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COME PARLANO LE EMOZIONI - ic2 Castelfranco Veneto

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COME PARLANO LE EMOZIONI - ic2 Castelfranco Veneto
COME PARLANO LE
EMOZIONI
Progetto di educazione affettiva e sessuale
per le classi quinte della scuola primaria
proposto dall’Istituto Comprensivo 2 –
Castelfranco Veneto
In collaborazione con:
Dott.sa Elisa Codato
345/2158695 e-mail [email protected]
Dott.sa Anita Gasparini
348/5825290 e-mail [email protected]
1
COSA SONO LE EMOZIONI?
EMOZIONI?
Le emozioni sono reazioni intense, improvvise, di breve durata causate da uno stimolo
ambientale (interno o esterno).
Provocano cambiamenti sulla persona a 3 livelli:
Fisiologico modificazioni riguardanti la respirazione, la pressione arteriosa, il battito
cardiaco, la circolazione, la digestione, ecc.
Comportamentale cambiano le espressioni facciali, la postura, il tono della voce e le
reazioni (attacco o fuga, per esempio)
Psicologico cambia ciò che sentiamo e proviamo personalmente, si modifica il controllo di
se stessi
Caratteristiche delle emozioni:
emozioni
- sono reazioni che partono dall’ambiente
-
hanno una durata breve
-
sono inconsapevoli
-
inizialmente non riusciamo a controllarle
L e emozioni si possono dividere in primarie e secondarie.
Secondo questa classificazione le emozioni primarie sono considerate, in generale, la base
di tutta la vita umana e la loro espressione è codificata in tutte le culture allo stesso modo.
Emozioni primarie:
ALLEGRIA, RABBIA, TRISTEZZA, PAURA, SORPRESA
A cosa servono le emozioni?
emozioni?
Le emozioni ci aiutano a capire meglio ciò che ci succede e ci danno importanti informazioni
su noi stessi, sugli altri e su noi insieme agli altri.
Avere consapevolezza delle proprie emozioni è utile per uno sviluppo adeguato della
personalità e per favorire il benessere psico-fisico.
2
Riconoscere le emozioni è importante per poter esprimerle nel modo giusto e per
controllarle (quando serve). Soltanto conoscendo noi stessi possiamo comprendere le
reazioni degli altri.
Le emozioni possono aumentare la loro intensità, cioè andare da un minimo ad un massimo,
proprio come la temperatura di un termometro. Si tratta sempre della stessa emozione, ma il
nome specifico cambia in base a quanta ne proviamo.
Ad esempio possiamo provare rabbia…ma di quale intensità (= quanta)?
Possiamo provare poca rabbia … e allora saremo solo infastiditi
Possiamo provare abbastanza rabbia … e allora saremo irritati
Possiamo provare molta rabbia … e allora saremo arrabbiati
Possiamo provare moltissima rabbia … e allora saremo furiosi.
furiosi.
L‘emozione non può essere equiparata al SENTIMENTO.
I sentimenti si riferiscono alla capacità di provare sensazioni ed emozioni in maniera
consapevole.
Il sentimento riguarda la coscienza delle proprie azioni, del proprio essere e dell’altro (ad es.
amore, amicizia). È il valore soggettivo attribuito ad uno stato emotivo.
Caratteristiche dei sentimenti:
- si riferiscono ad una o a più persone (o animali)
- sono meno intensi delle emozioni
- hanno una durata più lunga delle emozioni
- sono consapevoli
3
COMPENTENZA EMOTIVA
Un bambino deve imparare ad interagire con le emozioni e con i sentimenti, ciò significa che
deve sviluppare intelligenza emotiva.
Significa diventare competenti nel riconoscere le proprie emozione e i propri sentimenti e
quelli degli altri.
La competenza emotiva comprende:
Consapevolezza riguardo la propria condizione emotiva
Capacità di riconoscere le emozioni degli altri
Utilizzo del vocabolario dei sentimenti
Empatia
Capacità di far fronte ad emozioni negative
A che scopo i bambini devono acquisire lo sviluppo di una competenza emotiva?
I bambini che sanno interagire in modo competente con le loro emozioni hanno uno
sviluppo migliore;
I bambini che sanno interagire in modo competente con le loro emozioni sono competenti
anche socialmente, hanno migliori risultati scolastici e possono essere definiti
psicologicamente sani.
