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Accogliere il diverso - ASSOCIAZIONE JOSEPH ONLUS
Associazione Joseph onlus Maggio 2015 Via Pieve, 6 Montecchio Maggiore Anno 6 - numero 2 [email protected] www.casajoseph.it c.f. 90004220241 IN QUESTO NUMERO Accogliere il diverso Argomento piuttosto impegnativo, soprattutto per me, cui le parole non escono così facilmente e faccio fatica a riordinare i mille pensieri che nascono nella mia mente e nel mio cuore. Si trovano un sacco di riflessioni, argomenti su cosa significhi accogliere il diverso. Io qui riporterò la mia esperienza, il mio pensiero, ciò che mi suggeriscono il mio cuore e la mia fede. E’ un argomento infatti che mi tocca profondamente, ma penso un po' tutti: chi nel periodo adolescenziale, per vari motivi non si è mai sentito escluso anche per semplici banalità? Sentirsi rifiutati perché si è “diversi”, per la troppa sensibilità oppure per la timidezza, per lo stato sociale, per la propria cultura o per qualsiasi altro motivo è la cosa peggiore che una persona possa provare. Quando l’ho vissuto io mi ha fatto soffrire, ma queste ferite per me sono state anche un dono che mi ha permesso di capire in certe situazioni le persone che a loro volta hanno sofferto. Paragono la diversità ad un prato fiorito: vi siete mai trovati in mezzo ad un prato? La sua bellezza sta in tutti i fiori che vi abitano, che fanno a gara per sfoggiare il loro splendore: sono tutti belli, dai più piccoli ai più grandi, dai più semplici a quelli più complicati, dai non profumati a quelli profumatissimi. Ecco, se ne mancasse anche solo uno non sarebbe lo stesso prato. E la grandezza di tutto ciò è che il prato li accoglie tutti, non fa distinzione tra fiori brutti o belli e questo lo rende ricco e maestoso. In natura è facile accogliere e apprezzare la diversità: dei fiori, dei tramonti, del cielo immenso, degli animali, degli insetti, degli uccelli diversi l’uno dall’altro. E se una persona la sa cogliere non può che meravigliarsi di fronte a tanta bellezza e, perché no, sentirsi più vicino a Dio! Ma che cosa rende la diversità così difficile da accogliere per l’uomo? Perchè la diversità deve essere un ostacolo? E’ un dato di fatto e una ricchezza! Ma provo a pensare ai sentimenti che mi sorgono quando sono di fronte ad una persona che ritengo diversa da me. Mi rendo conto che in un secondo l'ho già etichettata: per paura, per i paletti mentali che mi metto oppure per domande del tipo: mi sta prendendo in giro? E accogliere cosa significa allora? Per me significa liberarmi da pregiudizi e giudizi, fare spazio dentro di me, nel mio cuore, alla persona che mi sta accanto, liberarmi dalle mie paure.... togliere il mio io e accogliere l’altro così com'è, senza aspettative o interessi, mettendo da parte giudizi ed etichette; accettare le mie diversità ed essere sincera prima di tutto con me stessa e poi con l'altro. Amare il mio fratello. Accogliere allora non più il diverso ma accogliere l'altro, chi mi sta accanto, che è il mio fratello. E’ uno stile di vita che va imparato, educato ed insegnato. La paura di ciò che non si conosce, di ciò che disturba il nostro “quieto vivere” e la nostra incapacità di accogliere ci impediscono di fare un passo in qua e un passo in là e accogliere il diverso/l’altro. L’accoglienza dà uno scossone alla nostra pigrizia, ai nostri idoli che spesso vengono prima di qualsiasi altra cosa o persona: ci porta a gettare le reti dall'altro lato della barca, quello più faticoso, a cui non siamo abituati ma che ci rende più ricchi. Quando una persona è ospite in una casa la si accoglie andandole