in comunione nella fede e nei sacramenti, con il loro Vescovo ordinato nella successione apostolica, e con la Chiesa di Roma, che «presiede nella carità» (santIgnazio di Antiochia). 95 168. Chi appartiene alla Chiesa cattolica? Tutti gli uomini in vario modo appartengono o sono ordinati alla cattolica unità del popolo di Dio. È pienamente incorporato alla Chiesa cattolica chi, avendo lo Spirito di Cristo, è unito ad essa dai vincoli della professione di fede, dei sacramenti, del governo ecclesiastico e della comunione. I battezzati, che non realizzano pienamente tale cattolica unità, sono in una certa comunione, sebbene imperfetta, con la Chiesa Cattolica. 169. Qual è il rapporto della Chiesa cattolica con il popolo ebraico? La Chiesa cattolica riconosce il proprio rapporto con il popolo ebraico nel fatto che Dio scelse questo popolo, primo fra tutti, ad accogliere la sua Parola. È al popolo ebraico che appartengono «ladozione a figli, la gloria, le alleanze, la legislazione, il culto, le promesse, i patriarchi; da esso proviene Cristo secondo la carne» (Rm 9,5). A differenza delle altre religioni non cristiane, la fede ebraica è già risposta alla Rivelazione di Dio nellAntica Alleanza. 96 170. Che legame cè tra la Chiesa cattolica e le religioni non cristiane? Cè un legame, dato anzitutto dallorigine e dal fine comuni di tutto il genere umano. La Chiesa cattolica riconosce che quanto di buono e di vero si trova nelle altre religioni viene da Dio, è raggio della sua verità, può preparare allaccoglienza del Vangelo e spingere verso lunità dellumanità nella Chiesa di Cristo. 171. Che cosa significa laffermazione: «Fuori della Chiesa non cè salvezza»? Essa significa che ogni salvezza viene da CristoCapo per mezzo della Chiesa, che è il suo Corpo. Pertanto non possono essere salvati quanti, conoscendo la Chiesa come fondata da Cristo e necessaria alla salvezza, non vi entrassero e non vi perseverassero. Nello stesso tempo, grazie a Cristo e alla sua Chiesa, possono conseguire la salvezza eterna quanti, senza loro colpa, ignorano il Vangelo di Cristo e la sua Chiesa, ma cercano sinceramente Dio e, sotto linflusso della grazia, si sforzano di compiere la sua volontà conosciuta attraverso il dettame della coscienza. 97 172. Perché la Chiesa deve annunciare il Vangelo a tutto il mondo? Perché Cristo ha ordinato: «Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» (Mt 28,19). Questo mandato missionario del Signore ha la sua sorgente nellamore eterno di Dio, che ha inviato il suo Figlio e il suo Spirito perché «vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità» (1 Tm 2,4). 173. In che modo la Chiesa è missionaria? Guidata dallo Spirito Santo, la Chiesa continua nel corso della storia la missione di Cristo stesso. I cristiani pertanto devono annunciare a tutti la Buona Novella portata da Cristo, seguendo la sua strada, disposti anche al sacrificio di sé fino al martirio. 174. Perché la Chiesa è apostolica? La Chiesa è apostolica per la sua origine, essendo costruita sul «fondamento degli Apostoli» (Ef 2,20); per il suo insegnamento, che è quello stesso degli Apostoli; per la sua struttura, in quanto istruita, santificata e governata, fino al ritorno di Cristo, 98 dagli Apostoli, grazie ai loro successori, i Vescovi, in comunione col successore di Pietro. 175. In che cosa consiste la missione degli Apostoli? La parola Apostolo significa inviato. Gesù, lInviato del Padre, chiamò a sé dodici fra i suoi discepoli e li costituì come suoi Apostoli, facendo di loro i testimoni scelti della sua risurrezione e le fondamenta della sua Chiesa. Diede loro il mandato di continuare la sua missione, dicendo: «Come il Padre ha mandato me, anchio mando voi» (Gv 20,21), e promettendo di essere con loro sino alla fine del mondo. 