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testimone - alatelpv
il 72- maggio 2013 copertina_45 - luglio 2005 copertina 27/05/13 11.16 Pagina 3 Anno 21 - n. 72 - giugno 2013 testimone spedizione in AbbonAmento postAle – d.l. 353/2003 (Conv. in. l. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2, d.C.b/torino - n. 72 - giugno 2013 Periodico quadrimestrale dell’Associazione “Seniores Telecom-Alatel” Piemonte e Valle d’Aosta 72- maggio 2013 copertina_45 - luglio 2005 copertina 27/05/13 11.16 Pagina 4 seniores telecom-a latel consiglio regiona le del piemonte e della va lle d ’aosta sede regionAle via Bari 5 - 10144 Torino - telefoni 011 572.5842 - 572.5728 fax 011 572.5730 - numeri verdi 800.805.031 - 800.012.777 (da telefono fisso) presidio dellA sede mattino: ore 9,30 - 12 da lunedì a venerdì indirizzo postAle Seniores Telecom-Alatel c/o Telecom Italia - casella postale 497 - 10121 Torino. Consiglio regionAle sezioni territoriAli presidente: Carlo Trabaldo Togna AlessAndriA - luigi Ferrando - [email protected] tel. 0142 63.180 tel. 335.130.34.76 presidente onorArio: Luigi di Castri Asti - nicola sola - [email protected] tel. 0141 644.179 - 338 885.46.28 il mercoledì 9 -12 ViCe presidente: Filippo Balocco AostA - luciana béthaz - [email protected] tel. 0165 45.670 segretArio: Giacomo Mancuso biellA-VerCelli - luigi paleari - [email protected] tel. 0161 252.500 tel. 339.635.84.95 ViCe segretArio: Chiara Lucivero Consiglieri: Alberto Bonino, Daniele Curtetto, Melita Schwab, Franco Tenna, Federica Vercellini, Piera Zaninetti FiduCiAri: Luciana Béthaz, Luigi Ferrando, Lodovico Foglio, Luigi Paleari, Marianna Pardi, Caterina Scomazzon Nicola Sola sindACi: Andrea Lento, Giorgio Sassone e-mail redazione [email protected] Cuneo - lodovico Foglio - [email protected] tel. 0174 481.143 tel. 334. 288.77.18 corso Italia 6 - Mondovì noVArA-VerbAniA Cusio ossolA - marianna pardi [email protected] tel. 0321 371.234 - 0321 402.528 il martedì 9,30-12 torino - Caterina scomazzon [email protected] via Mercantini 9 da martedì a venerdì ore 10-12 tel. 011 572.9748 - 572.9750 - 572.9752 - fax 011 572.9751 corso Bramante 20 tel. 011 572.6795 - 011 572.6147 e-mail associazione [email protected] sito web http://xoomer.virgilio.it/alatelpv.xoom/ Versamenti seniores teleCom-AlAtel Consiglio regionale piemonte e Valle d’Aosta conto corrente postale n° Bonifico bancario Intesa SanPaolo Codice IBAN 18645101 it44V0306901000100000067805 1ª di copertina: La Marchesa Giulia di Barolo, straordinaria figura della Torino dell’800. Riquadro: Il logo del “Telefonista day”. 2ª di copertina: Il nostro Socio Tino Aime in mostra a Pragelato. 3ª di copertina: Il Segno. Significativa immagine della collaborazione Alatel -Telecom (da Sincronizzando rivista di Telecom Italia) 4ª di copertina: La Mole Antonelliana vista attraverso la balaustra del campanile della Chiesa di Santa Giulia a Torino. 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.31 Pagina 1 C editoriale La voglia di incontrarsi are amiche, cari amici, Carlo Trabaldo Togna IL TESTIMONE 72 1 si avvicinano due eventi importanti per la nostra Associazione: le elezioni per il rinnovo delle cariche del Consiglio Regionale ed il Congresso Nazionale dell’ANLA. Per quanto riguarda il primo, con il 15 maggio si è chiuso il termine massimo per la presentazione delle candidature verrà costituita la commissione elettorale della quale vi comunicheremo i componenti. Il secondo rappresenta un momento importante: come sapete l’iscrizione alla nostra Associazione comporta anche quella all’ANLA della quale ricevete il periodico “Esperienza” molto apprezzato da tutti. I Seniores Telecom rappresentano una componente significativa in ANLA e per questo motivo è molto importante fare sentire la nostra voce e partecipare al Congresso Nazionale. Con la nostra comunicazione “Seniores Telecom News” vi abbiamo informato sulle possibili scelte di come partecipare. La nostra sede di Torino è a vostra disposizione per ogni informazione. È sempre in atto la nostra azione di supporto ai soci per il disbrigo delle pratiche ASSILT. Continua l’attività di organizzazione di gite da parte delle varie Sezioni: al riguardo vi invito a consultare il nostro sito web per poter avere una visione completa di tutte le informazioni relative. Il prossimo anno, anche per poter presentare i componenti che saranno eletti nel nuovo Consiglio Regionale, si svolgerà il Convegno Regionale: al riguardo vi invito ad inviarci suggerimenti e consigli per noi molto importanti per organizzare una manifestazione il più possibile aderente alle vostre aspettative. Ritengo importante segnalare l’iniziativa della Sezione di Torino che nel mese di maggio ha organizzato il “Telefonista day”, una manifestazione che ha visto una partecipazione notevole di persone; questo ci conferma come la voglia di incontrarsi da parte dei nostri Soci sia fortemente presente. Gli incontri di settore, già avviati in passato dalla Sezione di Cuneo, si stanno dimostrando un significativo modo per mantenere e ravvivare quello spirito di aggregazione che costituisce un importante fondamento della nostra Associazione. Il passato nella nostra Azienda è un qualche cosa che rimane in tutti noi ed è quindi molto importante mantenerne vivo il ricordo. Vi lascio ora alla lettura. Un caro abbraccio a tutti voi dal vostro 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.31 Pagina 2 il Punto insieme con il seniores telecom Volontariato di Franco Tenna Alatel 2 Continua il nostro pressing sul volontariato cercando di mantenere la vostra attenzione alla eventualità di forme di collaborazione per cercare sempre nuove iniziative e rendere piacevole ed interessante far parte dell’Associazione. Il Museo della Telefonia diventa Archivio Storico di Telecom Italia Questa volta vi informiamo che a seguito dell’apertura del portale web dell’Archivio Storico di Telecom Italia (vedi articolo a pag. 7 del n° 71) dove sono custoditi documenti e reperti delle telecomunicazioni italiane, ci si sta orientando verso una forma di collaborazione garantita che ci consenta come Alatel di essere considerati “amici dell’Archivio Storico”. Stiamo costituendo un data base che contenga le informazioni della presenza sul territorio di materiale telefonico ben conservato ed eventualmente disponibile in prestito per mostre o particolari manifestazioni. Il materiale rimane sempre al legittimo proprietario, ma in questo modo, viene in un certo senso, omologato e della sua esistenza se ne viene a conoscenza. Così il nostro appello “perché nulla vada perduto” può trovare una risposta, ciò che pensavamo come “museo della telefonia” lo può diventare in una forma virtuale. IL TESTIMONE 72 alatel 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.31 Pagina 3 Periodico quadrimestrale dell’Associazione il seniores telecom-A lAtel del piemonTe e dellA vA lle d ’AosTA sommario 72 sommario testimone direttore Editoriale Carlo Trabaldo Togna anno 21 n. 72 giugno 2013 direttore Responsabile Francesco Giordana coordinatore Redazionale Franco Tenna Clotilde Barone Luigi di Castri Luigi Gallero Alloero Anna Ghilotti Domenico Salati Carlo Trabaldo Togna Hanno collaborato a questo numero Tino Aime, Mirella Ballesio, Filippo Balocco, Luciano Barone, Luciana Béthaz, Carlo Chiavario, Daniele Curtetto, Giovanna Elia, Luigi Ferrando, Adriano Fogliasso, Lodovico Foglio, Paolo Idili, Giacomo Mancuso, Luigi Paleari, Marianna Pardi, Mario Rinaldi, Giovanni Romanò, Attilio Scafetta, Caterina Scomazzon, Domenico Serena, Nicola Sola, Angelo Villa 1 La voglia di incontrarsi sENiOREs TElEcOM 2 Il Punto Il Museo diventa Archivio Storico viTa assOciaTiva 4 Agenda Alatel Nel Consiglio dei Seniores della Città di Torino Mostre, piccoli musei itineranti Seniority day 2013 6 Rinnovo del Consiglio Direttivo Regionale 7 La voce delle Sezioni Alessandria Festa della donna a Triora Cuneo Gita al Museo Navale di Imperia Aosta Quando ci incontriamo Torino Ben trovati! il TERRiTORiO impaginazione Franco Tenna Fotografie Aime, Arch. Alatel, Arch. Telecom, Balocco, Béthaz, Ferrando, Foglio, Gallero, Idili, Scafetta, Tenna, Villa. Autorizzazione del Tribunale di Torino n. 4782 del 5 aprile 1995 Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (Conv. In. L. 22/05/2004 n. 46) art. 1, comma 2, D.C.B/Torino Chiuso in tipografia il 24.05.2013 Realizzazione grafica: Café Noir Communication srl - Torino Stampa: Comp2 - Torino aTTUaliTà 22 Conoscere Torino 39 - Stringersi gli uni agli altri - I Santi sociali nella Torino dell’Unità: Giulia di Barolo 3 Redazione EdiTORialE NUOvi sTili di viTa 26 Nessun uomo è un’isola 28 La barca di Pietro cUlTURa 29 Osservatorio Libri: spigolando qua e là Previdenza - Pensioni provvisorie, Solidarietà, Comunicazioni Tradizioni - Cucina in famiglia Mondo d’oggi - Il tempo passa cONvERsaziONi 33 Percorsi nel tempo Ragionamenti sul linguaggio parlato UN TEMPO PER TUTTO 35 Osservando La festa della mamma 35 Divagando Il saggio finale 36 Intervallo Alla cinque della sera 15 Percorsi in Valle d’Aosta 37 Altri tempi Rhemes St. Georges La macchina del tempo: da “commestibili” a “Store” al centro de “ il Testimone” 38 La morale della favola 16 Soci notizie Sotto i portici 16 Ricorda che ... 38 Pensieri Manifestazioni Pioggia primaverile 20 Ricordiamo con le foto 10 Riscoprire il Piemonte Mondovì L’assedio di Canelli Rivivere il Monferrato i NOsTRi sOci iNTERMEzzO 21 Un Socio alla volta Angela Villa 39 Il succedersi dei giorni Per chiamare... si girava la manovella 40 Tino Aime in mostra IL TESTIMONE 72 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.31 Pagina 4 vita associativa v 13 da 2 0 Agen ti n A ppu ni io n Riu ri vari t o c In n agenda alatel Nel Consiglio dei Seniores della Città di Torino di Filippo Balocco 4 Come di consueto diamo le notizie riguardanti il Consiglio dei Seniores della Città di Torino al quale partecipa attivamente la nostra Associazione. Il 6 marzo scorso, presso il Palazzo Civico, si sono svolte le elezioni per il rinnovo delle cariche scadute per ultimazione del triennio: - per la carica di Presidente, con 31 voti, è stato rieletto Cesare Palenzona; - per la carica di Vice Presidente, con 32 voti, è stata rieletta Margherita De Andreis Keller. Per la nomina a componente del Comitato Esecutivo sono stati eletti, nell’ordine del maggior numero di preferenze ricevute, i Consiglieri: Filippo Balocco (Vice Presidente Seniores Telecom) e Guido Silvestro (28 voti), Pierfrancesco Canetta (22 Voti), Edoardo Benedicenti e Roberto Gano (20 voti), Giorgio Borello e Grazia Crotti di Costiglione (19 voti). È in fase di preparazione il consueto Convegno annuale organizzato dal Consiglio che si terrà nel prossimo autunno e che avrà per tema: “L’anziano e le attività motorie”. Gli argomenti trattati spazieranno dall’approccio psicologico alle vere e proprie attività fisiche, sia ludiche che di fitness, adatte all’anziano. Oltre agli aspetti sanitari verranno illustrate le nuove tecnologie di supporto. Il Consiglio dei Seniores ha sottoposto formalmente alle due Autorità Comunali di riferimento, Sindaco e Presidente del Consiglio Comunale, la richiesta di dare riconoscimento ufficiale alla Festa Nazionale dei Nonni, il 2 ottobre; in questa data verranno anche consegnati i premi “In silenzio per gli Altri”. Tra i premiati ci sarà sicuramente, come di consueto, la presenza di nostri Soci. IL TESTIMONE 72 I membri Consiglieri del Comitato Esecutivo del Consiglio dei Seniores della Città di Torino tra i quali il nostro Vice Presidente Filippo Balocco. Mostre, piccoli musei itineranti di Giovanni Romanò Chi ci ha seguito in questi ultimi due anni su “il Testimone”, ha letto delle nostre partecipazioni ad alcune manifestazioni dove abbiamo potuto esporre pochi ma significativi oggetti funzionanti che hanno raccontato a grandi linee l’evoluzione tecnologica della comunicazione elettrica: dal telegrafo sino alle ultime centrali elettromeccaniche. A fronte di queste manifestazioni, che hanno visto impegnati alcuni Soci Alatel sia per l’allestimento che per la presentazione, è sorta la necessità di po- 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.31 Pagina 5 no propri del nostro ambito lavorativo senza escludere a priori un futuro allargamento ad altri oggetti concernenti la telefonia. Per quanto sopra esposto ci si pone l’obiettivo di realizzare una raccolta di informazioni tali da essere a conoscenza dei Soci disponibili a partecipare ad eventuali mostre e quali oggetti sono disposti a portare. Sebbene si tratti sempre di volontariato, occorrerà comunque valorizzare i singoli oggetti perché quando si va in mostra si può richiedere, se si dubita della sicurezza, un’assicurazione che copra il valore dell’oggetto per il tempo dell’esposizione. Tutte le informazioni raccolte verranno poste in un archivio elettronico che potrà essere consultato proteggendo i dati sensibili del socio. vita associativa ter allargare lo spettro degli oggetti da portare in esposizione. Proprio nell’occasione della mostra al castello di Racconigi si sono fatti parte attiva gli amici dell’Alatel di Cuneo ed in particolare Paolo Terrasi che ha messo a disposizione alcuni apparecchi telefonici della sua collezione privata. Si sente la necessità di conoscere la disponibilità dei Soci a mettere a disposizione qualche cosa di ciò che è in loro possesso in funzione dei temi che via via possono presentarsi. Questo tipo di organizzazione è mutuato da quanto si è visto fare dai soci AIRE dove ognuno ha messo in catalogo i propri pezzi ed in funzione degli obiettivi della mostra decidono cosa portare. L’intenzione è quella di iniziare dai reperti che so- 5 Seniority day 2013 a cura di Franco Tenna Il 22, 25 e 27 marzo scorso ha avuto luogo come gli altri anni, nella sede di Telecom Italia in corso Bramante a Torino, la premiazione di 310 colleghi del Piemonte e della Valle d’Aosta che hanno raggiunto i 25 e 30 anni di servizio. I premiati con 35 anni erano già andati a Roma con le altre Regioni. Oltre ai consueti saluti aziendali è seguito il benvenuto augurale del nostro Presidente Carlo Trabaldo Togna che ha invitato i presenti a iscriversi all’Alatel. Ci è gradito con l’occasione portare a conoscenza dei lettori il contenuto della lettera augurale che il Presidente Nazionale Antonio Zappi ha voluto inviare ai festeggiati. Caro Collega, a nome dei Seniores Telecom Italia ti formulo sincere congratulazioni per il traguardo raggiunto nel tuo cammino professionale; felicitazioni altrettanto sentite per il conseguimento di ulteriori soddisfazioni. Abbiamo pensato di accompagnare i nostri sentimenti augurali con un nostro ricordo che spero ti sia gradito e che ti prego di ritirare presso il desk Seniores Telecom-Alatel. Forse già sei socio dell’Alatel, di questa realtà che, con una autentica concezione di servizio, vive ed opera in stretto contatto con la casa madre Telecom alla luce del passato, nella certezza del presente e con il massimo impegno per il migliore domani. Qualora non fossi ancora nostro socio, sarei oltremodo lieto se volessi aderire subito all’Associazione compilando il modulo d’iscrizione da consegnare al nostro punto di accoglienza: potresti così utilizzare i numerosi servizi connessi con l’appartenenza alla grande famiglia dei Seniores del Gruppo Telecom Italia e potresti beneficiare anche della quota gratuita di iscrizione per il 2013. Ti ringrazio per l’attenzione nella certezza della tua adesione. Con una forte stretta di mano. Il Presidente Nazionale Antonio Zappi Le adesioni, che sono state numerose, dimostrano che il senso di appartenenza continua nel tempo ad abitare fra noi. Invitiamo tuttavia chi non lo abbia fatto per disattenzione, di rivolgersi ai nostri numeri telefonici che si trovano in seconda di copertina. IL TESTIMONE 72 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.31 Pagina 6 vita associativa le elezioni Rinnovo del Consiglio Direttivo Regiona le 6 triennio 2014-2016 Riprendendo le norme pubblicate nel precedente numero di marzo, ricordiamo a tutti i Soci in regola con il versamento della quota associativa 2013 che, essendo le elezioni per corrispondenza, riceveranno entro la prima quindicina di settembre, una busta contenente: - la lettera di invito al voto nella quale sono indicate le modalità, - la scheda elettorale e la busta predisposta, per la restituzione. Le schede dovranno pervenire entro il 16 ottobre 2013. Il presidio regionale ai numeri verdi 800 805 031 e 800 012 777 (solo da telefono fisso) è a disposizione