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cristiana compagno - Confindustria Udine
www.confindustria.ud.it Mensile - n.10, anno I DICEMBRE 2009 Spedizione in abbonamento postale D.L. 27/02/2004 n° 46, art. 1, comma 1, DCB UDINE - Filiale di Udine Ferrovia Tariffa R.O.C. (iscritti al registo operatori comunicazione) ex Tabella B contiente inserto FOCUS DIECI ANNI DI FABBRICHE APERTE INSERTO foto Alessio Buldrin LE MISURE ANTICRISI DELLA REGIONE CRISTIANA COMPAGNO L’IMPEGNO DEL MAGNIFICO RETTORE PER UN’UNIVERSITA’ A SERVIZIO DEL TERRITORIO dicembre09 1 2 dicembre09 dicembre09 3 4 dicembre09 Editoriale UNIVERSITA’: IL CORAGGIO DEL SAPERE “Il malcontento è il primo passo verso il progresso”. Chissà cosa ne pensa dell’aforisma di Oscar Wilde il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Udine, Cristiana Compagno, alle prese, come tanti suoi colleghi, con la politica di tagli, razionalizzazioni e accorpamenti, imposta, a torto o a ragione, dal Governo centrale Di fatto, gli atenei italiani si trovano a dover affrontare in questi anni un’autentica battaglia per la loro sopravvivenza. Udine, in questo quadro d’insieme, parte per lo meno avvantaggiata in quanto i (pochi) fondi statali da lei ricevuti sono stati sempre inversamente proporzionali alla qualità (tanta) della sua offerta didattica e formativa. La professoressa Cristiana Compagno - intervistata da Realtà Industriale alla vigilia dell’apertura dell’anno accademico - è persona che non si tira indietro dinanzi alle sfide e proprio per questo piace al mondo imprenditoriale: sarà per la sua determinazione a cogliere gli obiettivi, sarà per la sua capacità di parlare la lingua dell’impresa o sarà per la sua attenzione costante a tutto ciò che è innovazione e futuro. E’ grazie a rettori come lei se l’obsoleta ma ancora non risolta contrapposizione tra teoria e pratica, tra mondo accademico e mondo produttivo, si è evoluta in un connubio vincente almeno a Udine, come dimostrano le tante iniziative congiunte realizzate dalla professoressa Compagno in collaborazione con gli Industriali su diversi temi, tra cui il passaggio generazionale e l’aggregazione tra imprese. Del resto, un anno e mezzo fa, un sano pragmatismo fece da sfondo all’incontro ufficiale con il presidente di Confindustria Udine, Adriano Luci, a seguito della sua nomina al vertice di palazzo Florio. In quella occasione, la professoressa Compagno ribadì come lo Statuto dell’ateneo udinese, a differenza di altri, nasca espressamenRenata Polano, nella rubrica ‘Botta e Risposta’ pubblicata te al servizio del territorio. Traduzione: nel dicembre 2007 su Realtà le porte dell’Università sono aperte alle Industriale, aveva parlato esigenze del mondo dell’impresa che, della sua scelta di diventare da parte sua, si augura una maggiore donna imprenditrice. “Bisogna attenzione governativa nei confronti lavorare – diceva – con la consapevolezza che l’azienda delle istituzioni che dimostrano di sadeve essere un bene sociale. per funzionare bene. Occorre dare sempre il cento per Nel nostro piccolo, anche Realtà cento e operare in coerenza con Industriale spezza una lancia per il proprio progetto senza mai rafforzare il dialogo tra ateneo friulano distrarsi”. La notizia della morte della e sistema produttivo. Dallo scorso nusignora Renata Polano ha mero la nostra rivista viene distribuita suscitato viva commozione in agli studenti della Facoltà di Economia. Confindustria Udine, alla cui L’iniziativa è ora estesa anche a quelli attività non aveva mai fatto di Ingegneria. mancare il suo acuto contributo di proposte e di stimolo. Con la Come diceva il poeta Orazio: “Sapere sua scomparsa, il Friuli industriale aude!” “Abbi il coraggio di sapere”... perde una figura imprenditoriale che cosa fa l’Università e che cosa fa di riferimento, ricordandola l’industria. come donna coraggiosa ed imprenditrice forte e determinata. Alfredo Longo La scomparsa di RENATA POLANO L unedì 2 novembre si è spenta a San Daniele, dove era nata nel 1941, l’imprenditrice Renata Polano. Dopo il diploma in ragioneria conseguito all’Istituto Zanon di Udine nel 1959 fondò, con la madre, la Amb Srl di San Daniele, azienda attiva nel settore del packaging per alimenti. Nata dalla sua caparbia volontà, con dimensioni piccolissime, l’azienda nel 2009 compie 40 anni, occupa oltre 145 persone, fattura 45 milioni di euro che esporta per una quota pari al 70% in tutto il mondo. Imprenditrice determinata, ha dedicato al suo progetto costanti energie riuscendo a trasmetterle ai tre figli, Anita, Bruno e Alessandro, ai collaboratori ed alle numerose persone con le quali ha condiviso il suo sogno cui lascia il ricordo di tenacia, dedizione, curiosità e forza instancabile. Con la stessa forza ha combattuto per vent’anni con la sua malattia senza mai smettere di credere in un domani ricco di progetti e di sogni da realizzare. “Essere imprenditori vuol dire? Realizzare un sogno”. Così Renata Polano dicembre09 5 n. 10 09 Foto archivio Università degli Studi di Udine CRISTIANA COMPAGNO: Università di qualità a servizio del territorio “L’offerta formativa del nostro ateneo porta trasferimenti di conoscenze importanti e forma classe dirigente per il nostro territorio” Realtà Industriale Registrazione Tribunale di Udine n. 24/99 Redazione Direttore Responsabile Alfredo Longo e-mail: [email protected] Società Editrice Confindustria Udine Largo Carlo Melzi, 2 33100 Udine, tel. 0432 2761 A questo numero hanno collaborato Carlo Tomaso Parmegiani (caporedattore), Arianna Arizzi, Carla Ciampalini, Paola Del Degan, Massimo De Liva, Marco Di Blas, Barbara Franceschelli, Gino Grillo, Mauro Filippo Grillone, Alessandro Montello, Franco Rosso, Paolo Tarabocchia, Eleonora Zoratto per Gruppo Giovani Imprenditori: Enrico Accettola (presidente), 08 Intervista Cristiana Compagno: università di qualità a servizio del territorio 12 Focus Fabbriche Aperte 42 Giovani Imprenditori 46 Obiettivo Montagna SAIE, l’unione fa la forza 48 Obiettivo Austria La ripresa ancora non c’è 18 Aziende Flash 22 Aziende Modulblok Villaggio Friuli in Abruzzo Le Oru 50 Obiettivo Iraq Visita della delegazione del Kurdistan 51 Obiettivo Internazionalizzazione Organizzazione per vincere la crisi 28 Botta & Risposta Raffaella Codutti (Codutti Spa) 52 Camera di Commercio Premiato il Friuli che lavora 30 Analisi Ripresa pallida 54 Regione Rimpinguata la Legge Bertossi 31 In primo piano Missione in Brasile e in Cile 56 Storia Brindisi per il primo mobile (M. Fantoni) 34 Eventi Confindustria Udine tiene a battesimo Greenfvg 58 Riconoscimenti Realtà Industriale si laurea in Economia Progetto grafico ed impaginazione AA Media Mednarodni Prehod 6, Vrtojba, 5290 Sempeter (Slo) presso Parco Tecnologico e-mail: [email protected] 36 Edilizia I costruttori incontrano De Anna Ricostruzione in Kossovo Honsell: Udine riaprirà i cantieri 59 Università Start Cup Fvg, Udine sugli scudi 38 Alimentari e bevande Viaggio nel gusto (2° parte) 61 Friuli Nel Mondo La libertà ha i colori di S. Domingo Fotoservizi Foto copertina: Alessio Buldrin ([email protected]) Altre foto: Alessio Buldrin, Anteprima. Archivio Immagini Fvg, Roberto Del Fabro, Diego Gasperi 39 Web 62 Approfondimenti Inglese vs Friulano Concessionaria per la pubblicità Scripta Manent srl v.le della Vittoria 13 33100 Udine - tel. 0432 505900 e-mail: [email protected] 6 DICEM BRE 09 CONTENUTI dicembre09 40 Assindustria formazione Programma corsi dicembre 2009 41 CSC News Andrea Moltrasio: come reinventare la propria impresa 60 Libri 64 Agrodolce 66 A proposito di... ... Made in Italy A cura della Direzione Centrale Attività Produttive della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, in collaborazione con Confindustria Udine, REALTÀ INDUSTRIALE dedica l’inserto all’attuazione delle misure regionali anticrisi www.confindustria.ud.it dicembre09 7 Economia Intervista CRISTIANA COMPAGNO L’UNIVERSITÀ DEL FRIULI: IMPEGNO PER LA QUALITÀ A SERVIZIO DEL TERRITORIO C ristiana Compagno, eletta Magnifico Rettore dell’Università di Udine il 27 maggio del 2008, fin dall’inizio del suo mandato si è impegnata con determinazione e tenacia per portare l’ateneo udinese ai vertici qualitativi del sistema universitario nazionale di Carlo Tomaso Parmegiani Professoressa Compagno, qual è il bilancio dei primi diciotto mesi da Rettore? E’ stato un anno molto intenso da tutti i punti di vista. Ho imparato molto. Credo di aver iniziato a introdurre, insieme agli organi di governo dell’ateneo, importanti processi di cambiamento, anticipando molti punti del disegno di legge di riforma dell’università approvato dal Consiglio dei Ministri il 28 ottobre scorso. Abbiamo lavorato a ritmi molto sostenuti, ma c’è una grande soddisfazione perché siamo riusciti a iniziare un processo di cambiamenti strutturali sia grazie all’impegno di tutti gli organi di governo dell’ateneo, sia grazie al fatto che la comunità accademica ne ha capito l’importanza e li sta portando avanti con determinazione. una struttura demografica dei docenti fra le più giovani d’Italia e, quindi, con una potenziale rapidità d’azione che ci è stata riconosciuta anche dal Ministero. Vediamo, dunque, i cambiamenti introdotti dal ddl (che pur presenta alcune criticità che vanno aggiustate in sede di emendamenti tecnici) come un’opportunità di evoluzione per finalmente valutare gli atenei sulla base del merito e della qualità, il che consentirà ai nostri giovani ricercatori di far vedere la loro bravura: cosa che, fino a oggi, con la ripartizione dei fondi su base storica non era possibile. Quali sono gli obiettivi di quei cambiamenti? Vanno nella direzione di una qualificazione ulteriore dell’offerta formativa e della ricerca di ateneo, di una valutazione della stessa ricerca e della didattica, il tutto per indirizzare le risorse sulla base di logiche di merito e a criteri qualitativi. La sede universitaria di Palazzo Antonini Ci ha appena sottolineato che quei cambiamenti sono stati ben accettati dal corpo accademico udinese. Crede che in altri atenei, più vecchi e dove determinati modi di operare sono più “incancreniti” ci sarà la stessa accettazione delle novità? Udine ha certamente il vantaggio di essere un’università relativamente giovane, con 8 dicembre09 Più in generale qual è il suo giudizio sulla riforma universitaria? Intanto, come dicevo, ritengo che ci do- vranno essere doverosi emendamenti tecnici nel passaggio parlamentare. Nel complesso, tuttavia, l’impianto è molto ampio e interviene su due aspetti fondamentali dell’università: la governance, ridefinendo le composizioni e i ruoli di senato accademico e consiglio di amministrazione e, a livello interno, il rapporto fra facoltà e dipartimenti con uno spostamento del baricentro di “potere accademico” dalle facoltà ai dipartimenti come centri produttori della ricerca e della didattica (da questo punto di vista noi abbiamo anticipato il ddl, lavorando sui processi di riaggregazione dipartimentale con l’obbiettivo di dimezzarne il numero che oggi è di ventotto); i meccanismi di funzionamento, reclutamento e gestione per i quali, soprattutto da quest’ultimo punto di vista, noi abbiamo già ampiamente anticipato il ddl, creando un nucleo di valutazione di grande prestigio e con 5 componenti su 9 esterni al nostro ateneo, fra i quali anche Salvatore Settis, rettore della Normale di Pisa e membro dell’European Research Council, che è l’organismo che definisce le linee strategiche della ricerca e distribuisce tutte le risorse a livello europeo. Il giudizio è, dunque, positivo sugli obiettivi, mentre una grossa criticità è data dalla mancanza di risorse per attuare la riforma, non solo perché non ci sono risorse aggiunte, ma perché abbiamo risorse calanti da qui al 2012. La riforma, però, non ha anche l’obiettivo di far risparmiare lo Stato? Questa è una riforma che punta primariamente a innalzare i livelli di qualità del Economia Intervista Noi, ad esempio, abbiamo già fatto l’intera riforma didattica e non la toccheremo più per i prossimi anni e questo ha richiesto un grande sforzo di razionalizzazione (con una diminuzione del 16% della stessa), ma anche di capacità di immaginare cosa servirà nei prossimi anni, guardando avanti, per ottenere anche un importante risultato di riqualificazione, perseguendo obiettivi di qualità. In questo senso, ad esempio, abbiamo introdotto il numero chiuso ad economia, per riuscire a garantire una qualità elevata, lasciando fuori 140 studenti che avevano fatto domanda, ma puntando a fornire al territorio una classe dirigente futura di elevata, elevatissima qualità. Certamente il risultato dipenderà anche dai singoli contesti ambientali, è, infatti, scontato, che in contesti ambientali e territoriali più virtuosi certi processi ottengono perfomances migliori. Cristiana Compagno (foto Buldrin) sistema e una riforma di questo tipo non si può realizzare a risorse calanti. Aspettiamo adesso i risultati dello scudo fiscale per capire di quanto dovremo ridurre le risorse, ma per un ateneo già fortemente sotto finanziato come il nostro realizzare compiutamente riforme a risorse calanti è assai difficile. Non possono solo ridenominare le risorse, dicendo che oggi una parte di quelle che riceviamo derivano dai nostri meriti, ma in realtà i trasferimenti a un’università considerata virtuosa come la nostra si riducono invece di aumentare. La premialità dovrebbe basarsi su risorse aggiuntive, rispetto alla funzionalità di base del sistema. Superate le criticità e se si riuscirà a implementare la riforma, potremo leggere meno libri di critica ai concorsi pilotati e alle altre manchevolezze delle nostre università? Ritengo che questi siano processi destinati all’estinzione. Credo che, anche per effetto di ampi rinnovi generazionali, si vada verso una nuova “ecologia” del sistema universitario nazionale che avrà i suoi tempi di realizzazione, ma che va nella direzione giusta. L’Università di Udine ha qualificato il suo ruolo integrando le funzioni istituzionali di ricerca, didattica e formazione con quella di supporto al territorio per contribuire al suo sviluppo. Qual è il consuntivo dello svolgimento di queste funzioni? Quali i programmi? L’università ha istituzionalmente tre funzioni che sono la didattica, la ricerca e la promozione dello sviluppo territoriale. Credo che l’università di Udine abbia nel suo dna la capacità di integrare queste tre funzioni, seguendo lo sviluppo del territorio nelle sue esigenze. Si pensi a Pordenone dove sono collocate tutte le materie di management, di ingegneria dell’innovazione o della tecnologia dell’informazione, molto richieste dal settore manifatturiero di quella provincia. Più in generale l’offerta formativa del nostro ateneo porta trasferimenti di conoscenze importanti e forma classe dirigente per il nostro territorio. La nostra università ha ottimi indicatori di ricerca scientifica, ma, ciò che più conta per l’industria del territorio, ha i migliori indicatori nazionali di trasferimento tecnologico, cioè di trasferimento e di cogenerazione di innovazione con il sistema produttivo. Attualmente abbiamo 60 brevetti che, fatto tutt’altro che automatico, per oltre il 50% sono o venduti direttamente ad aziende o sfruttati nelle imprese spin off universitari, il che consente di portare innovazione nel sistema. Abbiamo inoltre 28 spin off, molti dei quali hanno dimostrato di essere economicamente sostenibili. In questo modo come università abbiamo avuto anche un ruolo di sviluppo di alcuni settori innovativi dicembre09 9 Economia Intervista come le biomedicine, le biotecnologie vegetali e l’Ict, il che ci rende uno strumento anticiclico che può essere utile al sistema industriale regionale rispetto alla crisi che sta colpendo strutturalmente alcuni settori del manifatturiero. Sul lato della formazione della classe dirigente, va, infine, detto che tre delle nostre dieci facoltà sono state giudicate le migliori d’Italia e le altre sette si collocano tutte nei primi dieci posti, mentre per quanto riguarda la qualità globale del nostro ateneo siamo al nono posto in Italia su oltre ottanta università. In questo contesto come giudica il rapporto con l’industria? C’è bivalenza, cioè una commistione di interesse/indifferenza, oppure, dopo l’incomunicabilità dei primi anni dell’Università, il rapporto si è stabilizzato sino a preludere ad una più stretta integrazione? I rapporti tra università e industria sono indubbiamente positivi, tant’è che spesso siamo stati presi a modello a livello nazionale. Sicuramente anche questo rapporto, come tutti i rapporti, ha bisogno di essere alimentato e migliorato nel tempo, per evitare fasi di obsolescenza. Dobbiamo, quindi, ricercare continui contatti fra università e industria, dove l’ateneo deve essere visto come la più importante infrastruttura immateriale al servizio del territorio. In questo senso, cosa chiede all’industria? Di credere e investire nell’università, perché proprio in questi momenti può aiutare a guardare oltre la crisi con processi di innovazione e cognitivi diversi. Chiedo agli imprenditori di guardare con fiducia all’università che ha sempre una mano tesa in tutte le aree disciplinari delle quali un’industria può avere bisogno. In passato anche l’ateneo udinese ha visto uno sviluppo diffuso con proliferazione di corsi e sedi in località diverse, espansione immobiliare. Il processo di razionalizzazione, riduzione dei costi, miglioramento della qualità, riconoscimento del merito, sta rendendo necessari provvedimenti di ridimensionamento. Qual è la situazione adesso? Il processo è finito o deve proseguire? Al riguardo distinguerei fra quello che è un immaginario collettivo di università sprecona e dissipativa sul territorio, e quello che è il caso specifico dell’Università del Friuli. Senz’altro negli ultimi quindici anni il sistema universitario nazionale ha visto 10 dicembre09 un’esplosione dell’offerta formativa e anche una polverizzazione territoriale che oggi non vanno più d’accordo con la strutturale scarsità di risorse e con l’esigenza fare massa critica e di fare qualità. Tuttavia mi preme sottolineare che entrambi i fenomeni non possono essere imputati unicamente all’università. L’esplosione dell’offerta formativa deriva, infatti, in larga parte dalle riforme ministeriali che si sono succedute. Per fare un esempio chiarificatore: dopo l’introduzione del famoso “3+2”, io, che con il vecchio modello avevo un solo insegnamento di “strategie di impresa”, mi sono ritrovata con tre insegnamenti (strategia 1, 2 e 3) uno dei quali per la triennale e due per la specialistica. Quindi spesso l’offerta didattica è esplosa portando gli stessi contenuti di prima, su diversi insegnamenti nei vari anni. Anche per quanto riguarda la dissipazione sul territorio c’è stata, invece, spesso una mancata capacità degli atenei di dire di no ad assessori e sindaci che hanno investito in immobili per portare nei propri territori l’università. Oggi, quindi, gli stessi politici (e gli stessi industriali) che hanno voluto l’università nei loro comuni e nelle loro provincie, sono quelli che accusano gli atenei di dissipazione territoriale. I rettori che come me si trovano al governo degli atenei in questa fase, sono costretti a dire sempre di no e a bloccare le espansioni territoriali. E, quindi, cosa farà l’ateneo udinese? Per quanto riguarda l’Università del Friuli va detto che ha cercato negli anni di espandersi territorialmente in maniera razionale, proponendo un’offerta formativa fortemente ancorata alle necessità e alle culture dei diversi territori nei quali è presente. Di Pordenone abbiamo detto, mentre per Gorizia si è puntato sull’anima umanistica, della mediazione culturale, di comunicazione e scambio fra i popoli e territori. Ovviamente, oggi, scelte di ulteriori espansioni non sono più sostenibili perché si sono drammaticamente ridotte le risorse. Dobbiamo, quindi, concentraci su scelte di consolidamento. Sempre più le scelte di permanenza territoriale sono scelte di sistema e non solo della sola università. In che senso? Perché l’università nella sua autonomia strategica è fortemente limitata da due fattori: il primo sono i requisiti ministeriali posti sull’offerta qualitativa e quantitativa che, ad esempio, ci impone requisiti minimi di docenza, cioè un numero minimo di docenti per ogni corso di laurea. Se l’ateneo Palazzo Florio (Rettorato) non ha il numero richiesto dal ministero il corso deve essere disattivato; il secondo è la crescente scarsità di risorse, che da un lato rendono complesso il mantenimento dei requisiti e dall’altro impediscono la sostenibilità dei costi aggiuntivi spesso presenti nelle sedi decentrate. Le decisioni di mantenimento territoriale di un dato corso di laurea, di una sede universitaria devono, quindi, essere decisioni di sistema. Tradotto vuol dire che se una città, o gli imprenditori della zona, vogliono mantenere un dato corso di laurea devono contribuire a pagarlo? Esatto. In questo momento diventa importante il sistema. Un sistema che adesso è fortemente in crisi e ciò ci fa vivere momenti di grande difficoltà. Anche perché la solidarietà del sistema va nei punti più deboli e l’università non è ancora percepita come tale o meglio non è percepita come istituzione in emergenza finanziaria. Ciò, però, in prospettiva futura è molto pericoloso. Il sistema economico non può evolvere senza la conoscenza e l’innovazione. Questa vostra impostazione trova condivisione nel territorio o “Università del Friuli” è più uno slogan che altro? Penso che su questo si debba ancora lavorare per far sentire l’Università del Friuli Economia Intervista come un patrimonio di tutto il territorio. Non solo perché come ogni ateneo è un indispensabile luogo di produzione di ricerca e di conoscenza, ma anche perché da un punto di vista economico la nostra università muove annualmente, e fa permanere sul territorio in termini di ricchezza, circa 160 milioni di euro all’anno. Ha 2000 dipendenti e muove 20.000 persone fra le varie sedi. A proposito del movimento di persone, visto che l’ateneo udinese è relativamente recente, non avrebbe avuto più senso concentrarlo in un’unica sede costruita ex novo, un campus, invece di sparpagliarla in tanti palazzi storici con i relativi costi di recupero e creazione di “traffico” per gli spostamenti fra le varie sedi? La nostra è nata come modello di università molto inserita nella città, fra la gente, e questo impianto genetico rispecchia la sua struttura edilizia. Forse dal punto di vista di un’analisi dei costi-benefici immobiliari sarebbe stato meglio procedere come da lei suggerito, ma in termini di vitalità, di internazionalità, di cultura portata alla città, di “valori intangibili” trasmessi al territorio, credo sia stato meglio così. L’ipotesi di una fondazione unica per le due Università di Udine e di Trieste sembra tramontata. Bisogna, comunque, trovare quale forma di maggiore integrazione tra l’Università di Udine, quella di Trieste e la Sissa? Direi che su questo stiamo facendo abbastanza. Sarebbe irresponsabile non introdurre processi di razionalizzazione integrativa dell’offerta didattica e di riqualificazione della spesa. Il modello è quello della coopetizione, cooperare e competere insieme, sperimentato da tante industrie, che dobbiamo fare proprio dell’università. Dobbiamo, quindi, introdurre integrazioni funzionali a un miglioramento dell’offerta didattica e a un minor costo della stessa. Un modello che possiamo attuare non solo con l’Università di Trieste, ma anche con quelle dell’intero Nord-Est e, perché no, dell’Euroregione. Alcuni processi con Trieste per due lauree magistrali (gli ultimi due anni, ndr) umanistiche (Italianistica e Antichistica) e altrettante scientifiche (Fisica computazionale e Ambiente e territorio) partiranno già dal 2010-2011, mettendo insieme docenti e studenti dei due atenei, un anno a Trieste e uno a Udine. Si tratta di corsi che erano “deboli” sia a Trieste, sia Udine e che unificati potranno rispondere ai requisiti richiesti dal ministero e garantire un’offerta formativa molto qualificata al territorio. Sono discipline con ancora piccoli numeri, ma con importanti prospettive future. Allo stesso modo stiamo lavorando con scuole di dottorato interateneo e internazionali nel campo delle nano e delle biotecnologie con Trieste e la Sissa. Stiamo anche aprendo molti contatti con altri atenei dell’Euroregione. Il tutto nel pieno rispetto e affermazione della nostra autonomia e della nostra identità. Il Parco scientifico e tecnologico di Udine gestito da Friuli Innovazione è un esempio concreto di rapporto con il territorio. E’ soddisfatta dell’attività del Parco? Quali le prospettive anche in relazione all’incubatore di imprese innovative? Penso che si debba puntare sempre a migliorare le cose. Il Parco è uno strumento molto importante nella catena del trasferimento tecnologico ed è fortemente legato alle caratteristiche del sistema economico friulano. Credo che sia l’industria, sia l’università debbano valorizzarlo maggiormente, perché il parco è l’anello intermedio di una catena dove a monte c’è l’ateneo e a valle l’industria e se queste non gli danno il giusto valore, esso di conseguenza ne risente. In un’ottica sistemica, dunque, tutti gli anelli della catena possono avere valore se gli altri glielo riconoscono. L’Università “produce” la nuova classe dirigente. Sotto questo profilo quanti laureati trovano occupazione o lavorano in Friuli? Quanti invece trovano opportunità fuori Regione? Laureiamo circa tremila giovani all’anno. E in generale la caratteristica riscontrata è quella della mobilità delle esperienze lavorative anche a