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Rischio idraulico inerente alle esondazioni
118 Idrologia - Idraulica 77.. RRIISSCCHHIIOOIIDDRRAAUULLIICCOOIINNEERREENNTTEEAALLLLEEEESSOONNDDAAZZIIOONNII 7.1 PRECIPITAZIONI DI BREVE DURATA E FORTE INTENSITA'; CURVE DI POSSIBILITA' PLUVIOMETRICA 7.1.1 PREMESSA Il rischio idraulico inerente alle esondazioni fluviali attiene alle elevatissime portate di piena che possono formarsi in occasione di eventi meteorici di particolare intensità, persistenza ed estensione territoriale. Le situazioni di rischio sono pertanto riferite ad un concetto di probabilità di accadimento, normalmente misurata in termini di “tempo di ritorno”, definito come il numero medio di anni per il quale la variabile considerata è statisticamente uguagliata o superata almeno una volta. Il tempo di ritorno è quindi tanto più alto quanto maggiore è il valore della variabile. La stima statistica delle esondazioni fluviali (le cosiddette fasce fluviali) dipende dalla stima statistica delle precipitazioni meteoriche e delle conseguenti correnti fluviali. Il numero di dati disponibili per l'esecuzione di indagini mirate all'individuazione del regime delle piogge di breve durata e forte intensità, da cui tali correnti prendono origine, è notevolmente inferiore a quello utilizzato per definire il regime delle precipitazioni medie annue e mensili, poiché le stazioni munite di apparecchi a registrazione continua (pluviografi) presenti nella provincia con una serie significativa di dati (>10) sono molto meno numerose: 11 (a cui sono state aggiunte altre 14 situate in provincie limitrofe) con una densità media riferita all'area di Piano rispettivamente di una stazione pluviografica ogni 250 kmq circa (la densità media nella zona montuosa è di circa uno strumento ogni 285 kmq, mentre la densità media nella zona di pianura è di uno strumento ogni 190 kmq). Le stime effettuate su tali precipitazioni devono perciò ritenersi meno precise di quelle relative alle precipitazioni annue e mensili, anche in ragione del fatto che esse non si limitano a considerare i soli valori medi, ma quelli corrispondenti a valori diversi della frequenza probabile. I risultati ottenuti, sia pure con i limiti derivanti dalle evidenziate carenze dell'informazione disponibile, hanno consentito di dare un inquadramento generale significativo circa la distribuzione spaziale di tali precipitazioni e quindi di poterne valutare nei vari bacini idrologici considerati i valori corrispondenti a preassegnate frequenze probabili. 7.1.2 RACCOLTA DATI Per l'acquisizione dei dati relativi alle precipitazioni di breve durata e forte intensità si è fatto riferimento agli Annali pubblicati dal Servizio Idrografico Mareografico Nazionale sui quali (Parte I, tabella III) sono reperibili i massimi annuali delle precipitazioni della durata di 1, 3, 6, 12 e 24 ore. Si sono individuate 33 stazioni pluviografiche, 25 delle quali sono state utilizzate per il tracciamento delle linee iso-a e iso-n rappresentative dei due parametri a, n che, come detto più oltre, rappresentano il regime delle precipitazioni di cui trattasi. Le stazioni considerate sono elencate in tabella 7.1 assieme alla provincia di appartenenza, al codice di catalogo del S.I.M.N., alla quota, alla posizione, al periodo in cui sono disponibili le osservazioni ed infine al numero di anni di osservazione utili. Tabella 7.1 – Stazioni pluviometriche Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Stazione Prov. Codice S.I.M.N. Quota [m s.m.] Coord. N [km] Coord. E [km] N Osservazioni Bergamo Borgonato BG BS 1021 807 366 214 61 53 52,5 79 49 40 Breno Chiari BS BS 787 816 312 148 91 43 41 30 Clusone Dezzo BG BG BS 1015 798 648 750 690 82,5 93 100 72,5 73,5 Edolo Fontanella Gerola A. Gorno Introbio Lago Trona Lecco Lizzola A. Martinengo Memmo Olginate Orzinuovi S. Martino Dè Calvi Scais Tartano Tirano Treviglio Valmorta Vilminore 85 103 36 18 25 63 43 23 19 BG SO 755 817 925 105 1015 115 35,5 102 BG CO 1016 953 640 600 79,5 90 65,5 17 23 42 SO CO BG 924 967 1009 1800 212 98 78,5 98 43 30 79,5 14 29 19 BG BS 1022 822 47 73 20 30 CO BS 968 818 986 60 102 32 BG SO SO SO BG BG BG 1235 153 1000 197 88 540 72 28,5 89,5 913 922 1500 1040 892 1005 1008 430 126 797 1780 1018 72 54 16 27 38 104 109 72 52 33 25 119 41,5 103 90 46,5 79 34 37 94 85 25 22 A quest'ultimo riguardo si deve osservare che il rilevamento dei dati relativi alle precipitazioni di breve durata e forte intensità ha avuto inizio a partire circa dagli anni 30, ed inoltre che le pubblicazioni degli Annali Idrologici sono disponibili fino al 1986. In conclusione le serie raccolte hanno un'estensione variabile che va da pochi anni fino ad un massimo di 5 decenni (Bergamo). Per l'elaborazione delle curve iso-a ed iso-n sono state considerate unicamente le stazioni aventi una serie storica di più di 10 dati; pertanto si sono scartate le seguenti stazioni: Bessimo (5 dati), Borno (7 dati), Brembate (4 dati), Calcio (4 dati), Cassano (5 dati), Cerete (4 dati), Sarnico (8 dati). San Pellegrino, pur disponendo di una serie di 10 dati, non è stata considerata in fase di elaborazione delle carte iso-a e iso-n in quanto il campione è diviso in due periodi temporalmente assai distanti tra loro: 1933÷1939 e 1971÷1978. 7.1.3 ELABORAZIONI Le elaborazioni condotte sui dati raccolti sono state finalizzate alla individuazione, per ogni stazione, della relazione statistica che lega l'altezza delle precipitazioni h alla durata d ed al tempo di ritorno T, relazione nota in idrologia come curva di possibilità pluviometrica e che solitamente è esprimibile nella forma monomia: h(T) = a(T)dn(T) (1) in cui i parametri a e n - funzioni di T - sono da stimare sulla base delle serie storiche dei massimi annuali delle altezze di precipitazione disponibili per le differenti durate pubblicate negli Annuali: 1, 3, 6, 12 e 24 ore. A tal fine si è ipotizzato che per qualunque durata d i valori di h seguano la distribuzione di probabilità asintotica di Gumbel (EV1), il cui uso è molto diffuso per regolarizzare serie empiriche di valori estremi. 119 120 Idrologia - Idraulica Secondo tale modello la probabilità P di non superamento di un generico valore dell'altezza di pioggia h, di assegnata durata d, è esprimibile con la: P (h)= exp [- exp [- α (h-u)] (2) Poichè la statistica viene effettuata sul massimo valore che in un anno assume la grandezza h, è possibile legare la probabilità P al tempo di ritorno T, definito come il numero di anni in cui, mediamente, h viene superato una sola volta. Si dimostra che T = 1 1-P h(T) = u - e quindi dalla (2) si ha: 1 1n 1n [T/(T-1)] α (3) dove u e α sono i parametri della distribuzione legati ai momenti del I e II ordine del campione dalle relazioni: α = 1,283/σ(h) u = µ (h) - 0,45σ(h) (4) con µ (h) media e σ(h) varianza del campione stesso. Eseguiti i calcoli dall'analisi dei diagrammi nel piano di Gumbel è emerso il buon adattamento di tutti i campioni alle distribuzioni di probabilità stimate. Prefissato quindi un tempo di ritorno T, tramite l'espressione (3) si sono calcolate le altezze di pioggia per le varie durate (1, 3, 6, 12, 24 ore) introducendo di volta in volta i parametri α ed u calcolati con la (4) sui campioni disponibili per le durate stesse. I 5 valori di altezza di pioggia così ottenuti, posti sul piano (log h, log d) sono stati interpolati tramite una retta adottando il metodo dei minimi quadrati. In tal modo si sono ottenuti per ogni tempo di ritorno i valori dei parametri a e n delle equazioni (1) delle curve di possibilità pluviometrica. I risultati delle elaborazioni condotte con tale metodologia, per le stazioni indicate in tabella 7.1 sono riportati in tabella 7.2. Si può osservare che il parametro n risulta pressoché costante al variare del tempo di ritorno T e quindi, in pratica, non sussiste l’inconveniente dell’incrocio delle curve di possibilità pluviometriche con diverso valore di T. Tabella 7.2 - Curve di possibilità pluviometrica Stazione n5 n10 n50 n100 a5 a1 0 a5 0 a1 0 0 Bergamo Borgonato 0,26 0,27 0,25 0,28 0,25 0,29 0,25 0,29 38,0 33,7 44,2 39,0 57,8 50,8 63,5 55,8 Breno Chiari 0,31 0,26 0,30 0,26 0,30 0,27 0,30 0,28 26,0 39,3 29,8 45,0 38,0 57,5 41,5 62,8 Clusone De Calvi 0,38 0,37 0,37 0,36 0,37 0,35 0,37 0,34 31,2 34,5 35,8 39,7 45,7 51,3 50,0 56,2 Dezzo Edolo 0,44 0,39 0,43 0,37 0,41 0,35 0,40 0,35 31,1 21,1 35,9 24,5 46,2 32,0 50,6 35,1 Fontanella Gerola A. 0,25 0,52 0,24 0,52 0,32 0,33 0,31 0,32 0,23 0,53 0,29 33,1 26,5 Gorno Introbio 0,23 0,53 0,29 38,8 30,0 53,6 51,3 37,7 69,7 56,5 40,9 76,5 Lecco 0,25 0,24 0,30 0,22 0,29 0,21 45,9 53,6 61,8 71,9 68,6 79,7 46,4 38,7 45,3 Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Stazione n5 n10 n50 n100 a5 a1 0 a5 0 a1 0 0 Lizzola A. Martinengo 0,50 0,21 0,50 0,20 0,51 0,17 0,50 0,17 21,7 35,2 24,3 41,3 30,2 54,8 32,7 60,5 Memmo Olginate 0,36 0,26 0,36 0,26 0,35 0,26 0,35 0,26 32,9 42,0 38,3 47,7 50,5 60,2 55,6 65,5 Orzinuovi Scais 0,22 0,54 0,40 0,20 0,54 0,39 0,17 0,55 0,38 0,16 0,55 0,38 34,6 26,3 25,2 41,0 29,9 29,5 55,4 37,7 38,8 61,5 40,9 42,7 0,25 0,24 0,23 0,22 0,19 0,20 0,18 0,20 25,0 38,0 30,7 45,8 43,1 62,9 48,4 70,0 0,51 0,48 0,50 0,49 0,48 0,51 0,47 0,48 0,51 0,46 0,48 0,52 29,0 20,4 26,0 33,8 22,5 29,0 44,3 27,2 35,7 48,8 29,1 38,5 Tartano Tirano Treviglio Trona Valmorta Vilminore 7.1.4 ANALISI DELLA DISTRIBUZIONE SPAZIALE DELLE PRECIPITAZIONI INTENSE Come si è accennato in premessa l'analisi spaziale delle precipitazioni di breve durata e forte intensità è stata condotta tramite l'individuazione delle linee iso-n e iso-a, dove a ed n sono i parametri delle curve di possibilità pluviometrica relative a T = 5, 10, 50, 100 anni. Per tale rappresentazione si sono localizzate preliminarmente le stazioni pluviografiche in base alle coordinate fornite dal catalogo S.I.M.N.; trasformando le coordinate geografiche in coordinate piane nel sistema Gauss-Borda e riferendo queste ultime ad un'origine convenzionale (5000N, 1500E) si sono ricavati i valori N ed E riportati in tabella 7.1. 7.1.5 CURVE ISO-A ED ISO-N Sulla base dei valori di tabella 7.2 dei parametri n5, n10, n50, n100 ed a5, a10, a50, a100 ottenuti dalle elaborazioni prima indicate si sono costruite le relative carte delle isolinee con l'impiego dell'algoritmo del Kriging. Tenendo conto della ridotta densità spaziale delle stazioni disponibili si è utilizzata per tale tematismo la scala 1:200.000 (Tavole II.1.2÷II.1.5 della commessa del 1994) e figure 7.1-7.4. 121 122 Idrologia - Idraulica Figura 7.1a - Isolinee parametro a (T = 5 anni) Figura 7.1n - Isolinee parametro a (T = 5 anni) Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Figura 7.2a - Isolinee parametro a (T = 10 anni) Figura 7.2n - Isolinee parametro n (T = 10 anni) 123 124 Idrologia - Idraulica Figura 7.3a - Isolinee parametro a (T = 50 anni) Figura 7.3n - Isolinee parametro n (T = 50 anni) Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Figura 7.4a - Isolinee parametro a (T = 100 anni) Figura 7.4n - Isolinee parametro n (T = 100 anni) 125 126 Idrologia - Idraulica Utilizzando le planimetrie sopramenzionate è possibile risalire ai valori dei parametri della curva di possibilità pluviometrica per ogni località della Provincia, così come per ciascuno dei bacini appartenenti all'area di piano. Dalla lettura di tali carte si ricava che: a) le precipitazioni orarie (rappresentate dal parametro aT) presentano il seguente andamento: • nella zona di pianura decrescono da ovest verso est mantenendosi comunque su valori elevati (a100 = 56÷70 mm; a5 = 33÷38 mm); • nella fascia pedemontana e collinare sono fortemente caratterizzate dalle stazioni di Gorno e di Lecco che forniscono le rilevazioni più elevate di tutto il territorio (a100 = 60÷76 mm; a5 = 35÷45 mm); • nella zona di montagna decrescono da sud verso nord raggiungendo valori minimi sullo spartiacque orobico (a100 di Valmorta = 29,2 mm). A causa dello scarso numero di stazioni situate alle più alte quote rimangono dubbi sulla reale distribuzione delle precipitazioni intense in quota. La mappatura ad isolinee delle altezze di pioggia della durata di 24 ore e tempo di ritorno di 100 anni delinea un quadro inverso a quello relativo alle precipitazioni orarie. Tali precipitazioni variano tra i 200 e più mm nelle zone montuose ed i 100/150 mm nelle zone pianeggianti; b) il parametro nT della curva di possibilità pluviometrica presenta, per ogni tempo di ritorno, andamento sensibilmente crescente procedendo da Sud verso Nord con massimi locali (circa 0,5) in corrispondenza dello spartiacque orobico e minimi (circa 0,2) nei fondovalle e nella pianura; c) il bacino della Val Seriana, per quanto concerne la zona montana, risulta il più ricco di stazioni pluviografiche (4). La parte alta del bacino è caratterizzata dai valori di precipitazione oraria più bassi dell'intera area in oggetto (stazioni di Lizzola Alta e Valmorta). La zona intermedia del bacino (tra Parre e Cene) è viceversa caratterizzata dalle stazioni di Gorno e Clusone che, sui due versanti sinistro e destro, presentano valori assai dissimili e determinano la deviazione delle curve iso-a dalla direzione est-ovest alla direzione nord-sud. La porzione più bassa del bacino della Val Seriana, da Albino a Seriate, risentendo della presenza della stazione di Bergamo, è caratterizzato da curve iso-a con direzione est-ovest con andamento decrescente procedendo verso valle. Il bacino della Val Brembana, al cui interno ricade la sola stazione di S. Martino De' Calvi, si presenta caratterizzato da un andamento più regolare delle curve iso-a che risultano ovunque con direzione estovest. La pluviometria della valle risulta tuttavia influenzata dalle stazioni di Gorno e Lecco che, come detto, presentano i valori più elevati del parametro aT. Pertanto si ha una crescita del parametro aT dallo spartiacque con la Valtellina sino all'altezza della zona di San Pellegrino; a valle della stazione di San Pellegrino e sino a Brembate Sopra il parametro aT decresce leggermente. Occorre osservare che l'inserimento nelle carte iso-a e iso-n dei dati relativi alla stazione di San Pellegrino, pur nei limiti di incertezza dovuti alla limitatezza e disomogeneità temporale del campione, fornisce risultati che confermano l'andamento prima crescente e poi decrescente del parametro aT rispettivamente a monte ed a valle di San Pellegrino stessa (a100 = 72,6 mm; a50 = 65,7 mm; a10 = 49,5 mm; a5 = 42,1 mm). L'andamento descritto delle curve iso-a indica come la Val Brembana appaia maggiormente soggetta, nel suo complesso, rispetto alla Val Seriana, ad eventi pluviometrici di breve durata e forte intensità e quindi a piene di maggiori entità anche nella parte alta del bacino dove si riscontrano a S. Martino valori di precipitazione Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale oraria pari a 55 mm rispetto ai valori di 29÷32 mm dell'alta Val Seriana. Per quanto concerne la pianura tra Adda e Serio l'andamento della pluviometria è caratterizzato dalle stazioni di Bergamo, Olginate e Treviglio con valori del parametro a100 compresi tra 63 e 70 mm; la pianura tra Serio e Oglio, viceversa, è caratterizzata dalle stazioni di Bergamo, Martinengo, Fontanella, Chiari e Borgonato con valori di a100 leggermente inferiori (56÷62 mm). Per quanto concerne il parametro nT non si riscontrano differenze significative tra Val Seriana e Val Brembana e tra pianura ad est ed a ovest del F. Serio. d) la distribuzione spaziale delle stazioni, oltre alla citata carenza per quanto concerne le quote più elevate, mostra una scarsa copertura della fascia di territorio pedemontano e di pianura a cavallo della città di Bergamo. A tal proposito si dimostreranno sicuramente utili, qualora pubblicati, i dati relativi alla stazione di Merate, curata dal locale Consorzio e dal Politecnico di Milano, ed il prolungamento della serie storica di Sarnico (8 dati), oltre che l'attivazione di nuove stazioni sia nel territorio dell'Isola (ad es. Pontida, Filago) che nel bacino del F. Cherio (ad esempio ad Endine od a Grone). Per quanto concerne la zona della valle del T. Dezzo risulterebbe interessante il prolungamento della serie storica dalla stazione di Bessimo (Comune di Rogno) ferma al 1986. Povera di rilevamenti risulta anche la Val Brembana. Occorrebbe il prolungamento della serie storica di San Pellegrino ed il posizionamento di nuove stazioni nella zona di Branzi/Carona, della Val Torta, della Val Taleggio e della Valle Imagna. Da ultimo, merita soffermarsi sul confronto tra le curve iso-a ed iso-n elaborate nel presente studio ed i valori dei parametri aT e nT che l'Amministrazione Provinciale ha assunto per lo studio del P.R.R.A. Settore pubblici esercizi di fognatura. Attese le finalità ed il carattere a grande scala di tale pianificazione, il territorio provinciale è stato suddiviso 5 zone omogenee per le quali si sono calcolati valori medi dei parametri a ed n. Il confronto evidenzia come nello studio relativo al P.R.R.A. (elaborato con dati fino al 1970) vi sia stata una leggera sottostima del parametro aT ed una sovrastima del parametro nT per quanto concerne l'area di pianura (sia ad est che ad ovest del F. Serio). Per quanto riguarda l'area di montagna il detto studio appare in migliore accordo con i risultati qui presentati nonostante proprio nelle stazioni di montagna vi sia la maggior differenza nel numero di dati (S. Martino De' Calvi: 38<>29; Clusone: 36<>30; Lizzola Alta: 19<>11; Vilminore: 22<>12) e di stazioni (7<>5) considerati. 