degli elettori per qualsiasi necessità dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 11,30 circa. candidati CONSIGLIERI BAlocco Filippo Bonino Alberto cUrtetto Daniele FontAnelle Ivo GAllo Giuseppe lUciVero Chiara mAssAri Doris PAVArino Carlo scHWAB Melita tennA Franco Vercellini Federica ZAninetti Piera Socio pensionato, Consigliere uscente Socio pensionato, Consigliere uscente Socio pensionato, Consigliere uscente Socio pensionato Socio pensionato Socia pensionata candidati FIDUCIARI Sezione di Alessandria FerrAnDo Luigi Socio pensionato, Fiduciario uscente Sezione di Aosta BÉtHAZ Luciana Socia pensionata, Fiduciaria uscente Socia pensionata Socio pensionato Socia pensionata, Consigliere uscente Socio pensionato, Consigliere uscente Socia pensionata, Consigliere uscente Socia pensionata, Consigliere uscente Sezione di Asti solA Nicola Socio pensionato, Fiduciario uscente Sezione di Biella-Vercelli PAleAri Luigi Socio pensionato, Fiduciario uscente a valere per tutta la regione Sezione di cuneo FoGlio Ludovico Socio pensionato, Fiduciario uscente candidati SINDACI Sezione di novara e Verbania cusio ossola mArcHiZZA Vittorio Socio pensionato lento Andrea sAssone Giorgio a valere per tutta la regione Socio pensionato, Sindaco uscente Socio pensionato, Sindaco uscente tAccHini Angelo Socio pensionato Sezione di torino scomAZZon Caterina Socia pensionata, Fiduciario uscente IL TESTIMONE 72 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.31 Pagina 7 vita associativa La voce delle Sezioni 7 Sezione di aleSSandria Festa della donna a Triora di Luigi Ferrando Organizzare la Festa della Donna nel paese della streghe può suonare provocatorio verso la nostre Associate. La nostra intenzione, ben compresa dalle interessate, era tesa invece, proprio nella giornata del riscatto femminile, a ricordare una delle tappe più dolorose del cammino verso l’emancipazione della donna di qualche secolo fa. Triora è un paesino di quattrocento abitanti che sorge a 780 metri di altitudine nell’entroterra dell’Appennino Ligure ed è noto come centro della stregoneria. Si narra che nel 1587 durante una terribile carestia, furono accusate le donne, del quartiere più povero, di stregoneria e mercimonio con il demonio e quindi di essere la causa della grave crisi che colpiva il paese. Dalle poverine che abitavano la Ca’ Botina, oggi ancora visi- tabile, l’accusa si estese a tutte le donne del borgo che, al tempo, contava 3500 abitanti. Furono istruiti processi dall’inquisizione, con disumane torture culminanti nella morte di parecchie sventurate che non fecero in tempo a mettersi in salvo. La persecuzione cessò dopo tre anni durante i quali il paese si era svuotato, lasciando i terribili ricordi ancora visibili. Un violento acquazzone al nostro arrivo, ha limitato la visita al Museo nel quale sono raccolti oggetti e documenti legati al mondo rurale che descrivono la vita contadina dei secoli scorsi. L’aspetto più suggestivo resta comunque la raccolta di docuUn gruppo di alessandrini ad Arma di Taggia. menti, oggetti di tortura, rappresentazioni stregonesche, che danno l’idea di quanto successe in quel terribile periodo. Acquistati i prodotti gastronomici tipici, pane speciale e formaggi alpestri, non ci è rimasto che partire per Arma di Taggia, verso una cornice meteorologica migliore. Lì ci attendeva il ristorante Roma, per servirci un ottimo pranzo a base di pesce, unanimemente apprezzato; ciò ha conciliato l’appetito con la voglia di festa dei 55 partecipanti che, per la nostra sezione, rappresenta un appuntamento da non disertare. Finale con brindisi rivolto a tutte le donne e poi rientro nelle nostre sedi. 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.31 Pagina 8 Sezione di Cuneo Gita al Museo navale internazionale di imperia di Lodovico Foglio 8 Domenica 14 aprile, in una bella e luminosa giornata, abbiamo raggiunto Imperia dove abbiamo visitato il “Museo Navale Internazionale”. Attualmente la sua sede è piuttosto inadeguata, ma verrà abbandonata a fine anno per un ambiente molto più spazioso: si passerà dagli attuali ottocento metri quadri ai novemila dell’edificio ristrutturato dei magazzini dei Docks di Calata Anselmi. Siamo stati ricevuti dal fondatore e direttore, comandante Flavio Serafini, che ci ha illustrato le caratteristiche tematiche delle varie sezioni attuali e quelle della nuova sede dove saranno ospitati anche i materiali attualmente non esposti per problemi di spazio; questo consentirà al museo di diventare uno dei più importanti e qualificati d’Europa. Dopo la presentazione siamo stati affidati a un giovane volontario che ci ha guidati attraverso i vari ambienti dove sono “accatastati” numerosi cimeli della marineria militare e mercantile di tutto il mondo e che, considerato il breve tempo a disposizione, ha focalizzato la nostra attenzione sugli elementi più significativi di ogni sala puntualizzandone la tipicità. Una delle sale raccoglie alcuni cimeli della spedizione al Polo Nord guidata dal comandante Umberto Nobile con il dirigibile Italia, che venne costruito nella nostra provincia a Savigliano dalla S.N.O.S (Società Nazionale delle Officine di Savigliano). Al termine del percorso espositivo, firmato il registro delle visite, siamo risaliti sul pullman ed abbiamo raggiunto Riva Ligure dove, al ristorante “La lanterna”, abbiamo gustato svariati piatti, tutti a base di pesce, tipici della cucina ligure, eccellentemente preparati dalle cuoche del locale. Alle diciassette e trenta, dopo aver trascorso un’oretta passeggiando per il borgo marinaro, siamo ripartiti per far ritorno a casa. notizie varie Il viaggio a Praga, organizzato con le sezioni di Alessandria e Asti, ha avuto presso la nostra sezione, un notevolissimo numero di adesioni. Un particolare ringraziamento va a Vittorio Obino che ha fatto celebrare, presso il monastero delle Clarisse di viale Madonna dei Fiori, venerdì 3 maggio alle ore sette del mattino, la Santa Messa per i colleghi defunti di Bra. In occasione della Pasqua si è effettuata, con l’ausilio dei collaboratori, la ormai consueta visita agli anziani in difficoltà presso le case di riposo o le loro abitazioni. Ricordo l’incontro conviviale di sezione, sabato cinque ottobre a Morozzo, con i colleghi della sezione di Alessandria. Auguro a tutti buone vacanze. Un vostro ricordo su “Il Testimone” Chi volesse raccontare un fatto, una vicenda particolare della sua vita in Azienda, si metta in contatto con l’Alatel. Sarà chiamato al telefono da Adriano Fogliasso che lo scriverà per voi. Assilt È possibile avere un aiuto nel disbrigo delle pratiche di rimborso con l’Assilt, per via telematica (con internet) nella nostra Sede Regionale Alatel di via Bari 5 a Torino. Occorre telefonare ai numeri 800.805.031 oppure 800.012.777 (da telefono fisso). I partecipanti alla Messa presso il Monastero delle Clarisse di Bra. IL TESTIMONE 72 Per ora il servizio avrà luogo il giovedì mattino previo appuntamento. 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.31 Pagina 9 Sezione di aoSTa Quando ci incontriamo … di Luciana Béthaz Sezione di Torino Ben trovati! di Caterina Scomazzon È con grande piacere cari Soci che mi rivolgo a voi per la prima volta su queste pagine e vi confesso che la voglia di fare è pari all’emozione che questo incarico mi dà. Sono cosciente delle attese di ciascuno di voi e penso che dovrò impegnarmi a fondo, cosa che però non intendo fare da sola, perché lavorare insieme è ancora più bello. A tal proposito vi comunico i nominativi di nuovi volontari della Sezione di Torino: Walter Bacich, Ivo Fontanelle, Gabriella Guarise, Doris Massari, Adriana Querio e Silvana Saglietti. A tutti va un saluto di 9 Incontrarci in occasione delle festività, con i Soci ed i loro familiari, presso la sede degli Alpini, è diventata una piacevole consuetudine. Sono incontri ricorrenti, unici nel loro genere, perché tutti, anche coloro che sono avanti con gli anni, partecipano con grande entusiasmo; il piacere di poter condividere i momenti felici è per tutti una gioia. Tra un brindisi e l’altro riaffiorano i ricordi di tanti, tanti giorni passati insieme, non solo sul posto di lavoro, ma anche nelle occasioni in cui, con la spensieratezza Uno degli ultimi incontri in festa. della gioventù, si festeggiava con cene, balli, gare di sci, di bocce e tanto altro! Ma in tutti questi ricordi c’è sempre un pensiero per chi ci ha lasciato: un aspetto importante che evidenzia quanto siamo sempre stati molti uniti e come la nostra Azienda fosse per noi un’altra famiglia. benvenuto ed un ringraziamento per la loro disponibilità e impegno nei confronti della nostra Associazione. Tutti noi, insieme, cercheremo di rispondere alle esigenze dei nostri Soci anche con nuove iniziative. Vi vogliamo segnalare che abbiamo appena portato a termi- ne con successo il “Telefonista Day”. A questo evento hanno risposto colleghi e colleghe, in pensione, in mobilità e in servizio, che con grande gioia e senso di appartenenza si sono ritrovati partecipando ad un pranzo organizzato dall’Alatel. Un abbraccio a tutti e fatevi sentire o vedere in qualche modo. IL TESTIMONE 72 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.31 Pagina 10 i l territorio cultura arte tradizioni storia attualità 10 riscoprire Mondovì piazza. il Piemonte M ondovì di Lodovico Foglio Sul finire del XII secolo decadde la città di Bredulo. Si trovava in riva al Pesio dove ora vi è la frazione monregalese di Breolungi. L’insediamento risaliva all’ottavo secolo a.C. ed era, all’epoca, sede di una contea carolingia con giurisdizione su di un territorio che andava dalla Valle Tanaro alla Valle Stura, il cosiddetto “Comitato di Bredulo”. Gli abitanti si trasferirono sull’ultima collina della Langa, quella che domina la pianura dell’ “Altipiano cuneese”. Ai piedi della collina sulle sponde dell’Ellero venne fondato Breo e sulla cima, dove ora si erge il rione Piazza, sorse la nuova città, nello stesso peIL TESTIMONE 72 riodo in cui fu fondata Cuneo. Le fu dato il nome di Monte Regale, da cui il nome degli abitanti: “Monregalesi”. Gli abitanti si ritennero liberi da ogni obbligo verso il vescovo di Asti, che nel frattempo aveva esteso la sua signoria feudale sul territorio del “Comitato di Bredulo”. Il vescovo di Asti, a cui la cosa non piacque, asserì che il luogo faceva parte del territorio di Vico (Vicoforte), per cui quello era il “Monte di Vico” ed era soggetto alla sua signoria e così il nome divenne Mondovì. Dopo alterne vicende, e vari passaggi di dominazione, all’inizio del quattrocento, Mondovì entrò a far parte dei possedimenti dei Savoia. Nel 1388 divenne sede vescovile affrancandosi dall’egemonia astigia- na. Sotto i Savoia e nel periodo napoleonico fu capoluogo dell’omonima provincia. L’area di questa provincia, soggetta a vari aggiustamenti territoriali nel passare dei secoli, corrispose quasi sempre all’antico “Comitato di Bredulo”. Con la riforma del 1859, le quattro provincie che formavano l’attuale cuneese, confluirono nella nuova provincia di Cuneo. In questo territorio convergevano le strade della pianura e le vie “Marenche o Marenghe”, quelle che collegavano il basso Piemonte con la Liguria di Ponente ed il Nizzardo. Da queste vie prendono il nome diversi toponimi e cognomi quali Marengo, Marenco, Marinco, ecc. Nei principali punti di convergenza di queste strade si tenevano fiere e mercati. Ancora al 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.31 Pagina 11 popolosa città del Piemonte. Per alcuni anni fu sede dell’università; qui venne stampato il primo libro del Piemonte nel 1472 e una lapide, in via Pian della Valle, ricorda l’evento. L’industria si sviluppò prevalentemente in riva al torrente Ellero, da cui traeva la forza motrice; vi erano mulini, concerie, tessiture, fonderie, qui si lavorava il famosissimo marmo verde di Frabosa, quello usato dal Guarini per la cappella della Sindone a Torino. Lungo questo torrente sorsero anche le industrie della ceramica, tra cui le più importanti furono la Besio e la Richard Ginori: i loro piatti, decorati con il gallo, sono diventati l’emblema di Mondovì. Nel XX secolo, con l’arrivo dell’energia elettrica, le industrie si spostarono sull’Altipiano attorno alla nuova stazione ferroviaria, inaugurata negli anni trenta del novecento, sulla nuova linea Fossano-Ceva, e qui nacque una serie di industrie nel campo della componentistica per auto e dell’abbigliamento; queste ultime, purtroppo sono ora scomparse per la concorrenza internazionale. Dai quartieri in riva all’Ellero non vi era alcuna strada per raggiungere Piazza; occorreva, con un lungo giro, passare per Carassone e di qui salire al colle. L’attuale via Breo-Piazza venne costruita solo negli anni cinquanta del XX secolo. La strada statale 28 del colle di Nava era ostruita da alcune case in corso Statuto, per cui era difficoltoso il transito degli autocarri obbligati a percorrere le strette vie di Breo; nel 1940, poco prima dello scoppio delle ostilità con la Francia, l’esercito fece abbattere questi edifici. Alla fine dell’ottocento, per collegare Breo a Piazza, venne costruita la funicolare, su progetto dell’ing. Ferretti. Rimase in funzione fino alla fine del 1975; nel 2006 riprese a funzionare, dopo essere stata ammodernata. Molti personaggi illustri nacquero a Mondovì. Giovanni Giolitti, più volte ministro e primo ministro. Il padre scolopio Giovanni Battista Beccaria, autore del “Gradus Taurinensis”, il meridiano passante per il Piemonte. Per calcolarlo uti- Piazza Maggiore a Mondovì. IL TESTIMONE 72 11 giorno d’oggi, nel vicino comune di Vicoforte, ogni anno, l’otto settembre, in occasione della festa della Madonna, nei prati attorno al Santuario a lei dedicato, si svolge una delle più importanti fiere del Piemonte. Questa grandissima fiera, nella quale si può trovare di tutto partendo dal pulcino … al più grande bulldozer, vede la partecipazione di visitatori provenienti dall’Italia nord occidentale e dal sud della Francia. L’inaugurazione avviene dopo l’arrivo da Mondovì Piazza della processione e della successiva Messa solenne celebrata dal Vescovo. Alla processione, aperta dai Battuti Neri, partecipano i fedeli di tutte le parrocchie e tutte le autorità civili, militari e religiose del Monregalese. Il Vescovo chiude la lunga processione, che si snoda per circa sei chilometri. La città occupa un vasto territorio ed è divisa in diversi rioni e frazioni. I rioni storici sono: Piazza, Breo, Pian della Valle, Rinchiuso, Carassone, Borgato, Gherbiana. Quelli nuovi: Altipiano, Ferrone e Borgo Aragno. Le principali frazioni sono Sant’Anna Avagnina, Merlo, Pogliola, Breolungi, Gratteria, Rifreddo, San Biagio. Sono molto distanti fra di loro, ed anche per questo, non vi è quella “movida” che caratterizza il centro delle altre importanti realtà della “Provincia Granda”, come ad esempio, via Maestra ad Alba, via Vittorio Emanuele II a Bra, piazza Santorre di Santa Rosa a Savigliano. Con l’apertura del grande centro commerciale di Mondovicino, collocato al casello dell’autostrada Torino-Savona, la più importante strada commerciale, via Sant’Agostino, ha visto la chiusura di molti suoi storici negozi. Mondovì fu nel XV secolo la più 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.31 Pagina 12 12 lizzò il rettilineo di corso Francia fra Torino e Rivoli e, a ricordo di questo calcolo, rimangono i due obelischi, uno a Torino in piazza Statuto e l’altro a Rivoli, alla fine del corso. Mons. Luigi Maria Grassi, vescovo di Alba durante la seconda Guerra Mondiale, che tanto operò per la salvaguardia della Città durante l’occupazione nazi-facista; barnabita, combatté nella prima Guerra Mondiale con il grado di capitano ottenendo una medaglia d’argento al valor militare. Prima di essere vescovo di Alba fu rettore del “Real Collegio Carlo Alberto” di Moncalieri, nel periodo in cui furono allievi Albino Mussolini, figlio del Duce e della Dasler, e il padre di Letizia Moratti, Enrico Martini “Mauri”; questi fu il leggendario comandante del “I Gruppo Divisioni Alpine” durante la Resistenza, Medaglia d’Oro al valor militare, citato da Beppe Fenoglio nel libro “I 23 giorni della città di Alba”; nel 2011 si è commemorato al Sacrario Partigiano di Bastia Mondovì il centenario della sua nascita. Parlando di Mondovì non bisogna dimenticare gli Alpini: qui aveva sede, nella caserma Galliano di Piazza, il I Reggimento Alpini, uno dei più antichi e gloriosi, il cui labaro è decorato di medaglia d’oro al valor militare per le eroiche gesta durante le due Guerre