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IL REGNO DELLE DUE SICILIE - Comitato Italiano Popolo Sovrano

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IL REGNO DELLE DUE SICILIE - Comitato Italiano Popolo Sovrano
Molti conoscono il Regno delle Due Sicilie, ma
pochi sanno della sua grandezza. In questa
presentazione vi darò solo alcune delle tante
notizie nascoste riguardanti la nostra storia
prima dell’unità. Vi invito a consultare il Web
per ulteriori informazioni che ci sono state
offuscate e che ancora oggi vengono
nascoste.(Sui libri di storia non c’è scritto
niente o ci sono scritte bugie)
L’unione delle Due Sicilie
Il Regno delle Due Sicilie fu
uno Stato Sovrano dell'Europa
meridionale. Nacque nel 1816 ad
opera di Ferdinando di Borbone
che, dopo il Congresso di
Vienna e il Trattato di Casalanza
soppresse i Regni di Napoli e di
Sicilia e la relativa costituzione
che li teneva separati. La
capitale, inizialmente, era
Palermo, ma nel 1817 divenne
Napoli e restò questa fino alla
fine del Regno. Dunque nacque
un Regno destinato a diventare
ben presto una delle più
importanti potenze mondiali
dell’epoca.
La dinastia dei Borbone
Ferdinando I
La dinastia dei Borbone
di Napoli fu un ramo
della famiglia Borbone
francese, casa reale del
Regno di Napoli e del
Regno di Sicilia dal
1734 al 1861.
Figlio di Carlo di Borbone regnò dal 1816 fino
alla morte avvenuta nel 1825.
Francesco I
Figlio di Ferdinando I regnò dal 1825 al 1830.
Ferdinando II
Figlio di Francesco I regnò dal 1830 al 1859.
Francesco II
Figlio di Ferdinando II regnò dal 1859 al 1861.
Gli
amati
re
I Borbone, a differenza di quanto affermano in tanti, erano una dinastia molto vicina al
popolo e benvoluta. Infatti, Federico II trascorse la sua infanzia in una Palermo
cosmopolita, crogiolo di etnie, religioni e culture diverse. Alla vita di corte affiancò la vita di
strada, frequentò i bassifondi e la zona del porto, conobbe la nobiltà e il popolo basso,
imparò a vivere con gente di ogni razza ed estrazione sociale. Tali esperienze ne formarono
l’indole e la personalità e lo portarono ad amare il Regno di Sicilia che considerò sempre la
sua unica patria.
Francesco II era detto "Franceschiello" perché amava il napoletano e si esprimeva solo nella
"sua" lingua. E’ stato l'ultimo re di Napoli e uno dei sovrani ricordati con maggiore affetto.
Ecco un episodio, forse il più rappresentativo della personalità del Re. In quegli anni in tutta
Europa i sovrani degli Stati più affermati davano mostra di sé e della propria tecnologia
regalando alla popolazione opere pubbliche interamente in ferro (vedasi pochi anni dopo la
Torre Eiffel), di elevata complessità architettonica. A Londra provarono a costruire un
ponte, ma crollò dopo poche settimane. Ci provarono a Parigi, con lo stesso insuccesso e Re
Francesco disse che Napoli non poteva non avere la sua mastodontica opera pubblica. Così
promosse l'iniziativa di un giovane neolaureato in Architettura e iniziarono i lavori sul LiriGarigliano. Molti credevano che i tempi non fossero maturi e che sarebbe in poco tempo
crollato. Di contro, il Re si fidava ciecamente, tant'è che, appena pronto, volle essere il
primo a passarvi sopra, alla testa del suo glorioso esercito, davanti alla popolazione locale
accorsa per l'evento. Passarono tre volte, re ed esercito, e il ponte non crollò. Napoli era
riuscita in un'opera (seppur, in ultima analisi, poco più utile di un normalissimo ponte) in
cui fallirono Inghilterra e Francia.
Questo ponte, orgoglio delle Due Sicilie, resistette fino al 1943 quando i tedeschi, dopo
averci fatto transitare il 60 % della propria armata in ritirata compresi carri e panzer, lo
fecero saltare.
