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Si definisce moto in caduta libera quello di un
Si definisc e moto in caduta libera quello di un oggetto sottoposto alla sola forza di gravità. E’ noto che si tratta di un moto uniformemente acc elerato verso il basso c on . I modulo di questa a = −9.81 m/s2 l acc elerazione si indica c on g = 9.81 m/s2 . Ad esempio un sasso lanc iato verso l’alto, immediatamente dopo il distacc o descrive un moto in caduta libera, tanto nella fase di salita quanto in quella di disc esa . La c ostanza nel tempo dell’acc elerazione assic ura la simmetria del moto delle due fasi, prec edente e succ essiva all’istante di massima altezza . Durante la salita, ogni sec ondo sono sottratti 9.81 m/s al modulo della veloc ità iniziale finché questa non si annulla, e succ essivamente, durante la disc esa, gli stessi 9.81 m/s sono addizionati ogni sec ondo verso il basso e quindi l’oggetto riassumerà nec essariamente tutti i valori di veloc ità dell’andata . Esempio 1 do il palloncino ha ragg i nto m/s Un bambino lascia andare un palloncino che sale con velocità costante di , . Quan u 3.0 ltezza di d t ca me te u a o per co p r o, mpr me do u a ve oc tà n’a am o a c a ver a e u 4.0 m il b bin l n i i l n n s ss l il i i n n l i inizi l i 20 m/s . Qual è l’altezza raggiunta dal palloncino nell’istante in cui scoppia? Se il bambino manca il bersaglio dopo quanti , secondi il sasso ripasserà nuovamente davanti al palloncino? Scriviamo la legge oraria del sasso assumendo che parta dal livello del terreno: 3.0 m/s ys = 15t − 4.9t 2 e quella del palloncino, che non è in caduta libera in quanto la sua velocità è costante per effetto della spinta di Archimede da parte dell’aria. 4.0 m y p = 4.0 + 3.0t Uguagliandole abbiamo: 20 m/s 20t − 4.9t 2 = 5.0 + 3.0t 4.9t 2 − 17t + 4.0 = 0 ⇒ t = 7.0 ± 289 − 4 × (4.0) × (4.9) 9.8 ⇒ t1 = 0.30 s ∨ t2 = 3.2 s ed il tempo maggiore corrisponde al secondo passaggio del sasso qualora il bambino mancasse il bersaglio. Esempio 2 d àd Un sasso viene lasciato cadere da un grattacielo ed il tonf o viene udito dopo , 8.70 s . Sapen o che la velocit el suono nell’aria è c = 340 m/s , si dica quanto è alto l’edif icio. s Indichiamo con y 0 l’altezza del grattacielo, che coincide con la quota iniziale del sasso, mentre la velocità iniziale è nulla. Uguagliando a zero la legge oraria della posizione del sasso si trova il suo tempo di caduta: 1 y(t ) = y0 − gt 2 = 0 ⇒ t1 = 2 2y 0 g 1 Per giungere all’orecchio percorrendo la distanza y 0 con velocità costante il suono impiega un tempo: t2 = y0 340 y0 e la somma di queste due quantità deve fare: t1 + t2 = 340 × 2 y + y = 8.70 × 340 0 0 g ⇒ 2y0 y + 0 = 8.70 s , per cui: g 340 152 y 0 + y0 = 2958 l’elevazione al quadrato di ambo i membri creerebbe difficoltà con le cifre significative per cui conviene porre z = y 0 e risolvere l’equazione nella variabile ausiliaria: z 2 + 152z − 2958 = 0 ⇒ z = −152 ± 1522 + 4 × 2958 −152 ± 187 = ⇒ z = 17.5 2 2 avendo scartato per ovvi motivi la soluzione negativa. Si ottiene quindi y 0 = z 2 = 306 m . Esempio 3 A lica a sf aticatissima st d t ssa di q arta A m dita f ra sé sé f ac d nge , un e e en o un u en e u sereno bilancio del suo studio dellaf isica. a che dè ‘sta robba? Nun ciò capito gnente. - M In nome della scienza, decide così di verif icare di persona la caduta libera lanciandosi dallaf inestra del Kennedy dopo aver posizionato un tappeto a molla sulf ondo. Vola g iù f elice e passa davanti alla f inestra del piano di sotto, impieg ando 0.125 s a percorrere la luce verticale che è di 1.20 m. Quindi rimbalza perf ettamente sulla molla ripartendo con la medesima velocità con cui aveva toccato terra. Risale f ino a ripassare davanti alla stessa f inestra ed impieg a ancora 0.125 s ad attraversarla. Se, nel complesso, il tempo trascorso sotto al davanzale dellaf inestra è 2.00 s: 1.20 m 1. Da che altezza si è lasciata cadere ? 