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COME PARLANO LE EMOZIONI - ic2 Castelfranco Veneto
COME PARLANO LE EMOZIONI Progetto di educazione affettiva e sessuale per le classi quinte della scuola primaria proposto dall’Istituto Comprensivo 2 – Castelfranco Veneto In collaborazione con: Dott.sa Elisa Codato 345/2158695 e-mail [email protected] Dott.sa Anita Gasparini 348/5825290 e-mail [email protected] 1 COSA SONO LE EMOZIONI? EMOZIONI? Le emozioni sono reazioni intense, improvvise, di breve durata causate da uno stimolo ambientale (interno o esterno). Provocano cambiamenti sulla persona a 3 livelli: Fisiologico modificazioni riguardanti la respirazione, la pressione arteriosa, il battito cardiaco, la circolazione, la digestione, ecc. Comportamentale cambiano le espressioni facciali, la postura, il tono della voce e le reazioni (attacco o fuga, per esempio) Psicologico cambia ciò che sentiamo e proviamo personalmente, si modifica il controllo di se stessi Caratteristiche delle emozioni: emozioni - sono reazioni che partono dall’ambiente - hanno una durata breve - sono inconsapevoli - inizialmente non riusciamo a controllarle L e emozioni si possono dividere in primarie e secondarie. Secondo questa classificazione le emozioni primarie sono considerate, in generale, la base di tutta la vita umana e la loro espressione è codificata in tutte le culture allo stesso modo. Emozioni primarie: ALLEGRIA, RABBIA, TRISTEZZA, PAURA, SORPRESA A cosa servono le emozioni? emozioni? Le emozioni ci aiutano a capire meglio ciò che ci succede e ci danno importanti informazioni su noi stessi, sugli altri e su noi insieme agli altri. Avere consapevolezza delle proprie emozioni è utile per uno sviluppo adeguato della personalità e per favorire il benessere psico-fisico. 2 Riconoscere le emozioni è importante per poter esprimerle nel modo giusto e per controllarle (quando serve). Soltanto conoscendo noi stessi possiamo comprendere le reazioni degli altri. Le emozioni possono aumentare la loro intensità, cioè andare da un minimo ad un massimo, proprio come la temperatura di un termometro. Si tratta sempre della stessa emozione, ma il nome specifico cambia in base a quanta ne proviamo. Ad esempio possiamo provare rabbia…ma di quale intensità (= quanta)? Possiamo provare poca rabbia … e allora saremo solo infastiditi Possiamo provare abbastanza rabbia … e allora saremo irritati Possiamo provare molta rabbia … e allora saremo arrabbiati Possiamo provare moltissima rabbia … e allora saremo furiosi. furiosi. L‘emozione non può essere equiparata al SENTIMENTO. I sentimenti si riferiscono alla capacità di provare sensazioni ed emozioni in maniera consapevole. Il sentimento riguarda la coscienza delle proprie azioni, del proprio essere e dell’altro (ad es. amore, amicizia). È il valore soggettivo attribuito ad uno stato emotivo. Caratteristiche dei sentimenti: - si riferiscono ad una o a più persone (o animali) - sono meno intensi delle emozioni - hanno una durata più lunga delle emozioni - sono consapevoli 3 COMPENTENZA EMOTIVA Un bambino deve imparare ad interagire con le emozioni e con i sentimenti, ciò significa che deve sviluppare intelligenza emotiva. Significa diventare competenti nel riconoscere le proprie emozione e i propri sentimenti e quelli degli altri. La competenza emotiva comprende: Consapevolezza riguardo la propria condizione emotiva Capacità di riconoscere le emozioni degli altri Utilizzo del vocabolario dei sentimenti Empatia Capacità di far fronte ad emozioni negative A che scopo i bambini devono acquisire lo sviluppo di una competenza emotiva? I bambini che sanno interagire in modo competente con le loro emozioni hanno uno sviluppo migliore; I bambini che sanno interagire in modo competente con le loro emozioni sono competenti anche socialmente, hanno migliori risultati scolastici e possono essere definiti psicologicamente sani. Che