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Miniere e turismo «Non ci credete e io me ne vado»

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Miniere e turismo «Non ci credete e io me ne vado»
L’ECO DI BERGAMO
30
MARTEDÌ 17 MARZO 2015
Provincia
Mille cunicoli in Lombardia
Venti quelli oggi visitabili
Sono circa un migliaio in Lombardia le miniere,
di cui un centinaio quelle che potenzialmente
si potrebbero valorizzare: una ventina quelle
già visitabili, alcune anche in Bergamasca.
[email protected]
www.ecodibergamo.it/cronaca/section/
Miniere e turismo
«Non ci credete
e io me ne vado»
La mappa delle miniere nella Bergamasca
Schilpario, fermo il progetto «Via del ferro»
Agoni: Comuni freddi, meglio la Val Trompia
Schilpario
ALICE BASSANESI
Mollo tutto e vado in Val Trompia. Non è uno scherzo, ma quello
che sta pensando di fare Anselmo
Agoni, della Cooperativa Ski-Mine di Schilpario, diviso tra progetti per la valorizzazione del patrimonio minerario da realizzare
sul territorio bergamasco e amministrazioni che, afferma lui,
latitano e non colgono occasioni
importanti. Perché avere un patrimonio minerario non basta,
bisogna avere vicino a sé anche
qualcuno che in quel patrimonio
ci crede, e ci investe.
Da soli non si va da nessuna
parte e lo sa bene Anselmo Agoni,
che nelle miniere ormai investe
da anni. Con la Ski-Mine ha creduto in una serie di progetti che
riguardano l’ambito minerario:
il collegamento tra il ribasso Maria di Lizzola a Valbondione e il
ribasso Venezia a Vilminore, parte dell’ambizioso progetto «Via
del ferro» rimasto al palo, oltre
alla stagionatura di formaggi o
vini nei cunicoli, sogno che sta
per realizzarsi in Val Trompia –
dove si sta anche valutando una
galleria della salute – e naufragato nella sua Schilpario.
E se nel paese scalvino ormai
quella della miniera Gaffione è
una realtà più che consolidata (il
parco minerario «Ing. Andrea
Bonicelli»riaprirà al pubblico nei
primi giorni di aprile), la cooperativa non ha avuto altrettanta
«fortuna» nella collaborazione
con altri comuni. «Qualche anno
fa – spiega Anselmo Agoni – avevamo ipotizzato un progetto di
collegamento tra Vilminore e
Valbondione». Il progetto aveva
mosso i primi passi approfittando della sinergia tra Comuni, Regione, Parco delle Orobie, Fondazione Cariplo e cooperativa (che
possiede i permessi di ricerca per
il mondo sotterraneo della zona);
la Ski-Mine aveva anche acquistato il forno fusorio di Valbondione, l’ultimo della zona, per
Il collegamento tra
Lizzola e Vilminore
al palo. Giudici:
fondi insufficienti
«Nel vuoto anche la
stagionatura di vini
e formaggelle
nei cunicoli»
ristrutturarlo e dargli una nuova
vita. Poi, in entrambi i comuni
sono cambiate le amministrazioni. «Entrambe – continua nel suo
piccolo sfogo Agoni – hanno lasciato cadere il progetto in un
dimenticatoio, non se ne sono
più interessate, anche dopo aver
investito nel progetto cifre importanti. Andare avanti da soli è
impossibile». Difficoltà che confermano anche le amministrazioni che erano state coinvolte
nel progetto. «Quando abbiamo
preso le redini dell’amministrazione comunale – spiega il sindaco di Valbondione, Sonia Simoncelli – pensavamo che questo
progetto avesse già una sua autonomia. In realtà abbiamo scoperto che non era così, sono emerse
criticità sulla disponibilità degli
spazi, con conseguenti difficoltà
oggettive nel dar corso al progetto». In poche parole il Comune
pensava di investire in un terreno di proprietà, ma la vendita al
Comune della zona in questione
non era stata ancora perfezionata.
Val Vedra
a Oltre il Colle
Camerata
Cornello
«Quello del Forno – sottolinea il
sindaco – è comunque un complesso di grande valore storicoculturale, ed è un peccato non
poter realizzare un progetto che
sicuramente lo avrebbe valorizzato. Ma bisogna fare i conti con
la realtà e con le difficoltà che le
amministrazioni incontrano in
questo periodo. Questa zona sarà
comunque valorizzata da una variante al Piano di governo del
territorio e ai Forni verrà dedicato prossimamente un intero
Consiglio comunale, a dimostrazione di quanto ci stia a cuore».