7.1.6 RECENTI STUDI PER LA VALUTAZIONE DELLE PRECIPITAZIONI DI BREVE DURATA E FORTE INTENSITÀ Nel presente paragrafo si presenta il recente studio (Agosto 2001) in fase di stampa, condotto dal Politecnico di Milano a cura dell’Ing. C. De Michele e dal Prof. R. Rosso “Valutazione delle piene nell’Italia Nord Occidentale”, rapporto interno al Progetto Vapi – Valutazione delle piene in Italia, a cura del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Gruppo Nazionale per la Difesa dalle Catastrofi Idrogeologiche, relativamente alla valutazione delle piogge di breve durata e forte intensità per l’intero bacino del Po. All’interno di tale studio viene proposta una formulazione per la valutazione dell’altezza di pioggia cumulata con periodo di ritorno pari a T, in funzione del valore atteso dell’altezza di pioggia massima annuale m[h(d)] caduta in d ore consecutive e del coefficiente di crescita KT ; le formule proposte sono le seguenti: hT (d) = m[h(d)] KT (5) dove 127 128 Idrologia - Idraulica m[h(d)] = a d n (6) con a e n parametri delle curve di possibilità pluviometrica (con n parametro adimensionale invariante rispetto al tempo di ritorno T e a [mm/ora] funzione dello stesso); tale studio riporta i valori di tali parametri nelle varie stazioni di misura pluviometriche e le mappe KT = ε + α k (1 − e − k yT ) (7) con k fattore di forma, ε fattore di posizione, α fattore di scala e yT variabile ridotta di Gumbel pari a –ln[ln(T/(T-1))]. La medesima pubblicazione riporta i valori di tali parametri per le varie stazioni pluviometriche e le mappe degli stessi per l’intero territorio, ricavate con metodi di interpolazione. Nella tabella 7.3 vengono riportati, per le stazioni pluviometriche ivi elencate, i valori dei suddetti parametri n, a, k, ε e α, oltre che il numero di anni di cui si hanno a disposizione dei dati. Tabella 7.3 – Parametri per la determinazione delle curve di possibilità pluviometrica secondo Progetto Vapi Stazione Anni n a e a k Bergamo Borgonato 46 48 0,272 0,275 30,5 27,8 0,859 0,825 0,271 0,24 Breno Chiari 50 34 0,313 0,247 21,2 31,7 0,873 0,851 0,225 0,252 0,058 -0,136 0,016 Clusone Edolo 42 29 0,374 0,435 26,5 15,9 0,872 0,872 0,222 0,232 Fontanella Gorno 24 23 0,261 0,335 26,0 37,0 0,862 0,879 0,288 0,256 Introbio Lecco 42 31 0,354 0,27 29,9 35,1 0,846 0,854 0,27 0,241 Lizzola Memmo 20 38 18,3 25,5 0,918 0,86 0,241 0,271 Orzinuovi Scais 29 33 0,5 0,384 0,25 26,7 22,0 0,862 0,877 0,258 0,244 Tirano Treviglio 34 43 18,1 29,1 0,825 0,825 0,242 0,285 0,077 -0,129 -0,037 Vilminore 31 22,9 0,845 0,245 -0,053 0,535 0,307 0,254 0,524 -0,015 0,001 0,027 0,108 0,117 0,006 -0,027 0,301 0,065 0,043 Rispetto a quanto riportato nelle tabelle 7.1 e 7.2 si osserva che nel Progetto Vapi sono state considerate delle serie più lunghe per alcune stazioni, mentre alcune stazioni non sono state prese in considerazione (De Calvi, Dezzo, Gerola, Martinengo, Olginate, Tartano, Trona e Valmorta). Nella tabella 7.4 vengono riportati i valori di a(T=5), a(T=10), a(T=50), a(T=100); tali valori possono essere confrontati con quelli riportati nella tabella 7.2. 129 Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Tabella 7.4 – Valori del parametro a in funzione del tempo di ritorno T secondo il Progetto Vapi Stazione a5 a1 0 a5 0 a1 0 0 Bergamo Borgonato 38,1 34,0 43,6 40,5 55,1 57,3 59,6 65,6 Breno Chiari 25,6 39,1 29,1 45,3 36,6 59,1 39,7 65,0 Clusone Edolo 31,9 19,3 32,8 36,3 21,9 37,4 46,0 27,5 46,3 50,1 29,8 49,6 45,6 37,4 51,3 43,3 62,2 56,4 66,2 61,9 42,9 22,1 49,6 24,0 64,8 26,9 71,4 27,8 31,8 33,0 36,4 37,8 45,7 47,8 49,4 51,8 26,9 22,2 30,4 26,4 37,4 37,1 40,1 42,4 36,8 28,1 43,5 32,8 58,8 43,7 65,6 48,6 Fontanella Gorno Introbio Lecco Lizzola Memmo Orzinuovi Scais Tirano Treviglio Vilminore Per un confronto fra le due metodologie, nella tabella 7.5 vengono riportati i valori di altezza h nelle varie stazioni per un tempo di ritorno pari a 100 anni e per alcune durate (1, 3, 6, 12 e 24) attraverso l’equazione (1) riportata nel paragrafo 7.1.3 e i parametri della tabella 7.2, e attraverso l’equazione (5) ed i parametri riportati nelle tabelle 7.3 e 7.4. Nell’ultima colonna di tale tabella vengono riportate le differenze percentuali massime per le diverse stazioni pluviometriche. Tabella 7.5 – Altezza di precipitazione h(T=100) per differenti durate Presente studio Stazione Progetto Vapi H H H H H H H H H H Diff. 1h 3h 6h 12 h 24 h 1h 3h 6h 12 h 24 h % Bergamo 63,5 83,6 99,4 118,2 140,5 59,6 80,3 97,0 117,1 141,4 6 Borgonato 55,8 76,7 93,8 114,7 140,2 65,6 88,7 107,4 129,9 157,2 -12 Breno 41,5 57,7 71,0 87,5 107,7 39,7 55,9 69,5 86,3 107,2 4 Chiari 62,8 85,4 103,7 125,9 152,9 65,0 85,3 101,2 120,1 142,6 7 Clusone 50,0 75,1 97,0 125,4 162,0 50,1 75,6 97,9 126,9 164,5 0 Edolo 35,1 51,6 65,7 83,8 106,8 29,8 48,1 65,0 87,9 118,8 15 Fontanella 56,5 72,7 85,3 100,1 117,4 49,6 66,0 79,1 94,8 113,6 12 Gorno 76,5 105,2 128,6 157,3 192,3 66,2 95,7 120,7 152,2 192,0 13 Introbio 68,6 94,3 115,3 141,0 172,4 61,9 91,4 116,8 149,2 190,7 10 Lecco 79,7 100,4 116,1 134,3 155,3 71,4 96,1 115,8 139,7 168,4 10 Lizzola 32,7 56,6 80,1 113,3 160,2 27,8 48,1 68,1 96,2 136,1 15 Memmo 55,6 81,7 104,1 132,7 169,1 49,4 75,3 98,3 128,3 167,4 11 Orzinuovi 61,5 73,3 81,9 91,5 102,3 51,8 68,1 81,0 96,3 114,6 16 Scais 40,9 74,8 109,6 160,4 234,9 40,1 72,2 104,6 151,5 219,5 7 Tirano 48,4 59,0 66,8 75,7 85,8 42,4 59,5 73,6 91,0 112,6 12 Treviglio 70,0 87,2 100,2 115,1 132,2 65,6 86,7 103,4 123,3 147,0 6 Vilminore 38,5 68,2 97,7 140,2 201,0 48,6 86,4 124,2 178,6 256,8 -26 Differenze non trascurabili si osservano nelle stazioni di Edolo, Lizzola, Orzinuovi e Vilminore (superiore al ± 15%). Dai risultati così ottenuti si può concludere come le due metodologie portino a risultati globalmente simili fra loro. Peraltro poichè l’analisi effettuata nel 1994 ha un maggior grado di dettaglio in quanto si basa su 25 stazioni presenti all’interno o in prossimità della provincia di Bergamo invece delle 17 stazioni considerate dal Progetto Vapi nel 130 Idrologia - Idraulica medesimo territorio, le curve iso-a e iso-n proposte nel 1994 e qui presentate sono da ritenere pienamente attendibili. 7.2 STIMA DELLE PORTATE DI PIENA 7.2.1 PREMESSA Oggetto delle indagini di seguito descritte è quello di determinare i caratteri principali dei fenomeni di piena che con assegnato tempo di ritorno, si possono manifestare all'interno del territorio provinciale nelle sezioni strumentate con apparati di misura di portata. Le stazioni idrometrografiche dotate di informazioni utilizzabili sono solo due e precisamente quella del Serio a Ponte Cene e quella del Brembo a Ponte Briolo. Le osservazioni eseguite nei corsi d'acqua limitrofi (Adda, Cherio ed Oglio) non sono state tenute in conto per eventuali raffronti e controlli, in quanto tali corsi d'acqua risentono dell'effetto di laminazione dei grandi laghi alpini. Per quanto concerne le aste dei fiumi Brembo e Serio, per estensioni di bacino che differiscono di ±20% circa rispetto ai bacini sottesi dalle stazioni di Ponte Cene a Ponte Briolo, la valutazione della portata è stata condotta facendo ricorso a metodi di stima indiretti basati su estrapolazioni. Attesa viceversa la mancanza di osservazioni di portate al colmo di piena su altri corsi d'acqua della provincia e sulle aste montane dei fiumi Brembo e Serio si riportano i risultati di analisi effettuate in occasione di diversi studi e progetti attuati da vari professionisti, tra cui gli scriventi. In tali studi le portate di piena sono state ricavate per via indiretta a partire dalle precipitazioni di breve durata a forte intensità, applicando idonei modelli di trasformazione afflussi deflussi. 7.2.2 CARATTERISTICHE DELLE STAZIONI IDROMETROGRAFICHE La stazione di misura delle portate sul fiume Brembo è posta a Ponte Briolo e sottende un bacino di 765 kmq, prevalentemente di natura impermeabile, in cui sono presenti, a quote elevate (>1500 m s.m. per la maggioranza), numerosi invasi a scopo idroelettrico di capacità complessiva pari a 23.400.000 mc. Data l'altitudine a cui sono posti gli invasi, il possibile effetto di laminazione delle piene garantito dagli stessi non presenta effetti significativi a Ponte Briolo. L'altitudine massima del bacino sotteso è di 2914 m s.m., l'altitudine media è 1140 m s.m., lo zero idrometrico della stazione è posto a 230 m s.m. La distanza della stazione della confluenza del Brembo in Adda è di 19 km circa. La stazione di misura delle portate sul fiume Serio è posta a Ponte Cene e sottende un bacino di 455 kmq, prevalentemente di natura impermeabile con la presenza di aree glaciali per l'estensione di circa lo 0,1%. Anche nel bacino del fiume Serio sono presenti serbatoi artificiali con capacità utile pari a 23.000.000; come nel caso della Val Brembana, tali invasi sono posti a quote elevate e pertanto con trascurabile effetto di laminazione sulle piene transitanti nella sezione di misura. L'altitudine massima del bacino sotteso è 3052 m s.m. mentre l'altitudine media è 1335 m s.m. Lo zero idrometrico della stazione è posto a quota 353,15 m s.m.. La distanza dalla confluenza in Adda è di circa 72 km. 7.2.3 PORTATE DI PIENA La stima delle portate di piena, condotta per le stazioni di Ponte Cene sul F. Serio e di Ponte Briolo sul F. Brembo, si basa sui valori massimi Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale annuali al colmo riportati in tabella 7.6 per il ventennio 51÷70, desunti dalla consultazione degli Annali del S.I.M.N.. Tabella 7.6 - Portate al colmo [mc/s] Anno Brembo a P. Briolo Serio a P. Cene 1929 1930 182 122 1931 1932 275 223 1933 1936 318 107 1937 1938 153 201 1939 1941 114 152 1942 1943 208 134 1951 1952 877 908 187 315 1953 1954 551 843 213 243 1955 1956 426 424 153 227 1957 1958 586 411 421 269 1959 1960 469 563 231 316 1961 1962 447 453 191 160 1963 1964 733 338 443 160 1965 1966 673 633 353 276 1967 1968 345 501 195 286 1969 1970 320 449 237 213 1975 1976 187 367 1977 1978 262 160 1979 1980 393 286 1981 1982 316 148 1983 1984 187 131 1985 1986 242 145 1987 1988 311 372 1997 1993 380 302 I due campioni delle portate al colmo così ottenuti sono stati elaborati statisticamente al fine di stimare le relative leggi di distribuzione di probabilità. Questa indagine è stata condotta prendendo in considerazione la legge di probabilità di Gumbel con cui di solito meglio 131 132 Idrologia - Idraulica si distribuisce questa grandezza idrologica. La funzione di probabilità di tale legge è data dalla relazione. P (Q) = e − e − α (Q − µ) (8) in cui α e µ sono i parametri della distribuzione che, ove si assuma per la loro stima il metodo dei momenti, risultano legati alla media µ ed allo scarto quadratico medio σ del campione dalle relazioni: α = 1,283/σ (9) µ = µ - 0,5772 σ (10) Calcolati i parametri delle distribuzioni (tabella 7.7) si è introdotto il tempo di ritorno T che, nel caso delle portate di piena, per la generica variabile Q, rappresenta il numero di anni in cui Q è in media superato una sola volta. La legge di Gumbel (8) si può pertanto riscrivere come segue: Q=µ- T ln ln α T −1 1 (11) In tabella 7.8 per i diversi tempi di ritorno prescelti, sono riportate le stime delle portate al colmo ottenute col metodo esposto. Tabella 7.7 - Parametri della distribuzione N. dati Media F. Brembo a P. Briolo 20 547.5 [mc/s] 178.8 [mc/s] 0.007 SQ M α µ 467.04 F. Serio a P. Cene N. dati 48 Media 234.7 [mc/s] SQ M 92.2 [mc/s] α µ 0.014 181.5 Tabella 7.8 - Portate al colmo - Distribuzione di Gumbel F. Brembo a P. Briolo T Portata [mc/s] [anni] 2 518 F. Serio a P. Cene T Portata [anni] [mc/s] 2 207 5 10 20 676 781 881 5 10 20 289 343 395 50 100 1011 1108 50 100 462 512 200 500 1205 1333 200 500 562 628 1000 1430 1000 678 E’ da ricordare che l’Autorità di Bacino del fiume Po ha determinato lungo il Brembo e il Serio, per il tracciamento delle fasce fluviali contenute nel PAI, le portate di piena riportate nelle tabelle seguenti. Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Tabella 7.9 - Portate di piena Brembo - PAI Stazione Lenna Scalvino Ponte Briolo Confl. Adda T=20 T=100 T=200 T=500 450 620 830 560 780 1040 650 840 1130 730 920 1250 900 1130 1220 1350 Tabella 7.10 - Portate di piena Serio - PAI Stazione T=20 T=100 T=200 T=500 Alzano L. Romano L. 410 470 530 570 570 620 630 700 Riportati in cartogramma probabilistico i punti rappresentativi delle coppie di valori (Q,F), si è proceduto alla loro interpolazione con la retta di distribuzione. 