livello internazionale. Spesso i nostri giovani tornano in regione più maturi e capaci di offrire intelligenza e innovazione al sistema. Tuttavia va rilevato che la capacità di assorbimento di nostri laureati da parte del sistema produttivo regionale è ancora relativamente bassa, date le caratteristiche strutturali di un’economia articolata sulle piccole e piccolissime imprese. Anche per il nostro territorio valgono i trend nazionali: le lauree tecnico scientifiche sono le più richieste. Più in generale i laureati dell’università di Udine, in base alle classifiche nazionali, trovano lavoro mediamente prima rispetto ai laureati di altre università: il 71% dei nostri laureati magistrali trova infatti lavoro entro un anno dalla laurea mentre la media nazionale è ferma al 62%. Cristiana Compagno (Foto archivio Università degli Studi di Udine) dicembre09 11 Economia Focus DIECI ANNI DI FABBRICHE APERTE S ono passati dieci anni da quando, su iniziativa del compianto ingegner Adalberto Valduga, nacque “Fabbriche aperte”. L’obiettivo, allora come oggi, era quello di mettere a contatto i ragazzi delle scuole medie con le realtà produttive del territorio, attraverso la visita diretta agli stabilimenti di alcune classi scolastiche (prevalentemente terze, quarte e quinte superiori), accompagnate dagli insegnanti e guidate dai titolari e dai responsabili delle diverse aziende. In dieci anni sono centinaia le aziende e oltre diecimila gli studenti che hanno preso parte a Fabbriche Aperte e ciò ha certamente contribuito a modificare, almeno in parte, il giudizio negativo che, in modo spesso preconcetto, nella società civile si ha della fabbrica come luogo “sporco e pericoloso”. Molti giovani hanno potuto constatare come le aziende manifatturiere del Friuli negli anni duemila siano, invece, spesso, luoghi di lavoro accoglienti, dove l’impegno per la ricerca e il miglioramento qualitativo di processi e prodotto sono costanti. Un’iniziativa utile, quindi, a superare antichi pregiudizi, ma anche a permettere agli studenti di orientare meglio le proprie scelte lavorative future, che, come si capisce dalle interviste che seguono, riceve l’apprezzamento degli imprenditori, dei docenti e degli studenti. Un impegno organizzativo indubbio per Confindustria Udine e le aziende partecipanti, ma che merita, dunque, di essere portata avanti anche negli anni a venire. GLI IMPRENDITORI SERGIO BURATO, BCF Italia di Rivignano Secondo noi “Fabbriche Aperte” è un’iniziativa molto utile a far conoscere la nostra realtà agli studenti, con la speranza che, una volta terminati gli studi, possano prendere in considerazione anche la nostra azienda come luogo nel quale lavorare. La nostra è un’impresa non molto grande, ma ben organizzata, ordinata e pulita, e questo, generalmente, suscita una reazione positiva nei ragazzi che arrivano a farci visita. Purtroppo per noi non è facile, in un’ora o due di visita, riuscire a entrare in contatto, a capire la mentalità, di questi giovani, ma, proprio perché sono ragazzi giovani, sono convinto che la semina fatta con “Fabbriche Aperte” potrà dare i suoi frutti. Quest’anno da noi sono arrivate una quarta e una quinta dell’Ipsia Ceconi di Udine con specializzazione termoidraulica e si sono dimostrate interessate, facendo domande pertinenti al nostro settore. Per 12 dicembre09 erano un po’ meno coinvolti. FRANCO DI FONZO e DENIS MONAI, Frag di Pradamano Di Fonzo: Ritengo che “Fabbriche aperte” sia un’iniziativa importantissima sebbene comporti per le aziende un certo dispendio di tempo e di personale. Consente, infatti, di dare agli studenti un’immagine concreta e reale del mondo del lavoro che spesso è diversa da quella che uno studente si immagina. Credo che sia molto importante per gli studenti delle superiori, mentre, forse, è meno adatta agli studenti delle medie inferiori che a quell’età sono troppo lontani dal mondo del lavoro. La visita di quest’anno lo ha dimostrato. Gli studenti dell’Itc Marchetti si sono rivelati molto più interessati agli aspetti gestionali di un’azienda che non al semplice modo di operare delle macchine, come capita con i ragazzini delle medie. Monai: All’inizio gli studenti erano un po’ intimiditi come è comprensibile per chi si trova in un ambiente nuovo. Devo, però, dire che poi la giornata è volata e, forse, ci sarebbe voluto più tempo per rispondere noi è la seconda partecipazione all’iniziativa e ne siamo complessivamente soddisfatti. Lo scorso anno da noi era venuta una scuola di Cividale e il modo con cui si era svolta la visita era stato diverso. Mentre quest’anno, infatti, abbiamo avuto un dialogo molto diretto con gli studenti senza un’intermediazione dei professori, ma con ragazzi molto interessati, lo scorso anno i professori avevano svolto forse maggiormente il ruolo di intermediari e ciò aveva semplificato il dialogo, anche se forse gli stuGli studenti dell’Ipsia Ceconi di Udine alla BCF Italia Srl denti del 2008 Economia Focus dato prodotto, i ragazzi possano trarne una conoscenza maggiore che potrà tornar loro utile quando si avvieranno al lavoro. Quest’anno abbiamo accolto gli studenti del Marinoni e devo dire che li ho visti particolarmente attenti e penso che ciò dipenda dal fatto che vedere in Gli studenti dell’Itc Marchetti di Gemona alla Frag Srl concreto come si realizza un prodotto che è a tutte le curiosità dei ragazzi. Durante il oggetto del proprio corso di studi sia sempercorso in fabbrica, infatti, gli studenti ci pre particolarmente interessante. hanno posto domande che erano già state in qualche modo preparate e calibrate sulla realtà aziendale, mentre al termine si sono lasciati andare facendo domande su temi più generali del tipo “come avete affrontato la crisi” o “come affrontate i mercati internazionali” che avrebbero avuto bisogno di più tempo per ricevere una risposta completa. Nel complesso, comunque, ho visto ragazzi molto attenti e interessati e spero che questa esperienza sia stata loro utile per percepire meglio la realtà lavorativa. Sono convinto che iniziative come queste andrebbero ripetute anche più spesso, perché quello che continua a mancare in Italia è un adeguato collegamento fra scuola e mondo del lavoro. STEFANO MIDOLINI, Fornaci di Manzano Già da tempo apriamo la nostra fabbrica alle scuole per diverse visite durante l’anno, in particolare con l’istituto geometri Marinoni e con il Malignani, e, quindi, partecipiamo e continueremo a partecipare volentieri a “Fabbriche Aperte”. L’obiettivo in generale è quello di far conoscere ai ragazzi la realtà del mondo del lavoro, mentre per quanto riguarda la nostra azienda, nello specifico, cerchiamo di dimostrare agli studenti come si realizzi un prodotto tradizionale come i laterizi. Pensiamo, infatti, che rendendosi conto di persona di come nasce un I PROFESSORI ROBERTO D’AGOSTINI, Iti Malignani di Udine Iniziative come “Fabbriche aperte” sono molto importanti per far approcciare gli studenti con le realtà con le quali andranno a confrontarsi una volta usciti da scuola. Servono, inoltre, a far comprendere ai ragazzi come lo studio non sia solo ciò che si fa in classe, ma anche, come previsto dalla riforma che si sta preparando, orientamento continuo grazie all’alternanza scuola-lavoro. Per quanto riguarda le visite, sarebbe auspicabile che un numero ancora più ampio di aziende si rendessero disponibili a partecipare a “Fabbriche Aperte”, che possono essere un buon prodromo alla realizzazione dell’alternanza scuola-lavoro, magari per iniziativa degli stessi studenti che conosciuta una data azienda potrebbero proporsi per sviluppare insieme ad essa progetti di alternanza. In effetti, molti degli studenti che in passato hanno partecipato alle visite si sono successivamente proposti alle aziende visitate per fare stage, project working, ecc. Tutto ciò è molto utile perché circa il 70% di coloro che hanno frequentato in passato stage o progetti di alternanza scuola lavoro in una data azienda, sono stati, poi, richiamati da quell’azienda per continuare o addirittura per essere inseriti in organico. “Fabbriche aperte”, insomma offre ai nostri studenti un’utile carrellata per capire quali sono le aziende, cosa si produce in Friuli e cominciare a prendere contatto con il mondo produttivo. I ragazzi, generalmente, reagiscono molto bene a questa iniziativa e, anzi, vorrebbero poter visitare un numero maggiore di aziende durante l’anno scolastico. Devo dire che negli anni ho visto migliorare il rapporto fra scuola e mondo del lavoro, ma anche, onestamente, che le aziende potrebbero fare ancora qualcosa in più per cercare di dare una mano alla scuola, consentendo una maggiore frequenza dei ragazzi nelle aziende, da un lato, e avendo una maggior attenzione, dall’altro, al percorso di orientamento degli studenti quando si trovano all’interno delle imprese. Voglio dire che il percorso didattico di uno studente in un’azienda non può servire, come talvolta è successo, a sostituire un operaio, né, come è accaduto in altri casi, a “fare fotocopie”, ma deve essere concretamente utile al ragazzo per crescere e formarsi e all’azienda per valutare adeguatamente se nel singolo studente intravede le qualità per una possibile assunzione futura. Per questo serve che la valutazione sia fatta con attenzione, seguendo alcune regole prefissate. AMEDEO VENTURINI, Itc Marchetti di Gemona Gli studenti dell’Itg Marinoni di Udine alla Fornaci di Manzano Spa Il nostro istituto aderisce con entusiasmo al progetto “Fabbriche Aperte” in quanto si inquadra perfettamente nel più ampio progetto di alternanza scuola lavoro che noi dicembre09 13 Economia Focus abbiamo assunto come importante strumento di didattica formativa. “Fabbriche Aperte” è importante perché dà ai nostri studenti la possibilità di conoscere il territorio e le sue più significative realtà produttive. Negli ultimi quattro anni abbiamo visitato aziende grandi e piccole, ma tutte molto interessanti come “casi aziendali” da studiare. Per consuetudine, infatti, nel nostro istituto non ci limitiamo alla semplice visita nella fabbrica, ma successivamente approfondiamo gli aspetti più significativi emersi durante la giornata dedicata a “Fabbriche Aperte”. Il ruolo dei docenti accompagnatori è, dunque, anche quello di riferire ai colleghi gli argomenti toccati affinché, ciascuno per la propria materia, possano svilupparli in classe. Noi cerchiamo, inoltre, di preparare i nostri studenti alla visita in fabbrica dando più informazioni possibili sull’azienda, facendo loro visitare il sito web della stessa e cercando di suggerire loro cosa e come guardare. Proprio perché sanno che la visita fa parte di un progetto più ampio, i nostri ragazzi vivono la giornata di “Fabbriche Aperte” con molta attenzione e partecipazione. Quest’anno la visita alla Frag è stata particolarmente interessante perché è stata condotta tutta in lingua inglese il che ha colpito molto i nostri studenti, particolarmente per quelli che si stanno specializzando come periti commerciali in lingue estere. I nostri studenti, inoltre, nonostante si stiano specializzando come amministrativi, sono stati molto interessati a vedere tutto il ciclo produttivo e a capire come dalla materia prima si arrivi al prodotto finito. Frag ci ha, infine, generosamente fornito molto materiale sul quale continuare a lavorare in classe nei prossimi tempi. In conclusione, mi lasci dire che anche se molti parlano di scarso collegamento tra scuola e mondo del lavoro, personalmente credo che ciò sia meno vero di quanto appare. I ragazzi, infatti, dopo queste visite si accorgono che c’è una buona corrispondenza fra il sapere teorico che apprendono a Dall’alto, gli studenti dell’Ipsia Mattioni (Cividale) alla DL Radiators Spa di Moimacco, e quelli dell’Iti Malignani all’Eurotech Spa di Amaro LE AZIENDE E LE SCUOLE CHE HANNO PARTECIPATO ALLA DECIMA EDIZIONE DI “FABBRICHE APERTE” Sono 25 le aziende, appartenenti alle diverse tipologie produttive, e due i Centri di ricerca che hanno accolto dal 9 al 17 novembre, oltre 1.100 studenti di 17 scuole medie superiori per “Fabbriche aperte”. Qui di seguito l’elenco delle aziende partecipanti e delle scuole che hanno fatto visita a ciascuna di esse: 1. I.CO.P Spa di Basiliano - Isis Solari di Tolmezzo. 2. Union Beton Spa di Castions di Strada (Gruppo Logic Pa Spa) - Iti Malignani di Udine. 3. BCF Italia Srl di Rivignano - Ipsia Ceconi di Udine. 4. Botto Giuseppe & Figli Spa Divisione Cascami Seta di Tarcento Ipsia Ceconi di Udine. 5. Gervasoni Spa di Pavia di Udine - Isis Manzini di San Daniele del Friuli. 6. Serrametal Srl di Mortegliano Ipsia Ceconi di Udine. 7. Pinatto Jr Srl di Moimacco - Iti Malignani di Udine. 14 dicembre09 8. Potocco Spa di Manzano - Ipsia Mattioni di San Giovanni al Natisone 9. Coats Thread Italy Srl di Codroipo - Isis Linussio di Codroipo 10. Frag Srl di Pradamano - Itc Marchetti di Gemona del Friuli. 11. Metalinox Srl di Fiumicello – Iti Malignani 2000 di Cervignano del Friuli. 12. Self Srl di Rivignano - Iti Malignani 2000 di Cervignano del Friuli e di San Giorgio di Nogaro. 13. Dl Radiators Spa di Moimacco – Ipsia Mattioni di Cividale del Friuli. 14. Gesteco Spa di Povoletto - Iti Malignani 2000 di Cervignano del Friuli. 15. Geo.Coil Srl di Artegna - Ipsia D’Aronco di Gemona del Friuli. 16. Calligaris Spa di Manzano - Itc Zanon di Udine. 17. Fornaci di Manzano Spa di Manzano - Itg Marinoni di Udine. 18. Autoservizi FVG Spa- Saf di Udine – Ipsia Ceconi di Udine. 19. Biofarma Spa di Mereto di Tomba – Ipsia Ceconi di Udine. 20. AWM Spa Automatic Wire Machines di Magnano in Riviera – Iti Malignani di Udine. 21. Faber Industrie Spa di Cividale del Friuli – Iti Malignani di Udine. 22. Tonutti Spa Industria Mac- chine Agricole di Remanzacco – Iti Malignani di Udine 23. Eurotech Spa di Amaro – Iti Malignani di Udine. 24. Quality Food Group Spa di Martignacco – Isis Solari di Tolmezzo. 25. S.M.I. Sistemi Meccanici Industriali Srl di Varmo - Ipsia Ceconi di Udine. 26. Agemont di Amaro - Liceo Bertoni di Udine. 27. Parco Scientifico e Tecnologico Luigi Danieli di Udine - Liceo Scientifico Einstein di Cervignano del Friuli e Liceo Scientifico Marinelli di Udine. dicembre09 15 Economia Focus scuola e il sapere operativo che è necessario nelle aziende. Ciò a mio avviso è molto importante per far scaturire nei ragazzi la giusta motivazione, dalla quale dipendono in gran parte gli esiti scolastici. GRAZIELLA MOCELLIN, Liceo Scientifico Einstein di Cervignano La nostra scuola ha sempre partecipato a “Fabbriche aperte” e noi la valutiamo molto positivamente perché offre un’occasione unica agli studenti per approcciare il mondo del lavoro, soprattutto per i ragazzi dei licei scientifici. Normalmente, infatti, sono gli istituti tecnici e professionali ad avere un maggior contatto con il mondo delle aziende, mentre gli studenti dei licei spesso ne rimangono lontani. Quest’anno i ragazzi dello scientifico e dello scientifico tecnologico hanno visitato il Parco scientifico e tecnologico “Luigi Danieli” e abbiamo constatato come siano rimasti entusiasti della visita. Hanno, infatti, avuto l’opportunità di capire come non sia necessario andare all’estero per trovare importanti realtà di ricerca o che danno la possibilità a un giovane che voglia intraprendere un’attività in proprio di avviarla e svilupparla. Io spero che queste visite possano anche contribuire a spingere i ragazzi verso scelte di corsi di laurea “opportuni”. I ragazzi del liceo scientifico tendono, infatti, a indirizzarsi prevalentemente verso facoltà umanistiche, mentre tutti sappiamo come ci siano maggiori opportunità lavorative per coloro che escono da facoltà scientifiche. LA SFIDA E’ NELLE COMPETENZE Intervento di Fabio Feruglio, Direttore di Friuli Innovazione – Parco Scientifico e Tecnologico “Luigi Danieli” L ’incontro con gli studenti è sempre un’occasione per confrontarsi con chi costruirà il futuro e con coloro ai quali lasciamo l’eredità del passato. Un’occasione per trasmettere qualche spunto, anche qualche provocazione, per poi sorprendersi piacevolmente quando succede qualcosa. Lo scorso anno ad esempio, sempre nell’ambito delle visite organizzate con Fabbriche Aperte furono proprio gli studenti che visitarono il Parco Scientifico e Tecnologico Luigi Danieli di Udine a scrivere il miglior articolo, comprendendone profondamente le finalità, le aspirazioni, gli intenti. Sul futuro sappiamo moltissimo, sappiamo che l’India produce già oggi 300.000 ingegneri informatici all’anno, mentre gli Stati Uniti 50.000, sappiamo che la quantità di nuove conoscenze tecniche raddoppia ogni due anni, sappiamo che le professionalità più richieste tra 10 o anche 5 anni oggi non esistono, che questi studenti utilizzeranno tecnologie non ancora inventate per risolvere problemi che non sappiamo neanche essere problemi. Per essere protagonisti nel loro futuro sono condannati all’eccellenza e per aspirare all’eccellenza devono avere motivazione, convinzione, capacità di mettersi in gioco, di confrontarsi, di rispettare e trasgredire, ma sarà un futuro ricco di possibilità e di opportunità, un futuro entusiasmante. Loro se lo devono meritare ma noi li dobbiamo preparare: le competenze faranno la differenza. E’ questo che abbiamo voluto far capire ai ragazzi accogliendoli al Parco. Questi ragazzi dovranno imparare a conoscere e Forse, dunque, è bene che gli studenti, pur nel necessario rispetto per le inclinazioni di ciascuno, abbiano la possibilità, con iniziative come “Fabbriche aperte”, di essere orientati verso i corsi di studi che offrono loro maggiori garanzie per il futuro. LO STUDENTE GIANCARLO CINCOTTI, classe quarta elettronica Iti Malignani di Udine Lo studente Giancarlo Cincotti 16 dicembre09 La visita all’Awm di Magnano in Riviera è stata molto interessante. I dirigenti dell’azienda ci hanno, infatti, fatto vedere tutte le fasi di progettazione e lavorazione dei Gli studenti del liceo Einstein di Cervignano al Parco Scientifico e Tecnologico “Danieli” a gestire i processi di cambiamento del mondo in cui vivranno e dovranno farlo senza averne timore, consapevoli delle proprie capacità e dei propri limiti, sempre alla ricerca di un nuovo traguardo. Mostrare loro che cosa si fa ogni giorno qui al Parco e degli spicchi del mondo è stato il nostro modo per renderli consapevoli che potranno essere loro i protagonisti di domani nella ricerca, nell’impresa, nella società. macchinari che producono. Certamente iniziative come “Fabbriche Aperte” sono molto utili perché ci permettono di vedere il mondo del lavoro in concreto e da una prospettiva diversa da quella della scuola. In particolare ci ha stupito come la gestione di un’azienda sia decisamente più articolata di come potevamo immaginarla. Nel complesso la visita ha avuto un effetto positivo, perché ci ha fatto capire come il lavoro in fabbrica oggi sia lontano dagli stereotipi comuni di “fatica, stress e rigidità di orari”, consentendoci di capire come spesso si tratti, invece, di ambienti stimolanti e dove esiste la possibilità di realizzarsi. c.t.p. dicembre09 17 Economia Aziende Flash Gli impianti RHOSS in Austria e Gran Bretagna INTERNA L UN NUOVO SHOWROOM a Rhoss di Codroipo, azienda del gruppo veneto Irsap, si è aggiudicata tre importanti commesse all’estero del valore totale di 1,5 milioni di euro. In particolare, per il sito della Ikea a Klagenfurt, l’azienda friulana ha sviluppato un sistema completo di controllo e gestione dell’impianto di riscaldamento e condizionamento che prevede l’uso anche di pompe di calore geotermiche Rhoss. “Si tratta di una soluzione impiantistica innovativa – affermano i tecnici della Rhoss - che potrà servire come esempio per la costruzione di tutti i futuri negozi Ikea in Europa”. A Londra, invece, Rhoss ha vinto la gara per la fornitura degli impianti di refrigerazione del nuovo edificio progettato nella City dagli architetti dello studio Rolfe Judd. La struttura ospita importanti uffici di società specializzate in consulenza legale, finanziaria, amministrativa e fiscale. Rhoss ha studiato un sistema di macchine che prevede il miglior comfort per gli occupanti in tutti i 16.500 metri quadrati, attraverso la scelta di un impianto a quattro tubi con unità terminali in ogni locale, centrali di trattamento aria per tutta la volumetria interessata e gruppi frigoriferi appositamente realizzati. La particolare esigenza architettonica ha richiesto una soluzione molto complessa con i gruppi frigoriferi collocati sul tetto e non visibili perché costruiti con un altezza inferiore ai due metri. La grande potenza richiesta, oltre 2300 kw, l’esigenza di in basso impatto acustico e la necessità di avere il vano pompe incorporato, ha portato alla realizzazione di due refrigeratori con compressori a vite lunghi quasi 14 metri ciascuno. Sempre a Londra, l’azienda friulana ha fornito gruppi frigoriferi per il dipartimento di ricerca genetica dell’Università di Oxford. Anche in questa installazione, per esigenze di spazi ridotti e fattori di basso impatto visivo ed acustico, i tre refrigeratori sono stati realizzati con compressori a vite con incapsulamento per l’insonorizzazione ad alta efficienza. La linea produttiva della Rhoss FORMAZIONE LA SICUREZZA SI FA INTERNAZIONALE Nel programma dei corsi organizzati da Confindustria Udinenell’ambito della sicurezza sui luoghi di lavoro, spicca per originalità l’iniziativa promossa con tre imprese di nazionalità ungherese (Danubbio) e serba (Maxo e Maxmont) che operano in appalto nel territorio friulano. un ulteriore corso di specializzazione con approfondimenti su prevenzione e protezione dei rischi, anche di natura ergonomica e psico-sociale, su tecniche di comunicazione e sulle relazioni sindacali. Infine, nel mese di maggio, avrà luogo il corso per i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. I corsi, in svolgimento a palazzo Torriani, interessano I responsabili delle tre imprese hanno espresso circa dieci persone per ciascuno dei due gruppi iscritti soddisfazione sia per essere stati tra i primi ad aver (gruppo ungherese, da una parte, e gruppo serbo/ organizzato un corso di formazione di questo genere croato dall’altro). Si è in Italia che per aver partiti con il Modulo A di già ottenuto dei buoni base (28 ore complessirisultati. “Un plauso ve) per poi passare, dal particolare” affermano 27 ottobre e fino a metà “va attribuito a Confinmarzo, al Modulo B di dustria Udine che, con specializzazione (48 ore) la fattiva collaborazione che tratta la natura dei di docenti e traduttori, rischi presenti sul luogo ha saputo costruire un di lavoro, correlati alle corso tagliato su misura specifiche attività lavodelle esigenze delle rative. Quindi, da metà nostre imprese”. marzo a fine aprile, sarà la volta del Modulo C, (foto Gasperi) 18 dicembre09 IMPORTANTI COMMESSE E AD AMSTERDAM I nterna Contract si è aggiudicata nuove commesse per un valore complessivo di circa 4 milioni di euro e ha aperto il suo secondo show room a Amsterdam dopo quello inaugurato alcuni mesi fa a Mosca a pochi passi dalla piazza Rossa. In Francia, Interna realizzerà per il Grand Hotel de Bordeaux un progetto integrale di arredi per la spa e il centro benessere su disegno esclusivo del decoratore parigino Jacques Garcia. Buona parte degli arredi deriveranno dalla collezione che Garcia ha creato in esclusiva per Interna. Interna allestirà, inoltre per Fincantieri, l’area pubblica cabaret lounge di 750 metri quadrati relativamente della nave Azura 6166 in costruzione a Monfalcone. Il contratto ha un valore complessivo di un milione e 300 mila euro e prevede progettazione esecutiva, fornitura di pavimenti, pareti, soffittature, arredi, montaggio e collaudo finale. L’azienda di Tavagnacco fornirà anche i mobili per gli spazi comuni dello Hyatt Regency Mainz in Germania. Gli arredi sono tutti a firma dello studio FG stijl di Amsterdam e derivano per la maggior parte dalla collezione che i designer hanno creato in esclusiva per Interna nel 2008. Infine, l’azienda ha inaugurato ad Amsterdam il secondo show room Interna. L’impresa guidata da Diego Travan e Derna Del Stabile ha scelto un intero edificio con una superficie espositiva di 10 mila metri quadrati poco lontano dall’aeroporto internazionale di Schipol. L’edificio è la sede della società olandese DK Home, produttrice di oggetti d’arte e di design, che ha scelto Interna come partner d’arredo esclusivo. Il Grand Hotel de Bordeaux dicembre09 19 Economia Aziende Flash g LA CIVIDINA arreda le sale vip di SAUDI ARABIAN AIRLINES U n pezzo di Friuli nelle aree vip degli scali internazionali di Saudi Arabian Airlines. La Cividina di Martignacco, attiva nella progettazione e nella realizzazione di sedute imbottite per il settore contract, si è di recente aggiudicata l’appalto per la fornitura di oltre sessanta divani per arredare lounge e vip lounge della compagnia saudita negli aeroporti di Jeddah, Riyadh, Dubai e Abu Dhabi per un valore economico che ammonta a circa 200 mila euro. I prodotti oggetto della fornitura fanno parte delle collezioni Tango e della serie Fly entrambe progettate dal designer Gianni Rossetti. Le sedute de La Cividina sono state selezionate in quanto perfettamente in linea con l’idea creativa per gli spazi di Saudi Arabian Airlines progettati da Crea International, studio di design milanese, particolarmente presente nell’Area del Golfo. “Ci impegnamo – spiega Fulvio Bulfoni, amministratore unico dell’azienda - per esprimere quotidianamente i valori del made in Italy, ovvero massima qualità della fase di progettazione, sensibilità e gusto estetico. Grazie a questa impostazione siamo stati apprezzati da importanti catene internazionali come nella fattispecie Saudi Arabian Airlines”. Nata nel 1976, La Cividina è oggi una delle principali realtà nel settore degli imbottiti per il mercato contract sia in Italia che all’estero. Grazie all’attenzione alle tendenze del design e a una rete commerciale operante prevalentemente sul mercato internazionale che genera l’85% del fatturato, l’azienda nell’ultimo triennio ha acquisito importanti forniture nei più svariati settori del mondo contract come hotel, ditte private, studi di progettazione e aziende armatrici. 