Primati DEL SUD
Le Due Sicilie vantavano vari primati:
 il primo Stato in Italia a concedere una Costituzione;
 la costruzione della prima ferrovia italiana (Napoli-Portici);
 la prima illuminazione a gas in una città italiana;
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il primo ponte sospeso in ferro in Italia;
il primo museo al mondo (Museo di Capodimonte);
la prima fabbrica di locomotive e materiale ferroviario d’Italia;
la prima Nazione a effettuare la raccolta differenziata e a costruire edifici antisismici;
il primo osservatorio astronomico italiano;
il primo telegrafo in Italia;
la prima assistenza sanitaria gratuita;
la prima assistenza pensionistica.
I Borbone, inoltre, costruirono il primo teatro operistico del mondo (il Real Teatro
di San Carlo), la Reggia di Caserta, quelle di Portici e di Carditello; portarono alla
luce gli Scavi Archeologici di Ercolano e Pompei, fondarono il conservatorio di
San Pietro a Majella, l’Albergo dei Poveri, la Fabbrica di Capodimonte per le
porcellane, costituirono il primo orto botanico d’Italia, le prime cattedre di
astronomia ed economia. Ma questi sono solo pochi di tantissimi primati italiani,
europei e mondiali del Regno delle Due Sicilie!
L’introduzione dell’igiene dei
napoletani
Luigi XIV di Francia, Re Sole, in tutta la sua vita si lavò in una
vasca da bagno solo 3 volte, per pulirsi faceva delle spugnature
con l’aceto, disinfettava un po’ la pelle, ma soprattutto la
aromatizzava. Questo è solo uno dei tanti esempi di pulizia
dell’epoca.
I Borbone avevano un concetto di pulizia avanzato con vasca da
bagno e soprattutto il bidet, inventato in Francia ma usato
prevalentemente a Napoli (i francesi lo definirono: “strumento
di lavoro da meretricio”).
Quante volte abbiamo sentito allo stadio e non solo, cori o frasi
del tipo: “O Vesuvio, lavali col fuoco” riferito ai napoletani.
beh, l’ignoranza si combatte con la cultura. Basti pensare
che quando nel 1860 il Piemonte invase il Regno delle Due
Sicilie depredando le ricchezze, i denari e le fabbriche del
Sud, per arricchire il nord, i Savoia si impossessarono dei siti
reali napoletani e fecero l’inventario di tutte le cose esistenti,
di cui molte a loro sconosciute.
Nella reggia di Caserta i “reali” Savoia videro per la prima
volta un bidet e nell’inventario lo definirono:OGGETTO
SCONOSCIUTO A FORMA DI CHITARRA. Infatti, non
sapevano cosa fosse il bidet e a cosa servisse e questo
aneddoto la dice lunga sull’unità d’Italia e soprattutto basta
per annichilire e far tacere tutti gli ignoranti che cantano
quei cori e che hanno quella mentalità nordista.
La Real colonia di San Leucio
La Real Colonia di San Leucio nasce nei pressi della Reggia di Caserta con cui condivide
il privilegio di essere patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.
Gli abitanti del borgo di questa comunità furono istruiti per diventare artigiani eccellenti
e cittadini esemplari. Questi godevano di grandi privilegi, per esempio veniva loro
assegnata una casa all’interno della colonia dotata di acqua corrente e servizi
igienici. Lo statuto di San Leucio, che sanciva i diritti degli abitanti del borgo, stabiliva
che non c’era nessuna differenza tra gli individui, qualunque fosse il lavoro svolto.
L’uomo e la donna godevano di una totale parità in un sistema che faceva perno
esclusivamente sulla meritocrazia. Le commesse della seta provenivano da tutto il
mondo. Ancor oggi, le produzioni di San Leucio si possono ritrovare in Vaticano,
al Quirinale, nello Studio Ovale della Casa Bianca le bandiere di quest'ultima e quelle
di Buckingham Palace sono realizzate con tale materiale.