Mondiali. Nella seconda Guerra Mondiale faceva parte della Divisione Cuneense; con essa venne annientato nella ritirata di Russia, lasciando la Langa e le vallate monregalesi prive di una intera generazione. Vi era anche il Distretto Militare a cui faceva capo il sud della provincia di Cuneo. Tra i siti da vedere, il “Museo della Ceramica”, in piazza Maggiore, da poco inaugurato, che ospita le migliori produzioni dei ceramisti monregalesi; il “Museo della Stampa”, in via della Misericordia, che racco- glie macchine e attrezzature storiche per la stampa, quasi tutte ancora funzionanti, provenienti in gran parte dalla collezione della UTET di Torino; il Belvedere con la Torre Civica, il Duomo, la Chiesa della Missione, la Chiesa della Misericordia nel rione Piazza; la Chiesa di San Pietro, con il suo caratteristico Moro che batte le ore e la Chiesa di Santo Stefano nel rione Breo. Inoltre, il Santuario Mariano di Vicoforte, già citato prima, opera degli architetti Ascanio Vittozzi e Francesco Gallo, dove si possono ammirare la cupola ellittica ed il ciclo di affreschi “monotematico” più grandi del mondo. Da non perdere anche il famoso carnevale, animato dal “Mòro” e dalla “Bela Monregaléisa”, maschere tradizionali di Mondovì, e della loro corte. Ed infine … non dimenticatevi di fare un giro sulla “Fune” e, prima di andar via …“Salutéme ‘l Mòro”. il XVI e XVII secolo, Canelli, avamposto e baluardo contro il Monferrato, fu teatro di innumerevoli episodi bellici. Le sue definitive fortune iniziarono alla fine del XVIII secolo, quando si sviluppò l’industria enologica del Moscato d’Asti e dell’Asti Spumante, ancora oggi una delle principali risorse della città. L’Assedio di Canelli è molto più di una semplice rievocazione storica: è la festa dei Canellesi che, rivivendo il passato, sanciscono forte e chiara la propria identità riappropriandosi di quelle radici che sono il presupposto fondamentale di ogni comunità. È una festa in cui l’esatta ricostruzione storica viene resa viva ed autentica dal coinvolgimento popolare che riesce a creare un clima difficilmente riscontrabile in altre manifestazioni in costume. È una manifestazione in cui la storia rivive attimo per attimo, anche nei più piccoli gesti, nelle ombre e nelle pietre della città antica e che richiama ogni anno più di 50.000 visitatori. Più di duemila figuranti in co- L’ Assedio di Canelli di Nicola Sola La città di Canelli ha origini antichissime. Tracce di primi insediamenti risalgono all’epoca preistorica. I primi a stabilirsi sul territorio pare siano stati i Liguri Stazielli. In epoca romana si formò un primo centro urbano di una certa importanza, circondato da fondi agricoli dove era coltivata la vite. Dopo un lungo periodo di decadenza, conobbe una ripresa a partire dall’Alto Medioevo, tanto che, nell’anno 961, Canelli venne definita “città”. Tra IL TESTIMONE 72 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.31 Pagina 13 successione del Ducato del Monferrato. Canelli, posta sul confine tra Savoia e Monferrato, interamente fortificata, fu teatro di innumerevoli combattimenti e subì numerosi attacchi. Nel giugno del 1613, approfittando della mancanza di soldati dalle fortificazioni canellesi, Carlo Gonzaga, duca di Nevérs, attraversò il fiume Belbo e pose l’assedio alla città. Le truppe monferrine tentarono in più modi di entrare in Canelli, ma la piccola guarnigione rimasta fu aiutata in modo determinante dalla popolazione che, con non pochi sacrifici riuscì a resistere ed a reagire in modo decisivo. I nemici furono costretti a ritirarsi con gravi perdite, lasciando sul terreno armi e vettovaglie. Il Duca di Savoia per ringraziamento e per premiare gli uomini e le donne di Canelli del loro comportamento, li esentò per trent’anni, con apposito decreto, dal pagamento delle tasse. L’immagine di un assedio si collega generalmente alla carestia, alla penuria di viveri e risorse: a prima vista potrebbe sembrare un paradosso che l’Assedio di Canelli sia con- IL TESTIMONE 72 13 stume rappresentano lo storico assedio subito nel 1613, ricreando per due giorni l’atmosfera e le situazioni di una città assediata e coinvolgendo il visitatore che diventa al tempo stesso testimone degli eventi e protagonista, sia che si confonda tra ufficiali e soldati o tra contadini sbandati con i loro animali, sussultando per gli imprevisti scoppi delle artiglieria nemiche ed evitando i carriaggi di masserizie che strepitano sul selciato, sia che frequenti le osterie e le taverne dove convengono anche i malfattori e gli accattoni. La manifestazione prende il via da un fatto storico ben documentato che si inquadra nell’ambito delle guerre per la successione del Ducato del Monferrato (1613-1617). Nel 1612 moriva Francesco Gonzaga, duca di Mantova che aveva diritti sul Monferrato. Alla sua morte si aprirono innumerevoli controversie per la successione. Carlo Emanuele I, duca di Savoia, per difendere i secolari interessi di casa Savoia, decise di risolvere le controversie con le armi. Iniziò così quella che fu definita la guerra per la traddistinto dall’abbondanza dell’offerta gastronomica. In realtà l’evento bellico fu tanto imprevisto quanto rapido ed in città da qualche tempo si erano ammassati viveri, biade e vino per il rifornimento dell’esercito sabaudo impegnato nell’assedio di Nizza. Quando l’esercito dei Gonzaga si mosse alla volta di Canelli, gli abitanti delle campagne e delle borgate circostanti, dovettero riparare entro le mura, trascinandosi dietro farine e vino per impedire che cadessero in mano nemica. Le otto osterie cittadine furono così sottoposte ad un vero tour de force per rifocillare innanzitutto la guarnigione militare ed i numerosi profughi civili. La rievocazione odierna ha voluto mantenere il numero delle antiche locande, cercando di riproporre ai visitatori l’alimentazione popolare secentesca. Tutti i piatti oggi proposti sono rigorosamente storici, anche se interpretati secondo le esigenze del gusto moderno. Il visitatore deve sottostare agli obblighi ferrei del lasciapassare: deve accettare di buon grado l’eventuale inquisizione da parte delle guardie di ronda e rischia la berlina se nelle osterie alza troppo il gomito. E poi odore di polvere da sparo ovunque, tamburi, ordini concitati, ispezioni a sorpresa, momenti di relativa tranquillità alternati a quelli eccitati delle sortite, alterigia degli ufficiali e dolore della povera gente. Una sorpresa dopo l’altra, una emozione continua. Quest’anno, in occasione della ricorrenza dei 400 anni della manifestazione, che si terrà sabato 15 e domenica 16 giugno, verranno istituti importanti appuntamenti che rispolvereranno le tradizioni dei primi anni della kermesse storica. 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.31 Pagina 14 R ivivere il Monferrato di Luigi Ferrando 14 È impossibile considerare la configurazione politico-geografica del Piemonte prescindendo dal Monferrato, una zona il cui nome oggi è soltanto più un ricordo storico, legato alle memorie di un periodo, durato quasi un millennio, molto ricco di cultura e di eventi. Nato con gli Aleramici, consolidatosi con i Paleologi, governato dai Gonzaga fino al 1713 ed infine annesso al Piemonte a seguito della conquista da parte dei Savoia, questo territorio, che si estende su una miriade di morbide colline, rappresenta un mosaico paesaggistico fra i più suggestivi. L’animo monferrino, radicato nella popolazione indigena, non è mai scomparso ed è tuttora l’ispiratore di tutti i riti celebrativi e della feste che esaltano l’inventiva di questa gente apparentemente chiusa, discreta, ma fondamentalmente cortese verso il visitatore esterno. Nel corso dell’anno solare meritano citazione tre eventi celebrativi di portata culturale notevole. “Golosaria”, una rassegna di cultura e gusto promossa dal Club del Papillon, presieduto IL TESTIMONE 72 da Paolo Massobrio. Un evento in cui si accendono i riflettori sui migliori produttori artigianali d’Italia, nel quale i monferrini espongono le loro eccellenze gastronomiche: paste, sughi, formaggi, salumi, dolci, birra e soprattutto vini. Nelle domeniche di marzo ogni cittadina, paese o antica borgata, espone quanto di meglio produce, compresi i piatti De-Co (denominazione comunale). Si possono riscoprire i bagnetti verdi, le tirà (torte rustiche), o la bagna d’crivela, intingolo tipico del comune virtuoso di Mirabello Monferrato, una bagna caoda che sostituisce l’aglio con la cipolla e si mangia spalmata sulla polenta. Un piatto anticamente dei poveri; “crivela” nel gergo locale è sinonimo di fame. Con l’arrivo del mese di maggio parte la rassegna “Riso e Rose”, un calendimaggio piemontese che abbina il prezioso cereale largamente coltivato nel territorio monferrino con la rosa, il fiore che nella stagione decora cortili, balconi e giardini in un’orgia di colori, esaltando, accanto alla gastronomia, le bellezze paesaggistiche. Nelle domeniche di maggio in ogni comune fioriscono iniziative come la cavalcata Aleramica - cavalieri in tour che sostano nei vari paesi a degustare - raduni motociclistici, maratone podistiche, presentazione di libri, esposizioni pittoriche, concerti per giovani ed anziani, laboratori per bambini. È tutto un pullulare di iniziative, promosse dalle Proloco, che esaltano lo spirito di appartenenza di questi popoli alla propria storia, alla propria cultura, alle proprie tradizioni. Il terzo evento che merita citazione è il “Settembre Monferrino, parole e musica in Monferrato”. Qui i concerti musicali, le rassegne librarie, sono organizzati nelle vecchie ville patrizie, abbandonate o parzialmente abitate, illuminate nella circostanza con torce medievali per la riscoperta, in era moderna, di ambienti e suggestioni d’altri tempi. Queste iniziative ricorrenti che abbinano promozione commerciale e promozione culturale, sono la più efficace rappresentazione di una tradizione, di un attaccamento, di uno spirito di appartenenza, imprescindibili per tenere vivo lo spirito dei monferrini, piemontesi sì ma, come amano precisare, piemontesi del Monferrato. 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.38 Pagina 15 di Luciana Béthaz Questa rubrica vuole far conoscere i paesi della Valle d’Aosta, anche i meno noti, cercando di destare interesse, attenzione e, soprattutto, curiosità e desiderio di venire a visitarli. Rhemes St.Georges Offerte ai Soci Alatel il territorio ! percorsi in tutto senza limiti 32,90 euro/mese invece di 46,90 euro/mese sconto per chiamare i numeri fissi nazionali e navigare in Internet a 7 mega comprensivo del canone della linea base (IVA compresa). internet senza limiti La valle di Rhemes comprende Rhemes St.Georges e, verso il fondo, Rhemes Notre Dame. Il versante di destra è percorso da molti torrenti ed è ricco di foreste di pini e di larici, mentre a sinistra il terreno è molto scosceso formando un impressionante dirupo. Il suo toponimo è un composto e deriva dal provenzale “rema”, trave; a S. Giorgio è dedicata la parrocchia del comune. Nel 1939 nell’intento di italianizzare il nome della regione, la valle di Rhemes venne trasformata in valle di Rema e nel 1941 Rhemes St.Georges cambiò il nome in San Giorgio di Rema. Fino al XIX secolo la valle era formata da villaggi attorniati da prati e campi coltivati a segale, patate e canapa, ma queste risorse non erano sufficienti per vivere e così ci fu una forte emigrazione verso il Canavese, il Monferrato e la Francia. La gente rimasta in paese era impegnata nella fonderia costruita nel 1828. Altro mestiere richiesto era quello del “ramoneur” lo spazzacamino che partiva la mattina all’alba per recarsi a lavorare per alcuni giorni in bassa valle e nel Canavese. Gli abitanti del paese attesero per anni la strada asfaltata di collegamento tra la Valle centrale e la Valle di Rhemes, percorso che venne costruito solo nel secondo dopoguerra: per ben vent’anni la postina ha portato ogni giorno della settimana il sacco postale da Villeneuve a Rhemes St.Georges percorrendo la strada a piedi o in bicicletta! La parrocchiale di San Giorgio, costruita nel XIII secolo, mantiene ancora oggi la struttura medioevale originaria nella parte inferiore del campanile e nelle fondamenta. Notevole è il parapetto della tribuna dell’organo, in legno a pannelli dipinti rappresentanti alcuni strumenti musicali risalenti al XVIII secolo. Al territorio appartengono inoltre numerose cappelle quasi tutte del XVII secolo con altari in legno intagliato dipinto e tante statue e decorazioni. Oggi Rhemes è una rinomata località alpina dove si possono fare tranquille passeggiate nel Parco nazionale del Gran Paradiso ed escursioni a cavallo nelle foreste. Nel 1989 è stata costruita la centrale idroelettrica “Alouette” collocata all’interno di una caverna scavata nella roccia in modo da salvaguardare l’ambiente naturale: per raggiungere la sala macchine e la cabina di trasformazione bisogna passare per una galleria lunga 30 metri. 23,90 euro/mese invece di 37,90 euro/mese sconto 14,00 euro/mese per traffico e telefonate ai numeri fissi nazionali con scatto di 16 centesimi alla risposta. (IVA compresa). alice 20 mega 14,95 euro/mese invece di 24,95 euro/mese sconto 10,00 euro/mese solo per internet oltre al canone della linea di base. Informazioni ai numeri verdi 800.805.031 e solo da rete fissa 800.012.777 e-mail: [email protected] IL TESTIMONE 72 15 14,00 euro/mese soci notiZie e ricorDA cHe ... 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.31 Pagina 16 il al centro de . anno 21 - n. 72 giugno 2013 Soci notizie testimone Seniores Telecom Alatel - Piemonte e Valle d’Aosta a cura di Daniele Curtetto Comunichiamo i nominativi dei nuovi Soci iscritti all’Alatel nel periodo dal 1.2.2013 al 30.04.2013. A tutti il nostro benvenuto! MANI FESTA zIONI In servizio per tutte le Sezioni Sezione di Torino Saglietti Silvana In pensione Sezione di Alessandria Bovero Giovanni Sezione di Asti Mazzani Piercarlo Mazzucco Enrico Raviola Sergio Sezione di Biella-Vercelli Fosci Antonio Neggia Marco Rizzatello Adriano Sezione di Cuneo Abba’ Aldo Grosso Mario Pesce Gianluigi Sezione di Torino Boem Roberto Buti Pier Luigi Caula Parigi Iside Ciavarella Pasquale De Grandi Luciano Fontanelle Ivo Francescutto Francesco Guidotti Antonello Masucci Carmine Perrucca Giuliana Russello Angelina Sirna Salvatore Tronci Ignazio Vicino Bartolomeo Villani Piera Sezione di Novara Verbania Cusio Ossola Benedetti Mario Filotti Achille Abbiamo avuto notizia di lutti che hanno colpito la nostra Associazione. Partecipiamo commossi al dolore delle famiglie di: Angelo Dallolmo della Sezione di Alessandria; Learco Bressan, Giuseppe De Vecchi, Leila Lonzarich, Stefano Manfredi, Felice Palladino, Fabio Parigi, Valter Ravizzoni, della Sezione di Torino. Preghiamo i Fiduciari di Sezione ed i Soci, a conoscenza di notizie di interesse comune, di comunicarle direttamente a Seniores Telecom Alatel Piemonte e Valle d’Aosta, utilizzando i numeri verdi: 800.805.031 - 800.012.777 (solo da rete fissa) oppure il fax 011 572.5730 e-mail [email protected] 16 Ricorda che… Vedere quanto indicato su queste pagine per ciascun evento alla voce “modalità” rivolgendosi al proprio Fiduciario o al Presidio per Torino, tramite i telefoni riportati, per le iscrizioni, il ritiro dei programmi completi o altre informazioni. pagamenti Il pagamento dovrà essere effettuato dopo la conferma della effettuazione della gita o del viaggio, mediante versamenti a Seniores Telecom-Alatel Consiglio Regionale Piemonte e Valle d’Aosta: sul c/c postale n. 18645101 con bonifico bancario IntesaSanpaolo IBAN: it31 W030 6901 1100 0000 0130 031 direttamente al Fiduciario - - - notizie generali ✔ non raggiungendo il numero minimo di partecipanti, Seniores Telecom-Alatel si riserva di sopprimere la manifestazione e/o di confermarla aumentando le quote individuali. In ogni caso i partecipanti saranno tempestivamente avvisati. ✔ Variazioni potrebbero subire per motivi organizzativi gli orari indicati, le date di effettuazione, il luogo di partenza, i prezzi praticati, che saranno tempestivamente comunicate ai Soci al momento dell’iscrizione alla iniziativa. ✔ nessuna responsabilità sarà a carico di Seniores Telecom-Alatel, per qualsiasi danno, a persone o cose, che possa verificarsi nel corso dell’iniziativa. ✔ Aggregati: è necessario, al fine di salvaguardare l’Associazione da ogni problema di natura fiscale, che gli aggregati risultino iscritti all’Anla. Pertanto dovranno versare la quota annuale di 20,00 euro ai Fiduciari o al Consiglio Regionale. sezione di Asti GITA IN LIGURIA TOIRANO sabato 8 iscrizioni: entro 29 maggio Numero minimo partecipanti: 30 giugno moDAlità in sede o telefonando ai numeri 0141 391.334 - 0141 212.300 - 0141 644.179 QUote Soci e famigliari: € 65,00 Aggregati: € 75,00 programma - Partenza ore 8 da Asti corso Casale 203 - Arrivo a Toirano e visita alle grotte ed al museo etnografico - Pranzo presso l’agriturismo “La Ferla” di Toirano - Visita al porto turistico di Loano con passeggiata sul lungomare - Rientro ad Asti previsto per le ore 20 sezione di Aosta BRETAGNA E NORMANDIA da lunedì 1° ProGrAmmA mAniFestAZioni 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.31 Pagina 17 luglio a sabato iscrizioni: entro 12 giugno moDAlità Telefonare alla Fiduciaria ai numeri 0165 45.670 o 380.330.3830 oppure a Franco Dal Grande ai numeri 0165 42.329 o 338.483.8480 6 luglio QUote Soci e famigliari: € 670,00 Aggregati: € 690,00 PAGAmenti Acconto di € 200,00 all’atto della prenotazione e saldo entro il 20 giugno. programma 1° luglio: ritrovo in via St. Martin de Corleans (davanti alla Caserma Cesare Battisti) e partenza per la Francia. Pranzo libero. Arrivo a Chambord, visita guidata del castello. Trasferimento a Blois ; cena e pernottamento. 