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free magazine # 5 OTTOBRE 2006 THE ART OF ENTERTAINMENT GRAND OPENING C hi è quel guappo con il microfono in mano e il cappello in testa? Da dove vengono quelle ragazze vestite di piume e paillettes che ballano e ammiccano? E quella signorina dai capelli rossi, nuda sul palcoscenico? Se, guardando questa pagina, ti stai facendo domande del genere, magari pensando che potrebbero essere foto di un night degli anni ’40 o ’50, vuol dire che ti sei perso l’apertura della nuova stagione del Micca Club, durante la Notte Bianca dell’8 e 9 settembre: Swinging Roma - The Italian Las Vegas Show. Non perdere altre occasioni! Ad ottobre, al Micca, ricomincia il mercatino vintage della domenica; il locale aprirà anche di mercoledì con la serata “Jazz à Gogo”; e ci sarà il solito cartellone di grandi concerti dal vivo ed ospiti internazionali. Non mancare. Micca Magazine A cura del Micca Lab Testi e foto all’interno del locale: Giuliano Giulianini Grafica e Impaginazione: Francesco Panatta 3 MOD SWINGING ROME UNA SERATA DI GRANDE SOUL E BLUES, NATA DALL’INCONTRO TRA IL PIANISTA ROMANO MARIO DONATONE E UN MITO DEL R’N’B INGLESE ANNI ’60, HERBIE GOINS. 4 C guerra comincia una parentesi jazz con le orchestre di Eric Delayne e Chris Barber, al seguito delle quali attraversa l’oceano per sbarcare in Inghilterra. Qui torna al blues con il gruppo di Alexis Korner e con i successi ottenuti entra di prepotenza nella scena musicale inglese. Quando poi forma la sua band storica, i giovedì 5 al Micca. Una seconda parte del concerto proporrà invece cover di successi soul e R’n’B (“In the midnight hour”, “Soul man”, “Satisfaction”, “Midnight believers”), repertorio tipico di quest’ultima (in ordine di tempo) parte della carriera di Herbie Goins, quella che l’ha reso un personaggio “storifoto Micca Lab on Herbie Goins sale sul palco del Micca un pezzo di storia del blues, non solo americano (Herbie è nato in Florida) ma anche italiano; in quanto, dopo la travolgente carriera inglese, quando divenne uno degli idoli della Mod Swinging London anni ’60, Goins sbarcò in Italia per impor- GIOVEDI 5 OTTOBRE tare quel sound e fondare una band tutta italiana. Le radici del suo stile sono nel sud degli Stati Uniti ante guerra: figlio di una cantante gospel, Herbie Goins comincia in chiesa, ma subito si lascia prendere dal blues che ascoltava nei club della sua città. Appena adolescente forma una blues band e ottiene i primi successi nel suo paese, che lo portano a New York, e poi nel resto degli Usa, per cantare al fianco diei grandi: da BB King a Sam Cook, a Bobby Land. Dopo la Nightimers, e si dedica al Rhythm’n’Blues, Goins si ritaglia il suo posto definitivo nella storia, diventando un punto di riferimento dei Mods londinesi: tiene la scena stabilmente in locali storici come il Flamingo, lo Scoth, il Marquee, il Sylibles, facendo jam session con O.Redding, Lee Hooker e un giovanissimo Jimi Hendricks, e con brani che scalano le classifiche come “Number one in your heart”. Parte di questo repertorio (“Thirthy six twenty two thirthy six”, “Cuisin”, “Turn your love light”, “Yeld not to temptation”) sarà nella play list del concerto di co” del blues a Roma e che l’ha portato ad un’intensa attività con tour in Italia e in Europa. Di questo periodo è anche la collaborazione con artisti nostrani, come appunto Mario Donatone, il primo italiano a suonare da “esterno” con i Midnighters e tra i pochi a collaborare con Goins senza far parte delle sue formazioni. A questo concerto del Micca, il pianista romano, tra i promotori della scena gospel della capitale, porterà alla voce di Goins il valore aggiunto del suo strumento, per un sound R’n’B caratterizzato dai fiati e, appunto, dal pianoforte. ❋ 5 Mercoledì latino MERCOLEDI 4 OTTOBRE I l primo evento dal vivo di ottobre, la sera di meroledì 4, promette atmosfere rilassate e ritmi sinuosi, con la voce suadente di Silvia Pirolli che accarezza la sensibilità musicale del pubblico. Il gruppo ibon (si scrive minuscolo) torna al Micca Club a distanza di cinque mesi esatti dalla sua prima esibizione. In quell’occasione il loro ritmo dettato dalla bossanova e dal latin jazz ha raccolto unanimi consensi. Dunque ecco una seconda occasione per ascoltare il repertorio della formazione fondata circa un anno fa da Mishael Levron e Pedro Scassa, che hanno chiamato a sé altri musicisti con esperienze di ritmi latini: il contrabbassista romano Matteo Pezzolet e il batterista Raffaele Califano. Scassa questa volta non ci sarà; non mancherà invece Silvia Pirolli, una delle vocalist più carismatiche viste sul palco del Micca, aggregatasi al gruppo dopo una collaorazione di questo con il Rosalia De Souza Acoustic Quartet. La cantante infatti studiava allora canto e bossanova con la vocalist sudamericana. Non solo latino-americano, invece, è il repertorio degli ibon: ai brani di Joao Dona- Silvia Pirolli: voce Matteo Pezzolet: contrabbasso Mishael Levron: chitarra acustica e elettrica, voce Raffaele Califano: batteria 6 to, Edu Lobo, Venicio De Moraes, Tom Jobim e