176. Che cosè la successione apostolica? La successione apostolica è la trasmissione, mediante il Sacramento dellOrdine, della missione e della potestà degli Apostoli ai loro successori, i Vescovi. Grazie a questa trasmissione, la Chiesa rimane in comunione di fede e di vita con la sua origine, mentre lungo i secoli ordina, per la diffusione del Regno di Cristo sulla terra, tutto il suo apostolato. 99 I fedeli: gerarchia, laici, vita consacrata 177. Chi sono i fedeli? I fedeli sono coloro che, incorporati a Cristo mediante il Battesimo, sono costituiti membri del popolo di Dio. Resi partecipi, secondo la propria condizione, della funzione sacerdotale, profetica e regale di Cristo, sono chiamati ad attuare la missione affidata da Dio alla Chiesa. Tra loro sussiste una vera uguaglianza nella loro dignità di figli di Dio. 178. Comè formato il popolo di Dio? Nella Chiesa, per istituzione divina, vi sono i ministri sacri che hanno ricevuto il Sacramento dellOrdine e formano la gerarchia della Chiesa. Gli altri sono chiamati laici. Dagli uni e dagli altri provengono fedeli, che si consacrano in modo speciale a Dio con la professione dei consigli evangelici: castità nel celibato, povertà e obbedienza. 179. Perché Cristo ha istituito la gerarchia ecclesiastica? Cristo ha istituito la gerarchia ecclesiastica con la missione di pascere il popolo di Dio nel suo nome, 100 e per questo le ha dato autorità. Essa è formata dai ministri sacri: Vescovi, presbiteri, diaconi. Grazie al Sacramento dellOrdine, i Vescovi e i presbiteri agiscono, nellesercizio del loro ministero, in nome e in persona di Cristo capo; i diaconi servono il popolo di Dio nella diaconia (servizio) della parola, della liturgia, della carità. 180. Come si attua la dimensione collegiale del ministero ecclesiale? Sullesempio dei dodici Apostoli, scelti e inviati insieme da Cristo, lunione dei membri della gerarchia ecclesiastica è al servizio della comunione di tutti i fedeli. Ogni Vescovo esercita il suo ministero, come membro del collegio episcopale, in comunione col Papa, diventando partecipe con lui della sollecitudine per la Chiesa universale. 1 sacerdoti esercitano il loro ministero nel presbiterio della Chiesa particolare, in comunione con il proprio Vescovo e sotto la sua guida. 181. Perché il ministero ecclesiale ha anche un carattere personale? Il ministero ecclesiale ha anche un carattere personale, in quanto, in virtù del Sacramento dellOrdine, 101 ciascuno è responsabile davanti a Cristo, che lo ha chiamato personalmente, conferendogli la missione. 182. Qual è la missione del Papa? Il Papa, Vescovo di Roma e successore di san Pietro, è il perpetuo e visibile principio e fondamento dellunità della Chiesa. È il vicario di Cristo, capo del collegio dei Vescovi e pastore di tutta la Chiesa, sulla quale ha, per divina istituzione, potestà piena, suprema, immediata e universale. 183. Qual è il compito del collegio dei Vescovi? Il collegio dei Vescovi, in comunione con il Papa e mai senza di lui, esercita anchesso sulla Chiesa la suprema e piena potestà. 184. Come i Vescovi attuano la loro missione di insegnare? I Vescovi, in comunione con il Papa, hanno il dovere di annunziare a tutti fedelmente e con autorità il Vangelo, quali testimoni autentici della fede apostolica, rivestiti dellautorità di Cristo. Mediante il senso soprannaturale della fede, il Popolo di Dio aderisce indefettibilmente alla fede, sotto la guida del Magistero vivente della Chiesa. 