2 luglio: colazione e partenza per Chartres, visita della cattedrale. Pranzo in ristorante, proseguimento per Caen; cena e pernottamento. 3 luglio: colazione e partenza per Mont St. Michel e visita dell’abbazia. Pranzo in ristorante, pomeriggio libero, cena e pernottamento. 4 luglio: colazione e partenza per Plougastel e Crozon. Pranzo in ristorante. Proseguimento per Concarneau, breve visita della città e per Quimper. Cena e pernottamento. 5 luglio: colazione, visita alla penisola di Quiberon. Proseguimento per Carnac. Pranzo in ristorante. Tresferimento ad Angers, cena a pernottamento. 6 luglio: colazione, partenza per Aosta. Pranzo libero. Arrivo in serata. 17 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.31 Pagina 18 ProGrAmmA mAniFestAZioni I PRANZI SOCIALI 2013 VERBANIA INTRA sezione di novara e Verbania cusio ossola 5 iscrizioni: entro venerdì 6 settembre 2013 Quote: Soci: A 20,00 Familiari conviventi: A 35,00 Aggregati: A 45,00 modalità: telefonare alla Fiduciaria Pardi al numero 0321 402.528 Pagamenti: cc postale, bonifico bancario o direttamente alla Fiduciaria. Programma: Partenze: da Domodossola ore 8.30 piazza Romiti; da Novara ore 8.00 piazza Pastore. Altre fermate – Borgomanero, Arona - da concordare all’atto della prenotazione. ore 9.30 arrivo a Fondotoce e visita al monumento alla Resistenza; ore 11.00 Messa di suffragio nella Chiesa della Madonna di Campagna ore 13.00 pranzo presso il ristorante “il Chiostro” di Verbania Intra. sezione di Alessandria Manifestazione effettuata in compartecipazione con la Sezione di Cuneo MOROZZO ottobre sabato 5 iscrizioni: entro lunedì 23 settembre ottobre Quote: Soci: A 20,00 Familiarii: A 35,00 Aggregati: A 40,00 modalità: telefonare al Fiduciario Ferrando ai numeri 0142 63.180 – 335.130.3476 Pagamenti: da versare sul C.C. 18645101 Alatel P.V. Programma:- Partenze: da Casale Monferrato ore 7.30; da Novi Ligure ore 7.30; da Alessandria ore 8.00 ore 10.00: arrivo all’agriturismo “ La Bottera “. Visita guidata al caseificio ed all’azienda agricola con possibilità di acquistare prodotti locali. ore 13.00: pranzo nel ristorante dell’agriturismo “La Bottera”. All’interno del salone, orchestra con balli e canti. ore 18.00: termine manifestazione e rientro alle rispettive sedi sezione di cuneo Manifestazione effettuata in compartecipazione con la Sezione di Alessandria MOROZZO sabato 5 iscrizioni: entro lunedì 23 settembre ottobre Quote: Soci: A 20,00 Familiarii: A 35,00 Aggregati: A 40,00 modalità: telefonare ai numeri 800.805.031 – 800.012.777 – 011 5725.842 – 334 288.77.18 oppure in e-mail [email protected] Pagamenti: : da versare sul C.C. 18645101 intestato ad Alatel P.V. Programma: Partenza dalle varie località della provincia con mezzi propri o con il pullman. (NB. Il pullman sarà messo a disposizione se si raggiungerà un minimo di 45 passeggeri; il percorso sarà indicato in seguito in base alle prenotazioni). ore 10.00 – Ritrovo presso l’Agriturismo “La Bottera” via Boetti Capitano, 93 in località Riforano di Morozzo. Visita guidata al caseificio e all’azienda agricola. ore 13.00 – Pranzo nel ristorante dell’agriturismo. Dopo il pranzo, all’interno del salone, balli e canti accompagnati da un’orchestrina. ore 18,00 – Termine manifestazione. BAROLO sezione di Asti iscrizioni: entro lunedì 23 settembre Quote: Soci: A 20,00 Familiari conviventi: A 35,00 Aggregati: A 45,00 modalità: telefonare al Fiduciario Sola ai numeri 0141 391.334 - 0141 212.300 - 0141 644.179 Pagamenti: da versare sul C.C. 18645101 intestato ad Alatel P.V. Programma: come da indicazioni del Fiduciario. sezione di Biella e Vercelli LA ROCCA DI ANGERRA iscrizioni: entro il 23 ottobre Quote: Soci: A 20,00 Familiarii conviventi: A 30,00 Aggregati: A 45,00 modalità: telefonare al Fiduciario Paleari ai numeri 339.635.8495 - 0173 81.142 - 0161 252.500 o a Vettorazzo al numero 015 582.1414 Pagamenti: sul pullman Programma: Visita alla Rocca, ai giardini e al Museo della Bambola Pranzo al ristorante “Il Gufo” di Ghemme. 18 sabato sabato 5 ottobre sabato 12 ottobre sezione di torino BASTIA DI MONDOVÌ sabato 12 iscrizioni: entro il 30 settembre ottobre Quote: Soci: A 20,00 Familiarii conviventi: A 30,00 Aggregati: A 40,00 modalità: si potranno effettuare telefonando al presidio della Sezione via Mercantini 9 telefono 011 572.9748 - 011 572.9750 - 011 572.9752 dal martedì al venerdì dalle ore 10.00 alle ore 12.00 Pagamenti: cc postale, bonifico bancario o direttamente al Fiduciario. Vedi Ricorda che ... Programma: ore 8.30 ritrovo dei partecipanti in corso Trapani lato parco Ruffini 9/9.30 partenze scaglionate dei pullman per Bastia di Mondovì 10.30 arrivo a Bastia di Mondovì incontro con le guide, e visita della Cappella di San Fiorenzo 11.30 termine visita partenza per Roccaforte di Mondovì località Norea 12.15 Arrivo a Norea e degustazione formaggi in azienda agricola 13.00 pranzo conviviale presso il ristorante Commercio a cui seguirà l’intrattenimento musicale con il complesso “Mundai”, presso il ristorante, nell’apposita sala ottagonale 12–17.30 Mercatino d’Autunno stand artigianali ed enogastronomici 17.30 partenza del primo pullman per Torino 18.45 arrivo previsto a Torino nello stesso luogo della partenza. sezione di Aosta GHEMME sabato 19 iscrizioni: entro martedì 10 settembre ottobre Quote: Soci: A 20,00 Familiarii: A 40,00 Aggregati: A 50,00 modalità: telefonare alla Fiduciaria ai numeri 0165 45.670 – 380.330.3830 oppure a Franco Dal Grande ai numeri 0165 42.329 - 338.483.8480 Programma: Ore 8.00 partenza davanti alla caserma Cesare Battisti in via San Martin de Corleans 10.30 visita guidata del centro storico di Ghemme, del Castello, della Chiesa Parrocchiale di Maria Assunta del 1600, visita della chiesa detta lo scurolo della beata Panacea, opera dell'architetto ghemmese Alessandro Antonelli, celebre per la Mole di Torino e per la cupola di San Gaudenzio a Novara. Si prosegue poi con la visita della chiesa di San Rocco. 13.00 pranzo presso il ristorante “Il Gufo nero” a Ghemme. 16.00 visita di una cantina sociale e degustazione dei migliori vini; visita di un'azienda produttrice di miele. 18.30 rientro in sede. ProGrAmmA mAniFestAZioni 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.31 Pagina 19 Il tempo della memoria Saranno celebrate Messe in ricordo dei Soci e colleghi che ci hanno preceduto. Alessandria Sabato 9 novembre ore 17.30 a Novi Ligure, Chiesa della Collegiata Sabato 16 novembre ore 17 a Casale Monferrato, Chiesa di Sant’ Antonio Abate Sabato 23 novembre ore 17 ad Alessandria, Chiesa di San Pio V Asti Giovedì 7 novembre ore 17.30 ad Asti, Parrocchia di San Domenico Savio Aosta Domenica 3 novembre ore 18.30 ad Aosta, Parrocchia Maria Immacolata Biella e Vercelli Venerdì 8 novembre ore 17.00 a Biella, Chiesa di San Biagio Sabato 14 dicembre ore 18.30 a Vercelli in Cattedrale cuneo Martedì 17 dicembre ore 9.00 a Savigliano, Chiesa di San Filippo, via Tapparelli - per Bra, Fossano e Savigliano Martedì 17 dicembre ore 16.30 a Saluzzo, Chiesa di San Bernardino, via San Bernardino 9 - per Saluzzo Mercoledì 18 dicembre ore 18.00 ad Alba, Duomo, piazza Risorgimento - per Alba, Canale e Cortemilia Giovedì 19 dicembre ore 18.15 a Mondovì, Chiesa del Sacro Cuore, piazza Monteregale - per Ceva, Dogliani e Mondovì Venerdì 20 dicembre ore 18.00 a Cuneo, Chiesa del Sacro Cuore, corso Nizza - per Cuneo novara - Verbania Sabato 5 ottobre ore 11.00 a Verbania-Intra, Chiesa della Madonna di Campagna (in concomitanza con il pranzo sociale). cusio ossola torino Mercoledì 6 novembre ore 18.00 a Torino, Chiesa di Santa Cristina in piazza San Carlo 19 72 - maggio 2013-1_45 - luglio 2005/1 27/05/13 11.31 Pagina 20 20 il telefono è la tua voce SPECIALE RICORDI Ricordiamo con le foto Torino. Idili Paolo al permutatore della Centrale Vanchiglia. Torino anni 1956-57 Corso di assunzione alla Stipel (foto Scafetta). 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 21 L Angela Villa re e di proporsi dei veneziani, l’impatto con i piemontesi é piuttosto scostante. E’ giocoforza stringere i denti e andare avanti; cambia l’indirizzo scolastico e frequenta a Novara l’Istituto Tecnico per Ragionieri e, nel 1959, consegue il diploma. Decide di completare la sua preparazione approfondendo e migliorando la conoscenza della lingua inglese e per questo scopo, con una compagna di classe, parte alla volta dell’Inghilterra dove va a studiare per ben sei mesi, ospite di amici di suoi parenti che abitano a Londra. L’anno successivo rientra in Italia ricca di nuove esperienze maturate nel suo soggiorno all’estero e piena di belle speranze per il suo futuro lavorativo. Un mese dopo il suo rientro in Italia viene a sapere che la Stipel sta assumendo; inoltra richiesta di assunzione e il mese successivo é assunta: é il 15 luglio 1960. Gli esordi sono difficili poiché deludenti in relazione alle sue aspettative di studentessa diligente, preparata, seria e con un bagaglio culturale notevole per quei tempi. In quel primo periodo piange tutti i giorni poiché le riesce difficile accettare di seppellire i suoi sogni e le sue speranze e attendere ad un lavoro a suo parere tanto banale, ripetitivo e privo di qualsiasi iniziativa, anche modesta. Decide di rimanere in Stipel nonostante tutto, essenzialmente per due motivi: l’Azienda é notoriamente ben posizionata nella scala dei valori delle aziende italiane e il farne parte può costituire motivo di orgoglio e, inoltre, Angela non intende gettare la spugna alle prime difficoltà della sua vita lavorativa. Accetta la sfida con se stessa e decide di pazientare per un tempo ragionevole, adoperarsi per dimostrare le sue capacità e la sua buona volontà, sperare di mutare la situazione e riuscire a farsi stimare a tal punto da ottenere un incarico più soddisfacente e gratificante. Ha ragione di non desistere nella lotta poiché i risultati arriveranno. L’ambiente lavorativo in cui é calata e l’Ufficio della Contabilità Interurbana dove si contabilizzano le telefonate interurbane su prenotazione “a cartellino”; quando gli utenti di allora telefonavano al centralino e alla telefonista che rispondeva chiedevano di parlare con qualcuno in una determinata località, venivano invitati a riagganciare e attendere vicino all’apparecchio telefonico di essere richiamati e messi in contatto con l’utente richiesto. Dopo un breve periodo é spostata in altri uffici e ha talvolta funzione di jolly, ovvero é chiamata a ricoprire incarichi momentaneamente scoperti a causa di assenze improvvise. Infine é trasferita al Servizio Commerciale ed é assegnata dapprima alla Preutenza e successivamente allo sportello commerciale. Comincia ad ingranare e il lavoro le piace e lo svolge con entusiasmo. Il Servizio Commerciale si evolve e, in occasione di una importante ristrutturazione aziendale, viene istituito il Servizio 187 quale sportello telefonico commerciale e Angela é nominata caposala per l’Agenzia di Novara. L’incarico é impegnativo ma provvido di gratificazioni e di sfide poiché deve trasformare delle telefoniste digiune di qualsiasi rudimento commerciale in esperte venditrici, in grado di svolgere anche tutte le pratiche che precedentemente erano svolte nel salone commerciale e, quale nuova politica aziendale, vendere prodotti telefonici con l’impegno di raggiungere gli obiettivi che l’Azienda si aspetta. Questo periodo, che é il periodo finale della sua carriera, dura cinque anni; é una vita frenetica in cui si alternano trasferte a Roma per incontri con altre realtà territoriali della stessa Linea Commerciale, corsi di formazione e di aggiornamento, che devono essere immediatamente trasferiti ai collaboratori di cui ha la responsabilità. I risultati che ottiene e che le sono riconosciuti la colmano di gioia e di soddisfazione e, non ultimo, le procurano anche l’affetto dei colleghi che ancora oggi la incontrano volentieri e le dimostrano affetto. L’occasione per ritirarsi, anche se non era ancora maturato il termine, giunge nel mese di luglio 1994. Sceglie di anticipare la sua quiescenza per godere un po’ di serenità insieme al suo amato compagno di vita che per un certo periodo di tempo ha temuto di perdere a causa di una grave patologia. Ho avuto l’impressione di aver conosciuto una gran donna, dolce ma decisa, forte ma tenera, ancora giovane e desiderosa di fare, molto dedita alla sua famiglia. Se dovessi esprimere un giudizio direi che il tratto distintivo di questa signora é l’essenzialità nel suo essere donna nelle sue molteplici funzioni. IL TESTIMONE 72 21 a socia di cui racconterò questa volta, fa parte della sezione di Novara: si tratta della signora Angela Villa. Nasce ad Ancona il 18 luglio 1938, alcuni anni dopo con la famiglia si trasferisce a Reggio Emilia, successivamente è a Cremona e qualche anno più tardi va a vivere a Venezia, dove rimane sino alla conclusione della terza media inferiore. Inizia il liceo classico a Venezia Lido, ma durante l’anno scolastico la famiglia si sposta nuovamente e questa volta, per Angela, il trasferimento a Novara é per tutta la vita anche se non ne é ancora consapevole. Quest’ultimo cambiamento le crea disagio; abituata al garbato ed estroverso modo di vive- intermezzo di Giovanna Elia 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 22 a ttualità Torino Conoscere 22 Vivere la Festa dei Lavoratori di questi tempi, non può che portarci a condividere le preoccupazioni per il futuro e per il tempo presente che si rivela così carico di difficoltà di ogni genere per la crisi che incombe su Torino e sull’Italia insieme a mezza Europa. 39 IL TESTIMONE 72 “Stringersi gli uni agli altri” di Franco Tenna Il significato quindi è principalmente legato a sentimenti di solidarietà che portano a “stringersi gli uni agli altri” nelle difficoltà e nella ricerca della soluzione ai complessi problemi che sono tutti correlati fra loro. La nostra città vive anch’essa le vicende legate alla situazione generale del Paese e quindi non possiamo che adeguare il nostro pensiero a quello di carattere generale, con la particolare condizione di essere sempre in prima linea. La dimensione della crisi e del cambiamento in atto da alcuni anni a questa parte è talmente vasta da non lasciar fuori nulla: crisi finanziaria ed economica, perdita di lavoro, cassa integrazione, esodati, imprese che delocalizzano o non hanno più i crediti dalle banche, situazioni di povertà in continuo aumento inimmaginabili un tempo. Tutto ciò in un clima di individualismo esasperato, mentre invece questi problemi per essere affrontati richiedono il contributo di persone con formazione, cultura e competenze diverse. Se l’obiettivo è lo sviluppo, esso va inteso in modo diverso dal passato, con maggiore flessibilità e con gente attiva guidata da dirigenti capaci; i mali della nostra situazione si curano in un solo modo, tornando a crescere dal punto di vista produttivo e competitivo. Torino, il villino Avondo, in via Napione 2, splendida espressione dell’architettura ottocentesca. 