2. Qual è la sua velocità dopo 0.25 m di caduta? y2 Trattandosi di un moto in caduta libera, il problema è simmetrico in relazione alla caduta ed alla risalita, se quindi il tempo di permanenza sotto al davanzale è 2.00 s , dobbiamo concludere che 1.00 s è di caduta ed 1.00 s di risalita. y1 Conviene scrivere la legge oraria della fase di risalita: 1 y(t ) = v0t − gt 2 2 nella quale è ignoto il valore della velocità iniziale v0 . Indichiamo con y1 l’altezza del davanzale, raggiunta nell’istante t1 , e con y2 l’altezza del bordo in alto della finestra, raggiunta nell’istante t2 , quindi : 2 1 y1 = v0t1 − gt12 2 1 y2 = v0t2 − gt22 2 Sappiamo dal testo che: t1 = 1.00 s ; t2 = 1.00 + 0.125 = 1.13 s ; y1 − y2 = 1.20 m sottraendo le due relazioni precedenti si ottiene un’equazione nella sola incognita v0 : 1 y2 − y1 = v 0 (t2 − t1 ) − g(t22 − t12 ) = 1.20 m 2 sostituendo i valori noti: 1 v0 (1.13 − 1.00) − g(1.132 − 1.002 ) = 1.20 2 1.20 + 4.90(1.132 − 1.00) v0 = = 20.0 m/s 0.130 Dalla formula v 2 = v02 + 2a ∆x si ricavano subito sia l’altezza da cui è avvenuta la caduta, che coincide con l’altezza di massima risalita, sia la velocità dopo 2.50 m di caduta: 2 v 2 = v02 − 2g(h − 0) = 0 ⇒ h = (20.0) v02 = = 20.4 m 2g 2 × 9.81 v 2 = v02 − 2g(−2.50) = 49.0 ⇒ v = 7.00 m/s Esempio 4 Due palle lasciate cadere da una stessa altezza in tempi successivi non mantengono costante la loro distanza dato che la palla che parte per prima sarà in ogni istante più veloce della seconda e quindi ogni secondo percorrerà un tratto che è sempre maggiore. La distanza pertanto cresce con il tempo. 3 La caduta libera in due dimensioni si studia facilmente grazie al principio d’indipendenza dei moti in direzioni perpendicolari scoperto da Galileo, vale a dire che il moto orizzontale ha le stesse caratteristiche che avrebbe se il moto verticale non ci fosse, e viceversa. E’ a motivo di tale principio che in fisica vengono introdotti degli oggetti matematici, i vettori, che si sommano tramite la regola del parallelogramma, una tecnica grafica che permette di visualizzare il risultato che si ottiene eseguendo addizioni e sottrazioni di posizioni, velocità ed accelerazioni sommando in modo completamente indipendente le coordinate in direzioni perpendicolari. LA CINEMATICA DEL MOTO DI UN PUNTO MATERIALE IN UNA DIREZIONE E’ INDIPeNDENTE DA QUELLA CHE IL PUNTO HA IN UNA QUALUNQUE ALTRA DIREZIONE AD ESSA PERPENDICOLARE Un tizio che lancia una palla in alto, con velocità iniziale esattamente verticale, mentre è trasportato da un tappeto scorrevole con velocità costante, si vede la palla ricadere nelle mani. Il moto verticale della palla non ha influenzato quello orizzontale che la palla inizialmente possedeva perché trascinata dal nastro. Una palla lasciata cadere dalla bocca di un cannone in cima ad un’altura, tocca terra nel medesimo istante in cui lo fa un’altra palla contemporaneamente sparata in direzione orizzontale. Dato che il moto orizzontale impresso dal cannone non modifica in alcun modo quello verticale, il tempo di caduta dei due gravi deve essere lo stesso. y v0 y0 vx vy vx vy vx x 0 vy 4 Cinematica del lancio orizz ontale Come si vede in figura la velocità orizzontale resta costante: non essendoci forza in quella direzione non c’è nemmeno accelerazione. La velocità verticale aumenta ogni secondo di 9.8 m/s verso il basso a causa della forza dovuta al peso, ma questo non ha nessuna influenza sul moto orizzontale. Possiamo immaginare due luci che illuminano il proiettile, una dall’alto ed una da sinistra. Le due ombre proiettate