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DIAGNOSI ENERGETICA PRELIMINARE EDIFICIO SCOLASTICO
Progetto “Educarsi al Futuro” A.S. 2010-2011 DIAGNOSI ENERGETICA PRELIMINARE EDIFICIO SCOLASTICO ISIS “GRAMSCI-KEYNES” CLASSE 3AS SCOPO DELL’INDAGINE Lo scopo del presente lavoro è stato quello di svolgere una indagine sui consumi energetici dell’edificio scolastico che ospita il nostro istituto. Le motivazioni che ci hanno spinto a realizzarla sono riassumibili in tre punti: •lo scarso comfort termico percepito dagli utenti, soprattutto in inverno ed in estate; •il desiderio di sperimentare una metodologia di valutazione delle prestazioni energetiche degli edifici attraverso i consumi reali, come scuola tecnica che si occupa di costruzioni e territorio; •la volontà di esaminare un caso concreto di edilizia scolastica e di gestione dei consumi per poter individuare le criticità e, in un successivo momento, le strategie e gli interventi più opportuni per ridurre concretamente gli sprechi energetici. STATO ATTUALE DELL’EDIFICIO STRUTTURA L’edificio che ospita l’ISIS “Gramsci- Keynes” è costituito di quattro corpi di fabbrica: • due che ospitano le aule; • un corpo centrale in cui si trovano la portineria, gli uffici, l’aula magna e l’aula docenti; • un corpo laterale che ospita: la palestra, l’auditorium, una biblioteca multimediale, una sala per l’attrezzistica e la mensa. Tale corpo risulta fisicamente disgiunto dagli altri ed è collegato al corpo centrale da una passerella aerea che collega i rispettivi primi piani. Il corpo centrale ed uno dei due corpi di fabbrica che contiene le aule sono stati completati nel 1988, mentre il blocco palestra-auditoriummensa ed il secondo blocco aule sono stati ultimati undici anni dopo, nel 1999. La struttura portante dell’edificio è in cemento armato con tamponamento in muratura e rivestimento esterno in lastre di cemento e argilla espansa. Non è stato possibile rilevare la stratigrafia delle pareti e, di conseguenza, la presenza di isolamento termico nella muratura. Il tetto è piano nei due corpi aule, salvo per la zona centrale che copre i corridoi del secondo piano dove si trova un lucernario in vetro e cemento che consente di sfruttare la luce naturale per l’illuminazione. Nel corpo centrale la copertura è piana, mentre nel corpo palestraauditorium-mensa una parte del tetto, che sovrasta la palestra con attrezzistica, è costituita da una cupola in cemento e vetro con la funzione di lucernario ESPOSIZIONE E SERRAMENTI Il complesso di edifici è posto lungo la strada declassata che conduce da Prato a Pistoia, nel quartiere San Giusto. L’esposizione prevalente dei blocchi è Nord-Est Sud-Ovest. I blocchi-aule si sviluppano per tre piani fuori terra, hanno entrambi una lunghezza di circa 64 m ed una larghezza di circa 22 m, sono paralleli tra loro, e separati da una zona a verde della stessa larghezza. Il blocco aule rivolto verso la tangenziale ospita 30 classi (5 al piano terreno, 13 al primo piano e 12 al secondo). Le restanti aule sono adibite a laboratori, aule informatica e locali di deposito, situati prevalentemente al piano terreno. Sono rivolte a NE 17 aule in tutto, tra piano terra, primo e secondo piano, mentre le restanti 13 a SO. L’altro edificio omologo ospita 23 classi (10 al primo e 13 al secondo piano) oltre a 13 aule con destinazione diversa, 9 delle quali occupano completamente il piano terreno. Sono rivolte a NE 14 aule mentre le restanti a SO. Nel blocco centrale gli uffici al piano terreno hanno esposizione E, l’aula docenti e invece rivolta a NE . Al secondo piano tre uffici sono rivolti ad E, due ad O e tre a NE e l’aula magna ha doppia esposizione SE-SO. Le finestre sono ampie, ed attraversano per tutta la loro lunghezza le pareti rivolte verso