20 dicembre09 ZIU: NUOVI INTERVENTI SULLA VIABILITÀ E UN PARCHEGGIO È stata approvata la variante n.3 al Piano territoriale infraregionale Pti della Zona industriale udinese, frutto di un lavoro svolto interamente dal Consorzio. “Il documento è stato studiato – ha spiegato il presidente Ziu, Renzo Marinig – per favorire la completa utilizzazione della Ziu salvaguardando, al contempo, le risorse naturali esistenti”. La variante rivede la morfologia dei lotti produttivi, in conseguenza del rinnovato assetto proprietario e dello stato delle assegnazioni. Gli interventi punteranno a rendere più funzionali la viabilità e i percorsi ciclabili. Si prevedono anche un nuovo parcheggio attrezzato funzionale alle aziende e una riorganizzazione della zona “Servizi tecnologici”, a sud ovest lungo la ferrovia Udine-Cervignano. Dal punto di vista ambientale, la variante conferma la L’area Ziu di Udine tutela dei prati stabili ed estende quella delle alberature esistenti mentre, per quanto riguarda le zone produttive, punta a valorizzare due poli: la zona a sud, in connessione con la strada regionale 352, e quella in prossimità dell’accesso nordest della Ziu. “L’iter per l’approvazione – ha chiarito Marinig – è stato molto rapido. Gli uffici del Servizio pianificazione della Regione hanno, infatti, completato le verifiche in soli quattro mesi. L’aver elaborato la variante avvalendosi delle risorse interne del Consorzio - ha concluso - ha consentito un risparmio nei costi di progettazione e ha permesso di utilizzare la conoscenza diretta del territorio dei tecnici della Ziu”. Ergonomia delle sedie per ufficio: è nata al CATAS la norma ISO S i è concluso al Catas di San Giovanni al Natisone il meeting internazionale per la definizione della norma Iso, che unificherà a livello mondiale il metodo di determinazione delle dimensioni delle sedie da lavoro per ufficio. Il gruppo di lavoro che ha preso parte al progetto è formato da tecnici provenienti da Canada, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Svezia e Usa. Il direttore del Catas, Andrea Giavon, e il responsabile del reparto mobili, Paolo Balutto, hanno rappresentato la voce dei tecnici italiani, dimostrando il ruolo chiave giocato dal Catas. Dopo un lavoro iniziato otto anni fa, il testo normativo sarà ora inviato al comitato tecnico internazionale “Mobi- li” che richiederà l’approvazione di tutti gli Stati facenti parte dell’Organizzazione internazionale per la standardizzazione (Iso). Il documento stabilirà i parametri dimensionali più importanti per la corretta progettazione di una sedia girevole da lavoro per ufficio, nonché metodi e strumentazione per la loro determinazione. L’obiettivo è far sì che una sedia da lavoro risulti comoda non solo al lavoratore “medio”, ma anche a chi ha dimensioni eccezionali. I limiti entro cui le dimensioni dovranno essere comprese per poter definire una sedia “ergonomica” saranno poi specificati in modo da preservare le differenze antropometriche tra popolazioni. Il gruppo LUCI alla tredicesima edizione di Ecomondo F orte di un consistente consolidamento del suo fatturato, il Gruppo Luci di Povoletto è sempre presente alle maggiori fiere del comparto ambientale. Il gruppo ha preso parte a Rimini alla tredicesima edizione di Ecomondo il più grande appuntamento annuale per l’industria dell’ambiente e della sostenibilità che vuole cogliere la sfida globale di coniugare con profitto sviluppo e sostenibilità, globalizzazione e cura del territorio. “Noi – racconta il presidente Adriano Luci – eravamo presenti con Labiotest, Lif, Lod e Gesteco e abbiamo approfittato di Ecomondo per far toccare con mano agli operatori del settore la competenza raggiunta dalle nostre aziende. La nostra specializzazione in campo ambientale è riconosciuta da oltre vent’anni in Italia, ma si sta facendo sempre più spazio in gran parte dei Paesi europei, con una forte espansione nell’area dei Balcani, e in altri del Medio ed Estremo Oriente”. In particolare, lo stand del Gruppo Luci ha presentato in anteprima i dettagli della sua presenza all’Esposizione Universale di Shanghai del 2010 per la quale ha ricevuto l’incarico dal Commissariato Generale del Governo per trattare la qualità dell’aria “indoor” del padiglione italiano. “Nel pieno rispetto dei tempi fissati – ha assicurato Luci – saremo pronti per consegnare il nostro impianto per l’Expo”. dicembre09 21 Economia Aziende MODULBLOK: la crisi, questa sconosciuta “E’ la dimostrazione che, laddove gli imprenditori credono nella propria azienda, nel proprio lavoro e nei propri lavoratori la crisi economica può fare un po’ meno paura. In un momento di difficoltà come questo, vedere realtà produttive che, percependo una prospettiva di mercato, hanno investito e che continuano ad investire puntando sulla ricerca, sull’innovazione e sul coinvolgimento del personale per elevare la qualità tecnico-produttiva aziendale è un segnale positivo di cui abbiamo bisogno”. E’ il commento del presidente di Confindustria Udine, Adriano Luci, al termine della visita aziendale che il Comitato di Presidenza dell’Associazione ha effettuato alla Modulblok spa di Amaro, impresa meccanica leader nella scaffalatura industriale e dei sistemi di magazzinaggio, un settore in costante crescita per la forte spinta alla razionalizzazione dei sistemi logistici e di magazzinaggio (robotizzazione e automazione del magazzino). Ospiti del presidente Giordano Bruno Petrei e del vice-presidente Maurizio Santon, la delegazione confindustriale, composta, tra gli altri, oltre che dal presidente Luci, dal vice-presidente vicario Cristina Papparotto, dal presidente del Gruppo Giovani Enrico Accettola, dal capo della Delegazione di Tolmezzo Federico Gollino e dal direttore Ezio Lugnani ha infatti avuto modo di toccare con mano una realtà produttiva di eccellenza del tessuto produttivo friulano. Con due stabilimenti, uno produttivo ad Amaro di quasi 15mila metri quadrati di coperto ed un altro amministrativo-produttivo a Pagnacco di oltre 3mila metri quadri, 150 dipendenti (più 250 unità di indotto), un fatturato 2008 di oltre 34 milioni di euro, commesse prestigiose in Europa – non ultima quella ricevuta dall’Agenzia delle Entrate a Roma per 5 milioni di euro 22 dicembre09 – e neppure un’ora di cassa integrazione, Modulblok è quella che si dice, in onore ad una sua storica sponsorizzazione rugbistica, un’impresa lanciata con decisione verso la meta della crescita. “Siamo un’azienda con una buona struttura organizzativa – spiega il presidente Petrei - che sta riuscendo a rispondere al mercato internazionale facendo leva su una invidiabile posizione di costo, vero fattore critico di successo. Siamo cioè in grado di offrire un prodotto artigianale a prezzi industriali (oltre 5.000 le commesse processate ogni anno per oltre 25mila tonnellate di acciaio trasformato) e ciò è dovuto all’innovazione tecnologica di processo-prodotto supportata da massicci investimenti ma, soprattutto grazie all’applicazione di una filosofia più che di un metodo – quella della ‘lean production’ introdotta dalla Toyota alla quale abbiamo prontamente aderito anche grazie alle iniziative del Gruppo Meccaniche di Confindustria Udine – Lean si traduce come pensiero semplice, attivo e snello; è un processo faticoso e difficile (ma di grande soddisfazione) che coinvolge trasversalmente tutte le risorse umane dell’Impresa; è il recupero e il rafforzamento di una forte e concreta cultura aziendale che patrimonializza la vera forza dell’impresa e valorizza potentemente la componente umana e che ci aiuta a ridurre gli sprechi al minimo, migliorando la sicurezza nel posto di lavoro e innestando un circolo virtuoso di sempre maggiore competitività”. Fondata nel settembre del 1976 da Petrei in proseguimento dell’attività paterna, Modulblok, oggi, è una realtà dinamica che propone un prodotto integrato da un avanzato servizio di progettazione e consulenza logistica. “Il nostro modo di affrontare la crisi - spiega Petrei - si potrebbe definire ‘continuità nel cambiamento’; null’altro che una vocazione che sentiamo nel nostro dna a dare, con sobrietà, testimonianza concreta, dentro e fuori l’azienda, riempiendo di valore parole semplici ma che - di questi tempi - sembrano svuotate di contenuto: ‘serietà’ è una di queste e trascina sorelle che le somigliano: ‘qualità, affidabilità, sicurezza’. Può apparire un paradosso ed è certamente un investimento sul mediolungo periodo, ma noi della Modulblok siamo sempre più convinti che ‘convenga’ essere etici. Cosa ci ha insegnato veramente questa crisi? Sull’argomento si è detto tanto e troppo: evidentemente i modelli (in specie quelli della finanza ma anche quelli di un modo ‘killer’ di fare impresa: stressata e sradicata dal territorio e alla ricerca spasmodica della delocalizzazione in Paesi low cost, con un ricorso imperativo all’outsourcing) appartengono ad un paradigma che nell’avidità e nel ‘tutto subito’ ha le sue ragioni fondanti. C’è la necessità impellente di nuovi modelli e di un recupero di un ‘umanesimo d’impresa’ che valorizzi il fattore umano. Conviene guardare bene dentro casa propria; non sono i tempi della crescita dimensionale ad ogni costo (ciò non significa trascurare le opportunità). Sotto la cenere, tra i nostri dipendenti, covano delle potenzialità di idee e di miglioramento che sono la vera Economia Aziende Stertta di mano tra il presidente di Modulblok Giordano Bruno Petrei e il presidente di Confindustria Udine Adriano Luci possibilità di avere un futuro. Il vero valore del nostro marchio si identifica con l’affidabilità percepita e riconosciuta dai nostri Clienti; è la nostra migliore assicurazione per rimanere sul mercato e non intendiamo rinunciarvi, neanche a favore del profitto, meno che mai abbassando i nostri elevati standard sulla qualità e sicurezza della progettazione e dei materiali certificati da noi impiegati”. Non solo. Come sottolinea il vice-presidente Maurizio Santon “la ricetta vincente di Modulblok è stata pure quella di investire fortemente nell’area tecnico commerciale con un significativo implemento dell’organigramma In un mercato mondializzato con dealers multinazionali la sfida è alta ma non ci troverà impreparati”. Attualmente Mobulblok occupa le prime posizioni in Italia nel comparto scaffalature industriali con i prodotti cantilever e portapallet. “La strategia aziendale per i prossimi 3-5 anni – conclude il presidente Petrei - è fortemente orientata ad un consolidamento della presenza nell’area magazzini automatici-autoportanti in ragione della competenza acquisita e della capacità di gestione espressa recentemente sul mercato. Significativo - ed è proprio di questi giorni - il raggiunto controllo della mbt Engineering di Treviso, un network dei leader di settore (nostro socio è, attraverso BT Cesab, la Toyota) Questa società costituisce per noi un innovativo strumento operativo integratore di diversi know how e competenze specifiche e ci consente di qualificarci sempre più come il risolutore esperto delle complesse problematiche del magazzino”. Alfredo Longo Nasce il primo monomarca CALLIGARIS in Cina É Shanghai la città che Calligaris ha scelto per il suo primo punto vendita monomarca in Cina. Una “presenza strategica” come l’ha definita il Presidente del Gruppo Alessandro Calligaris “per presidiare un mercato molto importante e attento al made in Italy, che ha grandi potenzialità di crescita”. Lo stile e il design italiano, che da sempre contraddistinguono i prodotti Calligaris, sono l’anima del nuovo Calligaris Shop: 200 metri quadrati di show room con i pezzi più rappresentativi della gamma di prodotti dell’azienda, tra sedie, tavoli, divani, letti e altri complementi d’arredo. L’azienda friulana, leader nel settore arredocasa, ha sviluppato una strategia commerciale e di penetrazione internazionale che la vedono oggi presente con propri negozi in Italia, Francia, Russia, Stati Uniti, Canada e ora anche in Cina. I suoi prodotti sono distribuiti in 12.000 punti vendita in 90 Paesi del mondo. Un’azienda che dal 1923 di strada ne ha fatta tanta, puntando alla qualità e all’innovazione, sempre attenta alla ricerca e all’etica del lavoro. LO SPAZIO DELLE IDEE La SEDIA WIEN nuova ospite de “Lo Spazio delle Idee” Anche questo mese “Lo Spazio delle Idee” prende la parola su Realtà Industriale per presentare un prodotto di eccellenza di un’azienda associata: la Sedia Wien di Calligaris. L’iniziativa è nata con l’obiettivo di fornire una vetrina privilegiata per prodotti innovativi e brevettati, uno spazio di esposizione temporanea che l’Associazione mette a disposizione delle aziende nell’ambito delle attività di supporto alla promozione delle stesse. Sotto la ormai famosa lampadina rossa nell’atrio di ingresso di Palazzo Torriani da marzo sono stati ospitati già sette prodotti nuovi, originali e coperti da brevetto. Questo mese la lampadina rossa ospita la nuova Sedia Wien di Calligaris. Disegnata da Lucidi & Pevere, essenziale ed elegante, Wien reinterpreta le linee classiche con materiali e tecnologie moderne. Il fusto è una pressofusione di alluminio verniciato o lucidato e sedile e schienale sono in policarbonato. Un elemento d’arredo dal design ricercato ed estremamente versatile: Wien è realizzabile in differenti versioni, in plastica trasparente o coprente lucida, in otto varianti di colore. Tante soluzioni e accostamenti possibili che la rendono adatta ad ambiti e ambienti molto diversi tra loro. Un grande esempio di ricerca e qualità, frutto di un esperienza fondata su 85 anni di storia e di forte passione. dicembre09 23 Economia Aziende I l presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha inaugurato mercoledì 4 novembre a Fossa, in Abruzzo, a pochi chilometri da L’Aquila, il Villaggio Friuli, costituito da 16 casette prefabbricate e realizzato, di concerto con la Protezione Civile regionale, dalle imprese Stratex di Sutrio ed Euroholz di Villa Santina (oltre che dalla Riccesi Spa di Trieste) ed illuminato dai dispositivi prodotti dalla società di filiera Athena cui fanno capo sette aziende friulane, di cui cinque carniche (B.Eng, DVM System, Car Audio System, Elettrica e Arte Edile), una udinese (Studio Marangone) e una pordenonese di Pravisdomini (Gielle Plast). INAUGURATO IN ABRUZZO IL VILLAGGIO FRIULI Le unità abitative godono di un impegno finanziario congiunto di Regione, Confindustria e Legacoop Fvg e implementato da cospicue donazioni, per 1,8 milioni di euro. Alla inaugurazione hanno preso parte il presidente della Regione Friuli, Renzo Tondo, il sottosegretario alla Protezione civile Guido Bertolaso e Luigi Calvisi, sindaco di Fossa, del paese devastato dal terremoto del 6 aprile scorso. Nel suo intervento, Berlusconi ha ricordato come il Friuli Venezia Giulia, “toccato” dal terremoto nel 1976, ha saputo portare in Abruzzo “la sua grande esperienza e le sue grandi capacità, dando in tempi ristretti una risposta in termini di alta solidarietà”, creando immobili che in qualche caso “sono ancora più belli di quelli che la popolazione sfollata di Fossa è stata costretta a lasciare”. Dunque, “grazie al Friuli Venezia Giulia ed alla generosità dei suoi cittadini, uomini forti”. “Da un lato - ha affermato a sua volta Tondo - con orgoglio restituiamo, con il nostro operato in Abruzzo, quella solidarietà che avevamo ricevuto 33 anni fa, dall’altro siamo in grado di offrire alla comunità di Fossa ‘case vere e proprie’, realizzate in pochissimo tempo grazie al collettivo contributo di tutto il Friuli Venezia Giulia, del suo sistema bancario e dei privati cittadini, delle istituzioni, Regioni ed Enti locali, e del mondo dell’impresa. Confermiamo, con la realizzazione di questo nostro Villaggio, il modello di una comunità in grado di reagire alle avversità”. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ed il presidente della Regione Renzo Tondo alla cerimonia inaugurale del “Villaggio Friuli” a Fossa in Abruzzo (foto Archivio Immagini Fvg) Secondo molti il Villaggio Friuli è il più bello dell’Abruzzo terremotato, o almeno così è il parere del sindaco Calvisi. “Effettivamente – conferma l’ingegner Andrea Macorig, della Euroholz – non abbiamo voluto fare le tradizionali case prefabbricate, ma qualcosa di più, dei villini dall’aspetto gradevole. Uno sforzo che ci è stato riconosciuto da chi ha già visto le nostre realizzazioni”. = La testimonianza del presidente LUCI All’inaugurazione del Villaggio Friuli ha partecipato anche Adriano Luci, presidente di Confindustria Udine. “Siamo lieti – è il commento del presidente – di aver contribuito tangibilmente a questa donazione che dimostra l’attenzione delle imprese a 360 gradi; un importante segnale di solidarietà in quanto tutti noi ricordiamo cosa significhi il termine ‘solidarietà’ in occasioni così difficili”. “Siamo altresì convinti – aggiunge Luci – che le nostre aziende possano mettere in campo competenze, esperienze ed organizzazione di primo ordine per affrontare qualsiasi progetto di ricostruzione, ma anche quella giusta dose di umanità che consente di condividere qualsiasi iniziativa o progetto di prospettiva. Concludo, ringraziando per la competenza e per la serietà la Protezione Civile regionale che, anche in questo frangente, ha dato dimostrazione di grande efficienza”. 24 dicembre09 “Le nostre case – aggiunge Nicola Plazzotta, della Stratex - sono a tutti gli effetti definitive, rispettando pienamente i parametri acustici e termici imposti dalla legge. E’ stato un buon lavoro di squadra, considerando che la Riccesi si è occupata dell’urbanizzazione del villaggio. In altre parole, siamo riusciti a dare alla popolazione un ‘prodotto’ chiavi in mano”. Dal canto suo, la società di filiera Athena ha montato i lampioni esterni. “In tutto – racconta Giovannino Bearzi, presidente di Athena e di B.Eng di Amaro – sono sette dispositivi di illuminazione a led, una tecnologia a basso consumo che produce una luce più intensa, versatile e conveniente. Ho provveduto personalmente, con l’impresa elettrica, ad effettuare la messa in opera”. “C’è molta Carnia nella ricostruzione dell’Abruzzo terremotato – evidenzia il capo della Delegazione di Tolmezzo di Confindustria Udine, Federico Gollino -. Un bell’esempio di squadra vincente che, attraverso l’aggregazione e la collaborazione tra imprese, sa unire le forze per centrare i traguardi prefissati”. a.l. dicembre09 25 Economia Aziende Lo stabilimento de Le Officine Riunite e il presidente Paolo Salvadori I CINQUANT’ANNI DE LE ORU I l passaporto per l’internazionalizzazione passa attraverso i cancelli de Le Officine Riunite – Udine, oggi parte di IMER Group. Lo sostiene Paolo Salvadori, presidente di quella Divisione Concrete di IMER Group che si identifica con ORU, facendo un bilancio dei cinquant’anni di attività dell’azienda nel momento in cui inizia una nuova espansione verso la Cina. «La nostra strategia di internazionalizzazione – dichiara il dottor Salvadori, ricordando il 50esimo anniversario di fondazione della ORU – si fonda su di un trasferimento globale dell’idea imprenditoriale. Non si tratta quindi di una semplice espansione commerciale. La nostra filiale cinese ha l’obiettivo di accrescere la nostra presenza e il nostro ruolo su quel mercato, rafforzando, contemporaneamente, la struttura produttiva in Italia». E in questo senso lo stabilimento di Basaldella è un elemento fondamentale di questa strategia. L’impianto friulano della IMER Group ha un ruolo fondamentale nella strategia di internazionalizzazione del gruppo, e rappresenta un cardine nel panorama industriale del Friuli Venezia Giulia. “Questa è una società prestigiosa – continua Paolo Salvadori – che è stata il punto di riferimento del settore della produzione di 26 dicembre09 calcestruzzo a livello nazionale e internazionale”. Le Officine Riunite sono state acquisite da IMER Group dieci anni fa: “Da allora abbiamo riorganizzato lo stabilimento, sfruttando le sinergie commerciali e le conoscenze tecnologiche portando a regime le potenzialità degli impianti”. Il tutto senza dimenticare l’identità dell’azienda: «Il marchio “ORU è rimasto nella denominazione dei prodotti – conferma Salvadori – perché IMER Group ha voluto tener conto della storia di questa azienda, pur mirando al completo ammodernamento dei mezzi esistenti con particolare attenzione alla qualità”. Sul mercato i prodotti realizzati a Basaldella di Campoformido sono riconosciuti come affidabili e innovativi, e questo sia a livello nazionale che internazionale. Da ricordare che dopo ORU, IMER Group nel 2002 ha anche acquisito L&T SpA di San Giorgio di Nogaro, un’azienda produttrice di autobetoniere e pompe per calcestruzzo. Nello stabilimento della ORU vengono oggi realizzate nuove tecniche per l’ottimizzazione della produzione e vengono effettuati investimenti concreti in risorse umane e marketing, come ricorda il presidente Salvadori. “In questo momento – dichiara – stiamo implementando tecniche in grado di rendere più omogeneo il flusso produttivo, garantendo la massima affidabilità e sicurezza”. Ricordiamo che la sede di Basaldella si sviluppa su una superficie di 150 mila metri quadrati (35 mila coperti) e dà occupazione a 250 dipendenti. La Divisione Concrete di IMER Group produce oltre 300 impiani l’anno (tra mobili, fissi e a raggio raschiante) e più di mille macchine per il trasporto e la posa in opera del calcestruzzo. Per quanto riguarda i dati di bilancio occorre riferirsi a quelli aggregati del gruppo che hanno raggiunto, nel 2008, i 149 milioni di euro di fatturato consolidato. A questo risultato ha contribuito un aumento delle esportazioni (+1,33%) che rappresentano oltre il 71% del totale fatturato. Qualche sofferenza si è registrata sul mercato interno che ha visto una flessione del 12%. Comunque i prodotti “Made in Basaldella” restano il prodotto di punta della strategia di internazionalizzazione di IMER Group: lo conferma la decisione della società di realizzare la filiale commerciale a Shanghai (in Cina) proprio per la commercializzazione delle soluzioni della Divisione Concrete. “La nuova filiale di Shanghai – conferma il presidente Salvadori – commercializzerà i prodotti realizzati dalla Divisione Concrete. Prodotti che rappresentano le soluzioni tecnologiche di punta nel settore e che ci hanno permesso di presidiare fruttuosamente il mercato”. Se anche gli altri prodotti del Gruppo entreranno a far parte del pacchetto di offerta sul mercato cinese, per ora IMER Group punta proprio su ORU per aggredire una realtà in grande sviluppo. Alessandro Montello dicembre09 27 Economia Botta & Risposta RAFFAELLA CODUTTI Codutti Spa = Che cosa vuol dire essere un’imprenditrice? Vuol dire anche essere madre e avere una famiglia. Riuscire a coordinare le due attività non è sempre facile. Io sono stata fortunata perché mi ha aiutato mia madre quando avevo i bambini piccoli e perché oggi sono i miei stessi figli ad aiutarmi. Dal punto di vista lavorativo, quando arrivai in azienda una donna che andasse oltre il livello di segretaria era una rarità e, quindi, dovetti affrontare diverse difficoltà e resistenze. Per fortuna il sostegno di mio padre, dei miei zii e dei miei cugini mi permise di crescere. In generale credo che per essere imprenditore si debba avere un grande amore per l'impresa. Quelle con un'adeguata patrimonializzazione che siano capaci di abbassare il punto di pareggio. Noi abbiamo un patrimonio costruito negli anni e stiamo ridefinendo i budget per abbassare il nostro punto di pareggio. Per fortuna il nostro è un mercato molto frazionato senza leader capaci di imporsi a tutti gli altri. Quindi, facendo scelte positive dal punto di vista competitivo si possono recuperare quote di mercato. = Come si combatte la concorrenza dei produttori dei Paesi emergenti, come la Cina? Credo che il segreto sia quello di puntare alla qualità che loro ancora non riescono a copiare e sulla capacità di saperla vendere. Nel mobile per ufficio la competizione con i cinesi c'è più sulla fascia bassa, operativa, non certo su quella alta, direzionale. Inoltre chi compra il mobile per ufficio è un esperto che sa valutare i dettagli tecnicoproduttivi e, quindi, mediamente, sa apprezzare la qualità superiore dei prodotti italiani. = Le aziende in Italia fanno abbastanza per agevolare il lavoro femminile? Nella nostra realtà abbiamo dato ascolto alle esigenze delle donne cercando di venire loro incontro. Purtroppo, mi è capitato di sentire di alcune aziende dove i rapporti umani sono difficili, mentre io credo che curare i rapporti umani sia = Quanto conta nel vostro settore una rete di vendita adeguata? fondamentale per gestire bene un'impresa. E’ un'esigenza molto sentita per avere una presenza capillare sui mercati. Servono venditori = Cos’è l’etica per un imprenditore? preparati dall'impresa che, pur essendo pluriEssere sempre chiari e corretti. mandatari, si sentano parte dell'azienda e che la = Quali sono le principali difficoltà nell’esse- vivano come fosse una famiglia. Per questo noi stiamo investendo molto nella formazione e nella re imprenditore oggi in Italia e Fvg? fidelizzazione della rete di vendita. Riuscire a tenersi sempre aggiornati di fronte a cambiamenti sempre più veloci. Dover combatte= Avete difficoltà a reperire il personale? re con una burocrazia eccessiva e con una mancanza di modernizzazione dell'apparato pubblico Se parliamo di personale qualificato, sicuramente che si traducono in un extracosto per le imprese. si. = Come state vivendo la crisi del settore mobile arredo? Nati come produttori di banconi da bar e arredi per negozi, siamo prima passati a produrre scaffalature e mobili per ufficio e dagli anni '90 ci dedichiamo esclusivamente ai mobili per ufficio, abbinando essenze di legni pregiati, tecnologie avanzate per la lavorazione dei metalli e lavorazione del cuoio con precisione sartoriale. E' una scelta di nicchia e specializzazione che ci sta premiando sui mercati di fascia alta. = Qualcuno sostiene che dipende dalla poca voglia di lavorare dei giovani d'oggi. E' d'accordo? No. Non direi che i giovani d'oggi abbiano poca voglia di fare, piuttosto che spesso hanno una idea della realtà lavorativa molto teorica e distorta. Scuole e Università dovrebbero prevedere un periodo durante il quale gli studenti abbiano la possibilità di entrare direttamente in contatto con il mondo del lavoro. Ciò li aiuterebbe a essere meno spaesati una volta terminati gli studi. = In generale come sta andando il settore in questo periodo di crisi? Fino a maggio 2009 il mercato ha tenuto, dopo le ferie estive c'è stato un netto calo dei fatturati. So che molte aziende, come noi, stanno combattendo cercando di rafforzarsi o recuperare i mercati dove erano già presenti e di trovare nuovi mercati. Noi, ad esempio, stiamo approcciando con qualche successo il mercato indiano e quello di alcuni Paesi africani. = L'ultimo numero di Realtà Industriale ha dedicato un focus al tema Friulano vs Inglese. Cosa ne pensa? Che il friulano vada tutelato, ma ciò non si deve trasformare in un eccesso di localismo. E', poi, ovvio che per lavorare lo studio dell'inglese è oramai assolutamente necessario. = Quali aziende potranno superare la crisi? 