sugli assi seguono moti indipendenti, ognuno governato dalla sua componente di velocità iniziale e dalla sua componente di forza. Scriviamo le leggi orarie: x = v0t posizione: 1 2 y = y0 − gt 2 vx = v0 velocità vy = −gt t = x v0 traiettoria g y = y0 − 2 x 2 2v0 Il tempo di caduta è lo stesso che nel caso verticale, e così per la velocità verticale nell’istante in cui tocca terra: v 2y 0 t* = 0 = ; vy* = − 2y0 g g g la gittata R (range) si ottiene inserendo il tempo di caduta nell’equazione oraria della posizione lungo la direzione orizzontale: R = v0 2y 0 g Esempio 5 Un cannone spara orizzontalmente un proiettile da una collina alta 150 m , con una velocità iniziale di 250 m/s . Si dica a quale distanza dalla verticale che passa per il cannone cade il proiettile, e qual è la sua altezza quando si trova a 700 m da tale verticale. Scriviamo la legge oraria della posizione per il proiettile e da questa ricaviamone la traiettoria: x = 250t ⇒ y = 150 − (7.85 × 10−5 ) x 2 y = 150 − 4.91t 2 come si vede il coefficiente del termine di secondo grado (7.85 × 10−5 ) nella traiettoria è molto piccolo rispetto agli altri numeri, il che indica che si tratta di una parabola molto allargata, come ci aspettiamo osservando che in un colpo di cannone i primi metri sono percorsi da proiettile praticamente in orizzontale. Imponiamo che l’altezza sia nulla per trovare la gittata: 150 − (7.85 × 10−5 ) x 2 = 0 ⇒ x = 150 m 250 m/s 150 = 1382 m 7.85 × 10−5 112 m Sostituendo la posizione x = 700 m nella traiettoria troviamo l’altezza corrispondente: 700 m 1382 m 150 − (7.85 × 10−5 )× 7002 = 112 m 5 Esempio 6 Una ragazza affacciata da un balcone alto 8.0 m lancia una rosa in direzione orizzontale per il suo innamorato che si trova alla distanza di 4.0 m dal muro della casa. Trascurando la resistenza dell’aria, si dica v0 8.0 m con quale velocità deve lanciare al rosa affinché cada nelle mani del ragazzo, se questi si china raccogliendola un istante prima che tocchi terra. Scriviamo la legge oraria della posizione per la rosa e da questa ricaviamone la traiettoria: 4.0 m 4.9 x = v0t ⇒ y = 8.0 − 2 x 2 2 y = 8.0 − 4.9t v 0 imponiamo che alla distanza di 4.0 m l’altezza della rosa sia zero e troviamo un’equazione nella sola incognita v0 : 4.9 8.0 − 2 × 4.02 = 0.0 ⇒ v 0 = v0 4.9 × 4.02 = 3.1 m/s 8.0 Esempio 7 Una pallina rotola giù da un piano con velocità orizzontale di 4.8 m/s . Sapendo che tocca terra dopo 0.80 s si dica quanto è alto il piano, a quale distanza cade la biglia e quant’è la sua velocità un istante prima di toccare terra. Scriviamo le leggi orarie della velocità e della posizione per la pallina e da quest’ultima ricaviamo la traiettoria: vx = 4.8 vy = −9.8t x = 4.8t ⇒ y = y 0 − 0.23x 2 y = y 0 − 4.9t 2 v0 y0 Sapendo che la pallina è a terra dopo 0.80 s troviamo l’altezza del piano e la gittata del lancio: vx 2 y 0 − 4.9 × (0.80) = 0 ⇒ y0 = 3.1 m x = 4.8 × 0.80 = 3.8 m troviamo la componente verticale della velocità nell’istante di contatto e da questa il modulo della velocità finale: vy v(0.80) vx (0.80) = 4.8 m/s ⇒ v(0.80) = 4.82 + (−7.8)2 = 9.2 m/s vy (0.80) = −9.8 × 0.80 = −7.8 m/s 6 Cinematica del lancio obliquo vx y max vy vx Consideriamo un proiettile in caduta libera sparato dall’origine con una velocità iniziale v0 che formi un angolo v0 vx vy v0y ϑ ϑ (theta) con l’asse orientato delle ascisse. Se indichiamo le componenti della velocità con (v0x , v0y ) , (in figura vx x max v0x R vy sono riportati invece i “vettori componenti”), per il principio di indipendenza dei moti in direzioni perpendicolari possiamo scrivere subito le leggi orarie della posizione e della velocità: vx = v0x velocità: vy = v0y − gt x = v0x t posizione: 1 2 y = v0y t − gt 2 x t= v 0x traiettoria: v0y g x − 2 x2 