l’esterno dei locali utilizzabili. Hanno vetri doppi ed infissi scorrevoli in metallo. L’unica forma di riparo dalla luce esterna, quando è eccessiva, è costituita da tende grigie, peraltro presenti solo nelle aule dove maggiore è l’insolazione. IMPIANTI L’impianto termico, alimentato a metano, risulta suddiviso in due parti: due caldaie alimentano il corpo centrale ed i blocchi aule, mentre una terza caldaia provvede al riscaldamento del blocco palestra- auditoriummensa. La contabilizzazione dei consumi avviene con letture periodiche distinte tra mensa scolastica (solo mensa) e tutto il resto dell’edificio. Le due caldaie che servono i corpi aule ed il corpo centrale hanno una tecnologia standard, e sono entrambi di marca Ferroli: una modello PREX 400 con una potenza al focolare di 516 kW, l’altra modello PREX 470 e una potenza al focolare di 568 kW. Non è stato possibile avere i dati della terza caldaia che serve il complesso palestra- auditorium-mensa. Il riscaldamento dei locali è assicurato in gran parte da radiatori, salvo in auditorium ed in palestra dove sono presenti aerotermi. L’impianto fornisce anche acqua calda sanitaria. Negli uffici la climatizzazione invernale ed estiva è supportata anche da pompe di calore con split, mentre nelle aule sono stati installati dal 2008 due ventilatori per aula in tutti i piani. L’impianto funziona con intermittenza di esercizio, secondo quanto stabilito dalla normativa vigente, per 12 ore giornaliere come per tutte le località che come Prato ricadono nella zona climatica D, e con accensione dal 1 Novembre al 15 Aprile (durata della stagione di riscaldamento). La temperatura ambiente è fissata ai valori di legge (20° con tolleranza di ± 2°) e non può essere in alcun modo variata non essendo presenti sistemi di regolazione nei diversi locali utilizzati. L’impianto elettrico risulta a norma secondo le disposizioni della legge 46/90 ( sostituita dal D.M. 37/2008). COMFORT PERCEPITO DAGLI UTENTI Il comfort termico fornito dall’edificio risulta piuttosto basso in quanto l’esposizione delle aule e la totale mancanza di possibilità di regolazione dei caloriferi creano sovente situazioni di disagio. Per quanto riguarda le aule si rileva quanto segue: • le aule che si trovano al secondo (e ultimo) piano soffrono, nei periodi più freddi, un disagio termico determinato dall’ampia superficie esposta, che risulta particolarmente grave in quelle rivolte a NO . Le stesse aule nel periodo estivo si surriscaldano in maniera insopportabile; • una situazione simile, sebbene più mitigata, si registra anche nelle aule al primo piano e negli uffici; • quando l’andamento stagionale determina temperature più alte rispetto alla media, in tutti i locali, non potendo regolare né escludere il riscaldamento, si è costretti a tenere le finestre aperte. METODOLOGIA CALCOLO DELL’ EPGL Il nostro scopo è quello di determinare il fabbisogno di energia primaria per valutare, poi, l’indice di prestazione energetica (Ep) dell’edificio, partendo dai dati reali di consumo e confrontarli con gli standard ritenuti accettabili secondo la normativa vigente (classe energetica C). Per realizzare il percorso abbiamo avuto il supporto tecnico di esperti ENEA che in due seminari ci hanno introdotto i temi relativi ai consumi energetici nazionali, alle fonti rinnovabili, ed alla certificazione energetica degli edifici. Riteniamo utile procedere preliminarmente ad una breve introduzione sulla valutazione delle prestazioni energetiche degli edifici. La prestazione energetica complessiva di un edificio è espressa attraverso l’indice di prestazione energetica globale Epgl dato dall’equazione: Epgl = Epi + Epe+ Epacs+ Epill Dove: Epi Epe Epacs Epill indice di prestazione per la climatizzazione invernale; indice di prestazione