28 dicembre09 = Cosa pensa degli imprenditori che si dedicano alla politica? Che farebbero meglio a continuare a fare gli imprenditori. = Come giudica l'approccio della politica italiana alla crisi? Mi pare che siano state fatte tante chiacchiere. Mentre un'azienda ha bisogno di fatti concreti. Come, ad esempio, la puntualità nei pagamenti da parte della pubblica amministrazione... = Cosa pensa dello scudo fiscale? Mi lascia molto perplessa. = L’evasione fiscale è un reato da punire o una forma di difesa da una tassazione eccessiva? La tassazione è eccessiva, ma le leggi vanno rispettate. L'evasione non è corretta, anche perché se tutti pagassero le tasse potremmo contare su servizi migliori. = Un personaggio del passato del quale l’Italia avrebbe bisogno oggi? Indro Montanelli = Un personaggio del presente del quale potremmo fare a meno? Tanti. c.t.p. Codutti Spa i dati Anno di fondazione: 1954 Sedi operative: via Bonavilla - 33037 Passons di Pasian di Prato - via Maù 2/1 - 10 - 33035 Martignacco Fatturato 2008: 10.545.300 euro Dipendenti: 79 Prodotto: arredi direzionali e operativi per ufficio; sistemi di pareti modulari Export: 66% dicembre09 29 Economia Analisi RIPRESA PALLIDA O ccorre prendere consapevolezza che il mondo è cambiato e che molte convinzioni vanno riviste: la crescita non è illimitata, la fiducia acritica nei confronti del mercato si è rivelata sbagliata, il valore non si crea con la moltiplicazione esponenziale del rischio ma sulla capacità di sviluppo dell’economia reale fondata sul lavoro e sull’impresa. Il punto di minima della caduta produttiva pare superato ma la ripresa si preannuncia fragile ed incerta, ancora dipendente dal sostegno della politica economica. Quando la crisi dell’economia reale è stata determinata, come in quest’ultimo anno ma con una dimensione sistemica ed ampiezza globale mai manifestatasi, dalla crisi finanziaria, i tempi di ripresa della produzione e del lavoro sono risultati più lunghi di quelli di una normale recessione. Il recupero che si è registrato nel terzo trimestre di quest’anno dalla produzione industriale ha beneficiato del processo di ricostituzione delle scorte. L’andamento positivo della produzione industriale ha “trascinato” l’inversione di tendenza del prodotto. Dopo 15 mesi, infatti, si è interrotta la caduta del PIL, la più lunga e la più costosa dal secondo dopoguerra. Ma la crescita è risultata inferiore ai livelli che erano attesi dall’andamento della produzione industriale. Tensioni sul mercato del lavoro, razionamento/selezione del credito, tasso di cambio euro/ dollaro possono esserne state le determinanti. Le prospettive di consolidamento della ripresa, ora incerta, sono legate sia alla tenuta del processo di rafforzamento della domanda estera, ma soprattutto alla possibilità di rilancio della 30 dicembre09 domanda interna. Ma, sotto questo profilo, consumi ed investimenti costituiscono un aspetto critico. I consumi sono condizionati dalla capacità delle spesa delle famiglie sulla quale andranno a scaricarsi gli effetti del ridimensionamento dell’occupazione e del conseguente contenimento del reddito disponibile. Gli investimenti verrebbero limitati dalla selezione del merito di credito e dalla capacità produttiva in eccesso (l’indagine congiunturale interna di Confindustria Udi- Permangono interrogativi sulla robustezza del recupero ciclico ne segnala che il grado di utilizzo degli impianti è sceso in un anno dall’88 al 58%). A questo si aggiungono i rischi di tensioni valutarie con la sopravvalutazione dell’euro che viene a penalizzare la nostre esportazioni proprio quando si profila il recupero della domanda internazionale. Quindi permangono interrogativi sulla robustezza del recupero ciclico. Dopo il rimbalzo del terzo trimestre l’attività produttiva si assesterebbe mantenendo comunque una dinamica leggermente positiva per stabilizzarsi nella prima parte del 2010 ed assumere una maggiore consistenza nella seconda metà. La gradualità del ciclo rifletterebbe la lentezza della ripresa in particolare nell’area dei paesi avanzati. Quindi la ripresa è prevista ma sarà “pallida”. Per le imprese la “ripresa” è il futuro che ciascun imprenditore saprà costruire. Le imprese, da quelle piccole e medie a quelle grandi, hanno reagito alle spinte recessive puntando sulla riduzione dei costi nel segno dell’efficientamento, sull’innovazione di prodotto, sull’ampliamento e sulla diversificazione dei mercati, sulla personalizzazione del servizio. Chi più ha “investito” in queste strategie meglio si è attrezzato per la fuoriuscita dagli effetti della recessione che non sarà neutrale. La selezione imposta dal mercato con la recessione si è acuita. L’importante e non subirla ma gestirla. Quindi serve una politica economica attenta a favorire la competitività di sistema ed una politica industriale che promuova i processi di crescita delle imprese. La legge finanziaria regionale, pur vincolata dal calo delle entrate e dalla rigidità della spesa, non può disattendere questa esigenza complessiva puntando sulla priorità della difesa del lavoro e della salvaguardia delle potenzialità di sviluppo del sistema delle imprese. Ezio Lugnani Associazione In primo piano MISSIONE IN BRASILE E CILE “Il Cile e soprattutto il Brasile sono destinati a recitare un ruolo di protagonisti nello scacchiere dell’economia internazionale. La nostra fortuna è che sono due Paesi già nostri amici grazie alla forte presenza di italiani o di persone di origine italiane. Solo nello Stato di San Paolo sono cinque milioni. Quindi, ci sono tante affinità legate alle origini, alla storia, alla cultura ed in questo momento alle relazioni governative. Le opportunità sono diverse e vanno colte. il nostro Governo, con gli incisivi interventi dei vice-ministri Scotti ed Urso, e Confindustria si sono positivamente adoperati per aprire la strada alle nostre imprese, sottolineando però, nel contempo, l’importanza dell’abbassamento dei dazi che in questo momento sono elevati e limitano le importazioni”. E’ il bilancio consuntivo del presidente di Confindustria Udine, Adriano Luci, al rientro, assieme al vice-presidente dell’Associazione Matteo Tonon, dalla missione in Brasile e Cile promossa dal 9 al 13 novembre da Confindustria, Abi, Ice, assieme ai Ministeri dello sviluppo economico e degli Affari esteri. Prima tappa a San Paolo dove intenso è stato il ruolino di marcia per i 400 imprenditori in rappresentanza di 216 imprese italiane: il programma si è sostanziato infatti in seminari sulle opportunità di investimento, in un forum istituzionale con la partecipazione tra gli altri del presidente brasiliano Luis Inacio Lula, del ministro italiano per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola e del presidente nazionale di Confindustria Emma Marcegaglia, e in 1.485 incontri BtoB tra aziende. Sia Luci che Tonon sono rimasti piacevolmente stupiti delle potenzialità della nazione carioca: la nona economia mondiale per il potere d’acquisto, una crescita tra il 4,2 e il 5% prevista per il 2010, un piano di investimenti in infrastrutture da 190 miliardi di euro, cui vanno aggiunti gli ingenti investimenti da stanziare – altri 70-75 miliardi – per la Coppa del Mondo di calcio del 2014 e per le Olimpiadi del 2016. “Il Brasile dimostra, con i fatti, di volere e di sapere crescere – ha dichiarato Luci -. La politica di Lula, sostanziatasi nella riduzione delle tasse per le imprese e lavoratori, unita alla modernizzazione del sistema Paese, ha permesso a questa nazione di uscire dalla crisi prima di molti altri. E’ evidente che, già da ora, il Brasile è un competitor con cui ci dovremo inevitabilmente confrontarci”. La speranza è che l’interesse espresso dal presidente brasiliano Lula per le PMI italiane non sia solo di facciata. “Specie sulle infrastrutture da realizzare per i Mondiali di calcio e le Olimpiadi – aggiunge Luci - l’Italia vorrebbe giocare la sua partita. Restano tuttavia da superare alcuni nodi, primo fra tutti, il problema dei dazi troppo alti, fino all’80%, che non permettono ai beni di consumo made in Italy di penetrare nel mercato carioca”. Dall’alto, i relatori del forum di San Paolo del Brasile e un momento del meeting tenutosi a Santiago del Cile Dopo San Paolo la missione si è spostata a Santiago del Cile con la partecipazione ad un seminario plenario dedicato alla presentazione delle opportunità di cooperazione con il Cile organizzato in collaborazione con le autorità di Governo cilene – presente il vice-presidente della Repubblica Edmundo Perez Yoma - e le locali agenzie di promozione degli investimenti. “Il Cile – evidenzia Luci - non si è ancora affermato come il Brasile quale uno dei protagonisti dell’economia mondiale, ma offre comunque allettanti opportunità di collaborazione industriale e di investimento alle imprese italiane, non fosse altro per la sua invidiabile posizione geografica. Di fatti, grazie anche ad una lungimirante strategia di apertura multilaterale sul versante degli scambi commerciali, rappresenta una porta d’accesso privilegiata per penetrare nei mercati dell’America Latina o in aree mature quali Giappone o Stati Uniti”. A.L. dicembre09 31 Associazione Palazzo Torriani News WELCOME DAY CONFINDUSTRIA LA STORIA ACCOGLIE IL FUTURO O ltre duemila imprenditori del Nord hanno partecipato giovedì 12 novembre ad Assago al 3° Welcome Day di Confindustria. Tra questi era presente anche una delegazione di Confindustria Udine composta da una trentina di imprenditori, tra neoassociati ed associati di lungo corso. In questa Giornata di Benvenuto alle imprese neoassociate che - come ha annunciato il vice presidente Edoardo Garrone hanno raggiunto quota 141.599 (+8,9% di iscrizioni rispetto al 2008) sono state inoltre premiate le venti imprese che vantavano il rapporto associativo più antico. L’incontro a porte chiuse, fortemente voluto dalla presidente Emma Marcegaglia, si è caratterizzato come un momento di confronto per condividere le strategie e i disegni futuri dell’organizzazione attraverso l’ascolto dei pareri e delle esigenze direttamente espressi dalla base associativa che ha risposto alla chiamata con una lunga serie di interventi. Tra gli associati “over 50”, la nostra Associazione si è onorata di schierare gli imprenditori di due aziende iscritte fin dall’anno della sua fondazione, nel 1945: Giacomo Chiarandini, delle Officine Chiarandini Srl di Udine e Enrico Rosina della Folicaldi di Cividale del Friuli, e di due aziende di poco più “giovani”: Antonio Tarussio dell’omonima azienda di Paularo e Carlo Tonutti, della Tonutti Macchine Agricole di Remanzacco. A ricordo dell’evento, la signora Solidea Tarussio ha desiderato omaggiare con una gerla ricolma di scarpets carniche, accompagnata da un fiammante biglietto rosso, l’intrepida “donna di ferro” della Confindustria! Barbara Franceschelli Area Organizzazione, Marketing e Sviluppo Confindustria Udine Welcome Day Confindustria: la relazione della presidente Emma Marcegaglia, poi con alcuni delegati e, sotto, con Giacomo Chiarandini g Rinnovato il sostegno alle start up del Parco te di Confindustria Udine e di Friuli Innovazione – possono trarre molti vantaggi dal collegamento con il sistema industriale locale, dal capire meglio come funziona un’impresa avviata a farsi un’idea più precisa del mercato di riferimento e delle opportunità di sviluppo commerciale”. Siglate per la prima volta nell’ottobre 2007 le convenzioni sono state rinnoAlberto Toffolutti (foto Gasperi) vate per tutte le aziende Techno Seed, ed estese anche alle ultime nate: Dermap Srl, e-laser Srl e The Business Game Srl. Soddisfatti gli imprenditori che hanno già usufruito dei servizi: “Ho parteciono state firmate le nuove convenzioni tra Confindustria Udine e le start pato ad alcuni seminari e alle riunioni di categoria con i referenti del mio up incubate al Parco scientifico e tecnologico Luigi Danieli di Udine, in settore – racconta Mauro Majeroni, della Gestiware Srl specializzata in base alle quali le giovani imprese possono accedere a tutti i servizi proposti agli associati e ricevere consulenza e assistenza specifica sulla ricerca di per- sistemi gestionali innovativi per le aziende – ed stato utile sia per approfondire aspetti economici, finanziari e tecnologici, sia soprattutto per rafforzare sonale e sull’internazionalizzazione. le relazioni con il territorio e con le altre imprese. Ci si sente parte di un sistema che sostiene e tutela”. Confindustria Udine rinnova così il sostegno alle start up nate dal progetto La reciproca conoscenza e la condivisione sono un valore aggiunto anche Techno Seed, gestito da Friuli Innovazione, Università di Udine e Ires FVG. Un progetto che si è concluso alcuni mesi fa e che, in poco più di due per Andrea Bertoni della Fill in the blanks Srl, che sviluppa architetture informatiche e servizi di business continuity. “Ho conosciuto altri imprendianni, ha accompagnato 15 nuove idee imprenditoriali dalla fase di sviluppo alla creazione di vere e proprie imprese nel settore informatico, con quasi 80 tori, con le loro idee ed esperienze. E’ stato utile per sapere come si evolve il sistema produttivo locale e su quali aspetti puntare per far crescere la mia addetti e un fatturato di oltre 1 milione di euro (dati 2008). “I giovani imprenditori – ha commentato Alberto Toffolutti, vice presiden- azienda”. S 32 dicembre09 dicembre09 33 Associazione Eventi S otto i migliori auspici è nato giovedì 5 novembre www.greenfvg.it, il primo portale dedicato alla sostenibilità ambientale e al “buon essere” in Friuli Venezia Giulia. Presentato alla stampa a palazzo Torriani, nella sede di Confindustria Udine, la nuova “creazione” on line dell’Agenzia Friulimmagine, si è data il compito di muoversi in una nuova direzione, quella della eco sostenibilità a servizio della comunicazione dell’impresa e delle Istituzioni del territorio. Numerose le personalità intervenute per portare il loro saluto. Hanno aperto i lavori Alberto Toffolutti, presidente del Comitato per la Piccola Industria di Confindustria Udine, e Claudio Magon, capogruppo del Terziario Avanzato di Confindustria Udine. Sono seguiti i saluti del professor Paolo Pascolo, rappresentante Governativo nell’EEVC e Direttore del Consorzio Interuniversitario di FORmazione e COMunicazione e Università di Udine, e gli interventi di Enrica Gallo, editore di GREEN FVG, e Adriano Del Fabro, direttore editoriale del portale. Un’iniziativa nuova per la nostra regione che, come si è potuto cogliere dalle parole del direttore Del Fabro, è nata dalla sensibilità per le tematiche ambientali. Uno strumento indipendente, punto di contatto tra la semplice intenzione e l’attuazione della buona pratica. Green FVG, desidera raccontare attraverso la qualità dei suoi contenuti, la filosofia quotidiana del “buon essere” e la prassi dell’economia della felicità. “La green economy è già tra noi ma deve ancora esprimersi a 360°. Green FVG, per ora, può essere visto come un seme da cui potranno originare molte altre piante a servizio dell’economia e della collettività”. 34 dicembre09 Da sinistra: Adriano Del Fabro, Alberto Toffolutti, Claudio Magon, Paolo Pascolo ed Enrica Gallo (foto Gasperi) CONFINDUSTRIA UDINE TIENE A BATTESIMO GREENFVG Nasce il primo portale a impatto zero per il buon essere in Friuli Venezia Giulia Un pensiero condiviso da Enrica Gallo che ha sottolineato come Green FVG sia una piattaforma sulla quale l’utente finale può trovare la qualità dell’informazione eco sostenibile, sia essa relativa a un prodotto o a un servizio che un’azienda o un’istituzione desidera offrire e comunicare. La costituzione di un comitato scientifico è infatti uno degli obbiettivi prossimi per far sì che all’indipendenza della redazione si unisca il prezioso e necessario contributo scientifico. Una scienza che ha affascinato la platea attraverso l’intervento del professor Pascolo che ha portato la sua esperienza di divulgatore scientifico per caratterizzare il nuovo portale creato da Friulimmagine. Nell’immenso mare di internet, la dispersione dell’informazione è inevitabile. Creare un portale riconoscibile per le sue qualità contenutistiche rappresenta un’opportunità prima di tutto per il tessuto economico della nostra regione che, attraverso il suo utilizzo, può ritagliarsi una vetrina riconosciuta come qualitativamente superiore. L’interattività è una risposta alla condivisione delle informazioni e in uno scenario di crisi ancora incerto come quello attuale, ha ricordato nel suo intervento Alberto Toffolutti, la ricerca di risposte nello sviluppo dell’ambito eco sostenibile può essere un impulso per l’economia. “Un’iniziativa che dimostra il valore del settore dei servizi - ha affermato Claudio Magon, - che attraverso l’Agenzia Friulimmagine e il suo nuovo progetto evidenzia in modo più tangibile il valore spesso fluttuante del settore che per la sua scarsa materialità diventa difficilmente rappresentabile”. Una sostenibilità concreta si delinea quindi all’orizzonte della comunicazione del Friuli Venezia Giulia: indipendente, di qualità, a impatto zero e al servizio dello sviluppo economico verde. Dal 5 novembre on line su www.greenfvg.it. dicembre09 35 Associazione Edilizia I COSTRUTTORI INCONTRANO DE ANNA Chiesta la semplificazione degli adempimenti e una normativa uniforme su tutto il territorio regionale. Denunciato il fenomeno della corsa al massimo ribasso che non può garantire una ottimale qualità edificatoria I l castello di Rive d’Arcano, di proprietà dell’ingegner Domenico Taverna che lo ha gentilmente concesso, è stato il luogo d’incontro del vertice dei costruttori edili dell’ANCE del Friuli Venezia Giulia con l’assessore regionale ai Lavori Pubblici Elio De Anna. Presenti i componenti del Direttivo regionale e quelli dei quattro Direttivi provinciali dell’ANCE, e con la partecipazione anche del Sindaco di Rive d’Arcano e del Presidente di Confindustria Udine, Adriano Luci, la riunione ha preso atto che la realtà del mondo delle costruzioni non è ancora uscita dall’emergenza; che l’amministrazione pubblica non ha ancora sbloccato la macchina burocratica e che i provvedimenti assunti, purtroppo, si sono rivelati insufficienti. Bastano due dati per fotografare la situazione: gli operai edili in Friuli Venezia Giulia sono passati da 15.029 (2007) a 13.535 (2009), mentre le imprese operanti sono scese da 3.319 (2007) a 2.978 (2009). L’allarme è stato lanciato dal presidente regionale ANCE, Donato Riccesi, che ha evidenziato come la pur apprezzabile attenzione dimostrata dalla politica al comparto delle costruzioni non si è tradotta in efficaci iniziative di in- versione del ciclo economico. Soprattutto, secondo Riccesi, la complessità della normativa che disciplina i lavori pubblici impone alle Amministrazioni e alle imprese una permanente e controversa interpretazione, provocando incertezza e il paradosso è che le aziende hanno ormai più bisogno di avvocati che di ingegneri. “E’ ora che il Governo regionale – ha affermato Riccesi – avvii una radicale semplificazione degli adempimenti, puntando sull’univocità della disciplina su tutto il territorio regionale, chiudendo ogni protagonismo di singoli comuni o di singoli funzionari”. Al centro della discussione anche la recente Legge regionale del febbraio 2009 che permette alle stazioni appaltanti di poter assegnare lavori pubblici fino a un massimo di cinquecentomila euro attraverso una procedura negoziata: un provvedimento che avrebbe dovuto superare la suicida corsa al massimo ribasso e che invece viene sistematicamente ignorato dalle Amministrazioni locali, che probabilmente rifuggono da un maggiore profilo di responsabilità. La conseguenza è che solo il 30-35% degli appalti viene aggiudicato a imprese regionali, mentre il ribasso medio tocca ormai punte del 50-60%, ponendo un preoccupante interrogativo sul livello di qualità che si può realizzare con una spesa inferiore alla metà di quella preventivata. Donato Riccesi ha sollecitato ancora una volta l’urgenza di un processo di responsabilizzazione di tutto il percorso che porta alla realizzazione di un’opera, attraverso una disciplina capace di valorizzare il merito e la capacità di impresa, con norme per la partecipazione alle gare fondate su requisiti meno formali e più sostanziali, affinché le persone, le attrezzature, i tecnici possano rappresentare il fattore discriminante tra le vere imprese industriali e quelle fasulle. L’assessore Elio De Anna non si è sottratto a un serrato confronto, sottolineando l’impegno assunto dall’Amministrazione regionale per affiancare le imprese delle costruzioni in una fase estremamente complessa della realtà socio-economica, ricordando anche la legge regionale predisposta per accelerare le procedure per la progettazione degli appalti. Nel corso del summit sono intervenuti anche i presidenti provinciali dell’ANCE: Pontarolo (Pordenone) sottolineando l’importanza del protocollo di valutazione energetica quale strumento cruciale per migliorare la qualità edificatoria; Cividin (Trieste) che ha evidenziato la necessità di un monitoraggio delle opere realizzate; Hoffman (Gorizia) che ha richiamato la necessità dell’adeguamento dei prezziari da parte della Regione; Frata (Udine) che ha evidenziato il potenziale effetto volano che le opere viabilistiche di intervento strategico affidate al Commissario straordinario potrebbero determinare a beneficio del settore delle imprese edili industriali. Franco Rosso Al castello di Rive d’Arcano il vertice dei dirigenti dell’ANCE FVG, alla presenza dell’assessore regionale Elio De Anna 36 dicembre09 Associazione Edilizia RICOSTRUZIONE KOSOVO STRATEGICA PER LE AZIENDE FVG Al centro, Giuliano Vidoni (foto Gasperi) G uardare ad Est è un’opportunità importante per l’economia del Friuli Venezia Giulia, che grazie al supporto di Informest può trovare nuovo spazio nei mercati dell’Europa orientale. Il caso specifico del Kosovo, e delle sue infrastrutture, è stato giovedì 5 novembre al centro di una giornata di lavori tra Gorizia e Udine, a palazzo Torriani, nella sede dell’Ance, cui hanno partecipato aziende della regione, rappre- sentanti delle istituzioni e delle associazioni del settore del Kosovo. Particolarmente significativa, in questa occasione, la partecipazione del mondo accademico, con il coinvolgimento delle Facoltà di Architettura e Ingegneria dell’Università di Trieste e di Pristina. Il Kosovo ha infatti in programma investimenti importanti nella costruzione o nel UDINE RASSICURA: AVVIEREMO I CANTIERI rande impegno dell’Amministrazione comunale elettorale dell’Amministrazione G di Udine nell’avviare il maggior numero di e con le attese dei cittadini. cantieri edili per il rinnovamento e lo sviluppo della città e per la salvaguardia dell’imprenditoria edile e delle relative maestranze. Tali assicurazioni sono state fornite dal sindaco di Udine prof. Furio Honsell al termine dell’incontro con una delegazione di costruttori edili di Confindustria Udine guidata dal capogruppo Ugo Frata. All’incontro erano anche presenti il vice sindaco Vincenzo Martines, l’assessore alla Gestione Urbana Gianna Malisani, l’assessore alla Mobilità Enrico Pizza ed il dirigente ing. Luigi Fantini. Il sindaco Honsell ha ricordato che già nel corso del 2009 i cantieri attivati in città sono risultati numerosi per un impegno finanziario notevole e che i progetti in corso risultano in linea con il programma rinnovamento dell’infrastruttura stradale (108 milioni di euro nel 2008, 230 nel prossimo biennio). Gli appalti possono dunque