102 185. Quando si Magistero? attua linfallibilità del Linfallibilità si attua quando il Romano Pontefice, in virtù della sua autorità di supremo Pastore della Chiesa, o il Collegio dei Vescovi in comunione con il Papa, soprattutto riunito in un Concilio Ecumenico, proclamano con atto definitivo una dottrina riguardante la fede o la morale, e anche quando il Papa e i Vescovi, nel loro ordinario Magistero, concordano nel proporre una dottrina come definitiva. A tali insegnamenti ogni fedele deve aderire con lossequio della fede. 186. Come i Vescovi esercitano il ministero di santificare? I Vescovi santificano la Chiesa dispensando la grazia di Cristo con il ministero della parola e dei sacramenti, in particolare dellEucaristia, e anche con la loro preghiera, il loro esempio e il loro lavoro. 187. Come i Vescovi esercitano la funzione di governare? Ogni Vescovo, in quanto membro del collegio episcopale, porta collegialmente la sollecitudine per 103 tutte le Chiese particolari e per tutta la Chiesa insieme con gli altri Vescovi uniti al Papa. Il Vescovo, cui viene affidata una Chiesa particolare, la governa con lautorità della sacra Potestà propria, ordinaria e immediata, esercitata nel nome di Cristo, buon Pastore, in comunione con tutta la Chiesa e sotto la guida del successore di Pietro. 188. Qual è la vocazione dei fedeli laici? I fedeli laici hanno come vocazione propria quella di cercare il Regno di Dio, illuminando e ordinando le realtà temporali secondo Dio. Attuano così la chiamata alla santità e allapostolato, rivolta a tutti i battezzati. 189. Come partecipano i fedeli laici allufficio sacerdotale di Cristo? Essi vi partecipano nelloffrire quale sacrificio spirituale «gradito a Dio per mezzo di Gesù Cristo» (1 Pt 2,5), soprattutto nellEucaristia la propria vita con tutte le opere, le preghiere e le iniziative apostoliche, la vita familiare e il lavoro giornaliero, le molestie della vita sopportate con pazienza e il sollievo corporale e spirituale. Così, anche i laici, dedicati a Cristo e consacrati dallo Spirito Santo, offrono a Dio il mondo stesso. 104 190. Come partecipano al suo ufficio profetico? Vi partecipano accogliendo sempre più nella fede la Parola di Cristo e annunciandola al mondo con la testimonianza della vita e con la parola, lazione evangelizzatrice e la catechesi. Questazione evangelizzatrice acquista una particolare efficacia dal fatto che viene compiuta nelle comuni condizioni del secolo. 191. Come partecipano al suo ufficio regale? I laici partecipano alla funzione regale di Cristo, avendo da lui ricevuto il potere di vincere in se stessi e nel mondo il peccato, con labnegazione di sé e la santità della loro vita. Esercitano vari ministeri a servizio della comunità e impregnano di valore morale le attività temporali delluomo e le istituzioni della società. 192. Che cosè la vita consacrata? È uno stato di vita riconosciuto dalla Chiesa. È una risposta libera a una chiamata particolare di Cristo, con la quale i consacrati si dedicano totalmente a Dio e tendono verso la perfezione della carità sotto la mozione dello Spirito Santo. Tale consacrazione si caratterizza per la pratica dei consigli evangelici. 105 193. Che cosa offre la vita consacrata alla missione della Chiesa? La vita consacrata partecipa alla missione della Chiesa mediante una piena dedizione a Cristo e ai fratelli, testimoniando la speranza del Regno celeste. Credo la comunione dei santi 194. Che cosa significa lespressione comunione dei santi? Tale espressione indica anzitutto la comune partecipazione di tutti i membri della Chiesa alle cose sante (sancta): la fede, i Sacramenti, in particolare lEucaristia, i carismi e gli altri doni spirituali. Alla radice della comunione cè la carità che «non cerca il proprio interesse» (1 Cor 13,5), ma spinge il fedele «a mettere tutto in comune» (A t 4,32), anche i propri beni materiali a servizio dei più poveri. 