...

Biogen, biotech rimasta indipendente

by user

on
Category: Documents
36

views

Report

Comments

Transcript

Biogen, biotech rimasta indipendente
Domenica 2 giugno 2013 - Il Sole 24 Ore
nòva - n. 149
1 mln £
Invito a Londra per startup
Chi vuole andare a Londra ad aprire una startup tecnologica si faccia avanti: c’è
tempo fino al 29 agosto per partecipare alla gara globale The Million Pound
Startup. L’impresa vincitrice riceverà oltre un milione e centomila euro
(un milione di sterline). ww.millionpoundstartup.com
Imprese
farmaceutica
Biogen, biotech rimasta indipendente
L’azienda ha resistito alle proposte di big pharma
e ha investito sulla specializzazione nelle patologie
neurodegenerative. Con un centro anche in Italia
di Agnese Codignola
I
l percorso,disolito,èabbastanzascontato: un ricercatore brillante, magari con
l’appoggio di uno scienziato famoso e di
qualche collega, fonda una piccola company
biotech,focalizzatasuunprodottoounaspecificatecnologia.Iltuttohasuccesso,l’azienda continua a crescere fino a quando uno dei
colossi di big pharma la compra, facendone
uno dei suoi bracci armati. Accade molto
spesso, ma per Biogen Idec, azienda biotecnologica con 5mila addetti e 29 sedi ma presente, con i suoi prodotti, in 70 Paesi, la strada è stata diversa, e il risultato è che oggi
l’azienda è uno dei piccoli colossi del settore
biotech, con tanto di quotazione in Borsa (al
Nasdaq) e fatturato che nel 2011 ha raggiunto i 5 miliardi di dollari, crescita costante e
ricavi netti, nel 2012, di 1,2 miliardi di dollari.
Quella decisione di andare controcorrente,
Williams: siamo al lavoro
su un farmaco per formare
nuova mielina
dunque, sembra aver pagato.
A chiarire meglio quali sono stati i passaggi fondamentali di una società tra le più
antiche del settore (Biogen Idec è nata nel
2003, ma Biogen è stata fondata da due premi Nobel nel 1978) è Douglas Williams, direttore del settore ricerca e sviluppo, a Milano per incontri con il management, che così spiega a Nòva: «Fino a pochi anni fa
l’azienda si occupava di farmaci biologici
in molti settori compresi i due principali,
ossia la cardiologia e l’oncologia. Tuttavia
la competizione in questi ambiti è tale che
quando sono arrivato, nel 2011, insieme ai
nuovi vertici dell’azienda abbiamo deciso
di smontare la pipeline e di ricostruirla in
base a un concetto totalmente diverso: quello dell’altissima specializzazione biotech
in alcune patologie neurodegenerative e autoimmuni e nell’emofilia».
In particolare, l’azienda vanta alcuni dei
prodotti più innovativi nella cura della sclerosimultipla,per anticatradizione.Fu infatti Biogen a introdurre per prima, negli anni
90, l’interferonecon somministrazioneunicamonosettimanale (rispettoa quellaquotidiana) e da allora ha continuato a dedicare
alla ricerca una parte rilevante (circa il 24%)
del suo fatturato, fino a giungere allo studio
di una molecola che potrebbe essere davvero rivoluzionaria, al momento in fase II.
Ancora Williams: «L’idea di fondo è semplice: per ottenere farmaci realmente nuovi è indispensabile conoscere a fondo tutti i
meccanismi patologici, perché solo così si
possono trovare nuovi punti di attacco.
Inoltre, poiché molte malattie come la sclerosi multiplaportano a una neurodegenera-
zione che ha dei tratti comuni con quelle
tipiche di altre malattie neurodegenerative, capire esattamente come si sviluppano
le prime può significare ottenere informazioni fondamentali anche per le seconde».
Il lavoro è dunque concentrico: si parte studiando una patologia considerata di nicchia o quasi per poi estendere le informazioni ottenute ad altre, grandi malattie. Grazie a questo approccio l’azienda ha quattro
molecole a meccanismo d’azione differente contro la sclerosi multipla, uno dei quali
volto a migliorare la disabilità. Inoltre le ricerche hanno portato a un farmaco che potrebbe essere molto importante non solo
per questa malattia e che è al momento in
fase II: l’anti-lingo. Spiega Williams: «Si
tratta del primo farmaco che favorisce la
formazione di nuova mielina, la guaina delle fibre nervose bersaglio degli autoanticorpi della sclerosi multipla. Potrebbe essere