Gilberto Gil, che arricchiscono ogni play list che voglia esplorare i percorsi della bossanova e del latin jazz, si aggiungono pezzi di Mina (nel maggio scorso fu “La conversazione”), il classico “Sunny” di Bobby Hebb, nonché alcuni brani originali scritti proprio dai due chitarristi della formazione, Levron e Scassa. (Foto Micca Lab) ❋ IL PRIMO MERCOLEDÌ DI APERTURA DEL CLUB RISUONA DEI SUADENTI RITMI DELLA BOSSANOVA E DEL LATIN JAZZ CON IL CONCERTO DEGLI IBON. Radio Micca Club DALLE FREQUENZE DI RADIO CITTÀ FUTURA 97.7 E IN STREAMING SUL PORTALE WWW.MICCACLUB.COM OGNI NOTTE IL SOUND DEL MICCA CLUB SELEZIONATO DAI DUE CONDUTTORI FRANCO TRAX E MADEMOISELLE AGATHE MONOGRAFIE, INTERVISTE AGLI ARTISTI, RUBRICHE E DIRETTE DEI CONCERTI DAL LUNEDÌ AL VENERDÌ DALL’1.00 ALLE 2.30 DI NOTTE IL SABATO E LA DOMENICA DALLE 23 ALL’1.00 IN DIRETTA DALLA POSTAZIONE RADIO ALL’INTERNO DEL MICCA CLUB JOY GARRISON, AMEDEO ARIANO, FRANCESCO PUGLISI E CLAUDIO COLASAZZA SI ESIBISCONO DAL VIVO COL REPERTORIO DELL’ULTIMO DISCO DELLA CANTANTE AMERICANA. SABATO 7 OTTOBRE La Notte della... Pantera I l 7 ottobre dovrebbe essere la prima notte del “giaguaro” del mese; ovvero la serata che ogni sabato il Micca intitola alle selezioni sixties di Alessandro Casella; ma prima che si aprano le danze in pista, un altro “felino” prenderà la scena nel locale. Joy Garrison, vocalist statunitense ed erede di una tradizione di signore del blues e del soul, riaprirà le porte del tempo in un viaggio nel repertorio classico degli standard americani. Guidata dalla play list del suo ultimo disco, “What I was before” (YVP Music), la Garrison interpreterà brani immortali come “Lady be good” di George Ger8 shwin e “It don’t mean a thing” di Duke Ellington. Sarà accompagnata in questo percorso da un trio di musicisti italiani, che ha partecipato attivamente alla realizzazione del disco: Amedeo Ariano alla batteria, Francesco Puglisi al basso e Claudio Colasazza al pianoforte sono ormai una presenza consueta al fianco della cantante. Colasazza è anche autore di due brani del disco della Garrison: “Angel” e il title track “What I was before”. Il concerto dunque non guarderà solo al passato: oltre ai brani “contemporanei” firmati da Colasazza, la bellissima voce di Joy Garrison canterà anche pezzi più moderni, Joy Garrison: voce Amedeo Ariano: batteria Claudio Colasazza: piano Francesco Puglisi: basso come “On Broadway” di George Benson e “My baby just cares for me” di Nina Simone. Ma non si può divagare molto sulla programmazione del concerto perché Joy, da autentico “animale” da palcoscenico è solita decidere sul momento la direzione che la serata deve prendere, anche in base alle reazioni del pubblico; come successe in occasione della sua precedente apparizione nel club, il 19 maggio, quando addirittura orchestrò dei cori e degli incisi coinvolgendo le tante persone che assistevano allo spettacolo da bordo palco. (Foto Micca Lab) ❋ La Notte del GiaguarO OGNI SABATO DALLE ORE 22 IL RIVOLUZIONARIO RITMO DEGLI ANNI ‘60. IL SOUND CHE I VOSTRI GENITORI NON HANNO MAI OSATO BALLARE I BOLLENTI 45 GIRI DI ALESSANDRO CASELLA TORNANO A GIRARE SUI PIATTI DEL MICCA CLUB I Montefiori raddoppiano VENERDI 13 OTTOBRE I FRATELLI MONTEFIORI TORNANO IN QUARTETTO A TRASCINARE IL PUBBLICO ROMANO AL RITMO DI BOSSANOVA, SAMBA, JINGLE E COLONNE SONORE RIARRANGIATE. “D iamo un’altra occasione ai fratellini”, si diceva nel cult movie “The Blues Brothers”. Tornavano dal carcere, mettevano insieme una band, sfuggivano alla polizia e organizzavano un concerto dal vivo che trascinava l’uditorio in un crescendo musicale indimenticabile. Una coppia di fratellini è tornata anche al Micca Club: Kikko e Kekko Montefiori sono due animali da palcoscenico che in ogni occa10 sione non mancano di coinvolgere il pubblico nel loro viaggio irrefrenabile attraverso stili e generi, repertori del jazz, della bossanova ma anche delle musiche da film o dei jingle e delle sigle televisive, dei tormentoni popolari delle decadi passate fino a qualche brano house ovviamente riarrangiato secondo il loro stile gigionesco, caratterizzato soprattutto dagli strumenti acustici che usano. La si chiami come si vuole: lounge music o easy listening, quel che è certo è che Kikko, con le sue gag che intervallano i brani, i suoi ammiccamenti al pubblico, le sue divagazioni sui testi mai troppi rigidi, e Kekko con i suoi virtuosismi alle tastiere, sono due puri entertainer che il pubblico resta ammirato e divertito ad ascoltare. I gemelli sono figli d’arte, di quel Germano Montefiori il cui sassofono faceva furore nei night e nelle balere degli anni ’60. Lo strumento paterno è ora nelle mani di Kikko, che però imbraccia anche il flauto traver- so e soprattutto ha messo a disposizione del pubblico anche la sua voce maliarda e irriverente. Per anni quello dei Montefiori è stato un duo, ed ha girato il mondo collezionando più di 500 concerti da Milano a New York, da Londra a Taormina, da Mosca al... Micca, sempre esibendosi in club, festival e templi dell’easy listening soprattutto inglese. Da qualche mese però