incontro, aprendole la porta e facendole spazio nel nostro cuore. Ma non sempre è facile avere il sorriso e mettere da parte noi stessi, soprattutto quando questo significa interrompere ciò che stiamo facendo, oppure ciò che avevamo progettato per la giornata. E’ nel Vangelo che impariamo ad accogliere l’altro: ce l’ho insegna Maria, la quale ha fatto spazio, anche fisicamente, al Figlio di Dio nonostante i giudizi e le conseguenze di ciò che il suo Sì avrebbe comportato. In tutta la loro umanità, come famiglia, Maria e Giuseppe hanno vissuto l’esperienza di non sentirsi accolti quando hanno cercato un rifugio per poter mettere al mondo il Figlio dell’uomo e sono stati scacciati perché per loro non “..c’era posto all’albergo” Lc.2,7. (CONTINUA A PAG 3) Film da vedere: Il mio nome è Khan L’angolo dedicato ai bambini: Trova le differenze SPECIALE 20: nuova rubrica “Io c’ero!” Campagna regionale lascia il segno giusto Dona il tuo 5 x mille all’Associazione Joseph Convegno per tutori volontari e avvocati giovedì 28 maggio 2015 A teatro con la banda: la musica incontra la solidarietà - 23 maggio L’angolo della poesia NEWSLETTER JOSEPH Pagina 2 Ecco un film da vedere: Il mio nome è Khan Titolo originale: My name is Khan Regista: Karan Johar Produzione: 20th Century Fox India 2010 Il protagonista del film, Rizvan Khan soffre dalla nascita di una particolare forma di autismo, la Sindrome di Asperger che gli consente di comunicare meglio in forma scritta che orale e che gli impedisce di intuire le reazioni altrui. Cresciuto con la madre e un fratello ha sviluppato una particolare abilità nel riparare guasti meccanici. Dopo la morte della madre il fratello, emigrato e in carriera da tempo, gli trova un lavoro come rappresentante di prodotti cosmetici negli Stati Uniti. Qui Khan conosce Mandira , madre single di un ragazzino a cui l'uomo si affeziona e che prenderà il suo cognome. Proprio dal cognome musulmano (Mandira è Hindu) inizieranno i problemi per il ragazzino dopo l'11 settembre 2001. La tragedia è in agguato. "Il mio cognome è Khan ma non sono un terrorista". Questa è la frase che Rizvan Khan (novello Forrest Gump concepito a Bollywood) 'deve' dire al Presidente degli Stati Uniti dopo che il senso di colpa di essere musulmano è stato scaricato sulle sue spalle. L'handicap mentale, la separazione all'interno dell'universo religioso del subcontinente asiatico, l'irrazionale caccia al musulmano scatenatasi dopo l'attentato alle Twin Towers entrano come temi forti in un film che non disdegna la scena strappalacrime così come, nella migliore delle tradizioni, la sequenza con tanto di canzone e di danza. In un film oversize come durata ma che scorre senza mai annoiare. Davvero bello… almeno per noi! [email protected] DEDICATO AI BAMBINI TROVA LE 12 DIFFERENZE … e poi fermati un attimo a pensare a quante sono invece le somiglianze!!! Quando osserviamo delle differenze tra di noi, tendiamo a mettere solo quelle al primo posto … ma vale la pena fare sempre questo gioco: cercare le somiglianze Per scoprire che sono sempre molto ma molto più numerose le cose che ci rendono simili … chiedi anche a mamma e papà cosa ne pensano! Pagina 3 NEWSLETTER JOSEPH RUBRICA DEDICATA AL VENTENNALE DELL’ASSOCIAZIONE INTERVISTA A CHARLES Per che circostanze ti sei trovato a vivere in casa Joseph? Sono stato assegnato alla casa Joseph, dai servizi sociali di Vicenza, dopo essere arrivato in Italia in tenera età ho vissuto un periodo a Schio con il mio padre biologico, successivamente sono stato trasferito a Vicenza da un amico del mio padre biologico, quindi sono stato affidato ai servizi