Si cambia versante della montagna, ma i problemi sono pressoché simili. «Il progetto della
“Via del Ferro” per il momento
si è arenato – spiega Guido Giudici, sindaco di Vilminore di Scalve
– perché la copertura finanziaria
(si parlava di 4 milioni di euro,
ndr) per realizzarlo non era suffi-
Parre
Premolo
Gorno
Dossena
0
Presto un Consiglio
monte Grem
a Oneta
km
2
monte Pedrozio
a Serina
monte
Belloro
Una visita guidata all’interno della miniera Gaffione, a Schilpario
Colere investe nel percorso geologico rivolto alle scuole
COLERE
Di estrazione mineraria
tutta la Valle di Scalve ha vissuto
per anni. E se a Schilpario oggi l’attività turistica legata alla valorizzazione dei cunicoli dismessi ormai è consolidata, se a Vilminore
si spera di poter investire in futuro
in un collegamento sotterraneo
con Valbondione, anche Colere
non può essere da meno. L’amministrazione ha scelto di investire
infatti nella riapertura al pubblico
delle miniere della Presolana: l’associazione «La Strada Verde», che
fa capo al Comune, ha acquisito
dalla Cooperativa Ski – Mine i permessi di ricerca, ed è pronta a pro-
porre un percorso unico che ruota
intorno alle miniere.
«Per essere precisi – sottolinea
il sindaco Benedetto Bonomo –
non investiamo solo nella riapertura delle miniere, ma abbiamo
strutturato un percorso geologico
sul territorio comunale che saprà
distinguersi dagli altri, in particolare in relazione all’offerta dedicata alle scuole».
Si inizia in Via Mala, con i percorsi geologici che la zona offre, si
continua all’Ecomuseo (realizzato in quelle che erano le ex laverie)
e poi ci si sposta a bordo di jeep a
quota 2.000 metri.
«Le nostre – sottolinea Bono-
Il museo delle miniere di Colere
monte
Trevasco
mo – sono le miniere più in quota
dell’intera Bergamasca: l’imbocco
si trova sopra i 2.000 metri d’altitudine. Lì si potrà visitare l’intero
villaggio di minatori, ristrutturato
di recente, dove verrà allestita anche un’altra aula didattica. E poi
ovviamente, il pezzo forte: la miniera, dove attraverso specifici
percorsi si arriverà a visitare le
nostre cattedrali».
Qualche gruppo ha già avuto la
fortuna di poter entrare nei cunicoli quest’inverno “e sperimentare la sensazione dello sbalzo termico, con -25 gradi all’esterno e +
10 all’interno della miniera, dove
la temperatura è costante.
«Noi ora abbiamo preparato le
guide, alcune delle quali sono ex
minatori che lì hanno lavorato e
che hanno anche un rapporto “affettivo”conquellaminiera,everso
maggio presenteremo ufficialmente la nostra proposta alle
scuole. Andremo anche a trovare
i provveditori di Bergamo e Brescia per raccontargli la straordinarietà del nostro progetto». Un percorso che rappresenta anni di investimenti da parte delle amministrazioni e che inizierà a dare i propri frutti. «Vogliamo anche proporre–concludeBonomo–eventi
particolari all’interno della miniera: sperimenteremo alcuni strumenti musicali nell’eco delle cattedrali, e anche alcuni percorsi culinari. Anche se la nostra priorità
rimarrà il turismo scolastico». 1
A. Ba.
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L’ECO DI BERGAMO
MARTEDÌ 17 MARZO 2015
Nelle viscere della terra
Visita guidata al sito di Gorno
Valbondione
Schilpario
Vilminore
di Scalve
Tre ore per un viaggio nel tempo,
nella pancia della terra. È la proposta del Comune di Gorno con
l’Ecomuseo delle miniere del paese della Valle del Riso, che sabato
invitano a una visita guidata all’Ecomuseo oltre che al sito minerario di Costa Jels. L’appuntamento rientra nel progetto «Riscopriamo le antiche miniere me-
tallifere» finanziato dalla Regione Lombardia, promosso dal Comune di Gorno in previsione di
Expo.
Questo il programma: il ritrovo
è previsto alle 14,50 in piazza Bersaglieri a Gorno, davanti al museo
delle miniere dove inizierà l’attività di workshop dal titolo «Viaggio nel tempo». Alle 16,30 circa ci
si trasferirà con navetta alle miniere di Costa Jels per l’inizio della visita in miniera, che terminerà
alle 18.