l’accoppiata si è sdoppiata: ai fratellini si sono aggiunti il bassista Marco Battistini e il batterista Luciano Vincenti, altri due tipi non proprio tranquilli e paludati che hanno completato la sezione ritmica, facendo raggiungere al gruppo la dimensione orchestrale perfetta (visto che la sezione fiati si riassume in Kikko). Insomma i Montefiori offrono un divertimento garantito (è stato in assoluto uno dei più grandi successi della stagione passata del Micca) portando gli spettatori in un’atmosfera da night al ritmo di bossa, rumba, samba e quant’altro sia degno di essere reinventato dal genio dei fratellini. ❋ Le foto in questa pagina sono realizzate dal Micca Lab I Montefiori sono: Kikko Montefiori, sax, flauto e voce Kekko Montefiori, organo e piano Marco Battistini, basso Luciano Vincenti, batteria 11 C’ era una volta Vito Di Modugno, figlio d’arte e pianista affermato. Un giorno incontrò i Fratelli Grimm: Antonio, bassista, e Nico, batterista. Era il 2004 e tra loro cominciò la collaborazione la cui storia (speriamo a lieto fine) è ancora da scrivere. Per ora la narrazione è arrivata al capitolo del Micca Club (che per l’architettura del luogo potrebbe essere il castello medievale delle fiabe) dove, la sera di venerdì 6, il musicista pugliese e i fratelli Grim(aldi) si esibiranno dal vivo in un repertorio di brani originali e classici del jazz e del funk. Di Modugno, figlio del noto fisarmocista Pino, ha 44 anni e quasi altrettanti di carriera, visto che suonò fin da bambino insieme al padre. Oltre a suonarlo, Vito ha continuato a VENERDI 6 OTTOBRE Una favola jazz VITO DI MODUGNO E I FRATELLI GRIMM NARRANO AL MICCA LA FIABA MUSICALE DEL JAZZ E DEL FUNK. studiare pianoforte (e non solo) fino a diventare egli stesso docente in una scuola e nel conservatorio della sua città, Bari. Parallelamente però è continuata la sua carriera artistica, facendogli ottenere riconoscimenti come giovane jazzista di talento, che gli hanno consentito di avviare collaborazioni importanti: ad esempio, sul finire degli anni ’90, le tournée con Patty Pravo e la partecipazione agli album della cantante, “Bye Bye Patty” del 1997, e “Patty Live 99” del 2001, entrambi pubblicati da Sony 12 Vito Di Modugno, organo Hammond Antonio Grimaldi, basso Nico Grimaldi, batteria Music. Nel 2002 ha realizzato un suo cd, “Organ grooves” (etichetta Red Records), nel quale si è avvalso di altri ottimi musicisti: Sandro Gibellini (chitarra), Fabrizio Bosso (tromba), Stefano D’Anna (sax tenore), Massimo Manzi (batteria) e del padre, Pino Di Modugno (fisarmonica). Altre collaborazioni discografiche e artistiche hanno messo in contatto il pianista barese con artisti diversi, per genere e provenienza: da Paolo Fresu ad Alberto Fortis, da Dionne Warwick a Romano Mussolini, da Daniele Scannapieco a Rossana Casale, da Cicci Santucci agli Articolo 31, da Tullio De Piscopo all’Orchestra Sinfonica Toscanini. Dello scorso anno è la collaborazione con Mariella Carbonara, per quello che è, per ora, il suo ultimo disco: “Il basso e la voce”. ❋ Micca Market IL MICCA MARKET OGNI DOMENICA TI RIFÀ IL LOOK DALL’8 OTTOBRE TUTTE LE DOMENICHE DALLE 18 BAZAR, POP BOUTIQUE, VINTAGE STORE & COOL MIXED SOUND, MODA, DESIGN, VINILI E CD, OGGETTISTICA E ARTE L’APERITIVO PIÙ VINTAGE DELLA CAPITALE È AL MICCA CLUB A PARTIRE DALLE 19.30 SELEZIONE MUSICALE A CURA DEL DJ RESIDENT MASSIMILIANO TROIANI GIOVEDI 12 OTTOBRE “N ulla nel funk è meglio di un musicista che suda mentre suona”. Questo, secondo le loro stesse parole, è il sunto della filosofia musicale del gruppo Vertical, protagonista del concerto dal vivo del 12 ottobre prossimo. Concerto che si annuncia come il più scatenato di questo inizio di stagione, se è vero che uno dei loro propositi “artistici”, sempre per citare le loro parole, è “far sentire donne le donne”. Vertical è una band italiana che si ispira alla musica funk più… sudata (James Brown in primis), ma che rivolge la sua attezione anche ad altre influenze, dal jazz (acid) all’Hammond groove, da Marley ai Radiohead, sino alla soul music. Da questo melange multietnico i tre fondatori del gruppo: Marco Scarabel (chitarra), Filippo Rinaldi (basso), Luca Gazzani (batteria), affiancati da Paolo Bortolaso (organo Hammond), Andrea Gastaldon (sax), Luca Mo- Suburban funk L’ACID JAZZ, IL FUNK ED L’HAMMOND GROOVE DELLA BAND VERTICAL, ANIMERANNO LA CALDA NOTTE ROMANA DEL 12 OTTOBRE. resco (trombone), Massimo Tuzza (percussioni) e Francesco Rigo (“uomo immagine”), hanno trovato la formula per il loro primo album, “Vertical”, prodotto giusto un anno fa dall’etichetta Cramps Music. Oltre a festival e contest vari, i loro live sono passati per i più improbabili meandri delle città italiane: luoghi che portano nomi come “Prosciutteria italiana”, “Nuovo Bar Astra”, “Beluga lounge acid club” e “C.so Zonabandita, Ca’nani occupata”. Da questi pittoreschi suburbi i Vertical fanno ora il loro debutto sotto le maestose arcate del Micca Club allo scopo “dar vita alla città morta”, tanto per usare un’altra loro espressione. ❋ 14 In Funk We Trust TUTTI I GIOVEDÌ DALLE ORE 22 SE SE