diventare un’opportunità da non perdere per i costruttori del Friuli Venezia Giulia. Per questo, Informest è presente sul territorio, a fianco delle nostre imprese, con il Desk Kosovo (iniziativa co-finananziata dalla Legge regionale 19/00). Nel mese di dicembre (dal 15 al 18), in occasione della missione per le imprese organizzata da Informest in Kosovo, un secondo workshop, a Pristina, approfondirà ulteriormente le tematiche trattate oggi, per arrivare alla partecipazione ai bandi e per stabilire sinergie anche tra le università. “Questi bandi possono essere importanti per l’economia del Friuli Venezia Giulia ha spiegato la vicepresidente di Informest Silvia Acerbi -. E’ importante essere presenti sul territorio, con i nostri corrispondenti, e avere una maggiore presenza istituzionale, d’accordo con la Regione. E’ la nostra ‘politica estera’, che porta risultati alla nostra economia”. “In questo momento di stallo nazionale - ha spiegato Giuliano Vidoni, componente dell’Ance regionale - l’imprenditoria che ha coraggio deve prendere la valigia. Per crescere e consolidarsi bisogna guardare all’estero. Il Kosovo è una realtà interessante e accessibile. L’iniziativa di oggi serve proprio per capire i programmi, i finanziamenti futuri di questo paese”. te anno che consentirà l’accensione dei mutui già nel 2009 senza gravare sul bilancio del prossimo anno. L’assessore Pizza ha illustrato i programmi riguardanti le infrastutture e la viabilità, sottolineando come nel corso del 2010 verranno ulteriormente incrementate le disponibilità finanziarie sulle manutenzioni stradali e la costruzione o sistemazione dei marciapiedi. L’assessore Malisani ha quindi elencato alcune opere riguardanti l’edilizia scolastica per circa 6 milioni e mezzo di euro Il presidente dei costruttori edili e tra questi l’ampliamento e friulani, Ugo Frata, ha sottolineato la ristrutturazione della scuola che “le crescenti difficoltà del settore primaria “Ippolito Nievo” con delle costruzioni che, dopo un lungo un progetto preliminare di 3 Il sindaco Furio Honsell periodo di espansione, subisce oggi milioni e 300 mila euro, l’amuna crisi di dimensioni impreviste. pliamento e la ristrutturazione Tale crisi potrebbe determinare a della scuola primaria Mazzini e la costruzione della breve per le imprese locali una riduzione degli nuova scuola per l’infanzia di Via Baldasseria Media, organici, aggravando la situazione occupazione con un progetto preliminare di 1 milione e 200 provinciale e disperdendo parte delle proprie capamila euro. Nell’elencare tali iniziative l’assessore Malisani ha anche espresso viva soddisfazione per cità produttive faticosamente raccolte in tanti anni di attività”. l’approvazione dei progetti entro la fine del correndicembre09 37 Associazione Alimentari e Bevande VIAGGIO NEL GUSTO SECONDA PUNTATA Lattiero caseario: valutazioni e prospettive. La parola alle aziende Nella foto Marco Pezzetta e Franco Panciera (foto Gasperi) L e aziende industriali della lavorazione del latte affrontano le sfide della globalizzazione e rilanciano puntando su efficienza, ricerca, cultura della qualità e delle tradizioni. Franco Panciera (D.G. delle Latterie Friulane) e Marco Pezzetta (titolare dell’omonima azienda fagagnese di specialità friulane) concordano sui numeri: il 2009 si chiuderà per il settore con una flessione dell’ordine del 4 – 5% per i volumi e del 3% per i fatturatati. E concordano anche sul fatto che se il 2010 confermasse il trend del 2009 non ci si dovrebbe lamentare, alla luce di due principali fattori condizionanti: la politica agricola comunitaria che passando dal sostegno dei prezzi alla politica di redditualità agricola ha di fatto abolito tutti gli ammortizzatori di mercato aprendo lo stesso a repentine e ampie oscillazioni speculative; l’evoluzione degli stili di vita dei consumatori che si intersecano con una crescente diffusione della grande distribuzione, rivoluzionando 38 dicembre09 le tradizionali collocazioni dei prodotti sul mercato. Due fattori che, ovviamente, si assommano ad una inequivocabile maggiore accortezza dei consumatori che si esplicita anche in una accentuata parsimonia nell’acquisto dei prodotti di base, pur restando questi sostanzialmente anelastici (anche per i redditi più contenuti) all’oscillazione dei prezzi. Prezzi, che secondo Pezzetta, per molti prodotti sono rimasti praticamente immutati dal 1993 (ad esempio il formaggio Montasio) e che per Panciera influiscono comunque limitatamente come stimolo all’aumento del consumo del latte. Ma i venti della globalizzazione soffiano da est proponendo competitive forniture di latte e da ovest allargando anche nel Friuli Venezia Giulia la grande distribuzione, attraverso i cui punti vendita viene commercializzato più del 55% dei prodotti caseari. Ma gli industriali friulani del settore hanno le idee chiare: per Panciera (alla guida di un colosso che fattura 75 milioni di Euro all’anno e quotidianamente fornisce 5000 punti vendita) in una regione ad incremento demografico nullo prima di tutto bisogna equilibrare l’offerta con la domanda e poi – dando la qualità come prerequisito di base – bisogna dare costanza al prodotto e puntualità nel servizio. Per Pezzetta (da tre generazioni specializzati nella stagionatura di formaggi) diventa strategico captare il ruolo positivo della grande distribuzione, sul piano della valorizzazione dell’immagine dei prodotti, e realizzare una distribuzione che sappia modernamente proporre stagionature specifiche per un consumatore sempre più attento e raffinato. Pezzetta cita l’impegno della sua azienda sul fronte della ricerca enogastronomica, che oggi declina il formaggio in grotta come quello ubriacato o il cosiddetto blu al ramandolo. Due strategie aziendali che riflettono una virtù imprenditoriale diffusa nel settore, attento ad intercettare i nuovi gusti dei consumatori e a cogliere le opportunità dei nuovi sistemi distributivi. La grande distribuzione porta in Friuli anche prodotti che vengono da lontano, ma allo stesso tempo permette di proporre sugli scaffali di Palermo o di Genova la tipicità dei prodotti friulani. Certamente la sfida sta nel tener alta l’immagine della produzione del settore (e Regione e Consorzi stanno facendo la loro parte) e nello stesso tempo nell’affinare continuamente la qualità e la genuinità dei prodotti, che sul fronte della produzione casearia concretamente può vantare una genuinità che nasce da veri “chilometri zero” e una tipicità realmente insuperabile. E poi anche la crisi, in qualche modo, sta dando una mano: magari ci sono meno tavoli serviti nei grandi ristoranti, ma le famiglie controbilanciano acquistando prodotti di qualità per raffinati incontri conviviali nell’intimità domestica. Ma se questo è l’aspetto per qualche verso positivo, il risvolto della medaglia è rappresentato dalla progressiva sparizione sul territorio dei piccoli negozi di quartiere, insuperabili medium tra produttori locali e gusti popolari, legati alla tradizione e alla genuinità. Questo è un fenomeno che, purtroppo, accomuna più settori in una evoluzione della società in forma più moderna ma sicuramente più standardizzata e anonima. f.r. Associazione Web g News da Internet su www.confindustria.ud.it FISCALE = Programma delle revisioni degli studi di settore applicabili a partire dal periodo di imposta 2010 = Servizi telematici: c’è tempo fino al 31 ottobre per comunicare i gestori incaricati senza perdere l’abilitazione = Appalto di opere ultrannuali e Sal: regime fiscale delle ritenute a garanzia = Tremonti-ter: le istruzioni applicative dell’Agenzia delle Entrate = Rimborso Irpef/Ires per mancata deduzione dell’Irap: nuova procedura = Il secondo acconto Irpef, Ires, Irap in scadenza il 30 novembre 2009 = Dichiarazione riservata attività emerse (scudo fiscale): modificato il modello = Deducibilità costi da Paesi black list: le istruzioni per gestire le controversie pendenti = Novità sulle dichiarazioni INTRA per il 2010 COMMERCIO ESTERO = Fiere – Steel Fab 2010 – Sharjah 11-14 gennaio 2010 = Thailandia – Incontri d’affari per le pmi – Bangkok 30 novembre-1° dicembre 2009 = Fiere – CeBIT 2010 – Hannover 2-6 marzo 2010 = Fiere – Kievbuild 2010 – Kiev 23-26 febbraio 2010 = Fiere – Internazionale di Hannover – 19-23 aprile 2010 = Russia – Showroom progetto Olimpiadi – Sochi 1° dicembre 2009-31 dicembre 2010 = Siria – Missione economica – Damasco 23-27 novembre 2009 = Kazakhstan – Business Forum – Roma 4 novembre 2009 = Fiere – Wetex 2010 – Dubai 9-11 marzo 2010 = Normativa doganale – Indicazione origine dei prodotti italiani di cui al DL n. 135/09 – Nota informativa = Normativa doganale – Rimpatrio denaro dall’estero (scudo fiscale) – Nota Agenzia delle Dogane del 16 ottobre 2009 = Grecia – Country presentation – Roma 3 dicembre 2009 AMBIENTE = REACH - Pubblicato in GU il decreto sulla disciplina sanzionatoria = REACH – Termini per le comunicazioni ai fornitori degli usi delle sostanze chimiche da parte degli “utilizzatori a valle” INNOVAZIONE = Notizie da sportello APRE FVG di Friuli Innovazione - Newsletter n° 29, ottobre 2009 ECONOMIA E FINANZA = Novità fiscali sul mercato Cinese = Ufficio Studi - Indice dei prezzi al consumo ai fini delle locazioni di immobili urbani. Mese di settembre 2009 = Ricerca collaborazioni per lavori in conto terzi = “Provvista mista”, art. 6 legge regionale 23/2001: rifinanziamento LAVORO E RAPPORTI SINDACALI = Coefficiente di rivalutazione del TFR Settembre 2009 TECNOLOGIE = Seconda indagine sullo stato della connettività delle aziende associate INTERNAZIONALIZZAZIONE = Opportunità in Canada per le aziende. Vancouver 2010 = Azienda meccanica italiana presente in Serbia ricerca partnership italiane g EDILIZIA = Riduzione contributiva per l’edilizia per l’anno 2009 = Protocollo Regionale VEA per la valutazione energetico-ambientale degli edifici e relativo Regolamento Avviso di acquisto alloggi per edilizia = residenziale pubblica Subappalto - Chiarimenti sull’uso degli stru= menti di produzione - Ministero del Lavoro - Interpello n. 77/2009 Cessione del credito - Pagamenti delle p.a. = - Circolare Ministeriale n. 29 dell’8 ottobre 2009 ORGANIZZAZIONE, MARKETING E SVILUPPO = Prenota la tua esposizione ne “lo spazio delle idee” = La Sedia Wien di Calligaris protagonista de “Lo spazio delle idee” RISORSE UMANE = La Vetrina di Unimpiego - I profili della settimana 26-30 ottobre 2009 = La Vetrina di Unimpiego - I profili della settimana 2-6 novembre 2009 TRASPORTI = Sicurezza stradale – Lombardia – Limitazioni alla circolazione veicoli Euro 0/1/2 dal 15 ottobre 2009 = Trasporti internazionali – Austria – Modifiche dal 1° novembre 2009 delle regole di transito autocarri in Tirolo = Autotrasporto merci in conto terzi – Indici di costo carburante ai fini dei contratti stipulati in forma verbale – Aggiornamento settembre 2009 = Sicurezza stradale – Slovenia – Dal 15 novembre obbligo equipaggiamento invernale per tutti i veicoli = Trasporti internazionali – Austria – Ulteriore modifica dal 1° novembre 2009 delle regole di transito autocarri in Tirolo = Sicurezza stradale. Lombardia. Limitazioni circolazione veicoli Euro 0/1/2 – Parziale deroga per diesel Euro 2 = Autotrasporto merci – Carta di qualificazione del conducente – Fino al 31 dicembre 2009 vale la ricevuta di avvenuta richiesta = Trasporti eccezionali – Ulteriore rinvio dell’entrata in vigore dei nuovi importi oneri istruttoria Anas NORMATIVA TECNICA = Alimentari - Alimenti destinati ad un’alimentazione particolare - Aggiornato l’elenco delle sostanze che possono essere aggiunte per scopi nutrizionali specifici (Regolamento CE n. 953/09) = Alimentari - Materiali ed oggetti di materia plastica destinati a venire in contatto con i prodotti alimentari - Modificata la Direttiva CE n. 2002/72 (Regolamento CE n. 975/09) = Alimentari - Succhi di frutta: nuove disposizioni per i prodotti concentrati (Direttiva CE n. 106/09) = Alimentari - Etichettatura alimenti: modificato l’elenco degli allergeni alimentari (art. 6 Decreto-Legge n. 135/09) QUALITA’ = Uninotizie n° 18 del 15/10/2009 = Uninotizie n° 19 del 31/10/2009 Istruzioni per l’uso... Per consultare le notizie riportate in questa pagina = Collegarsi al sito Internet dell’Associazione www.confindustria.ud.it = Selezionare alla voce “Ricerca“ nell’archivio della sezione “News” = Inserire la password riservata alle imprese associate = Inserire le informazioni richieste (in par= ticolare titolo e servizio di emissione) per attivare il motore di ricerca = = Cliccare “cerca” dicembre09 39 Associazione Formazione Corsi di Formazione programma di dicembre Acquisti 10 e 11 dicembre Il marketing ed il budget d’acquisto: un diverso modo di approccio al mercato e l’operare per obiettivi al fine di ridurre e controllare i costi Management 3 e 4 dicembre Competere con l’approccio “Drastica Riduzione dei Costi” Economica Qualità 9 dicembre Controllo dei costi per attività ABC (Activity Based Costring) 2 dicembre Misure ed indicatori secondo le ISO 9000:2005 10 dicembre L’organizzazione del magazzino dal punto di vista contabile 14, 15 e 16 dicembre Valutatori interni di sistema di gestione integrato per la qualità, l’ambiente e la sicurezza Fiscale 3 dicembre La gestione del personale inviato all’estero – Aspetti civilistici, fiscali, contributivi ed amministrativi Risorse Umane 14, 15 e 16 dicembre Team Building (base e avanzato) Vendite Informatica 3 e 4 dicembre Microsoft Excel 2007 Avanzato 1 dicembre Migliorare le vendite con il supporto della psicologia g Da non perdere TEAM BUILDING I n una situazione di crisi come quella attuale, riuscire a creare buoni gruppi di lavoro non è impresa facile; ancora più complesso risulta mantenere in vita team che lavorano insieme da anni e che mai come ora rischiano di sfaldarsi a seguito delle difficoltà organizzative. Diventa quindi necessario utilizzare strumenti mirati a far mantenere ai gruppi vitalità e capacità di affrontare la complessità dei tempi. Come? Attraverso la consapevolezza del proprio potenziale e dei valori centrali che lo caratterizzano. Il percorso formativo consentirà di vivere situazioni sperimentali di gestione dei gruppi di lavoro a partire dall’applicazione dei modelli di team building più avanzati vissuti in aziende di livello internazionale. Alla fine del percorso verrà realizzato un piano di sviluppo personalizzato e specificato in un report per ciascuno dei partecipanti. Il corso è rivolto alle figure aziendali che rivestono ruoli di leadership e sono interessate a migliorare la propria capacità di costruzione e gestione dei gruppi di lavoro. Istruzioni per l’uso... Momento d’aula del corso “Parlare in pubblico in riunioni, convegni e meeting” (foto Gasperi) 40 dicembre09 I programmi didattici dei corsi, i profili dei relatori e dei formatori, le date di svolgimento e le modalità operative di partecipazione sono disponibili sul sito www.confindustria.ud.it, nella sezione “Formazione” “Corsi a calendario”. Associazione Confindustria ANDREA MOLTRASIO: “COME RE-INVENTARE LA PROPRIA IMPRESA” Nostra intervista al vice-presidente per l’Europa di Confindustria, che propone alcune ricette per affrontare la crisi nei distretti industriali Dall’inviato a Bruxelles Gli Open days 2009, “Settimana europea delle Regioni e delle città”, la più grande piattaforma di comunicazione sulla politica regionale dell’Unione Europea si sono tenuti a Bruxelles in ottobre per discutere soprattutto di innovazione, cambiamento climatico, sviluppo sostenibile e cooperazione territoriale. Oltre 7.000 partecipanti hanno avuto la possibilità di partecipare a circa 122 convegni organizzati dagli Uffici Regionali che si trovano nella capitale belga in collaborazione con il Comitato delle Regioni e con la Commissione europea. La Regione Friuli Venezia Giulia, tramite l’Ufficio di Collegamento di Bruxelles, ha partecipato all’iniziativa come partner del conglomerato “Creative action for innovation”. Al seminario intitolato “Unite and innovate! European clusters for recovery”, era presente come relatore il vice-Presidente per l’Europa di Confindustria, Andrea Moltrasio. L’intervento di Moltrasio si è incentrato sia sul ruolo che i distretti industriali possono avere nell’economia italiana, europea e mondiale ma soprattutto sulle potenzialità e le criticità che i “cluster” stanno affrontando. A margine del convegno gli abbiamo rivolto alcune domande. Vice-presidente Moltrasio, quali sono le potenzialità e le caratteristiche dei distretti industriali in Europa? Sono mediamente di dimensioni più piccole rispetto a quelli statunitensi e cinesi. Inoltre nel Continente europeo dobbiamo fare uno sforzo affinché i distretti industriali che producono gli stessi output, ma che sono distanti geograficamente, si mettano in rete e sviluppino sinergie per essere più competitivi nei confronti dei concorrenti americani e cinesi. Tuttavia nei cluster le piccole e medie imprese hanno più forza per farsi sentire perché fanno più massa critica. A livello europeo bisogna aumentare la diffusione di buone pratiche per la gestione dei distretti e, inoltre, intensificare la collaborazione tra università, centri di ricerca e imprese che operano nei distretti dove si fabbricano prodotti maturi dal punto di vista tecnologico. Quali possono essere le azioni di sostegno da parte dell’Unione Europea e dei vari Stati nazionali a favore dei distretti? La creazione di infrastrutture materiali ed im- materiali che rendono più conveniente produrre in Europa. Un’ottima idea, promossa dall’UE, è stata quella di mappare i distretti industriali nel Continente in modo da realizzare il profilo di ognuno. In generale, però, bisogna evitare dirigismi da parte della politica e soprattutto rendersi conto che un distretto funziona quando produce ricchezza, posti di lavoro qualificati, profitti e nuove imprese; in questo senso occorre creare nuovi parametri ed indicatori per misurare la bontà economica di ciascun distretto. Sopra: Andrea Moltrasio; a sinistra, il Parlamento Europeo a Bruxelles In Italia si riscontra una tendenza negativa in termini di occupazione e di unità produttive, certamente acuita dall’attuale crisi, dei distretti industriali dove si producono beni a basso contenuto tecnologico. Quali sono le azioni concrete per contrastare questo preoccupante andamento? Le aziende manifatturiere devono avere valenti imprenditori capaci di riposizionare la propria organizzazione nella catena del valore puntando verso nuovi prodotti, capitale umano qualificato e materie prime diverse. In aggiunta, le imprese manifatturiere dei distretti industriali devono spingersi il più possibile verso manufatti a più alto contenuto tecnologico e scientifico. Esistono dei distretti industriali in Italia che operano in settori maturi e che stanno adottando politiche nuove per far fronte alla chiusura delle aziende o alla cassa integrazione? In Val Seriana, in provincia di Bergamo, esiste un distretto tessile che sta subendo sia una forte concorrenza globale che le conseguenze della crisi. Oltre all’impiego degli ammortizzatori so- ciali si stanno sperimentando corsi di formazione che spingano gli imprenditori di questo distretto a cambiare la propria area d’affari indirizzandosi verso quei settori che in questo momento hanno un buon andamento economico: scienza della vita, nuovi materiali da costruzione, fonti energetiche, turismo. Sempre in Val Seriana si sta cercando di utilizzare i fondi comunitari per mettere in contatto gli imprenditori con i cluster europei più avanzati nei settori di cui detto sopra in modo che trovino i collegamenti per sviluppare un mercato di sbocco e le collaborazioni per affrontare le sfide del nuovo business. Insomma, vogliamo che gli imprenditori non chiudano definitivamente le imprese ma riescano a re-inventarle, si tratta di un modello adottato e perseguito da molte aziende in Finlandia che sta dando buoni frutti. Altrimenti, agli imprenditori della Val Seriana che intendono mantenere il proprio business nel settore tessile abbiamo consigliato di fare progetti europei per costituire laboratori di ricerca e sviluppo comuni in modo da innovare i prodotti e/o i processi di produzione. Massimo De Liva dicembre09 41 Associazione Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Udine L’ambasciatrice MUCAVI ospite del GRUPPO GIOVANI IMPRENDITORI L’Ambasciatrice della Repubblica del Mozambico in visita in Friuli per conoscere il sistema produttivo friulano e per sviluppare interscambi commerciali D opo che in mattinata aveva visitato gli stabilimenti della Linea Fabbrica srl di Manzano (produzione e commercializzazione di sedie) e della Tonutti Macchine Agricole spa di Remanzacco (produzione macchine agricole) e in attesa di vedere anche quelli della Besser Vacuum srl di Dignano (produzione e distribuzione macchine sottovuoto), l’Ambasciatrice è stata ricevuta giovedì 5 novembre a palazzo Torriani dai vice-presidenti di Confindustria Udine, Enrico Accettola, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori, e Marco Bruseschi, delegato all’Internazionalizzazione. Bruseschi ha evidenziato come “il rafforzamento dell’internazionalizzazione delle imprese rientri tra le priorità strategiche di Confindustria. Peraltro il Mozambico sarà anche una delle mete prescelte nel 2010 dal sistema delle Camere di Commercio italiane per intensificare l’interscambio economico con l’Africa”. Dal canto suo, Enrico Accettola si è detto orgoglioso di ospitare, grazie al fattivo contributo dell’imprenditrice Flavia Ballico, della Pert srl di Tavagnacco, un’Ambasciatrice di un Paese emergente del terzo mondo. Sono convinto che ci siano tutte le condizioni per far decollare i rapporti di import/export”. L’Ambasciatrice Mucavi ha confermato: “Il Mozambico è un Paese in forte crescita, che gode di stabilità politica e che ha una collocazione geografica invidiabile nel cono sud del continente africano. Considero questa visita una grande opportunità per noi anche perchè l’Italia è da sempre considerata una nazione apprezzata e un partner privilegiato. Sono però dell’avviso che lo sviluppo di un Paese come il nostro non passi solo attraverso gli aiuti pubblici, ma anche dando spinta all’imprenditoria privata”. Marco Bruseschi, Enrico Accettola e l’ambasciatore Carla Elisa Luis Mucavi; sotto, un momento del meeting (foto Gasperi) Nel corso dell’incontro sono intervenuti anche Fabio Santoni, della Proras srl, che ha fatto una breve presentazione del Consorzio Africa, e Luigi D’Agata direttore di Assafrica, che ha illustrato obiettivi e funzionamento della propria associazione. Ex colonia portoghese, indipendente dal 25 giugno 1975, dopo 16 anni di guerra civile (1977-92), il Mozambico ha aperto un periodo di relativa stabilità e sviluppo economico. Il Mozambico, oltre 21 milioni di abitanti di cui il 10% residente nella capitale Maputo, ha presentato infatti nel 2008 un tasso di crescita del PIL del 6,8% a fronte di un tasso d’inflazione del +10,3%. Il suo Pil costituito per il 28% da attività di agricoltura e pesca, per il 30% dalle industrie e per il 42% dai servizi (turismo, in particolare). Principali clienti sono i Paesi Bassi, Africa del Nord, Zimbabwe, Svizzera, Portogallo. Occorre tuttavia notare che l’economia del Mozambico resta inscindibilmente legata alla cooperazione economica internazionale, che copre oltre il 50% dell’economia nazionale. Il Mozambico, dunque, piuttosto che da un punto di vista commerciale, dati i bassi livelli di reddito (e, quindi, di consumo) e di sviluppo, va più opportunamente inquadrato in un’ottica di proiezione imprenditoriale di medio-lungo periodo, rappresentando un potenziale destinatario di investimenti produttivi forieri di elevati ritorni, grazie alla stabilità politica e al processo di stabilizzazione macroeconomica e di riforma strutturale di mercato, intrapreso dal paese negli ultimi anni. A tale riguardo, esistono opportunità da esplorare nel campo della produzione agroalimentare, nella produzione di beni di consumo e nell’industria leggera, nell’industria tessile e dell’abbigliamento (il paese beneficia del trattamento preferenziale di accesso al mercato USA associato al programma AGOA), nella produzione di legname e pietre ornamentali, nel campo delle energie alternative e nel turismo. Dati IMPORT-EXPORT tra Mozambico e Friuli Venezia Giulia L e importazioni si sostanziano sopratutto sul settore delle materie prime (pietra, sabbia ed argille); la recente crisi ha tuttavia portato ad una notevolissima diminuzione di queste importazioni, quantificabile in circa – 84% per l’interscambio FVG-Mozambico (dato che in questo caso coincide con quello della Provincia di Udine), passando da un valore quasi 360mila euro nel 2007 a soli 55mila euro nel 2009. Il secondo settore rilevante di scambio (FVG-Mozambico), quello dei metalli di base, ha visto anch’esso una contrazione del suo valore, passando da 72 milioni di euro nel 2007 ai 13 milioni nel 2009. Assai scarna appare anche la situazione delle esportazioni dalla regione e dalla provincia verso il paese africano, che si sostanziano esclusivamente in prodotti siderurgici, per un valore di oltre 2500 euro e nei prodotti in legno, sughero, paglia e materiali da intreccio, per un valore pari a 1400 euro. 42 dicembre09 Enrico Accettola Associazione Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Udine CONVEGNO NAZIONALE GRUPPI GIOVANI IMPRENDITORI IL MARE NOSTRUM PER UN FUTURO DI CRESCITA di svolgimento hanno fatto riscontrare un risultato straordinario in termini di coinvolgimento. Personalmente, ho partecipato al workshop: “Mediterraneo per Conoscere. Il ruolo dei fondi sovrani