y= v0x 2v 0x Come si vede, anche in questo caso la traiettoria è una parabola, ben visibile ad esempio osservando il getto d’acqua della fontane oppure la traiettoria descritta dalla lava nel filmato di un’eruzione vulcanica. Calcoliamo il tempo t max che occorre al proiettile per raggiungere il punto di massima altezza. A differenza del lancio in direzione verticale, ora la velocità non è nulla nel massimo, è invece orizzontale, e vale v0x , cioè esattamente quanto valeva all’inizio, non essendoci accelerazione lungo x . Il fatto che nel massimo si annulli la componente verticale della velocità, consente di ricavare il valore di t max : vy (tmax ) = 0 = v0y − gt ⇒ tmax = v 0y g Le coordinate del massimo si ottengono inserendo t max nelle leggi orarie della posizione (oppure con le formule per il vertice della parabola applicate alla traiettoria): x max = v0x v0y g y max = v02y 2g Per la simmetria delle due fasi di salita e discesa della componente verticale del moto, il tempo complessivo t * di permanenza in volo è due volte t max : v 0y t* = 2 g Grazie all’indipendenza dei moti orizzontale e verticale, la gittata R si ottiene inserendo il tempo complessivo di caduta t * nell’equazione oraria della posizione lungo la direzione orizzontale: R = v 0x t * = 2 A parità del valore di intensità iniziale v0x v0y g v 0 , l’ampiezza della gittata varia sensibilmente a seconda dell’inclinazione iniziale ϑ del vettore velocità. L’inclinazione è determinata dai valori delle componenti orizzontale e verticale v0x e v0y di v0 , e come si vede la gittata è massima quando è massimo il prodotto v0x v0y . I componenti della velocità iniziale sono però vincolati dalla relazione: 7 v0 = v02x + v 02x v0y v0x Fissata la velocità iniziale, cioè fissato v0 , osserviamo che il prodotto v0x v0y v0 è l’area di un rettangolo di diagonale v0 e lati v0x e v0y . L’area di un rettangolo di diagonale fissata assume il suo valore massimo quando i due lati sono uguali e diviene un quadrato. Consideriamo infatti la semicirconferenza che ha per diametro la diagonale comune a questa famiglia di rettangoli, ed osserviamo che ciascuno di essi è diviso in due triangoli rettangoli uguali dalla diagonale, dei quali è anche ipotenusa. Al variare delle misure dei cateti questi triangoli sono sempre inscritti nella semicirconferenza, pertanto, mentre la misura della base rimane costante, la loro altezza può variare da zero fino ad un valore massimo, che è il raggio della semicirconferenza. Il triangolo che ha la massima altezza possibile a parità di base ha anche la massima area e, per la simmetria della figura, è la v metà di un quadrato, come volevamo dimostrare. Allora la gittata è massima quando v0x = v 0y = 0 , ed in 2 v 02 nell’espressione di R risulta: questo caso l’angolo di lancio è 45°, e sostituendo v0x v0y = 2 Rmax = 45° + α v02 g Inoltre, scambiando fra loro v0x e v0y nella v0x v0y si ottiene il medesimo relazione R = 2 g 45° − α R , cioè la gittata è la stessa per angoli di lancio che differiscono da 45° , in positivo od 45° in negativo, di uno stesso valore α . Ad v0x v0y v 02 esempio un lancio da terra inclinato di 75° R=2 g g arriva altrettanto lontano di uno inclinato di 15° che abbia la stessa velocità iniziale, in quanto entrambi differiscono di 30° dall’angolo di gittata massima. Per il calcolo delle componenti iniziali della velocità v0x e v0y , una volta che siano noti l’inclinazione ϑ e la lunghezza v0 , basta considerare un triangolo rettangolo simile a quello di cateti v0x e v0y , ma di ipotenusa che misuri 1. Le lunghezze di cateti di qualunque triangolo rettangolo di ipotenusa unitaria sono memorizzate nella calcolatrice e si chiamano, seno di ϑ quello opposto all’angolo, e coseno di ϑ quello