Che cosa influenza la competenza emotiva?
Caratteristiche individuali, quali il temperamento, influenzano la competenza emotiva
La predisposizione alla competenza emotiva si costruisce nella prima infanzia
attraverso la famiglia
Con il crescere dell‘età i coetanei influenzano la competenza emotiva.
Importanti abilità incluse nella competenza emotiva
•
Mostrare le emozioni
•
Codificare le emozioni degli altri
•
Denominare le emozioni
•
Regolare le emozioni
•
Empatia
4
Esprimere le emozioni
Un bambino dispone di meccanismi emotivi innati.
Sviluppo dell‘espressione delle emozioni primarie:
0-3 mesi: benessere vs ritiro
dai 3 mesi: emozioni primarie - felicità, rabbia, tristezza, paura, sorpresa, interesse
a partire dai 3 anni: emozioni più complesse – colpa, orgoglio
Esempio: il sorriso
•
•
•
•
Il sorriso del bambino è innato (già i neonati sorridono in modo inconsapevole);
Il sorriso nell‘evoluzione si è rivelato utile;
Fa sorgere nei genitori comportamenti di attenzione e cura;
Il sorriso promuove le relazioni e lo sviluppo.
Esempio: la paura dell‘estraneo
A 8 mesi i bambini mostrano intensamente paura. La paura del bambino si dimostra come
una emozione sensata, poiché assicura la sopravvivenza del bambino;
•
•
•
•
Controllare la spinta esplorativa
Il bambino rimane vicino ai genitori
È diffidente nei confronti degli estranei
La paura dell‘estraneo richiama nelle persone di riferimento il bisogno di proteggere il
bambino
Le emozioni sono funzionali:
Sorridere rafforza la relazione genitori-bambino
La paura assicura la sopravvivenza del bambino
Le emozioni sono utili. I genitori dovrebbero conoscere bene l’espressione delle emozioni!
5
Le emozioni, se mal gestite, possono fare danno!
Esempio: Vergogna
Una grande quantità di vergogna ha un effetto negativo sullo sviluppo del bambino:
Immagine negativa della propria persona
Disadattamento
Depressione
Ritirarsi
Rabbia e aggressività
Concludendo: i bambini non dovrebbero mai essere umiliati in pubblico!
Separazione tra il vissuto emotivo e l‘espressione dell'emozione
A partire dai tre anni i bambini possono differenziare tra il vissuto soggettivo e
l‘espressione esterna delle emozioni, ciò significa che acquisiscono delle strategie per non
lasciarsi in balia delle emozioni
Es. Massimizzare: esagerazione nell‘espressione emotiva, per ottenere attenzione e
sostegno genitoriale
Es. Minimizzare: indebolimento nell‘espressione emotiva delle emozioni vissute, tenendo
per sé la vera dimensione dei sentimenti
Concludendo: i bambini imparano a nascondere la vera dimensione delle loro emozioni!
6
Codificare le emozioni
Un bambino emotivamente competente può notare le emozioni degli altri e codificarle;
Perciò devono essere identificati i segnali verbali e non verbali.
Circa a sette mesi un bambino è in grado di percepire le espressioni del viso e diverse
tonalità della voce e di reagire a queste
“Attraverso il riferimento sociale il bambino cerca attivamente il contatto oculare con
un adulto di riferimento per orientarsi in situazioni di insicurezza al comportamento di
espressione emotiva dei genitori e utilizzare l’informazione così ottenuta per guidare il
proprio comportamento”(Petermann & Wiedebusch, 2003)
Concludendo: Il riferimento sociale serve a direzionare il comportamento!
Denominare le emozioni
Un bambino emotivamente competente conosce il vocabolario dei sentimenti
Competenza
linguistica
Competenza
emotiva
Competenza
sociale
Sviluppo dell‘espressione linguistica delle emozioni:
☼ 18 – 20 mesi: prime parole che esprimono sentimenti per indicare le emozioni base di
altri, comprensione di parole semplici che si riferiscono ad emozioni
☼ Fino ai 2 anni: discorsi rudimentali relativi alle emozioni, la comprensione passiva è
maggiore rispetto all‘utilizzo attivo
☼ Fino 4 anni: denominazione frequente delle emozioni altrui, discorsi dettagliati relativi
alle emozioni
☼ Fino ai 6 anni: vocabolario per emozioni complesse
☼ Fino ai 12 anni: ulteriore incremento del vocabolario emotivo
7
Le emozioni possono essere denominate solo in misura limitata
- All‘espressione linguistica delle emozioni vi sono dei limiti;
- Locuzioni quali “mi mancano le parole”, oppure “non riesco ad esprimere i miei sentimenti a
parole” dimostrano in modo impressionante i limiti del vocabolario emotivo.