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 23 Rimane quindi indispensabile per creare lavoro rilanciare gli investimenti proprio nei settori dove ruota il sistema produttivo del nostro territorio, insieme all’agricoltura, al turismo e ai servizi. Occorre sperimentare forme avanzate di partecipazione alla gestione dell’organizzazione del lavoro con accordi diretti sindacati impresa, creando un modello di sviluppo impostato su tutte le risorse emergenti, che comprenda una maggior considerazione del lavoro umano e di quello manuale. Il lavoro per la famiglia come per la persona non è solo fonte di reddito, ma di identità e di futuro al quale i giovani continuano a guardare con grande preoccupazione. Quindi le implicanze sono notevoli e i riflessi sociali anche, non perdiamo l’opportunità di crescere e dare il nostro contributo a questa società così tanto provata. Che ciascuno, politico, amministratore, cittadino faccia la propria parte. Ne saremo tutti tanto grati. 23 I SantI SocIalI nella torIno dell’UnItà Continuiamo l’esame del tessuto sociale di Torino nell’Ottocento, attraverso i protagonisti di una rivoluzione pacifica che ha inciso profondamente nella vita della Città: essi sono stati denominati i “santi sociali” . Giulia di Barolo di Carlo Chiavario Una figura che si affianca alla schiera dei Santi Sociali piemontesi anche se piemontese non è, essendo per nascita vandeana e neppure Santa poiché la Chiesa Cattolica non ha ancora ritenuto sufficientemente santificante il duro lavoro svolto per alleviare le sofferenze delle classi sociali più disadattate della Torino ottocentesca. Questa donna devota e praticante è Juliette Colbert sposata al marchese Tancredi Falletti di Barolo. Juliette Viturnia Francesca Colbert de Maulévrier nasce in Vandea (Francia) il 26 giugno 1786, secondogenita del conte Edouard e della contessa Anne Marie Quengo de Crènolle. In Germania, dove per motivi politici la sua famiglia si trasferisce, Giulia riceve un’istruzione piuttosto severa ed approfondita, forse un po’ insolita per una fanciulla di quell’epoca. Studia latino, filosofia, storia, matematica e fisica ed impara ad esprimersi non soltanto in francese, ma pure in inglese, tedesco ed italiano, apprendendo anche le tecniche del disegno e della pittura e divenendo una discreta pittrice. Nel 1804 poi, quando Napoleone, incoronatosi imperatore, per dare lustro alla sua corte, chiama a Parigi l’antica nobiltà, pure i Colbert ricevono l’invito e Giulia, che ha appena compiuto diciotto anni, viene nominata damigella d’onore dell’imperatrice Giuseppina. E proprio alla corte di Napoleone incontra colui che diventerà il suo sposo. Il giovane che infiamma il cuore della bella damigella è un torinese: Carlo Tancredi Falletti di Barolo, all’epoca paggio di Napoleone. Si sposano a Parigi il 18 agosto 1807. A Parigi la giovane coppia frequenta l’ambiente nobiliare, ma pure le istituzioni caritative, così la bella Giulia inizia ad operare in quei campi che la renderanno giustamente famosa a Torino, pur senza trascurare la vita di corte. Nel 1808 i marchesi Falletti si trasferiscono a Torino rientrando nel loro palazzo di via delle Orfane. E Giulia, pur rimanendo molto affezionata alla sua patria, si avvicinerà al suo nuovo paese studiandone la storia e le abitudini ed anche volendone apprendere il dialetto. A Torino i coniugi Barolo continuano quell’opera di carità che già hanno iniziato ad esercitare, giovani sposi, a Parigi. Nella Torino che, pur tra contrasti ideologici e politici dovuti all’affermarsi di quel liberalismo che avrà come conseguenza il risorgimento e la susseguente unità d’Italia, vede però primeggiare le figure dei santi sociali quali Cottolengo, Cafasso, Bosco, Murialdo e Faà di Bruno, le cui opere nascono proprio in quel perioIL TESTIMONE 72 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 24 24 do ed esistono tuttora. In quella Torino, ancora codina, Giulia e Tancredi, sorretti dalla profonda fede in Cristo, promuovono iniziative veramente sconvolgenti per quel tempo. Ma proprio quell’amore per il prossimo predicato quasi duemila anni prima, fa dire a Giulia nelle sue “Memorie, appunti e pensieri” alcune frasi che sono la testimonianza di tutta la sua vita: “Facciamo del bene ai buoni, perché lo meritano, facciamone ai malvagi, affinché apprendano essi pure a farlo, perché lo meritano, per toccare loro il cuore, e disporli all’emendazione! Nulla va perduto di quello che si dona per carità! E dando senza contare. Dio conterà per noi!” Per lei l’amore più grande è riuscire a riconciliare i peccatori a Dio! Così comincia ad istituire l’Associazione delle Signore della Carità che opera nelle parrocchie di San Dalmazzo, Sant’Agostino e del Carmine con l’impegno di distribuire elemosine, ma pure di visitare i poveri nelle mi- Ritratti giovanili di Carlo Tancredi e Giulia. IL TESTIMONE 72 sere abitazioni portando loro parole di conforto. Nel 1818 inizia la sua opera nelle carceri femminili di Torino cercando di dare l’avvio ad una riforma carceraria basata non solo sull’espiazione, ma sulla rieducazione mediante istruzione e lavoro. Tanto che, nel 1820 un inglese, studioso dei sistemi carcerari, Sir Francis Cunningham, in un rapporto al suo governo, dichiara che le prigioni del regno di Sardegna sono le peggiori prigioni d’EuroGiulia di Barolo. pa ad eccezione di quelle femminili. Qui la Marchesa è già riuscita a far vestire con abbigliamento decente le donne carcerate, ad impegnarle in lavori educativi che possono avviarle verso una futura redenzione e anche, attraverso l’insegnamento del leggere e scrivere, permettere loro un inserimento nel tessuto sociale al termine della detenzione. Per rendersi conto personalmente della vita in un carcere, visita, ancora con il marito, numerosi istituti di pena sparsi in Europa e giustifica questa attività con il voler conoscere meglio i vari sistemi detentivi. “Ho visitato molte prigioni, ho preso varie informazioni e nulla di ciò che mi è stato detto era in linea con l’idea che mi ero fatta di un carcere. Non potevo cercar sollievo a un male che conoscevo troppo poco e così passarono anni senza che riuscissi ad approfondire un problema che mi stava a cuore.” Così scrive nelle sue memorie. L’idea sua non è quella che il penitente deve essere redento soltanto con la punizione, ma con la volontà di reintegrarlo nella società per mezzo dell’istruzione e del lavoro. Per riuscire in questo intento si prodiga, non solo visitando i penitenziari, ma fermandosi in essi per insegnare personalmente l’alfabeto e la dottrina cristiana. Specialmente le carceri femminili di Torino conoscono questa sua diuturna fatica che però alla fine darà qualche frutto. Infatti già nel 1821 ottiene dal governo di far costruire un penitenziario esclusivamente femminile denominato delle “Forzate”, più sano, dotato di un cortile interno assolato, e ne viene poi nominata sovrintendente. Così pure viene accettata dal Re la proposta di far lavorare per il governo le recluse con una retribuzione depositata e consegnata loro all’uscita. La rivoluzione auspicata dalla Marchesa in campo femminile purtroppo non coinvolge le carceri maschili, ma Carlo Alberto quando, nel gennaio del 1833, nomina una commissione che deve studiare quale sistema si può adottare per migliorare la situazione carceraria piemontese, prega di tenere presente il progetto di riforma presentato dalla marchesa già nel 1821. Si arriva così alle Regie Patenti del 9 febbraio 1839 e lo stato sardo passa addirittura all’avanguardia in Italia come sistema carcerario andando in vigore il principio del recupero morale e della rieducazione civile come obiettivo da raggiungere prima del termine della detenzione. La Marchesa, pensando poi alle donne appena libere dal carcere, nel 1822 fonda, in una casa acquistata dal governo, il “Rifugio” per curarne l’educazione preventiva e redentiva. I Marchesi provvedono poi a loro spese all’ampliamento dei fabbricati, così nel 1831 vengono accolte 120 ragazze in difficoltà di età inferiore ai 15 anni nella nuova casa chiamata “Rifugino”, anche questo posto sotto la protezione di Maria Santissima Refugium Peccatorum. Nel 1843 fonda il “Collegio delle Maddalenine” annesso al convento delle Maddalene per l’accoglienza di 40 ragazze dai 7 ai 14 anni, 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 25 per una trentina di ragazze seguite sempre dalle suore di Sant’Anna ed infine alcune scuole cattoliche nel pinerolese per contrastare l’influenza delle comunità valdesi alle quali, in quell’epoca, era quasi esclusivamente affidata la gestione scolastica della zona. Dopo la morte della marchesa, per sua volontà testamentaria, sorgerà pure il Collegio Barolo, destinato alla formazione di futuri tecnici provenienti da famiglie povere e sarà aperto presso la chiesa di Santa Giulia, allora in costruzione per sua volontà, un Oratorio in suo ricordo. Non bisogna però pensare che la vita dei Barolo si riduca alla sola pratica di opere di bene. Essi partecipano pure attivamente alla vita politica ed intellettuale della città e così, mentre al mattino al palazzo di via delle Orfane si affollano i poveri derelitti in attesa di un pasto caldo, alla sera personaggi illustri salgono i gradini dello scalone di rappresentanza per sedere alla tavola dei marchesi. Il fior fiore dell’alta società torinese frequenta palazzo Barolo, ma non solo per partecipare a sontuose feste da ballo, ma per discutere, a volte anche animatamente, sulla situazione politica del momento. E non sempre la marchesa è d’accordo con i suoi interlocutori! Parecchie volte, da buona vandeana, si oppone con energia alle ideologie contrarie ai suoi principi, specialmente in campo religioso. Alle volte è anche oggetto di scherno e addirittura di vilipendio da parte dell’autorità come quando, nel 1848, dichiarandosi vivamente contraria alla legge che ordina la confisca dei beni della Compagnia del Gesù e la espulsione dei Gesuiti dal Regno, deve subire l’oltraggio della perquisizione del palazzo da parte di un drappello della Guardia Nazionale alla ricerca del fratello di Silvio Pellico, padre gesuita, e di un suo confratello. L’Ottocento è un secolo difficile per i sostenitori della Chiesa in Piemonte; è pur vero che i vari “Santi sociali” vengono aiutati anche dai diversi Re che si susseguono sul trono, però lo Stato si dimostra sempre più contrario al potere temporale della Curia romana e così si comincia con l’espulsione dei Gesuiti nel ‘48 per passare alle leggi Siccardi del ‘50 che sopprimono i privilegi del clero ed il foro ecclesiastico per finire con l’occupazione, nel ‘60, di parte delle province dello stato pontificio, senza contare che proprio nel 1861 viene proclamato il Regno d’Italia con capitale Roma, centro della cristianità e capitale del potere temporale papale! La marchesa Giulia di Barolo è la prima a far visita all’arcivescovo monsignor Fransoni chiuso, per ordine di Massimo d’Azeglio, nelle carceri della Cittadella, e lo fa proprio perché fedele ai suoi principi, non condivide completamente le idee liberali di colui che pur considera uno dei suoi migliori e più fedeli amici. Fraterna ed impostata ad una vera comunione di spirito cristiano, è l’amicizia che lega i due marchesi a Silvio Pellico che dopo il periodo trascorso nello Spielberg soggiornò in casa Barolo in qualità di bibliotecario fino alla sua morte. L’impegno di Giulia di Barolo per i più deboli prosegue fino a che nel 1864 la morte sopravviene il 19 gennaio. La marchesa sarà sepolta accanto al marito nel cimitero monumentale di Torino. Le due salme saranno poi traslate, come da lei richiesto nel testamento, nella costruenda chiesa di Santa Giulia, voluta da lei e fatta erigere a sue spese in borgata Vanchiglia, una delle più povere della città. Fra i santi piemontesi in un quadro di un artista contemporaneo, compare anche la Marchesa di Barolo. IL TESTIMONE 72 25 pericolanti o già in preda al vizio. Fonda poi l’Ospedaletto di Santa Filomena per l’educazione e la riabilitazione di bambine dai 3 ai 12 anni disabili e povere; il “Laboratorio di San Giuseppe”, annesso all’Ospedaletto, che dà istruzione e lavoro retribuito a ragazze dai 10 ai 18 anni; le “Case famiglia”, costituite da una Madre laica e da 12 ragazze fra i 14 ed i 18 anni, che di giorno lavorano presso botteghe artigiane e ricevono un’istruzione religiosa e civile dalle suore di Sant’Anna e l’educazione dalla Madre che vive con loro. Giulia istituisce pure alcune congregazioni religiose: le “Sorelle Penitenti di Santa Maria Maddalena” per l’educazione di adolescenti già avviate al vizio (ora “Figlie di Gesù Buon Pastore”); le “Oblate di Santa Maria Maddalena” per la conduzione dell’Ospedaletto di Santa Filomena e, dopo la morte di Tancredi, ne subentra alla guida dell’Istituto delle Suore di Sant’Anna, da lui fondato. Inoltre l’attività dei Falletti di Barolo è rivolta pure al campo educativo, così aprono la Scuola Borgo Dora per l’istruzione elementare alle figlie di famiglie di condizione disagiata; l’asilo “Barolo” per i figli di operai poveri; l’“Educandato di Sant’Anna”, tenuto dalle omonime suore, collegio aperto alle ragazze della piccola borghesia; l’”Orfanotrofio delle Giuliette” 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 26 verso nuovi stili di vita incontri - opinioni - esperienze - proposte 26 Nessun uomo è un’isola di Luigi Gallero Alloero “Nessun uomo è un’isola …” così il poeta inglese John Donne definisce il rapporto tra un singolo uomo e l’umanità. Un’affermazione che sembra apparentemente semplice, quasi banale – nessuno mette in dubbio che l’uomo faccia parte dell’umanità, come i passeri fanno parte degli uccelli e le api degli insetti - ma, se riflettiamo, questa appartenenza va ben oltre ad una mera classificazione e si configura in un rapporto assai complesso. Supponiamo che per qualche IL TESTIMONE 72 strano evento un bambino cresca in un contesto avulso dalla società civile, lontano anche dai propri genitori; ammesso che riesca a sopravvivere in qualche modo, avrà uno sviluppo fisico normale, anche se condizionato dall’alimentazione e dall’ambiente, ma che cosa sarà dello sviluppo del suo pensiero? La sua etica sarà orientata come quella di uomini civilizzati? O forse rimarrà al livello degli altri animali della foresta, guidato dall’istinto e senza una capacità di pensare sofisticata e articolata né tanto meno rivolta al trascendente? Penso che si possa affermare che l’uomo alla nascita sia soltanto un supporto vuoto dotato di vita, come del resto tutti gli altri animali, ma che rispetto a questi abbia una capacità assai sviluppata di apprendimento, di memorizzazione, di elaborazione e che abbia anche la possibilità di creare idee nuove da aggiungere al patrimonio comune dell’umanità. Ma è evidente che le sue capacità possono essere messe a frutto solo se egli cresce in una società civilizzata di cui acquisisce la cultura, la elabora e la memorizza. In questa situazione può anche essere attore di 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 27 Una sorta di “imprinting”, diverso non solo a seconda delle caratteristiche dell’etnia in cui l’individuo cresce, ma addirittura dello strato sociale che lo comprende. Sembra di aver scoperto l’uovo di Colombo, eppure, soprattutto nell’ambito della società attuale, si direbbe che molti non se ne rendano conto; è fondamentale considerare che la nostra capacità di ragionare, di creare, di immaginare, sia risultante da una relazione, mi azzarderei a dire una simbiosi, tra l’individuo e la società in cui esso si evolve. È innegabile che ad un certo momento del suo sviluppo l’uomo cominci a muoversi sulle sue gambe e, in misura maggiore o minore, pur con i condizionamenti della formazione avuta e con l’influenza del mondo circostante, sviluppi un pensiero personale e si distingua nella sua individualità. Anche per quanto riguarda la sua etica, possiamo pensare che il libero arbitrio, da una certa età in poi, dovrebbe consentirgli, entro i limiti concessi dal condizionamento esterno, di scegliere il cammino da percorrere, facendo emergere l’uomo dall’umanità e orientandolo verso il premio finale che, nelle speranze di coloro che credono in Dio, verrà concesso. Sarebbe interessante poter aver una misura di “quanto” ogni uomo maturo è individuo e quanto è parte dell’umanità, perché è abbastanza evidente la differenza tra coloro che vivono e pensano come il “gruppo” e coloro che si distinguono per la loro autonomia e originalità. Pensieri di questo genere dovrebbero far sentire ogni uomo parte dell’umanità e far capire che da essa si riceve e ad essa si deve dare il proprio contributo. Forse un po’ di autostima per il singolo non guasta, ma è opportuno evitare che questo ci porti a considerare noi stessi al centro dell’universo. Il riferimento di ognuno di noi deve essere sempre l’umanità, o meglio, noi stessi in rapporto con essa; questa è anche la base della democrazia, forse, se tutti se rendessero conto, la nostra società sarebbe migliore. Per concludere, completo il pensiero di John Donne con alcune parole, rese anche famose da Hemingway che le usò in apertura del suo romanzo “Per chi suona la campana” e che mi sembrano in sintonia con quanto abbiamo detto sinora: “…. La morte di un uomo è un po’ anche la tua morte perché tu fai parte dell’umanità. Non cercare dunque di sapere per chi suona la campana: essa suona per te”. IL TESTIMONE 72 27 un processo evolutivo catalizzato dal contesto in cui esso vive. Volendo vedere il fenomeno anche sotto l’aspetto spirituale, si può osservare che lo sviluppo della sua anima, a partire dallo stato vegetativo dell’embrione, attraverso lo stato sensitivo del feto, fino allo stato razionale-spirituale che caratterizza la sua maturità, non è conseguente soltanto all’evoluzione di un individuo isolato, ma dell’individuo inserito in un contesto che lo stimola ad orientare il suo modo di essere, soprattutto nei primi anni della sua vita. Ci troviamo di fronte ad un processo che coinvolge in una relazione stretta uomo e umanità e che induce a supporre un effetto di “trascinamento” del singolo da parte dell’ambiente che lo circonda verso la possibilità di sfruttare a pieno la capacità della sua mente, e, per coloro che credono nell’ immortalità dell’anima, verso il destino che il Creatore ci ha riservato. Esiste nell’evoluzione dell’individuo un processo iniziale di formazione a cui contribuisce tutta la società umana in cui l’individuo si trova inserito, con evidente maggiore efficacia da parte delle persone più vicine come i genitori, gli amici, gli insegnanti. 