SE SE IL IL IL IL RITMO HA UN COLORE È IL NERO COLORE NERO HA UN RITMO È IL FUNK FUNK HA UN GIORNO È IL GIOVEDÌ GIOVEDÌ HA UN DJ È TUPPI B IL GIOVEDÌ DEL MICCA CLUB VIVE DELLE SELEZIONI FUNK DEL DJ RESIDENT TUPPI B PER UN PUG NELLA SETTIMANA IN CUI ROMA SI GODE IL SUO PRIMO FESTIVAL CINEMATOGRAFICO, IL MICCA CLUB DEDICA QUATTRO CONCERTI ALLE COLONNE SONORE CHE HANNO CONTRIBUITO AL MITO DELLA SETTIMA ARTE. MELODIE RESE IMMORTALI DALLA MAGIA DEL GRANDE SCHERMO. Piero Piccioni 16 GNO DI NOTE M olti ricorderanno la scena finale de “Il buono, il brutto, il cattivo” di Sergio Leone: il “brutto” che penzola dal cappio, il colpo di fucile del “biondo” che lo salva all’ultimo momento, e lui che barcollando urla “Biondo, lo sai di chi sei figlio tu? Sei figlio di una grandissima putt-ahahahah-aaaah”. L’imprecazione sfumava in un vocalizzo e partiva la musica di Ennio Morricone. Questo connubio tra sceneggiatura, recitazione e colonna sonora, così tipico di Sergio Leone, è l’essenza del binomio ideale musica-immagine: chi ha amato quel film, o qualsiasi pellicola con una grande colonna sonora, pensando alla scena non può fare a meno di ricordarne l’accompagnamento musicale; o fischiettando la melodia immediatamente “rivede” le inquadrature del film. Come è accaduto al Micca Club l’11 maggio, quando gli ospiti del club, vestiti alla texana in occasione della festa a tema western di quella sera, si sono disposti in cerchio attorno al palco, alcuni seduti a terra come se si fosse tutti in un bivacco in mezzo al deserto; erano li per ascoltare la chitarra di Alessandro Alessandroni, e la sua voce incredibile che riproduceva quel famoso vocalizzo. Alessandroni è un artista molto versatile: da mezzo secolo suona il piano, il mandolino, la chitarra, l’accordeon; compone musica, tiene concerti in teatri, fe- Foto Micca Lab stival, studi televisivi e radiofonici di tutto il mondo; ed è celebre anche all’estero per due motivi (musicali): l’interpretazione del brano Manà Manà (scritto da un altro grande, Piero Umiliani, per il documentario “Svezia inferno e paradiso”) e per il suo inimitabile, perfetto, ancora cristallino fischio, con cui ha sottolineato tanti momenti cruciali in decine di film, soprattutto western. Il sibilare armonioso delle sue labbra, scoperto per caso mentre incideva una colonna sonora per Nino Rota all’Istituto Luce, lo portò all’attenzione di Ennio Morricone che cercava quel suono per completare “Per un pugno di dollari”. Fu la consacrazione e la notorietà per Alessandroni di cui però non si può dire che sia solo un fischiatore. Lui si sente un interprete, altri lo definiscono one man band; mesi fa ci dichiarò che MERCOLEDI 18 OTTOBRE ALESSANDRO ALESSANDRONI QUARTET se dovesse optare per un solo strumento: “Sceglierei il pianoforte. Perché mi permetterebbe di comporre. Sono legato alla chitarra, che è stato il primo strumento ‘del mestiere’, ma il pianoforte è più completo”. Una cosa però è certa: quando il maestro si siederà sul palco, con la chitarra sulle gambe e il fischio in punta di labbra, al pubblico sembrerà di trovarsi davanti a un fuoco, con un cielo stellato sopra i cappelli e, tutto intorno, quel paesaggio desertico che Alessandroni ama tanto. ❋ 17 PER UN PUGNO DI NOTE GIOVEDI 19 OTTOBRE AMEDEO ARIANO NEW PROJECT TRIBUTO A PIERO PICCIONI “R imango continuamente disorientato dall’ascolto delle sue musiche. Il Maestro continua a sorprendermi anche adesso che non è tra noi. Tanta musica che ci ha lasciato è ancora da scoprire, così, fortunatamente, continuerà a sorprendermi per molto. La stessa sorpresa l’ho avuta quando un giorno aprì la sua porta di casa con degli occhiali da sole bellissimi, cromati con lenti verde scuro. Rimasi ancora più sorpreso quando realizzai che quegli occhiali erano i miei. Li avevo lasciati per sbaglio all’appuntamento precedente. Evidentemente il Maestro non si accorse che non erano i suoi (anche perché nel suo studio ne giravano molti) e io, dato il rispetto per quell’uomo e visto che li apprezzava tanto da metterli anche in casa, non ebbi il coraggio di richiederglieli. Conversare con lui era un in- 18 trattenimento unico e vederlo seduto al mio fianco con i miei occhiali da sole per me era il massimo.” Poco più di due anni fa, si spegneva a Roma la vita di Piero Piccioni. Una vita per la musica e per il cinema. Quello che precede è un ricordo di Alessandro Casella, che lo aveva intervistato per “Il Giaguaro Magazine”, e che a lui dedicherà la serata del 19 ottobre quando Amedeo Ariano, ottimo batterista jazz, presenterà un quartetto composto anche da organo, vibrafono e sax, ed eseguirà un repertorio selezionato tra le centinaia di brani scritti e resi celebri dal compositore torinese. Non a caso sarà un jazzista ad offrire questo tributo: il jazz per Piccioni è stata la prima e, artisticamente parlando, più grande passione, e lo ha accompagnato per tutta la vita. Di jazz si riempivano le sue giornate di bambino e poi di ragazzo, quando il padre lo portava ad ascoltare dal vivo le orchestre radiofoniche prima della guerra. Appena diciassettenne vinse