Provincia di Palermo, un buco di 13 milioni negli investimenti
by user
Comments
Transcript
Provincia di Palermo, un buco di 13 milioni negli investimenti
La delibera che affida a Caruso pieni poteri sugli investimenti PROVINCIA DI PALERMO NEL BUCO DEGLI INVESTIMENTI SPARISCONO ALTRI 13 MILIONI di Riccardo Lo Verso DOPO AVERE SCOPERTO LA SPARIZIONE DI 30 MILIONI AFFIDATI ALLA IBS FOREX, A PALAZZO COMITINI I TECNICI STANNO PASSANDO I RENDICONTI AI RAGGI X: ALL’APPELLO MANCA UN ALTRO “TESORETTO” PER IL QUALE NON CI SONO PEZZE D’APPOGGIO “N ell’interesse dell’Ente si attende di chiarire tutte le posizioni aperte. Nel più breve tempo possibile si provvederà al rimborso”. Alla finanziaria di Como Ibs Forex devono avere una strana concezione del tempo. Di rimborso, infatti, non c’è traccia. La frase “nel più breve tempo possibile” sa di bidone. Trenta milioni spariti nel nulla. E sono soldi della Provincia di Palermo. Soldi pubblici. Soldi dei cittadini, dunque, inghiottiti da un buco nero su cui indaga la Procura di Como, affiancata dai magistrati di Palermo. E chi conosce bene le casse di Palazzo Comitini è pronto a mettere la mano sul fuoco che i soldi andati in fumo siano molti di più. Oltre a 30 milioni già catalogati alla voce “spariti chissà dove”, alla Provincia stanno passando ai 18 S - IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA raggi X i rendiconti – ed è una novità – di altri 13 milioni d’investimenti. Risultato dello screening: finora non è stata trovata alcuna pezza d’appoggio per risalire al denaro. C’è più di un sospetto che anche questi soldi siano irrecuperabili. Senza contare che oltre al danno c’è pure la beffa. Perché gli investimenti volatilizzati nelle mani della Ibs Forex erano il frutto di due prestiti aperti qualche tempo prima e per i quali la Provincia continua a pagare le rate. Che arrivano puntuali ogni sei mesi, con tanto di interessi. Ci vorrà del tempo per accertare le eventuali responsabilità. Qualcuno, però, ha già pagato. Il direttore generale Antonio Caruso, l’artefice dell’operazione finanziaria - o meglio, del buco nell’acqua - ha rassegnato le dimissioni, rinunciando al contratto che lo legava all’amministrazione: 230 mila euro all’an- no più altri 50 mila come benefit per i risultati conseguiti. C’è un piccolo particolare, però. Caruso si è dimesso dalla poltrona della direzione generale a cui l’aveva chiamato a sedere, con un contratto di diritto privato, l’ex presidente Francesco Musotto, ma resta pur sempre un dirigente della Provincia. Ed è stato costretto, dunque, a trasferirsi al settore Ambiente, ma resta alla Provincia. Ora è stata chiesta la sospensione dall’incarico, del pagamento degli stipendi e dell’accantonamento del Tfr. Tira aria pesante anche per Massimo Bonomo, ragioniere generale subentrato proprio a Caruso quando questi venne promosso. L’ufficio legale della Provincia, a cui si è rivolto Avanti per un parere, sta valutando una proposta di trasferimento ad altro incarico. Motivazione: non avrebbe controllato IL DIRETTORE GENERALE ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, ANTONIO CARUSO, HA RASSEGNATO LE DIMISSIONI. MA ANCHE MASSIMO BONOMO, IL RAGIONIERE GENERALE CHE GLI È SUBENTRATO A OPERAZIONE IN CORSO, È STATO PROPOSTO PER UN TRASFERIMENTO alcuni aspetti dell’operazione. “Le posizioni non sono mai state chiuse”. Così scriveva il 19 settembre Caruso, riportando le frasi dell’Ibs Forex al presidente Giovanni Avanti che gli chiedeva dove fosse finita quella montagna di denaro. La “misteriosa sparizione” è avvenuta quando alla guida di Palazzo Comitini c’era ancora Musotto. Tutto inizia il 6 maggio 2004. Si riunisce la giunta provinciale. Sono presenti il presidente e gli assessori Pino Colca, Fabio Guccione, Giampiero Cangialosi, Filippo Cangemi, Marcello Caruso, Vincenzo Gargano, Bruno La Menza, Giovan Battista Mammana, Gandolfo Miranti, Salvatore Sammartano, Aristide Tamajo e Nicola Vernuccio. La Provincia ha a