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 28 La barca di Pietro di Franco Tenna Una breve riflessione che nasce dal particolare avvicendamento di due pontefici, in conseguenza delle dimissioni del Papa in carica, Benedetto XVI. Un fatto epocale che non avveniva dai tempi di papa Celestino V (1294), a cui è seguito il Conclave che ha eletto il suo successore che ha preso il nome di Francesco. 28 Disse Simon Pietro “Io vado a pescare”, gli dissero gli altri discepoli “Veniamo anche noi con te” (Gv 21,1) Un po’ di tempo prima Qualcuno … camminando lungo la riva del lago di Galilea aveva detto “Venite con me, vi farò pescatori di uomini”(Mc 1,17) “Non vi abbandonerò” Un grande avvenimento nella vita della Chiesa ha creato recentemente un notevole stupore e sconcerto dapprima, e poi commozione in tutto il mondo offrendo motivo di riflessione per tutti, credenti e non credenti per un gesto inaspettato e improbabile le dimissioni del Papa. Benedetto XVI il 264° successore di San Pietro, lascia il pontificato con un annuncio senza precedenti. “Dopo aver IL TESTIMONE 72 ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino.” Nel suo ultimo Angelus salutando una folla immensa in piazza San Pietro assicura i fedeli, commossi e consci del grande passo del pontefice, che egli rimarrà sempre unito nella preghiera e che…“Non vi abbandonerò”. Così Joseph Ratzinger, dal 28 febbraio 2013 è Papa emerito e si ritira nel silenzio, nella preghiera e nella meditazione per continuare in modo diverso il suo servizio alla Chiesa. “Pregate per me” Nell’approssimarsi della Pasqua una fumata bianca annuncia “l’Habemus Papam” con una sorpresa che entusiasma subito la gente, il nuovo Papa sarà Francesco “Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma, sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo”. Così Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, eletto al soglio di Pietro con il nome di Francesco, esordisce nel saluto al popolo romano. Il suo stile semplice, il suo vestire modesto e il parlare diretto attraggono subito i pellegrini e la gente. Avvertono tutti un fascino non comune, la sensazione che qualcosa si stia muovendo nel dialogo e nell’attenzione nei confronti di tutti. Due figure di grande sensibilità e grande spessore, due nomi Benedetto e Francesco che si richiamano entrambi a scelte di essenzialità di vita cristiana. Essi inducono a riflettere sulle scelte di ciascuno di noi che, pur con tutta la modestia possibile, possono essere di esempio e indicative di un vivere non banale o scialbo, ma espressione di una vita più densa di significato. Quanto alla barca… speriamo sappia trovare sempre la rotta giusta come accenna l’introduzione della costituzione pastorale “La Chiesa nel mondo contemporaneo” del Concilio Vaticano II: “Le gioie e le speranze, le tristezze, le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore.” 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 29 libri spigolando qua e là a cura di Luigi Gallero alloero CLara SaNChEz EntrA nEllA miA VitA pagg.446 Ed. Garzanti Di questa autrice madrilena, l’anno scorso al mare mi avevano prestato “Il profumo delle foglie di limone”, un romanzo che mi era piaciuto, tanto da essere indotto a comprare il suo secondo romanzo dal titolo “La voce invisibile del vento”, che però non avevo trovato all’altezza del precedente. Infatti, nonostante fosse scritto con il consueto stile semplice, di facile lettura, con un buon approfondimento dei caratteri, mi aveva alquanto deluso tanto da abbandonarne la lettura dopo alcuni capitoli perché non trovavo la vicenda interessante. Quest’anno la Garzanti ha pubblicato questo nuovo romanzo dal titolo “Entra nella mia vita” in cui la protagonista si scontra con i ricordi del passato che la portano ad una affannosa ricerca di una verità che la sua stessa famiglia le nasconde. La protagonista dovrà districarsi da sola in mezzo ad un groviglio di bugie correndo anche molti pericoli. Questa indagine, affrontata tra molti ostacoli frapposti da qualcuno disposto a tutto e deciso a far fallire la ricerca, è un sottile filo conduttore che crea quel tanto di suspense e di mistero che serve a tenere desta l’attenzione del lettore. Nel finale, assai movimentato e talvolta farraginoso, i vari pezzi del mosaico si ricompongono e finalmente la vicenda trova la sua logica. 29 dei Soci per i Soci c ultura o s s e r v a t o r i o Clara Sanchez. Un romanzo più maturo, forse più importante dei precedenti, ma che comunque, nonostante i pregi di cui abbiamo detto, si dilunga molto nel descrivere la vita quotidiana dei personaggi, nell’approfondire sentimenti, caratteri e rapporti tra gli stessi e quindi, pur essendo molto ben scritto, con uno stile personale, non è consigliato a coloro che apprezzano il romanzo d’azione. IL TESTIMONE 72 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 30 osservatorio Previdenza Pensioni provvisorie 30 Avere una pensione provvisoria per svariati lustri, un tempo era una caratteristica degli ex dipendenti pubblici. Ne conseguivano regolarizzazioni diverse dopo svariati anni e in non rari casi, indebiti e recuperi di notevole importo. Nel corso di questi ultimi anni la situazione pare sia cambiata ed è ormai quasi normale che anche in ambito INPS vengano liquidate pensioni, nelle varie gestioni, con modalità provvisorie e poi, con calma, si provvede al calcolo definitivo. Le motivazioni di questo fenomeno sono di varia natura: tecniche collegate ad aggiornamenti di programmi di calcolo; per norme di legge e/o disposizioni che ritualmente vengono varate verso la fine di ogni anno; motivi organizzativi e di produzione dell’intero apparato INPS che vuole raccordarsi con la propria utenza in tempi molto rapidi e premianti non soltanto ai fini statistici e di immagine. A prescindere da questioni di carattere generale sopra indicate, vorremmo fare alcune precisazioni che riguardano il settore dei Fondi Speciali e in particolare i pensionati del Fondo Telefonici. Premesso che l’evoluzione delle norme previdenziali nel corso di questi ultimi 20 anni ha coinvolto tutto il pianeta previdenza, va specificato che con maggiore incisività ha interessato il Fondo Telefonici e più nello specifico l’ampia platea di soggetti coinvolti da periodi di Cassa Integrazione Guadagni e/o di mobilità dall’anno 2000 in avanti. Da una indagine effettuata sulle pratiche di pensione trattate a livello di Patronato ITAL risulta un notevole numero di pensioni ancora provvisorie e alcune con decorrenza che supera i 10 anni. Nella massa di pensioni provvisorie, sempre revisionabili da parte INPS, prevalgono quelle con decorrenze successive al 1° gennaio 2009, mentre meno numerose sono quelle con decorrenze più remote. Le norme di legge attualmente vigenti non hanno modificato i termini di prescrizione (10 anni) nel caso di recupero di indebiti da parte INPS, mentre per quanto concerne l’eventuale diritto a crediti per il pensionato i termini di decadenza sono ridotti a 5 anni. Questa soluzione, tutta italiana, determina l’impossibilità di recuperare crediti per il pensionato se non agisce entro il termine di 5 anni dalla decorrenza del diritto. Ne IL TESTIMONE 72 sono coinvolte tutte le pensioni provvisorie con decorrenza ante 2009 se non si è provveduto a interrompere i termini e in particolare le pensioni “Provvisorie” da mobilità che dal 2009 l’ INPS non ha definito non avendo aggiornato i programmi di calcolo. A questa sostanziale omissione di atti d’ufficio da parte della Direzione Generale INPS, che indirettamente ha coinvolto tutte le sue Sedi periferiche, occorre provvedere con iniziative legali per fermare i termini di decadenza. In tale ottica si è a disposizione per tutti i colleghi interessati e in base alla documentazione in nostro e loro possesso. Contributo di solidarietà (Art. 24, comma 21, D.L. 201/2011) Ritorniamo su questo argomento per segnalare una notizia positiva per una parte dei coinvolti nel versamento del contributo dal 01.01.2012. Per diverse migliaia di pensionati appartenenti ai Fondi (Telefonici, Elettrici, Autoferrotranvieri, Volo) praticamente il contributo è venuto a cessare dal 01.01.2013 in quanto l’importo lordo della pensione per tale anno non superava più il valore di 5 volte il minimo (495,43 x 5 = 2477,15) a causa del blocco della scala mobile. L’operazione di regolarizzazione è in pratica avvenuta con il pagamento della rata di maggio 2013 attraverso la eliminazione del contributo e il pagamento dei primi 4 mesi del 2013 che erano stati gravati da tale balzello. Per quanto riguarda invece l’iniziativa di contestazione della misura del contributo di solidarietà così come è stato determinato dall’ INPS, si sono assunte, in accordo con Alatel, iniziative di ricorso ai Comitati Provinciali INPS di competenza e parallelamente sono state predisposte ipotesi di azioni sul piano legale. Comunicazioni INPS ai pensionati anno 2013 (In applicazione di una norma di legge sul “risparmio” l’ INPS e gli enti in esso accorpati (INPDAP e ENPALS) non hanno più inviato i modelli CUD ai pensionati. Si è sopperito a questa iniziativa di risparmio con una 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 31 di Domenico Serena osservatorio O ssi buchi Si potrebbe affermare che con il 2013 i pensionati italiani sono entrati nell’era informatica e che particolarmente entusiasti sono stati gli ultra novantenni e anche quelli più giovani in precarie condizione di salute e/o mobilità. Qualche cosa di tradizionale (sistema cartaceo) pare però si sia salvato e conseguentemente, in base ad altre disposizioni di legge, nel corso del mese di maggio l’INPS invierà la classica richiesta di compilazione del modello Red 2012, il modulo per la richiesta di detrazioni fiscali ed eventualmente i moduli per le dichiarazioni di responsabilità per titolari di pensioni di invalidità civile, assegno sociale e pensione sociale (modelli ICRIC, ICLAV, ACC AS/PS). Per le modalità di compilazione i pensionati dovranno utilizzare CAF e Patronati e in particolare osservare le scadenze che saranno indicate. a cura di Luigi Gallero alloero Si tratta di un piatto assai versatile, gustoso e di prezzo abbastanza contenuto, ma che, almeno nelle mia cerchia di amici, è apprezzato ma non fa parte della cucina abituale, forse perché non appartiene alla tradizione piemontese. Fatevi dare dal macellaio ossi buchi di dimensioni medie curando che non abbiano più osso che carne e tagliate in più punti, con le forbici o con un coltello affilato, la pellicina che li circonda. Infarinateli e salateli. In una padella preparate un soffritto con cipolle o scalogni affettati, una punta di peperoncino, e un po’ sale. Quando le cipolle sono lievemente imbiondite, ponete nella padella gli ossi e fateli rosolare bene da entrambe le parti. Sfumate con vino bianco e aggiungete – ma non è indispensabile, dipende dai vostri gusti – un po’ di polpa di pomodoro. Quando il vino è consumato, coprite con acqua calda, coperchiate, e fate cuocere a fuoco lento per una quarantina di minuti, un po’ più o un po’ meno a seconda della carne. Possono essere serviti come secondo, accompagnati da un purè di patate, oppure come piatto unico con un risotto bianco o allo zafferano che verrà insaporito con una cucchiaiata del sugo della carne. Torta di carote a cura di anna Ghilotti Cuocete quattro carote di medie dimensioni e frullatele con due tuorli d’uovo, una tazza da the di zucchero e qualche cucchiaio d’olio d’oliva. aggiungete due tazze da the di farina di frumento e mescolate l’impasto con un cucchiaio di legno. Montate a neve due chiare d’uovo ed aggiungetele all’impasto assieme ad una bustina di lievito per dolci. Mescolate bene e versate il composto in una teglia che avrete unta bene con burro e spolverizzata con farina e zucchero. Cuocete a 230 °C per venti minuti e continuate la cottura per altri venticinque minuti con il forno a 110 °C. IL TESTIMONE 72 31 serie di iniziative che si sono scaricate sui pensionati, Patronati e CAF mandando in fumo il risparmio preventivato e creando all’interno delle sedi INPS uno spreco di risorse umane che avrebbero potuto espletare con profitto per l’intera utenza le loro normali mansioni. Sempre nell’ottica del risparmio, ai pensionati non è stato più inviato il classico modello Obis M e i modelli che si sono resi disponibili (non chiamandoli più con il loro tradizionale nome), come al solito erano ancora una volta incompleti del dato riferito alla trattenuta IRPEF comunale di acconto, dando ai pensionati la sensazione di un errore tra le cifre indicate e quelle in realtà riscosse presso banche o uffici postali. Tradizioni Cucina in famiglia 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 32 osservatorio Mondo d’oggi Il tempo passa di Ellebi 32 Da qualche anno, ormai, “il povero tapino” vi affligge con le sue considerazioni ed arzigogoli. Francamente incomincia sentirsi anche lui un po’ emerito. Diventa sempre più difficile trovare qualche spunto che non sia troppo noioso, ripetitivo e affliggente in un contesto generale che, diciamo la verità, è quello che è. Così, considerati i rischi di avventurarsi nella direzione di un futuro che, converrete, appare, a dir poco, un po’ incerto, si è incamminato verso il passato a ciò stimolato da un originalissimo regalo fattogli in famiglia in occasione di un recente compleanno. Siete incuriositi? Si tratta di un’ intera annata rilegata della “Domenica del Corriere” di un anno ormai molto lontano, ma per lui significativo benché fosse, allora, solo un ragazzino. Innanzi tutto immaginate un mondo senza televisione, rotocalchi, telefoni, con giornali e film controllati e condizionati dal regime al potere. Modeste anche le occasioni di scambio d’idee tra cittadini perché le distanze erano difficilmente superabili. Il mondo finiva ai margini del paese o della borgata di residenza, i viaggi e il confronto con il prossimo, al di fuori della cerchia famigliare, quasi inesistenti. In questo scenario, lo dico per i più giovani perché i vecchi lo ricordano, la Domenica del Corriere era un faro di notizie, informazioni e acculturamento per le masse che attendevano con ansia l’uscita settimanale di quello che era un mezzo per…. vedere oltre la siepe. Petronilla, la cuoca casalinga saggia, convinceva le donne dell’epoca della possibilità di cucinare manicaretti a costo quasi zero, come richiesto dalle esigue possibilità economiche dei più. Divenne insuperabile durante la guerra quando con frasi e stile suadenti tentava di convincere le massaie della bontà dei baccelli dei piselli cotti in padella senza altro condimento che un po’ di acqua e conserva di pomodoro … Una prudente e modesta pubblicità convinceva che ogni deficit grave di salute si poteva risolvere con il Proton o con l’Ischirogeno, meravigliosi