un’audizione, lui pianista autodidatta, ed ottenne di suonare da solista in un programma radiofoni- Piero Piccioni e Alessandro Casella co di Firenze. La sua carriera prese una direzione precisa quando nel ’44 fondò la prima stabile formazione jazz italiana, l’Orchestra 013, che fu protagonista delle trasmissioni che la rinnovata RAI dedicava ai classici del jazz. La fine del decennio lo vede a New York, dove tra l’altro può vantarsi di aver suonato, unico italiano, con Charlie Parker. Dall’inizio degli anni ’50 comincia a scrivere musiche per l’attivissima industria cinematografica dell’epoca, non facendo distinzioni tra grandi produzioni e film di nicchia, tra commedie e pellicole di denuncia, registi acclamati e registi “scomodi”. Cominciò con Antonioni e Lattuada, per poi collaborare con Monicelli, Comencini, Visconti, Petri, Bertolucci, Rossellini, De Sica, Risi. In particolare furono due i sodalizi artistici più stretti: quello con Francesco Rosi, di cui musicò quasi tutti i film; e quello con Alberto Sordi, che incontrò in radio e dal quale non si separò fino all’ultimo film. Del primo connubio si possono citare film importanti e rivoluzionari come “Il caso Mattei” e “Le mani sulla città” di cui resta indelebile la musica che accompagna la ricognizione aerea degli abusi edilizi a Napoli. Del secondo sodalizio bastino come esempi le melodie, fondamentali per il film, di “Polvere di stelle”; le suadenti musiche di “Fumo di Londra”; e quello che potrebbe essere definito come l’inno della malasanità: la “Marcia di Esculapio” del film “Il medico della mutua”, che accompagna il dottor Terzilli mentre procede superbo tra i corridoi dell’ospedale. ❋ U n fine settimana dedicato alle colonne sonore che si preannuncia come una parata di stelle dell’universo jazzistico; un gruppo di musicisti di prima grandezza, con il gradito intervento di una signora del jazz: la cantante americana Bewerly Lewis. Si comincia il venerdì sera con il trio LTC, acronimo di Pietro Lussu, Lorenzo Tucci, Lorenzo Ciancaglini, tre grandi protagonisti della scena italiana ed europea. A loro, per l’occasione, si aggiunge Fabrizio Bosso, trombettista di fama internazionale. Il trio, già più volte ospite del Micca, ha prodotto nel 2005 il suo primo disco: “Hikmet”, dell’etichetta Millesuoni; ma qui, su richiesta della direzione artistica del club, presenterà un repertorio di musiche da film. Come pure al grande schermo si è rivolto Antonello Vannucchi, decano dei pianisti del nostro paese, che ci ha annunciato una play list firmata Henry Mancini e Cole Porter, Burt Bacharach e Ge- PER UN PUGNO DI NOTE farà da preludio all’uscita del primo disco registrato dal maestro Vannucchi, e dalla sua formazione, all’interno del Micca Club e che uscirà tra qualche settimana con l’etichetta Micca Club Records. Al suo fianco sul palco saliranno altri due maestri che tengono la scena jazz nazionale da qualche decennio: il batterista Gegé Munari e il contrabbassista Giorgio Rosciglione. Tutti e tre accompagneranno la calda voce di Bewerly Lewis, uno dei volti femminili più noti agli ospiti del nostro club. ❋ VENERDI 20 OTTOBRE LTC TRIO + FABRIZIO BOSSO SOUNDTRACK MOODS SABATO 21 OTTOBRE ANTONELLO VANNUCCHI JAZZ ENSEMBLE LA MUSICA CHE HO SUONATO Foto Micca Lab orge Gershwin. Molta Hollywood dunque, ma non mancheranno omaggi a Morricone, Nino Rota, Riz Ortolani e Piero Piccioni, in questo concerto intitolato “La musica che ho suonato”; un live che 19 IL TRIO HARD DRIVE, OSPITA LA VOCALIST ITALO-FRANCESE SONIA CANNIZZO E PRESENTA SUL PALCO DEL MICCA I BRANI DEL SUO ULTIMO DISCO “ESTATE”. MERCOLEDI 11 OTTOBRE Sonia Cannizzo, voce Federico Laterza, pianoforte Fernando Redavid, contrabbasso Paolo Amarisse, batteria D a quando si sono messi insieme, cinque anni fa, gli Hard Drive hanno sempre proposto al pubblico degli ospiti che, alternandosi, hanno rappresentato una variante nel discorso musicale del trio. Un repertorio, il loro, ricercato negli standard jazz dagli anni ’40 in poi, con arrangiamenti tipici dell’Hard Bop. La vocalist ideale del gruppo è una cantante con una voce che sappia interpretare la tradizione ma che non trascuri la modernità, visto che il progetto musicale degli Hard Drive prevede anche contaminazioni del jazz con altri generi. In occasione di questo concerto, il trio affianca la cantante italo-francese Sonia Cannizzo, che in quanto a versatilità non sembra difettare: formatasi alla Scuola di Musica Popolare di Testaccio, la Cannizzo ha fatto e fa parte di diverse formazioni che interpretano dif- 20 Hard Jazz ferenti correnti musicali: la Testaccio Art of Jazz Orchestra; il trio Jazz Tales che propone standard della canzone italiana anni ‘50 e ’60; il quintetto bossanova Sertao Brasilian Project; il quartetto vocale Le zebre a pois; e il gruppo Roma spiritual di Mario Donatone. La data del Micca fa parte di un tour promozionale del nuovo cd dell’Hard Drive Jazz Trio: “Estate”, pubblicato nel luglio scorso, che si avvale della collaborazione del sassofonista Maurizio Urbani. Il cd presenta dieci brani equamente divisi tra cinque