nello sviluppo dei Paesi del Golfo” tenuto da Alberto Quadrio Curzio, docente di Economia politica e Preside della Facoltà di Scienze politiche dell’Università Cattolica di Milano, nonché ex Presidente della Società Italiana degli Economisti. Il seminario è stato molto istruttivo, in quanto non solo ha fornito importanti nozioni sulla storia e sugli impieghi di questi fondi di investimento, ma è stato anche di grande stimolo per comprendere quali sfide e quali opportunità potrebbero nascere per le aziende italiane dalla crescita e dallo sviluppo dei fondi sovrani appartenenti ai Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. Toccando anche il delicato tema delle conseguenze geopolitiche ed economiche, Alberto Quadro Curzio ha esposto in maniera chiara ed esaustiva le strategie e le interrelazioni nei mercati finanziari, nonché l’approccio della Commissione Europea e i principi guida del Fondo monetario e dell’Ocse. A workshop concluso, posso affermare che questi momenti partecipativi, pensati per declinare in chiave operativa i temi dibattuti nel Convegno, sono davvero l’anello di congiunzione tra contenuti e pratiche, idee e applicazioni vincenti. Per un arricchimento personale, culturale e professionale sono appuntamenti di qualità, davvero immancabili. Fare Gruppo A Capri, per riflettere sul Mediterraneo e sul futuro Per il nostro Paese di santi, poeti e navigatori, un’opportunità storica: quella di dare la rotta nel Mediterraneo, un bacino con molte potenzialità di sviluppo. È questo lo spunto da cui è nata l’idea del Convegno di Capri: “Mediterraneo. Dall’Europa al Golfo, la rotta verso nuovi orizzonti”, un’edizione che ha voluto invitare alla riflessione circa il ruolo da protagonista e da mediatrice che l’Italia potrebbe e dovrebbe assumere nei confronti dei Paesi del Nord Africa e del Medio Oriente, al fine di cogliere opportunità di miglioramento nel quadro economico internazionale. Nella prospettiva di creare nel Mare Nostrum un’area di libero scambio, con pronostici favorevoli di crescita comune, è necessario agire per superare le criticità che si presentano in questo momento, come la necessità di regolare strategicamente i flussi migratori, di abbattere i pregiudizi, di rivedere dazi e agevolazioni fiscali, di spingere l’acceleratore sui commerci. Ma perché ci sia crescita - come ha ben affermato Federica Guidi – “occorre che le persone si sentano forti abbastanza per assumersi dei rischi, e libere di poterlo fare”. Il nostro Paese è pronto? E l’Europa? E i Paesi del bacino? A questa e ad altre cruciali domande hanno cercato di rispondere nelle due giornate di Convegno a Capri figure di spicco della politica e dell’economia nazionale e internazionale: da Giulio Tremonti, Ministro del- l’Economia e delle Finanze, a Ahmed Reda Chami, Ministro dell’Industria, del Commercio e delle Nuove Tecnologie del Marocco, da Gianfranco Fini, Presidente della Camera dei Deputati a Samia Nkrumah, Deputato del Parlamento Ghanese. Tutti – parrebbe – si dicono determinati a uscire dall’attuale empasse. Tutti – naturalmente – sono chiamati all’appello da Confindustria, sempre in prima linea per promuovere e tutelare gli interessi del Bel Paese, con una richiesta precisa e concreta: un tavolo governativo attorno a cui riunirsi per trovare soluzioni. Il dado è tratto. Appoggiando la nostra Presidente Emma Marcegaglia, attendiamo fiduciosi risposte in tempi brevi: queste risposte si chiamano riforme. Mediterraneo per conoscere... i fondi sovrani I workshop di Capri, divenuti parte integrante del Convegno dalla scorsa edizione, sono stati ideati e sviluppati partendo dai contenuti della due giorni dei Giovani di Confindustria: “Mediterraneo. Dall’Europa al Golfo, la rotta verso nuovi orizzonti”. I seminari formativi, che in linea con il programma del Convegno vertevano sulle dinamiche dei Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum, hanno trattato di internazionalizzazione, di reti commerciali e di fondi sovrani, partendo da tre parole chiave: Crescere, Unire e Conoscere. L’alto profilo dei relatori e la modalità interattiva Oltre all’aspetto formativo-culturale e di presa di coscienza della situazione geopolitica ed economica a livello internazionale, il Convegno di Capri è stato un momento significativo in termini di affiatamento e di coinvolgimento personale: il Gruppo dei Giovani Imprenditori Confindustria Udine ha aderito all’iniziativa con 16 membri che si sono trovati a condividere spazi, tempi e modi in una full immersion di contenuti. Due giornate di spessore che hanno tuttavia lasciato il giusto spazio all’aggregazione e al confronto con le altre realtà presenti: in questa specifica occasione, coordinati dalla territoriale di Napoli, abbiamo trascorso ore speciali: motivati dagli interventi del convegno, abbiamo potuto conversare delle difficoltà e delle gioie di fare e di saper fare impresa. Ci siamo scambiati opinioni, consigli e strategie. Abbiamo assaporato i cibi di una tradizione comune scoprendone un diverso sapore. All’insegna dell’esplorazione e dell’arricchimento reciproco, gli appuntamenti annuali di Confindustria (Capri, Santa Margherita, Cortina) sono esperienze di vita, di cui non possiamo che andare fieri. Sono capisaldi della crescita, che avviene sempre attraverso uno scambio, per riprendere ancora una volta le parole della nostra Giovane Presidente Federica Guidi. E dunque continuiamo a partecipare a queste occasioni con grande entusiasmo: si allargano le vedute, lo spirito si fa più leggero, si riparte con entusiasmo. Ma sempre in attesa del prossimo momento da trascorrere insieme. e.a. dicembre09 43 Associazione Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Udine DIVENTARE GIOVANI IMPRENDITORI AGENDA gli appuntamenti dei Giovani Imprenditori = Consiglio Centrale G.I. Data: 19 novembre 2009 Luogo: Roma = Assemblea annuale GGI Data: 24 novembre 2009 Ore: 18.00 Luogo: Palazzo Torriani = Conviviale invernale Data: 27 novembre 2009 Ore: 20.30 Luogo: Ikon srl (Povoletto) = Seminario: La penetrazione commerciale e gli investimenti produttivi all’estero Data: 28 gennaio 2009 (da confermare) Ore: 17.30 Luogo: Palazzo Torriani = Tavola rotonda : criticità e prospettive delle imprese manifatturiere in Friuli Data: gennaio/febbraio 2009 Luogo: Palazzo Torriani Info: www.ggiudine.it 44 dicembre09 Una tavola rotonda fra i rappresentanti dei gruppi giovani delle diverse associazioni imprenditoriali H a suscitato grande interesse la tavola rotonda coordinata e moderata dall’imprenditrice Michela Mugherli “Professione giovane imprenditore: opportunità, esperienze, idee” che è stata organizzata dal Associazione dei laureati in economia dell’università di Udine e alla quale hanno partecipato rappresentanti dei gruppi giovanili delle principali organizzazioni datoriali della provincia di Udine. Nell’aula magna della facoltà di economia, davanti a un pubblico di studenti molto partecipe sono intervenuti Denis Andrian di Confcommercio, Ivan Baiutti di Confartigianato, Michele Bressan dell’Api, Lorenzo Cargnelutti di Legacoop, Matteo Di Giusto di Confindustria, Denys Novello di Coldiretti e Gabriele Rosso di Cna. della famiglia; una classe politica autoreferenziale e distante dal mondo del lavoro; un mondo formativo spesso lontano dalle esigenze delle imprese e per certi versi arretrato (si pensi al poco tempo dedicato nelle scuole allo studio delle lingue o al fatto che negli atenei italiani si studia quasi solo su testi in italiano, mentre altrove l’uso di testi inglesi è prassi normale); e, infine, una cultura generale avversa agli imprenditori visti come “evasori, sfruttatori e inquinatori”. Tutti i relatori, però, hanno descritto il Friuli come una terra unica che ha notevoli potenzialità e che può essere valorizzata anche attraverso l’attività imprenditoriale. Dapprima i diversi partecipanti hanno illustrato le attività, i limiti d’età, le modalità organizzative e i numeri delle rispettive associazioni. Successivamente, stimolati dalle azzeccate domande della Mugherli, hanno affrontato molti diversi temi legati all’essere, oggi, giovani imprenditori: dal perché si decide di diventare giovani imprenditori a quali sono le principali difficoltà da affrontare nel contesto italiano e friulano, dalla creazione di reti e collaborazioni fra i diversi imprenditori e le diverse associazioni al ruolo della famiglia, dall’imprenditoria femminile alla difesa del made in Italy. Nel complesso, nonostante le difficoltà dell’attuale momento economico del contesto italiano, sottolineate da tutti i relatori, dal dibattito è emerso un quadro incoraggiante per i giovani che terminati gli studi vogliano diventare imprenditori. I rappresentanti dei diversi gruppi giovani hanno, infatti, spiegato come sia possibile avviare e far crescere un’azienda. Servono, hanno chiarito, passione e determinazione, capacità di mettersi sempre in discussione e di saper imparare dai propri errori, lealtà, voglia di migliorarsi continuamente, forte senso di responsabilità, propensione all’innovazione, il tutto unito a competenze adeguate e a una grande curiosità per girare il mondo e imparare da quello che fanno gli altri. I relatori non hanno, però, mancato di sottolineare come in l’Italia esistano una serie di problemi che rendono difficile l’emergere di nuovi imprenditori. Fra questi: il fatto che in tutti i settori ci sia una classe dirigente con un’età media più avanzata che in gran parte del resto del mondo e tendenzialmente poco aperta al nuovo; la difficoltà a reperire i capitali nella fase iniziale dell’attività se non si può contare sul sostegno Nei suoi interventi il vicepresidente del gruppo giovani di Confindustria Udine, Matteo Di Giusto, dopo aver illustrato l’attività del gruppo, ha sottolineato come che a fronte di un mondo imprenditoriale che rischia ogni giorno in proprio, esistano una classe politica e un sistema pubblico dove c’è scarso ricambio e dove chi sbaglia non è sanzionato e ha affermato come in politica sarebbe necessario introdurre un limite di mandato per garantire il ricambio generazionale. Nel giro finale dedicato ai suggerimenti per i giovani che terminati gli studi intendano intraprendere un’attività imprenditoriale, Di Giusto ha evidenziato in particolare l’importanza di sfruttare già durante il corso gli stage aziendali e di utilizzare lo strumento delle work esperience per poter approcciare il mondo dell’imprenditoria,. Infine ha anche ricordato l’importanza di visitare e conoscere le aziende del tessuto locale che in alcuni casi sono veri e propri esempi di eccellenza. c.t.p. dicembre09 45 Orizzonti Obiettivo Montagna SAIE: l’unione fa la forza F are squadra sui mercati nazionali ed internazionali e proporre una filiera foresta-legno regionale: questi gli obiettivi che si sono dati la Regione FVG, della Cooperativa Legno Servizi e della Delegazione di Tolmezzo di Confindustria Udine, nel partecipare dal 28 al 31 ottobre a Bologna al SAIE, il Salone Internazionale dell’Industrializzazione Edilizia. A livello visivo questo impegno si è tradotto nell’allestimento di un padiglione di 260 metri quadrati con al centro lo stand della Legno Servizi attorniato da una ventina di aziende attive nell’edilizia in legno. Fra queste la Stratex di Sutrio, la Diemme Legno di Pontebba, la Patt del gruppo Fantoni, la De Infanti di Ravascetto e la Legnolandia di Forni di Sopra. Questa iniziativa è stata un tangibile esempio di come, dall’unione delle forze in campo, si possa, da un lato, accompagnare la crescita tecnico-professionale degli associati e il miglioramento delle loro capacità gestionali attraverso una capillare azione di informazione e, dall’altro, valorizzare le loro produzioni garantendo loro migliori condizioni economiche, favorendo la commercializzazione consorziata del legname, coordinando e gestendo i differenti interventi di partecipazione alla Fiera di tutti i segmenti della filiera legno. Soddisfazione per la riuscita dello stand collettivo è stata espressa da Daniele Peresson di Legno Servizi che ha notato a Bologna un leggero rilancio del settore nonostante il momento di crisi che investe ancora l’economia mondiale. “Siamo soddisfatti di questa partecipazione - ha commentato Peresson – sia come coordinatori di questa fiera, una delle più importanti del settore, dove ruotano oltre 180 mila operatori con 1.700 aziende espositrici, sia per il successo che ha avuto la presentazione delle piccole aziende da noi proposta in un depliant distribuito in oltre duemila copie”. Mentre le grosse imprese del settore hanno attivato contatti personali, le piccole aziende, quelle con pochi addetti e che non possono sostenere i grossi sforzi economici che una fiera comporta, sono state rappresentate in maniera collettiva dalla stessa Legno Servizi. Contenta per l’esito della fiera è anche Lorenza Di Marco della Diemme Legno di Pontebba: “Ritengo positiva la presentazione in gruppo del settore del legno friulano. Abbiamo avuto diversi contatti interessati specialmente a due aspetti della nostra produzione che tratta case in legno sia da parte dei progettisti che dei costruttori e dei privati”. Il primo è stato quello dell’utilizzo del pannello strutturale diemmeTria di propria realizzazione e produzione, oggetto di una specifica attività di ricerca svolta in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università degli Studi di Udine, mentre con stupore è stato accolta l’idea che questo tipo di materiale venga prodotto in Italia e non importato come solitamente accadeva prima. “Molto interesse - prosegue Lorenza Di Marco - ha avuto la nostra produzione che prevede la costruzione fatta non a base standard ma su misura. Ora occorre verificare - conclude la titolare della Diemme Legnoquanti contatti si trasformeranno effettivamente in contratti, considerato che la crisi rallenta ancora il mercato: mancano soldi e c’è lo spettro della disoccupazione che non facilita l’economia”. “Abbiamo sviluppato un concept perché facciamo una certa cosa e per il modo in cui la facciamo - ha commentato Marino De Santa di Legnolandia –, lavorando il legno di casa nostra, all’ombra delle Dolomiti, ora patrimonio dell’umanità riconosciuta dall’Unesco. Abbiamo legato un materiale, l’abete bianco, unico nel suo genere di cui solo Legnolandia in Italia ne fa uso, ad una area geografica precisa, di cui non si può prescindere”. Il SAIE si è rivelato un successo per i boschi della montagna friulana e per la collegialità dello stand friulano che potrebbe far cambiare il trend attuale che vede sfruttato solo un quarto della massa legnosa prodotta in regione, oltre un milione di metri cubi all’anno, mentre il rimanente viene esportato in tronchi. Lo stand della Legno Servizi al SAIE di Bologna 46 dicembre09 Gino Grillo dicembre09 47 Orizzonti Obiettivo Austria LA RIPRESA ANCORA NON C’E’ Qui sopra, lo stabilimento Infineon a Villaco; in alto, Otmar Petschnig T utti gli indicatori economici in Austria sono ancora di segno negativo. Lo sono soprattutto in Carinzia, fanalino di coda della vicina Repubblica. I dati più recenti (ottobre) sulla disoccupazione indicano in 19.700 il numero delle persone che hanno perso il lavoro, di cui 6.673 nei settori produttivi (industria e artigianato) e 5.980 nei servizi. Ne deriva un tasso di disoccupazione dell’8,8%, calcolato secondo il sistema austriaco, che rapporta i disoccupati al totale dei lavoratori dipendenti (in Carinzia erano 205.245 in ottobre) e non raffrontabile, quindi, con quello italiano calcolato in base ai criteri UE. Non è il valore più alto raggiunto nel Land – in Carinzia i livelli occupazionali risentono dell’andamento stagionale e in estate sono generalmente più elevati – ma è il più alto in Austria, due punti sopra la media nazionale che è del 6,8%. “Chi sperava in una rapida ripresa – commenta Otmar Petschnig, presidente dell’Industrielle Vereinigung (l’Associazione industriali) della Carinzia – deve dare un’occhiata ai dati congiunturali. Tutti gli indicatori - commesse, produzione, fatturato - sono ancora di segno negativo, anche se appaiono stabilizzati, sia pure a un livello molto basso. Insomma, siamo ancora in piena crisi”. Come venirne fuori? La risposta del presidente degli industriali carinziani è inequivocabile e si riassume in due parole: ricerca e sviluppo. Soltanto le aziende che investono in questo campo potranno avere un futuro. E sono proprio le aziende carinziane che 48 dicembre09 più si sono esposte verso l’innovazione che preoccupano Petschnig. Le definisce “aziende-gazzella”. L’immagine richiama alla mente le antilopi che vivono nella savana africana. Sono dunque le aziende snelle, flessibili, rapide come gazzelle nell’adattarsi alla domanda del mercato su cui si deve puntare per risollevare l’economia della regione. Le “aziende-gazzella” sono quelle che hanno avuto una crescita più rapida in tempi normali, ma che proprio perciò hanno anche risentito di più della crisi e ora vanno aiutate, perché sono quelle che hanno il maggiore indotto nei servizi e nelle forniture, ma anche perché altrimenti si corre il pericolo di una loro delocalizzazione. Per aiuto Petschnig intende, a breve termine, un intervento dello Stato o del Land a garanzia del credito, ma anche un’adeguata politica per l’innovazione, che faciliti il compito delle imprese su tutti i fronti, non ultimo quello della ricerca di manodopera. Può sembrare un paradosso, ma mentre la Carinzia ha il più alto tasso di disoccupazione, in luglio – cioè nel bel mezzo della crisi – le aziende carinziane erano alla ricerca di 509 lavoratori specializzati, che in zona non si trovavano. “Dove andremo a finire – si chiede il presidente degli industriali – se le previsioni ci dicono che entro il 2050 il numero degli uomini in età lavorativa si ridurrà in Carinzia cinque volte di più che nel resto dell’Austria?”. La considerazione conclusiva del ragionamento di Otmar Petschnig è quella già altre volte espressa a proposito delle politiche dell’immigrazione: occorre giocare la carta dell’immigrazione qualificata, per rendere disponibili quelle forze lavoro che oggi ci mancano, e non praticare un blocco indiscriminato all’ingresso degli stranieri nel Paese. Pendolari tra la Carinzia e la Slovenia. In maggio del prossimo anno il mercato del lavoro tra l’Austria e la Slovenia sarà completamente liberalizzato. Ciò significa che i lavoratori dei due Paesi potranno muoversi senza più alcuna limitazione al di qua e al di là delle Caravanche. Ciononostante, secondo Josef Sibitz, responsabile dell’Arbeitsmarktservice (una sorta di ufficio di collocamento) della Carinzia, non si assisterà a fughe di lavoratori dalla Slovenia all’Austria, come sarebbe potuto accadere qualche anno fa. Il reddito medio in Slovenia corrisponde ormai al 70% di quello austriaco, per cui non vi sono più le motivazioni di un tempo per cercare lavoro lontano da casa, sopportando i relativi disagi. Potrebbe esserci, tuttavia, uno scambio di forze lavoro specializzate in entrambi i sensi, per soddisfare le diverse, specifiche esigenze dei settori produttivi esistenti in Slovenia e in Austria. Per la Carinzia Sibitz stima un pendolarismo nel 2011 di circa 500 unità. In questa prospettiva, i ministri del lavoro dei due Paesi – Josef Hundstorfer per l’Austria e Ivan Svetlik per la Slovenia – hanno sottoscritto un accordo di cooperazione, volto ad agevolare le persone che in futuro si troveranno a svolgere la loro attività nella regione confinante. Anche la Slovenia risente della crisi economica mondiale. Nel primo semestre dell’anno la disoccupazione è salita dal 6 al 9 per cento circa, raggiungendo cioè sui livelli della Carinzia. Marco Di Blas dicembre09 49 Orizzonti Obiettivo Iraq La visita della delegazione del KURDISTAN “Come sistema industriale non possiamo lasciare nulla di intentato. Pur consapevoli delle difficoltà che si possono incontrare in Paesi come l’Iraq che stanno cercando una nuova identità, c’è la volontà, da parte nostra, di cogliere qualsiasi opportunità di mercato. Quest’area può aprire infatti prospettive interessanti per le produzioni delle nostre imprese. In tal senso abbiamo deciso di dare un taglio pratico e operativo alla visita della delegazione in Friuli”. di visitare alcune importanti realtà industriali friulane quali il Consorzio Latterie Friulane di Campoformido, la Snaidero di Majano, la Tonon di Manzano, la M.E.P. di Reana del Rojale e la Qualità Food Group di Martignacco nonchè di avere a palazzo Torriani incontri d’affari con T.P.S. Hydro e Vetroresina Enginia. Con queste parole il presidente di Confindustria Udine, Adriano Luci, ha accolto lunedì 2 novembre a palazzo Torriani la delegazione ministeriale del Kurdistan iracheno, guidata dai responsabili dei dicasteri dell’Industria e dell’Agricoltura. Presente, tra gli altri, anche Marco Bruseschi, vice-presidente di Confindustria Udine con delega all’internazionalizzazione. Per il vicepresidente di Informest Silvia Acerbi “questa iniziativa è la testimonianza di come la collaborazione tra l’Agenzia per lo sviluppo internazionale e le imprese friulane funzioni con risultati di reciproca soddisfazione. “Il Kurdistan - ha evidenziato la dottoressa Acerbi - è un’area che va ricostruita e che offre interessanti opportunità per le nostre aziende. La visita operativa della delegazione in Friuli Venezia Giulia è solo il primo passo di un percorso, auspicabilmente, lungo”. Con lo scopo di approfondire le relazioni con istituzioni e aziende specializzate in forniture di know-how, sistemi tecnologicamente avanzati e macchinari, la delegazione, nel corso della visita in Friuli organizzata da Informest, in collaborazione con Confindustria Udine, ha avuto modo Il Kurdistan iracheno si estende per circa 40mila km quadrati e con una popolazione di 4milioni di abitanti, sul quadrante settentrionale dell’Iraq, al confine con Iran, Turchia e Siria. Questa sua caratteristica ha reso il Kurdistan e la sua capitale Erbil (chiamata Hawler in lingua curda) un crocevia di popoli e di tradizioni, dove gli incontri e gli scontri tra la popolazione curda e le altre etnie locali (arabi, turcomanni, turchi, armeni, persiani) si sono protratti per secoli, fino ai tristi e noti eventi della guerra e dei massacri del 1991. Da allora però, grazie anche al sostegno politico ed economico dell’occidente, il Kurdistan iracheno ha intrapreso la strada dell’autonomia politica regionale, dando anche vita ad una serie di misure di ricostruzione economica ed infrastrutturale. La regione gode ora infatti di una forte stabilità politica ed istituzionale, che ha permesso lo sviluppo di un sistema produttivo i cui punti di forza sono il settore petrolifero, le costruzioni e il comparto agro alimentare. La sua ricchezza di risorse naturali, assieme alla posizione geografica di fulcro tra il Medio Oriente e l’Asia Centrale, aprono nel Kurdistan iracheno uno scenario interessante per le prospettive d’investimento. Tutto questo è poi favorito dalla attività di promozione del governo regionale, che ha firmato numerosi accordi di collaborazione economica riguardanti tutti i più importanti ambiti dello sviluppo industriale. Va ricordato, tra l’altro, che nel giugno di quest’anno, ad Erbil, si è tenuta la terza edizione di ItalianExpo Iraq 2009, fiera B2B dedicata al Made in Italy e patrocinata dal Ministero dello Sviluppo economico italiano. A sinistra: la cittadella della città antica di Erbil (Hawler); a destra, l’incontro con la delegazione del Kurdistan: da sinistra, Silvia Acerbi, Adriano Luci e Naufal Sahil (foto Gasperi) 50 dicembre09 A.L. Orizzonti Obiettivo Internazionalizzazione IMPRESE ITALIANE, AGGREGAZIONE PER VINCERE LA CRISI Un convegno sulle opportunità offerte dai Paesi del centro ed est Europa a 20 anni di distanza dalla caduta del muro di Berlino. Occasione anche per celebrare i 10 anni di attività di IC&Partners Group Nella foto: Roberto Corciulo L e imprese che vogliono internazionalizzarsi devono fare sistema, ma devono anche confrontarsi con un sistema ancora complesso per le dinamiche politiche, sociali e culturali che contraddistinguono l’Europa a vent’anni dalla caduta del muro di Berlino. Lo hanno sostenuto sabato 7 novembre al castello di Udine i relatori intervenuti al convegno “IC&Partners Group, 10 anni ad est” organizzato da IC&Partners - società con sede a Udine che opera nell’ambito della consulenza per l’internazionalizzazione delle aziende verso il centro ed est Europa - con il supporto di Unicredit Group - Comitati Territoriali e con il patrocinio delle principali istituzioni locali e di enti nazionali All’appuntamento sono arrivati oltre trecento imprenditori e professionisti del nord Italia insieme a un qualificato parterre di invitati e rappresentanti delle istituzioni: il giornalista del Sole 24 Ore Enrico Brivio, moderatore dell’evento; Carlo Pelanda, docente di politica ed economia internazionale all’Università della Georgia negli Stati Uniti; Gabrio Vitali, docente di storia e letteratura a Bratislava; il Console Onorario della Repubblica Ceca Paolo Petiziol; l’analista di relazioni internazionali Paolo Quercia; Agnieszka Tourek dell’Ambasciata polacca e presidente del club consiglieri economici ambasciate estere in Italia; Boyko Kadrinov dell’ambasciata bulgara. Dopo i saluti di Roberto Corciulo, presidente di IC&Partners, del sindaco di Udine Furio Honsell, del presidente di Confindustria Udine Adriano Luci, dell’assessore regionale al personale Andrea Garlatti, del presidente dell’Ordine dei commercialisti di Udine Marco Pezzetta, l’incontro ha toccato nel dettaglio tutte le tematiche che un’azienda italiana deve conoscere