cosa influenza la competenza emotiva? Caratteristiche individuali, quali il temperamento, influenzano la competenza emotiva La predisposizione alla competenza emotiva si costruisce nella prima infanzia attraverso la famiglia Con il crescere dell‘età i coetanei influenzano la competenza emotiva. Importanti abilità incluse nella competenza emotiva • Mostrare le emozioni • Codificare le emozioni degli altri • Denominare le emozioni • Regolare le emozioni • Empatia 4 Esprimere le emozioni Un bambino dispone di meccanismi emotivi innati. Sviluppo dell‘espressione delle emozioni primarie: 0-3 mesi: benessere vs ritiro dai 3 mesi: emozioni primarie - felicità, rabbia, tristezza, paura, sorpresa, interesse a partire dai 3 anni: emozioni più complesse – colpa, orgoglio Esempio: il sorriso • • • • Il sorriso del bambino è innato (già i neonati sorridono in modo inconsapevole); Il sorriso nell‘evoluzione si è rivelato utile; Fa sorgere nei genitori comportamenti di attenzione e cura; Il sorriso promuove le relazioni e lo sviluppo. Esempio: la paura dell‘estraneo A 8 mesi i bambini mostrano intensamente paura. La paura del bambino si dimostra come una emozione sensata, poiché assicura la sopravvivenza del bambino; • • • • Controllare la spinta esplorativa Il bambino rimane vicino ai genitori È diffidente nei confronti degli estranei La paura dell‘estraneo richiama nelle persone di riferimento il bisogno di proteggere il bambino Le emozioni sono funzionali: Sorridere rafforza la relazione genitori-bambino La paura assicura la sopravvivenza del bambino Le emozioni sono utili. I genitori dovrebbero conoscere bene l’espressione delle emozioni! 5 Le emozioni, se mal gestite, possono fare danno! Esempio: Vergogna Una grande quantità di vergogna ha un effetto negativo sullo sviluppo del bambino: Immagine negativa della propria persona Disadattamento Depressione Ritirarsi Rabbia e aggressività Concludendo: i bambini non dovrebbero mai essere umiliati in pubblico! Separazione tra il vissuto emotivo e l‘espressione dell'emozione A partire dai tre anni i bambini possono differenziare tra il vissuto soggettivo e l‘espressione esterna delle emozioni, ciò significa che acquisiscono delle strategie per non lasciarsi in balia delle emozioni Es. Massimizzare: esagerazione nell‘espressione emotiva, per ottenere attenzione e sostegno genitoriale Es. Minimizzare: indebolimento nell‘espressione emotiva delle emozioni vissute, tenendo per sé la vera dimensione dei sentimenti Concludendo: i bambini imparano a nascondere la vera dimensione delle loro emozioni! 6 Codificare le emozioni Un bambino emotivamente competente può notare le emozioni degli altri e codificarle; Perciò devono essere identificati i segnali verbali e non verbali. Circa a sette mesi un bambino è in grado di percepire le espressioni del viso e diverse tonalità della voce e di reagire a queste “Attraverso il riferimento sociale il bambino cerca attivamente il contatto oculare con un adulto di riferimento per orientarsi in situazioni di insicurezza al comportamento di espressione emotiva dei genitori e utilizzare l’informazione così ottenuta per guidare il proprio comportamento”(Petermann & Wiedebusch, 2003) Concludendo: Il riferimento sociale serve a direzionare il comportamento! Denominare le emozioni Un bambino emotivamente competente conosce il vocabolario dei sentimenti Competenza linguistica Competenza emotiva Competenza sociale Sviluppo dell‘espressione linguistica delle emozioni: ☼ 18 – 20 mesi: prime parole che esprimono sentimenti per indicare le emozioni base di altri, comprensione di parole semplici che si riferiscono ad emozioni ☼ Fino ai 2 anni: discorsi rudimentali relativi alle emozioni, la comprensione passiva è maggiore rispetto all‘utilizzo attivo ☼ Fino 4 anni: denominazione frequente delle emozioni altrui, discorsi dettagliati relativi alle emozioni ☼ Fino ai 6 anni: vocabolario