disposizione 16,987 milioni provenienti dall’emissione di due prestiti obbligazionari. Bisogna individuare “strumenti idonei per l’utilizzo della liquidità a medio e lungo termine”. Ed è ora che viene deliberato di “demandare al dirigente della contabilità generale la scelta dell’intermediario nonché degli strumenti finanziari più opportuni e l’entità delle somme da impiegare”. La giunta mette due paletti: preservare l’integrità del capitale e valutare tra più opportunità offerte dal mercato. Il 30 gennaio 2006, Musotto emette una determina presidenziale. Ha facoltà di scegliere i dirigenti e individua in Caruso il coordinatore delle cosiddette operazioni di finanza straordinaria. E gli riconosce, anche questo è previsto dalla legge, potere di firma. La scelta è ricaduta su Caruso per via, scrive Musotto, “dell’esperienza maturata anche nei precedenti incarichi ricoperti” per la Provincia. E Caruso si mette al lavoro. I soldi da investire sono in realtà più di 50 milioni. Poco meno della metà attraverso Unicredit, Xelion Bank, Ras Bank, Bpl, Alte Bank e Deutsche Bank, e i soldi ci sono ancora. In questo caso tutto è regolare. La restante parte, quasi 30 milioni, viene affidata alla Ibs Forex, società specializzata in speculazioni nel mercato valutario internazionale. A differenza delle altre banche, questa finanziaria è pressoché sconosciuta. Ha sede a Como ed è stata fondata nel 2005. Poca storia e poco capitale sociale: appena 120 mila euro. Un’inezia rispetto ai milioni che Caruso gli affida. Socio di maggioranza della Ibs è Graziano Campagna. Il direttore è Sandro Tiso. Entrambi sono di origine campana. Nella società lavora il palermitano Nicolò Xerra, amico dell’ex assessore al Bilancio Cangialosi che lo presenta a Caruso. Ed iniziano gli investimenti, i cui passaggi sono citati nella lettera, riservata, con la quale, il 16 settembre, Caruso risponde alla IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA - S 19 LA IBS FOREX È NATA NEL 2005 E HA UN CAPITALE SOCIALE INSIGNIFICANTE: 120 MILA EURO. IL SOCIO DI MAGGIORANZA È GRAZIANO CAMPAGNA, IL DIRETTORE SANDRO TISO E FRA I DIPENDENTI C’È NICOLÒ XERRA, PALERMITANO E AMICO DELL’ASSESSORE AL BILANCIO GIAMPIERO CANGIALOSI ché non spingersi oltre? Il passaggio successivo è una personalizzazione del rapporto fra la Ibs e la Provincia. La prima garantisce, a partire dal 27 agosto 2007, una gestione ad hoc in favore della seconda. Servono, però, “risorse specializzate da dedicare all’operatività dell’Ente, in ossequio – e questo viene sottolineato da Caruso – al principio della salvaguardia del capitale”. Insomma, se Palazzo Comitini impegna più soldi riceverà un trattamento speciale. Nessun problema. Il 29 agosto 2007, l’am- L’ex assessore al Bilancio Giampiero Cangialosi richiesta di chiarimenti da parte del neo-presidente Avanti. Nel novembre del 2006 Palazzo Comitini versa un milione e mezzo su un conto corrente della Invest Banca. Il 30 marzo 2007, scrive Caruso, l’investimento ha già dato i suoi frutti: “L’andamento della gestione riportava una valorizzazione positiva pari a 1.561.289 euro”. Le cose vanno bene. Della Ibs, pare, ci si può fidare. E nell’aprile del 2007 Caruso dà il via libera ad un versamento ben più consistente del precedente: quattro milioni. E aggiunge nella lettera ad Avanti che “l’andamento mantiene livelli soddisfacenti”. Per- 20 S - IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA ministrazione provinciale determina di affidare alla finanziaria lariana 12,7 milioni. Che, almeno ufficialmente, a fine anno sono già stati rivalutati in 13.439.328 euro. Niente male. Gli investimenti rendono e la Provincia crede di potere fare il colpaccio. “Ad inizio 2008 – si giustifica Caruso con Avanti – nel periodo della bufera dei mercati finanziari si ritiene di mettere al riparo da sgradite oscillazioni i soldi e si trasferiscono ulteriori risorse provenienti da disinvestimenti in altre istituzioni finanziarie per un