sociali che successivamente mi hanno fatto approdare in comunità. Cosa ti dava più entusiasmo e gioia? Ciò che mi dava gioia ed entusiasmo era il fatto di poter giocare e stare a contatto con altri bambini. Cosa ti preoccupava maggiormente? Mi preoccupava il fatto che avrei potuto non trovare una famiglia disposta ad accogliermi Cosa ti aspettavi e sognavi per il futuro dell'Associazione Joseph? Mi aspettavo e speravo che l'associazione assumesse una dimensione più famigliare. Racconta un aneddoto che ti sta particolarmente a cuore di quel periodo. Ricordo con piacere le vacanze, fuori Montecchio, al lago o in montagna e in particolar modo l'anno in cui siamo stati in vacanza in campeggio al mare, a Sottomarina credo: fu una esperienza davvero divertente. Cosa ti ha dato l'esperienza Joseph per la tua vita personale? L'esperienza in casa Joseph, anche se bambino, mi ha fatto crescere in fretta, ho imparato i veri valori della vita e soprattutto mi ha dato una forza interiore che tutt'ora mi torna utile nei momenti difficili. Se potessi esprimere un augurio ai soci che in questo 2015 festeggiano il Ventennale dell'associazione Joseph, cosa augureresti loro? Innanzi tutto vorrei ringraziare tutte le persone che hanno lavorato e tuttora lavorano per l'associazione, in particolar modo la fondatrice Suor Maria Grazia Pellizzari, che ha dedicato la sua vita per portare a compimento questa missione. Questa esperienza, anche se a tratti difficile e dolorosa, è stata parte fondamentale della mia vita e spero un giorno quando ne avrò la possibilità di poter contribuire in qualche modo alla vita di questa associazione, così da provare almeno a rendere un po’ di ciò che ho ricevuto. Inoltre auguro a tutti i soci di continuare ad avere la pazienza, il coraggio e la passione che sono necessari per poter continuare in questa missione che hanno intrapreso. GRAZIE per il vostro operato, un abbraccio. DALLA PRIMA PAGINA Come i nostri immigrati, i perseguitati per i loro credo politico, religioso ecc.. anche Maria e Giuseppe fuggirono dal loro paese in Egitto per sfuggire dalla persecuzione di Re Erode… Dai suoi parenti, nella sinagoga,Gesù non è stato accolto e viene scacciato. Rifiutato dall’uomo Gesù, sulla croce, accoglie tutta l’umanità: “Padre,perdona loro, perché non sanno quello che fanno” Lc. 23,34. Vorrei concludere con queste parole di Don Luigi Ciotti durante una sua testimonianza : “La fedeltà a Dio, all’uomo, a se stessi. E’ allora cercare Dio per incontrare gli uomini, ma anche cercare l’uomo per incontrare Dio. Cercare quelli che il Vangelo chiama Beati, con quei passaggi che possono sembrare contraddittori, ma che il Signore ci sbatte con forza davanti agli occhi e ci chiede che tutto questo entri dentro il nostro cuore. E lui ci invita a non dimenticare che l’altro, qualunque altro, non è mai una minaccia per i nostri principi, per il nostro credo, per la nostra cultura, ma l’altro, qualunque altro, è sempre una ricchezza. E l’incontro, l’ascolto degli altri, il costruire insieme, l’interrogarci su quello che sta dietro, il chiederci perché, lo scendere in profondità diventi un invito e un impegno per tutti.” Ilaria Pigaiani [email protected] Pagina 4 NEWSLETTER JOSEPH RUBRICA DEDICATA AL VENTENNALE DELL’ASSOCIAZIONE INTERVISTA A MASSIMO SIGNORINI Di che cosa ti occupavi in Joseph? In Casa Joseph ero operatore/educatore nell'anno di servizio civile e successivamente come volontario. Per che circostanze ti sei trovato a vivere questa realtà? Avevo da poco interrotto gli studi universitari (ripresi successivamente) ed ero intenzionato a svolgere il servizio