per emozioni complesse ☼ Fino ai 12 anni: ulteriore incremento del vocabolario emotivo 7 Le emozioni possono essere denominate solo in misura limitata - All‘espressione linguistica delle emozioni vi sono dei limiti; - Locuzioni quali “mi mancano le parole”, oppure “non riesco ad esprimere i miei sentimenti a parole” dimostrano in modo impressionante i limiti del vocabolario emotivo. Concludendo: supportate i bambini nell‘espressione delle emozioni! Regolazione delle emozioni Regolare le emozioni significa portare la condizione emotiva ad una misura ottimale rispetto a misura ed intensità, tale da permettere di raggiungere i propri obiettivi e di rispettare norme e regole della società. Empatia Empatia significa, mettersi nei panni di un altro, pensare, cosa pensa l‘altro e come ci si potrebbe sentire al suo posto. L‘empatia non è una caratteristica propria della personalità, bensì una capacità che va appresa. IN CHE MODO I GENITORI POSSONO SOSTENERE LA COMPETENZA EMOTIVA ? 1. Clima emotivo in famiglia 2. Comunicazione relativa alle emozioni 3. Il giusto approccio nei confronti delle emozioni del bambino 4. Influenza dei genitori rispetto alla regolazione emotiva 5. Empatia Clima emotivo in famiglia Trattare apertamente sia i sentimenti positivi che quelli negativi del bambino; Le emozioni sono utili “Tutti i sentimenti sono permessi, non, però, ogni comportamento!”; 8 Dare ampio spazio soprattutto all‘espressione delle emozioni positive; Trasmettere al bambino la sensazione di amarlo a tal punto, che egli può esprimere i propri sentimenti in ogni momento; Non far vergognare i bambini. Denominare le emozioni • Denominare le emozioni percepite già con i neonati; • Condurre discorsi relativi alle emozioni (a partire da 1 anno e mezzo); • Evitare differenze legate al sesso: spesso le madri stimolano in misura maggiore le figlie a parlare di sentimenti, rispetto ai loro figli maschi IL GIUSTO APPROCCIO ALLE EMOZIONI DEI BAMBINI: • Accettare l‘espressione emotiva; • Reagire alle emozioni con responsività genitoriale, significa la reazione immediata, adeguata e sensibile dei genitori alle emozioni dei bambini; • Sostenere il bambino nella regolazione delle emozioni; • Reazioni troppo rigide e severe alle emozioni negative dei bambini limitano la competenza emotiva dei bambini; • Soprattutto i bambini più difficili traggono giovamento da uno stile educativo caloroso e accettante. L’influenza dei GENITORI sulla regolazione emotiva • Non impedire l’espressione di emozioni negative attraverso punizioni (“Tutte le emozioni sono permesse, ma non tutti i comportamenti!”, perché solamente le emozioni che vengono mostrate possono essere regolate!) • Accogliere in modo sensibile i sentimenti del bambino e consolarlo • Sostegno nella regolazione emotiva: quanto più giovane il bambino, tanto maggiore sostegno nel regolare le emozioni necessita • Non lasciatevi guidare troppo da norme e regole sociali: frasi retoriche del tipo “I maschi non piangono”, oppure “Le femmine non picchiano!” sono senza senso! 9 • Funzione modello: il modo in cui i genitori regolano le proprie emozioni funge da esempio per i loro figli. Promozione dell’empatia • Educare in modo caloroso e sensibile • Uno stile educativo arrabbiato e punitivo ha effetti negativi sullo sviluppo dell’empatia • I genitori dovrebbero indirizzare i figli a mettersi nei panni altrui (per es. “Immagina di essere tu in questa situazione. Come ti sentiresti?”) • L’attenzione dei genitori dovrebbero essere posta sui sentimenti della vittima (per es. “Non trovo giusto che tu prenda in giro la bambina per il suo aspetto. Per questo lei è certamente triste.”) • I genitori sono dei modelli. I bambini emotivamente competenti sono anche socialmente competenti, hanno prestazioni scolastiche migliori e sono psichicamente sani. sullo I genitori hanno una forte influenza sul lo sviluppo della competenza emotiva Concludendo: è utile riconsiderare alcune strategie e migliorarle! 