prima di affrontare la sua esperienza oltre confine. Subito è emersa in maniera marcata la straordinaria importanza del concetto del “fare sistema”. E’ stato l’assessore Garlatti a spiegare come l’attività di IC&Partners sia un caso concreto di come l’aggregazione possa essere elemento decisivo per accrescere la compe- titività. Concetto, questo, ripreso anche dal presidente di Confindustria Udine Adriano Luci che ha sottolineato come la stessa attività di Confindustria sia focalizzata su due aree di intervento: la prima, quella relativa all’internazionalizzazione, in cui la risposta degli imprenditori del Friuli Venezia Giulia è positiva; l’altra, invece, è quella della creazione di un network di imprese pronte ad affrontare la sfide della competizione globale, su cui, a detta del presidente Luci, “c’è ancora molta strada da fare”. Roberto Corciulo, presidente di IC&Partners Group, ha letto la lettera di saluti del viceministro allo sviluppo economico Adolfo Urso, il quale ha ribadito il ruolo centrale delle strutture di professionisti e consulenti come IC&Partners per guidare le aziende italiane all’attività sui mercati esteri. Non esiste più il concetto di politica internazionale di sopravvivenza e l’internazionalizzazione è già entrata in una seconda fase, quella della qualità: le imprese si rivolgono ai mercati esteri non più per trovare manodopera a basso costo bensì per individuare luoghi e personale specializzato. Spazio anche per un’interpretazione della crisi che ha investito il mondo da un anno a questa parte. Trattasi non di crisi ma di cambiamento epocale che segna la fine di un ciclo storico. Più interessante, anziché incolpare una crisi senza “paternità”, trovare una spiegazione a quanto accaduto e domandarsi soprattutto perché ciò non è stato previsto dagli analisti dell’economia e della storia. Se esiste una ricetta per affrontarla questa crisi, al castello di Udine si è citato Francis Bacon che nel 1623 scriveva che “il tempo è il più grande innovatore”. Un messaggio che la platea non ha mancato di raccogliere. Non solo celebrazione ma anche problematizzazione: la “rivoluzione di velluto” dal 1989 a oggi ha dato buoni risultati nell’evoluzione del problema costituzionale ma non è stato ancora fatta la rivoluzione culturale verso la grande popolazione civile, interlocutore fondamentale affinché un processo si possa considerare completo. Nella seconda parte del convegno è stato presentato il Bilancio Sociale di dieci anni di attività di IC&Partners, diretto ad esaminare l’impatto sul tessuto socio-economico con cui si interfacciano le aziende assistite da IC&Partners Group, soprattutto quelle con insediamenti produttivi nell’Europa Centro Orientale, nei Balcani e in Federazione Russa. dicembre09 51 Orizzonti Camera di Commercio PREMIATO IL FRIULI CHE LAVORA = I premiati delle imprese associate di Confindustria Udine Targhe dell’eccellenza: = Umberto Midolini (economia) Imprenditori: = Primo Degano (Degano Primo di Adegliacco) = Vespasiano Lazzari (Evr Media di Udine) = Vinicio Mauro – (Comfer di Pradamano) = Raffella Codutti – (Codutti di Pasian di Prato) Aziende Categoria industria = Cantiere Serigi di Aquileia = Icop di Basiliano = Lavanderia Adriatica di Torviscosa Categoria Commercio = Zanutta di Muzzana del Turgnano Artigianato I premiati nella serata al teatro Giovanni da Udine per la Premiazione del Lavoro e Progresso Economico Internazionalizzazione = Psm di Premariacco L a 56esima edizione della Premiazione del Lavoro e Progresso Economico organizzata dalla Camera di Commercio al Teatro Giovanni da Udine ha, come sempre, tributato il giusto riconoscimento a lavoratori, imprenditori e personalità di ogni settore che con il loro impegno hanno dato lustro al Friuli, contribuendo a farlo crescere e progredire. Quarantanove gli attestati assegnati. Di questi, 27 ad aziende operanti nei diversi settori produttivi e distribuite uniformemente su tutto il territorio provinciale che si sono contraddistinte per l’intraprendenza commerciale, l’innovazione e la qualità della produzione; 10 i premi per i lavoratori, 9 quelli per gli imprenditori. Due, poi, i riconoscimenti riservati ad altrettanti studenti, iscritti al 4° o al 5° anno di istituti secondari superiori della provincia, che si sono distinti per eccezionale merito negli studi conseguendo risultati significativi nelle materie scientifiche o tecnico-aziendali. Premiata, infine anche una tesi universitaria dedicata all’approfondimento di aspetti e tematiche collegate all’economia locale. “Se siamo un'economia reale – ha detto nel suo intervento il presidente della Cciaa di Udine, Giovanni Da Pozzo - lo dobbiamo a questi imprenditori, a questi lavoratori, donne e uomini che fanno il proprio dovere mantenendo vivi i valori del lavoro, della famiglia, del rispetto e delle responsabilità”. La Premiazione stata anche l'occasione per fare il punto sulla crisi e su come uscirne. A parlare del tema “Oltre il tempo della crisi: come e quando” 52 = Serrametal di Mortegliano dicembre09 sono stati, infatti, oltre a Da Pozzo, il sindaco di Udine Furio Honsell, il presidente della provincia Pietro Fontanini, il giornalista economico Enrico Cisnetto, il presidente nazionale di Unioncamere Ferruccio Dardanello e il presidente della giunta regionale Renzo Tondo. In un teatro “Giovanni da Udine” gremito Honsell ha detto che si vincerà la sfida della crisi “se si punterà al risparmio, all'efficienza e all'eccellenza”. Fontanini ha, poi, ricordato come “i premiati rappresentino un popolo che ancora crede nel lavoro e nell'impegno, portando avanti i valori della nostra identità e della nostra cultura”. Nel suo intervento, Da Pozzo, ha dapprima ripercorso la nascita e lo sviluppo della crisi e ha, quindi, ricordato l'impegno della Cciaa di Udine per combatterla con l'impiego di 2,8 milioni di euro nell'ultimo anno. Successivamente il presidente della Camera di Commercio ha sottolineato la necessità “di un cambiamento nel modo di fare impresa, con il recupero di valori fondamentali nella vita e nel lavoro”. Cisnetto ha spiegato come l'Italia nella crisi stia pagando i ritardi accumulati in passato e come siano necessarie le riforme strutturali del sistema pensionistico, della sanità e del sistema istituzionale con l'abolizione delle provincie, la riduzione dei comuni e l'eliminazione dei troppi enti di secondo e terzo grado come le Comunità montane. In seguito Dardanello ha ricordato l'importanza per l'economia italiana delle piccole e medie imprese “fatte dell'impegno di donne, di uomini e di famiglie che hanno portato il nostro Paese a diventare quello che è oggi¨”. Traendo le Cooperative = Società Cooperativa Idroelettrica di Forni Di Sopra Premio Ambiente = Diemme Legno di Pontebba Premio Innovazione = B.Eng di Amaro Premio Comunicazione d’Impresa = Moroso di Tavagnacco conclusioni il governatore Tondo, non ha nascosto le difficoltà della Regione “costretta per la prima volta a fare i conti con un decremento delle proprie risorse”, ma ha ricordato che la specialità vera del Fvg sta proprio nella capacità di «affrontare i problemi con responsabilità. Il presidente della Giunta regionale ha, quindi, ammesso che il Friuli Venezia Giulia è in ritardo nello sviluppo delle infrastrutture aeroportuali e ferroviarie e ha annunciato che le entrate ricavate dalla preannunciata cessione delle quote del Mediocredito Fvg detenute dalla Regione, saranno investite proprio nel miglioramento della funzionalità dell'aeroporto e delle ferrovie. c.t.p. Orizzonti Regione La Giunta vara la FINANZIARIA L’assessore Riccardo RIccardi ed il presidente Renzo Tondo (foto Archivio Immagini FVG) U na finanziaria di responsabilità, ma in grado di dare fiducia ai nostri cittadini. Così il presidente della Regione, Renzo Tondo, definisce la legge finanziaria ed il bilancio di previsione per il prossimo anno, approvati in Giunta a metà novembre e pronti ad iniziare il loro percorso in Consiglio regionale. Il bilancio 2010, che pareggia a 4,3 miliardi di euro, risente del pesante calo di entrate che la Regione ha dovuto registrare in seguito alla crisi economica internazionale che ha coinvolto settori produttivi e famiglie anche nel nostro territorio. Con questo scenario, la Giunta ha scelto di mettere in sicurezza i settori della sanità, della protezione sociale e del lavoro. Se salute ed occupazione sono al primo posto delle priorità d’intervento 2010 del governo Tondo, il “terzo pilastro” della manovra regionale si concentra sulla politica delle infrastrutture e in quest’ottica va letta la decisione dell’esecutivo legge di sottoscrivere l’aumento di capitale deliberato dalla società Aeroporto Friuli Venezia Giulia, esercitando il diritto di opzione per la quota di propria spettanza pari a un importo di oltre 606 mila euro. “In campo portuale – spiega l’assessore regionale ai trasporti Riccardo Riccardi - contiamo di chiudere al più presto la partita legata alle risorse di fonte Cipe necessarie per la Piattaforma logistica di Trieste, e nel contempo cercheremo di approfondire con Ferrovie dello Stato il tema delle connessioni ferroviarie dello scalo giuliano”. Per quanto riguarda, invece, Monfalcone e Porto Nogaro, è già emersa chiaramente la volontà della Regione di un modello di governance unico per i due scali. Va avanti poi, il complesso piano per la realizzazione della terza corsia sulla Venezia-Trieste con il prossimo obiettivo del bando di gara, entro fine 2009, per il lotto Gonars-Villesse. Sempre in campo stradale, ma nei programmi di FVG Strade, il 2010 sarà l’anno dell’apertura dei cantieri della cosiddetta “variante di Mariano” e della bretella tra la statale 14 e l’interporto di Cervignano. Il nuovo Codice regionale dell’Edilizia, il Testo unico che recepisce anche il Piano Casa nazionale, introduce norme per lo snellimento della burocrazia a beneficio del risparmio di tempo e costi, incentiva le famiglie ad investire sul bene durevole del mattone e a sfruttare la capienza abitativa del costruito senza erodere nuove porzioni di territorio. Sul fronte del lavoro cresce in autunno la cassa integrazione, ma “la Regione - conferma l’assessore regionale al Lavoro Alessia Rosolen - sta già lavorando su nuove ipotesi di sostegno all’occupazione allo scopo di ampliare e rafforzare l’attuale quadro d’intervento”. In ottobre le ore erogate sono state 2.607.416 e, di queste, 1.396.674 ore di CIGO nell’industria (54%), 107.136 ore di CIGO in edilizia (4%) e 1.103.606 ore di CIG straordinaria (42%). La Giunta ha approvato il nuovo piano sociosanitario che si articola in una riorganizzazione dell’offerta della rete ospedaliera, l’istituzione di un’unica centrale operativa dell’emergenza, la presa in carico integrata delle persone con malattie croniche e disabilità e la ricerca di una maggiore efficienza complessiva del sistema sanitario e sociale attraverso l’adozione di criteri di gestione che consentano di eliminare inutili sovrapposizioni e favoriscano sinergie operative tra le aziende. L’obiettivo consiste nel voler garantire maggiore qualità e integrazione tra sanità e sociale a fronte di un migliore impiego delle risorse e non di una politica dei tagli, in virtù del governo del buon senso, del rispetto dei valori che costituiscono il tessuto sociale, di un approccio verso l’utenza che mette sempre al centro la persona e mai è disumanizzato. Con l’obiettivo di migliorare la situazione delle nuove generazioni, l’esecutivo ha presentato in novembre un disegno di legge che, in nome dell’effettiva autonomia dei giovani, restituisce loro un ruolo attivo nell’ambito della comunità regionale. Il testo punta alla creazione di istituti che diano strumenti adatti a sostenerne l’autonomia e contribuiscano ad indirizzare le loro scelte verso soluzioni che li aiutino a diventare cittadini attivi. Carla CiampalinI dicembre09 53 54 dicembre09 dicembre09 55 Orizzonti Storia PER NON DIMENTICARE “Invito ad un brindisi per il primo mobile” C Marco Fantoni 5 luglio 1976 Invito ad un brindisi per il primo mobile Oggi alle 17 assieme brinderemo al primo mobile prodotto dopo il terremoto. Stamane abbiamo iniziato a lavorare a doppio turno per cui non tutti avranno la possibilità di essere presenti e poichè non farò discorsi come non ne ho mai fatti voglio scrivervi affinchè a tutti voi giungano il mio sentimento ed il mio pensiero. In dodici anni qui ad Osoppo avevamo costruito insieme uno stabilimento ammirato da visitatori di tutto il mondo, tutti noi sappiamo come era, come era stato costruito e quanto ci tenevamo all’ordine e alla precisione in ogni particolare. Non voglio intrattenervi nel ricordo poichè già tutti pensiamo solo al futuro, al futuro che dobbiamo vedere con ottimismo poichè sappiamo delle nostre esperienze del passato. Tutti abbiamo fretta di ricostruire poichè 56 dicembre09 e ne siamo già occupati nello scorso numero di REALTÀ INDUSTRIALE, eppure non potevamo considerare esaurita la nostra visita al “museo del terremoto” di Venzone, senza pubblicare integralmente il contenuto di una lettera esposta in una teca di questa interessante mostra permanente: quella che il cavaliere del lavoro Marco Fantoni, presidente della Fantoni spa di Osoppo, scrisse ai suoi dipendenti il 5 luglio 1976, invitandoli a brindare al primo mobile prodotto dall’azienda dopo il terribile sisma di due mesi prima. Uno spaccato di quei febbrili momenti che racconta dei sentimenti e delle attese dell’epoca. Un documento storico, per non dimenticare, ma anche per sottolineare come in tempi difficili non ci sia miglior ricetta che quella di rimboccarsi le maniche guardando al futuro. (A.L.) vogliamo rifarci il nostro ambiente di lavoro e la prima linea di produzione provvisoria che oggi si è avviata è l’esempio di come dal nulla, in meno di due mesi, noi insieme si abbia organizzato e realizzato questo primo passo. Già nei giorni scorsi girando tra voi ho letto negli sguardi la vostra soddisfazione poichè vedevate concretizzarsi questa prima tappa. E’ una prima tappa importante per quel traguardo che abbiamo già progettato e che prevede, in una seconda fase tra ulteriori due mesi, l’avvio della produzione dei mobili americani. Contemporaneamente realizzeremo lo stabilimento definitivo. Tutti noi sappiamo, senza ambizioni, di poter ricostruire quanto è andato distrutto, ma importante è rimanere insieme. Per questo e per le nostre famiglie sono indispensabili urgentemente tante abitazioni che non possono essere realizzate miracolisticamente; ma tutti vogliamo sapere presto i precisi programmi e soprattutto i tempi necessari. Ognuno di noi si saprà sacrificare se è indispensabile sapere, ripeto, dove è la meta e quando sarà raggiungibile. I nostri politici devono saper richiedere un giusto sacrificio al resto del Paese, non dovremo mai sentirci dire che non ci sono sufficienti mezzi, non vogliamo nè sappiamo sprecare ma rifiutiamo mezzi insufficienti. Per la nostra nuova Industria che ripeto abbiamo già progettato, contiamo su prestiti sufficienti ed erogati rapidamente, queste assicurazioni ci sono indispensabili per poter appaltare i lavori già prima dell’inverno. Ripeto che l’unione tra noi è prioritaria e per questo io vi prometto di cercare con tutti i mezzi di creare le migliori condizioni. Vi sarò grato se mi farete parte dei vostri eventuali problemi nell’ambito del lavoro e familiare e vi invito a volermi riferire i vostri suggerimenti e i vostri consigli. Un grazie a tutti per quanto è stato fatto e per quanto, con sacrifici, so che siete pronti a fare. Vi stringo la mano. Marco Fantoni INFORMAZIONE COMMERCIALE Nelle immagini è illustrato come può essere ottimizzata la geometria di una pompa d’iniezione (simulazione in 3 fasi, da sinistra): 1) disegno di costruzione; 2) generazione della griglia, 3) visualizzazione della miscelazione e distribuzione dell’acqua e del cemento MINIMIZZARE IL RISCHIO CON LA SIMULAZIONE Computer basati su tecniche di simulazione che rappresentano virtualmente la realtà di partenza e ne accelerano il processo di sviluppo. Ciò è non solo più veloce, ma anche molto più conveniente. Alcuni esempi. I tempi di sviluppo si minimizzano, al contrario invece del rischio di sviluppo che aumenta sempre di più. Con la simulazione quindi è possibile , in tempi ridotti, costruire, testare ed ottimizare i prototipi . Quanto prima viene fatta la simulazione in fase di sviluppo , tanto maggiore è il beneficio per l’intero processo di sviluppo. Gli errori che vengono scoperti in fase di simulazione, hanno un costo irrisorio rispetto ai difetti che verranno scoperti solo più tardi. Uno sguardo alle correnti In molti processi di produzione , il monitoraggio di aria e di flussi di gas è particolarmente importante. Così, gli esperti fella CTR hanno esaminato la spartizione delle correnti e la formazione di tubinii in un ambiente asettico. Sulla base di questi risultati, è stata sviluppata una nuova gener- azione di ugelli-iniettori per ambienti sterili. La simulazione ha aiutato anche nella produzione di tubi di plastica : durante la produzione si formano miscele di gas ed aria che devono essere aspirate; attraverso la simulazione il sistema di aspirazione può essere ottimizzato senza dover effettuare costosi esperimenti pratici. Stabilità & geometria ottimizzate Anche quando si tratta di sollecitazioni elastiche, la stabilità, inerente al comportamento di oscillazione o di deformazioni, può aiutare la simulazione. Per un’azienda di ingegneria meccanica è stata simulata la stabilità ed il peso di una costruzione di lamiera. Dopo aver fatto la valutazione delle emergenti tensioni e deformazioni, la geometria è stata ottimizzata. La simulazione è davvero più veloce? Il vantaggio della simulazione è che qualsiasi parametro in ogni area viene calcolato automaticamente. Se per esempio in esperimento vengono misurate, la velocità, la temperatura e la concentrazione,si può determinre, durante la simulazione senza ulteriori costi, anche la direzione del flusso, il grado di turbolenza, e la generazione di calore. A breve ulteriori essenziali informazioni. CARINTHIAN TECH RESEARCH - CTR AG Centro di competenza per sensori intelligenti orientato alle industrie Servizi di ricerca e sviluppo Progettazione, studi di fattibilità, design, sviluppo, prototipazione, studi, simulazioni, trasferimento di tecnologia, consulenze Clienti di riferimento AVL-List, Infineon Microtec, Siemens, TiTech VisionSort, Carl-Zeiss Meditec Contatto: CTR AG, Technologiepark Villach, Europasstrasse 4/1, 9524 Villach e-mail: [email protected], www.ctr.at dicembre09 57 Orizzonti Università I l mensile “Realtà industriale” viene distribuito dal numero di Ottobre 2009 in 100 copie agli studenti della Facoltà di Economia dell’Università degli studi di Udine. Ne parliamo con il preside della Facoltà, professor Nereo Mazzocco.. REALTA’ INDUSTRIALE si laurea in Economia a Udine Cosa pensa, preside Mazzocco, di questa iniziativa? Ritengo sia un’iniziativa estremamente utile per gli studenti che hanno la possibilità di conoscere le problematiche e i diversi aspetti economici che riguardano le aziende manifatturiere e dei servizi friulane. Potranno così rendersi conto che le tematiche discusse in aula sono solo apparentemente lontane dalla realtà, ma al contrario sono fondamentali per comprenderla, analizzarla e trovare possibili soluzioni ai problemi che si presentano. In che rapporti sono, a suo avviso, il mondo dell’impresa e quello dell’università? L’idea di Aldo Moro delle “convergenze parallele” rende bene la situazione dei rapporti impresa-università. Credo che le imprese e gli atenei lavorino uno accanto all’altro convergendo, ma senza mai sovrapporsi, in quanto i compiti di entrambi sono diversi: le prime devono produrre beni e servizi, i secondi devono formare persone e figure professionali anche, ma non solo, per le imprese e fare ricerca. Vedo soprattutto tre convergenze possibili. La prima, l’università per le sue esigenze di ricerca si rivolge, non a una, ma a un campione significativo di aziende per analizzarle nei loro aspetti produttivi e gestionali, cercando di evidenziare eventuali problemi generali e offrendo, se possibile, utili suggerimenti risolutivi. La seconda casistica riguarda il fatto che un’associazione di categoria (ad esempio Confindustria), o un gruppo di imprese, si rivolge a un ateneo affinché cerchi di risolvere una criticità comune. L’ultimo aspetto concerne la consulenza scientifica che una singola azienda richiede ad un dipartimento per essere aiutata a risolvere un particolare problema o a sviluppare una ricerca applicativa. Vede all’orizzonte altri punti di convergenza? Un altro avvicinamento tra mondo accademico ed imprenditoriale si ha negli spin-off universitari, quando un ateneo promuove la creazione di aziende nate da scoperte scientifiche frutto del lavoro e dello studio dei suoi ricercatori. 58 dicembre09 Nella foto, la facoltà di Economia e Commercio di Udine; nel bollo, il professor Nereo Mazzocco Un avvicinamento ulteriore tra imprese ed università è possibile? E’ possibile che imparino a conoscersi meglio: le imprese a utilizzare compiutamente le possibilità che le competenze di ricerca degli atenei offrono e le università a coniugare con maggiore frequenza la ricerca di base con quella applicata, senza ritenere, come forse accadeva in passato, che questa contaminazione significhi diminuzione del suo ruolo. Il tutto, però, senza far venir meno le specificità dei due interlocutori. Secondo lei, quali benefici si sono avuto per il mondo imprenditoriale da quando esiste la Facoltà di Economia presso l’Università degli studi di Udine? I corsi di economia vennero attivati nel 1985, ma effettivamente è dal 1987 che la Facoltà di Economia è diventata autonoma. In questi venti anni abbondanti di alta formazione molti nostri laureati si sono inseriti nel mondo del lavoro sia in Friuli, sia in altre realtà italiane, europee ed extraeuropee. Penso che queste persone con le loro idee e con i loro suggerimenti abbiano contribuito a rendere più competitivo il tessuto imprenditoriale di questo territorio. La linea guida che abbiamo seguito nel formare le figure professionali, che caratterizzano i laureati di una facoltà di Economia, è stata quella di fornire loro un metodo per risolvere problemi e per affrontare le sfide che via via possono presentarsi. Laureati, quindi, capaci di autoapprendimento e di inserimento con successo in ogni contesto operativo, magari dopo un breve periodo di ambientamento. Lei è uno dei professori che ha contribuito alla fondazione della Facoltà di Economia a Udine, cosa la rende più orgoglioso di questo Suo impegno ultra-ventennale? Sono molte le cose delle quali sono orgoglioso, ma dovendone scegliere una cito il corso di laurea in “Banca e Finanza”, che è stato fin dall’origine della facoltà, inizialmente di Scienze economiche e bancarie, quello sul quale si è costituito un nucleo di docenti e di ricercatori che, per la qualità della loro ricerca e dei contenuti veicolati agli studenti, lo ha fatto diventare un punto di riferimento con capacità di attrazione non solo regionale. m.d.l. Orizzonti Università Nelle foto, due momenti delle premiazioni di Start Cup Fvg, e sotto il logo dell’iniziativa START CUP FVG L’UNIVERSITÀ DI UDINE SUGLI SCUDI S ono PharmaDIAGEN, Specchi Lineari, DrugSteps, QFAB e Ironscan, nell’ordine, i nomi dei cinque progetti vincitori di Start Cup Fvg, la business plan competition tra idee imprenditoriali innovative che, quest’anno, coinvolge per la prima volta le tre università regionali, ovvero l’Università degli Studi di Udine, quella di Trieste e la Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati SISSA di Trieste. I cinque gruppi vincitori sono stati proclamati nel corso della serata finale della manifestazione, svoltasi nella Sala De Banfield Tripcovich di Trieste e presentata dall’attrice e conduttrice televisiva Giorgia Surina. L’evento è stato anche accompagnato dalla musica jazz del Glauco Venier Quartet con la partecipazione straordinaria della cantante Diana Torto. A conquistare il primo posto e un premio in denaro del valore di 15mila euro è stato PharmaDIAGEN, dell’Università di Udine, che si propone di produrre kit diagnostici di farmacogenetica per ricavare da un semplice esame del sangue preziose informazioni sull’attività dei farmaci antitumorali somministrati ai singoli pazienti, in modo da definire profili di rischio individualizzati. Il secondo posto è stato assegnato, insieme a 10mila euro, a Specchi Lineari, sempre dell’ateneo udinese, che ha ideato un sistema per lo sfruttamento dell’energia solare consistente in un sistema di assi inclinati e di leve, mentre sul terzo gradino del podio è salito, aggiudicandosi seimila euro, il team DrugSteps, della SISSA, che intende sperimentare nuovi trattamenti contro alcune delle principali malattie neurodegenerative. Al quarto posto, con un premio di quattromila euro, si è classificato QFAB, dell’Università degli Studi di Trieste, che propone, nel settore nanotech, la realizzazione e commercializzazione su larga scala di quantum dot, ovvero nanocristalli di semiconduttori con peculiari proprietà optoelettroniche che ne fanno il materiale del futuro per la realizzazione di dispositivi ottici ad alta efficienza, mentre la quinta posizione, con un premio di tremila euro, è stata assegnata a Ironscan, dell’Università di Udine, che ha creato un dispositivo in grado sia di visualizzare in “realtime” la forma dell’armatura in acciaio all’interno del calcestruzzo armato, sia di identificare con accuratezza i principali parametri geometrici. Oltre ad aggiudicarsi