7.2.4 STIMA DELLE PORTATE DI PIENA NELLE SEZIONI DELLE ASTE DEL F. BREMBO E F. SERIO L'esperienza dimostra che esiste una correlazione sufficientemente stretta tra le caratteristiche pluviometriche e morfologiche e le portate di piena al colmo. In particolare il più importante dei parametri caratteristici utilizzabili è la superficie del bacino. Sulla base di questa considerazione, vari Autori, tra cui Gherardelli e Marchetti, hanno correlato i contributi al colmo storici di tutta una serie di stazioni idrometriche con la superficie del bacino. La formula ottenuta da Gherardelli e Marchetti è la seguente: S 100 qc = q100 −2 / 3 (12) dove qc è il contributo di piena in mc/s, S è la superficie del bacino in kmq e q100 (contributo unitario di un bacino di 100 kmq) è una costante che assume valori diversi a seconda delle regioni idrologiche. L'analisi probabilistica descritta in precedenza conduce, assumendo un tempo di ritorno pari a 100 anni, ad un valore del contributo unitario qc pari a 1,45 mc/s e 1,12 mc/s kmq rispettivamente per il Brembo a P. Briolo ed il Serio a P. Cene e quindi a valori del q100 di 5,62 e 3,08 mc/s kmq. Nell'ipotesi che lungo le due aste fluviali, per aree di bacino sotteso con variazione del 20% rispetto alle aree di bacino sotteso dalle stazioni di Ponte Briolo a Ponte Cene, il q100 sia costante è possibile calcolare in ogni sezione, nel campo di ammissibilità, la corrispondente portata di piena. Di particolare singolarità è il tratto di fiume Serio a valle di Seriate. E' ben noto infatti, ed è anche risultato da successive indagini geomorfologiche, che nel tratto da Seriate sino oltre Ghisalba il fiume apporta alla falda importanti quantità d'acqua in funzione della portata convogliata dal fiume in piena. Lungo il tratto successivo, invece, da Ghisalba verso Mozzanica, il fiume via via presenta un processo di drenaggio della falda che affiorando contribuisce nei periodi di magra o di morbida ad alimentare il fiume; durante le piene invece è presumibile che anche in tale tratto si abbia una infiltrazione in falda sia pure di entità più modesta di quella presente nel tratto precedente. La valutazione della portata complessivamente infiltrata è come detto oltremodo difficile, dal momento che essa dipende dal carico idraulico della corrente fluviale, dalla permeabilità del materasso alluvionale e dal suo grado di saturazione. Su letto di materiale granulare incoerente 133 134 Idrologia - Idraulica costituito da ghiaia e ciottoli, qual'è quello del Serio, e con superficie di falda distante dalla superficie del letto d'infiltrazione, il valore della portata ceduta dal fiume alla falda può raggiungere il valore di 300 l/s ha, come è dimostrato da esperienze effettuate su letti granulari sciolti e puliti. Tale valore, d'altra parte, corrisponde ad una capacità d'infiltrazione di circa 100 mm/ora congruente con le curve di Horton dei suoli di tipo A o B nella classificazione S.C.S. americana. Se si ammette tale valore lungo tutta l'asta di 23 km da Seriate a Mozzanica si avrebbe, considerata una larghezza media interessata dalla corrente di 200 m, una portata complessiva d'infiltrazione di: 300 x 23.000 x 200 = 138 mc/s 1000 x 10.000 E' probabile che tale valore possa essere alquanto sovrastimato e che quindi esso possa essere considerato solo per una prima grossolana valutazione dell'ordine di grandezza. Ammettendo un valore arrotondato di 100 mc/s in concomitanza con il colmo della piena centennale, si potrebbe ricostruire la piena a Mozzanica sottraendo dall'idrogramma di piena, propagato da P. Cene a Seriate, un idrogramma d'infiltrazione, ad esso in fase, con picco di 100 mc/s. Occorre tuttavia tenere anche conto dei contributi aggiuntivi provenienti dal bacino residuo e dagli importanti canali scolmatori adducenti nel Serio le portate di piena di altri bacini idrografici. Trattasi in particolare dello scolmatore del T. Morla, progettato per circa 90 mc/s, che dalla città di Bergamo devia le piene fino al Serio a valle di Seriate; dello scolmatore del T. Zerra, progettato per circa 45 mc/s, che devia le piene fino al Serio in corrispondenza di Cavernago; del cosiddetto Canale di Gronda Sud, progettato per 23 mc/s, che convoglia le piene raccolte lungo il suo tracciato confluendo nel Serio in corrispondenza di Morengo. In conclusione ammessa la contemporaneità di tali contributi di piena, contemporaneità che certamente corrisponde ad un elevatissimo livello di eccezionalità, in prima ipotesi si può considerare che tra Seriate e Mozzanica le massime piene del Serio non si modificano sensibilmente atteso il segno opposto delle perdite per infiltrazione e dei contributi succitati. Confrontando i risultati ottenuti per il Brembo ed il Serio, si può notare (tabella 7.11 fig. 7.5) che i contributi unitari di piena del F. Brembo risultano assai superiori (+30% per T = 100 anni) rispetto ai corrispondenti valori trovati per il F. Serio. Tale dato conferma quanto emerso dall'analisi delle precipitazioni di forte intensità e breve durata e quindi testimonia la maggior esposizione dell'area della Val Brembana al rischio di eventi alluvionali come quelli verificatisi nell'estate del 1987. Tabella 7.11 – Contributi unitari di piena T [anni] 2 F. Brembo [mc/s kmq] 2,63 F. Serio [mc/s kmq] 1.25 5 10 20 3,43 3,96 4,47 1.75 2.07 2.38 50 100 200 5,13 5,62 2.79 3.09 6,12 6,77 3.39 3.79 7,26 4.09 500 1000 Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Figura 7.5 - Contributi unitari di piena 8,0 7,0 6,0 5,0 4,0 3,0 baci no F. Br embo 2,0 baci no F. Ser i o 1,0 0,0 1 10 100 1000 t empo di r i t or no 7.2.5 PORTATE DI PIENA IN BACINI NON STRUMENTATI In tabella 7.12 sono riportati i corsi d'acqua per i quali si sono reperite le stime delle portate di piena, con l'indicazione dell'estensione dei bacini sottesi, e delle portate, per vari tempi di ritorno. Gli studi da cui queste stime sono tratte si fondano su valutazioni basate, in mancanza di idonee serie di misure delle portate al colmo, sull'applicazione di modelli di trasformazione afflussi - deflussi a partire da precipitazioni di progetto dedotte, con buona affidabilità, dalle curve di possibilità pluviometrica valide localmente. I modelli utilizzati, generalmente riferibili alla categoria dei modelli lineari rappresentabili con la teoria dell'Idrogramma Unitario Istantaneo, sono di uso comune in tali situazioni e possono fornire valutazioni attendibili se utilizzati con parametri riscontrati sperimentalmente. Come si nota dalla tabella 7.12 i dati riguardano diversi corsi d'acqua della provincia aventi differenti estensione ed ubicazione. Cercando di individuare una correlazione tra i valori di superficie ed i contributi unitari di piena, sono stati riportati in un diagramma i valori indicati nella tabella 7.12 e i valori relativi alle sezioni di Ponte Briolo del F. Brembo e di Ponte Cene del F. Serio, riferiti al tempo di ritorno pari a 100 anni; diagrammando la linea di interpolazione si possono ottenere utili indicazioni per determinare la portata di piena di altri corsi d’acqua, nota la superficie del bacino afferente. Nella figura 7.6 sono rappresentate due ipotesi di interpolazione, una con legge logaritmica e una con legge esponenziale; tra le due quella con maggior adattamento ai dati è quella esponenziale, con indice di correlazione R2 pari a 0.74. 135 136 Idrologia - Idraulica Tabella 7.12 – Contributi unitari di piena nei bacini non strumentati Corso d'acqua Area bacino [kmq] Contributi unitari [mc/s kmq] T=5 1,31 T = 20 2,38 T = 50 3,08 0,91 1,64 2,16 8 12,1 31,0 4,44 9,37 5,08 10,62 9,09 4,94 10,33 5,65 F. Brembo a Trabuchello 106 4,53 5,14 T. Bondione T. Tino T. Zuffo 11 2,8 1,2 T. Gler T. Zerra 4,9 3.5 T. Quisa 1,3 12,1 T. Stabina F. Brembo di Carona F. Brembo di Valleve 30 63,0 3,91 F. Tadone T. Dordo F. Serio T. Dezzo 1,42 4,4 1,76 4,9 3,2 7,2 3,6 8,1 8.63 11.40 16.57 1.51 2.01 1.30 2.23 2.74 1.81 47.74 60.47 1.12 1.03 280.74 309.41 1.06 1.00 1.54 1.40 1.27 363.61 438.14 0.91 0.83 473.14 551.00 0.78 0.74 70,5 14,0 6,53 5,32 11,87 11,57 6,13 5,47 9,17 7,24 22.1 25 F. Cherio T = 200 5,73 8,71 7.95 17.02 36 37,3 T = 100 3,4 2,4 5,6 12.29 6.48 13.44 7.09 3.52 3.28 3.98 3.58 3.02 3.32 5,4 4,0 8,9 2.83 3.32 2.21 1.87 1.69 1.43 1.35 1.59 1.51 1.21 1.10 1.34 1.22 1.04 0.96 1.15 1.03 32.4 54.3 3.52 3.83 4.00 4.30 69.7 100.9 124.8 3.40 3.15 3.84 3.55 2.90 2.76 3.26 3.10 2.74 2.82 3.06 3.15 6.12 4.61 6.63 4.97 142 163.2 173.1 21.9 31.2 1.21 1.08 0.99 0.93 0.86 Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Figura 7.6 - Contributi unitari di piena (T=100 anni) 12 11 10 9 8 7 6 5 4 y = 1 5 , 3 8 x -0 ,3 9 3 y = - 1 , 3 9 Ln( x ) + 9 , 8 0 R 2 = 0, 74 R 2 = 0, 63 2 1 0 0 100 200 300 400 500 600 700 800 Supe r f i c i e [ k mq] 7.2.6 RECENTI STUDI DI REGIONALIZZAZIONE DELLE PORTATE AL COLMO DI PIENA Nel presente paragrafo è presentato uno studio recente relativo alla valutazione delle portate al colmo di piena. Si tratta della memoria di A. Beretta, U. Maione e M. Tomirotti (“Aggiornamento del modello MG per la stima regionale delle portate al colmo di piena dei corsi d’acqua italiani” – “L’Acqua” rivista dell’Associazione Idrotecnica Italiana, n. 4/2001) in cui è messo a punto un modello di stima regionale delle portate al colmo di piena denominato MG e MGS (2001). Sulla base dell’informazione idrologica disponibile si sono ottenute le seguenti espressioni: per il modello MG Q = 1+1.67K(T )0.8CV(Q)1.34 µ(Q) K (T ) = −[0.45 + 0.779 ln (− ln(1 − 1 / T )] - per il modello MGS Q = 2.28 + 0.6 ln T σ (Q) dove: Q è la portata al colmo di piena; T è il tempo di ritorno; µ(Q) è la media delle portate al colmo registrate; σ(Q) è lo scarto quadratico delle portate al colmo registrate; CV è il coefficiente di variazione, funzione della media e dello scarto quadratico medio delle portate registrate. Nelle sezioni in cui sono presenti delle stazioni di monitoraggio, in base alle registrazioni è possibile determinare i valori di µ(Q) e σ(Q), per cui i valori delle portate al colmo. Gli autori hanno calcolato il valore di Q(T=200 anni) in alcune sezioni del bacino del Po, tra cui il fiume Brembo a Ponte Briolo e il fiume Serio a Ponte Cene; nella tabella 7.13 vengono riportati i valori calcolati con i modelli MG e MGS e il loro scostamento rispetto a stime locali. 137 138 Idrologia - Idraulica Tabella 7.13 – Portate al colmo di piena con T=200 anni Stime regionali Q MG Stime locali Q MGS Q Q G EV Gumbel Brembo – Scostamenti percentuali MG- MG- MGS- MGS- Gumbel G EV Gumbel G EV 1167 - 1205 1351 -3 -14 - - 589 550 555 614 6 -4 -1 -11 Ponte Briolo Serio - Ponte Cene Per i siti non strumentati o in presenza di serie storiche non sufficientemente estese si deve procedere alla stima dei parametri µ(Q) e σ(Q). Gli autori sopraccitati suggeriscono per i corsi d’acqua posti all’interno del bacino del fiume Po le seguenti formule: µ (Q) = 2.82 ⋅ 10−2 A0.66 M 1.25φ 0.25 σ (Q) = 0.245 A0.55 S 1.03φ 0.48 dove: A è la superficie del bacino (kmq); M è la media spaziale delle altezze massime annuali di precipitazione giornaliera; S è lo scarto quadratico medio delle altezze massime annuali di precipitazione giornaliera; φ è il coefficiente di deflusso mensile, ricavabile da pubblicazioni del S.I.M.N. o da dati noti di bacini limitrofi. Per quanto riguarda i parametri M e S, gli autori riportano delle mappe ad isolinee dei rispettivi parametri per l’intero bacino del fiume Po. Tali formulazioni non sono adatte a rappresentare i fenomeni di formazione delle piene per gli emissari dei grandi laghi naturali o artificiali, per i corsi d’acqua i cui bacini presentano permeabilità molto elevata (maggiore del 50% secondo la definizione del S.I.M.N.) e per i piccoli bacini alpini. 7.3 VALUTAZIONE DELLE SITUAZIONI DI RISCHIO DI ESONDAZIONE LUNGO I CORSI D’ACQUA DELLA PROVINCIA 7.3.1 GENERALITÀ Lo studio di riferimento fondamentale per la definizione delle situazioni a rischio di esondazione non può che essere il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) redatto dall’Autorità di Bacino del Po ai sensi della legge 183/89 e adottato dal Comitato Istituzionale in data 8/8/2001. All’interno del PAI sono tra l’altro riportate le aree individuate nell’ambito della legge 267/98 - Piano Straordinario per le aree a rischio idrogeologico molto elevato (PS 267). Oltre a tali studi ne sono stati raccolti altri, utili alla definizione delle aree a rischio di esondazione, sia per i corsi d’acqua principali che per i corsi d’acqua minori. E’ stato poi verificato se tali studi possono essere utilizzati per: - completare le fasce fluviali del PAI; - individuare possibili aree di esondazione; - individuare tratti di corso d’acqua a rischio di esondazione, nel caso non sia possibile effettuare le perimetrazioni di rischio in modo preciso. Per quanto riguarda le zone a rischio di esondazione non perimetrate, occorrerà approfondire maggiormente lo studio idraulico, al fine di determinare in modo più corretto le delimitazioni delle aree soggette ad esondazione. Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Alcuni corsi d’acqua sono già oggetto di studi idraulici in fase di elaborazione, per conto dell’Autorità di Bacino del fiume Po. Tutte le informazioni raccolte sono riportate su di un’unica carta delle esondazioni (tavola di piano-analisi di settore 2.4): per quanto riguarda i corsi d’acqua principali sono riportate le fasce fluviali individuate dal PAI o da altri studi, mentre per quanto riguarda i corsi d’acqua minori, oggetto dei suddetti studi, sono riportate le zone a rischio di esondazione, perimetrate o non perimetrate. Alcuni corsi d’acqua minori non sono oggetto di studi idrologico-idraulici per cui eventuali loro criticità non verranno segnalate; occorrerà prevedere appositi studi che calmino tali carenze. 7.3.2 PIANO STRALCIO PER L’ASSETTO IDROGEOLOGICO (PAI) Il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI) è stato adottato in base alla delibera n.18/2001 del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del fiume Po, “Adozione del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico per il bacino idrografico di rilievo nazionale del fiume Po” . Il PAI ha lo scopo di assicurare, attraverso la programmazione di opere strutturali, vincoli, direttive, la difesa del suolo rispetto al dissesto di natura idraulica e idrogeologica e la tutela degli aspetti ambientali ad esso connessi. Tra le varie problematiche e criticità affrontate dal PAI, è stata presa in esame la valutazione delle aree inondabili lungo i corsi d’acqua principali nei tratti di pianura e di fondovalle montano. Tra i vari bacini presi in esame dal PAI sono presenti i seguenti, che interessano il territorio della Provincia di Bergamo: bacino del F. Oglio (compreso il sottobacino del F. Cherio, del quale però non sono state tracciate le fasce fluviali), bacino dell’Adda sottolacuale (compreso i sottobacini del F. Serio e del F. Brembo). La delimitazione delle fasce fluviali è stata condotta secondo una metodologia che definisce tre distinte fasce: - la fascia A o fascia di deflusso della piena, è costituita dalla porzione di alveo che è sede prevalente, per la piena di riferimento con tempo di ritorno pari a 200 anni, del deflusso della corrente; per la delimitazione della stessa si assume quella più ampia fra: 1. fissato in 200 anni il tempo di ritorno della piena di riferimento e determinato il livello idrico corrispondente, si assume come delimitazione convenzionale della fascia la porzione ove defluisce almeno l’80% di tale portata. All’esterno di tale fascia la velocità della corrente deve essere minore o uguale a 0.4 m/s (criterio prevalente per i corsi d’acqua mono o pluricorsuali); 2. limite esterno delle forme fluviali potenzialmente attive per la portata con tempo di ritorno di 200 anni (criterio prevalente nei corsi d’acqua ramificati). - la fascia B o fascia di esondazione, esterna alla precedente, è costituita dalla porzione di alveo interessata da inondazione al verificarsi dell’evento di piena di riferimento. Il limite della fascia si estende fino al punto in cui le quote naturali del terreno sono superiori ai livelli idrici corrispondenti alla piena di riferimento, ovvero sino alle opere idrauliche di controllo delle inondazioni dimensionate per la stessa portata; la delimitazione sulla base dei livelli idrici va integrata con: 1. le aree sede di potenziale riattivazione di forme fluviali relitte non fossili, cioè ancora correlate, dal punto di vista morfologico, paesaggistico e talvolta ecosistemico alla dinamica fluviale che le ha generate; 2. le aree di elevato pregio naturalistico e ambientale e quelle di interesse storico, artistico, culturale strettamente collegate all’ambito fluviale. 