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Il medico non può farsi pubblicità
14 ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA Sabato 30 Aprile 2016 In Germania. Dove però le norme deontologiche non sono chiare e molti riescono a svicolarle Il medico non può farsi pubblicità Sul camice operatorio, il logo di una casa farmaceutica da Berlino ROBERTO GIARDINA N oi giornalisti non dovremmo fare pubblicità. Il collega Mughini, che non conosco personalmente, lo trovo divertente, è comparso in uno spot ed è stato buttato fuori dal nostro ordine. Mi sembra che tra i peccatori fosse il meno colpevole. La pubblicità occulta, soprattutto in tv, dilaga e non da ieri. Molti anni fa conobbi una regista che si lamentava perché stava per partire e compiere un sopralluogo lungo tutto il percorso del prossimo Giro d’Italia. Dove disporre le telecamere, e altri problemi tecnici. Perché non rinunci, commentai ingenuamente, ci saranno schiere di tuoi colleghi patiti del ciclismo che andrebbero al posto tuo. Non capisci, sospirò, mandano me proprio perché non sono patita. E non ho contatti. E mi spiegò: sapere in anticipo dove lei avrebbe posto le telecamere era un segreto prezioso per i pubblicitari. All’improvviso, mentre stanno per arrivare i girini, cento tifosi disposti lungo la strada aprono gli ombrelli, per la pioggia o per il sole, con un gigantesco marchio di questa o quell’azienda. Come vietarlo? E come vietare a un cronista di apparire in tv con una maglietta che riporta un logo famoso? Al limite potrebbe farlo se l’importo pubblicitario va all’emittente per cui lavora. In Germania sono severissimi. In tv i colleghi che scrivono libri non possono farsi pubblicità. Per fair play, neanche in altre emittenti. Non possono farsi pubblicità neppure gli avvocati, o i medici, con un’inserzione in un quotidiano, o con uno spot. E, ovvio, il divieto vale anche per le cliniche private. A parte i centri termali, sempre che non esagerino nel vantare le virtù taumaturgiche di fanghi e acque. Ma che dire se l’herr doktor che vi riceve nel suo studio indossa un camice bianco con il logo della Bayer o di un’altra casa di medicinali? Le serie tv dedi- Bernhard Meyer cate a medici e ospedali hanno sempre successo, Chicago hope, o Grey’s anatomy, per finire con il Doctor House. La tentazione di imitare i protagonisti è forte per dottori e specialisti. Il vicedirettore della più nota clinica di Monaco, il neurochirurgo Bernhard Meyer, è un divo, e si comporta come un eroe della tv. Va in giro con stivali da cowboy, giacche di cuoio BLUELINEA, SOCIETÀ DI SERVIZI SANITARI HA PIÙ DI 15 MILA CLIENTI In Francia, dentista a domicilio scaricabile dalle tasse per gli anziani da Parigi GIUSEPPE CORSENTINO I l dentista a casa. Per sistemare una carie, devitalizzare un dente, fare un’otturazione ma anche per cure più lunghe, prendere le impronte, preparare una protesi, controllarla periodicamente, fare dell’igiene dentale. Tutto a casa e a prezzo fisso secondo il tariffario dei medici odontoiatrici approvato dalla Santé, il servizio sanitario nazionale francese. Materiali e attrezzature, a cominciare dalla famosa poltrona del dentista, naturalmente si pagano a parte, non sono compresi nella Carte vitale, l’equivalente della nostra tessera sanitaria, ma superando i 150 euro si ha diritto a un credito d’imposta del 50% delle spese sostenute. Meno tasse e più dentiere, verrebbe da dire scherzando. Ma è così che Bluelinea, una piccola società di servizi sanitari nata una decina di anni fa dall’idea di due giovanotti, Alexis Westermann, laureato in economia ad Hec, la più importante Grande école francese di economia e finanza, e Laurent Levasseur, laurea in informatica alla Sorbona e una veloce carriera nel settore healthcare della multinazionale Bull, ha costruito il suo successo. Con l’idea di portare a casa dei pazienti più deboli, les personnes les plus vulnerables, cioè gli anziani (direttamente a casa loro o nelle case di riposo, les maisons de retraite) i servizi sanitari, anche quelli più complessi che richiedono attrezzature e materiali come, appunto, le cure odontoiatriche. Funziona così. Il giorno prima dell’appuntamento col medico, i tecnici di Blueli- nea portano al domicilio del paziente tutto quello che serve, poltrona, trapani, impianto radiologico, perfino un piccolo generatore elettrico oltre al materiale di consumo delle frese d’acciaio alle resine per gli impianti. Il giorno dopo arriva il medico, visita, interviene, fissa un altro appuntamento se necessario e, in questo caso, la logistica si ripete. Prima i tecnici con le attrezzature, il giorno dopo lo specialista. «Abbiamo più di 15 mila clienti» spiega Levasseur, uno dei due ex ragazzi fondatori di Bluelinea e ora amministratore delegato di una società con 7 milioni di euro di fatturato, in forte crescita (+40% l’anno scorso) e una capitalizzazione di borsa, al segmento Alternext (quello delle piccole e medie imprese) di