rimedi di qualsiasi infermità che risultasse resistere ai ricercatissimi consigli del dottor amal il quale, con sapiente impiego delle erbe, curava quasi tutti i malanni. Per inciso, ricordo che anche agli arbitri del calcio che, con le loro decisioni contrariavano i tifosi, veniva urlato:”arbitro, prendi il Proton!” come invito ad una maggior prontezza ed attenzione. Oggi, come minimo, si trascende subito esternando ipotesi sui comportamenti e sull’imprenditorialità della parentela femminile collaterale ed ascendente dell’arbitro, e ... non è bello. Essendo di là da venire le protesi al silicone, un casto e modesto annuncio formato francobollo, pubblicizzava una miracolosa crema “Marmer” ( chiaro riferimento al marmo) che in pochi giorni avrebbe dotato anche le più scettiche di un seno invidiabile! Per la verità è quanto di più osé abbia trovato in tutto un anno di pubblicazione. a proposito, anche la pubblicità aveva i suoi momenti di gloria quando era finalizzata all’autarchia imperante e così, a piena pagina, dichiarava che ...” un popolo che ha un impero deve fare da sé!...” seguiva la reclame delle lamette da barba “Italia”. L’abbinamento tra impero e lamette da barba risultava un po’ modesto ma tant’è, quello avevamo. La realta’ romanzesca, che settimanalmente offriva ai lettori il brivido dell’avventura - sempre casta e morigerata- era rassicurante perché, alla fine, il bene trionfava ed il cattivo era punito come si conveniva. In un’epoca nella quale anche la fotografia era un lusso proibito ai più, le bellissime tavole a colori, disegnate da Beltrami, inducevano a palpitare per gli eroi nazionali che, ahimè, troppo spesso erano vittime di guerra. Non mancavano nozioni di galateo come quelle che sconsigliavano alle signore, al di fuori della spiaggia, l’uso di sandali nonché l’eliminazione delle calze che era imperativo indossare sempre. Nessuno avrebbe potuto immaginare di quanti altri indumenti si sarebbe fatto a meno di lì a pochi anni! Potrei continuare nelle spigolature di questa “storica” pubblicazione, ma credo che i pochi cenni siano stati sufficienti a richiamare al ricordo dei vecchi ed alla riflessione dei più giovani un realtà non sempre felice, ma piena d’impegno, di speranza e di grande moderazione. Ne avremo bisogno! Il vostro povero Tapino IL TESTIMONE 72 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 33 neltempo RIFLESSIONI, DIVAGAZIONI, CONSIDERAZIONI di Luigi di Castri c onversazioni Percorsi RAGIONAMENTI SUL LINGUAGGIO PARLATO anime semplici; si tratta di un neologismo usato dagli addetti alla televisione per far credere alla gente che il loro è un lavoro faticoso e difficile. E’ voce dotta, solenne, che ricorda la palingenesi, cioè il rinnovamento finale del mondo dopo la distruzione. In effetti il palinsesto ha un significato escatologico analogo, essendo di per sé stesso quello televisivo un oggettivo strumento di sterminio, ma l’accostamento è casuale. Il palinsesto non appartiene alla palinologia che è la disciplina che studia i pollini e le spore; tuttavia è ugualmente in grado di causare allergie. Tecnicamente il palinsesto designa lo schema grafico delle trasmissioni radiofoniche e televisive previste dal programma dell’emittente, suddiviso per ore, giorni e settimane. Una volta palinsesto significava soltanto manoscritto su pergamena nella quale la scrittura sia stata sovrapposta ad altra precedente raschiata (dal greco “palimpsestos”, raschiato di nuovo per scrivervi ancora), ma oggi nessuno raschia, nessuno scrive, nessuno ricorda alcunché. Un’altra parola, largamente usata, è approccio: se i manager (e, per contiguità, i politici che si occupano di economia d’impresa) non conosces- sero questo vocabolo, la loro sarebbe da anni una lingua povera, monca la loro capacità di iniziativa, inadeguata la loro performance competitiva. Si tratta di una parola di ampi, suggestivi significati, senza la quale un vero manager è colpito da afasia, una parola omnibus, non priva di esotismo tanto da suscitare interesse anche tra la critica militante (p.e.: approccio letterario). Ma l’approccio può essere tecnico, ingegneristico, finanziario, budgettario, umano, efficientistico, commerciale, psicologico, filosofico, giuslavoristico, politico, addirittura amoroso, e può operare rispetto alle tecnologie, all’ambiente, alle strategie, ai processi produttivi, alle risorse energetiche, alla manutenzione, all’assistenza tecnica, alla qualità del prodotto, al mercato, alle metodologie di vendita, alla clientela. L’approccio, soprattutto, quello politico, può essere a monte e a valle, individuale, a piccoli gruppi o collettivo, talvolta globale. Il verbo che ne deriva "approcciare" esprime l’azione dell’approccio e ne indica i tanti soggetti attivi e passivi, quanto i facitori dell’approccio e i destinatari. Nonostante le apparenze, approccio e approcciare non sono figli della nostra apocalisse linIL TESTIMONE 72 33 6. Il Medio Evo storico Gli storiografi francesi fanno iniziare il medio evo storico a partire dal 1500, pochi anni dopo la scoperta del continente americano, epoca che, a loro giudizio, segna l’inizio della sua definitiva rottura col passato che essi collocano appunto all’inizio del 1500 dopo la scoperta dell’America. Ho una simpatia profonda per i vinti, per quelli che le hanno buscate dalla storia e dai contemporanei. Al tempo delle grandi eresie avrei fatto il tifo per i catari. Al tempo di Garibaldi avrei avuto qualche indulgenza per il banditismo meridionale. Ammiro i dissenzienti, ma quelli veri che in realtà Queneau in “Una storia modello” (Fabbri, 1973), collega agli scrittori e al concetto dello scrivere. Egli dice che la letteratura altro non è che la proiezione sul piano reale dell’attività immaginaria dell’uomo. Entrambe nascono insieme. Una designa metaforicamente il Paradiso Perduto e misura l’infelicità dell’uomo. L’altra progredisce verso il Paradiso Ritrovato e tenta di descrivere la felicità dell’uomo. In questo moderno mondo contemporaneo, per esempio, ci sono tante parole nuove, come, per citarne una, palinsesto, che è fonte di turbamento per le 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 34 guistica; i due vocaboli hanno salde ascendenze tardo latine: con “adpropiare”, composto da “ad” e “prope”, vicino, e quindi “avvicinarsi”, poi trasferitosi in Francia e divenuto “aprocher”, ripescato da Dante nel verso “ma ficca gli occhi a valle, ché s’approccia la riviera del sangue”, e quindi approccio nel senso di avvicinamento, atto di chi si accosta a qualcuno per conoscerne le intenzioni. E che dire degli “approcci amorosi”, per designare i primi passi della danza dell’amore? 34 7. Il disastro linguistico Il disastro linguistico non ha confini e ci si scherza sopra quasi per esorcizzare questa involuzione linguistica. Sembra che gli italiani stiano scoprendo il piacere, forse masochistico - sempre che non si tratti di un fanciullesco gioco di società dell’autoironia linguistica almeno a giudicare dal successo di vendita avuto da alcuni libri dedicati, con intento implicitamente elogiativo agli strafalcioni detti o scritti dai connazionali, bambini delle scuole elementari, alunni dei licei, studenti universitari e gente comune indipendentemente dall’età e dal livello di scolarizzazione. Un recensore severo parla di un italiano approssimativo, arrangiato, gaglioffo, sgrammaticato e se ne duole quasi sorpreso da questo progressivo imbarbarimento. Ma, dopo anni di politichese, di burocratese, di sindacalese, di sinistrese, di giornalese, di sportivese, di televisionese, c’è da meravigliarsi semmai di essere ancora in grado di scandalizzarci dell’impoverimento sintattico, grammaticale e semantico di questo italiano avvitato su se stesso, inaridito, banale, riduttivo, disarticolato, IL TESTIMONE 72 terra di conquista di linguaggi settoriali e di barbarismi, in ritardo con l’evoluzione dei tempi, con la storia, con le idee, completamente dimentico delle proprie radici, e dunque di sé stesso. È la lingua che oggi parliamo, arida, sconclusionata, polivalente, sbracata, piatta, che qualcuno chiama italiese e un comico alla moda definisce non a torto italiondo, italiano del terzo mondo, ma che è pur sempre la nostra lingua. Non c’è molto da ridere, dunque, a leggere questi sciocchezze: c’è molto da riflettere. L’analfabetismo non è soltanto di chi non sa leggere né scrivere, ma soprattutto quello di chi non vuole imparare, e dunque rinuncia a capire, per pigrizia, per paura, per saccenteria, per inerzia, per superficialità, per pregiudizio o, peggio, per convinzione. È questa la vera ignoranza. I Pitagorici, che avevano un concetto simmetrico del mondo, vedevano in ogni cosa una dualità, la compresenza di principi opposti; essi erano indubbiamente influenzati dalla tradizione religiosa orientale che scorgeva dovunque la lotta tra bene e male, tra positivo e negativo, la rappresentazione fisica di forze contrastanti. Aristotele ci ha tramandato una tabella che comprende dieci coppie di contrari: limite e illimitato, pari e dispari, uno e più, maschio e femmina, sinistro e destro, quiete e movimento, diritto e storto, curvo e rettilineo, luce e tenebre, bene e male, quadrato e tondo. È singolare vedere come nella concezione dei Pitagorici bene, luce, linea retta, quiete, uno, maschio e limite rappresentino la polarità positiva, l’area forte dell’equilibrio. L’idea del perfetto si associa alla stabilità e alla finitezza. Il cosmo sarà limitato nello spazio poiché sfe- rico. Sarà limitato anche nel tempo, si esaurirà nel ciclo del grande anno, poi tutto ricomincerà esattamente uguale. E’ la legge dell’eterno ritorno. Mi piace, quando scrivo, citare talvolta questo e quello (però nella conversazione me ne astengo essendo un citatore distratto), non perché, privo di idee o poco convinto delle mie, abbia bisogno di appoggiarmi ad una auctoritas, ma solo perché mi attrae l’avvolgersi del pensiero a spirale intorno agli stessi concetti da duemila anni. Sono meravigliosi i percorsi circolari della mente nel tentativo di dare risposte nuove a interrogativi antichi. Quanti saranno questi luoghi della mente: cento, trecento, mille o soltanto due, il bene e il male? Frattanto, mi conforto, citando il titolo un recente libro, di un autore disincantato nel quale mi identifico “Io speriamo che me la cavo”. seniores telecom news È nata una nuova forma di comunicazione più veloce e rispondente alle necessità d’informazione tra l’Associazione e i propri Soci. Hanno inviato l’indirizzo e-mail già 1.565 Soci Preghiamo chi non l’avesse ancora fatto di comunicarlo quanto prima. 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 35 un tempo per tutto ... uno spazio per molti Uno spazio per molti, per mille articoli tutti diversi e originali, in rubriche di vario tipo: frivole, aneddotiche, episodiche, ironiche, fantastiche. Una risorsa per questa rivista che si arricchisce sempre più di collaborazioni. Una opportunità per i lettori che desiderano esprimere il loro pensiero, unico e originale. Scrivete, vi è un tempo per tutto! OSSERVANDO 35 La festa della Mamma di Mario Rinaldi Moltissimi anni fa, in qualità di padre, anni fa in qualità di nonno, recentemente (cioè l’anno scorso) come amico della direttrice didattica del Comprensorio scolastico zonale, ho presenziato alla festa di fine anno. Riunione simpatica ed allegra specialmente per gli alunni, contenti del lungo periodo di vacanze ed anche perché al ritorno a scuola avrebbero frequentato il corso superiore. Di solito negli anni passati la cerimonia si svolgeva in maniera semplice: raggruppamento di ogni singola classe con la relativa maestra in un angolo del giardino per la foto ricordo scattata da un fotografo professionista, anche se quasi sempre era un genitore o parente di un allievo; discorsetto di commiato della Direttrice; premiazione di qualche alunno particolarmente meritevole, consegna dell’attestato di fine corso per gli allievi della classe quinta. Tutto ciò avveniva di solito all’inizio di giugno. Non mi spiegavo quindi perché, l’anno scorso ricevetti l’invito per l’otto maggio. Incuriosito, mi presentai in anticipo e, dopo i convenevoli, chiesi spiegazioni. Mi fu risposto che nel corso di una riunione del Consiglio d’istituto, il corpo do- centi (tutte donne) aveva proposto di anticipare il consueto convegno annuale e farlo coincidere con la Festa della Mamma. Per l’organizzazione hanno attivamente collaborato gli applicati di segreteria ed il personale di supporto. Nell’ampia palestra coperta, su di una pedana con un pianoforte verticale, la direttrice orgogliosa saluta gli astanti e spiega sommariamente il tema; intanto gruppi di allievi si apprestano a cantare diversi brani che elogiano le mamme ed altri a recitare poesie o accennare qualche passo di danza. La manifestazione finisce con il monologo di una bambina di circa dieci anni che regge in mano una rosa rossa: “Scusatemi sono emozionata, quando pro- nuncio il suo nome sento nel cuore una felicità immensa!” “Se mastico una caramella noto che la saliva attacca le labbra per il dolce che inonda la bocca, ebbene se dico “ma..mma” le labbra si attaccano due volte perché è dolcissimo pronunciare parole rivolte alla mamma” “Mamma ti voglio bene tanto, tanto che, anche se allargo le braccia, non raggiungo la misura… perciò ti prego, allarga le tue ed abbracciami, stringimi forte. Oggi è la tua festa ed io ti offro una rosa che è la regina dei fiori, dai petali odorosi e vellutati, com’è vellutato il tuo volto quando io ti bacio! “ Gli astanti applaudono. Solo una ragazza, seduta alla mia destra, piange. Chi sa perché… DIVAGANDO Il saggio finale di Adriano Fogliasso Tempo fa, abbiamo incontrato Mario Andriani, il Colonnello, che, dopo i soliti “…come va?...”, ci ha proposto un concerto alla Conceria. A Chieri, la Sala della Conceria, è nascosta in un vicolo del complesso municipale, vicino alla sede dei vigili urbani. E’ un lo- cale che accoglie in genere, concerti e conferenze . Si trattava del “Saggio Finale” degli Allievi delle Scuole Suzuki di Chieri e Gallarate; un metodo insegnato dai maestri Claudio e Alessandro Andriani, i figli del Colonnello. Il violinista giapponese Shinichi Suzuki, nella prima metà del XX secolo, la identificò come una filosofia educativa musicale… a IL TESTIMONE 72 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 36 un tempo per tutto ... uno spazio per molti 36 farla più semplice: come i bambini imparano a parlare, senza saper né leggere né scrivere, così, ascoltando della musica o meglio un motivo musicale, il bambino può impararlo senza conoscere né musica né strumento: fornendogli un mezzo, uno strumento musicale… il gioco è fatto! Ecco! Entriamo: fra il pubblico non spiccano smoking o frac, e neppure eleganti toilette di signore con ampie scollature, è invece un mescolarsi di astucci per strumenti musicali, piumini o piumoni, sciarpe e cappelli, raccolti dai genitori che, forse, sono più ansiosi dei propri bambini che stanno per esibirsi in concerto. Il chiacchiericcio che gonfia la sala, si trasforma in calorosi applausi quando gli artisti si sistemano sul palco, raccogliendo gli strumenti. Eccoli pronti. Nelle prime file i bambini con età dai quattro agli otto anni: davanti, seduti, quelli con gli strumenti più grandi e dietro, in piedi, su due o tre file, i violini. Nell’ultima fila, tre o quattro professorini - avranno già 12/14 anni - più avanti negli studi. La sala della Conceria che ci è sempre sembrata piuttosto piccola, oggi ci sembra immensa per gli allievi del Suzuki Center di Chieri e di Gallarate. Il Direttore d’orchestra, Claudio, in rigoroso abito scuro, con il violino che fa da suggeritore, accenna l’armonia da ripetere; gli occhi di tutti i bambini, sono sul maestro, mentre nella sala non si respira, aspettando che inizi l’esibizione. Gli archetti sono impazienti di iniziare ad accarezzare le corde; ci sono pure delle chitarre, ed anche una tastiera: sono gli allievi preparati da Francesca, Federica e Laura. I nostri mini-interpreti alternano brani di Mozart e Bach a Purcell, Brahms e Vivaldi; ai lati del palco, i violoncelli dei maestri Alessandro e Antonio, fanno da sotIL TESTIMONE 72 tofondo, da accompagnamento. Al termine dell’esecuzione di ogni gruppo di brani, tutti in piedi per fare l’inchino, ma che fatica farlo eseguire da tutti e insieme! Anche questo particolare fa tenerezza! Giunge la fine: applausi, abbracci, commozione. Tutti si mescolano, allievi ed insegnanti con i genitori che intanto raccolgono gli strumenti, riponendoli nelle custodie, con scrupolo ed amore, ma poi si attardano ad immortalare i propri campioni, con ripetuti scatti fotografici, cercando pure di mettersi in mostra con gli insegnanti, pensando già ai futuri successi del proprio rampollo, certo il migliore fra tutti. Ammirati e stupiti per i risultati di questo metodo d’insegnamento, siamo andati a cercare qualche particolare notizia sul suo inventore. Il signor Suzuki, come già detto, negli anni 20-30, dal Giappone venne in Europa dove, oltre che perfezionarsi in quella che lui chiamava l’arte di suonare il violino venne a contatto con le nuove idee sull’educazione dei bambini - era l’epoca di Maria Montessori e di Jean Piaget; a Berlino, dove divenne anche intimo amico di Albert Einstein, il nostro violinista giapponese passò dall’imparare all’insegnare, proclamando:“L’arte non è qualcosa che sta sopra o sotto di noi, l’arte è legata alla nostra essenza più profonda”. Lasciamo al lettore pensarci su. INTERVALLO Alle cinque della sera di Luigi di Castri Ogni sera alle cinque, d’estate, al Parco Bollino di Courmayeur, fortunatamente ignorato dal turismo ciarliero delle buone signore aduse alle spericolatezze del fuoristrada, in un angolo appartato, fitto di pini, sobriamente arredato con cinque panchine di legno e circondato da un prato d’erba fitta, verdissima, rasata, rorida, quasi svizzera, con boschetti e ruscelli sullo sfondo, e bambini piccolissimi, governanti di colore, e vecchie coppie di benestanti a passeggio, a chi si immerga in questa scenografia, può accadere di ascoltare, grazie ad alcuni altoparlanti nascosti tra gli alberi, brani di musica sinfonica registrata. È un’esperienza rilassante da consigliare ai chiacchieroni, agli iperattivi, ai rampanti. Talvolta accade perfino di vedere uno scoiattolo attraversare il prato, fermarsi un istante a salutare gli ascoltatori silenziosi e scomparire poi nella macchia al di là della recinzione. Noi stiamo andando spesso al Parco Bollino per goderci un intervallo di pace che ha sapore di tempi civili, urbani, aggraziati, forse soltanto immaginati. Questa vacanza mi piace: è piena di belle suonate. 