totale di 16.853.643”. Disinveste e trasferisce le somme alla Ibs la cui affidabilità viene così descritta dall’ex direttore generale: “La gestione IbsBanca Invest, monitorata nei precedenti quindici mesi, aveva mostrato una volatilità estremamente contenuta assimilabile a quella dei titoli di Stato. Pertanto si riteneva che non avrebbe risentito di quanto stava accadendo a livello globale”. Insomma, non c’era da preoccuparsi. Il 14 febbraio 2008 la Provincia ha ormai affidato ai broker comaschi 29.543.643 euro. I soldi c’erano, giura Caruso, che li controllava costantemente attraverso la piattaforma informatica che la Ibs forniva ai suoi clienti. A metà 2008 il fattaccio. La password viene modificata e Caruso non è più in grado di verificare l’andamento degli investimenti. Sul tavolo della Provincia arrivano ugualmente due ricevute datate aprile e novembre 2009 in cui è scritto che il capitale investito ha toccato rispettivamente quota 31.128.000 euro e 31.165.000 euro. Sale ancora, ma la password continua a non funzionare. Il 30 aprile 2009 Caruso chiede alla Ibs la restituzione di 12 milioni e mezzo. La risposta è picche. Poi parte una raffica di inviti a rimborsare l’intero capitale: 26 giugno, primo luglio, 20 luglio, 5 agosto, 12 agosto. Niente, dei responsabili della Ibs non c’è più traccia. E addio soldi pubblici. Nel frattempo Campagna vende il suo pacchetto azionario. Xerra diventa vice presidente della Ibs e chiede che vengano restituiti i soldi al miglior cliente della finanziaria, la Provincia di Palermo. È ora che si scopre che la cassa è vuota. Fin qui la cronistoria della misteriosa sparizione del denaro e le giustificazioni di Caruso ad Avanti, che ha deciso di tutelare gli interessi dell’amministrazione nominando l’avvocato Raffaele Bonsignore. D’ora in poi iniziano i dubbi, su cui indaga la magistratura. Caruso ha solo commesso degli errori, madornali, in buona Francesco Musotto, presidente della Provincia al momento dell’investimento fede o aveva altri interessi? Perché ha perso tempo prima di chiedere il rimborso e non lo ha fatto alle prime avvisaglie? Quale criterio è stato utilizzato per scegliere la Ibs? Musotto era a conoscenza dei dettagli dei movimenti? Oggi l’ex presidente dice che non ha firmato alcun atto con cui affidava i fondi alla Ibs e di avere dato carta bianca a Caruso. Qualche chiarimento potrebbe arrivare dal carteggio fra Caruso e Musotto. Il direttore generale è tenuto a presentare una relazione di servizio per incassare lo stipendio. E ha spiegato quali erano le sue mosse in alcune missive spedite all’ex presidente. Nelle relazioni, però, la vicenda degli investimenti viene affrontata con approssimazione. Poche righe, nonostante si parlasse di milioni. Il 2 novembre 2006 Caruso scrive a Musotto, che ha detto, fornendo una versione analoga a quella dell’assessore Nicola Vernuccio, che della questione si sono occupati i dirigenti senza consultare la giunta: “Non si ritiene funzionale un’eccessiva frammentazione delle competenze degli uffici che determina allungamenti dei tempi amministrativi e non sempre una univoca identificazione dei punti critici e di chi ne è responsabile”. Quindi chiede maggiori poteri e, il 6 settembre 2007, si compiace del suo lavoro: “Particolarmente curata è stata la gestione della disponibilità finanziaria: i fondi in cassa sono sempre stati ampiamente sufficienti a garantire qualunque impegno finanziario”. Ed ancora: “I proventi delle emissioni dei prestiti obbligazionali hanno determinato profitti superiori al milione di euro”. Poi aggiunge: “Il debito è stato contratto alle migliori condizioni esistenti sul mercato”. Caruso aveva facoltà di scegliere l’intermediario, ma avrebbe dovuto valutare più offerte. Ed invece si sarebbe limitato ad accettare quella della Ibs senza alcun confronto. Anche nella relazione spedita a Musotto il 7 febbraio 2008, Caruso parla solo marginalmente dei capitali investiti: NELLA LETTERA CHE