Concludendo: supportate i bambini nell‘espressione delle emozioni!
Regolazione delle emozioni
Regolare le emozioni significa portare la condizione emotiva ad una misura ottimale rispetto
a misura ed intensità, tale da permettere di raggiungere i propri obiettivi e di rispettare
norme e regole della società.
Empatia
Empatia significa, mettersi nei panni di un altro, pensare, cosa pensa l‘altro e come ci si
potrebbe sentire al suo posto.
L‘empatia non è una caratteristica propria della personalità, bensì una capacità che va
appresa.
IN CHE MODO I GENITORI POSSONO SOSTENERE LA
COMPETENZA EMOTIVA ?
1. Clima emotivo in famiglia
2. Comunicazione relativa alle emozioni
3. Il giusto approccio nei confronti delle emozioni del bambino
4. Influenza dei genitori rispetto alla regolazione emotiva
5. Empatia
Clima emotivo in famiglia
Trattare apertamente sia i sentimenti positivi che quelli negativi del bambino;
Le emozioni sono utili “Tutti i sentimenti sono permessi, non, però, ogni
comportamento!”;
8
Dare ampio spazio soprattutto all‘espressione delle emozioni positive;
Trasmettere al bambino la sensazione di amarlo a tal punto, che egli può esprimere i
propri sentimenti in ogni momento;
Non far vergognare i bambini.
Denominare le emozioni
• Denominare le emozioni percepite già con i neonati;
• Condurre discorsi relativi alle emozioni (a partire da 1 anno e mezzo);
• Evitare differenze legate al sesso: spesso le madri stimolano in misura maggiore le figlie a
parlare di sentimenti, rispetto ai loro figli maschi
IL GIUSTO APPROCCIO ALLE EMOZIONI DEI BAMBINI:
• Accettare l‘espressione emotiva;
• Reagire alle emozioni con responsività genitoriale, significa la reazione immediata,
adeguata e sensibile dei genitori alle emozioni dei bambini;
• Sostenere il bambino nella regolazione delle emozioni;
• Reazioni troppo rigide e severe alle emozioni negative dei bambini limitano la competenza
emotiva dei bambini;
• Soprattutto i bambini più difficili traggono giovamento da uno stile educativo caloroso e
accettante.
L’influenza dei GENITORI sulla regolazione emotiva
• Non impedire l’espressione di emozioni negative attraverso punizioni (“Tutte le emozioni
sono permesse, ma non tutti i comportamenti!”, perché solamente le emozioni che
vengono mostrate possono essere regolate!)
• Accogliere in modo sensibile i sentimenti del bambino e consolarlo
• Sostegno nella regolazione emotiva: quanto più giovane il bambino, tanto maggiore
sostegno nel regolare le emozioni necessita
• Non lasciatevi guidare troppo da norme e regole sociali: frasi retoriche del tipo “I maschi
non piangono”, oppure “Le femmine non picchiano!” sono senza senso!
9
• Funzione modello: il modo in cui i genitori regolano le proprie emozioni funge da esempio
per i loro figli.
Promozione dell’empatia
• Educare in modo caloroso e sensibile
• Uno stile educativo arrabbiato e punitivo ha effetti negativi sullo sviluppo dell’empatia
• I genitori dovrebbero indirizzare i figli a mettersi nei panni altrui (per es. “Immagina di
essere tu in questa situazione. Come ti sentiresti?”)
• L’attenzione dei genitori dovrebbero essere posta sui sentimenti della vittima (per es.
“Non trovo giusto che tu prenda in giro la bambina per il suo aspetto. Per questo lei è
certamente triste.”)
• I genitori sono dei modelli.