la prima vera cura, perché ciò che abbiamo
oggi serve a frenare l’evoluzione ma non a
curare il danno. Inoltre la perdita di mielina
si verifica anche in altre patologie contro le
quali il farmaco potrebbe funzionare».
Oltre all’anti-lingo, la pipeline prevede
farmaci contro alcune malattie autoimmuni e non come la nefrite lupica e il lupus
eritematoso sistemico, la fibrosi polmonare idiopatica, l’atrofia muscolare spinale,
alcuni linfomi e l’emofilia: tutte patologie
piuttosto rare ma per le quali non ci sono
terapie realmente efficaci.
In Italia, Biogen Idec sta investendo circa 15 milioni di dollari in sperimentazioni
cliniche delle nuove terapie contro la sclerosi multipla. E ciò accade non solo perché i pazienti italiani sono tanti (la quarta
popolazione mondiale, circa 75mila), ma
anche perché la qualità degli specialisti
che conducono i trial clinici è giudicata
eccellente dai vertici dell’azienda.
settore ad alta concentrazione
prodotti per le principali
aree terapeutiche
accordi e potenziale
nell’industria biotech europea
Numero di accordi e valore potenziale
delle alleanze. Valori in milioni di euro
In unità
32
Neurologia
38
Oncologia
Infiammazioni
e malattie
autoimmuni
12.000
80
60
8.000
40
4.000
158
30
Malattie
infettive
Malattie
metaboliche,
epatiche ed
endocrine
20
2010
2011
ITA
GB
Imprese
Unità
2.482 1.432
562
GER
427
288
256
248
2012
In unità
i numeri del biotech italiano
258
397
282
Malattia autoimmune
Alla base delle malattie autoimmuni
c’è l’incapacità del sistema
immunitario di spegnere i processi
fisiologici infiammatori diretti contro
l’organismo. Sono ancora poco chiari i
fattori determinanti nel provocare
questo tipo di condizione patologica o
nel renderla stabile nel tempo. Si
suppone, sia dovuta a fattori genetici,
ma va considerato anche l'impatto di
fattori ambientali (come infezioni virali
o batteriche) nel provocare il
passaggio da una semplice
suscettibilità per la patologia in
questione alla malattia conclamata.
20
L’Insubria fornirà a Boston
campioni di Dna batterico
N
uovi farmaci dal Dna batterico?
Negli Usa ci stanno provando e
per farlo hanno chiesto collaborazione alla Fondazione Istituto Insubrico di Ricerca per la Vita (Fiirv) di Gerenzano, in provincia di Varese. L’accordo è stato siglato a Boston: la Fondazione fornirà campioni di genoma batterico (da ceppi di attinomiceti rari), che saranno studiati dagli esperti americani con l’obiettivo di individuare le sequenze scritte nel
genoma di questi microorganismi, capaci di produrre nuove molecole potenzialmente dotate di attività farmacologiche.
«La filosofia di ricerca della Fondazione - spiega Angelo Carenzi, presidente Fiirv - si basa sulla considerazione che i microrganismi presenti nell’ambiente sono dei fantastici produttori di molecole
dotate di molteplici proprietà farmacologiche». D’altra parte, la maggior parte de-
Avanzano startup innovative
come la torinese Niso Biomed
di Luca Dello Iacovo
L
gli antibiotici, degli antitumorali e degli
antifungini, impiegati in terapia, sono di
origine naturale. Inoltre, piccole variazioni nel genoma dei microrganismi possono portare alla scoperta di nuove molecole, alcune dotate di proprietà migliorative rispetto a quelle già disponibili.
«La Fondazione – continua Carenzi
– continuerà a ricercare nuovi ceppi
batterici, a selezionarli, a caratterizzarli e a studiare le condizioni ottimali per
far sì che producano i cosiddetti metaboliti secondari, ovvero composti più
interessanti per le proprietà biologiche
che spesso veicolano».
Con l’inizio degli anni 2000, la genomica ha capovolto latradizionale tecnica. «Oggi si parte non più da quanto il
microrganismo produce, bensì dalla potenzialità di sintesi scritta nel genoma
di ciascun diverso ceppo – spiega Carenzi –. Se la lettura del genoma batterico
sarà in grado di individuare le vie sintetiche si avrà un tale ampliamento della
conoscenza delle potenzialità di sintesi
Occorre tempo, pazienza e dedizione per
bussare alla porta di potenziali investitori
e convincerli a credere in prospettive che
spesso sono di medio-lungo periodo. Uno