per la climatizzazione estiva; indice di prestazione per la produzione di acqua calda sanitaria; indice di prestazione per l’illuminazione. Nel caso di edifici residenziali tutti gli indici sono espressi in KWh/m2 anno. Nel caso di altri edifici ( residenze collettive, terziario, industria) tutti gli indici sono espressi in KWh/m3 anno. L’ individuazione dell’ Epgl di un edificio consente di attribuirgli la classe energetica di appartenenza, ovvero di individuare se esso rientra in standard di consumo accettabili o se viceversa necessiti di interventi più o meno consistenti per ridurre i consumi. Il sistema di classificazione nazionale è definito sulla base dei limiti massimi ammissibili in vigore a partire dal 1° gennaio 2010, poi parametrato sul rapporto di forma (S/V), infine sulla zona climatica di appartenenza, nell’ottica di garantire classi omogenee per edifici di diversa tipologia. Per la classificazione della prestazione relativa al servizio di climatizzazione invernale, è stato posto il requisito minimo fissato a partire dal 2010 quale limite di separazione tra le classi C e D. Ai fini della certificazione energetica dell’edificio, comunque, si considerano, nelle attuali Linee guida nazionali, solamente gli indici di prestazione di energia primaria per la climatizzazione invernale e per la preparazione di acqua calda sanitaria, in quanto gli atti successivi di integrazione al presente provvedimento, riferiti alla climatizzazione estiva e all’illuminazione non sono state ancora emanati . Quindi: Epgl= Epi + Epacs NORMATIVA DI RIFERIMENTO Legge 10/1991 “Norme per l’attuazione del piano energetico nazionale in materia di uso razionale dell’energia, di risparmio energetico e di sviluppo di fonti rinnovabili di energia” cui sono seguiti i DPR 412/1993 e DPR 551/1999; Direttiva 2002/91/CE “Rendimento energetico in edilizia”; DL 192/2005 che recepisce la Direttiva precedente, integrato da DL 311/2006 e dal DL 115/2008; DPR 59/09 “Regolamento di attuazione del art. 4 , comma1, lettere a) e b) del DL192/2005” (Metodologie di calcolo); Decreto 26 giugno 2009 “Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli Edifici” In particolare il DPR 59/09 ha stabilito che, entro tempi indicati, ed in base alle norme precedenti, tutti i nuovi edifici debbano essere corredati di un attestato di certificazione energetica che il costruttore deve presentare contestualmente alla dichiarazione di fine lavori al quale è subordinata l’accettazione da parte dei Comuni della dichiarazione di fine lavori stessa. Stabilisce inoltre che gli edifici privati esistenti, a partire dal 1 luglio 2009, in caso di trasferimento a titolo oneroso, debbano essere corredati dell’attestato di qualificazione energetica. A partire dal 1 gennaio 2007, l’attestato di qualificazione energetica dell’edificio interessato è necessario per accedere agli incentivi e alle agevolazioni di qualsiasi natura volti al miglioramento delle prestazioni energetiche, dell’unità immobiliare, dell’edificio o degli impianti. Stabilisce infine che a partire dal 1 luglio 2007 tutti i contratti, nuovi o rinnovati, relativi alla gestione degli impianti termici o di climatizzazione degli edifici pubblici, devono prevedere l’attestato di certificazione energetica dell’edificio o della unità immobiliare interessati, con predisposizione ed esposizione al pubblico della targa energetica. MEDODOLOGIE PREVISTE DALLA NORMATIVA VIGENTE Sulla base delle finalità, dell’esperienza e delle opportunità offerte dalla certificazione energetica possono essere usate diverse metodologie di riferimento per la determinazione della prestazione energetica degli edifici, differenti per utilizzo e complessità. “Metodo calcolato di progetto”, che prevede la valutazione della prestazione energetica