I bambini emotivamente competenti sono anche socialmente competenti, hanno
prestazioni scolastiche migliori e sono psichicamente sani.
sullo
I genitori hanno una forte influenza sul
lo sviluppo della competenza emotiva
Concludendo: è utile riconsiderare alcune strategie e migliorarle!
10
COME SI COSTRUISCE L’IMMAGINE DI SE’?
Una persona sana possiede una immagine di sé in armonia con il suo
aspetto ed i suoi sentimenti
VARIABILI PERSONALI
•
•
•
•
Autostima
•
•
•
Ambiente di vita
•
•
Qualità delle relazioni
Auto-efficacia
Maturità dell’Io (controllo emotivo, gestione dell’ansia, tolleranza della frustrazione)
Stile di attribuzione delle cause degli eventi a fattori esterni o interni al soggetto
VARIABILI CONTESTUALI
Clima affettivo ed emotivo
Riconoscimento, accettazione e rispetto dei ruoli
VARIABILI RELAZIONALI
Qualità della comunicazione
AUTOSTIMA
Si sviluppa, a partire dalla nascita, all’interno dei processi di interazione con le figure
significative dell’ambiente di appartenenza. E’ il risultato, sempre progressivo e mutevole,
del rapporto tra:
Sé Percepito (ciò che si pensa di essere) e Sé Ideale (ciò che si vorrebbe essere)
Risultati reali (successi concretamente ottenuti) e Risultati attesi ideali
(aspettative idealizzate)
E’ una potente armatura per contrastare il disagio e stare bene con se stessi e con gli
altri.
Abbraccia diverse aree:
Emozionale: riconoscere la validità delle proprie emozioni, elaborarle e
gestirle;
Corporea: riconoscere ed accettare la propria immagine e le proprie
caratteristiche e capacità fisiche;
Familiare: sviluppare la consapevolezza di essere amati e valorizzati;
11
Interpersonale: percepirsi positivamente all’interno della dimensione socio
relazionale;
Ambientale: riconoscersi capace di esercitare un controllo sugli eventi e di
padroneggiare l’ambiente;
Scolastica/Lavorativa: riconoscersi capace di fronteggiare successi o
fallimenti.
UN BUON LIVELLO DI AUTOSTIMA FAVORISCE:
OTTIMISMO
FIDUCIA
CORAGGIO
EQUILIBRIO
COERENZA
INTEGRITÀ
AUTOEFFICACIA
È l’insieme di convinzioni riguardo alle proprie capacità di affrontare compiti, situazioni,
problemi, utilizzando risorse personali utili al raggiungimento dei propri obiettivi.
Consente di:
Reagire alle difficoltà della vita
Reggere gli sforzi
Perseverare di fronte agli ostacoli o ai fallimenti
Tollerare gli stress e le frustrazioni
Aumentare la motivazione
Attivare risorse cognitive
L’AUTOEFFICACIA E’ IL RISULTATO DI…
•
•
•
•
Esperienze dirette di padronanza e di successo
Esperienze vicarie di modellamento di competenze e strategie efficaci altrui
Persuasione verbale e altri tipi di influenza sociale
Reazioni fisiologiche o emotive, percepite durante lo svolgimento di un compito
Il modo in cui valutiamo la nostra capacità di far fronte ad una situazione, influenza
l’apprendimento e la prestazione.
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Di fronte alle difficoltà:
le persone insicure riguardo alle proprie capacità diminuiscono gli sforzi o
rinunciano.
Le persone che credono nelle proprie capacità aumentano gli sforzi e cercano il
successo.
EDUCARE ALLA LIBERTA’
Cosa significa:
AUTOSTIMA – AUTONOMIA – CREATIVITA’ =
Maggiore AUTOSTIMA
•
•
•
Stimolare la fiducia di riuscire ad affrontare le situazioni
•
•
Promuovere la CRESCITA, lo SVILUPPO, la MATURITA’
Credere di potercela fare da soli
Sapere individuare una soluzione anche nelle situazioni più difficili
In altri termini:
Crescere psicologicamente forti per essere liberi ed indipendenti.