La ricchezza delle Due Sicilie
Le monete degli antichi Stati italiani al
momento dell'annessione ammontavano a 668
milioni (di lire) così ripartiti:
Regno delle Due Sicilie 443,3
Toscana 85,2
Romagna-Marche e Umbria 55,3
Roma 35,3
Sardegna 27,0
Venezia 12,7
Lombardia 8,1
2%
4%
Ducato di Modena 0,4
1%
Parma e Piacenza 1,2
0,4%
5%
8%
13%
67%
1861, la fine di un sogno
Prima del 1860, come abbiamo visto, il Sud Italia viveva una
situazione di grande prosperità e primati mondiali. Napoli era
la terza città europea sia per numero di abitanti sia per
ricchezza pro-capite. L’unità d’Italia, ovvero l’invasione
piemontese, ha privato Napoli di questo importante ruolo,
declassandola a semplice capoluogo. Purtroppo, il regime
dell’epoca consentì che le verità fossero sepolte e oggi i
cosiddetti “padri della patria” ovvero: Vittorio Emanuele II,
Camillo Benso Conte di Cavour, Nino Bixio, Giuseppe
Garibaldi, passano per eroi. Citando Hegel: “La storia è la
versione dei fatti di chi detiene il potere”. Quindi, perché
chiamare eroi persone che hanno invaso letteralmente un
altro territorio? (Da considerare una vera e propria
aggressione ad uno stato sovrano; fosse accaduto oggi si
sarebbero mobilitate le potenze europee e la NATO contro i
Savoia)
Perché invadere il mezzogiorno?
In Piemonte fu creata la “Banca Nazionale degli Stati
Sardi”, banca privata di Camillo Benso Conte di Cavour.
I Savoia misero in giro denaro cartaceo che non
corrispondeva ai loro possedimenti in oro, così il loro
denaro divenne ben presto carta straccia. Nel Regno
delle Due Sicilie, invece, girava solo denaro aurifero con
monete d’oro e d’argento che, come abbiamo visto,
formavano un totale di sessanta volte superiore a quello
dei Savoia. Dunque Vittorio Emanuele II voglioso di
arricchirsi, ma soprattutto di risanare i suoi elevati
debiti, progettò l’invasione.
L’unita’ e la nascita della mafia
Un episodio cruciale del Risorgimento avvenne l’11 Maggio 1860
quando Garibaldi con i suoi 1162 “volontari” (30.000 nella fase finale)
partì da Quarto e arrivò a Marsala (in Sicilia) dando inizio
all’invasione. Aiutato dalla massoneria inglese il “re galantuomo”,
Vittorio Emanuele II, ordì contro il Regno delle Due Sicilie,
corrompendo i generali ed alti ufficiali dell’esercito duosiciliano,
i quali ordinavano ai propri soldati di arrendersi. In virtù di ciò, circa
3.000 soldati si ritirarono su ordine del generale Landi dopo aver
quasi respinto gli uomini di Garibaldi, in Calabria 10.000 uomini
alzarono bandiera bianca senza sparare un solo
colpo. Garibaldi, trafficante di schiavi e ladro di cavalli in Sud
America, dove gli furono mozzate le orecchie, arrivato nella
capitale Napoli fu accolto dal prefetto Liborio Romano che mise a
capo della polizia il camorrista Salvatore De Crescenzo, a cui fu
affidato il compito di mantenere l’ordine pubblico insieme ai suoi
uomini e supervisionare il plebiscito di annessione. L’appoggio della
malavita l’eroe dei due mondi lo ebbe sin dall’inizio, quando in Sicilia
si alleò con i “picciotti”, tanto è vero che prima del 1861 il
termine “mafia” non esisteva. La Mafia, oggi conosciuta come
organizzazione malavitosa articolata ed occulta con rapporti intensi
con la politica italiana, ebbe inizio perciò proprio nel 1861!
Lo sterminio dei briganti
La Storia stravolta e nascosta non termina qui però, perché c’è il
capitolo degli stermini. Con l’invasione savoiarda le città meridionali
eccidiate furono più di 100, in cui persero la vita migliaia e migliaia di
civili compresi bambini e donne, le quali furono prima stuprate. Tra le
stragi più efferate ci sono quelle che furono condotte a Bronte,
Montefalcione, Pontelandolfo e Casalduni. Coloro che si opponevano
all’esercito sabaudo, come contadini e gli stessi soldati dell’ex esercito
duosiciliano, che oggi sarebbero definiti “partigiani”, furono allora
etichettati come “briganti”, fuorilegge da mettere a morte e con i
cui corpi senza vita e le teste mozzate si fecero fotografare i
carabinieri e i bersaglieri. I fautori dei massacri, quali Cialdini e Nino
Bixio (conosciuto come “la belva” tra i contadini del Mezzogiorno)
furono autori di crimini contro l’umanità che lo Stato Italiano ha
eletto a eroi e Padri della Patria. A Fenestrelle, località in provincia
di Torino, fu edificato un forte utilizzato come campo di
concentramento per i “briganti”.
