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Dicono che sbagliando s`impara, che dagli errori ci

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Dicono che sbagliando s`impara, che dagli errori ci
Dicono che sbagliando s'impara, che dagli errori ci si rialza e si cammina più prestanti e forti di prima.
Dicono che l'amicizia è più importante dell'amore e che l'amico vero, quello a cui sveli il punto più nascosto
della tua anima, ti starà vicino sempre.
Dicono tante cose, forse per confortare i deboli, forse perché sono sempre state dette, forse un perché non
c'è.
Per me, dicono tante sciocchezze.
"Iole, forza scendi. La cena è pronta."
"Sì arrivo!"
Questa casa a due piani l'ho sempre odiata: sali, scendi, sali, scendi. Basta! Tutti invece la sognano, la
vogliono: "OH, che bella deve essere la tua casa!" o "Come vorrei vivere anche io in una villetta come la
tua!". Sarà anche bella, ma le scale sono davvero scomodissime. Ecco la cucina: grande, spaziosa, luminosa.
è tutta rossa, "come la passione" dice sempre papà, ridendo. Poi guarda mamma, la fulmina con gli occhi, le
va vicino, le cinge la vita e la bacia dolcemente. Anche oggi questa scena si presenta al mio sguardo.
Fortunatamente non sono una di quelle ragazze schizzinose, una di quelle che fanno un sacco di moine
quando si rendono finalmente conto che anche i propri genitori sono ancora innamorati. Anzi, io adoro
questa scena, perché mi fa credere nell'amore vero.
L'amore per i miei non è una sciocchezza. Non lo è nemmeno per me.
"Hey, Iole, dai siediti. Come stai?"
"Bene." Stasera non ho voglia di parlare. Stasera non tira aria buona su "Monte Iole". - Le preghiamo di non
iniziare a scalare: pericolo tempeste! "A scuola com'è andata?"
Dovrò dire alla mia mente di imparare a gridare, visto che con il pensiero evidentemente non riesce a
comunicare.
"Bene."
La cena sta per finire, finalmente. Il messaggio è arrivato a destinazione e papà ha smesso di provare a
iniziare una discussione padre-figlia. ho finito.
"Mamma, vado."
"Aspetta, devo dirti una cosa"
è preoccupata ...
"Dimmi." Voglio salire invece, già so dove vuole arrivare.
"Smettila di farti così male."
"Così come?" Non la guardo.
"Smettila di pensare a lei. Non ti vuole bene e te lo dimostra. Perché ti ostini a voler ancora la sua amicizia
falsa?"
Fredda. Pura. Unica. Ultima. Mi riga il viso, come hanno fatto molte altre prima di lei. Scorre, va giù, cade,
arriva al pavimento. Forse anche questa lacrima non sopportava di essere rimasta sola.
Guardo a terra. Penso alla domanda che mi ha già fatto tante altre volte mia mamma. Trovo una risposta
che non le ho mai dato. Mio padre mi guarda, stupito, stanco, seduto accanto al suo amore. Con un "Bene"
hanno capito tutto.
"Quando apri il tuo cuore ad una persona così tanto, ti fidi di lei al punto da darle la tua anima, difficilmente
riesci a dimenticarla. Ti manca lei, ti manca la tua anima. Quando vedi che quella che consideravi amica
vera la sua anima l'ha data ad un'altra, pensi che l'errore nel vostro rapporto è stato tuo. Rivedi tutti i vostri
momenti, i giochi, le risate ed i pianti, nella speranza di trovare qualcosa che ponga un fine alla tua
sofferenza, un ricordo che ti faccia dire 'Sì, ho sbagliato!'. Poi ti accorgi che hai sbagliato solo a fidarti
tremendamente della persona sbagliata. Hai perso l'anima, un'amica, hai sprecato anni della tua vita con
una persona che non ti voleva bene ... e perché? Perché era destino. Tenti di lottare contro questo destino,
di tornare indietro, in quell'illusoria felicità che alla fine ti faceva stare bene, pur nella menzogna di un bene
che ancora desideri. Ma non si può vincere la battaglia, si deve andare avanti. 'Dagli errori ci si rialza più
forti di prima'. Ora, dopo la mia tempesta, voglio la mia quiete. Ora voglio dimenticarla."
Silenzio. Nel silenzio risalgo le scale; ho lasciato i miei genitori impietriti ancora intorno alla tavola, non se
l'aspettavano. Ma io sono debole, ho bisogno di tempo per riprendermi da una guerra, di aggrapparmi a
quelle frasi fatte che nessuno sa da dove vengano solo per illudermi di essere forte, solo per illudermi di
aver lottato per quello in cui credevo. Ora mi aggrappo al corrimano per salire. Quando arrivo al primo
piano lo lascio, stanca. Lascio la debolezza, il mio passato, la guerra. Lascio le frasi fatte: tutte sciocchezze.
Ora sono forte. Sono salita e lei è rimasta giù, è lontana.
"Ciao." La saluto.
Vedo che la mia stanza è illuminata dalla luna. Sorrido.
"Si va avanti, Iole, quelle erano tutte sciocchezze."
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