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 37 un tempo per tutto ... uno spazio per molti ALTRI TEMPI La macchina del tempo: da “Commestibili” a “Store” di Adriano Fogliasso un piatto della bilancia; sull’altro piatto, erano stati posati quei cilindretti d’ottone che determinavano il peso; la mano con la forchetta, sospesa nell’aria, era pronta ad aggiungere o togliere qualche pescetto, per raggiungere il peso giusto. Terminata la pesata, l’abile movimento sincrono di pollice e medio, richiudeva il cartoccio, sigillandolo sulla cima, con una piega al contrario. Per lo zucchero e la pasta era usata una spessa carta di colore blu scuro, mentre per avvolgere la carne, la carta era, sempre spessa, ma di color giallo paglia. Olio, vino, aceto, tutti i liquidi in genere, venivano misurati con boccali metallici, di diverse capacità. Non esistevano Bancomat o Carta di Credito ma era abitudine acquistare, facendo “segnare sul libretto”, per poi pagare quando si ritirava la paga, alla fine della quindicina, o quando era stato venduto il vitello. Il “libretto”, aveva l’angolo in alto a destra, ripiegato all’indietro e tutto consumato dallo sfregare del pollice del negoziante; questo strano registratore di cassa si apriva sempre alla pagina giusta e la padrona che ricordiamo, bionda, grassottella, con le guance rubizze ed un grembiule originariamente bianco, sul quale si puliva in continuazione le mani, “segnava”, con un mozzicone di matita copiativa, presa da sopra l’orecchio ed umettata ogni volta, con la punta della lingua. L’energia della macchina del tempo, si deve essere esaurita; ci ritroviamo, assordati dalle note di “Elio e le Storie Tese”, alternate dall’offerta “…al banco dei formaggi, mozzarelle sottocosto…” e lo sfrecciare di una hostess spilungona, su scarpe a rotelle ci riporta alla realtà della “Esselunga Store” di corso Traiano. IL TESTIMONE 72 37 Giorni fa mentre stavamo per entrare nella “Esselunga Store”, in corso Traiano a Torino ci è tornato alla mente che, nel dopoguerra, i negozi – inizialmente di alimentari – ingrandendosi, avevano cominciato a chiamarsi “Alleanza Cooperativa”, “Cooperativa Famiglia” poi, “Supermercato,” più avanti, “Ipermercato” e finalmente “Store”, che vuole semplicemente dire magazzino, negozio, accantonamento di merci. Stavamo per entrare in questo futuristico negozio di vendita quando, inavvertitamente, abbiamo toccato il pulsante della macchina del tempo; ci siamo sentiti catapultati all’indietro di più di ottant’anni – nella seconda metà degli anni ‘20 del secolo scorso - in un paesino della bassa Valle d’Aosta, a Montjovet. La frazione “Borgo” dove abitavamo, era formata da poche case di pietra, nascoste fra le pieghe del fondovalle. Al posto delle gigantesche in- segne luminose, una semplice scritta sul muro: “Commestibili” o “Alimentari”, indicava dove fare la spesa; gli acquisti erano giornalieri in quanto il frigorifero era ancora di là da venire e la ghiacciaia funzionava solo in città, dove, per le strade, vendevano il ghiaccio. In cima alla salita, oltre al fornaio c’era un solo negozio: sul muro si leggeva “Commestibili”: la tinta era un rosa sbiadito dalla pioggia e dal sole; la mano di un artista sconosciuto, l’aveva ingentilita con qualche svolazzo floreale. Nessuna fotocellula a far scorrere i cristalli anti-proiettile; la porta raggiungibile dopo tre scalini in pietra piuttosto alti - o forse eravamo noi ancora piccoli - aprendosi, faceva oscillare la campanella montata sulla cima d’una molla. Non t’accoglieva una musichetta soffusa ma un misto di profumi ed odori definibili “unti” che ti assicuravano che oltre quella soglia, avresti trovato proprio di tutto. Salumi e formaggi erano racchiusi nella “moscaiola” appesa al soffitto; conserva, tonno ed acciughe, venivano pescati dal fondo di grossi barattoli di latta, dal coperchio parzialmente tagliato, coperchio che, ogni volta era alzato ed abbassato aiutandosi con la punta della forchetta. Ricordiamo le acciughe, tenute ferme con l’indice, sulla forchetta stretta fra pollice e medio e, nell’altra mano, un foglio di carta oleata con il quale le stesse passavano su di 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 38 un tempo per tutto ... uno spazio per molti LA MORALE DELLA FAVOLA Sotto i portici di Mirella Ballesio 38 A Torino i portici non sono solo un orpello decorativo o una soluzione architettonica che unisce case e palazzi creando armonie di forme per abbellire strade e corsi, qui sono ben altro, sia quantitativamente che qualitativamente. Chi li ha misurati assicura che si estendono per ben tredici chilometri. Una lunghezza di tutto rispetto in grado di testimoniare nitidamente il peso di quella originale forma di collegamento in cui storia e leggenda hanno fatto di queste strutture un luogo palpitante di vita, indenne dalle classificazioni sociali e dalle ideologie. Sotto i portici c’è sempre stato posto per tutti: dai cortei sabaudi e dalle "sfilate" dei nobili, ai senza tetto con fragili giacigli di cartone; quel luogo insolito, con due lati chiusi e parsimonioso elargitore di aria e di luce, é un universo incredibilmente aperto, quasi un micro- cosmo sulla città vera e propria, la cui linfa caotica scorre rapidamente al di fuori di arcate e colonnati. Ci sono voluti trecento cinquant’anni per fare in modo che i portici di Torino raggiungessero l’attuale fisionomia. Non senza una sottile vena poetica Edmondo De Amicis dava della passeggiata sotto i portici un’immagine che oggi ci pare così lontana, perduta nel tempo. Nella prosa dell’autore di “Cuore” sotto i portici convivevano: "la bottega splendida col baraccone da villaggio che le sorge in faccia, nello stesso tempo officina e negozio. Il banco del fruttivendolo di fronte alla trattoria aristocratica; il rivenditore di almanacchi e di libri usati in faccia al grande libraio signorile, evidenziando della città tardo ottocentesca il carattere squisitamente borghese di intimità domestica in quel lento va e vieni di gente affollata sotto quegli archi, dinanzi a quelle vetrine splendide che finiscono collo stamparsi nella memoria ad una ad una, come i mobili della casa propria." pensieri di Alberto Bonino Pioggia primaverile Leggère gocce di pioggia disegnano nelle pozze d’acqua piccoli cerchi, che inseguendosi subito svaniscono. Gli avvenimenti così si susseguono, cadono nell’animo generando emozioni che il tempo cancella. Qualcuno vuole attrarre la nostra attenzione! IL TESTIMONE 72 In un mondo sempre più confuso e dispersivo, in un periodo in cui ognuno tende a pensare a sè , in una stagione, la nostra, dove c'è il rischio di rinchiudersi in se stessi, forse qualcuno ... i giovani, aspettano qualcosa da noi, abbiamo trasmesso loro tutto? 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 39 i nostri soci il succedersi dei giorni ... Per chiamare…si girava la manovella! dai ricordi di Beppe di Asti di Adriano Fogliasso contenta di fare il commesso in una gioielleria a Torino in via Roma dove, per una decina di mesi, lustrò collane, anelli ed orecchini. Ricordandoci di Cornelia, ci è venuto spontaneo chiedere a Beppe dei suoi “gioielli”. “Ah, si… con la collaborazione di Giovanna, mia moglie, i nostri gioielli sono stati due: Giuliana e Maura, che ci hanno fatto diventare ben tre volte nonni, di due maschi, uno di 19 e l’altro di 14 anni, e di una bimba di otto.” Nella sua città adottiva non lo avevano perso di vista, e, quando la Scuola di Avviamento Industriale si trovò nella necessità di assumere un insegnante tecnico-pratico, la scelta cadde sul nostro Perito Tessile. Il piacere di insegnare e, forse, anche di guadagnare qualche soldino in più, procurò al nostro Beppe un’altra esperienza. “Dopo le lezioni all’Istituto, sono andato a fare l’istruttore, per la parte teorica, in una Scuola Guida - ci spiega - ed il dovermi confrontare con persone più grandi, più anziane di me, fu molto utile nei miei futuri rapporti di lavoro.” Ma quand’è che parliamo del collega telefonico, Scanavino? Ci arriviamo, dopo aver fatto notare che, normalmente, è quando si va in pensione che si sperimentano altre attività, mentre il nostro personaggio, queste altre attività, le ha svolte tutte prima della ultra trentennale dedizione ai telefoni. Nel 1961 ci fu il primo contatto di Beppe, con la Stipel; l’invito a presentarsi in via Cavalli lo sor- prese mentre ancora era insegnante nella scuola di Avviamento ad Asti. I neo assunti, destinati agli impianti interni speciali, iniziarono il loro giro di istruzione presso i reparti operativi e, in seguito, presso le Case Costruttrici, ma ascoltiamo il protagonista: “Un primo periodo alla installazione degli impianti, poi alla manutenzione, ed infine ai collaudi; di questo periodo ricordo Valle, Cassinelli e Caligaris - s’arresta un momento quasi a frugare meglio nella memoria e conclude non ho mai dimenticato un particolare impianto portato al collaudo dalla concorrenza, la Subalpina, al quale presenziava il signor Vigna, titolare dell’impresa, un collaudo che, proprio il signor Fogliasso, bocciò!” Poi giunse l’ora che gli allievi, ormai assunti ufficialmente dal 1° agosto del ‘61, facessero conoscenza con le varie marche di centrali e centralini; il nostro intervistato riprende: “Alla fine di settembre, l’ingegner Barra ci disse: salutate tutti, raccogliete le vostre cose; lunedì mattina, dovrete trovarvi a Roma, alla Fatme”. Beppe, con dovizia di particolari, ci racconta le peregrinazioni presso le varie Case Costruttrici prima a Roma poi a Milano e conclude: “Il 2 marzo 1962, ci hanno mandato in Viale Lazio, dall’ingegner Calvi, per l’ultimo rodaggio presso gli IIS di Milano”. Ora Giuseppe Scanavino si trova solo, solo sul campo! IL TESTIMONE 72 39 Sono stati versati fiumi d’inchiostro su Leonardo da Vinci, su Archimede da Siracusa, su Antonello da Messina, oppure, molto più semplicemente, su Peppino di Capri; perché allora noi non possiamo scrivere qualche riga su Beppe da Asti? Non vuole essere piaggeria la nostra, ma semplicemente una chiarificazione, una distinzione fra i vari Scanavino che hanno prestato servizio in Stipel. Nello scorso fine anno, i componenti il Direttivo dell’Alatel ed i collaboratori più fedeli de “Il Testimone”, si sono ritrovati convivialmente in un ristorante del lungo Po; a quell’incontro il nostro Beppe da Asti ci ricordò i vecchi tempi passati agli IIS, dandoci lo spunto per questa intervista. Il nostro personaggio nasce a Chivasso il 6 luglio del ‘36, dove rimane solo due anni prima di spostarsi ad Asti, una prima volta, poi a Novi Ligure ed infine, definitivamente ad Asti, terra d’origine della famiglia. “E la scuola?”.“ A Novi, durante la guerra, ho fatto prima, seconda, terza e quarta elementare, ad Asti, quinta elementare, prima, seconda e terza Avviamento, poi, a Torino, l’Istituto Tecnico”. Assecondando, come si usava allora, i desideri paterni, scelse la specializzazione di perito tessile. Giuseppe Scanavino da Asti, nel 1955 poté fregiarsi del titolo di Perito Tessile, ma non si trovò mai ad imitare Penelope, davanti ad un telaio, cercando di districarsi fra trame e orditi. Il perito tessile si ac- 72 - maggio 2013-2 _45 - luglio 2005/2 27/05/13 10.48 Pagina 40 il nome di cinque tecnici: “Certo! ricordo Sattanino, Dezzano, Tonato e Chiarleno, e gli insegnamenti avuti dall’anziano Garrone,!” Siamo sul … trampolino di lancio. “Però, la sorpresa maggiore è stata un’altra: al corso - racconta il nuovo responsabile degli impianti interni di Asti - avevamo vivisezionato tutte le centrali automatiche, presenti sulla faccia della terra! Ma qual è la realtà!? La centrale di Asti, quella di Nizza e quella di Canelli, a 24 e 48 Volt a motore, tutto il resto era o semiautomatico o a batteria locale - non lo vediamo, perché siamo al telefono, ma lo immaginiamo: gli occhi spalancati, allargare le braccia per dire: “Mi è parso d’essere in un altro mondo! Per telefonare si girava la manovella! Tutti gli apparecchi per impianti interni, dovevano essere modificati!” Ci è sembrato di dovergli tirare su il morale, chiedendogli: e i tuoi clienti? “Una utenza piuttosto di elite: Gancia, Riccadonna, Bosca, Cora… ricordo quando Vittorio Gancia era stato sequestrato dalle brigate rosse di Curcio e ricordo che sono andato a congratularmi con lui per la sua liberazione”. Ci scappa un “perbacco!” , ma Scanavino vuole precisare: “Io rappresentavo la Società dei telefoni, il fornitore di un servizio - ci pare di vedere il nostro Beppe, assumere un aspetto di importanza manageriale - servizio che doveva essere sempre il migliore - e aggiunge - qualità che l’utenza ci riconobbe solo quando il servizio telefonico venne liberalizzato.” Il capotecnico Giuseppe Scanavino è andato in pensione il 31 dicembre del 1993 ed oggi afferma: “Ormai per me la Telecom è solo più quella che ci ospita, come associati alla Alatel - Beppe è stato per più anni il Fiduciario della Sezione di Asti - l’Associazione dei lavoratori anziani che, con le sue iniziative e le notizie che riporta sulla rivista che pubblica, tiene ancora in vita i ricordi importanti, da non dimenticare, i ricordi che costituiscono la nostra storia.” Tino aimE Enrico challiEr Tino aimE 40 “Il 1° luglio del 62 mi sono presentato ad Alessandria, dall’ingegner Pianzola; rimasi in quella città per un breve periodo di pratica con l’Assistente di quella zona, il geometra Gallia, quello che sarà, in seguito il titolare dell’Impresa Iset”. Verso la metà di luglio, il nostro personaggio diventò ufficialmente Beppe da Asti. “Mi sono presentato al Capo Agenzia, il Cavalier Sillano che, senza eccessivo entusiasmo, mi liquidò con un: va bene, guardi, qui sopra, al primo piano le abbiamo preparato un ufficio. Si presenti al capo centrale signor Curtone, che le darà tutti i ragguagli.” L’ufficio lo avrebbe dovuto condividere con il futuro produttore di IIS; il capo centrale, gli consegnò i cinque operai che ad Asti avevano sempre installato impianti interni, in maniera praticamente autonoma. Fra i personaggi famosi, ricordati all’inizio, forse ci siamo scordarti di qualcuno; Beppe da Asti ricorda insieme Enrico challiEr Galleria Tinber, Pragelato 22 giugno - 8 agosto 2013 Vernissage 22 giugno ore 18.00 IL TESTIMONE 72 72- maggio 2013 copertina_45 - luglio 2005 copertina 27/05/13 11.17 Pagina 5 il Segno 72- maggio 2013 copertina_45 - luglio 2005 copertina 27/05/13 11.16 Pagina 2