139 140 Idrologia - Idraulica - la fascia C o area di inondazione per piena catastrofica, è costituita dalla porzione di territorio esterna alla precedente, che può essere interessata da inondazione al verificarsi di eventi di piena più gravosi di quelli di riferimento. Come portata si assume la massima piena storicamente registrata, se corrispondente a un tempo di ritorno superiore a 200 anni, o in assenza di essa, la piena con 500 anni di tempo di ritorno. Per i corsi d’acqua non arginati la delimitazione viene effettuata con gli stessi criteri adottati per la fascia B. Per i corsi d’acqua arginati l’area è delimitata unicamente nei tratti in cui lo rendano possibile gli elementi morfologici disponibili; in tali casi la delimitazione è definita in funzione della più gravosa delle seguenti due ipotesi (se entrambi applicabili) in relazione alle altezze idriche corrispondenti alla piena: 1. altezze idriche corrispondenti alla quota di tracimazione degli argini, 2. altezze idriche ottenute calcolando il profilo idrico senza tenere conto degli argini. Gli elementi conoscitivi necessari alla delimitazione delle fasce fluviali sono: - caratteristiche geomorfologiche dell’alveo inciso, - caratteristiche idrologiche, geometriche e idrauliche del corso d’acqua, - caratteristiche ambientali e naturalistiche della regione fluviale, - caratteristiche delle opere idrauliche e delle infrastrutture significative, - caratteristiche delle aree e dei manufatti sottoposti a tutela paesaggistica ai sensi delle leggi n. 1497/39 e 431/85. All’interno delle varie fasce il PAI prevede una serie di vincoli normativi, che verranno presi in considerazione del paragrafo relativo alla normativa delle aree a rischio di esondazione. I tratti di corso d’acqua interni alla provincia di Bergamo che sono stati oggetto di delimitazione delle fasce fluviali sono: - fiume Serio da Alzano Lombardo fino a Mozzanica; - fiume Brembo da Lenna fino alla confluenza in Adda; - fiume Adda da Cisano Bergamasco fino a Casirate d’Adda; - fiume Oglio da Rogno a Costa Volpino nella zona sopralacuale e da Sarnico a Torre Pallavicina nella parte sublacuale. Le delimitazioni di tali fasce fluviali sono riportate nella tavola allegata. Il PAI ha inoltre effettuato all’interno dei vari bacini e sottobacini un inventario delle situazioni di squilibrio lungo la rete idrografica principale; tale inventario è riportato nell’Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici – Inventario dei centri abitati montani esposti a pericolo. La rappresentazione cartografica di tale inventario è riportata nell’Allegato 4 dell’Atlante dei rischi, denominato “Delimitazione delle aree in dissesto”. Unendo le informazioni desumibili dal tracciamento delle fasce e dall’Atlante dei rischi, il PAI individua le seguenti situazioni di squilibrio: Bacino f. Adda sottolacuale - con riferimento al f. Adda a valle della confluenza con il Brembo sono presenti rischi di inondazione che interessano il comune di Fara Gera d’Adda; - sul fiume Brembo i principali squilibri si localizzano nella parte alta, per la presenza di fenomeni erosivi molto marcati, con opere di difesa trasversali e longitudinali in parziale dissesto; in particolare nel tratto compreso tra Villa d’Almè e Ponte San Pietro si manifestano rischi di inondazione consistenti per le aree insediate in prossimità dell’alveo; il corso d’acqua è inoltre interessato da una moderata instabilità Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale morfologica dell’alveo, con erosione di sponda intensa a tratti, che in alcuni casi minaccia la sicurezza di insediamenti in prossimità del corso d’acqua, ad esempio a valle del ponte di Almenno S. Salvatore; - con riferimento al f. Serio, nella parte alta, dalle sorgenti fino ad Alzano Lombardo, l’elevato apporto solido laterale può causare l’ostruzione dell’alveo e conseguente esondazione e sovralluvionamento; da Alzano all’attraversamento con l’A4, il rischio di esondazione interessa zone densamente urbanizzate (Alzano Lombardo, Villa di Serio, Gorle, Scanzorosciate e Seriate) in relazione alla carenza di opere di protezione e anomalie di deflusso provocate da opere di attraversamento o per insediamenti ubicati in ambiti golenali; a valle dell’attraversamento dell’autostrada vi è rischio di esondazione per l’abitato di Ghisalba e Mozzanica. - per quanto riguarda il reticolo idrografico minore nella parte montana dei sottobacini del Serio e del Brembo si hanno condizioni di squilibrio legate a fenomeni di instabilità morfologica degli alvei; i corsi d’acqua maggiormente interessati nel sottobacino del Brembo sono i torrenti che scorrono dal Pizzo di Rocco a valle dell’abitato di Valtorta, dal Pizzo di Cusio, i torrenti Stabina, Enna e Brembilla, i torrenti affluenti del Brembo di Carona; per il sottobacino del Serio le principali criticità si trovano in comune di Nembro. Bacino f. Oglio - a monte del Lago d’Iseo si ha rischio di esondazioni su aree urbanizzate in prossimità del comune di Costa Volpino; - a valle del Lago d’Iseo, in occasione di eventi bicentenari sono da considerarsi a rischio aree urbanizzate in prossimità del comune di Sarnico; - nel sottobacino del torrente Dezzo si ha un’accentuata tendenza erosiva che aggrava le condizioni di instabilità dei versanti e rende inefficienti le opere di regimazione presenti; tra Schilpario e Vilminore sono presenti fenomeni erosivi che minacciano di coinvolgere tratti di strada e alcune abitazioni; - nel sottobacino del fiume Cherio si hanno situazioni di rischio idraulico in corrispondenza degli ultimi tratti di alcuni torrenti e rii minori, che presentano un notevole trasporto solido, sulle cui conoidi sono situati insediamenti abitativi (Monasterolo del Castello, Casazza, Luzzana); lungo il reticolo secondario si rilevano la maggior parte dei casi di sovralluvionamento, erosioni spondali locali e sezioni idrauliche sottodimensionate in corrispondenza degli attraversamenti di centri abitati. 7.3.3 PIANO STRAORDINARIO PER LE AREE A RISCHIO IDROGEOLOGICO MOLTO ELEVATO (PS 267) Il Piano Straordinario 267 contiene l’individuazione e la perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico molto elevato per l’incolumità delle persone e la sicurezza delle infrastrutture e del patrimonio ambientale e culturale ed, in particolare, è diretto a rimuovere le situazioni a rischio più alto. Tra i rischi idrogeologici determinati dal PS267, sono inclusi i rischi di inondazione. Per il reticolo idrografico minore di pianura, le aree connesse a tale rischio sono classificate e suddivise in due zone: - zona B-Pr, esternamente alla fascia B di progetto dei corsi d’acqua interessati dalla delimitazione delle fasce fluviali determinate nel PAI: aree potenzialmente interessate da inondazioni per eventi di piena con tempo di ritorno inferiore o uguale a 50 anni; - zona I, in corrispondenza dei corsi d’acqua secondari, aree potenzialmente interessate da inondazioni per eventi di piena con tempo di ritorno inferiore o uguale a 50 anni. 141 142 Idrologia - Idraulica Per quanto riguarda i fenomeni di esondazione e di dissesto morfologico di carattere torrentizio sul reticolo idrografico in ambito collinare e montano, sono individuate le seguenti zone: - zona 1, aree potenzialmente interessate dagli effetti di eventi di piena con tempo di ritorno inferiore o uguale a 50 anni, in cui si instaurano altezze idriche superiori o uguali a 0.5 m; - zona 2, aree potenzialmente interessate dagli effetti di eventi di piena con tempo di ritorno inferiore o uguale a 50 anni, in cui si instaurano altezze idriche inferiori a 0.5 m. Per le zone soprariportate il Piano individua anche le misure di salvaguardia in cui sono definiti gli interventi che possono essere realizzati in tali aree (vedi paragrafo 4.7.1.1). I corsi d’acqua, oggetto da parte del PS267 di perimetrazione delle aree a rischio idrogeologico molto elevato, con riferimento al rischio idraulico di inondazione, appartenenti al territorio della provincia di Bergamo, sono i seguenti: - torrente Zerra, presso i comuni di Albano S. Alessandro, S. Paolo d’Argon, Montello e Costa di Mezzate: sono individuate aree comprese in zona I all’interno dei centri abitati dei comuni sopraccitati; - fiume Serio, presso il comune di Ponte Nossa: sono presenti aree comprese in zona 1 e zona 2 in prossimità del centro abitato con interessamento di alcuni edifici; - fiume Serio, presso il comune di Seriate: è presente un’area compresa in zona B-Pr . In base alla delibera n.18/2001 del Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino del fiume Po di “Adozione del Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico per il bacino idrografico di rilievo nazionale del fiume Po” , le aree del Piano Straordinario 267 sono ricomprese nelle aree a rischio idrologico molto elevato del PAI, delimitate nella cartografia di cui all’Allegato 4.1 all’Elaborato 2 (“Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici”). Tali aree sono sottoposte alla Normativa del PAI, Titolo IV, articoli dal n. 48 al n. 54. L’individuazione di tali zone è riportata nella tavola allegata. 7.3.4 PRECEDENTI STUDI PER LA VALUTAZIONE DELLE SITUAZIONI DI RISCHIO DI ESONDAZIONE Di seguito vengono presi in considerazione ulteriori studi che riportano informazioni inerenti a situazioni di rischio idraulico legati a fenomeni di esondazione. Tali studi sono: - “Piano Provinciale di Protezione Civile – Programma di previsione e prevenzione dei rischi (2001)”, redatto dalla Provincia di Bergamo, all’interno del quale sono state individuate le zone a rischio idrologico per l’intero territorio provinciale. - “Piano-programma di ricostruzione, riconversione e sviluppo della Valtellina e delle zone adiacenti delle Province di Como, Bergamo e Brescia colpite dalle avversità atmosferiche dei mesi di luglio-agosto 1987”, redatto dall’ISMES, nel quale sono state tracciate le mappe delle aree a rischio idraulico di Adda, Brembo e Oglio. - “Relazione idrologico-idraulica per lo Studio di Fattibilità della Strada Statale 42 da Albano S. Alessandro a Pianico (1991)”, redatto dallo scrivente, nel quale, relativamente al tratto del fiume Cherio, vengono individuate alcune zone soggette a possibile esondazione; - “Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e geomorfologico ai fini urbanistici” nell’ambito del PRIR 1999 e della ricerca “Determinazione delle fasce fluviali di alcuni corsi d’acqua lombardi ai fini urbanistici” affidato all’IReR dalla Regione Lombardia, redatto dall’IRPI di Torino, nel quale sono state Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale - - - - - - individuate aree a rischio di esondazione per tratto iniziale del fiume Serio, dalle sorgenti fino al comune di Villa d’Ogna. Regione Lombardia - “Studio e perimetrazione delle aree a rischio idraulico del fiume Serio in vari comuni a monte di Nembro (1999)”, redatto dalla società Dizeta, all’interno del quale si sono tracciate, per il tratto compreso fra i comuni di Villa d’Ogna e Nembro, le fasce fluviali di esondazione con il medesimo criterio adottato dall’Autorità di Bacino del fiume Po. Regione Lombardia - “Studio di base e progettazione preliminare degli interventi di sistemazione idraulica ed idrogeologica del Bacino del Torrente Borlezza (2000)”, redatto da Studio Maione e da Aicom s.r.l., nel quale vengono individuate in base a studi idrologici-idraulici e modellistici le aree a rischio di esondazione per l’intero tratto del torrente Borlezza. Regione Lombardia - “Studio idraulico e geologico – Progetto preliminare ed esecutivo – Regimazione idraulica del torrente Dezzo nei comuni di Azzone, Colere e Schilpario (1999), redatto dall’Ing. Berdini, nel quale vengono individuate le aree di esondazione relative al torrente Dezzo. Regione Lombardia - Sistemazione idraulica del torrente Dordo nei comuni di Filago, Madone e Bonate Sotto (1999), redatto dal Prof. Ing. B. Bacchi, all’interno del quale sono state tracciate le aree di esondazione, calcolate e storiche, relative al torrente Dordo. Piano di Protezione Civile della Comunità Montana della Valle Seriana Superiore (2000), Piano di Protezione Civile della Comunità Montana Alto Sebino (2000), redatto dalle rispettive Comunità Montane congiuntamente con la Protezione Civile; in tali piani sono state individuate le aree a rschio di alluvione e esondazione. Studi forniti da alcune Comunità Montane: 1. Inventario delle situazioni di dissesto sul territorio della Comunità Montana Basso Sebino e Monte Bronzone (2001); 2. Studio idraulico finalizzato alla verifica delle condizioni di inondabilità delle aree di espansione industriale nel territorio comunale di Lenna; 3. Studio idraulico finalizzato alla verifica delle condizioni di inondabilità delle fasce fluviali nel territorio comunale di Zogno. Oltre alle considerazioni desumibili dalle fonti precedentemente citate sono state prese in considerazione le delimitazioni delle aree allagabili e alluvionabili riportate nelle Carte Geoambientali redatte dalla Provincia di Bergamo e le segnalazioni riportate in una banca dati dei dissesti avvenuti in provincia nel corso degli anni novanta. Di seguito vengono ripresi singolarmente gli studi sopraccitati, al fine di identificare le aree di possibile esondazione. Successivamente ne viene effettuata una sintesi in modo tale da fornire un quadro globale per l’intero territorio provinciale, dal quale poi deriva la tavola relativa alle esondazioni. 7.3.4.1 Piano Provinciale di Protezione Civile – Programma di previsione e prevenzione dei rischi All’interno del Piano Provinciale di Protezione Civile vengono individuate diverse tipologie di rischio, tra cui quello idrologico. Per ciascuno dei settori territoriali a cui il Piano fa riferimento, sono state individuate le situazioni di rischio di esondazione. Il livello di rischio è stato individuato incrociando valutazioni relative alla pericolosità dell’evento (probabilità di accadimento) e alla fragilità dell’area interessata (esposizione del sistema ad essere danneggiato). Di seguito vengono elencate le aree definite a rischio elevato o medio, aventi un livello di pericolosità elevato, specificandone il rispettivo livello di fragilità (F). 143 144 Idrologia - Idraulica Settore A – Bergamo - aree di esondazione lungo il Brembo tra Dalmine e Treviolo, in corrispondenza di terrazzi più bassi in cui sorgono piccole frazioni (Roncola di Treviolo), dove il fiume ha un aspetto “braided” (F bassa); - aree di esondazione lungo il Brembo tra Valbrembo e Almè a nord del ponte di Briolo, su cui sorgono alcune frazioni (Ghiaie di Paladina e Ghieie di Almè) (F bassa); - lungo il Torrente Quisa, in alcuni tratti nei centri abitati di Ossanesga (frazione di Valbrembo) e Paladina soprattutto in corrispondenza degli attraversamenti (F bassa); - lungo il Serio a Urgnano, coinvolgendo solo le campagne limitrofe (F bassa). Settore C – Valle Imagna - aree lungo il Brembo nei comuni di Almenno S. Salvatore, in sponda destra in corrispondenza di una curva destrorsa del fiume dove sorgono alcuni edifici, e ad Almenno S. Bartolomeo, in sponda destra e sinistra senza interessare edifici (F media); - lungo il torrente Imagna fra Brancilione (frazione di S. Omobono Imagna) e l’innesto del torrente Pettola, in sponda sinistra, verso le frazioni (F bassa); - lungo il torrente Borgogna nel comune di Palazzago, a sud dell’abitato fino a Montebello, in destra idrografica, interessando zone scarsamente abitate (F bassa); - lungo il torrente Tornago, a nord di Barlino, nel comune di Almenno S. Bartolomeo, interessando soprattutto attraversamenti e strade secondarie (F bassa); - possono verificarsi fenomeni esondivi dei torrenti minori, a causa dei restringimenti in corrispondenza di alcuni centri abitati (torrente Borgogna a Palazzago, t. Tornago ad Almenno S. Salvatore, i torrenti minori di Strozza, Ponte Giurino, Berbenno). Settore D – Val Brembana Nord - lungo il corso del Brembo all’altezza di Lenna, in corrispondenza della piana alluvionale nella quale il Brembo tende ad allargarsi al punto da formare un piccolo specchio d’acqua; tali esondazioni sono connesse con l’immissione in tale area dei due principali rami del Brembo (F bassa); - lungo il fiume Brembo, in sponda destra, nel comune di Piazza Brembana sulla piana alluvionale su cui sono presenti pochi edifici e alcune attività industriali (F bassa); - lungo il corso del fiume Brembo nelle aree di naturale espansione, oggetto di edificazione incontrollata (comuni di Isola di Fronda, Valleve e Mezzoldo) (F media); - a Piazzatorre in corrispondenza del conoide della Val del Gerù, dove sorge un campeggio (F media); - aree presso alcune strade provinciali (SP 2, 6, 1) in corrispondenza degli attraversamenti (F elevata); - lungo il torrente Stabina, l’azione delle acque comporta un’importante azione di erosione spondale. Settore E – Val Brembana Sud - lungo il fiume Brembo nei comuni di S. Giovanni Bianco e S. Pellegrino Terme (F media); - lungo il Brembo nella zona sud del comune di Zogno, sede di vari edifici produttivi (F media); - lungo il Brembo, fra Ruspino (frazione di S. Pellegrino Terme) e Ambria (frazione di Zogno), scarsamente abitato (F bassa); - lungo il Brembo nel comune di Camerata Cornello, in corrispondenza dello sbocco della Valle Vecchia, con interessamento di attraversamenti e aree secondarie (F bassa); Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale - nel comune di Zogno allo sbocco del torrente Ambra nel Brembo, per rigurgito, a monte del ponte della SP 27 (F bassa); nel comune di Zogno allo sbocco del torrente Grumello nel Brembo, per rigurgito, con interessamento di aree residenziali (F bassa); aree di fondovalle del comune di Algua (F bassa) Settore F – Val Seriana Inferiore - lungo il fiume Serio da Fiorano a Villa Serio, sia in sponda destra che sinistra; le zone più colpite si trovano nei comuni di Villa di Serio, Alzano Lombardo, Nembro, Albino (a sud dell’immissione del T. Luio) e Cene (F elevata); - lungo il fiume Serio nel tratto fra Colzate e Vertova, con interessamento di industrie (F media); - nel comune di Gazzaniga per azione del T. Bovaro (F media); - nel comune di Albino ad opera del T. Brandera (F media); - nel comune di Pradalunga per opera dei torrenti delle valli Pelotti e Zuccoli (F media); - nei comuni di Fiorano al Serio, Vertova, Colzate e Casnigo per opera dei torrenti minori (F media). Settore G – Val Seriana Superiore - lungo la S.S. 49 nel tratto fra Gromo S. Marino e Preda (F elevata); - lungo il fiume Serio nei comuni di Gandellino, Villa d’Ogna e Piario, sia in destra che in sinistra, con interessamento di alcuni edifici industriali e piccole frazioni (F bassa); - lungo il torrente Riso da Oneta fino al Serio (F bassa); - possibili esondazioni in corrispondenza degli sbocchi di alcuni torrenti minori (comune di Gromo allo sbocco della Val Goglio, Ardesio con il T. Rino, Villa d’Ogna allo sbocco del T. Ogna). Settore H – Val di Scalve - lungo il corso del torrente della Val di Vo nel tratto dalla frazione La Peghera fino all’immissione del corso d’acqua nel Dezzo a sud di Schilpario, con scarsa presenza di edifici (F bassa). Settore I – Val Cavallina - lungo il fiume Cherio nel comune di Trescore Balneario e Zandobbio, in corrispondenza della confluenza con il torrente Malmera e Tadone (F elevata); - lungo il fiume Cherio a Borgo di Terzo, Luzzana, Vigano S. Martino ed Entratico in sponda destra e sinistra sulla piana alluvionale intensamente edificata (F elevata); - nel comune di Casazza ad opera del torrente Drione (F elevata); - nel comune di Spinone al Lago ad opera di torrenti minori che incidono il conoide su cui sorge l’abitato (F bassa); - nel comune di Monasterolo al Castello in seguito allo straripamento del torrente Torrazzo e della Valle Spirola (F bassa); - allagamenti a nord del lago di Endine e attorno al lago di Gaiano (F bassa). Settore L – Alto Sebino - lungo il fiume Oglio, in sponda destra fino alla periferia di Costa Volpino, a causa del suo elevato trasporto solido con conseguente deposito del materiale a monte dello sbocco nel lago (F media); - lungo il fiume Oglio da Rogno a Costa Volpino in corrispondenza delle piane alluvionali e degli attraversamenti viari (F media); - lungo il torrente Borlezza fra la frazione di Poltragno (a nord di Castro) e l’immissione del fiume nel lago d’Iseo (F bassa). 145 146 Idrologia - Idraulica Settore M – Villongo - si verificano solo situazioni di rischio e pericolosità media lungo i torrenti Uria e Guerna. Settore N – Grumello del Monte e Valcalepio - lungo il Serio a sud di Seriate fino a Cavernago, con fenomeni frequenti all’altezza di Grassobbio (F bassa); - lungo il Serio all’altezza del centro di Seriate, in corrispondenza degli edifici posti sul ciglio della scarpata del Serio e nella piana alluvionale in sinistra idrografica nel comune di Pedrengo (F bassa); - lungo il Cherio da Carobbio degli Angeli a Palosco, dove vengono interessati centri abitati e insediamenti industriali (F media); la fascia di esondazione è stata valutata in circa 500 m lungo tutto il Cherio, in particolare in corrispondenza di curve e meandri, a partire da sud di Gorlago. A Palosco le aree prevalentemente inondate sono le campagne verso sud-ovest; - nel comune di Costa di Mezzate, ad opera dei torrenti Zerra e Borgogna (recentemente sono stati avviati interventi di sistemazione degli argini del torrente Zerra) (F bassa); - in corrispondenza degli attraversamenti della rete viaria: S.S. 498573 Seriate-Palazzolo che attraversa il Cherio a Palosco, S.S. 42 a Seriate, la circonvallazione di Bergamo a Grassobbio (F bassa). Settore O – Romano di Lombardia - lungo il Serio fra Ghisalba e Fara Olivana, con interessamento di aree coltivate. Il fiume in tale zona è di tipo “braided” e scorre incassato rispetto al piano campagna di 3-4 m (F elevata); - nel comune di Cortenuova ad opera del torrente Zerra, con interessamento delle campagne (F media). Settore P – Treviglio - lungo il Brembo fra Boltiere e la confluenza con l’Adda, in sinistra idrografica; le aree più inondate sono le piane alluvionali più basse in sinistra, su cui sorgono le frazioni di Fontanone e Fornasotto nel comune di Pontirolo Nuovo (F bassa); - lungo l’Adda da Canonica fino al limite sud del comune di Fara Gera d’Adda, in sinistra idrografica le aree interessate sono le piane alluvionali; il dislivello fra l’alveo e i centri abitati è pari a circa 5-10 m; - lungo il fiume Serio nel comune di Mozzanica, dove il corso d’acqua ha una forma meandriforme, con interessamento delle colture (F bassa); - lungo il torrente Morla fra Arcene e Verdello (F basso); - lungo la Roggia Basso, nel tratto presso l’abitato di Caravaggio e Misano (F bassa). Settore Q – Isola - lungo l’Adda nelle piane di Medolago e Odiago (frazione di Pontida), con interessamento delle piane alluvionali prive di insediamenti (F bassa); - lungo il Brembo tra Filago e Bonate Sotto, in corrispondenza dei terrazzi alluvionali più bassi in destra idrografica (F bassa); - lungo il Brembo a Ponte San Pietro (F elevata); - lungo il Brembo a nord del ponte di Briolo fra Brembate Sopra ed Almenno (F bassa); - lungo il torrente Lesina nel comune di Mapello e Brembate Sopra (F bassa). Tali zone sono state determinate attraverso i dati contenuti nella documentazione ufficiale, fra cui il PAI e il PS 267, e in base a conoscenze dirette del territorio. Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale Ne consegue che, per quanto riguarda i corsi d’acqua principali, tale piano riprende le informazioni contenute nel tracciamento delle fasce fluviali del PAI, mentre per quanto riguarda i corsi d’acqua minori, le informazioni sopra riportate possono solo aiutare ad individuare i tratti di corso d’acqua potenzialmente esondabili. 7.3.4.2 Piano-programma di ricostruzione, riconversione e sviluppo della Valtellina e delle zone adiacenti delle Provincie di Como, Bergamo e Brescia colpite dalle avversità atmosferiche dei mesi di luglio-agosto 1987 A seguito degli eventi alluvionali del luglio 1987 la società ISMES di Bergamo ha provveduto, su incarico della Regione Lombardia, al tracciamento delle aree soggette a rischio d'esondazione nel bacino del fiume Brembo e del fiume Oglio prelacuale. In tale studio sono state tracciate le aree a rischio idraulico di esondazione; si è considerato un rischio di superamento del 10% relativamente ad un tempo di ritorno di 100 anni. Per quanto riguarda il fiume Brembo le aree soggette ad esondazione sono state individuate nel tratto tra Carona e la confluenza in Adda. Le aree interessate da esondazione ivi determinate sono principalmente: - comune di Piazza Brembana: area di estensione pari a circa 15 - 20 ettari in sponda destra del fiume Brembo con interessamento di alcuni edifici destinati ad attività produttiva; - comune di San Giovanni Bianco e San Pellegrino Terme: successione di piccole aree sia in sponda sinistra che in sponda destra in tutto il tratto con interessamento di alcuni edifici; - comune di Ambria: area di estensione 3 ettari in sponda destra e 1 ettaro in sponda sinistra a monte del ponte della S.P. 27 sul fiume Brembo; non risultano interessati edifici o infrastrutture; - comune di Zogno: vasta area (20 -25 ettari) in destra idrografica con interessamento di buona parte della zona industriale del comune e conseguente rischio di allagamento per numerosi edifici industriali e civili; - comune di Almenno S. Salvatore: area di estensione pari a circa 5 ettari in sponda destra in corrispondenza della curva destrorsa del fiume; sull'area insistono pochi edifici civili; - comune di Villa d’Almè e Almenno S. Salvatore: fascia di circa 100 200 m di larghezza e circa 2 km di lunghezza a cavallo dell'asta fluviale; la maggior parte dell'area è parte integrante dell'alveo del fiume Brembo e pertanto non interessata da edifici o infrastrutture; - comune di Brembate Sopra, Paladina e Valbrembo: vasta area di più di 100 ettari sia in sponda destra che in sponda sinistra del fiume Brembo a monte del ponte che collega la periferia sud degli abitati di Brembate e Valbrembo. L'area soggetta a rischio idraulico è interessata sia da edifici che da strade e pertanto rappresenta una delle zone in cui potrebbero verificarsi i maggiori danni in caso di eventi alluvionali di entità prossima ai 100 anni di tempo di ritorno. A valle del ponte citato la corrente risulta interessare nuovamente solo l'alveo per una larghezza di circa 30-50 m; - comune di Ponte S. Pietro: piccola area di naturale espansione fluviale non interessata da infrastrutture o edifici; - comune di Bonate Sotto, Madone, Filago, Treviolo e Dalmine: vasta area di naturale espansione del corso d'acqua sia in sponda sinistra che in sponda destra; l'area è interessata da pochissimi edifici civili e da alcune strade campestri di scarsa rilevanza viabilistica; nell'area è collocata l'immissione dello scarico del depuratore della città di Bergamo che quindi occorre sia protetto nei confronti delle correnti di piena che tuttavia presentano valori di velocità assai modesti. L'area interessata dal rischio di sommersione ha estensione di circa 250 300 ettari. A valle di Filago la corrente in piena torna ad occupare l'alveo proprio del fiume di larghezza pari a 40 - 50 m; 147 148 Idrologia - Idraulica - zona della confluenza in Adda: nel tratto terminale del suo corso il fiume Brembo pone a rischio idraulico l'area occupata dalle case della frazione Fontanone tra gli abitati di Brembate e Canonica d'Adda; più a valle nella zona della confluenza le aree soggette a rischio di sommersione sono assai vaste (80-90 ettari) ma completamente inedificate. Per effetto dei rigurgiti nella zona a valle della confluenza tra Adda e Brembo, in comune di Canonica d'Adda, risulta soggetta a rischio di esondazione una piccola area (3 ettari) tuttavia densamente edificata (circa 40%) con capannoni ad uso industriale. Per quanto riguarda il fiume Oglio prelacuale, dallo studio è emerso che, anche a causa del notevole trasporto solido associato alle piene, si ha una estesa zona di deposito di materiale appena a monte dello sbocco in lago (comune di Costa Volpino) con conseguente riduzione dell'officiosità dell'alveo ed esondazione in una vasta area in sponda destra del corso d'acqua. Dal calcolo è emerso come la corrente di piena, stimata in 950 mc/s, all'ingresso nel lago si spaglia verso destra uscendo dall'alveo; in alveo rimangono circa 650 mc/s di portata mentre i rimanenti 350 mc/s scorrono nella campagna. L'allagamento dovuto alla corrente fuori alveo si espande verso monte ed arriva ad interessare l'estrema periferia di Costa Volpino. Nel tratto compreso tra Rogno e Costa Volpino le piene interessano il piano campagna per una larghezza di circa 150÷200 m. Tali tratti di Brembo e Oglio sono oggetto di tracciamento delle fasce fluviali nel PAI; poiché dal confronto di tali delimitazioni non si riscontrano differenze notevoli, si considerano solo i tracciamenti del PAI, essendo questi determinati per un tempo di ritorno superiore (200 anni). 7.3.4.3 Relazione idrologico-idraulica per lo Studio di Fattibilità della Strada Statale 42 da Albano S. Alessandro a Pianico (1991) Nella relazione idrologica-idraulica sono state individuate delle aree a rischio di esondazione lungo il fiume Cherio ed i suoi affluenti, limitatamente al tratto compreso tra il lago d’Endine e il comune di Gorlago. Le aree ivi determinate riguardano le seguenti zone: - area a monte della confluenza fra il fiume Cherio e il torrente Drione, nella piana di Mologno del comune di Casazza; - area a monte della confluenza fra il fiume Cherio e i torrenti Tadone e Malmera, nei comuni di Trescore Balneario e Zandobbio. Tali aree non possono però essere perimetrate in quanto le analisi condotte per la determinazione di tali zone non sono supportate da adeguati modelli di calcolo supportati da appositi rilievi delle sezioni fluviali; le informazioni precedentemente riportate aiutano ad individuare tratti di corso d’acqua a rischio di esondazioni, sui quali occorrerà effettuare degli approfondimenti. 7.3.4.4 Individuazione delle zone potenzialmente inondabili dal punto di vista storico e geomorfologico ai fini urbanistici – Val Seriana Superiore L’area studiata è compresa dalle sorgenti del Serio fino al comune di Villa d’Ogna e rappresenta la porzione settentrionale della Val Seriana Superiore. La ricerca delle aree di esondazione è stata condotta attraverso documenti storici e considerazioni di tipo geomorfologico. In base ai documenti storici sono stati individuati gli eventi di piena che hanno comportato dei danni. Da tale indagine risulta che: Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale il territorio comunale colpito con maggior frequenza è Gromo (un evento ogni 10 anni); - i comuni di Ardesio, Villa d’Ogna, Gandellino e Valbondione sono stati interessati almeno in 13 occasioni; - il territorio meno coinvolto risulta essere quello di Oltressenda Alta. Tale studio riporta per i singoli eventi delle cartelle dove sono contenuti i dati principali dell’evento. Sono state inoltre individuate le zone potenzialmente inondabili (zona 1, porzione di alveo interessato dalla piena ordinaria; zona 2, area esterna all’alveo di piena ordinaria comprendente anche l’insieme delle forme fluviali riattivabili, i cui confini corrispondono a dislivelli creati da scarpate di conoidi, terrazzi fluviali od opere antropiche esterne all’alveo) incrociando le informazioni storiche con informazioni geomorfologiche, tratte da sopralluoghi e cartografie, in modo da verificare la veridicità delle notizie storiche e poter esaminare l’attuale situazione idraulica, spesso mutata rispetto a quella del periodo di accadimento della piena. Successivamente tali zone sono state interfacciate con gli strumenti urbanistici comunali, considerando le diverse destinazioni d’uso del territorio. Per realizzare una sintesi delle criticità è stata definita una matrice che permette un incrocio tra la pericolosità delle due zone potenzialmente inondabili e l’esposizione al rischio degli accorpamenti urbanistici valutata qualitativamente. Sono stati definiti 4 livelli di esposizione dell’urbanizzato: - ricadono nel livello ELEVATO gli accorpamenti delle zone residenziali e turistico/alberghiere; - nel livello ALTO si trovano collocate gli accorpamenti delle zone di servizio ad uso pubblico e le zone produttive; - nel livello MEDIO si trovano collocate gli accorpamenti delle zone a verde pubblico attrezzato e standard e le zone agricole; - ricadono nel livello BASSO gli accorpamenti delle zone boschive e le zone a parco fluviale. Ogni livello di esposizione al rischio presenta una diversa graduazione di criticità a seconda che ricada nella Zona 1 o Zona 2 : ad esempio ad un livello di esposizione urbana elevato ricadente nella Zona 1 – ELEVATA corrisponde una criticità MOLTO ELEVATA in quanto si tratta presumibilmente di edifici ad uso residenziale costruiti nel letto di piena ordinaria. Sovrapponendo quindi le informazioni urbanistiche con le aree potenzialmente inondabili sono state individuate le seguenti situazioni di criticità: - molto elevata (zona 1 + livello ELEVATO); - elevata (zona 1 + livello ALTO, zona 2 + livello ELEVATO); - alta (zona 1 + livello MEDIO, zona 2 + livello ALTO); - medio-alta (zona 1 + livello BASSO, zona 2 + livello MEDIO); - media (zona 2 + livello BASSO). - Poiché le zone così delimitate non sono state ottenute secondo i criteri del PAI, nè secondo calcoli idraulici seppur semplificati, tali informazioni sono qui utilizzate al fine di individuare tratti a rischio di esondazione, senza nessuna perimetrazione. In particolare le aree che corrispondono a livelli di criticità molto elevata e elevata sono localizzate nei seguenti territori comunali: Valbondione, Gavazzo (frazione di Valbondione), Fiumenero (frazione di Valbondione), Preda (frazione di Gandellino), Gandellino, Valgoglio, Gromo. 