oltre 20 milioni, «e sono tutti soddisfatti come dimostrano le 240 mila chiamate registrate l’anno scorso». «L’età media dei nostri pazienti è abbastanza alta, intorno agli 80 anni, ma è proprio questo il target della nostra azienda», aggiunge il secondo fondatore di Bluelinea, Westermann, ora presidente della società con l’incarico di seguire finanza e new business, vista la sua formazione economica. Ed è proprio sullo sviluppo dei nuovi progetti che Alexis si appassiona: dopo il dentista a domicilio (e scaricabile dalle tasse, come s’è visto), ora sta pensando all’oculista-oftalmologo (quale anziano, infatti, non ha problemi di vista) e a un modello di assistenza speciale per i malati di Alzheimer. Senza trascurare l’internazionalizzazione. Prossimo obiettivo la Germania. Con lo stesso modello di business e lo stesso pay-off: au service de la santé connectée. @pippocorsentino e camicie colorate. Fin qui, niente di male. E spesso appare in qualche trasmissione. La Bayerisches Fersehen, l’emittente bavarese, l’ha filmato mentre operava un paziente per un tumore al cervello. Mentre i colleghi intorno al tavolo operatorio indossavano i tradizionali camici verdi, Meyer esibiva una bandana rossa stile pirata dei Caraibi, e un camice con variopinti pesci tropicali. Tra le pinne e le code appariva il nome di una nota ditta farmaceutica. Come dire: «Questa operazione vi viene offerta in diretta da…». Che importa la forma della cuffia? Si è difeso il chirurgo, le uso sempre fuori ordinanza, e sono sterilizzate. Ma l’associazione regionale dei medici ha aperto un’inchiesta sul suo comportamento. E non si sa quale possa essere il verdetto perché mancano norme precise. Nessuno aveva previsto il compor- tamento del chirurgo cowboy per vietarlo. Inoltre, non ha ricevuto un onorario per la sua prestazione. E i prodotti farmaceutici indirettamente reclamizzati non sono usati in neurochirurgia. Invece è stato vietato a sua moglie dentista, deve essere un vizio di famiglia, apparire in tv in uno spot consigliando una marca di dentifricio. «Può consigliarlo in privato ai suoi clienti ma non a milioni di telespettatori, dice Alexander Peters, consigliere legale della camera dei medici di Monaco, ma oggi per la pubblicità di medicinali e di studi medici è tollerato molto di più che in passato». «Io non ho mai incassato un euro dalla pubblicità, insiste il doktor Meyer, anche se come consigliere ho collaborato allo studio di nuovi materiali per la neurochirurgia. Per le cuffie stravaganti è un problema di gusto, non di etica». In fondo, commenta con ironia la Süddeutsche Zeitug la sua bandana da pirata non era nera con teschio e tibie. © Riproduzione riservata E L’ANZIANO SI TROVA A CASA L’EX KGB Pensionato denuncia Putin: si dimetta, ci ha impoveriti DI MAICOL MERCURIALI Comunista fino al midollo, di quelli ancora oggi convinti dell’ideale bolscevico. Nato quando il segretario del partito comunista dell’Unione sovietica era un certo Josif Stalin. Ogni volta che è stato chiamato al voto, nel segreto dell’urna elettorale ha sempre barrato la falce e martello. Questo il curriculum di Nikolai Suvorov, un semplice pensionato russo di Balakovo, cittadina nell’Oblast di Saratov (vicino al confine con il Kazakistan), che ha rischiato di portare in tribunale nientemeno che Vladimir Putin ed è così balzato agli onori delle cronache. L’anziano aveva citato in giudizio il presidente della Russia bollandolo, nella sua denuncia elaborata in 17 punti, come «un nemico del popolo perché ha impoverito la gente. Ogni anno manda miliardi di euro verso altri paesi e non rimane nulla per il nostro popolo. Le pensioni sono ridicole, assorbite nelle spese per la casa, nelle bollette; e poi negli ultimi due anni i prezzi nei negozi sono quadruplicati», ha dichiarato a Radio Free Europe (Rfe). Il pensionato russo chiedeva le dimissioni di Putin e le sue accuse hanno trovato ascolto nel giudice Tatyana Leskina, del tribunale regionale di Saratov, che aveva accettato e fissato la prima udienza. Non c’è stato alcun processo, Putin gode dell’immunità, e il giudice è stato licenziato. La cosa più singolare è che a casa dell’anziano, come racconta Rfe, sono piombati gli agenti dei servizi federali per la sicurezza (gli ex Kgb) che volevano sapere dall’uomo se la denuncia gli fosse stata scritta dal partito comunista. «Non ho niente a che fare con questo», ha detto Suvorov, «ho sempre votato comunista, i comunisti sono gli unici dalla parte del popolo, ma ho scritto la denuncia con le mie mani». L’anziano ha detto che vuole continuare a portare avanti la sua causa, che non demorde. Insomma, un rivoluzionario anomalo e tenace. «Non so cosa sia internet, ho solo la televisione a casa e non ascolto la radio. Tutte le informazioni usate nella mia denuncia le ho attinte dalla tv, ma ho anche guardato quello che sta succedendo nel nostro paese». L’atto d’accusa del pensionato al presidente non si ferma qui. © Riproduzione riservata