spiraglio sembra aperto dall'equity
crowdfunding: è la possibilità di ampliare
oltre i confini tradizionali la raccolta di capitali a sostegno delle imprese innovative, secondo paletti che saranno precisati
dalla Consob. Un primo sondaggio tra gli
investitori tradizionali, come fondi seed
ed early stage, non ha riscosso l'interesse
sperato. Resta l'orizzonte di un pubblico
più ampio. Quando Barack Obama ha avviato negli Stati Uniti la campagna eletto-
Nuove possibilità di capitali
grazie all’equity crowdfunding
per sostenere la ricerca
Startup dell’Anno. È Niso Biomed che produce dispositivi diagnostici per la gastroenterologia
pital che cerca frontiere da esplorare. Il
biotech italiano attrae investimenti e interesse dall'estero. Di recente GlaxoSmithKline ha acquisito per 250 milioni di euro Okairos che ha radici nell'Irbm di Pomezia. Il distretto di Mirandola ha ancora
bisogno di tempo e di sostegno per riprendere fiato dopo i danni del terremoto: i
racconti degli imprenditori hanno rivela-
L’ammontare degli investimenti
in ricerca clinica in Italia di Biogen
di Luca Tremolada
startup
Il negozio avrà
i propri analytics
Si chiama Welllcome, è in fase alfa
e tra un mese entrerà in fase beta.
Maurizio Martinoli, founder e ceo,
la definisce la sua startup una
Google Analytics per il mondo
reale. In realtà, l’idea non è
nuovissima ed è quella di offrire
statistiche dettagliate sull'afflusso
delle persone in posti come negozi,
musei, centri commerciali o
comunque in qualunque posto ci
sia bisogno di sapere come si
comportano i visitatori.
Tecnicamente si tratta di un access
point modificato con un firmware
modificato in grado di "sentire"
tutti gli apparati mobili
(smartphone) nelle sue vicinanze e
analizzare quello che succede.
Questi dati vengono immagazzinati
e spediti a un server centrale che
provvederà a processarli e a
mostrarli su una dashboard privata
al cliente finale. «Oggi se una
persona entra in un sito
ecommerce, il proprietario del sito
sa tutto del visitatore: da dove è
arrivato, quanto è rimasto sul sito,
quali sono i prodotti che ha visto, le
sue preferenze e molto altro
ancora. In un negozio fisico tutto
ciò non avviene». Ed è per colmare
questa esigenza che c'è Welllcome.
Promettono di rispettare la privacy:
«Non conosciamo l'identità del
visitatore né tantomeno cerchiamo
di collegare i dati aggregati con il
comportamento del singolo». In
realtà ci tracciano, per fare
statistica ma comunque ci
tracciano.
accordi
di Francesca Cerati
*
15 milioni $
gli studi clinici sono in corso o previsti
per la sclerosi multipla in oltre 60 Paesi
Addetti R&S Fatturato Invest. in R&S
Unità
Mln di €
Mln di €
© RIPRODUZIONE RISERVATA
parola chiave
Douglas Williams, direttore del settore
ricerca e sviluppo di Biogen
0
0
imprese pure biotech
nei principali paesi europei
31
premio pnicube
a ricerca scientifica ha bisogno di
tempo per tradursi in un'impresa
innovativa. Il premio Start-Up
dell’Anno di PniCube è andato a Niso Biomed, fondata da Paul Muller dopo una lunga esperienza nel venture capital. È stata
incubata presso l'I3p del Politecnico di Torino dove sono fiorite negli anni molte
startup capaci di integrare l’information technology con le esigenze del settore medicale. Il Premio Speciale dell'Associazione
parchi scientifici e tecnologici è stato assegnato a G&life che ha come amministratore delegato Francesco Menegoni. Ha una
sede operativa nell'Area Science Park di
Trieste che ha accelerato il passo nella trasformazione in imprese delle eccellenze
della ricerca scientifica sul territorio.
Spesso a conquistare il palcoscenico
delle startup in Italia è soprattutto l'information technology. Ma qualcosa sta cambiando. Secondo lo studio Disruptive Technologies del McKinsey Global Institute
la next-generation genomics contribuirà
anche alla crescita delle piccole e medie
imprese. Sarà in grado di alimentare nel
mondo un'economia di 700-1.600 miliardi di dollari l'anno entro il 2025. Negli Stati Uniti il biotech corridor del Massachusetts ha calamitato l'interesse del venture ca-
Numero di accordi
Pharma-biotech
Biotech-biotech
StartMap
to al pubblico il potenziale racchiuso in