10 COME SI COSTRUISCE L’IMMAGINE DI SE’? Una persona sana possiede una immagine di sé in armonia con il suo aspetto ed i suoi sentimenti VARIABILI PERSONALI • • • • Autostima • • • Ambiente di vita • • Qualità delle relazioni Auto-efficacia Maturità dell’Io (controllo emotivo, gestione dell’ansia, tolleranza della frustrazione) Stile di attribuzione delle cause degli eventi a fattori esterni o interni al soggetto VARIABILI CONTESTUALI Clima affettivo ed emotivo Riconoscimento, accettazione e rispetto dei ruoli VARIABILI RELAZIONALI Qualità della comunicazione AUTOSTIMA Si sviluppa, a partire dalla nascita, all’interno dei processi di interazione con le figure significative dell’ambiente di appartenenza. E’ il risultato, sempre progressivo e mutevole, del rapporto tra: Sé Percepito (ciò che si pensa di essere) e Sé Ideale (ciò che si vorrebbe essere) Risultati reali (successi concretamente ottenuti) e Risultati attesi ideali (aspettative idealizzate) E’ una potente armatura per contrastare il disagio e stare bene con se stessi e con gli altri. Abbraccia diverse aree: Emozionale: riconoscere la validità delle proprie emozioni, elaborarle e gestirle; Corporea: riconoscere ed accettare la propria immagine e le proprie caratteristiche e capacità fisiche; Familiare: sviluppare la consapevolezza di essere amati e valorizzati; 11 Interpersonale: percepirsi positivamente all’interno della dimensione socio relazionale; Ambientale: riconoscersi capace di esercitare un controllo sugli eventi e di padroneggiare l’ambiente; Scolastica/Lavorativa: riconoscersi capace di fronteggiare successi o fallimenti. UN BUON LIVELLO DI AUTOSTIMA FAVORISCE: OTTIMISMO FIDUCIA CORAGGIO EQUILIBRIO COERENZA INTEGRITÀ AUTOEFFICACIA È l’insieme di convinzioni riguardo alle proprie capacità di affrontare compiti, situazioni, problemi, utilizzando risorse personali utili al raggiungimento dei propri obiettivi. Consente di: Reagire alle difficoltà della vita Reggere gli sforzi Perseverare di fronte agli ostacoli o ai fallimenti Tollerare gli stress e le frustrazioni Aumentare la motivazione Attivare risorse cognitive L’AUTOEFFICACIA E’ IL RISULTATO DI… • • • • Esperienze dirette di padronanza e di successo Esperienze vicarie di modellamento di competenze e strategie efficaci altrui Persuasione verbale e altri tipi di influenza sociale Reazioni fisiologiche o emotive, percepite durante lo svolgimento di un compito Il modo in cui valutiamo la nostra capacità di far fronte ad una situazione, influenza l’apprendimento e la prestazione. 12 Di fronte alle difficoltà: le persone insicure riguardo alle proprie capacità diminuiscono gli sforzi o rinunciano. Le persone che credono nelle proprie capacità aumentano gli sforzi e cercano il successo. EDUCARE ALLA LIBERTA’ Cosa significa: AUTOSTIMA – AUTONOMIA – CREATIVITA’ = Maggiore AUTOSTIMA • • • Stimolare la fiducia di riuscire ad affrontare le situazioni • • Promuovere la CRESCITA, lo SVILUPPO, la MATURITA’ Credere di potercela fare da soli Sapere individuare una soluzione anche nelle situazioni più difficili In altri termini: Crescere psicologicamente forti per essere liberi ed indipendenti. La CREATIVITÀ necessita di: ☼ ☼ ☼ ☼ ☼ Flessibilità delle strutture mentali Raffinatezza dei processi percettivi e sensoriali Sensibilità Emotività Senso artistico / Talento PROGETTUALITA’: ☼ ☼ ☼ ☼ Inseguire i propri sogni, le proprie passioni Non adagiarsi nella mediocrità Non accontentarsi di essere i camaleonti della massa Rendere straordinaria e gratificante la propria vita, nelle piccole cose di ogni giorno STIMOLARE IL DESIDERIO E LA CONQUISTA: Dare tutto e subito: • uccide il desiderio e priva del gusto della conquista 13 • • • • • • non permette l’attivazione del circuito evolutivo autostima - auto-efficacia –autostima non consente di prendere contatto con le