Per la visita in miniera si consigliano scarponcini o scarpe sportive e giacca a vento, visto che la
temperatura costante è di 10 gradi centigradi. Per iscriversi c’è
tempo fino al 25 marzo: basta te-
Più sicuri nei cunicoli
Stretta sui controlli
La Giunta regionale vara il nuovo regolamento
Verifiche agli impianti e roccia sorvegliata speciale
Colere
FABIO FLORINDI
Castione
ciente. Un peccato perché la galleria è molto bella, e si è anche
mantenuta in discrete condizioni. Inoltre all’interno c’è anche
un androne spazioso, un luogo
che poteva essere utilizzato non
solo per le visite guidate, ma anche per concerti ed eventi culturali. Nulla ci vieta però di riprenderlo presto, se le condizioni economiche torneranno a essere favorevoli».
Giudici è anche il presidente
della Latteria sociale montana di
Scalve, l’altro soggetto che aveva
affiancato la Ski-Mine in un altro
progetto, quello della stagionatura delle formaggelle in appositi
cunicoli. «Anche in questo ambito purtroppo siamo fermi, ma
sempre disponibili a riavviare la
collaborazione». Quello culina-
rio era un altro importante tassello nel quale la Ski-Mine aveva
investito: far stagionare vini e
formaggelle in cunicoli appositi,
per caratterizzare ancora di più
uno dei prodotti simbolo della
Valle di Scalve. «Anche in questo
caso la collaborazione – continua
Anselmo Agoni – è caduta nel
vuoto».
Quindi che fare? Non resta che
«espatriare», spostarsi per lo meno di qualche valle. «Il progetto
delle formaggelle – conclude – lo
stiamo proponendo anche in Val
Trompia, lì gli amministratori ci
sostengono, con le parole e con
i fatti, mentre qui non abbiamo
mai sentito nemmeno un “bravo” per quello che stavamo facendo anche per il territorio». 1
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Valorizzare le miniere
dismesse attraverso la promozione dei territori e la messa in
sicurezza delle strutture. Questo
l’obiettivo di una delibera della
Giunta regionale, approvata su
proposta dell’assessore all’Ambiente Claudia Terzi (Lega
Nord), che introduce un regolamento sull’utilizzo e la valorizzazione del patrimonio minerario
dismesso.
Sono circa 1.000, in totale, le
miniere presenti in Lombardia,
di cui un centinaio potenzialmente valorizzabili. Quelle già
oggetto di valorizzazione e già
visitabili sono circa una ventina,
tra queste c’è Gorno in Valle Seriana per cui la Regione Lombardia ha investito negli anni circa
2 milioni di euro. Su tutto il territorio regionale sono stati stanziati poco meno di 3 milioni di
euro. Per i complessi minerari di
Gorno, Oneta e Oltre il Colle l’accordo di programma con la Regione Lombardia era finalizzato
a migliorare la sicurezza e l’offerta delle visite agli ex complessi
minierari, ma anche a interventi
ai musei etnografici e mineralogi
del territorio. Interventi per lo
più attuati, mentre stanno per
essere realizzate le ultime due
opere: «La sistemazione dell’imbocco di una galleria – spiega il
sindaco di Gorno Valter Quistini
– e di una strada, con la scogliera
a sostenerla, mentre su Oneta
sono previsti lavori alla miniera
Foghera».Oltre ai 2 milioni per
la Valle del Riso, 250.000 sono
andati ai Resinelli e 500.000 per
la Val Trompia.
Il regolamento approvato ieri
specifica in particolare i criteri e
le modalità per il rilascio dell’autorizzazione relativa agli interventi di valorizzazione ai fini di
ricerca scientifica, turistica e cul-
Fu per decenni il più
grande giacimento mondiale di
fluorite. Da qui , infatti, partiva
il minerale che per anni servì
anche all’industria aerospaziale americana: veniva utilizzata
come componente dei combustibili dei razzi vettori (gli Atlas e i Saturno).
Dal 1981 la chiusura e l’abbandono. Ora, le miniere di
Paglio Pignolino di Dossena,
riaprono come meta turistica,
un modo anche per ricordare
chi per secoli lavorò sotto terra, in condizioni magari disumane. E per ricordare quella
che per secoli fu anche una
delle fonti di sostentamento
economico del paese.
Il merito dell’Amministrazione comunale che, con l’apporto di volontari (alpini, fanti,
antincendio boschivo), hanno
ripulito e messo in sicurezza
circa 300 metri (dei 12 chilometri) di miniera. Lo scorso
dicembre, in occasione della
ricorrenza di Santa Barbara, il
debutto, con una celebrazione,
ma anche spettacoli e letture.