149 150 Idrologia - Idraulica 7.3.4.5 Studio e perimetrazione delle aree a rischio idraulico del fiume Serio in vari comuni a monte di Nembro (1999) Scopo dello studio è stato quello di individuare, lungo il corso d’acqua in esame, le aree che allo stato attuale sono soggette ad esondazione in occasione di particolari eventi alluvionali. In tale studio è stata definita la linea di allagamento corrispondente alle portate con tempo di ritorno di 50, 200 anni e 500 anni lungo l’intero tratto del corso d’acqua preso in esame. Il tratto d’alveo oggetto di tale studio è costituito dal corso del fiume Serio nei comuni di Villa d’Ogna, Piario, Parre, Ponte Nossa, Casnigo, Colzate, Vertova, Fiorano al Serio, Gazzaniga, Cene, Albino, Pradalunga e Nembro. Le tre portate sono state utilizzate per delimitare, con il medesimo criterio adottato dall’Autorità di Bacino, le fasce fluviali “A”, “B” e “C”. Per quanto riguarda la delimitazione della fascia “A”, infatti, l’Autorità di Bacino ha stabilito che essa individua la porzione di alveo interessata dal flusso principale della piena in cui stima che venga convogliato l’80% della portata duecentenaria; considerato che, nel caso in esame, la portata con Tr = 50 anni risulta molto vicina al valore pari all’80% della portata con Tr = 200 anni, si è ritenuto che fosse corretto far coincidere, come detto poco sopra, il limite tra la fascia A e la fascia B con la linea di esondazione relativa a portate con tempo di ritorno cinquantennale. Per tale scopo è stato utilizzato un codice di calcolo, che a partire dalla conoscenza della geometria dell’alveo, dei valori di scabrezza e della portata di riferimento, restituisce il profilo di corrente, in moto permanente monodimensionale, corrispondente al passaggio della suddetta portata di riferimento. Per quanto riguarda la geometria dell’alveo e delle aree adiacenti sono state utilizzate le 96 sezioni trasversali fornite da apposito rilievo topografico. Le aree nelle quali, sulla base dei risultati del modello di simulazione, risulta sussistere il rischio di esondazione all’interno di aree urbanizzate per la portata caratterizzata da un tempo di ritorno bicentenario sono le seguenti: - in comune di Villa d’Ogna: in questo tratto si è evidenziata la possibilità che si verifichi l’allagamento di un’area in sponda destra nella quale sono presenti alcune abitazioni, un campo sportivo ed alcuni capannoni industruali; - in comune di Ponte Nossa: in questa zona si evidenziava come, già con la portata correlata ad un tempo di ritorno di 50 anni, sussiste il rischio di allagamento di un’ampia area urbanizzata, posta in sponda destra del fiume Serio; - in comune di Fiorano al Serio: in questa zona, a valle del ponte ad arco di Fiorano al Serio, si è rilevata l’insufficienza delle quote di ritenuta in sponda destra, dove sono ubicati degli edifici industriali ed un area cimiteriale; - nei comuni di Cene e Gazzaniga: in questo tratto risulta esserci la possibilità che si verifichi l’allagamento, sia in sponda destra (comune di Gazzaniga) dove vi è un’area industriale, che in sponda sinistra (comune di Cene), dove vi sono alcune abitazioni. In particolare va segnalato che, in sponda sinistra, vista la conformazione del territorio e la presenza di muri spondali, il rifluimento della corrente nell’alveo sarebbe ostacolato proprio dalla presenza di detti muri; - in comune di Nembro: in questa zona le attuali quote di sponda risultano sostanzialmente pari ai livelli idrici corrispondenti alla piena bicentenaria mentre il terreno retrostante è ad una quota inferiore. La tenuta non è affidata a veri e propri manufatti arginali e che in alcuni tratti la sponda presenta degli avvallamenti che potrebbero, localmente, consentire l’esondazione del corso d’acqua. In questa circostanza, date le quote del terreno retrostante, si produrrebbe l’allagamento di una fascia di larghezza pari a circa 200 metri. A valle Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale del salto generato dalla traversa le acque rifluirebbero nell’alveo entro 100-150 metri. Le risultanze e i tracciamenti di tale studio possono essere utilizzate per estendere il tracciamento delle fasce fluviali del PAI, fino al comune di Villa d’Ogna. 7.3.4.6 Studio di base e progettazione preliminare degli interventi di sistemazione idraulica ed idrogeologica del Bacino del Torrente Borlezza Tale studio individua per il corso del torrente Borlezza le aree di allagamento, attraverso l’uso di un modello idraulico di calcolo del profilo di moto permanente, relativo alla portata con tempo di ritorno pari a 200 anni. In tale studio non sono state tracciate le fasce fluviali secondo i criteri imposti dall’Autorità di Bacino, per cui esso non può essere utilizzato per estendere le fasce fluviali a tale corso d’acqua in esame; tuttavia i risultati di tale studio vengono qui utilizzati per perimetrare sulla tavola relativa al rischio di esondazione, le aree interessate da tali fenomeni. Dall’analisi di tali aree si individuano le seguenti situazioni di criticità: - a Fonteno l’area di allagamento può interessare le strade di accesso di alcuni fabbricati isolati; - a Sovere si può verificare un’area di allagamento che va ad interessare un’ifrastruttura viaria ed alcuni edifici posti a ridosso delle sponde; l’innalzamento dei livelli è dovuto prevalentemente alla presenza di tre ponti che rendono le sezioni insufficienti al passaggio della portata di piena; - a Pianico si segnala una situazione di pericolosità idraulica che deriva dal restringimento d’alveo causato dalla Forra del Tinazzo; tale situazione è stata approfondita attraverso la modellazione del sistema Forra- - Piana di Poltragno effettuata nello studio “Lavori di regimazione idraulica del basso corso del torrente Borlezza in comune di Castro (Prof. Maione, 1998)”. Al verificarsi di un evento di piena, anche centenario, si determina un progressivo invaso della conca naturale di Poltragno immediatamente a monte dell’imbocco della forra fino ad una quota tale da interessare le infrastrutture circostanti; a seconda della gravità dello scenario di rischio possono essere interessati dagli allagamenti: edifici e infrastrutture nella Piana di Poltragno, tra cui la centrale elettrica, l’attraversamento della superstrada della Val Camonica sul Borlezza, la rispettiva galleria denominata “Lovere”, e nella situazione peggiore tracimazione dei limiti fisici della Piana, in corrispondenza del passaggio della strada S.S. 42 diretta a Castro. Tale studio riporta inoltre l’inventario di altre situazioni di insufficienza idraulica che interessano alcune situazioni locale nei seguenti comuni: Castione della Presolana, Onore, Fino del Monte, Rovetta, Songavazzo, Cerete Basso e Piazza. Le aree ivi indicate verranno perimetrare nella carta delle esondazioni al fine di individuare ulteriori aree soggette a rischio. 7.3.4.7 Studio idraulico e geologico – Progetto preliminare ed esecutivo – Regimazione idraulica del torrente Dezzo nei comuni di Azzone, Colere e Schilpario La valutazione della pericolosità di eventuali fenomeni alluvonali da parte del torrente Dezzo, oltre che su base morfologica, in riferimento alla posizione dei terrazzi alluvionali, è stata fatta anche con una verifica delle sezioni d’alveo ricavate dal rilievo topografico condotto in questa fase della progettazione. La verifica idraulica delle sezioni di rilievo è stata fatta in via semplificata assumendo condizioni di moto permanente ed applicando l’equazione di Chézy. Come valori di portata sono stati assunti come rappresentativi quelli calcolati per un tempo di ritorno di 151 152 Idrologia - Idraulica 100 e 200 anni sulla base dell’espressione di Giandotti. Per le sezioni d’alveo poste a monte della confluenza con il torrente Rino si sono quindi assunte come riferimento una portata di massima piena di 518 m3/s per il tempo di ritorno di 100 anni e di 555 m3/s per il tempo di ritorno di 200 anni. Per le sezioni poste a valle della confluenza con il torrente Rino si sono invece assunte come riferimento una portata di massima piena di 586 e di 629 m3/s rispettivamente per il tempo di ritorno di 100 anni e di 200 anni. I risultati delle verifiche possono essere riassunti nei seguenti punti: - è possibile l’esondazione, per portate dell’ordine della massima piena stimata per il tempo di ritorno di 200 anni, verso la sponda sinistra del Dezzo a partire dal settore di monte con la possibilità che la piena si propaghi lungo tutta la piana alluvionale recente fino a rientrare in alveo in corrispondenza della del centro di Dezzo; - la sezione del ponte per Azzone consente il deflusso di una portata massima paragonabile a quella della massima piena stimata per un tempo di ritorno di 200 anni; la presenza di trasporto di un forte trasporto solido, ed in particolare di materiale fluitato, potrebbe al limite determinare la fuoriuscita di acqua sia pure con portate relativamente contenute; in tal caso le acque di esondazione defluirebbero lungo la sede della SS294 per ritornare in alveo poco a valle, all’altezza dell’attraversamento del torrente Rino; - subito a valle dell’abitato di Dezzo si ha la confluenza del torrente Dezzo con il torrente Rino, che drena l’area della conca di Colere; tale zona è potenzialmente raggiungibile da eventuali fenomeni di piena, in particolare se accompagnati da elevato trasporto solido. Viste le condizioni del bacino idrografico sotteso caratterizzato, come per la maggior parte dei principali tributari del Dezzo, da fenomeni di erosione lineare e di erosione laterale a spese soprattutto dei depositi superficiali, il torrente Rino potrebbe essere effettivamente interessato da fenomeni di piena con consistente trasporto solido. In tal caso, soprattutto in presenza di materiale fluitato, è probabile che l’esondazione interessi le zone adiacenti all’alveo nella zona apicale del conoide ed i settori situati sia in sinistra, in corrispondenza del campo di calcio, sia in destra idrografica, in corrispondenza della segheria. In tale studio non sono state tracciate le fasce fluviali secondo i criteri imposti dall’Autorità di Bacino, per cui esso non può essere utilizzato per estendere le fasce fluviali a tale corso d’acqua in esame; tuttavia i risultati di tale studio vengono qui utilizzati per perimetrare le aree interessate da tali fenomeni sulla tavola relativa al rischio di esondazione. 7.3.4.8 Sistemazione idraulica del torrente Dordo nei comuni di Filago, Madone e Bonate Sotto In tale studio la mappatura delle aree a rischio inondazione è stata eseguita in relazione a differenti ipotesi di eccezionalità dell’evento pluvio-idrometrico considerato e secondo metodologie concordate coi funzionari della Regione Lombardia. In particolare, in accordo con le indicazioni fornite dalla Legge 267/98, si è provveduto a mappare le aree ad elevato rischio, cioè quelle potenzialmente investite da eventi significativi di frequenza compresa tra 20 e 50 anni di tempo di ritorno, nonché, per completezza, le aree che potrebbero essere comunque interessate da fenomeni connessi all’allagamento per tempi di ritorno più elevati (100, o più, anni di tempo di ritorno). Nelle parti più alte delle aste torrentizie, subito dopo lo sbocco nelle piane alluvionali, le pendenze dell’alveo e quelle delle are circostanti sono di norma maggiori di 1-2%; di conseguenza le velocità della corrente idrica - che, quando non contenibile in alveo, fuoriesce sui terreni circostanti- nei primi 100-200 m vicino al fiume sono molto elevate e in grado di produrre danni significativi agli insediamenti e alle attività antropiche. In queste zone peraltro anche i tiranti idrici risultano Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale maggiori, per poi ridursi, man mano ci si allontana dal fiume, per effetto di spagliamento delle acque. Procedendo verso valle, invece, nelle aree a quota e pendenza minore, i danni più ingenti sono determinati dell’accumularsi delle acque esondate; queste vengono poi lentamente liberate tramite le reti di coli naturali e/o artificiali, e talvolta, quando si trovino depresse rispetto a quelle circostanti, tramite interventi meccanici di pompaggio o per lenta infiltrazione ed evaporazione. La base per effettuare la mappatura delle aree a rischio, oltre alle elaborazioni precedentemente illustrate, è costituita dalla mappa delle aree realmente vulnerate nel corso degli ultimi 15-20 anni dalle piene. Di seguito si descrivono singolarmente le aree di esondazione: - ad Ambivere: le superfici a rischio di allagamento sono pari a circa 73 ha (per T= 20 anni) e 95 ha (per T= 100 anni); - a Mapello l’area interessata da esondazioni relativa all’evento centenario, copre una superficie complessiva di circa 94 ha. Per l’evento ventennale, l’area di esondazione è stata contenuta in una fascia a cavallo dell’alveo di larghezza media pari a 40 m, per tutto il tratto in esame di circa 5000 m. - a Bonate Sotto-Madone l’area interessata da esondazioni ha una superficie complessiva pari a 150 ha e insistente su gran parte del territorio urbanizzato di Madone. Sulla base dei volumi esondabili per l’evento centenario risulta un battente medio di circa 88 cm su tutta l’area. Gli elevati valori del battente idrico degli allagamenti, per l’evento centenario, sono giustificabili dal fatto che in sponda destra non è possibile alcuna esondazione, a causa delle quote elevate del terreno che delimita tale area, pertanto l’esondazione avviene per scorrimento secondo la naturale pendenza del terreno con interessamento delle aree sul confine est. Su queste aree il battente sarà limitato e contenuto nel valore medio di 10/15 cm. Su tutta l’area più prossima all’alveo, a causa della topografia, i volumi esondati si accumuleranno creando veri e propri invasi con battenti più consistenti (1÷1,2 m). Le elaborazioni condotte per la delimitazione delle aree a rischio sono soggette ad alcune incertezze: - elaborazioni idrologiche della formazione delle piene tramite modelli i cui parametri sono stati stimati in modo indiretto da informazioni quali-quantitative sul territorio e applicando metodologie di letteratura; - ricostruzione dei profili di moto permanente, basati su sommarie geometrie degli alvei, spesso dedotte da poche sezioni rilevate in modo speditivo, e su scabrezze idrauliche stimate in base a dati di letteratura su cui esistono larghe variabilità; - trasporto solido ignorato, ma che può alterare totalmente sia la scabrezza dell’alveo sia la sua geometria effettiva in corso d’evento. I risultati di tale studio vengono qui utilizzati per individuare le zone a rischio di esondazione. 