il premio in denaro, i cinque vincitori parteciperanno al Premio nazionale innovazione (Pni), in programma il 4 dicembre a Perugia. Sono stati inoltre assegnati i “Premi Start Cup Fvg” ai tre migliori progetti fra i non classificati per ciascun ateneo partecipante (2mila euro ciascuno): Warm Motion per l’Università di Udine, Marks per l’Università di Trieste e Furbo per la SISSA. Alla serata hanno preso parte, fra gli altri, il rettore dell’Università degli Studi di Trieste Francesco Peroni, quello dell’Università degli Studi di Udine Cristiana Compagno, il direttore della SISSA Stefano Fantoni, il direttore di Start Cup Fvg-Trieste Maurizio Fanni, quello di Start Cup Fvg-Udine Andrea Tabarroni e quello di Start Cup Fvg-SISSA Antonio De Simone. Sono intervenuti anche la responsabile del Progetto Start Cup Udine Manuela Croatto, la presidente della Provincia di Trieste Maria Teresa Bassa Poropat, l’assessore regionale al Lavoro, università e ricerca Alessia Rosolen e il consigliere della Fondazione Crup Marco Maria Tosolini. L’iniziativa è sostenuta, oltre che dalla Fondazione Cassa di risparmio di Udine e Pordenone, che ha legato il suo nome a Start Cup Udine fin dalla prima edizione, anche dalla Fondazione Cassa di risparmio di Trieste, dalla Fondazione Cassa di risparmio di Gorizia, dalla Camera di commercio di Trieste e da Friulia. La serata è stata organizzata in collaborazione con il Conservatorio “Giuseppe Tartini” di Trieste, Vodafone e con PniCube. dicembre09 59 Orizzonti Libri a cura di C.T.P. IL LIBRO DEL MESE David B. Audretsch = LA SOCIETA’ IMPRENDITORIALE Presentazione di Riccardo Illy Marsilio pagg.: 258 euro 20,00 In occidente le generazioni passate hanno goduto della sicurezza di un lavoro a vita, rafforzata dalle politiche pubbliche adottate per garantire che lo stesso posto di lavoro potesse essere garantito fino alla pensione. Da qualche anno, alla faccia del valore del “posto fisso” invocato da Tremonti, ci siamo abituati a pensare che il “precariato” non sia più una condizione episodica, ma il futuro nel mondo del lavoro. In questo volume David B. Audretsch, il direttore del Max Planck Institut of Economics di Jena in Germania, individua la risposta positiva alla globalizzazione nella società imprenditoriale che ha per leit-motiv il cambiamento, poiché proprio la capacità di adattamento e cambiamento danno un importante vantaggio competitivo in un mondo dove oramai i lavori e addirittura le aziende possono essere spostati con estrema celerità. Analizzando i recenti sviluppi dell’economia statunitense Audretsch spiega come da un passato nel quale le politiche pubbliche erano a sostegno delle grandi aziende, si è giunti a un presente nel quale una miriade di piccole aziende (come nel Nord-Est italiano), sostenute anche da investimenti pubblici, sono diventate la forza guida dell’innovazione, della competitività e, quindi, della crescita economica degli Usa. Uno volume di indubbio interesse che, sebbene pubblicato in Italia pochi mesi fa, è stato scritto da Audretsch nel 2007. Viene solo da chiedersi se l’entusiasmo di Audretsch per il nuovo modello americano, sia lo stesso oggi, dopo la crisi globale nata proprio negli Usa. g Altre letture consigliate... Peter Molloy = LA VITA AI TEMPI DEL COMUNISMO Bruno Mondadori pagg.: 264 euro 20,00 Il giornalista della Bcc, Peter Molloy ha raccolto in questo volume una parte delle molte interviste effettuate a personalità e gente comune dell’allora Germania Est, dell’ex Cecoslovacchia e della Romania, per un fortunato programma televisivo (purtroppo mai trasmesso in Italia). Attraverso i racconti degli intervistati, Molloy ricostruisce quale fosse “la vita ai tempi del comunismo”. Ne esce un quadro assai interessante, con giudizi in gran parte estremamente severi, ma in alcuni casi anche venati di nostalgia. A vent’anni dalla caduta del muro di Berlino, un volume intelligente e molto utile per chi, per ragioni anagrafiche o per altri motivi, non ha avuto l’occasione di visitare quei Paesi quando erano sottoposti ai regimi comunisti. Anche quanti conobbero quei Paesi quando ancora il mondo era diviso in due blocchi ritroveranno nel libro di Molloy le atmosfere grige e oppressive che dominavano allora l’Est Europa. Leggendolo si comprenderà bene come e perché i cittadini di quei Paesi appena potereno si liberarono dei regimi che li governavano dalla fine della seconda guerra mondiale. Maurizio Crema = SULLE ALI DEL LEONE A vela da Venezia a Corfù navigando lungo le rotte della Serenissima Ediciclo Editore pagg.: 174 euro 15,00 Il giornalista de “Il Gazzettino”, Maurizio Crema rac- 60 dicembre09 conta in questo volume il viaggio in barca a vela intrapreso nel 2006 insieme a un composito gruppo di “avventurieri” lungo le rotte adriatiche percorse dalle galee della Repubblica di Venezia. 1300 miglia e cinque settimane a bordo di una vecchia barca battezzata “Brancaleon”, raccontate con maestria, nelle quali Crema e i suoi compagni hanno toccato l’Italia, Corfù (Grecia), l’Albania, il Montenegro e la Croazia cercando ciò che univa (e forse unisce ancora) popoli e terre che si affacciano su quello che una volta era il Golfo di Venezia e che la Serenissima considerava cosa propria. Un viaggio alla riscoperta della storia, ma anche attraverso il recente passato e il complesso presente dei Balcani sul quale Crema induce a riflettere con descrizioni attente e osservazioni acute. Una lettura piacevole e interessante che ci aiuta a capire meglio quelle terre bellissime e affascinati a noi così vicine e a superare i pregiudizi con i quali troppo spesso continuiamo a guardarle. suoi valori, aveva dominato fino ad allora l’impero del sol levante. Proprio pensando a quel sole al tramonto Dazai racconta con delicatezza, semplicità e accuratezza la vicenda di una famiglia dell’aristocrazia (classe alla quale egli stesso apparteneva) persa fra l’arrivo della modernità e l’incomunicabilità dei rapporti familiari e amorosi nel Giappone di allora. Una lettura che ancora oggi aiuta a capire la mentalità e la vita giapponese. Peccato solo che, come troppo spesso capita per le letterature “esotiche” in Italia, anche questa sia una traduzione della traduzione inglese (americano) e non del testo originale. Davide Nonino = CHI HA VISTO CENERONTOLA? MANUALE PRATICO PER GIOVANI SCRITTORI Edizioni Il Ciliegio Osamu Dazai pagg.: 133 = IL SOLE SI SPEGNE euro 13,00 Feltrinelli Divertente e pagg.: 139 interessante euro 7,50 questo “MaFeltrinelli ripubblica, a 25 anni nuale pratico”, dall’ultima pubblicazione e a ultima fatica 50 dalla prima edizione italiana, editoriale dello questo capolavoro della lettera- scrittore friulano Davide Nontura giapponese. Osamu Dazai, no, che accompagna i giovani affascinato dalla bohême parigi- scrittori nel lungo e avventuroso na condusse una vita sregolata e percorso che parte dalla ricerca ribelle. Alcolista e morfinomane, delle idee e termina nella stesura morì suicida (al quarto tentativo) di una storia. Il metodo è quello nel 1948, a trentanove anni, della scrittura creativa, con dopo aver pubblicato il suo esercizi e giochi che aiutano a secondo capolavoro stimolare e sviluppare la capacità ““Lo squalificato”. Fu espressiva, e lezioni che permetforse, proprio la vita tono di acquisire i fondamenti inquieta e anticonfordella narrazione. Il volume mista, che gli permise ha anche una finalità benefica di intuire nel Giappone supporta, infatti, la Fondazione uscito sconfitto dalla Francesca Rava N.P.H. Italia seconda guerra monOnlus devolvendo il 10% dei diale, i primi segni del proventi per aiutare i bimbi di declino di quella classe Haiti grazie al progetto Franciaristocratica che, con i sville. Orizzonti Ente Friuli nel Mondo Tracciamo l’iter professionale che l’ha portata nei Caraibi. Mi sono diplomato Perito Edile al Malignani nel 1975, poi ho lavorato come tecnico comunale ma, il mio spirito imprenditoriale era troppo forte così ho costituito una società con cui ho realizzato i primi centri commerciali in Friuli. Alla fine degli anni 80, il ‘sistema Italia’ e la libertà imprenditoriale imbrigliata dalla burocrazia e le innumerevoli tasse, mi hanno spinto a intraprendere un’avventura professionale fuori dai confini regionali. Dal 1991 ho girato tra Thailandia, Canarie, Cuba, Costa Rica, Venezuela in cerca del contesto più adatto a me dove vivere e lavorare. Poi ho scoperto la Repubblica Domenicana, che mi ha ‘adottato’ nel 1997. Qui ho sviluppato le mie idee, le mie aspettative e anche la mia persona. LA LIBERTÀ IMPRENDITORIALE HA I COLORI DI SANTO DOMINGO Lo sguardo è quello vivace di un imprenditore che ha realizzato i suoi sogni professionali. Pronuncia, come un vessillo, la parola “libertà” e aggiunge “nella Repubblica Domenicana fioccano le opportunità di lavoro, basta saperle cogliere”. Mauro Tonasso, originario di Variano, è a capo dell’Avirex di Santo Domingo, azienda specializzata in forniture di materiali edili Come si ricomincia in un altro Paese? Il presupposto è quello di avere la consapevolezza e l’umiltà di partire da zero. Ci sono altri soci friulani con lei? Nel 1997 ho portato con me due ragazzi, uno di Nespoledo e Giorgio Tosolini di Colloredo di Monte Albano che è divenuto il mio braccio destro. Da poco, nello staff, c’è anche Sandy Gobet che risiede da tempo a Santo Domingo e ci dà una mano. Di cosa vi occupate? Inizialmente di costruzioni, un settore dove ritengo che i friulani siano dei maestri, per cultura e per bravura. Poi ho scelto di specializzarmi in forniture di impermeabilizzazioni, guaine e materiali edili. Quanti dipendenti ha e qual è il suo fatturato? L’Avirex S.A. Impermeabilizantes conta 15 dipendenti: 3 friulani, 1 piemontese e 11 collaboratori domenicani. Il fatturato annuo si aggira sui 2 milioni e mezzo di euro. Cosa c’è nel futuro dell’Avirex? Da poco ci siamo trasferiti in un nuovo Avirex S.A. Impermeabilizantes indirizzo: Calle “J” no. 14 – zona industrial de herrera – Santo Domingo Oeste R.D. Tel. 001 – 809-251-5018 E-mail: [email protected] Lo stabilimento Avirex a Santo Domingo e, nel bollo, Mauro Tonasso capannone, l’obiettivo è quello di guardare sempre avanti e ampliare l’attività. Con quali nazioni ha rapporti d’affari? Principalmente con quelle che hanno interessi turistici nell’isola, ma anche privati e ditte locali. I settori turistico e alberghiero sono in continua espansione e rimangono i più dinamici. La situazione politica aiuta l’imprenditoria? Il presidente, al terzo mandato, è uno statista giovane e qualificato. La sua intelligenza è una garanzia per la stabilità e lo sviluppo della Repubblica Domenicana. Come sono le aliquote d’imposta? Si paga il 25%, qualunque sia l’ammontare dei guadagni. Qui chi fa girare l’economia crea “Il ‘sistema Italia’ rimarrà in piedi fino a quando reggerà l’economia. C’è troppa gente che vive alle spalle dei pochi che producono ricchezza. Bisogna ancora toccare il fondo, solo successivamente sarà possibile una risalita”. reddito e non vede sfumare metà dei guadagni in tasse. Lei è presidente del locale Fogolâr Furlan, com’è il legame col Friuli? Il legame è più forte da quando sono a Santo Domingo. Può sembrare paradossale ma è così. Il venerdì ci troviamo a cena tutti assieme, scegliamo un locale, piazziamo la bandiera della piccola patria fuori dalla porta e facciamo il punto su ciò che succede in Friuli. Discutiamo, ci confrontiamo, analizziamo con occhio obiettivo. Questo ci fa sentire più vicini alla nostra terra d’origine. Paola Del Degan dicembre09 61 Orizzonti Approfondimenti = L'intervento di ROBERTA MICHIELI Ho letto le interviste pubblicate a pagina 12 - 13 -14 del Vostro mensile "Realtà Industriale" n. 9, novembre 2009. Organizzato dalla Provincia di Udine, a Udine, l' 8 e 9 novembre 2002, si svolse il Convegno internazionale "Lingue minoritarie e identità locali - come risorse economiche e fattori di sviluppo". A pagina 201 della publicazione degli Atti, si può leggere quanto allora affermò Tarcisio Mizzau Responsabile Cultura dell'Associazione Industriali di Udine: “Mi pare giunto il momento di discutere un'obiezione che è circolata, messa in giro da quanti non gradiscono specialmente l'insegamento del friulano a scuola. Eccola: ‘Perchè studiare il friulano? Meglio l'inglese’. Si noti che lo studio del friulano a scuola viene presentato come generatore di un costo di opportunità, quello della rinuncia all'inglese. Quest'alternativa è un falso, da qualcuno usato in buona fede, per superficialità; da altri in cattiva fede. Nessuno, nè la direttiva europea, nè la legge italiana di tutela delle lingue parlate da comunità ristrette, nè atti a livello regionale e amministrativo hanno mai prospettato un'alternativa del genere, peraltro stupida. I nostri ragazzi studiano l'inglese, o altra lingua scelta, assieme al friulano e all'italiano; e probabilmente meglio, conoscendo il funzionamento grammaticale della propria lingua madre”. Consiglio la ristampa degli Atti di questo importante Convegno internazionale e in particolare la relazione dell'allora vostro "Responsabile Cultura dell'Associazione Industriali di Udine", dr. Tarcisio Mizzau, e la consegna della ristampa a tutti i vostri iscritti, Presidente Calligaris incluso. Cordialità. Roberta Michieli = L'intervento di CHRISTIAN ROMANINI Preseâts President Calligaris e President Luci, o ai let cun interès lis pagjinis dedicadis a la cuintriposizion "furlan vs inglês" sul mensîl "Realtâ industriale". O rispieti dutis lis posizions e mi plasarès che cul stes spirt si frontàs simpri lis cuistions: par chest mi à fat mâl lei che i "pretestuôs" a saressin chei che a àn esprimût cualchi proteste tai confronts des peraulis dal president Calligaris. No jentri tal mert des ideis dal President Calligaris ancje se o soi une vore deludût des sôs declarazions: aio di condiserâmi ancje jo un "pretestuôs"? O lassi che a rispuindi al sedi un sienziât espert di linguistiche (prof. Franco 62 dicembre09 FRIULANO vs INGLESE? RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Il Focus pubblicato il mese scorso su realtà industriale dal titolo “Friulano Vs Inglese” ha suscitato notevole attenzione anche al di fuori del mondo industriale. In particolare abbiamo ricevuto due interventi via e-mail , l'uno in friulano del vicedirettore della Patrie dal Friuli Christian Romanini, l'altro in italiano da Roberta Michieli, curatrice (insieme a Giuliano Zelco) del volume “Venezia Giulia – la regione inventata” edito da Kappa Vu, che in modo garbato criticano i contenuti di alcune interviste di quell'articolo. Pubblichiamo volentieri entrambi i contenuti, così come quello inviatoci da Tarcisio Mizzau, già responsabile culturale di Confindustria Udine (tutti i commenti hanno subito alcuni tagli per ragioni di spazio, che tuttavia non ne alterano il contenuto) Finco: “Se tu sâs il furlan tu imparis l’inglês”): o soi convint che ancje voaltris o sês dacuardi che su lis cuistions sientifichis al è impuartant scoltâ il parê dai esperts che a fevelin su dâts cierts e no su semplicis opinions (che la riviste "Realtâ Industriale" e à definît "pretestuosis"). Par chest, sigûr che la pluralitât di espression e sedi a la fonde de linie editoriâl ancje de vuestre riviste, us domandi se al è pussibil dâ acet ancje a chest intervent su lis vuestris pagjinis. Ringraziant pe atenzion, us saludi. Christian Romanini = L'intervento di TARCISIO MIZZAU Di fronte alla provocatoria alternativa posta da Realtà Industriale – “meglio il friulano o l’inglese?” – gli imprenditori friulani hanno dato risposte di un’esemplare maturità, apprezzando la lingua friulana come valore culturale e l’inglese come strumento per entrare in rapporto con le popolazioni di tutto il mondo. La risposta più chiara è venuta da Marco Calzavara: “Credo che il tema dell’alternativa fra il friulano e l’inglese non si ponga nemmeno. Sono convinto che la lingua friulana sia un patrimonio da preservare e difendere”. Il paragone diretto fra friulano ed inglese non ha senso: la lingua friulana incorpora per noi storia, tradizione, cultura, identità. E’ un marchio di fabbrica i cui valori hanno sede nel profondo, si giudica prima di tutto con il cuore. L’inglese è uno strumento indispensabile per il lavoro, alla pari del personal computer. Qualcosa di freddo, ma che ci serve, da giudicare con la ragione. Non ci si poteva aspettare che le risposte degli imprenditori fossero diverse. O qualcuno pensa che sia compito di chi fa impresa raccogliere la lacera bandiera di coloro che per un secolo, fra immense sofferenze, hanno proclamato che l’economia è il solo metro per misurare la bontà delle scelte? In questo quadro orribile, sacrificare una lingua che non serve direttamente l’economia, come quella friulana, sarebbe stato un dovere. Ma l’industria d’oggi è basata sulla conoscenza e sui valori. Per questo, accanto al potenziamento dell’Università, gli imprenditori considerano il riconoscimento dei valori identitari un bene da promuovere. E’ con l’umile lingua dei nostri vecchi che vengono trasmessi la serietà dell’impegno lavorativo, il rispetto per gli altri, il piacere per l’opera ben fatta: tutte qualità che assorbiamo nell’ambiente in cui ci formiamo e che ci vengono riconosciute come elemento distintivo nel mondo. I cinesi sono portatori di una lingua di grande importanza negli affari. Nella mia ultraventennale frequentazione di quel grande Paese, li ho sempre trovati fieri di appartenere alla grande Cina, ma anche orgogliosi di parlare della loro Provincia, della famiglia e della lingua che parlano con i loro cari. Chi vuole rapportarsi non superficialmente con loro, racconti – in inglese – dei propri familiari, della storia della nostra terra, dell’Udinese (i giovani la conoscono, perché vedono le partite importanti del nostro campionato di calcio). L’amore per la terra nativa, nella grande diversità delle culture, è fra noi e loro un punto in comune, un ponte per aprire un dialogo vero. Gli affari seguono. Tarcisio Mizzau INFORMAZIONE COMMERCIALE CAFC SPA, nella Carta dei Servizi un nuovo “patto” con gli utenti Il documento definisce tra l’altro i tempi massimi entro i quali l’azienda è tenuta a dare risposta alle richieste della clientela In alto a destra: Eddi Gomboso, presidente di Cafc spa; qui sopra, la sede della società V enti giorni per un allacciamento, cinque per l’attivazione della fornitura idrica, venti minuti di attesa allo sportello. Sono questi alcuni degli standard garantiti da Cafc spa sulla base della nuova Carta dei Servizi recentemente approvata dal Cda. Un vero e proprio “patto” con gli utenti: per la precisione, un patto rivisto e rinnovato, considerato che il documento – contenuto in un opuscolo in distribuzione a domicilio a tutti coloro che fruiscono del servizio e che chiunque può inoltre visionare sul sito internet www. cafcspa.com - contiene diverse novità rispetto alla “vecchia” Carta in vigore fino a oggi. A richiederne l’adeguamento è stata l’Autorità di ambito territoriale ottimale, fissando gli standard minimi ai quali Cafc spa, così come gli altri gestori, è chiamato a uniformarsi. L’obiettivo dell’azienda è quello di garantire un servizio migliore e più qualificato, nel rispetto di una serie di principi fondamentali che sono l’eguaglianza e l’imparzialità di trattamento, la continuità del servizio, la partecipazione, la cortesia, l’efficacia e l’efficienza, la chiarezza e comprensibilità dei messaggi e il rispetto delle condizioni principali di fornitura. La Carta risponde dunque a esigenze di trasparenza e di corretta informazione, fissando principi e regole nel rapporto tra l’azienda che eroga i servizi e gli utenti che ne fruiscono. In questo modo, assicura la partecipazione dei cittadini, riconoscendo loro il diritto di accesso alle informazioni e di giudizio sull’operato del gestore. Tutto questo secondo modalità ben precise, che hanno lo scopo di favorire il dialogo tra gli uni e l’altro. Il documento può dunque essere considerato anche una sorta di “mappa” per orientarsi tra i servizi offerti, i tempi e le modalità di comunicazione con il gestore. Più concretamente, tra le pagine si possono trovare definiti in maniera precisa i tempi massimi entro i quali l’azienda è tenuta a dare risposta alle esigenze della clientela: dai dieci giorni per la cessazione della fornitura ai sessanta per il rilascio dell’autorizzazione all’allaccio alla pubblica fognatura. Ma la guida fornita dalla Carta va oltre, e indica anche la strada da seguire qualora tali tempistiche non fossero rispettate. Per ciascuna inadempienza è previsto un rimborso forfettario e, inoltre, qualsiasi violazione dei principi contenuti nella Carta può essere segnalata attraverso un reclamo in forma orale o scritta e deve ottenere risposta entro trenta giorni. in alternativa, l’utente avrà da ora anche la possibilità di rivolgersi alla Commissione di conciliazione istituita presso Cafc spa e composta da Cafc stesso e dalle associazioni dei consumatori accreditate. Inoltre, si stabiliscono le facilitazioni per utenti particolari, continuando sulla strada da tempo intrapresa con l’attivazione di un servizio a domicilio su richiesta per utenti diversamente abili. Vengono infine stabiliti i criteri con i quali l’azienda valuterà la percezione da parte degli utenti del servizio atteso e ricevuto e, nella ricerca di un continuo miglioramento, verranno concentrati gli sforzi per ridurre decisamente le tempistiche di intervento sulle rotture di tubazioni e il rilascio dei documenti su procedimenti autorizzativi. dicembre09 63 AGRODOLCE 64 dicembre09 di Paolo Tarabocchia dicembre09 65 L’Opinione A PROPOSITO DI... MADE IN ITALY U n aiuto in più contro la crisi globale, un’opportunità da saper cogliere. Il decreto legge che contiene le nuove misure a favore della tutela del “Made in Italy” sembra finalmente accontentare tutti e mettere un freno a speculatori e “furbi” che, giocando sul fascino dell’italianità hanno costruito fortune, ma attuando una concorrenza sleale che ha pesantemente penalizzato negli ultimi anni l’intero sistema produttivo nazionale. Ben venga, allora, questa sacrosanta tutela del “Made in Italy”, di quei prodotti per la cui promozione su nuovi interessanti mercati in prospettiva (dal Sud America ai Paesi del Golfo, tanto per citare) si sono realizzate di recente importanti missioni commerciali che hanno coinvolto l’intero sistema Italia. Ben venga l’applicazione delle sanzioni previste per chi continuerà a ciurlare nel manico. Ma la normativa rappresenta solo un piccolo passo verso una maggiore trasparenza del mercato ed è tuttavia legittimo non aspettarsi che diventi una panacea universale, considerando gli enormi interessi che ruotano attorno alle contraffazioni e che coinvolgono migliaia di persone nella stessa Italia... Insomma, uno strumento utile ma che ha bisogno di essere accompagnato da un insieme di altri comportamenti virtuosi. Da parte degli imprenditori, in primis (poiché, se è lecito confidare nei miracoli, è meglio comunque premunirsi camminando, per quanto possibile, con le proprie gambe…), perché il “Made in Italy” potrà trovare una crescente affermazione solo se sarà in grado di offrire stile, originalità, accompagnata da qualità e da innovazione: il che presuppone aziende di dimensioni tali da poter attuare i necessari e continui investimenti in ricerca e sviluppo e nella ricerca di nuovi mercati. Tuttavia l’impegno degli imprenditori non è e non sarà di per sé sufficiente. Ma qui, vista la situazione, si entra davvero nel campo del miracoloso. Perché sarà necessario che anche da parte dello Stato ci sia un impegno forte e deciso per rendere competitivo il sistema industriale. Impresa che, allo stato attuale – considerando anche il richiamo della Commissione europea ad un rientro dei conti pubblici entro i limiti previsti entro il 2012 e le risorse sempre più ingenti richieste dal welfare (non solo pensioni, ma soprattutto, in questa fase difficile e delicata dell’economia reale, il sostegno per gli ammortizzatori sociali) – sembra quanto mai improba. Tagli alle imposte e alle tasse, al di là di qualche leggero “aggiustamento” paiono davvero opera ardua e la razionalizzazione della spesa pubblica, ancorché indispensabile, non si annuncia comunque taumaturgica. Le imprese potrebbero quindi sperare in qualche minor costo legato alla sburocratizzazione e in qualche risorsa per ricerca e sviluppo, possibilmente messa a disposizione con criteri un po’ meno peregrini dei colpi di mouse dei recenti “click day”. La prosecuzione sulla strada delle riforme e dell’emersione del sommerso (altro elemento di concorrenza sleale – tutto interno al nostro Paese – ma che mette a rischio l’intero sistema quanto le contraffazioni) potranno aiutare a difendere – assieme ad investimenti in formazione e ricerca - il patrimonio di conoscenze e di capacità del nostro sistema industriale. Perché molte imprese italiane, per idee e capacità, meritano di potersi far conoscere sempre più nel mondo – in un contesto di regole certe e comportamenti legalmente corretti – al pari di quelli che sono ormai status symbol come la Ferrari o i grandi stilisti. Sperando che i primi ad affossare questa opportunità non siano gli stessi italiani con i soliti comportamenti, quelli sì, proverbialmente e spiacevolmente… Made in Italy. Mauro Filippo Grillone Molte imprese italiane, per idee e capacità, meritano di potersi far conoscere sempre più nel mondo – in un contesto di regole certe e comportamenti legalmente corretti – al pari di quelli che sono ormai status symbol come la Ferrari o i grandi stilisti. 66 dicembre09 dicembre09 67 68 dicembre09