a partire dai dati di ingresso del progetto energetico dell’edificio, come costruito, e dei sistemi impiantistici a servizio dell’edificio come realizzati. Questo metodo è di riferimento per gli edifici di nuova costruzione e per quelli completamente ristrutturati. “Metodo di calcolo da rilievo sull’edificio o standard”, che prevede la valutazione della prestazione energetica a partire dai dati di ingresso ricavati da indagini svolte sull’edifico esistente. In questo caso le modalità di approccio possono essere: • mediante procedure di rilievo, anche strumentali, sull’edificio e/o sui dispositivi impiantistici effettuate secondo le normative tecniche di riferimento; • per analogia costruttiva con altri edifici e sistemi impiantistici; • sulla base dei principali dati climatici, tipologici, geometrici ed impiantistici. Il calcolo dell’ Epgl è materia molto complessa e presuppone la conoscenza dei seguenti parametri: • dati climatici delle località; • coefficienti di dispersione termica per trasmissione e ventilazione dell’edificio; • temperature interne previste; • caratteristiche solari dell’edificio (orientamento, dimensioni e tipo dei componenti vetrati); • apporti energetici interni; • caratteristiche degli impianti termici (e dei loro sottosistemi di produzione, distribuzione, regolazione ed emissione); • caratteristiche degli impianti elettrici. Allo stato attuale l’applicazione della normativa sulla certificazione in Italia ha evidenziato una serie di problemi, che hanno condotto, in alcune Regioni, a risultati con errori di valutazione superiori al 100%. L’errore di valutazione conduce ad una classificazione energetica che non ha corrispondenza con i dati di consumo reali, con grave danno per gli utenti. A detta degli esperti tali errori non derivano dalla mancanza di una metodologia universalmente accettata, ma piuttosto da tentativi di semplificazione dei calcoli, realizzati anche attraverso software improvvisati, appoggiati da normative regionali apparentemente finalizzate alla riduzione degli oneri per gli utenti. METODOLOGIA ADOTTATA La normativa europea di riferimento( D.2002/91/CE) prevede anche la possibilità di effettuare la valutazione delle prestazioni energetiche degli edifici attraverso i consumi di combustibile in condizioni operative. Tale tipo di metodologia risulta particolarmente efficace nel caso in cui si voglia valutare l’urgenza di interventi di riqualificazione energetica degli edifici, procedendo ad una loro classificazione preliminare rapida e priva di costi. Questo era il nostro scopo, adeguato anche alle competenze degli allievi, e pertanto abbiamo scelto di adottare tale metodologia. DIAGNOSI ENERGETICA DELL’EDIFICIO ANALISI DEI CONSUMI ENERGETICI Sono stati raccolti, attraverso le bollette, i dati sui consumi di combustibile per riscaldamento e di energia elettrica del triennio 2008-2010, che ci sono stati gentilmente forniti dalla Provincia di Prato. I dati sono quelli di tutti i corpi di fabbrica, mensa compresa. Di seguito sono esposti in tabella ed espressi con indici diversi. I m3 di metano consumati sono stati convertiti nei corrispondenti MJ termici ed in kWh. MJ = m3 x PCS x C dove PCS = potere calorifico superiore C = coefficiente di correzione 1 kWh = 3,6 MJ I consumi elettrici sono stati tradotti in tabella nella corrispondente quantità di energia primaria richiesta utilizzando l’indice previsto dalla normativa vigente (fpel =2,21782). Periodo di riferimento Consumo di metano Consumo elettrico m3 MJ kWh kWhe kWh Ep Anno 2008 95.018 3.827.927,2 1.063.313,1 375.787 833.427,9 Anno 2009 133.024 5.359.089,7 1.488.636 311.233 690.258,8 Anno 2010 65.052 2.620.706,8 727.974,1 361.088 800.828,2 Consumi medi triennio 97.770 3.935.907,9 1.093.307,7 349.370 774.838,3 I consumi