195. Che cosa significa ancora lespressione comunione dei santi? Tale espressione designa anche la comunione tra le persone sante (sancti), e cioè tra quanti per la gra106 zia sono uniti a Cristo morto e risorto. Alcuni sono pellegrini sulla terra; altri, passati da questa vita, stanno purificandosi, aiutati anche dalle nostre preghiere; altri, infine, godono già della gloria di Dio e intercedono per noi. Tutti insieme formano in Cristo una sola famiglia, la Chiesa, a lode e gloria della Trinità. Maria Madre di Cristo, Madre della Chiesa 196. In che senso la beata Vergine Maria è Madre della Chiesa? La beata Vergine Maria è Madre della Chiesa nellordine della grazia perché ha dato alla luce Gesù, il Figlio di Dio, Capo del corpo che è la Chiesa. Gesù, morente in Croce, lha indicata come madre al discepolo con queste parole: «Ecco la tua madre» (Gv 19,27). 197. Come la Vergine Maria aiuta la Chiesa? Dopo lascensione del suo Figlio, la Vergine Maria aiuta, con le sue preghiere, le primizie della Chiesa. Anche dopo la sua assunzione in cielo, ella continua a intercedere per i suoi figli, ad essere per tutti un modello di fede e di carità e ad esercitare su di loro 107 un influsso salutare, che sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo. 1 fedeli vedono in lei unimmagine e un anticipo della risurrezione che li attende, e la invocano come avvocata, ausiliatrice, soccorritrice, mediatrice. 198. Che tipo di culto si rivolge alla santa Vergine? È un culto singolare, ma differisce essenzialmente dal culto di adorazione, prestato soltanto alla Santissima Trinità. Tale culto di speciale venerazione trova particolare espressione nelle feste liturgiche dedicate alla Madre di Dio e nella preghiera mariana, come il santo Rosario, compendio di tutto il Vangelo. 199. In che modo la beata Vergine Maria è licona escatologica della Chiesa? Guardando a Maria, tutta santa e già glorificata in corpo e anima, la Chiesa contempla in lei ciò che essa stessa è chiamata ad essere sulla terra e quello che sarà nella patria celeste. 108 «CREDO LA REMISSIONE DEI PECCATI» 200. Come si rimettono i peccati? Il primo e principale sacramento per il perdono dei peccati è il Battesimo. Per i peccati commessi dopo il Battesimo, Cristo ha istituito il Sacramento della Riconciliazione o Penitenza, per mezzo del quale il battezzato è riconciliato con Dio e con la Chiesa. 201. Perché la Chiesa ha il potere di perdonare i peccati? La Chiesa ha la missione e il potere di perdonare i peccati, perché Cristo stesso glielo ha conferito: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete resteranno non rimessi» (Gv 20,22-23). «CREDO LA RISURREZIONE DELLA CARNE» 202. Che cosa si indica con il termine carne, e qual è la sua importanza? Il termine carne designa luomo nella sua condizione di debolezza e di mortalità. «La carne è il cardi109 ne della salvezza» (Tertulliano). Infatti, noi crediamo in Dio creatore della carne; crediamo nel Verbo fatto carne per riscattare la carne; crediamo nella risurrezione della carne, compimento della creazione e della redenzione della carne. 203. Che cosa significa «risurrezione della carne»? Significa che lo stato definitivo delluomo non sarà soltanto lanima spirituale separata dal corpo, ma che anche i nostri corpi mortali un giorno riprenderanno vita. 204. Qual è il rapporto tra la Risurrezione di Cristo e la nostra? Come Cristo è veramente risorto dai morti e vive per sempre, così egli stesso risusciterà tutti nellultimo giorno, con un corpo incorruttibile: «quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna» (Gv 5,29). 