La CREATIVITÀ necessita di:
☼
☼
☼
☼
☼
Flessibilità delle strutture mentali
Raffinatezza dei processi percettivi e sensoriali
Sensibilità
Emotività
Senso artistico / Talento
PROGETTUALITA’:
☼
☼
☼
☼
Inseguire i propri sogni, le proprie passioni
Non adagiarsi nella mediocrità
Non accontentarsi di essere i camaleonti della massa
Rendere straordinaria e gratificante la propria vita, nelle piccole cose di ogni giorno
STIMOLARE IL DESIDERIO E LA CONQUISTA:
Dare tutto e subito:
•
uccide il desiderio e priva del gusto della conquista
13
•
•
•
•
•
•
non permette l’attivazione del circuito evolutivo autostima - auto-efficacia –autostima
non consente di prendere contatto con le dimensioni emotive
non favorisce lo sviluppo delle capacità di tollerare le attese e le frustrazioni
non educa al valore delle cose
non incoraggia al rispetto dei ruoli
non permette di sopportare il NO
IL RAPPORTO CON LE REGOLE
Gli studiosi francesi dicono che a 7 anni i bambini raggiungono l’age de raison e sono in
grado di agire in maniera razionale e consapevole.
PIAGET: periodo delle operazioni concrete:
Il pensiero è decentrato, dinamico e reversibile
Il bambino è meno egocentrico, assume prospettive altrui, considera l’intenzionalità
dei comportamenti e sviluppa il giudizio morale (rompere una tazza per aiutare la
mamma o per rubare un biscotto).
Il presupposto per favorire l’acquisizione e il riconoscimento delle regole etiche e morali
è l’interiorizzazione del valore di Sé e degli altri. Il punto di partenza è quindi
l’educazione al rispetto di se stesso e dell’altro.
Essa passa attraverso L’EDUCAZIONE AI SENTIMENTI E ALLE EMOZIONI che
produce:
l’auto-consapevolezza e la capacità introspettiva
l’auto-controllo: la capacità di mettere in contatto il cuore con la mente e la mente
con il comportamento
l’empatia: la capacità di comprendere le emozioni degli altri (gioia, tristezza, dolore,
disperazione…)
l’altruismo:
la capacità di preoccuparsi degli altri, di provare compassione, di
controllare se stessi per evitare di ferire gli altri, di sostenere chi è in difficoltà.
Educare al rispetto di sé
Un genitore che non permette al bambino di mancargli di rispetto:
•
•
•
•
gli insegna a riconoscere e accettare ruoli e gerarchie
lo induce a sviluppare l’auto-controllo
boccia l’uso della prepotenza
lo stimola a credere nel valore della propria persona e nell’importanza di non meritarsi
di essere trattato male
14
•
gli offre un modello di come non essere vittima attraverso la convinzione di valere e di
meritare il rispetto altrui
Il rispetto per se stesso e per le proprie idee porta il bambino:
a resistere alle pressioni dei pari (mode, sesso, droga…)
a far valere le proprie scelte e posizioni anche quando non sono convenzionali
a sviluppare la riflessione e il senso critico
a tollerare di essere diverso dalla massa
a tollerare chi è diverso dalla massa
La ricchezza e la profondità dell’essere dipenderà dalla qualità dei valori e non dalla
quantità di beni materiali.
L’identità del bambino si struttura su ciò che è e non su ciò che possiede.
La bulimia materialistica è un modo per riempire il vuoto di valori; se il bambino lega la
propria identità e la conseguente accettazione di sé, a ciò che possiede, la sua immagine
sarà sempre a repentaglio.
Il rispetto per le cose
L’abitudine a rompere facilmente, buttar via facilmente, ottenere facilmente non
consente al bambino di capire l’importanza ed il valore delle cose.
Sostituire subito un giocattolo rotto o un gatto morto, per risparmiare un dispiacere:
priva dell’esperienza di lutto (soffrire per la perdita di qualcosa e riuscire a superare
il dolore);
non consente di attribuire un significato simbolico ed emotivo alle cose e il bambino
non impara ad affezionarsi;
impedisce
al bambino di sviluppare il senso di realtà, di prendere coscienza che
qualcosa può rompersi e sopportare che non funzioni più.