medi annui di metano corrispondono a 94 tep (tonnellate equivalenti di petrolio) mentre i consumi medi annui di energia elettrica risultano pari a 66,5 tep. In totale dunque 160,5 tep. Osservazioni Una prima osservazione sui dati raccolti evidenzia un andamento anomalo dei consumi di metano nel triennio. Il picco di consumi dell’anno 2009, così come i consumi particolarmente bassi del 2010, non possono giustificarsi con il diverso andamento climatico degli anni in esame. In primo luogo perchè non ci sono state differenze così significative, ed inoltre la regolazione fissa dell’orario di riscaldamento non avrebbe potuto determinare tale divario. Inoltre, se le cause fossero state di tipo climatico i consumi elettrici avrebbero dovuto avere un andamento simile (ad esempio per maggiori consumi determinati dal funzionamento di pompe di calore negli uffici), mentre è avvenuto l’esatto contrario. Pertanto appare evidente che ci sono stati grossolani errori nelle letture dei contatori nel 2009 che hanno determinato la necessità di compensare le letture nel 2010. DETERMINAZIONE PRELIMINARE DELL’EDIFICIO SCOLASTICO DELLA CLASSE ENERGETICA La classificazione preliminare è stata possibile attraverso l’uso di un software gratuito disponibile nella sezione Supporto/Utility del sito www.edilclima.it Il programma richiede i dati climatici, il tipo di combustibile, il suo utilizzo (riscaldamento e acqua sanitaria) ed i corrispondenti consumi espressi in m3, i consumi elettrici, la superficie esterna dell’involucro, quella netta calpestabile ed il volume. Calcolo del volume e delle superfici dell’edificio Sono state calcolate: la superficie lorda esterna dell’edificio le superfici nette calpestabili il volume dell’insieme dei corpi di fabbrica 19.770 m2 13.540 m2 63.212 m3 Il calcolo delle superfici nette è stato effettuato attraverso il CAD partendo dalle piante esistenti, mentre le altezze sono state misurate, poiché non erano disponibili i prospetti dell’edificio. Risultati ll fabbisogno di Energia primaria accettabile, per edifici con la stessa destinazione ed analoghe caratteristiche, situati in zona climatica D , secondo il D.M. 26 giugno 2009, ovvero quello che consentirebbe all’edificio di essere inserito in classe C, è pari a 14,93 kWh/ m3. Il nostro edificio scolastico richiede invece 28,41 kWh/ m3, ovvero 1,9 volte il fabbisogno limite, risulta pertanto collocato in classe F. Occorre osservare peraltro che il programma tiene conto dell’acqua sanitaria ma l’acqua calda è fornita solo da un limitato numero di punti di erogazione. Se nel programma viene esclusa, l’edificio risulta collocato in classe G. In base a tali risultati si può affermare che una diagnosi energetica completa è necessaria ed indispensabile, in quanto i tempi di ritorno di eventuali investimenti, volti alla riduzione dei consumi energetici, saranno certamente molto brevi. EMISSIONI CLIMALTERANTI E CARBON FOOTPRINT DELL’EDIFICIO SCOLASTICO Per emissioni climalteranti, si intendono l’insieme delle emissioni gassose, solide micronizzate o di vapore, che determinano una variazione dell’effetto serra. Oltre alla CO2 , contribuiscono in modo determinante all’effetto serra il metano, il protossido di azoto, il vapore acqueo e numerose altre sostanze meno presenti in atmosfera. Non tutte le emissioni determinano lo stesso “effetto serra”, è noto infatti che considerando pari ad 1 l’effetto determinato dalla CO2, il CH4, a parità di concentrazione, determina un effetto 21 volte superiore, mentre il N2O addirittura 310 volte superiore. I consumi energetici sostenuti in via diretta o indiretta dalla combustione di combustibili fossili, determinano immancabilmente la emissione di quantità variabili di sostanze climalteranti. Per determinare le emissioni climalteranti