205. Con la morte, che cosa succede al nostro corpo e alla nostra anima? Con la morte, separazione dellanima e del corpo, il 110 corpo cade nella corruzione, mentre lanima, che è immortale, va incontro al giudizio di Dio e attende di ricongiungersi al corpo quando, al ritorno del Signore, risorgerà trasformato. Comprendere come avverrà la risurrezione supera le possibilità della nostra immaginazione e del nostro intelletto. 206. Che cosa significa morire in Cristo Gesù? Significa morire in grazia di Dio, senza peccato mortale. Il credente in Cristo, seguendo il suo esempio, può così trasformare la propria morte in un atto di obbedienza e di amore verso il Padre. «Certa è questa parola: se moriamo con lui, vivremo anche con lui» (2 Tm 2,11). «CREDO LA VITA ETERNA» 207. Che cosè la vita eterna? La vita eterna è quella che inizierà subito dopo la morte. Essa non avrà fine. Sarà preceduta per ognuno da un giudizio particolare ad opera di Cristo, giudice dei vivi e dei morti, e sarà sancita dal giudizio finale. 111 208. Che cosè il giudizio particolare? È il giudizio di retribuzione immediata, che ciascuno, fin dalla sua morte, riceve da Dio nella sua anima immortale, in rapporto alla sua fede e alle sue opere. Tale retribuzione consiste nellaccesso alla beatitudine del cielo, immediatamente o dopo unadeguata purificazione, oppure alla dannazione eterna nellinferno. 209. Che cosa sintende per «cielo»? Per «cielo» sintende lo stato di felicità suprema e definitiva. Quelli che muoiono nella grazia di Dio e non hanno bisogno di ulteriore purificazione sono riuniti attorno a Gesù e a Maria, agli Angeli e ai Santi. Formano così la Chiesa del cielo, dove essi vedono Dio «a faccia a faccia» (1 Cor 13,12), vivono in comunione damore con la Santissima Trinità e intercedono per noi. «La vita, nella sua stessa realtà e verità, è il Padre, che, attraverso il Figlio nello Spirito Santo, riversa come fonte su tutti noi i suoi doni celesti. E per la sua bontà promette veramente anche a noi uomini i beni divini della vita eterna» (san Cirillo di Gerusalemme). 112 210. Che cosè il purgatorio? Il purgatorio è lo stato di quanti muoiono nellamicizia di Dio, ma, benché sicuri della loro salvezza eterna, hanno ancora bisogno di purificazione, per entrare nella beatitudine celeste. 211. Come possiamo aiutare la purificazione delle anime del purgatorio? In virtù della comunione dei santi, i fedeli ancora pellegrini sulla terra possono aiutare le anime del purgatorio offrendo per loro preghiere di suffragio, in particolare il Sacrificio eucaristico, ma anche elemosine, indulgenze e opere di penitenza. 212. In che cosa consiste linferno? Consiste nella dannazione eterna di quanti muoiono per libera scelta in peccato mortale. La pena principale dellinferno sta nella separazione eterna da Dio, nel quale unicamente luomo ha la vita e la felicità, per le quali è stato creato e alle quali aspira. Cristo esprime questa realtà con le parole: «Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno» (Mt 25,41). 113 213. Come si concilia lesistenza dellinferno con linfinita bontà di Dio? Dio, pur volendo «che tutti abbiano modo di pentirsi» (2 Pt 3,9), tuttavia, avendo creato luomo libero e responsabile, rispetta le sue decisioni. Pertanto, è luomo stesso che, in piena autonomia, si esclude volontariamente dalla comunione con Dio se, fino al momento della propria morte, persiste nel peccato mortale, rifiutando lamore misericordioso di Dio. 214. In che cosa consisterà il giudizio finale? Il giudizio finale (universale) consisterà nella sentenza di vita beata o di condanna eterna, che il Signore Gesù, ritornando quale giudice dei vivi e dei morti, emetterà a riguardo «dei giusti e degli ingiusti» (At 24,15), riuniti tutti insieme davanti a lui. A seguito di tale giudizio finale, il corpo risuscitato parteciperà alla retribuzione che lanima ha avuto nel giudizio particolare. 