civile con degli enti convenzionati con la Caritas e, tra i vari enti proposti, vi era la Casa Joseph. Non mi sentivo sicuro e competente in attività che riguardassero i bambini, ma già dal primo incontro conoscitivo, mi sono trovato immerso in un mondo che mi ha letteralmente sommerso di gioia e di vita. Fortunatamente sono stato assegnato a questo centro, dal quale ho ricevuto moltissimo. Cosa ti dava più entusiasmo e gioia? La quotidianità, le piccole cose di tutti i giorni vissute assieme ai bambini ed agli operatori Cosa ti preoccupava maggiormente? Il ruolo richiedeva il giusto equilibrio tra l'essere genitore, amico, insegnate, ecc. Occorreva essere un po' coinvolti, ma non troppo. A volte mi chiedevo se avevo fatto la cosa giusta, se dovevo dire delle cose anziché altre. Ho avuto la fortuna di avere come riferimento, persone/amici/professionisti con alti valori in ogni ambito, competenti e propensi a donare se stessi per i ragazzi. Cosa ti aspettavi e sognavi per il futuro dell'Associazione Joseph? Mi aspettavo, come un bambino che affronta la vita, matura e diventa adulto, anche l'Associazione facesse un percorso di crescita che la portasse ad essere, quale è, un modello professionale e strutturato. Racconta un aneddoto che ti sta particolarmente a cuore di quel periodo. Più che uno specifico aneddoto, mi passano per la mente un'infinità di circostanze tutte accomunate dal fatto che, proprio i ragazzi che avevano bisogno di affetto e di attenzione, ricambiavano offrendone dieci volte tanto! Cosa ti ha dato l'esperienza Joseph per la tua vita personale? È difficile in poche parole descrivere cosa ho ricevuto da quell'esperienza. Tanto! più di quanto uno, che non l'ha vissuta in prima persona, possa immaginare! Un'esperienza di vita unica, costituita da tutte le situazioni che una famiglia deve affrontare: rapporti con i ragazzi, con la scuola, le istituzioni, con gli operatori, con la "sorella" Pellizzari. La ricchezza formativa acquisita me la custodisco gelosamente, nonostante siano passati tanti anni... Se potessi esprimere un augurio ai soci che in questo 2015 festeggiano il Ventennale dell'associazione Joseph, cosa augureresti loro? Auguro a tutti i soci ed a tutte le persone che donano il loro tempo e le loro risorse, di continuare ad essere presenti ed attivi, nonostante le difficoltà che a volte possono presentarsi, affinché questa associazione continui ad essere punto di riferimento ed aiuto ai minori in difficoltà. Massimo NEWSLETTER JOSEPH Pagina 5 Foto dal passato ...remoto e prossimo! 1954 inaugurazione di casa Joseph sede di via Castelli 4 Martiri 1995 matrimonio di lo Umberto e Angiola Brugno ph! President e First Lady Jose 19/03/2011 inaugurazione di casa Joseph nell’attuale sede di via Pieve, 6 La sala da pranzo e una delle camerenella sede di via Castelli 4 Martiri NEWSLETTER JOSEPH Pagina 6 Lascia il segno giusto. 15 maggio, mani che amano. Prima Giornata Regionale contro il maltrattamento all’infanzia e all’adolescenza. Per una Comunità che si prende cura. Sta per prendere avvio la campagna Lascia il segno giusto, in occasione dell’istituzione della prima Giornata regionale contro il maltrattamento all’infanzia e all’adolescenza. Si tratta di un’importante iniziativa proposta dal tavolo regionale “Un welfare per i minori”, rivolta a chiunque opera con i bambini e i ragazzi, ma soprattutto ai nostri territori, alle istituzioni, alle nostre comunità, ai cittadini. Il tavolo “Un welfare per i minori” è un coordinamento di soggetti rappresentativi di realtà impegnate a diverso titolo nella promozione, protezione e cura dell’infanzia