adiacente. Attraverso semplici relazioni di similitudine si ottiene: v0x v = 0 cos ϑ 1 ⇒ v0 v0x = v0 cos ϑ 1 v0y v = 0 sin ϑ 1 ⇒ v0y = v0 sin ϑ v0y sin ϑ ϑ ϑ cos ϑ v0x 8 Esempio 8 Un calciatore colpisce il pallone imprimendogli una velocità iniziale inclinata di 22° rispetto al terreno e d’intensità v0 = 25 m/s . Riesce a superare una barriera alta 1.85 m e distante 9.15 m ? Di quanti metri la gittata è inferiore al valore massimo possibile per quel modulo della velocità iniziale? Qual è la quota massima raggiunta dal pallone? A che distanza dal punto iniziale viene raggiunta? Dopo quanti secondi? Come prima cosa calcoliamo le componenti della velocità: v0x = v 0 cos ϑ = 25.0 cos 22° = 25.0 × 0.937 = 23.2 m/s v0y = v 0 sin ϑ = 25.0 sin 22° = 25.0 × 0.375 = 9.38 m/s Scriviamo quindi le leggi orarie della posizione e da queste l’equazione della traiettoria: x t= 23.0 traiettoria: 9.38 9.81 y= x− x 2 = 0.408x − 9.27 × 10−3 x 2 2 23.0 2 × 23.0 legge oraria: x = 23.0t y = 9.38t − 4.91t 2 Per capire se la barriera viene superata occorre confrontare la quota del pallone a 9.15 m dalla posizione di lancio con l’altezza della barriera : y(9.15) = 0.408 × 9.15 − 9.27 × 10−3 × 9.152 = 2.96 m v0 22° essendo la quota maggiore di 1.85 m la barriera 9.15 m viene superata. Imponiamo y = 0 nell’equazione della traiettoria per trovare la gittata: y = 0.408x − 9.27 × 10−3 x 2 = 0 ⇒ x= v 02 g 0.408 = 44.0 m 9.27 × 10−3 Confrontiamo la gittata con il valore massimo: Rmax = v 02 25.02 = = 63.7 m g 9.81 ⇒ Rmax − R = 63.7 − 44.0 = 23.3 m Per il calcolo della quota massima raggiunta inseriamo il tempo in cui si annulla la componente verticale della velocità nella legge oraria della posizione: vx = 23.3 legge oraria della velocità: v = 9.38 − 9.81t y legge oraria dello spazio: vy = 0 ⇒ t= 9.38 = 0.956 s 9.81 x (0.956) = 23.3 × 0.956 = 22.3 m y(0.956) = 9.38 × 0.956 − 4.91 × 0.9562 = 4.48 m per la simmetria del problema la posizione orizzontale del massimo risulta la metà della gittata, come si verifica anche utilizzando le formule per il vertice della parabola. 9 Esempio 9 Un mazzo di chiavi viene lanciato da un’altezza di 1.20 m ad un angolo α = 60° e cade nelle mani di una persona affacciata alla finestra che si trova 4.0 m sopra alla strada, alla distanza di 6.20 m dal punto di lancio. Quale velocità iniziale è stata impressa al mazzo di chiavi? Per quanto tempo è rimasto in aria? Scriviamo le leggi orarie dello spazio nel riferimento in figura: y x (t ) = (v0 cos 60°)t = (0.50v0 ) t 1 2 2 y(t ) = 1.2 + (v0 sin 60°)t − gt = 1.2 + (0.87v0 )t − 4.9t 2 4.0 m Calcoliamo il tempo che occorre alla coordinate orizzontale a percorrere 6.20 m , otterremo un’espressione dove la velocità iniziale rimarrà incognita: 0.50v0t = 6.2 ⇒ t= 60° 6.2 0.50v0 1.2 m x 0 Sostituiamo questo valore nella coordinata verticale ed imponiamo che in quell’istante la quota sia 4.0 m . Si ottiene una condizione per trovare v0 : 4.0 = 1.2 + (0.87 v0 ) 8.0 = 188 0.502 v02 ⇒ 6.2 m 6.2 2 6.2 − 4.9 0.50v0 0.50 v0 v0 = 188 = 9.7 m/s 0.502 × 8.0 Il calcolo del tempo complessivo del volo si effettua scrivendo la legge oraria lungo le ascisse con il valore trovato, ed imponendo quindi che la posizione finale sia 6.20 m : x (t ) = 0.50v0t = 4.9t = 6.2 ⇒ t= 6.2 = 1.3 s 4.9 Esempio 10 Un giocatore di pallacanestro esegue un tiro con velocità iniziale di 14.0 m/s con un angolo di 50° rispetto ad una y2 linea orizzontale. A 18.0 m dalla sua posizione si trova il canestro, che viene centrato. Si dica di quanti metri il canestro è situato più in alto della mano che ha lanciato il pallone, e se nell’istante del centro la palla ha già scavalcato il punto di massima altezza della traiettoria. Scriviamo la legge oraria della posizione del tiro nel