7.3.4.9 Piano di Protezione Civile della Comunità Montana della Valle Seriana Superiore La valutazione del livello di rischio è operata in funzione di considerazioni circa la pericolosità del fenomeno e la vulnerabilità dell’ambiente in cui tale fenomeno accade. Le valutazioni svolte si riferiscono a documenti differenti a seconda che ci si riferisca al bacino del Serio (per il quale esiste un maggior numero di dati) od agli altri bacini presenti nel territorio. Non è stato possibile fare riferimento all'estratto del Piano di Bacino per il fiume Serio in quanto la definizione delle fasce di pertinenza fluviale 153 154 Idrologia - Idraulica relative a tempi di ritorno di 200 anni (fascia A e B) o di T>500 anni (fascia C), non sono stato redatte per questo tratto del fiume. Per i bacini idrografici minori si sono considerati gli eventi alluvionali che si possono presentare a seguito di piogge intense con tempi di ritorno di 40 e 80 anni, basando le elaborazioni anche sui dati contenuti nelle carte geoambientali della Regione Lombardia e riguardanti le aree che in passato hanno subito inondazioni. La metodologia utilizzata per la definizione delle aree soggette a rischio è la seguente: sono state considerate le aree che, in prossimità dei corsi d'acqua, sono risultate essere sede di inondazioni o quelle che presentano caratteristiche geometriche che le rendono potenzialmente sede di espansione di piene ed infine quelle aree che, per loro natura, presentano una capacità di drenaggio limitata favorendo il ristagno ed il ruscellamento superficiale. Il metodo utilizzato per tale definizione è basato su un calcolo geometrico svolto presso una sezione dei torrenti della quale fossero note le caratteristiche geometriche; nella maggior parte dei casi sono state considerate le parti terminali dei corsi d'acqua che, solitamente, sono state assoggettate a tombinamenti o canalizzazioni. Tale analisi risulta introdurre un errore dovuto al fatto che, nella maggior parte dei casi, gli alvei dei torrenti di questa zona presentano caratteristiche clivometriche ancora piuttosto accentuate anche nel tratto terminale (le pendenze dell'alveo sono state valutate tra il 30 ed il 10%), per cui il piano ideale corrispondente alla massima quota potenzialmente raggiunta dall'acqua è stato artificialmente inclinato di circa 10° dall'orizzontale nel senso di pendenza dell'alveo. Ove non è stato possibile svolgere tale analisi ci si è riferiti ai dati relativi alle aree che sono state censite nelle Carte Geoambientali e che in passato sono state soggette ad inondazioni. Un ultimo appunto è relativo alla possibilità di intasamento delle sezioni considerate a causa di materiali trasportati nel corso della piena (in particolare vegetali, ma anche materie di rifiuto di grandi dimensioni quali sacchetti di spazzatura ecc.) in quanto tale eventualità, peraltro piuttosto frequente, non essendo ragionevolmente quantificabile, non è stata considerata nei calcoli. Si prevede una esondazione del torrente Borlezza e dei torrenti del sistema idrografico del Serio per tracimazione degli argini principalmente a causa dell'insufficienza di sezioni di passaggio di ponti, opere di tombinatura anche a seguito di occlusione dei tombotti da parte della vegetazione o del materiale solido trasportato in un numero consistente di bacini. Le sezioni terminali dei torrenti sono potenzialmente le maggiormente interessate, anche se appare possibile l'ostruzione delle sezioni di passaggio anche in aree a monte degli abitati o delle opere di superamento degli stessi torrenti. Lungo le aste torrentizie sono possibili erosioni spondali e conseguenti crolli di arginature o terrazzi lacustri neozoici (area della valle del Borlezza) con asportazione delle sedi stradali limitrofe; particolare attenzione dovrà essere posta in particolare per l'erosione al piede delle spallette e dei piloni dei ponti. La viabilità può essere interrotta (SP49, SP53) anche a causa dei danni portati a manufatti o rilevati: l'erosione delle sponde interessa interi tratti di arginatura con il coinvolgimento della porzione vegetale spondale e di golena; sono possibili occlusioni anche totali delle luci dei ponti, i sottopassi sono allagati, le spallette ed i piloni dei ponti sono erose e soggette a forze trasversali e di sottospinta (verso l'alto) che ne possono pregiudicare la stabilità statica. Il pericolo per la popolazione è elevatissimo anche a causa dell'interruzione delle vie di comunicazione e del possibile interessamento delle reti tecnologiche principali, intere aree possono infatti risultare isolate. Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale I risultati di tale studio vengono qui utilizzati per individuare le zone a rischio di esondazione. 7.3.4.10 Piano di Protezione Civile della Comunità Montana Alto Sebino Considerando la medesima procedura descritta in precedenza per il Piano di Protezione Civile della Comunità Montana della Valle Seriana Superiore, si riportano di seguito le zone a rischio di esondazione determinate per il territorio della Comunità Montana Alto Sebino; tali zone sono: - comune di Costa Volpino (località Bersaglio): le portate di piena del Torrente Borlezza potrebbero incanalarsi nella galleria che sottopassa l’abitato del comune di Lovere e ruscellare verso tale località; - comuni di Sovere, Pianico e Castro, interessati dalle piene del torrente Borlezza; sono inoltre possibili erosioni spondali con conseguenti crolli di arginature e asportazione delle sedi stradali limitrofe; - comuni di Rogno, Fonteno, Riva di Solto, sono presenti condizioni di insufficienza idraulica nelle sezioni terminali dei torrenti in corrispondenza di attraversamenti stradali, interessando le aree urbanizzate limitrofe (torrenti della Valle dell’Orso, Valle S. Rocco, Valle di Fonteno). - alcune zone adiacente al lago d’Iseo sono interessate da fenomeni di esondazione; i comuni maggiormante interessati da tale fenomeno sono: Costa Volpino, Lovere, Riva di Solto, Castro; di tali comuni le aree maggiormante interessate sono localizzate soprattutto nelle adiacenze dei punti più depressi della SS469. Le aree individuate in tale piano vengono qui utilizzati per individuare le zone a rischio di esondazione. 7.3.4.11 Carte Geoambientali Tra le varie informazioni desumibili dalle Carte Geoambientali di montagna e di collina, sono state tracciate sulle carte relative alle esondazioni le aree così definite: - Ap, aree potenzialmente allagabili o alluvionabili; - Aa, aree in cui si sono verificati eventi alluvionali. Di seguito vengono evidenziate, tra tutte le aree sopraccitate, quelle che si trovano in corrispondenza di centri abitati. Tali zone sono: - presso il torrente Rino, in comune di Villa d’Almè; - presso il torrente Riso, in comune di Ponte Nossa; - presso il torrente Luio, in comune di Albino; - presso il torrente Tadone, in comune di Trescore Balneario; - presso il fiume Cherio, a Gorlago; - presso il torrente Borlezza, a Sovere; - presso il torrente Supine, nel comune di Costa Volpino; - presso il torrente Guerna, ad Adrara San Rocco; - presso il torrente Rino, a Predore; - presso il torrente Uria, in comune di Villongo. Tali zone verranno indicate nelle tavole allegate come tratti a rischio di esondazione, sui quali occorrerà eseguire degli approfondimenti attraverso opportuni studi idrologici-idraulici, sopportati da adeguati rilievi topografici. 7.3.4.12 Studi forniti da alcune Comunità Montane La Comunità Montana Basso Sebino e Monte Bronzone dispone di uno studio che ha individuato le situazioni di dissesto sul territorio; tali zone sono localizzate a: - comune di Gandosso dove si verifica un’insufficienza di regimazione delle acque superficiali; - comune di Sarnico dove si verifica l’esondazione di una valletta; 155 156 Idrologia - Idraulica - comune di Adrara S. Rocco, con esondazione di un corso d’acqua minore; - comune di Tavernola, con fenomeni di erosione ed esondazione di alcuni torrenti minori; - comune di Predore, con esondazione del torrente Rino ed interessamento del centro abitato. La Comunità Montana della Val Brembana dispone di alcuni studi (studio idraulico finalizzato alla verifica delle condizioni di inondabilità delle aree di espansione industriale nel territorio comunale di Lenna e studio idraulico finalizzato alla verifica delle condizioni di inondabilità delle fasce fluviali nel territorio comunale di Zogno) che individuano le seguenti aree di esondazione lungo il corso del Brembo: - in comune di Lenna, esondazione di una zona industriale ad opera del Brembo di Carona ed esondazioni limitate lungo il Brembo di Mezzoldo, senza interessamento di aree urbane o industriali; - in comune di Zogno, in sinistra idraulica a monte del ponte Zogno, con interessamento di alcuni edifici e in destra idraulica con interessamento di una zona industriale. Tali aree sono state individuate attraverso calcoli idraulici di piena per valori di tempo di ritorno pari a 100 anni. 7.3.4.13 Banca dati delle segnalazioni di fenomeni d’esondazione La Provincia di Bergamo dispone di una banca dati in cui sono inseriti le segnalazioni di dissesti occorsi negli anni novanta; tra i diversi tipi di dissesti è presente quello legato alle aree allagabili ed alluvionabili. Di seguito viene riportata nella tabella 7.14 tali segnalazioni, riportanone la localizzazione (comune, frazione), il corso d’acqua interessato, il manufatto interessato dal fenomeno e l’anno in cui si è verificato. Tabella 7.14 – Fenomeni d’esondazione COMUNE FRAZIONE Adrara San Bartolomeo Almenno San Salvatore Ardesio Loc. Traine Valle Val Las Loc. Traccia Bonate Sopra Ghiaie Borgo di Terzo Branzi Loc. Gardata Brembate Brembate Grignano Canonica d'Adda Capriate San Gervasio Castro Grignano MANUFATTO ANNO 1997 Loc. CapalerCabardelli Ardesio Ardesio Averara Brembate Brembate Brembate Brembate Camerata Cornelio UBICAZIONE Valle Buchette Valle Valdoacc Torrente Val Mora Fiume Brembo Torrente Closale Canale Valle Scura Torrente Rino Fiume Brembo Torrente Dordo Valli Ronchi e Bruga Fiumi Adda e Brembo Fiume Adda Torrente Tinazzo Strada panoramica 1996 Pista di accesso alle sorgenti 1997 Centro abitato 1997 1997 1997 Abitazioni e zona industriale Strada comunale 1997 Abitazione-Ponte e strada comunale Scuole elementari Scuole Elementari e Palestra Strade comunali Centro Abitato Fognatura Centro abitato Strada comunale 1993-96 Centro abitato di Vaprio d'Adda Centro abitato 1998 Ponte sulla S.S. 469 1998 1997 1997 1997 1997 1997 1997 1997 1997 1998 Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale COMUNE FRAZIONE Colere Costa Volpino Costa Volpino Costa Volpino Endine Gaiano Valmaggiore Endine Gaiano Loc. Rova Endine Gaiano Valmaggiore Endine Gaiano Loc. Pandino e Loc. Pura Loc. Ex Caserma Endine Gaiano Endine Gaiano Entratico Entratico Gandellino Gandellino Gromo Gromo Valli Fiume Cherio Loc. Cimitero Loc. Vallunga Loc. Ronchello e Bondo Loc. Ral del Mazza Loc. Tezzi Alti Loc. Rivo Loc. MachèValletta Gromo Grone Lovere Lovere Loc. Lungolago Loc. Lido Cornasola Lovere Luzzana Monasterolo del Castello Palosco Pianico Pianico Loc. Bisacola Piazzolo Ponte San Pietro Ranzanico Ranzanico Riva di Solto San Giovanni Bianco San Giovanni Bianco Schilpario MANUFATTO Via De O Strada comunale Valli Rescudio e Centro abitato Supine Val Supine Val Supine Valle del Ferro Centro abitato e Strada Comunale Valle Palate Sottopasso alla S.S. 42 Valle dei Fondi Sottopasso S.P. Casazza-Endine Sottopasso S.P. Casazza-Endine Sottopassi S.S. 42 Via Val Roveto Entratico Filago Fonteno Fonteno Fonteno Foresto Sparso Gandellino UBICAZIONE Grumello Centro abitato Fognature e strade comunali Valli Molino-Moi e Maccla Rio Zender Capannone industriale Sede stradale Sede stradale Sede stradale Strada Comunale Strada ComunaleFognatura Abitazione ANNO 1997 1989-98 1997 1997 1997 1997 1997 1997 1997 1997 1997 1997 1997 1993 1997 1997 1997 1997 1996 1996 Strada comunale Basamento palo ENEL e strada Provinciale Ponte in località Fonte e strada in località Ripa Valle Clì Strada comunale Fiume Cherio Capannone industriale-AbitazioniSorgenti Lago d'Iseo Passeggiata Lago d'Iseo Impianti e macchinari struttura natatoria pubblica Lago d'Iseo Albergo Valle dell'Acqua Strada Comunale per S. Bernardino Valle Torrezzo 1996 1997 Torrente Cherio Centro abitato Torrente Centro abitato e Borlezza Centrale idroelettrica di Poltragno Torrente Sede stradale e terreni Borlezza Valle Scura Centro abitato Torrente Quisa Abitazioni e strada comunale Lago di Endine Ristorante Lago di Endine Valli Fiume Brembo Capannone industriale-AbitazioniStrada comunale Via Arlecchino Deposito calzature 1998 199697-98 Valle Paludina 1993 Valletta Terreno boscatoAbitazioni 1997 1997 1997 1997 1997 1997 1997 1997 1997 1995 1993 1997 1997 1997-98 1995-96 1997 157 158 Idrologia - Idraulica COMUNE FRAZIONE Schilpario Sedrina Solto Collina Sovere Spinone al Lago Valbondione Valbrembo Valtorta UBICAZIONE MANUFATTO ANNO Torrente Dezzo Pista di fondo-Centro abitato-Museo Etnografico Strade e terreni 1997 Loc. Linguabona Vigano San Martino Loc. Martina Valli Valle Frasneda Valle dei Nidi Fiume Cherio Fiume Serio Fiume Brembo Torrente Ceresola Torrente Cherio Vigano San Martino Loc. Martina Torrente Drione Centro abitato 199297-98 1997 Vigano San Martino Via Moia Strada comunale 1997 Vigano San Martino Fiume Cherio 1997 Villa di Serio Fiume Serio Capannone industrialre Centro abitatoCentrale Italcementi e S.P. n° 35 Loc. Clisoli Fiumenero Strada comunale Cimitero Sedime Aeroportuale Strada comunale Abitazioni 1997 1997 1997 1997 1996 1993 1997 1997 7.3.5 SINTESI DEI FENOMENI DI ESONDAZIONE NEI CORSI D’ACQUA PRINCIPALI In questo paragrafo vengono sintetizzate le informazioni deducibili dal tracciamento delle fasce fluviali nei corsi d’acqua principali (Brembo, Serio, Adda e Oglio) secondo quanto contenuto nel PAI e nello studio relativo al fiume Serio a monte di Nembro (fino a Villa d’Ogna), condotto dallo studio Dizeta per la Regione Lombardia. Fiume Brembo In sintesi, le principali aree soggette a rischio idraulico individuate lungo il corso del fiume Brembo sono le seguenti: - comune di Piazza Brembana (nella frazione Lenna): area in sponda destra con interessamento di alcuni edifici destinati ad attività produttiva (all’interno della fascia C); - comune di Camerata Cornello: area in sponda destra e sinistra compresa in fascia C, con interessamento di attraversamenti e aree secondarie; - comune di San Giovanni Bianco: vasta area in sponda destra e sinistra compresa in fascia C, con interessamento di alcuni edifici; - comune di San Pellegrino Terme: vasta area sia in sponda destra e sinistra con interessamento di alcuni edifici (tra fascia B di progetto e fascia C); - comune di Ambria: area in sponda destra in sponda sinistra a monte del ponte della S.P. 27 sul fiume Brembo, con interessamento di edifici (in fascia C); - comune di Zogno: aree delle località Ponte Zogno e Bonore con possibilità di allagamento di edifici in prossimità di V. di Grumello; vasta area in destra idrografica con interessamento di buona parte della zona industriale del comune e conseguente rischio di allagamento per numerosi edifici industriali e civili (tra fascia B di progetto e C); - comune di Sedrina: area in sinistra idraulica, con interessamento di alcuni edifici (in fascia C); - comune di Ubiale-Clanezzo: area compresa in fascia C, senza interessamento di edifici; - comune di Almenno S. Salvatore: area in sinistra idraulica con interessamento di alcuni edifici (in fascia C); - comune di Almè e Almenno S. Salvatore: fascia di circa 100 - 200 m di larghezza e circa 2 km di lunghezza a cavallo dell'asta fluviale; la Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale - - - maggior parte dell'area è parte integrante dell'alveo del fiume Brembo e pertanto non interessata da edifici o infrastrutture (fascia C); comune di Brembate Sopra, Paladina e Valbrembo: vasta area sia in sponda destra che in sponda sinistra del fiume Brembo. L'area soggetta a rischio idraulico è interessata sia da edifici che da strade e pertanto rappresenta una delle zone in cui potrebbero verificarsi i maggiori danni (fascia B). A valle del ponte citato la corrente risulta interessare nuovamente solo l'alveo per una larghezza di circa 30-50 m; comune di Ponte S. Pietro: piccola area di naturale