Gli stili educativi
• I genitori della nostra generazione chiedono il “consenso per governare”
• Mettono al bando l’autorità all’affannosa ricerca dell’autorevolezza
• Spiegano ai figli le regole, le decisioni, le punizioni (e si aspettano che
siano anche
d’accordo)
15
•
Il risultato è che spesso perdono determinatezza, fermezza, coerenza e mostrano ai
figli un’immagine insicura, fragile, sensibile, poco credibile, poco affidabile, immatura
del proprio ruolo genitoriale
I figli cercano nei genitori dei punti di riferimento, si aspettano che siano forti,
coraggiosi, valorosi così da essere sicuri di potersi affidare a loro, di potersi fidare di
loro.
Lo stile educativo è la modalità con la quale un genitore entra in relazione con il
proprio figlio per permettergli di:
•
•
•
•
•
•
diventare autonomo
sviluppare le proprie potenzialità
non soccombere alle frustrazioni
avere soddisfacenti relazioni sociali e sentimentali
rispettare il sistema di norme e regole della società civile
diventare un adulto maturo e responsabile
L’educazione è un investimento per il futuro.
Un corretto stile educativo deve essere coerente, deve dare cioè sempre risposte simili
a comportamenti simili;
Es: se un bambino che compie un’azione scorretta, viene trattato a volte con un
rimprovero, a volte con indifferenza, a volte con ironia, potrebbe andare in
confusione e non sapere se realmente sta sbagliando o no.
L’adulto educante deve essere, a sua volta, coerente, deve cioè essere un modello di
apprendimento valido e trasparente per il figlio che deve trovare corrispondenza tra le
condotte richieste e quelle praticate;
Es: se si vieta al bambino di dire parole volgari, l’efficacia di tale regola si
rafforza se anche l’adulto la rispetta.
Il patto genitoriale
Il rito del matrimonio consacra la coppia e determina la costituzione di un patto
coniugale. La nascita di un figlio induce i 2 coniugi a stipulare il patto genitoriale che deve
garantire l’equilibrata compresenza di
Aspetti protettivi ed empatici, tipici del codice materno
Aspetti etici e normativi, tipici del codice paterno
16
Un corretto stile educativo mantiene una posizione equilibrata tra i due poli estremi:
iperprotettivo e normativo.
Un buon patto genitoriale consente alla coppia di bilanciarsi, di non accentuare l’uno o
l’altro polo, così da non dare vita a un sistema relazionale distorto.
Genitorialità: compiti di sviluppo
Assunzione di una responsabilità genitoriale condivisa:
•
Costruire una “alleanza genitoriale”: negoziare le responsabilità reciproche e il grado
di coinvolgimento richiesto e atteso dall’altro
•
Definire lo stile di parenting: il tipo di condotta che si intende adottare nella
relazione con il figlio
È fondamentale:
Favorire
la legittimazione reciproca: riconoscere e sostenere il ruolo
genitoriale del coniuge.
Integrare la dimensione genitoriale nella relazione coniugale.
Elaborare le proprie singole storie relazionali con le rispettive famiglie d’origine.
Cosa significa educare alle emozioni?
Ogni bambino alla nascita è già programmato per connettersi e sintonizzarsi. Il suo
programma di connessione è mediato e costituito da strutture neurofisiologiche molto
particolari e altamente recettive: i neuroni specchio, l’a
amigdala e altri centri del sistema
limbico. Insieme costituiscono le “antenne” dei bambini, antenne che dovranno trovare le
opportune sintonie con il mondo degli adulti per sviluppare tutte le possibili potenzialità
di crescita.
Solo il rispecchiamento tra genitori e figlio permette di imparare a costruirsi una cabina
di pilotaggio interna efficace e competente. La “valigia di sicurezza” di un figlio si
prepara realizzando la migliore sintonia possibile tra gli stati emotivi di chi chiede aiuto,
protezione, condivisione e vicinanza (i figli) e chi offre cure, accudimento e scambio
(genitori).
Educare alle emozioni significa offrire ai figli le necessarie opportunità per apprendere a
IDENTIFICARE, GESTIRE e MODULARE IL PROPRIO MONDO INTERNO costituito da
sensazioni ed emozioni. Quando i figli sono piccoli, essi apprendono modulando i propri
stati emozionali allo stato grezzo attraverso quello dei genitori, tendono cioè a verificare
17
che gli adulti significativi di riferimento attorno a loro sentano ciò che essi stessi stanno
percependo.