riferimento in figura, avendo indicato con y1 ed y2 la quota iniziale del pallone e l’altezza del canestro, rispettivamente. y1 50° 18.0 m x 10 x (t ) = 18.0 − (14.0 cos 50°)t = 18.0 − 9.00t 1 2 2 y(t ) = y1 + (14.0 sin 50°)t − gt = y1 + 10.7t − 4.91t 2 Il pallone raggiunge il canestro quando x (t ) = 0 , quindi si ha per il tempo di permanenza in volo: 18.0 − 9.00t = 0 ⇒ t= 18.0 = 2.00 s 9.00 I dati del problema forniscono quindi la condizione y(2.00 s) = y2 da cui: y2 = y1 + 10.7 × 2.00 − 4.91 × 2.002 ⇒ y2 − y1 = 1.76 m Nell’istante in cui è raggiunto il massimo si annulla la componente verticale della velocità: vy (t ) = 14.0 sin 50° − gt = 0 ⇒ t= 14.0 sin 50° = 1.09 s 9.81 che come si vede è precedente all’istante in cui fa canestro. y Esempio 11 α Un sasso viene scagliato da un promontorio alto 80 m con un angolo α = 35° rispetto all’orizzonte ed una velocità iniziale v0 80 m v0 = 5.0 m/s . Trovare la massima altezza raggiunta dal sasso, la distanza dal promontorio alla quale entra in acqua, il modulo e l’angolo della velocità in quell’istante. Sapendo che una barca si sta allontanando dalla riva con velocità costante di modulo vB = 2.0 m/s e che vB x 4.0 m dista 4.0 m dalla riva nel momento in cui viene lanciato il sasso: a) Mostrare che il sasso non la colpisce. b) Calcolare quale velocità deve avere la barca affinché il sasso possa centrarla. Iniziamo con lo scrivere le leggi orarie sia per la posizione che per la velocità: x (t ) = (5.00 cos 35°)t = 4.10t 1 2 2 y(t ) = 80.0 + 5.00 sin 35°t − gt = 80.0 + 2.87t − 4.91t 2 vx (t ) = 5.00 cos 35° = 4.10 v (t ) = 5.00 sin 35° − 9.81t = 2.87 − 9.81t y La massima altezza è raggiunta nell’istante in cui si annulla la componente verticale della velocità. Inserendo il tempo così trovato nelle leggi orarie della posizione si ottiene il suo valore y max : vy (t ) = 2.90 − 9.81t = 0 ⇒ t= 2.90 = 0.297 s 9.81 ⇒ ymax = 80.0 + 2.87 × 0.297 − 4.91 × 0.2972 = 80.4 m 11 Quando il sasso entra in acqua la sua quota è 0. Scartando la soluzione che produce un tempo negativo si ha: y(t ) = 80.0 + 2.87t − 4.91t 2 = 0 ⇒ t= −2.87 ± 2.872 + 4 × 80.0 × 4.91 −2.87 ± 39.7 = −9.81 −9.81 ⇒ t = 4.34 s e quindi il sasso entra in acqua ad una distanza dal promontorio di: x (4.34 s) = 4.10 × 4.34 = 17.8 m con una velocità le cui componenti sono: α vx (4.34) = 4.10 m/s vy (4.34) = 2.87 − 9.81 × 4.34 = −39.7 m/s cui corrispondono un modulo ed un angolo α : v 2 v(4.34) = 4.102 + (−39.7 ) = 39.9 m/s tanα = −39.7 = −9.98 4.10 ⇒ α = 360° + arctan(−9.98) = 360° − 84.3° = 276° Il sasso non colpisce la barca, che in quell’istante ha invece una distanza dal promontorio pari a: x B (t ) = 4.00 + 2.00t ⇒ x B (4.34) = 4.00 + 2.00 × 4.34 = 12.7 m Per essere colpita dovrebbe muoversi più velocemente. Indicando con vB la sua velocità costante, incognita, imponiamo che essa dopo 4.34 s si trovi a 17.8 m dall’origine ed otteniamo: x B (t ) = 4.00 + v0B t ⇒ x B (4.34) = 17.8 = 4.00 + vB × 4.34 Esempio 12 ⇒ vB = y v0 Consideriamo una particella lanciata da una quota y 0 con una velocità scalare iniziale v0 , ma con successivi, differenti valori dell’angolo di lancio. Dimostrare che il modulo v della velocità dipende solo dallo spostamento verticale complessivo. La proprietà esposta implica che alla quota y * in figura il modulo della velocità sia lo stesso lungo le traiettorie 1 , 2 , 3 e 4 ottenute lanciando la particella con angoli differenti ma con la medesima velocità scalare iniziale. Analogamente, lungo la traiettoria 4 , quando la particella ripassa alla quota y 0 lo spostamento verticale rispetto 17.8 − 4.00 = 3.18 m/s 4.34 α y0 α 1 y * 2 3 4 ∆y x all’inizio è nullo, e quindi la particella assume lo stesso modulo della velocità che aveva all’inizio ( e, per motivi di