dimensioni emotive non favorisce lo sviluppo delle capacità di tollerare le attese e le frustrazioni non educa al valore delle cose non incoraggia al rispetto dei ruoli non permette di sopportare il NO IL RAPPORTO CON LE REGOLE Gli studiosi francesi dicono che a 7 anni i bambini raggiungono l’age de raison e sono in grado di agire in maniera razionale e consapevole. PIAGET: periodo delle operazioni concrete: Il pensiero è decentrato, dinamico e reversibile Il bambino è meno egocentrico, assume prospettive altrui, considera l’intenzionalità dei comportamenti e sviluppa il giudizio morale (rompere una tazza per aiutare la mamma o per rubare un biscotto). Il presupposto per favorire l’acquisizione e il riconoscimento delle regole etiche e morali è l’interiorizzazione del valore di Sé e degli altri. Il punto di partenza è quindi l’educazione al rispetto di se stesso e dell’altro. Essa passa attraverso L’EDUCAZIONE AI SENTIMENTI E ALLE EMOZIONI che produce: l’auto-consapevolezza e la capacità introspettiva l’auto-controllo: la capacità di mettere in contatto il cuore con la mente e la mente con il comportamento l’empatia: la capacità di comprendere le emozioni degli altri (gioia, tristezza, dolore, disperazione…) l’altruismo: la capacità di preoccuparsi degli altri, di provare compassione, di controllare se stessi per evitare di ferire gli altri, di sostenere chi è in difficoltà. Educare al rispetto di sé Un genitore che non permette al bambino di mancargli di rispetto: • • • • gli insegna a riconoscere e accettare ruoli e gerarchie lo induce a sviluppare l’auto-controllo boccia l’uso della prepotenza lo stimola a credere nel valore della propria persona e nell’importanza di non meritarsi di essere trattato male 14 • gli offre un modello di come non essere vittima attraverso la convinzione di valere e di meritare il rispetto altrui Il rispetto per se stesso e per le proprie idee porta il bambino: a resistere alle pressioni dei pari (mode, sesso, droga…) a far valere le proprie scelte e posizioni anche quando non sono convenzionali a sviluppare la riflessione e il senso critico a tollerare di essere diverso dalla massa a tollerare chi è diverso dalla massa La ricchezza e la profondità dell’essere dipenderà dalla qualità dei valori e non dalla quantità di beni materiali. L’identità del bambino si struttura su ciò che è e non su ciò che possiede. La bulimia materialistica è un modo per riempire il vuoto di valori; se il bambino lega la propria identità e la conseguente accettazione di sé, a ciò che possiede, la sua immagine sarà sempre a repentaglio. Il rispetto per le cose L’abitudine a rompere facilmente, buttar via facilmente, ottenere facilmente non consente al bambino di capire l’importanza ed il valore delle cose. Sostituire subito un giocattolo rotto o un gatto morto, per risparmiare un dispiacere: priva dell’esperienza di lutto (soffrire per la perdita di qualcosa e riuscire a superare il dolore); non consente di attribuire un significato simbolico ed emotivo alle cose e il bambino non impara ad affezionarsi; impedisce al bambino di sviluppare il senso di realtà, di prendere coscienza che qualcosa può rompersi e sopportare che non funzioni più. Gli stili educativi • I genitori della nostra generazione chiedono il “consenso per governare” • Mettono al bando l’autorità all’affannosa ricerca dell’autorevolezza • Spiegano ai figli le regole, le decisioni, le punizioni (e si aspettano che siano anche d’accordo) 15 • Il risultato è che spesso perdono determinatezza, fermezza, coerenza e mostrano ai figli un’immagine insicura, fragile, sensibile, poco credibile, poco affidabile, immatura del proprio ruolo genitoriale I figli cercano nei genitori dei punti di riferimento, si aspettano che siano forti, coraggiosi, valorosi così da essere sicuri di potersi affidare a loro, di potersi fidare di loro. Lo stile educativo è la modalità con la