e dell’adolescenza e nel sostegno alle famiglie in difficoltà. In questi anni il tavolo si è fatto portavoce anche nei confronti delle istituzioni pubbliche della necessità e dei bisogni dei bambini che si trovano in situazione di disagio e dell’urgenza di riattivare un’attenzione rispetto alle fragilità, valorizzando le potenzialità che il mondo dell’infanzia esprime, richiamando ad un impegno responsabile e attivo da parte delle istituzioni. I soggetti promotori del tavolo sono: ANEP-Associazione Nazionale Educatori Professionali, Associazione Papa Giovanni XXIII, Azienda Ulss 15 Alta Padovana, Caritas del Veneto, CNCACoordinamento Nazionale Comunità Accoglienza, CNCM-Coordinamento Nazionale Comunità per Minori, Opera Don Calabria, Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto, Ordine degli Psicologi del Veneto e diverse Reti di Famiglie Affidatarie. La campagna si svilupperà dal 5 maggio al 5 giugno 2015. Si articolerà in una giornata centrale, il 15 maggio (la giornata regionale) con un flashmob, realizzato a Padova e in altri punti strategici del Veneto, e in una serie di iniziative a livello territoriale. Le iniziative territoriali potranno essere diversificate, di approfondimento, testimonianza, ma anche di festa e presenza nelle piazze. Il denominatore comune è la promozione di una cultura dell’infanzia. Verrà sviluppata una campagna di comunicazione, con uso di strumenti condivisi (social networks, sito web, flyer, locandine, gadget, ecc.) messi a disposizione (stessa immagine, stesso logo, ecc.). L’obiettivo è il coinvolgimento capillare di tutti coloro che si occupano a vario titolo di infanzia e adolescenza perché si facciano a loro volta stimolo agli amministratori e ai politici. L’iniziativa si concluderà con un convegno, il 5 giugno, sul tema del maltrattamento all’infanzia. L’Associazione Joseph onlus, in particolare, promuove la sensibilizzazione sul territorio di Montecchio Maggiore con la realizzazione di due eventi: il 23 maggio con un concerto e il 28 maggio con un convegno per tutori e avvocati (leggete di più nelle prossime pagine) Diffondete il link e cliccate su pagina facebook del tavolo Pagina 7 NEWSLETTER JOSEPH Il convegno è stato accreditato con 3 crediti formativi dall'Ordine degli avvocati di Vicenza ed è rivolto ad avvocati, tutori volontari, operatori sociali e cittadini interessati DONA IL 5 X MILLE ALL’ASSOCIAZIONE JOSEPH ONLUS dai respiro alla solidarietà! C.f. 90004220241 GRAZIE! NEWSLETTER JOSEPH Pagina 8 L’angolo della poesia È giorno! e la luce che il sole ad ogni alba regala con forza va cercando di conquistar il mondo. È chiusa la finestra e le tende fiorate rafforzano l’oscurità racchiusa nella solitudine. Dal letto un po’ disfatto una sagoma informe sta pian piano cercando il senso del nuovo giorno. Un sospiro e un lamento a stento trattenuti si appellano all’aiuto di una mano amica. Si scosta un po’ la tenda che avvolge il dolore e si spalanca la finestra sul mondo prigioniero di sentimenti occulti. Si fa avanti l’amico e, pur nell’intima tristezza, sorride ed accarezza il volto ormai consunto. Da quel lembo di vita corrosa dalla sofferenza traspare un turbinio d’amore e di riconoscenza. La luce degli sguardi che in silenzio s’incontrano ha sopraffatto ancora quella del nuovo giorno! ATTENZIONE! A TUTTI I SOCI JOSEPH: NEL NOSTRO SITO, ALLA PAGINA DEDICATA AI SOCI, TROVATE IL PROGRAMMA ASSOCIATIVO PRESENTATO NELLA SCORSA ASSEMBLEA: scaricatelo! Cannizzo La nostra onlus la trovate “annodata” nella rete delle Famiglie solidali che fanno riferimento a Filippo e Maria di Mottola (TA) … visitate il sito !