simmetria, è inclinata di un angolo sotto all’orizzontale uguale a quello di cui era inclinata sopra all’orizzontale inizialmente). La proprietà si dimostra semplicemente a partire dalle due relazioni: 12 vy2 = v02y − 2g(∆y ) e vx2 = v02x che sommate producono: v 2 = vx2 + vy2 = v02x + v02y + 2g ∆y = v 02 + 2g ∆y e come si vede, in un moto di caduta libera la velocità scalare dipende solo dalo spostamento verticale complessivo ∆y . In particolare, per tutte le quattro traiettorie disegnate, la velocità scalare è la medesima un istante prima di toccare terra. y Esempio 13 Un ladro corre sul tetto di un palazzo inseguito dalla polizia, stringendo in mano la refurtiva. Per mettersi in salvo decide di spiccare un salto e raggiungere il palazzo attiguo, che dista 4.00 m ed ha la medesima altezza. A quale velocità minima deve correre il furfante affinché il salto gli riesca? Se gli cade di mano la refurtiva nell’ istante di massima altezza, in quale punto della parete del palazzo di fronte l’oggetto va a sbattere ? x α 4.0 m Poiché i due palazzi hanno l stessa altezza, poniamo il livello zero della quota sul loro tetto, in modo che la velocità scalare minima con cui deve essere spiccato il salto sia quella corrispondente all’angolo che produce la massima gittata, cioè α = 45° : Rmax = v 02 = 4.00 g ⇒ v0 = 4.00 × 9.81 = 6.26 m/s . La velocità minima con cui il ladro deve correre è la componente orizzontale del vettore v0 il cui modulo misura 6.26 m/s , pertanto: v0x max = v 0 cos α = 6.26 cos 45° = 4.43 m/s La refurtiva è in caduta libera insieme al ladro, quindi qualunque sia il punto in cui perde il contatto dalla mano essa prosegue lungo la medesima traiettoria e cade sul tetto dell’altro edificio assieme al ladro. Walker p. 114 n. 47, 48, 52, p.115 n.53 Esempio 14 James Bond si lancia da un elicottero per atterrare dentro al cassone di un camion carico di paglia, alto 2.20 m , e distante in quel momento, 3.00 m dalla verticale nel punto di lancio. Sapendo che la velocità iniziale dell’agente 007 è 4.20 m/s , inclinata di 20° verso il basso, e che il camion viaggia con una velocità costante di 2.50 m/s , si mostri che se l’autista non accelera Bond fallisce il bersaglio. Si dica poi quant’è l’accelerazione costante che l’autista dovrebbe imprimere al camion affinché il salto riesca. 13 y Leggi orarie della posizione di James Bond: x 1 (t ) = 4.20 cos 20°t 1 2 y2 (t ) = 15.0 − 4.20 cos(90° − 20°)t − gt 2 α 15.0 m v0 x (t ) = 3.95t 1 y (t ) = 15.0 − 1.44t − 4.91t 2 2 x 3.00 m legge oraria della posizione del camion a velocità costante: x 2 (t ) = 3.00 + 2.50t L’istante in cui si incontrano avranno la stessa distanza dalla verticale condotta per il punto di lancio, e cioè: x1 (t ) = x 2 (t ) ⇒ 3.95t = 3.00 + 2.50t ⇒ t= 3.00 = 2.01 s 3.95 − 2.50 il salto è riuscito se in quel momento la quota di James Bond è pari all’altezza del camion, e cioè 2.20 m . Sostituiamo nella legge oraria della coordinata verticale per verificare: y2 (2.01) = 15.0 − 1.44 × 2.01 − 4.91 × 2.012 = −7.73 m (!!) La quota negativa indica che per quell’istante il povero agente 007 è già sprofondato nel sottosuolo, cioè la quota zero viene raggiunta ben prima di 2.01 s . E’ evidente che l’autista deve accelerare oppure rallentare. Scriviamo di nuovo la legge oraria del veicolo, includendo stavolta l’accelerazione: 1 x 2 (t ) = 3.00 + 2.50t + ax t 2 2 Calcoliamo il tempo che occorre all’agente segreto per raggiungere la quota di 2.20 m : y2 (t ) = 15.0 − 1.44t − 4.91t 2 = 2.20 4.91t 2 + 1.44t − 12.8 = 0 ⇒ t= −1.44 ± 1.442 − 4 × 4.91(−12.8) 9.81 ⇒ t1 = 1.48 s t2 = −1.78 s troviamo quanto vale la suo coordinata orizzontale in quell’istante: x1 (1.48) = 3.95 × 1.48 = 5.85 m ed imponiamo che sia la stessa del camion in quell’istante, trovando così l’accelerazione necessaria: x 2 (1.48) = 5.85 ⇒ 1 3.00 + 2.50 × 1.48 + ax (1.48)2 = 5.85 2 ⇒ ax = −0.776 m/s 2 quindi il camion deve diminuire la sua velocità. 