quale un genitore entra in relazione con il proprio figlio per permettergli di: • • • • • • diventare autonomo sviluppare le proprie potenzialità non soccombere alle frustrazioni avere soddisfacenti relazioni sociali e sentimentali rispettare il sistema di norme e regole della società civile diventare un adulto maturo e responsabile L’educazione è un investimento per il futuro. Un corretto stile educativo deve essere coerente, deve dare cioè sempre risposte simili a comportamenti simili; Es: se un bambino che compie un’azione scorretta, viene trattato a volte con un rimprovero, a volte con indifferenza, a volte con ironia, potrebbe andare in confusione e non sapere se realmente sta sbagliando o no. L’adulto educante deve essere, a sua volta, coerente, deve cioè essere un modello di apprendimento valido e trasparente per il figlio che deve trovare corrispondenza tra le condotte richieste e quelle praticate; Es: se si vieta al bambino di dire parole volgari, l’efficacia di tale regola si rafforza se anche l’adulto la rispetta. Il patto genitoriale Il rito del matrimonio consacra la coppia e determina la costituzione di un patto coniugale. La nascita di un figlio induce i 2 coniugi a stipulare il patto genitoriale che deve garantire l’equilibrata compresenza di Aspetti protettivi ed empatici, tipici del codice materno Aspetti etici e normativi, tipici del codice paterno 16 Un corretto stile educativo mantiene una posizione equilibrata tra i due poli estremi: iperprotettivo e normativo. Un buon patto genitoriale consente alla coppia di bilanciarsi, di non accentuare l’uno o l’altro polo, così da non dare vita a un sistema relazionale distorto. Genitorialità: compiti di sviluppo Assunzione di una responsabilità genitoriale condivisa: • Costruire una “alleanza genitoriale”: negoziare le responsabilità reciproche e il grado di coinvolgimento richiesto e atteso dall’altro • Definire lo stile di parenting: il tipo di condotta che si intende adottare nella relazione con il figlio È fondamentale: Favorire la legittimazione reciproca: riconoscere e sostenere il ruolo genitoriale del coniuge. Integrare la dimensione genitoriale nella relazione coniugale. Elaborare le proprie singole storie relazionali con le rispettive famiglie d’origine. Cosa significa educare alle emozioni? Ogni bambino alla nascita è già programmato per connettersi e sintonizzarsi. Il suo programma di connessione è mediato e costituito da strutture neurofisiologiche molto particolari e altamente recettive: i neuroni specchio, l’a amigdala e altri centri del sistema limbico. Insieme costituiscono le “antenne” dei bambini, antenne che dovranno trovare le opportune sintonie con il mondo degli adulti per sviluppare tutte le possibili potenzialità di crescita. Solo il rispecchiamento tra genitori e figlio permette di imparare a costruirsi una cabina di pilotaggio interna efficace e competente. La “valigia di sicurezza” di un figlio si prepara realizzando la migliore sintonia possibile tra gli stati emotivi di chi chiede aiuto, protezione, condivisione e vicinanza (i figli) e chi offre cure, accudimento e scambio (genitori). Educare alle emozioni significa offrire ai figli le necessarie opportunità per apprendere a IDENTIFICARE, GESTIRE e MODULARE IL PROPRIO MONDO INTERNO costituito da sensazioni ed emozioni. Quando i figli sono piccoli, essi apprendono modulando i propri stati emozionali allo stato grezzo attraverso quello dei genitori, tendono cioè a verificare 17 che gli adulti significativi di riferimento attorno a loro sentano ciò che essi stessi stanno percependo. Affinché possa essere svolta un’efficace educazione emotiva è necessario che i genitori siano disponibili all’ascolto, decodifichino in modo adeguato bisogni e richieste dei figli, si comportino in modo autorevole e, soprattutto, abbiano tempo di farlo. Cosa possono fare i genitori (1) Conoscere se stessi • • Quello