CARUSO SCRIVE AL PRESIDENTE AVANTI IL DIRIGENTE SI GIUSTIFICA: “NEL PERIODO DELLA BUFERA DEI MERCATI FINANZIARI SI RITIENE DI METTERE AL RIPARO DA SGRADITE OSCILLAZIONI I SOLDI”. LA TRAPPOLA SCATTA A METÀ 2008: LA PASSWORD PER CONTROLLARE I FONDI NON FUNZIONA PIÙ “Particolare cura è stata posta nella provvista della disponibilità finanziaria, cosicché i fondi in cassa sono sempre stati ampiamente sufficienti per garantire qualunque impegno finanziario”. Il 16 giugno 2008 Caruso riferisce che “tra le attività varie demandate alla direzione generale rientrano quelle di coordinamento delle operazioni finanziarie straorIL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA - S 21 La delibera che affida 16 milioni al consorzio fra Dexia-Crediop e banca Opi C’È UN PRECEDENTE STRANO: NEL 2003 CARUSO E CANGIALOSI PROPONGONO DUE INVESTIMENTI SENZA PASSARE DALLA TESORERIA. IL 3 NOVEMBRE CARUSO DICE DI AVER CONTATTATO LE BANCHE, IL GIORNO DOPO ARRIVA UNA PROPOSTA, UN MESE PIÙ TARDI LA DELIBERA È FIRMATA. TROPPA FRETTA, DICE CHI INDAGA dinarie... a seguito della valutazione dell’andamento dei mercati finanziari internazionali e dell’economia nel suo complesso si è proceduto ad una collocazione delle risorse stesse fornendo le relative indicazioni alla competente direzione generale”. Nessun riferimento esplicito al denaro né alla Ibs. E i soldi sono finiti nel nulla. È un bel da fare per la commissione d’inchiesta istituita alla Provincia e presieduta dal consigliere Silvio Moncada che ha già iniziato le audizioni dei protagonisti. Anche perché, scavando scavando, sta venendo a galla che le 22 S - IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA operazioni fantasma non sono state effettuate solo direttamente dalla Ibs, ma la finanziaria ha acquistato prodotti derivati in alcuni istituti di credito della Svizzera e del Liechtestein. Come se ne sono accorti? Caruso, ad un certo punto, ha preso carta e penna e ha scritto alle banche chiedendo notizie su investimenti di cui nessuno, tranne lui, sembrerebbe essere a conoscenza. Senza parlare del ruolo di Xerra che in alcuni documenti emergerebbe come un intermediario privato fra la Provincia e la Ibs piuttosto che un dipendente della stessa società. Ecco perché c’è il sospetto, ancora nulla di più, che potrebbe non essere stato un errore, uno scivolone pagato a caro prezzo. Alla luce di quanto accaduto c’è già chi sta rivalutando due questioni che meritano attenzione. Siamo nel 2003, in due delibere giunte in consiglio Caruso e Cangialosi scrivono di avere individuato l’istituto di credito che deve emettere il prestito obbligazionario, quello da cui proverranno successivamente i soldi finiti alla Ibs. Si tratta di una banca estera alla quale Caruso si rivolge dopo avere fatto una trattativa privata e senza consultare né coinvolgere l’istituto bancario che fa da tesoriere all’amministrazione. La prima banca a cui sarebbe stato logico rivolgersi. E c’è di più. Il 3 novembre 2003 Caruso scrive di avere provveduto a contattare le migliori banche, il giorno successivo – 4 novembre – riceve l’offerta di due finanziarie riunite, Dexia-Crediop e banca Opi. Il 27 dicembre l’iter burocratico è già ultimato: c’è la delibera con cui la Provincia si affida proprio a DexiaCrediop e banca Opi. Esigenza di fare presto e dunque insolita velocità amministrativa? Non sarebbe stato più opportuno prendere tempo? Altra questione: la Ibs ha sottoscritto un contratto che obbliga la Provincia a pagare le commissioni di ingresso e gestione – si chiamano così – per le operazioni finanziarie. Quando Caruso autorizza il passaggio di contanti nelle casse della Ibs attraverso la Invest, sul tavolo del ragioniere Bonomo passano gli estratti conto. Alla voce commissioni si accumula una spesa superiore al milione. E Bonomo si limita a mettere il bollo che dà il via libera all’operazione. Ecco perché ora viene chiesto il suo trasferimento. IL MAGAZINE CHE GUARDA DENTRO LA CRONACA - S 23