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Compagno dell`arte

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Compagno dell`arte
Pillola (di saggezza?) sulla simbologia del Grado di Compagno dell’Arte.
Carissimo Maestro Venerabile,
carissimi Fratelli tutti,
con piacere mi accingo a trattare il tema assegnatomi dal nostro Maestro che, con la
sua nota determinazione, mi ha chiesto di essere conciso e breve nel fornire alcuni spunti
di riflessione sui principali simboli del Grado di Compagno dell’Arte; partendo dal Quadro
di Loggia che si differenzia da quello dell’Apprendista, per Squadra e Compasso incrociati
anziché la squadra sovrapposta al Compasso, cinque gradini anziché tre, e per la
presenza della Stella Fiammeggiante e della Livella.
Ce la farò?....vediamo……purtroppo mi conoscete….. è difficile per me non divagare
esprimendo ciò che il pensare alla simbologia del grado di Compagno dell’arte mi fa
tornare alla mente….. Ancora prima di accingermi alla scrittura della Tavola sono
riaffiorate le sensazioni provate durante la mia promozione a questo grado. E’ vero…. il
rituale è meno “forte” di quello dell’Iniziazione, forse meno ricco di spiritualità, ma dentro di
me a suo tempo compresi che in quel momento ero davvero divenuto parte attiva della
Loggia. La fiducia accordatami dai Fratelli dopo il periodo di apprendistato era quello che
attendevo, era la dimostrazione che ce l’avevo fatta, che da quel momento potevo unirmi
al Lavoro dell’Officina in modo totale…spirituale e operativo! Sentii forte il desiderio di
poter dimostrare ai Fratelli, con il mio futuro Lavoro, che la fiducia accordatami era ben
riposta.
Ebbene si!!! cari Fratelli Compagni dell’Arte, ora ci si aspetta da Voi un Lavoro ancora
più assiduo ed intenso: la Loggia ha bisogno di tutti Voi per poter procedere nell’opera di
costruzione avviata anni fa dai Fratelli fondatori l’Officina e per mantenere l’equilibrio e
l’armonia dei Lavori.
Proprio la parola “equilibrio” mi suggerisce di inoltrarmi sul Simbolo che
contraddistingue questo grado dal precedente: la squadra ed il
compasso incrociati (e non più la squadra che sormonta il compasso
come nel grado di Apprendista) che il primo Sorvegliante all’apertura
dei Lavori così dispone sul Libro Sacro; come sappiamo la Squadra
indica al Massone la “rettitudine” ed il Compasso la “misura” ed è
simbolo della spiritualità. La Squadra è preminentemente legata al
grado di Apprendista, il Compasso al grado di Maestro; le modalità
della loro sovrapposizione marcano i tre gradi dell’Ordine, alludendo al progressivo
predominio della flessibilità e circolarità dello Spirito, sulla staticità e spigolosità della
materia. La Squadra quindi incrociata al Compasso indica che vi trovate ora in una
posizione di perfetto equilibrio tra spiritualità e materialità ed avete imparato a dominare e
filtrare gli impulsi certamente positivi e vitali provenienti dal Vostro cuore, ma talvolta
troppo intensi e che spesso generano, per la naturale impetuosità, risultati differenti
rispetto a quelli desiderati.
Sempre l’equilibrio è alla base del rituale dell’aumento di paga…ricordate?....Siete passati
dalla Perpendicolare alla Livella: cioè dall’attività alla passività, per
integrare tra loro queste due forze che determinano ogni
manifestazione, trascenderle e raggiungere…un perfetto equilibrio….da
qui la Livella presente nel quadro di Loggia che simboleggia
l’uguaglianza sociale (ricordate la splendida poesia del Principe de
Curtis…), base del diritto naturale, l’equità nella valutazione degli
uomini, delle cose e degli eventi che devono essere meditati nella loro sostanza e mai
secondo le loro forme ed apparenze.