che voi pensate e provate ha una enorme influenza su come risponderete al comportamento di vostro figlio. Le vostre esperienze personali da bambini e da adulti, quello che i vostri genitori dicevano e facevano, le vostre credenze religiose, i vostri sentimenti ed il vostro retroterra culturale, hanno tutte una grossa importanza nell'influenzare il modo in cui affrontate l’esperienza genitoriale. Vecchi ricordi e sentimenti possono ritornare a galla ... paure, gioie o ricordi dolorosi possono rendere più facile o più difficile essere un genitore in grado di sostenere e aiutare. Cosa pensate della masturbazione, dell'omosessualità, degli stupri, dell'aborto, del sesso fuori dal matrimonio? Non permettete che i vostri problemi diventino i problemi di vostro figlio. (2) Prepararsi alle domande del figlio • • • Preparatevi per questo momento, guardando la sessualità del vostro figlio come parte del lungo viaggio verso la maturità. Riconoscete il fatto che il porsi domande e lo sperimentare con i comportamenti sono una componente del diventare indipendenti. Chiarite bene il vostro punto di vista personale, ma siate disposti ad ascoltare il loro punto di vista. I figli che sentono di avere il vostro sostegno diventano più capaci di affrontare la pressione delle relazioni quando diventano adulti. (3) E' possibile farvi delle domande? • • • Una gran parte dell'educazione sessuale avviene senza il benestare del genitore: negli spogliatoi, alle feste, attraverso i disegni sui muri, gli scherzi e le battute, i film e la televisione. Spesso avviene con modalità sensazionali e distorte. Vostro figlio ha bisogno di una bilancia su cui pesare tutte queste immagini: VOI dovete essere quella bilancia. Se non è facile avvicinarvi, vostro figlio potrà contare solo sugli amici o sulle altre fonti ed ottenere informazioni sbagliate. Se i vostri atteggiamenti tendono ad escludere, non si sentirà capace di avvicinarvi neanche quando le cose vanno nel modo sbagliato. (4) Evidenziare la componente relazionale 18 • Si è talmente presi dai "fatti" nell'educazione dei giovani che è facile di dimenticarsi del lato emozionale della sessualità, che è una componente molto importante della relazione tra due persone. Quando mostriamo 'considerazione' per i sentimenti delle altre persone e rispetto per il loro punto di vista ci accorgiamo che stare insieme agli altri è molto più facile e divertente. Educare i bambini a valorizzare e rispettare se stessi e gli altri fornisce delle solide basi per la realizzazione di buoni rapporti e di una sana vita sessuale. (5) Insegnare la responsabilità sessuale • • • I genitori possono inviare messaggi sessuali molto importanti anche senza parlare di "come si fanno i bambini". Voi influenzate enormemente il modo in cui vostro figlio tratta gli altri. Se mostrate che il sesso non è un'arma da usarsi contro qualcuno e che gli aspetti emozionali del sesso sono altrettanto importanti di quelli fisici, avete buone probabilità di crescere dei ragazzi che agiscono con responsabilità e sensibilità. Alcune famiglie possono incoraggiare la "doppia morale" dando l'impressione che va bene fare sesso per ragazzi, ma non per le ragazze. Questo può essere comunicato attraverso gli scherzi o le storie. I ragazzi e le ragazze usufruiscono tutti delle stesse informazioni sulla responsabilità sessuale; maschi e femmine hanno bisogno di imparare che la responsabilità sessuale è condivisa al 50%. Aiutate i vostri ragazzi, prima che inizino i corteggiamenti, a pensare a ciò in cui credono, a cosa vogliono e a cosa fare se si trovano in una situazione in cui si sentono pressati. (6) Dare informazioni • • • I genitori che aspettano il momento giusto per parlare del sesso ai figli potrebbero lasciar passare troppo tempo. Alcuni genitori hanno paura che dare informazioni possa essere visto come dire che il sesso va bene, ma le informazioni corrette non