Affinché possa essere svolta un’efficace educazione emotiva è necessario che i genitori
siano disponibili all’ascolto, decodifichino in modo adeguato bisogni e richieste dei figli, si
comportino in modo autorevole e, soprattutto, abbiano tempo di farlo.
Cosa possono fare i genitori
(1) Conoscere se stessi
•
•
Quello che voi pensate e provate ha una enorme influenza su come risponderete al
comportamento di vostro figlio. Le vostre esperienze personali da bambini e da adulti,
quello che i vostri genitori dicevano e facevano, le vostre credenze religiose, i vostri
sentimenti ed il vostro retroterra culturale, hanno tutte una grossa importanza
nell'influenzare il modo in cui affrontate l’esperienza genitoriale. Vecchi ricordi e
sentimenti possono ritornare a galla ... paure, gioie o ricordi dolorosi possono rendere
più facile o più difficile essere un genitore in grado di sostenere e aiutare.
Cosa pensate della masturbazione, dell'omosessualità, degli stupri, dell'aborto, del
sesso fuori dal matrimonio? Non permettete che i vostri problemi diventino i problemi
di vostro figlio.
(2) Prepararsi alle domande del figlio
•
•
•
Preparatevi per questo momento, guardando la sessualità del vostro figlio come parte
del lungo viaggio verso la maturità.
Riconoscete il fatto che il porsi domande e lo sperimentare con i comportamenti sono
una componente del diventare indipendenti.
Chiarite bene il vostro punto di vista personale, ma siate disposti ad ascoltare il loro
punto di vista. I figli che sentono di avere il vostro sostegno diventano più capaci di
affrontare la pressione delle relazioni quando diventano adulti.
(3) E' possibile farvi delle domande?
•
•
•
Una gran parte dell'educazione sessuale avviene senza il benestare del genitore: negli
spogliatoi, alle feste, attraverso i disegni sui muri, gli scherzi e le battute, i film e la
televisione. Spesso avviene con modalità sensazionali e distorte.
Vostro figlio ha bisogno di una bilancia su cui pesare tutte queste immagini: VOI
dovete essere quella bilancia.
Se non è facile avvicinarvi, vostro figlio potrà contare solo sugli amici o sulle altre
fonti ed ottenere informazioni sbagliate. Se i vostri atteggiamenti tendono ad
escludere, non si sentirà capace di avvicinarvi neanche quando le cose vanno nel
modo sbagliato.
(4) Evidenziare la componente relazionale
18
•
Si è talmente presi dai "fatti" nell'educazione dei giovani che è facile di dimenticarsi
del lato emozionale della sessualità, che è una componente molto importante della
relazione tra due persone. Quando mostriamo 'considerazione' per i sentimenti delle
altre persone e rispetto per il loro punto di vista ci accorgiamo che stare insieme agli
altri è molto più facile e divertente. Educare i bambini a valorizzare e rispettare se
stessi e gli altri fornisce delle solide basi per la realizzazione di buoni rapporti e di
una sana vita sessuale.
(5) Insegnare la responsabilità sessuale
•
•
•
I genitori possono inviare messaggi sessuali molto importanti anche senza parlare di
"come si fanno i bambini". Voi influenzate enormemente il modo in cui vostro figlio
tratta gli altri. Se mostrate che il sesso non è un'arma da usarsi contro qualcuno e
che gli aspetti emozionali del sesso sono altrettanto importanti di quelli fisici, avete
buone probabilità di crescere dei ragazzi che agiscono con responsabilità e sensibilità.
Alcune famiglie possono incoraggiare la "doppia morale" dando l'impressione che va
bene fare sesso per ragazzi, ma non per le ragazze. Questo può essere comunicato
attraverso gli scherzi o le storie. I ragazzi e le ragazze usufruiscono tutti delle stesse
informazioni sulla responsabilità sessuale; maschi e femmine hanno bisogno di
imparare che la responsabilità sessuale è condivisa al 50%.
Aiutate i vostri ragazzi, prima che inizino i corteggiamenti, a pensare a ciò in cui
credono, a cosa vogliono e a cosa fare se si trovano in una situazione in cui si
sentono pressati.
(6) Dare informazioni
•
•
•
I genitori che aspettano il momento giusto per parlare del sesso ai figli potrebbero
lasciar passare troppo tempo.