Il 13 febbraio del 1861 cadeva la fortezza di Gaeta. 160.000 bombe rasero
al suolo la città. I morti ammontarono a circa 4.000. Da allora iniziò
una guerra civile che costò un milione di morti al Sud; da allora
furono fatti emigrare 25 milioni di persone, fino al 1965. Una vera
diaspora. Nemmeno gli ebrei hanno subito questo olocausto, questa
esodo in così poco tempo. Oggi l'emigrazione continua senza
soluzione di continuità. Il nord sempre più ricco e il sud sempre più
colonizzato.
«Non dovranno mai essere più in
grado di intraprendere»
Purtroppo non è stato solo l’evento dell’unità d’Italia ovvero lo sterminio di
molte persone, la distruzione di molte città, il furto di milioni di lire ecc…
a penalizzare noi meridionali, ma, può sembrare strano, le conseguenze di
questo evento catastrofico sono tutt’ora in corso. È un caso che dopo il 1861
il Nord abbia sorpassato e surclassato economicamente il Sud? Carlo
Bombrini, amico di Cavour, disse riguardo i Meridionali che “Non
dovranno mai essere più in grado di intraprendere”, e infatti, da
proprietario della debole Ansaldo, fece in modo che la concorrente
Pietrarsa fallisse e che le industrie del Sud (molto più numerose qui che
nel resto d’Italia, infatti Sicilia, Calabria e Puglia erano le prime 3
regioni della penisola per numero di operai) fossero smantellate, che
si potenziasse la rete ferroviaria al Nord ottenendo la maggior parte dei
finanziamenti. Meritano poi di essere menzionati lo smantellamento del
porto di Salerno per essere ricostruito a Genova in modo da far
concorrenza ai cantieri di Castellammare di Stabia, la chiusura delle
scuole al Sud per ben 15 anni (un popolo ignorante si domina meglio) e
il fatto che il Mezzogiorno conoscesse per la prima volta cosa significasse
emigrare: nacque la questione meridionale per risolvere la questione
settentrionale.
il Sud abbandonato
Vi invito a riflettere su questa immagine e farvi un paio di domande. I treni
sono solo uno dei tanti svantaggi che siamo costretti a subire, non se ne
importano se tra due città, forse le più importanti del Sud Italia, Napoli e
Bari NON passa né freccia rossa, né freccia argento né freccia
bianca. Invece come si vede da questa immagine sono tantissime le città
del Nord che sono collegate da questi treni. E una domanda che mi
pongo è: perché al Sud poco o niente, soprattutto in Sicilia, e al Nord
tanto??! E citando le parole del grande Totò:"Questa è la vita: chi ha
avuto tanto e chi nun ave niente“, beh, noi abbiamo avuto tanto
meritatamente, ma 153 anni fa hanno voluto che il Sud non progredisse
più e così succede tuttora...
nord vs Sud
Non festeggio il 17 Marzo perché:
- 80.000 è il numero di giovani del Sud che, in 5 anni, salgono sul treno della speranza
ed emigrano per terre lontane;
- 40% in meno le infrastrutture al Sud rispetto al Nord;
- 40% in meno rispetto al Nord è il reddito pro-capite;
- 20% in meno della popolazione lavora al Sud rispetto al Centro Nord;
- 141.000 sono i posti andati persi nell'industria al Sud dal 2008 al 2012: il doppio
rispetto al Centro Nord;
- 3 su 10 è il numero di donne che lavora al Sud contro 6 al Nord;
- di 72 miliardi l'anno di risorse al Sud, 63 vanno al Centro Nord sotto forma di
acquisti netti;
- 400 è il numero di industrie del Nord che hanno sversato rifiuti tossici in quasi
trent'anni di disastro ecologico nelle terre dei veleni.
Quindi,in conclusione,per me non è più un’utopia vedere l’Italia divisa, un sogno che
man mano diventa sempre meno irrealizzabile, basti pensare agli eventi accaduti a
Kiev, ma anche semplici manifestazioni pacifiche come quelle nel Veneto, a Palermo e
in Catalogna. Spero che queste informazioni, alcune nascoste altre conosciute, vi
siano state d’aiuto, come una maieutica, a tirar fuori il vostro animo brigantesco che,
dopo il 1861, ogni abitante del meridione possiede. E tutti si dimenticano a volte il
privilegio di essere nati in una città unica, una delle più belle al mondo, come Napoli.
Citando Martin Luther King:” Può darsi che non siate responsabili per la
situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete se non fate nulla per
cambiarla.”…A voi la scelta …
Presentazione di Migliaccio Valerio
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