standard e cinque originali che offrono una panoramica di stili, dal tradizionale al moderno, dal be bop anni ’50 fino allo stile di Michel Petrucciani e Bill Evans. Il quadro riprodotto in questa pagina, che fa anche da copertina del disco, è proprio ispirato al modo si suonare di Evans, ed è stato realizzato da Francesco “Franz” Barutti, pittore genovese appassionato di jazz. ❋ SOULDEEP TUTTI I VENERDÌ DALLE ORE 22 L’ANIMA PROFONDA DELLA MUSICA SOUL, BOOGALOO, LATIN JAZZ & RARE GROOVE UNA MISCELA ESPLOSIVA DEL SOUL MICCA DJ TEAM: MASSIMILIANO TROIANI, MARY BOOGALOO E DANIEL BOY Foto Micca Lab The gang is back RED PELLINI E IL “BOSS” BASENTINI TORNANO SUL LUOGO DEL DELITTO PER PRESENTARE IL NUOVO DISCO DI MUSICA JAZZ IN STILE ANNI ’20, PRODOTTO DALLA MICCA CLUB RECORDS. SABATO 14 OTTOBRE 22 F arfallino, giacca a righe, paglietta in testa; per qualcuno una pistola alla cintola, perché non si può mai sapere… Così si presenta di solito la band, o per meglio dire, la gang di Fabiano Pellini ed Emanuele Basentini. Un’orchestra che il pubblico del Micca ha imparato a conoscere nella serata a tema anni ’20 organizzata lo scorso 13 aprile, e che torna ad esibirsi su questo stesso palco in due occasioni ravvicinate: il 30 settembre ed il 14 ottobre. Due concerti per far conoscere al pubblico il jazz delle origini: “Parliamo del jazz bianco dell’epoca del proibizionismo, quando a Chicago e New York si suonava di fronte ad Al Capone” - specifica Fabiano “Red” Pellini, co-leader della band ed arrangiatore dei brani - “Il jazz, nato a New Orleans dalla musica nera e dal blues, fu rielaborato dai bianchi con i ritmi e lo swing delle marching band di tradizione militare. Da questa fusione è nato il genere Dixieland, esploso appunto negli anni ’20; uno stile più “tecnico” in quanto i musicisti bianchi aveva- Andy Gravish - Foto di Guido Laudani Roberto Pistolesi - Foto di Guido Laudani no una preparazione da conservatorio.” Ottant’anni più tardi, ecco questo gruppo di jazzisti italiani di talento che si propone di far riscoprire un sound quasi sconosciuto dalle nostre parti: “La band era attiva da alcuni anni – continua Pellini – quando incontrai questo grande chitarrista, Emanuele Basentini, considerato uno dei migliori al mondo. Ho avuto così l’occasione di portare verso questo genere anche musicisti di estrazione moderna. Il jazz tradizionale era in passato riservato ai dilettanti, magari molto appassionati, perché rispetto al be bop o al jazz moderno, non si devono eseguire molte note. A me però piace l’idea di gente di talento che studia tutto il giorno e poi è disposta a fare poche note, ma per bene.” E così, grazie al successo della festa anni ’20 di cui si è detto, ecco che tra i due promotori della band e il direttore artistico del Micca Club, Alessandro Casella, nasce l’idea di realizzare un disco. Registrato in agosto nelle sale del club, dovrebbe essere disponibile per gli appassionati prima di Natale, e sarà etichettato Micca Club Records: uno dei primi titoli della casa discografica del club. “Il disco porterà il nome della band: Red Pellini and Boss Basentini Jazz Gangsters – annuncia Red Pellini - Utilizziamo questo ‘travestimento’ non per gioco ma perché a volte bisogna rievocare l’immaginario cinematografico grazie al quale questa musica è conosciuta al grande pubblico. I brani sono ripresi dal repertorio di Bix Beiderbecke, una figura leggendaria del jazz classico, morto a 28 anni per abuso di alcool. Proveniente da una famiglia bene, che aveva lasciato per fare questa vita, Bix fu il primo esempio di jazzista dissoluto. A parte questi elementi pittoreschi, fu comunque un musicista importante, che aprì la strada al jazz bianco. Una strada subito interrotta però, e ripresa in tempi più recenti da Chet Baker. Pupi Avati gli ha dedicato un film nel ’91, ‘Bix’, al quale ho partecipato come musicista.” Oltre alla ricerca filologica sugli spartiti, ed alla particolarità dell’abbigliamento in stile anni ’20, la band di Basentini e Pellini si distingue per l’utilizzo di strumenti musicali particolari: “Alcune sonorità si possono ottenere solo con strumenti d’epoca – conferma ancora Red Pellini Questo genere, oltre che sulle note, va fatto sul sound, sul ‘colore’. Le lastre di una volta erano pensate per emettere un suono potente anche senza microfono. In questo disco (e nei concerti al Micca) utilizzo lo straight alto sax, uno strumento che non ha nessuno, difficile da vedere perché ne furono realizzati pochi esemplari. Ha un suono molto particolare e sono contento di averlo registrato per la prima volta in questo disco. Pur utilizzando strumenti moderni, anche gli altri strumentisti suonano all’antica: con il vibrato e con le imboccature 23 Foto di Giulio Cappello dell’epoca.” Insomma un doppio concerto che non dovrebbe sfuggire agli appassionati, ai musicisti ma neanche a chi di jazz non sa nulla, come ci spiega il chitarrista, e seconda anima della gang (è lui che ‘porta’ la pistola) Emanuele “Boss” Basentini: “Molti non sanno che il jazz classico è ballabile, solo che in Italia c’è poca cultura, poca