prodotte dai consumi energetici, occorre moltiplicare i consumi di combustibile e di energia elettrica per i fattori di emissione, determinati secondo procedure standardizzate da organismi internazionali. I fattori di emissione che abbiamo utilizzato convertono tutte le emissioni climalteranti prodotte dalle combustioni in tonnellate di CO2 equivalenti, convertono cioè tutti i gas prodotti nella quantità di CO2 che produce lo stesso effetto. Abbiamo utilizzato i fattori di conversione ALC ( fonte: Tecnical annex Covenant of Mayor documents ), che tengono conto dell’intero ciclo di vita del vettore energetico, ovvero, non solo delle emissioni della combustione finale, a anche di tutte le emissioni della catena di approvvigionamento. Tal dati, per l’energia elettrica, sono parametrati per l’Italia, in quanto tengono conto del diverso mix di approvvigionamento energetico dei singoli stati. Carbon footprint dell’edificio scolastico I consumi di energia elettrica corrispondono all’emissione di 247,35 tonnellate di CO2 equivalenti per anno (fattore di emissione 0,708 t CO2 eq/MWhe applicato all’energia elettrica consumata) In termini di emissioni climalteranti i consumi complessivi medi di gas dell’edificio scolastico corrispondono all’emissione di 259,11 tonnellate di CO2 equivalenti per anno (fattore di emissione 0,237 t CO2 eq/MWh). In totale 506,46 t CO2 equivalenti per anno. CONCLUSIONI L’indagine che abbiamo condotto ha evidenziato che i consumi per riscaldamento, acqua sanitaria, ed energia elettrica del nostro Istituto risultano molto alti sia in senso assoluto che in relazione ai limiti accettabili fissati dalla normativa nazionale, attualmente in vigore, in recepimento della Direttiva 2002/91CE del 16/12/2002. La classificazione energetica preliminare realizzata, colloca l’edificio scolastico in classe F, evidenziando non solo l’opportunità, ma anche la necessità inderogabile di attuare interventi di riqualificazione energetica dell’edificio che comporteranno oneri facilmente ammortizzabili in pochi anni, tenendo conto degli attuali costi della bolleta energetica. L’indagine non ha approfondito i fattori di criticità dei consumi, anche se appaiono evidenti alcuni elementi determinanti che meritano ulteriori approfondimenti: le caratteristiche dell’impianto di riscaldamento e la struttura dell’edificio principalmente, ma anche la gestione complessiva degli impianti (uso di dispositivi e comportamenti che consentano la riduzione dei consumi energetici). Ulteriori indagini si rendono pertanto necessarie per approfondire questi aspetti e poter procedere allo sviluppo di un concreto piano d’ intervento sull’edificio. Il prossimo obiettivo sarà quello di affrontare la realizzazione di un vero e proprio“attestato di qualificazione energetica”, utilizzando il metodo di calcolo da rilievo sull’edificio, che sarà confrontato con i risultati a cui siamo pervenuti, e lo sviluppo di proposte per la riqualificazione energetica dell’edificio. BIBLIOGRAFIA Riferimenti bibliografici “Certificazione energetica degli edifici” di D. Prisinzano – ENEA CCEI Sicilia “La Direttiva 2002/91/CE e la certificazione energetica” di F.Soma – Progetto 2000- Giugno 2010 n° 38 “Piano di azione per l’energia sostenibile - SEAP” Comune di Maranello- Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile di Modena Riferimenti Internet http://www.edilclima.it http://www.carbontrust.org.uk http://www.eumayors.eu/IMG/technical_annex_it.pdf PROGETTO “Educarsi al futuro” Docente referente: Marina Lisetti Docente consulente: Paola Rotondaro Classe : 3As – a.s. 2010-2011 Ringraziamenti Si ringraziano per la cortese ed essenziale collaborazione nella fase introduttiva del progetto il dott. Camillo Calvaresi ed il dott.Domenico Prisinzano del’ENEA