espansione fluviale non interessata da infrastrutture o edifici (fascia C); comune di Bonate Sotto, Madone, Filago, Treviolo e Dalmine: vasta area di naturale espansione del corso d'acqua sia in sponda sinistra che in sponda destra; l'area è interessata da pochissimi edifici civili e da alcune strade campestri di scarsa rilevanza viabilistica; nell'area è collocata l'immissione dello scarico del depuratore della città di Bergamo che quindi occorre sia protetto nei confronti delle correnti di piena che tuttavia presentano valori di velocità assai modesti. L'area interessata dal rischio di sommersione ha estensione di circa 250 300 ettari (fascia B). A valle di Filago la corrente in piena torna ad occupare l'alveo proprio del fiume di larghezza pari a 40 - 50 m; zona della confluenza in Adda: nel tratto terminale del suo corso il fiume Brembo pone a rischio idraulico l'area occupata dalle case della frazione Fontanone e Fornasotto (comune di Pontirolo Nuovo) tra gli abitati di Brembate e Canonica d'Adda; più a valle nella zona della confluenza le aree soggette a rischio di sommersione sono assai vaste (80-90 ettari) ma completamente inedificate. Per effetto dei rigurgiti nella zona a valle della confluenza tra Adda e Brembo, in comune di Canonica d'Adda, risulta soggetta a rischio di esondazione una piccola area edificata con capannoni ad uso industriale (fascia B). Nel tratto iniziale del fiume Brembo (rami di Mezzoldo, Carona e Valleve) sono interessati da rischi di esondazione i comuni di Mezzoldo, Valleve, Isola di Fronda e Moio dè Calvi (tratti a rischio di esondazione), nelle aree di espansione naturale, oggetto di edificazione incontrollata; tale tratto non è studiato dal PAI, per cui occorrerà eseguire un apposito studio idrologico-idraulico. Fiume Serio In sintesi, le principali aree soggette a rischio idraulico individuate lungo il corso del fiume Serio sono le seguenti (considerando le fasce del PAI e quelle determinate dallo studio della società Dizeta): - in comune di Villa d’Ogna: area in sponda destra nella quale sono presenti alcune abitazioni, un campo sportivo ed alcuni capannoni industruali (fascia C); - in comune di Ponte Nossa: ampia area urbanizzata, posta in sponda destra del fiume Serio (fascia B) e area occupata da insediamenti industriali in sponda sinistra (fascia C); - in comune di Fiorano al Serio: in questa zona, a valle del ponte ad arco di Fiorano al Serio, si è rilevata l’insufficienza delle quote di ritenuta in sponda destra, dove sono ubicati degli edifici industriali ed un area cimiteriale (fascia C); - nei comuni di Cene e Gazzaniga: zona in sponda destra (comune di Gazzaniga) con insediamenti industriali e in sponda sinistra (comune di Cene), dove vi sono alcune abitazioni; entrambe le zone rientrano in fascia C. - in comune di Albino: area in sponda sinistra con interessamento di alcuni edifici (fascia C); 159 160 Idrologia - Idraulica - - - in comune di Pradalunga: area in sponda sinistra con interessamento di edifici industriali e in sponda sinistra con presenza di abitazioni (fascia C); in comune di Nembro: le attuali quote di sponda risultano sostanzialmente pari ai livelli idrici corrispondenti alla piena bicentenaria mentre il terreno retrostante è ad una quota inferiore. La tenuta non è affidata a veri e propri manufatti arginali e che in alcuni tratti la sponda presenta degli avvallamenti che potrebbero, localmente, consentire l’esondazione del corso d’acqua. In questa circostanza, date le quote del terreno retrostante, si produrrebbe l’allagamento di una fascia di larghezza pari a circa 200 metri. A valle del salto generato dalla traversa le acque rifluirebbero nell’alveo entro 100-150 metri. comune di Alzano Lombardo: area indestra idraulica con scarso interessamento di edifici (fascia C); comuni di Villa di Serio: vasta area in sinistra idraulica con interessamento di zone abitate (compresa fra B di progetto e C); l’impianto di depurazione del Consorzio di Depurazione Valle Seriana Inferiore è in fascia A; comuni di Gorle e Scanzorosciate: area in sinistra idraulica tra B di progetto e C con interessamento di alcune abitazioni; area in destra idraulica (fascia B) con interessamento di alcuni edifici; comune di Pedrengo: area in destra idraulica con interessamento di alcuni insediamenti industriali e abitazioni (fascia B); comune di Seriate: vasta area del centro abitato è in fascia C; comune di Grassobbio: area interessata da abitazioni in fascia C; tra i comuni di Seriate e Mozzanica: vasta area di pianura in fascia B e C; comune di Ghisalba e Martinengo: parte perifierica del centro abitato è in fascia C; comune di Mozzanica: quasi metà del centro abitato è compreso fra la fascia B di progetto e la fascia C. Il tratto iniziale del fiume Serio è soggetto a rischio di esondazione con interessamento dei seguenti comuni: Valbondione e alcune frazioni (Gavazzo, Fiumenero), Gandellino in corrispondenza delle frazioni Preda, Legnaio e Bondo, Valgoglio, Gromo e Ardesio (tratto a rischio di esondazione), soprattutto ad opera dei torrenti minori; tale tratto non è stato ancora studiato in base ai criteri definiti dal PAI, per cui occorrerà un’analisi ad hoc. Il tratto di fiume Serio tra Seriate e Mozzanica sulla base di studi da noi effettuati negli scorsi anni per la determinazione degli effetti dell'attività estrattiva, è classificato come tratto in scavo: in esso infatti la capacità erosiva della corrente determina azioni di trascinamento più ingenti di quelle compatibili con la granulometria dei sedimenti esistenti. Il movimento solido che così si innesca, inoltre, non è compensato dagli apporti di monte. Salvo quindi taluni fenomeni localizzati di alluvionamento dovuti a particolarità morfologiche, il tratto presenta una netta tendenza all'abbassamento. Questa tendenza, inoltre, è favorita dall'attività estrattiva e dalla costruzione di argini ed altre opere di difesa idraulica. Ai meccanismi evolutivi naturali si sono, quindi, sovrapposti pesanti interventi antropici che hanno progressivamente allontanato il corso d'acqua dalla preesistente morfologia intrecciata a quella attuale caratterizzata da un solo canale principale, della larghezza media di circa 200 m, ben minore di quella di 400÷500 m del vecchio letto di piena ordinaria. Oggi quindi le massime piene si propagano da Seriate a Mozzanica, percorrendo la porzione canalizzata della sezione fluviale, senza significative esondazioni verso aree oggetto di insediamenti civili, industriali od agricoli di particolare rilevanza; ben maggiori sono Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale viceversa i pericoli per il successivo tratto a valle di Mozzanica poichè la canalizzazione del tratto Seriate - Mozzanica permette di convogliare verso valle le massime portate di piena senza le sensibili attenuazioni che si avevano nel preesistente alveo intrecciato per gli invasi nelle ampie larghezze d'alveo e per le maggiori resistenze che la corrente subiva a causa delle irregolarità geometriche della sezione trasversale. Pertanto, l'intervento dell'uomo negli ultimi decenni, modificando la morfologia fluviale, dal tipo intrecciato in alveo di grande larghezza al tipo canalizzato in alveo di larghezza ridotta, ha provocato un aggravamento dei rischi idraulici sia nel tratto Seriate - Mozzanica, per la maggior velocità della corrente di piena e la conseguente maggior intensità delle sollecitazioni localizzate contro argini e strutture, sia soprattutto nel tratto successivo a valle di Mozzanica, che è inoltre interessato dall'attraversamento della città di Crema, notoriamente soggiacente ai rischi d'inondazione. Fiume Adda In sintesi, le principali aree soggette a rischio idraulico, individuate dal PAI, lungo il corso del fiume Adda e relativamente al territorio della Provincia di Bergamo, sono le seguenti: - comune di Cisano Bergamasco: in fascia B area in sponda sinistra con interessamento di alcuni edifici ad uso agricolo; - comune di Fara Gera d’Adda: area in sponda sinistra in fascia B, senza interessamento di edifici; c’è un tratto di fascia B di progetto a sud dell’abitato. Fiume Oglio In sintesi, le principali aree soggette a rischio idraulico, individuate dal PAI, lungo il corso del fiume Oglio, relativamente al territorio della Provincia di Bergamo, sono le seguenti: - comune di Costa Volpino, in sinistra idraulica con interessamento di alcuni edifici (fascia C); in destra idraulica è prevista la realizzazione di difese arginali a protezione dell’abitato. - nel tratto sub-lacuale, alcuni comuni hanno delle zone abitate in fascia C (Cividate al Piano, Calcio, Pumenengo). 7.3.6 SINTESI DEI FENOMENI DI ESONDAZIONE NEI CORSI D’ACQUA MINORI In questo paragrafo viene tracciato un quadro complessivo dei rischi di esondazione lungo i corsi d’acqua minori, raggruppando le informazioni dedotte dagli studi riportati in precedenza. Per ogni rischio viene poi specificato se le informazioni a disposizione sono in grado di individuare un’area perimetrata, oppure se da tali informazioni è possibile solo individuare un tratto soggetto a rischio di esondazione. In questi ultimi due casi sarà importante che la Provincia, in collaborazione con la Regione Lombardia e con l’Autorità di Bacino del fiume Po, dia avvio ad una serie di studi idrologici-idraulici approfonditi al fine di ottenere anche in questo caso la perimetrazione delle zone interessate da fenomeni di esondazione. Per nessuno dei corsi d’acqua minori sono al momento disponibili i tracciamenti delle fasce fluviali secondo le indicazioni dell’Autorità di Bacino del fiume Po; per alcuni di essi la stessa Autorità ha già affidato appositi incarichi (ad esempio per il fiume Cherio). L’art. 25 delle norme di attuazione del PAI, al comma 4, stabilisce che per la parte di rete idrografica non coperta dalla delimitazione delle fasce fluviali del PAI e di successive integrazioni, le Regioni e le Province, nei rispettivi strumenti di pianificazione territoriale, possono individuare corsi d’acqua per i quali procedere alla delimitazione delle fasce fluviali e all’applicazione ad esse delle Norme del PAI operando sulla base degli obiettivi e degli indirizzi dello stesso. In alcuni casi 161 162 Idrologia - Idraulica particolari, tali nuove delimitazioni possono essere condotte dall’Autorità di Bacino. Bacino del Fiume Brembo Il fenomeno di rischio idraulico d’esondazione per i corsi d’acqua minori del bacino del Brembo è correlato, nella maggior parte dei casi, a fenomeni di erosione spondale, favorita dalla velocità della corrente, dall'acclività dei versanti, dalla inadeguatezza delle arginature e soprattutto dall'elevato trasporto solido. Questo fenomeno interessa in modo particolare i seguenti corsi d’acqua minori: - Torrente Val Mora: presso il comune di Averara (PAI – area con pericolosità molto elevata o elevata) - Torrente Stabina: rischio per le infrastrutture localizzate nel fondovalle, mentre i centri abitati sono generalmente situati in posizione più elevata (PAI – area con pericolosità molto elevata o elevata); - Torrente Enna (PAI – area con pericolosità molto elevata o elevata); - Torrente Brembilla (PAI – area con pericolosità molto elevata o elevata); - Torrente Rino, nel comune di Villa d’Almè (tratto a rischio di esondazione); - Torrente Quisa, nei centri abitati di Paladina e della frazione Ossanesga di Valbrembo (tratto a rischio di esondazione); - Torrente Imagna, presso le frazioni del comune di Sant’Omobono Imagna (tratto a rischio di esondazione); - Torrente Borgogna, presso il comnue di Palazzago fino a Montebello (tratto a rischio di esondazione); - Torrente Lesina, nei comuni di Brembate Sopra (tratto a rischio di esondazione); - Torrente Dordo (aree a rischio di esondazione delimitate in base allo studio descritto in precedenza al paragrafo 2.4.8) con interessamento dei comuni di Ambivere, Mapello, Bonate Sotto, Madone; Bacino del F. Serio Il bacino del fiume Serio è caratterizzato da una forma allungata con bacini laterali di ridotta entità. Come per il bacino del fiume Brembo, nel bacino del fiume Serio sono presenti fenomeni erosivi localizzati sia sull'asta principale sia lungo gli affluenti. I principali corsi d’acqua soggetti a rischio idraulico di esondazione sono i seguenti: - Torrente Riso, da Gromo fino al Serio (tratto a rischio di esondazione); - Torrente Luio, ad Albino (tratto a rischio di esondazione); - Torrente Zerra, presso i comuni di Albano S. Alessandro, S. Paolo d’Argon, Montello e Costa di Mezzate (PAI – area con pericolosità molto elevata o elevata); - Torrenti minori, nei comuni di Vertova, Colzate, Casnigo, Fiorano al Serio, Gazzaniga e Albino. Bacino del F. Cherio Nel sottobacino del fiume Cherio si hanno situazioni di rischio idraulico in corrispondenza degli ultimi tratti di alcuni torrenti e rii minori, che presentano un notevole trasporto solido, sulle cui conoidi sono situati insediamenti abitativi (Monasterolo del Castello, Casazza, Luzzana); inoltre lungo il reticolo secondario si rilevano la maggior parte dei casi di sovralluvionamento, erosioni spondali locali e sezioni idrauliche sottodimensionate in corrispondenza degli attraversamenti di centri abitati. Per quanto riguarda il fiume Cherio le aree a maggior rischio d’esondazione sono: Studi e analisi per il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale - comuni di Borgo di Terzo, Luzzana, Vigano S. Martino ed Entratico (tratto a rischio di esondazione); comuni di Trescore Balneario e Zandobbio, in corrispondenza della confluenza con il torrente Malmera e Tadone (tratto a rischio di esondazione); comune di Gorlago (tratto a rischio di esondazione); dal comune di Carrobbio degli Angeli a Palosco (tratto a rischio di esondazione); L’intero tratto del Cherio è già oggetto di studio da parte dell’Autorità di Bacino del Po. Lungo i corsi d’acqua minori, affluenti del Cherio, si hanno i seguenti casi di rischio: - Torrente Drione, presso il comune di Casazza (tratto a rischio di esondazione); - Torrente Tadone, con interessamento di una buona parte dell'abitato di Trescore Balneario (tratto a rischio di esondazione); - Torrente Malmera, al confine tra i territori comunali di Gorlago e Trescore Balneario (tratto a rischio di esondazione). Bacino del F. Oglio Per quanto riguarda i torrenti afferenti al lago d’Iseo, facenti parte del bacino del fiume Oglio, si hanno le seguenti zone a rischio idraulico di esondazione: - Torrente Dezzo (aree a rischio di esondazione delimitate in base allo studio descritto in precedenza al paragrafo 4.4.7); - Torrente Borlezza (aree a rischio di esondazione delimitate in base allo studio descritto in precedenza al paragrafo 4.4.6), con interessamento dei comuni di Fonteno, Sovere, Pianico; - Torrente della Valle dell’Orso (comune di Rogno) e Valli Supine (Costa Volpino) (tratto a rischio di esondazione); - Torrente Rino, con interessamento del comune di Predore (tratto a rischio di esondazione); - Torrenti di Valle S. Rocco e Valle di Fonteno, con interessamento dei comuni di Riva di Solto, nelle sezioni terminali dei torrenti in corrispondenza di attraversamenti stradali, interessando le aree urbanizzate limitrofe (tratti a rischio di esondazione); - Torrente Guerna ad Adrara San Rocco, torrente Urio in comune di Villongo, torrente Rino a Predore in corrispondenza di manufatti di attraversamento, interessando le aree limitrofe a tali attraversamenti (tratti a rischio di esondazione); - alcune zone adiacente al lago d’Iseo sono interessate da fenomeni di esondazione; i comuni maggiormante interessati da tale fenomeno sono: Costa Volpino, Lovere, Riva di Solto, Castro, Tavernola Bergamasca e Predore. Come indicato in precedenza, per ognuno dei tratti a rischio di esondazione soprariportati, dovranno essere avviati approfonditi studi idrologico-idraulici al fine di poter tracciare le fasce fluviali secondo i criteri stabiliti dall’Autorità di Bacino. 163 164 Idrologia - Idraulica