sono pericolose. . Incoraggiate i figli a richiedere il parere di un esperto quando è necessario. Questo può voler dire una visita dal medico di zona o al Consultorio. (7) Esplicitare le "regole del gioco" • • • • Imparate i contenuti delle leggi. In Italia (Legge 15 Febbraio 1996 N. 66) l'età minima per avere rapporti sessuali è di 14 anni per entrambi i sessi, maschi e femmine (16 in particolari condizioni), abbassata a 13 anni se la differenza di età tra i due non supera i tre anni. (Questo significa che è sempre illegale avere rapporti sessuali con qualcuno che abbia meno di 13 anni). Discutete delle regole del gioco con tutti i membri della famiglia in una situazione in cui c'è un dialogo tranquillo ed aperto, non durante un 'infuocato' incidente. I genitori hanno una serie di regole che riguardano quasi tutte le cose che accadono in una famiglia e ne fanno valere le conseguenze quando le regole vengono infrante. I figli di solito vogliono sapere perché i genitori prendono certe posizioni e qualche volta potreste non sembrare molto convincenti. A volte può essere importante poter dire: "Noi crediamo che sia nostra responsabilità aiutarti e proteggerti, fin quando lo potremo fare, sia che ti piaccia o no!" 19 (8) Assicurarsi che si sta parlando la stessa lingua • • Il significato che voi attribuite ad una determinata parola può essere molto diverso da quello che vi attribuisce vostro figlio. "Sesso" per voi può voler dire una gamma di comportamenti, quali ad es. coccolarsi, baciarsi, accarezzarsi, ecc., mentre un ragazzo quando sente questa parola pensa ai rapporti sessuali. Siate entrambi chiari su cosa intendete ogni volta che parlate. (9) Mantenersi informati • Leggete libri e riviste. Ascoltate altre persone, parlate con altri genitori per avere idee aggiornate sul loro modo di gestire le varie situazioni. Alcune trasmissioni televisive trattano questioni importanti per i giovani; qualche volta guardarle con vostro figlio vi fa mantenere aggiornati ed è una buona scusa per iniziare una discussione su quel argomento. (10) Prepararsi ai propri sentimenti e reazioni • • • • Pensate fin da ora a come risponderete a vostro figlio quando vi farà domande inerenti la sessualità. Spesso madri e padri reagiscono in modi abbastanza diversi tra loro e molte volte si comportano differentemente con i figli e con le figlie. Cosa direte? Come vi sentirete? Cosa farete? Entrambi i genitori condivideranno lo stesso punto di vista? Ne avete discusso insieme? Idealmente, vostro figlio o figlia ha bisogno di parlare con entrambi i genitori, singolarmente o insieme, per farsi un'opinione equilibrata. Potreste essere così presi dalle vostre emozioni da dovervi poi pentire per il modo in cui reagite. Se vi trovate in questa situazione, dite che avete bisogno di tempo e riprendete la questione in un momento in cui vi sentite maggiormente controllati. (11) Mantenere aperti i canali della comunicazione • • I vostri figli possono fare domande che confondono o fare affermazioni scandalizzanti. Rispondete onestamente alle domande e se non sapete rispondere dite che vi informerete o aiutateli a trovare la risposta. Provate a capire se c'è qualche altra domanda nascosta dietro alla domanda che vi fanno; potete dire "Mi sto chiedendo come mai mi stai facendo questa domanda .....?" (12) Prepararsi a punti di vista diversi • • Voi e vostro figlio o figlia potreste avere punti di vista molto diversi ed esserne fortemente convinti. Cercate di essere tolleranti e ragionevoli e siate disposti ad accettare che non è sempre possibile modificare una opinione decisa dei vostri figli. A lungo andare è molto più importante mantenere un rapporto con vostro figlio piuttosto che cercare di fargli accettare a tutti i costi le vostre idee. A cura di : dott.sa Elisa Codato 345/2158695 e-mail [email protected] dott.sa Anita Gasparini 348/5825290 e-mail [email protected] 20 21