215. Quando avverrà questo giudizio? Questo giudizio avverrà alla fine del mondo, di cui solo Dio conosce il giorno e lora. 114 216. Che cosè la speranza dei cieli nuovi e della terra nuova? Dopo il giudizio finale, lo stesso universo, liberato dalla schiavitù della corruzione, parteciperà alla gloria di Cristo con linaugurazione dei «nuovi cieli» e di una «terra nuova» (2 Pt 3,13). Sarà così raggiunta la pienezza del Regno di Dio, ossia la realizzazione definitiva del disegno salvifico di Dio di «ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra» (Ef 1, 10). Dio allora sarà «tutto in tutti» (1 Cor 15,28), nella vita eterna. «Amen» 217. Che cosa significa lAmen, che conclude la nostra professione di fede? La parola ebraica Amen, che conclude anche lultimo libro della Sacra Scrittura, alcune preghiere del Nuovo Testamento e quelle liturgiche della Chiesa, significa il nostro «sì» fiducioso e totale a quanto abbiamo professato di credere, fidandoci totalmente di colui che è l«Amen» (Ap 3,14) definitivo: Cristo Signore. 115 Spirito Santo, ospite dolcissimo dei cuori, svela a noi il senso profondo del Grande Giubileo e disponi il nostro animo a celebrarlo con fede, nella speranza che non delude, nella carità che non attende contraccambio. Spirito di verità, che scruti le profondità di Dio, memoria e profezia della Chiesa, conduci lumanità a riconoscere in Gesù di Nazareth il Signore della gloria, il Salvatore del mondo, il supremo compimento della storia. Vieni, Spirito di amore e di pace! Spirito creatore, arcano artefice del Regno, con la forza dei tuoi santi doni guida la Chiesa a varcare con coraggio la soglia del nuovo millennio, per portare alle generazioni che verranno la luce della Parola che salva. Spirito di santità, soffio divino che muove il cosmo, vieni e rinnova il volto della terra. Suscita nei cristiani il desiderio dellunità piena, 116 per essere efficacemente nel mondo segno e strumento dellintima unione con Dio e dellunità di tutto il genere umano. Vieni, Spirito di amore e di pace! Spirito di comunione, anima e sostegno della Chiesa, fa che la ricchezza di carismi e ministeri contribuisca allunità del Corpo di Cristo; fà che laici, consacrati e ministri ordinati concorrano insieme ad edificare lunico Regno di Dio Spirito di consolazione, sorgente inesauribile di gioia e di pace, suscita solidarietà verso chi è nel bisogno, provvedi agli infermi il necessario conforto, infondi in chi è provato fiducia e speranza, ravvia in tutti l'impegno per un futuro migliore. Vieni, Spirito di amore e di pace! Spirito di sapienza, che tocchi le menti e i cuori, orienta il cammino della scienza e della tecnica 117 al servizio della vita, della giustizia, della pace. Rendi fecondo il dialogo con chi appartiene ad altre religioni, fa che le diverse culture si aprano ai valori del Vangelo. Vieni, Spirito di amore e di pace! Spirito di vita, per la cui opera il Verbo si è fatto carne nel seno della Vergine, donna del silenzio e dell'ascolto, rendici docili ai suggerimenti del tuo amore, e pronti sempre ad accogliere il segno dei tempi che Tu poni sulle vie della storia. Vieni, Spirito di amore e di pace! A te Spirito damore, con i Padre onnipotente e il Figlio unigenito, sia lode, onore e gloria nei secoli senza fine. Amen. 118 Egli è il capo del corpo, che è la Chiesa; è il principio di tutto, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose. Col 1,18 Piacque a Dio di far abitare in lui ogni pienezza, per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificare con il sangue della sua croce, gli esseri della terra e quelli del cielo. Col 1,19 Finito di stampare il 20 ottobre 2006 per i tipi della PrimeGraf 00177 Roma - Via Ugo Niutta, 2/A Tel. 06.24.28.207 Fax 06.24.11.356 e-mail: [email protected]