E a maggio si replica. «Stiamo sistemando l’ingresso delle
miniere – spiega il sindaco
Fabio Bonzi – e nei progetti c’è
il prolungamento del percorso
visitabile, per altri 500 metri.
In tal modo andremmo a creare un anello, con entrate e uscite differenti. I primi 300 metri
sono già in sicurezza e illuminati. In fondo c’è uno spazio
vuoto che può ospitare fino a
200 persone: qui, a maggio,
allestiremo ancora uno spettacolo teatrale sulla Prima guerra mondiale. Stiamo poi costituendo un’associazione che
possa dare continuità alle visite guidate, magari dalla primavera fino a fine estate».
Le miniere di Dossena sono
conosciute fin dall’antichità se,
turale concernenti le miniere dismesse. La valorizzazione di questi siti riguarda sia cantieri abbandonati di vecchie coltivazioni, sia cantieri non più attivi all’interno di miniere per i quali sia
stato dichiarato l’esaurimento da
parte dell’autorità mineraria.
L’autorizzazione viene rilasciata da Regione Lombardia,
che definisce anche le procedure
necessarie per ottenerla, i tempi
e il coinvolgimento del Comune
sede dell’attività di valorizzazione. Chi richiede l’autorizzazione
deve presentare l’intero programma di valorizzazione del patrimonio dismesso con particolare riferimento alle questioni
concernenti la sicurezza.
Costante monitoraggio
Le miniere di Gorno, in Val del Riso
Visitatori, lo scorso dicembre, nelle miniere di Dossena
Chi richiede
In questi anni
l’autorizzazione deve stanziati per la Valle
presentare il piano
del Riso 2 milioni:
di valorizzazione
ora le ultime opere
Tra le misure previste, il fatto che
le gallerie saranno sottoposte ad
un costante monitoraggio per la
verifica dello stato della roccia e
delle strutture di sostegno e dei
binari. Inoltre il trenino, gli impianti elettrici e pneumatici, il
circuito degli interfoni, saranno
sottoposti a manutenzione periodica programmata. L’esterno
della miniera, poi, sarà dotato di
presidio di primo soccorso e le
guide che accompagneranno i
visitatori verranno formate per
il tramite di appositi corsi di formazione e aggiornamento.
Commentando l’approvazione della delibera, l’assessore Terzi ha ricordato che la Lombardia
e la Bergamasca hanno «un ingente patrimonio di miniere dismesse, memoria storica delle
attività di coltivazione mineraria
che hanno caratterizzato l’economia lombarda nel recente e
lontano passato». Dunque «per
consentirne la visita da parte del
pubblico in condizioni di sicurezza Regione Lombardia nel
2009 aveva approvato una legge,
che ha colmato un vuoto normativo, il quale aveva certamente
ostacolato lo sviluppo delle attività di valorizzazione, esponendo anche a rischi i visitatori dei
siti, per carenza di interventi di
messa in sicurezza, lasciati alla
libera scelta degli operatori».
E, proprio a partire da quella
legge, ieri c’è stato il via libera
della Giunta alla delibera sulla
valorizzazione del patrimonio
minerario regionale attraverso
l’approvazione del regolamento. 1
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Dossena apre alle visite il giacimento mondiale di fluorite
DOSSENA
lefonare al numero 342.3897672.
La visita è gratuita per i soci dell’associazione Mat Club in regola
con il rinnovo del tesseramento.
La tessera si può rinnovare in orari di apertura del Museo Arte
Tempo venerdì dalle 15,30 alle
18,30 e sabato e domenica dalle 10
alle 12 e dalle 15,30 alle 18,30 o a
Gorno il giorno della visita.
Riaperte le antiche miniere di Dossena VALBREMBANAWEB
addirittura, Plinio il Vecchio,
nella sua Naturalis Historia,
cita la «cadmia» (calamina, minerale di zinco) estratta nel
territorio bergamasco.
Leonardo da Vinci, nel 1509,
invece, in visita nella Bergamasca, tracciò le mappe delle valli
Brembana e Seriana indicando
con precisione Dossena. Si sa
anche che l’attività estrattiva
della calamina iniziò nel 1874
grazie al banchiere livornese
Flaminio Modigliani, padre del
pittore-scultore Amedeo. Dopo di lui lo sfruttamento continuò fino all’esaurimento del
minerale, con società inglesi e
austro-belghe. Finché, con gli
Anni ’30 del secolo scorso, si
arriva alle miniere di fluorite. 1
G. Gh.
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