Alcuni genitori hanno paura che dare informazioni possa essere visto come dire che il
sesso va bene, ma le informazioni corrette non sono pericolose. .
Incoraggiate i figli a richiedere il parere di un esperto quando è necessario. Questo
può voler dire una visita dal medico di zona o al Consultorio.
(7) Esplicitare le "regole del gioco"
•
•
•
•
Imparate i contenuti delle leggi. In Italia (Legge 15 Febbraio 1996 N. 66) l'età minima
per avere rapporti sessuali è di 14 anni per entrambi i sessi, maschi e femmine (16 in
particolari condizioni), abbassata a 13 anni se la differenza di età tra i due non
supera i tre anni. (Questo significa che è sempre illegale avere rapporti sessuali con
qualcuno che abbia meno di 13 anni).
Discutete delle regole del gioco con tutti i membri della famiglia in una situazione in
cui c'è un dialogo tranquillo ed aperto, non durante un 'infuocato' incidente.
I genitori hanno una serie di regole che riguardano quasi tutte le cose che accadono
in una famiglia e ne fanno valere le conseguenze quando le regole vengono infrante.
I figli di solito vogliono sapere perché i genitori prendono certe posizioni e qualche
volta potreste non sembrare molto convincenti. A volte può essere importante poter
dire: "Noi crediamo che sia nostra responsabilità aiutarti e proteggerti, fin quando lo
potremo fare, sia che ti piaccia o no!"
19
(8) Assicurarsi che si sta parlando la stessa lingua
•
•
Il significato che voi attribuite ad una determinata parola può essere molto diverso da
quello che vi attribuisce vostro figlio. "Sesso" per voi può voler dire una gamma di
comportamenti, quali ad es. coccolarsi, baciarsi, accarezzarsi, ecc., mentre un
ragazzo quando sente questa parola pensa ai rapporti sessuali.
Siate entrambi chiari su cosa intendete ogni volta che parlate.
(9) Mantenersi informati
•
Leggete libri e riviste. Ascoltate altre persone, parlate con altri genitori per avere idee
aggiornate sul loro modo di gestire le varie situazioni. Alcune trasmissioni televisive
trattano questioni importanti per i giovani; qualche volta guardarle con vostro figlio vi
fa mantenere aggiornati ed è una buona scusa per iniziare una discussione su quel
argomento.
(10) Prepararsi ai propri sentimenti e reazioni
•
•
•
•
Pensate fin da ora a come risponderete a vostro figlio quando vi farà domande
inerenti la sessualità. Spesso madri e padri reagiscono in modi abbastanza diversi tra
loro e molte volte si comportano differentemente con i figli e con le figlie.
Cosa direte? Come vi sentirete? Cosa farete? Entrambi i genitori condivideranno lo
stesso punto di vista? Ne avete discusso insieme?
Idealmente, vostro figlio o figlia ha bisogno di parlare con entrambi i genitori,
singolarmente o insieme, per farsi un'opinione equilibrata.
Potreste essere così presi dalle vostre emozioni da dovervi poi pentire per il modo in
cui reagite. Se vi trovate in questa situazione, dite che avete bisogno di tempo e
riprendete la questione in un momento in cui vi sentite maggiormente controllati.
(11) Mantenere aperti i canali della comunicazione
•
•
I vostri figli possono fare domande che confondono o fare affermazioni scandalizzanti.
Rispondete onestamente alle domande e se non sapete rispondere dite che vi
informerete o aiutateli a trovare la risposta.
Provate a capire se c'è qualche altra domanda nascosta dietro alla domanda che vi
fanno; potete dire "Mi sto chiedendo come mai mi stai facendo questa domanda .....?"
(12) Prepararsi a punti di vista diversi
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•
Voi e vostro figlio o figlia potreste avere punti di vista molto diversi ed esserne
fortemente convinti. Cercate di essere tolleranti e ragionevoli e siate disposti ad
accettare che non è sempre possibile modificare una opinione decisa dei vostri figli.
A lungo andare è molto più importante mantenere un rapporto con vostro figlio
piuttosto che cercare di fargli accettare a tutti i costi le vostre idee.
A cura di : dott.sa Elisa Codato 345/2158695 e-mail [email protected]
dott.sa Anita Gasparini 348/5825290 e-mail [email protected]
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