informazione; c’è un’idea sbagliata dei vari stili. I giovani si avvicinano difficilmente a questo genere. Speriamo di contribuire a cambiare le cose, perché secondo noi questa è la musica più futuristica, più com24 pleta e ballabile; un sound che unisce l’aspetto ludico e una forma complessa degli arrangiamenti. Spesso, in campo musicale vengono lanciate delle ‘novità’ che in realtà sono solo cose trite e banali. La nostra, per assurdo, è una musica nuovissima, con degli elementi caduti in disuso solo perché complessi. Ora noi li riproponiamo e sembrano novità anche per molti jazzisti, che spesso rimangono sorpresi della freschezza di queste sonorità anni ’20. Il pubblico apprezza, e non si stanca mai.” ❋ Hanno partecipato alla realizzazione del disco: Emanuele Basentini, chitarra Fabiano “Red” Pellini, straight alto sax e arrangiamenti Massimo D’Avola, sax tenore Paolo Farinelli, sax alto Leonardo Borghi, pianoforte Andy Gravish, tromba Batteristi: Roberto Pistolesi Nicola Angelucci Marco Valeri Contrabbassisti: Giuseppe Talone Vincenzo Florio Marco Loddo VINILE CURIOSITÀ E CONSIG LI D’ACQU DI 45 GIRI ED LP CO ISTO, STORIE E ANEDDOTI, SUCCESSI E NSIGLIATI DAL DIRE RISCOPERTE TTORE ARTISTICO E ALESSANDRO CASE DJ DEL MICCA, LLA. SUGGERIMENTI PER COLLEZIO ALLA RICERCA DI UN NISTI E NEOFITI SOUND VINTAGE. “U n’avventura”, cantato da Wilson Pickett, è uno dei dischi che seleziono con più piacere durante la Notte del Giaguaro al Micca Club. È un classico che considero un apripista: il brano di Battisti e Mogol infatti è molto conosciuto, anche dai profani della discografia soul anni ’60. Non tutti però, soprattutto tra i più giovani, possono sapere che nel ’69 Lucio Battisti lo presentò a Sanremo, cui tra l’altro partecipava per la prima (ed ultima) volta, esibendosi in coppia con un artista straniero, come succedeva all’epoca. Il cantate ospite era appunto Wilson Pickett, che aveva partecipato anche l’anno precedente cantando “Deborah” con Fausto Leali. Il cantante di “In the midnight hour” cantò “Un’avventura” in italiano, riarrangiata per l’occasione. In un festival contestato e molto competitivo la canzone si classificò nona nella finale vinta da Bobby Solo e Iva Zanicchi con “Zingara”. L’importanza di questo disco sta nel fatto che l’interpretazione di Pickett, mito soul degli anni ’60, è assolutamente sconosciuta al pubblico internazionale, e si può immaginare come questo 45 giri sia di difficile reperimento all’estero. Essendo il brano tipicamente italiano, uno dei più famosi del cantautore romano, l’arrangiamento è completamente diverso dall’originale: un tempo più rapido in stile soul. Uno stile tipico della Atlantic, etichetta americana che nel tempo ha creato un proprio sound e ha fatto nascere delle star come Aretha Franklin. Distributrice e L’avventura di Wilson Pickett produttrice del disco in Italia era la Ri Fi Record, un’etichetta aveva in esclusiva per il nostro paese le produzioni Atlantic, quelle della Durium che promuoveva James Brown, ma anche i dischi di cantanti italiani, come Mina. Il disco non è difficile da reperire nei canali del collezionismo; il suo valore si può stimare intorno ai 20 euro. Ogni volta che lo trovo, in negozi o mercatini, lo prendo per farne poi omaggio ai dj o agli organizzatori che incontro quando faccio serate all’estero; un regalo certamente gradito, in quanto nessuno di loro lo ha di sicuro mai visto o ascoltato. Un’ultima attrattiva del 45 giri è la grafica della copertina: rappresentazione tipica di quel periodo che sembra disegnata con lo stile di Sandro Simeoni, anche se non è firmata; un’immagine pop ai limiti della psichedelia che ritrae Wilson Pickett. SANREMO 1969: UN’ICONA DEL SOUL AMERICANO, UN CANTAUTORE ITALIANO IN RAMPA DI LANCIO, UN DISCO NON INTROVABILE PER ARRICCHIRE LA PROPRIA COLLEZIONE. (Alessandro Casella) ❋ 25 T orna al Micca la formazione di Antonella Aprea, habitué del palco del locale di Porta Maggiore. La vocalist romana, rispetto alle altre cantanti ospiti del club, caratterizza i suoi concerti per una spiccata predilezione alle sonorità swing. Il repertorio si rivolge all’America, dagli anni ’40 in poi; brani firmati da autori come Gershwin, Irving Berlin, Cole Porter, Duke Ellington, e resi celebri da interpreti come Dinah Washington, Frank Sinatra ed Ella Fitzgerald. Un genere che molti giudicano “difficile” da affrontare ma che ad Antonella riesce facile: “Amo il jazz ma lo swing è il genere in cui mi riconosco, che sento mio” ci ha dichiarato qualche settimana fa. L’abbiamo incontrata durante la Notte Bianca, in occasione della riapertura del Micca Club, e lei ci ha anticipato alcune novità che saranno mature, probabilmente, per un successivo appuntamento al Micca: alcuni brani originali che Giorgio Cuscito e Attilio di Giovanni (il sassofonista e il pianista del quintetto) stanno preparando; e poi un disco con Claudio “Greg” Gregori. Per questo progetto sono già stati registrati due brani: “Dimmelo” e “Castelli romani”, sigla di “Sei uno zero”, programma quotidiano di Lillo e Greg su Radio Due. Si tratta di canzoni “lounge-demenziali” che rappresentano un intermezzo divertente nell’altrimenti autorevole serie di collaborazioni che hanno portato Antonella ad esibirsi accompagnata da mae- 26 stri come Romano Mussolini, Lino Patruno, Antonello Vannucchi. Insomma si annuncia un concerto dal vivo cantato con passione e partecipazione, quasi con gioia, e che di solito inizia con uno dei brani preferiti della cantante: “It had to be you”. ❋ MERCOLEDI 25 OTTOBRE Antonella Aprea, voce Giorgio Cuscito, sax Attilio Di Giovanni, pianoforte Alfredo Romeo, batteria Guido Giacomini, contrabbasso Lady swing I SUCCESSI SWING INTERPRETATI DALLA VOCE RAFFINATA DI ANTONELLA APREA E DAL SUO QUINTETTO. Foto Micca Lab Jazz à Gogo IL JAZZ CHE TI FA BALLARE TUTTI I MERCOLEDÌ DALLE ORE 22 MODERN JAZZ, BE BOP, STANDARDS & VOCALS, LATIN JAZZ, PIANO TRIO & HAMMOND JAZZ J A Z Z D A L V I V O S U L PA L C O D E L M I C C A C L U B PER LA PRIMA VOLTA A ROMA LA BAND INGLESE CHE RIASSUME NEL SUO REPERTORIO TUTTA LA FILOSOFIA ARTISTICA E LE PREFERENZE MUSICALI DEL MICCA CLUB. TRE DATE CONSECUTIVE PER UNA FULL IMMERSION NELL’ATMOSFERA “HAMMOND, FUZZ & BONGO BEAT” DEI CLUB LONDINESI. The Big Boss Man from UK B 26, 27 e 28 OTTOBRE 28 ig Boss Man è la prima band straniera ad esibirsi sul palco del Micca in questa nuova stagione. I ragazzi londinesi definiscono la loro musica un ibrido Hammond-sound con elementi R’n’B, soul, pop, funk, jazz e latin degli anni ’60 e ’70. Insomma un bel mix di tutto quanto è ben accetto al Micca. Non per niente abbiamo riservato al gruppo ben tre serate consecutive per i suoi concerti dal vivo. I Big Boss Man hanno un’intensa attività di tour all’estero: hanno tenuto concerti in Germania, in Russia, in vari festival francesi, arriveranno al Micca dopo essere passati per la Spagna, dove hanno suonato al Marbella Grill Festival, e si erano già esibiti una volta in Italia, a Venezia. La band è formata da Nasser Bouzida “Bongolian Nass” all’organo e alle percussioni; Trevor Harding “Wah Wah Trev” alla chitarra; Scott Milsom “The Hawk Scott” al basso; e Nick Nicholls “Boner Nick” alla batteria. I quattro sono insieme dal 1998, anno di formazione della band. Già nel ’99 suonavano al Wag Club di Londra, riscuotendo molto successo e incidendo i primi brani in varie compilation: “Humanize” nel cd “Blow Up A-Go-Go” nel 2000; nello stesso anno “Xmas Boogaloo” nell’album “It’s a cool cool Christmas”, inciso dalla radio londinese XFM; e ancora “Sea Groove” nella raccolta “Later Lounge” della rivista Later Magazine l’anno successivo; un disco, quest’ultimo che ha venduto 100.000 copie. Poi sono venuti il singolo “Big Boss Man” e l’album “Humanize”, entrambi della Blow Up Records, etichetta indipendente di Londra. Il 2002 è stato l’anno del tour promozionale di “Humanize”, che ha portato il gruppo in giro per l’Europa. In seguito, dopo alcuni remix e altre partecipazioni a compilation, nel 2005 è uscito il secondo album, “Winner”, raccolta di 13 brani, in versione cd e LP, sempre pubblicato dal- la Blow Up. Il tour per questo secondo album ha totalizzato 12 date in Francia e ben 16 in Spagna. L’ultima fatica discografica è il singolo “Party 7”, uscito pochi mesi fa, e subito utilizzato dalla Nike per fare da base musicale ad una sua campagna in occasione dei campionati del mondo di calcio. Il disco è uscito anche in versione vinilica; il brano è tratto dal loro album di debutto “Humanize”. Attualmente i BBM sono reduci da un altro tour in Germania, Francia e, come detto, dopo essere passati per Marbella sono attesi sul palcoscenico del Micca Club. ❋ 29 PROSSIMAMENTE! NEW MASTER SOUND FRANK POPP 9/11 NICOLA CONTE 30/11 1-2/12 23/11 MARCELLO ROSA 29/11 Programma dei concerti dal vivo al Micca Club Ottobre 2006 4M 5G 6V 7S ibon Herbie Goins & Mario Donatone Quartet Vito Di Modugno e i Fratelli Grimm Organ Trio Amedeo Ariano Trio feat. Joy Garrison 11 M 12 G 13 V 14 S DALL’8 OTTOBRE OGNI DOMENICA, MICCA MARKET apertura ore 18, aperitivo ore 19 Hard Drive Trio Vertical Montefiori Cocktail Quartet “Red” Pellini & “Boss” Basentini’s Gang PER UN PUGNO DI NOTE - Jazz Soundtrack Festival 18 M 19 G 20 V 21 S Alessandro Alessandroni Quartet Amedeo Ariano New Project - tributo a Piero Piccioni LTC Trio + Fabrizio Bosso - Soundtrack Moods Antonello Vannucchi Jazz Ensemble - La musica che ho suonato 25 M 26 G 27 V 28 S Antonella Aprea Quintet Big Boss Man (UK) Big Boss Man (UK) Big Boss Man (UK) Il club apre alle ore 22 – Dopo il concerto: i dj set dei resident del Micca Mercoledì ● JAZZ À GOGO Giovedì ● IN FUNK WE TRUST CON TUPPI B Venerdì ● SOUL DEEP CON MASSIMILIANO TROIANI, MARY BOOGALOO E DANIEL BOY Sabato ● LA NOTTE DEL GIAGUARO CON ALESSANDRO CASELLA Domenica ● DJ SET A CURA DI MASSIMILIANO TROIANI MICCA CLUB - THE ART OF ENTERTAINMENT Via Pietro Micca 7a - Porta Maggiore - Info +39 06 87440079 - www.miccaclub.com Mercoledi e giovedi ingresso libero tramite inserimento in lista; venerdi e sabato ingresso 5 euro previo inserimento in lista; domenica ingresso libero. Per risultare in lista inserire il nominativo nel modulo online relativo all’evento