14 y Esempio 15 Uno sciatore esegue un salto da un trampolino che s’incurva in fondo ad una discesa, facendolo staccare con un’inclinazione di 35° . La pista orizzontale ricomincia a distanza di 15.0 m , in un punto v0 35° 12.0 m più in basso di 12.0 m rispetto alla fine del trampolino. Con quale velocità minima deve avvenire lo stacco se vogliamo che il salto riesca? Con quale velocità ricade? Con quale velocità massima può saltare se non vuole travolgere un altro sciatore che è appena atterrato con velocità orizzontale 19.0 m/s ? x (t ) = v0 cos 35°t 1 2 y(t ) = 12.0 + v0 sin 35°t − gt 2 x 15.0 m x (t ) = 0.819v0t y(t ) = 12.0 + 0.574v0t − 4.91t 2 calcoliamo l’istante t * , dipendente dal valore incognito di v0 , in cui si trova a 15.0 m dalla verticale sotto al trampolino: x (t * ) = 0.819v0t * = 15.0 t* = ⇒ 15.0 0.819v0 la velocità minima per la quale il salto riesce è quella per cui, nell’istante in cui x = 15.0 m , si ha y = 0 : 15.0 y(t * ) = 12.0 + 0.574 v0 0.819 v0 15.0 2 22.5 = 4.91 0.819v0 ⇒ 2 − 4.91 15.0 = 0 0.819v 0 v0 = 15.0 4.91 = 8.56 m/s 0.819 22.5 Per trovare la velocità con cui ricade si inserisce t * = vx (t ) = 8.56 cos 35° vy (t ) = 8.56 sin 35° − 9.81t ⇒ vx (t * ) = 7.01 m/s v (t * ) = −16.1 m/s y 15.0 = 2.14 s nella legge oraria della velocità: 0.819 × 8.56 ⇒ v(t * ) = 7.012 + (−16.1)2 = 17.6 m/s Se non vuole travolgere l’altro sciatore, la sua velocità orizzontale di atterraggio non deve superare 19.0 m/s . Ma tenendo conto del fatto che la velocità orizzontale non si modifica mai in un problema di caduta libera, questo è anche il valore orizzontale della velocità al momento del salto: vx (t ) = v0x = 19.0 m/s = v0 cos 35° ⇒ v0 = 19.0 34.0 = = 23.2 m/s cos 35° 0.819 quindi non travolge il secondo sciatore purché v0 ≤ 23.2 m/s 15 Esempio 16 Il più celebre tra i problemi di cinematica è quello che vede un cacciatore posto nell’origine degli assi tentare di colpire con una freccia una scimmia appollaiata ad un’altezza h fra i rami di un albero che si trova a distanza d . Il cacciatore, che non conosce bene la cinematica e mira dritto nella direzione della scimmia, sarebbe destinato a fallire il colpo perché, com’è noto, la traiettoria non è una linea retta ma una parabola. Tuttavia anche la scimmia non conosce la cinematica, e nel tentativo di evitare il colpo si lascia andare nel medesimo istante in cui viene scoccata la freccia, e viene inevitabilmente colpita al volo. Dimostrare che, qualunque sia il valore della velocità iniziale, non c’è h scampo per la scimmia se si lascia cadere. v0 x (t ) = d x F (t ) = v0 cos αt S α 1 1 yF (t ) = v0 sin αt − gt 2 yS (t ) = h − gt 2 d 2 2 Per mostrare che la scimmia viene colpita indipendentemente dal valore v0 della velocità iniziale, bisogna far vedere che quando l’ordinata della freccia è uguale a quella della scimmia, l’ascissa della freccia è x = d . Troviamo il tempo t * per il quale si uguagliano le quote della scimmia e della freccia: yF (t ) = yS (t ) ⇒ 1 1 v 0 sin αt − gt 2 = h − gt 2 2 2 ⇒ t* = h v0 sin α vediamo qual è l’ascissa della freccia in questo particolare istante: x F (t * ) = v0 cos α h cos α =h v0 sin α sin α Consideriamo ora il triangolo di ipotenusa unitaria e cateti cos α , sin α , simile a quello di cateti d , h . Vale la proporzione: cos α d = . Sostituendo risulta: sin α h cos α d x F (t ) = h =h =d sin α h * h 1 α cos α sin α α d e quindi esiste sempre un istante, dipendente dalla velocità iniziale v0 per il quale la freccia ha le stesse coordinate della scimmia, indipendentemente da quanto vale v0 . 16