Con queste doti acquisite ora siete pronti a Lavorare ed insegnare agli Apprendisti,
con l’esempio e col Vostro raggiunto equilibrio, dimostrandovi discreti nei loro riguardi così
come gli Apprendisti devono esserlo nei confronti dei Profani. L’Iniziato, quando vuole
insegnare, si contenta di far riflettere astenendosi sempre dal dogmatizzare, ed il suo
metodo consiste, innanzi tutto, nel predicare con l’esempio; a questo titolo, il Compagno
dell’Arte deve partecipare con scrupolosa assiduità ai Lavori dell’Officina. Qualsiasi
indifferenza nei confronti della collettività alla quale avete aderito liberamente, indebolisce
il legame che vi tiene legati a questa. Potete ora beneficiare della forza vitale della
Massoneria, ma solamente facendo causa comune con l’unità essenziale rappresentata
dalla Loggia. Ogni Massone, ognuno di noi, non può pretendere di essere un geniale
pensatore ma, per oscura che sia, una sincera devozione costituisce una immensa forza,
e tutti noi, per quanto umili possiamo essere, dobbiamo lavorare da veri Compagni
dell’Arte; soprattutto in questo grado, dobbiamo far entrare in azione il nostro cuore, come
ricorda il segno d’ordine, ed il nostro attaccamento alla Massoneria si può manifestare
solo con lo zelo con cui seguiamo tutti i Lavori della nostra Loggia.
Un simbolo assai importante è rappresentato dalla “Stella Fiammeggiante” o
Pentalpha, antico simbolo Egizio e simbolo preferito dei Pitagorici, ideato da Pitagora dopo
che ebbe risolto il problema del segmento aureo.
La Stella che si rivela al Compagno dell’Arte per sempre vincitore delle
attrazioni elementari, è quella del genio umano. Essa ha cinque punte
che corrispondono alla testa ed ai quattro arti dell’uomo:
questi devono eseguire ciò che comanda il cervello; ecco perché il
Pentagramma è il simbolo della volontà sovrana, che è l’irresistibile
mezzo di azione dell’Iniziato, emblema della libertà acquisita dallo
spirito che comanda la materia. All’interno della Stella, partecipe della sua Luce, staziona
la lettera G, alla quale sono attribuite diversi significati quali: G:.A:.D:.U:. , God, Gloria,
Grandezza, Gnosi, Geometria…… Per i Massoni la Stella Fiammeggiante è
l’emblema del genio, che innalza l’uomo alle grandi cose; è il centro da cui
si irradia la vera Luce. E’ un simbolo di grandissima ampiezza di cui il
Compagno
dell’Arte
deve
sforzarsi,
lavorando
assiduamente
nell’interpretazione dei Simboli del proprio grado, di intuirne tutti i misteri.
Il Compagno dell’Arte compie cinque passi, tre in linea retta come
l’Apprendista, e due obliqui (il primo a destra ed il secondo a sinistra) a significare che egli
può allontanarsi dalla direzione normalmente tracciata, se ciò serve allo scopo di ricercare
la verità ovunque si nasconda, purché non si lasci disorientare troppo da queste deviazioni
e torni sulla linea retta.
Il Compagno dell’Arte sale, per compiere il proprio Lavoro, una scala curva di cinque
gradini; in questo simbolo, oltre ancora al numero cinque, si individua almeno un’altra
chiave di lettura: il salire una scala curva, che per sua natura ci svela un gradino alla volta,
( pensate ad una stretta scala a chiocciola) richiede più coraggio e determinazione nel
voler salire e quindi una volontà di conoscere e scoprire più forte rispetto a chi si accinge
a salire una scala diritta, che al primo colpo d’occhio appare nella sua interezza.
In conclusione appare evidente che La “glorificazione del Lavoro” costituisce quindi il vero
perno del grado di Compagno dell’Arte. Il Lavoro glorificato non è, scrive R. Guénon,
quello “che chiunque indifferentemente può compiere per il piacere d’agire o per la
necessità di “guadagnarsi la vita”…..ma quello che eseguito vocazionalmente, inscrive chi
lo compie nel cerchio dell’universale creatività.
Ho detto,
Fr:. 3°
Or:. Brescia, 20 Febbraio 2013 E:.V:.
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