nicchie di eccellenza lontane dai riflettori, ma connesse con il mondo.
Eppure per le statup del biotech e del
medicale la strada resta in salita. Le Start
Cup del circuito PniCube sono un'occasione di emersione dal tessuto delle università e dei parchi scientifici. Un finanziamento seed di 500mila euro dura pochissimo.
rale delle elezioni presidenziali del 2008
pochi credevano che avrebbe raggiunto
abbastanza donazioni da arrivare alla nomination democratica: sembrava in anticipo sui tempi. Eppure tanti contributi di
piccole cifre hanno portato al successo
della sua corsa alla Casa Bianca.
Non è stato un caso isolato. Prima Kiva
per il microcredito alle imprese nelle nazioni in via di sviluppo e poi le piattaforme di crowdfunding dedicate a progetti
creativi hanno dimostrato quanto possa
essere facile attraverso internet ampliare
il coinvolgimento a fasce più ampie di popolazione per raccogliere fondi. In ambito scientifico le idee dei ricercatori hanno
trovato sostegno in spazi come Petridish
e Microryza, sebbene il supporto sia limitato a singoli progetti. Certo, l'equity
crowdfunding è molto più complesso. Ma
resta una miniera ancora inesplorata se
non sarà messo alla prova.
accelerazione
di nuovi composti biologicamente attivi che avrà una’alta probabilità di portarci a individuare nuovi farmaci per la
cura di diverse patologie».
La collaborazione e l’invio di campioni
Oltreoceano sono iniziati dopo uno studio "pilota" effettuato in febbraio su 200
campioni preparati e inviati da Gerenzano: le analisi effettuate negli Stati Uniti
hanno confermato per ciascun campione, il raggiungimento degli standard
quantitativi e di purezza richiesti dai ricercatori americani. È così iniziato il lavoro di preparazione di altri campioni e, come previsto nell’accordo, ne saranno forniti almeno 5000 entro fine anno.
Se, come si spera, dalle ricerche effettuate negli Usa, saranno individuate sequenze geniche interessanti la collaborazione continuerà con la fornitura dei ceppi selezionati ed, eventualmente, con ricerche coordinate per la messa a punto
dei metodi di produzione delle nuove molecole per via fermentativa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
made in research
Vince
la piattaforma
di Cotoletto
a Si chiamano Cotoletto e vogliono
creare una piattaforma web per l’individuazione precoce di disturbi dell’apprendimento. Sono i vincitori della II
edizione di Made in Research, la business competition organizzata da 2i3
(l’incubatore dell’Università di Torino)
che ha selezionato 21 progetti suddivisi
in 5 settori. Nòva24 ha seguito i lavori
come membro della giuria e seguito il
dietro le quinte che andrebbe raccontato di più perché le giurie composte da
manager, docenti e venture capital hanno logiche e dinamiche diverse. C’è chi
premia la fattibilità e chi l’idea, chi si
concentra sul "percorso" e chi sul business plan. Lecito domandarsi se la composizione di queste diverse sensibilità
sia davvero in grado di individuare la
startup vincente. O Se la formula del
successo risieda o meno nella composizione della giuria? Finora le business
competion hanno dimostrato di non
avere il passo del venture capital ma
sanno individuare il talento. Lo scorso
anno a Made in Research è emersa Algaetech che ha cambiato nome in Biosfered e a marzo si è costituita in azienda.
A loro come a Genup (agroalimentare),
Matchami (digitale), Bionovis (ecologia), Itif (innovazione sociale), FreedomLab e Strigolab (scienza della salute), che hanno vinto le rispettive categorie va un grande in bocca al lupo.
SeedLab seleziona
13 neoaziende
Tecnologie industriali, energie pulite,
scienza della vita e digitale sono i
settori di provenienza delle 13 startup
selezionate tra oltre 200 proposte
ricevute da SeedLab. Il programma di
formazione e accelerazione dedicato
a giovani imprenditori con idee
innovative è realizzato in
collaborazione con l'Università degli
Studi di Firenze, la Syracuse
University in Florence, la Scuola
Sant'Anna e l’Università di Pisa e la
Mib School of Management di
Trieste. A settembre, in occasione
del Pitch Day, in presenza di venture
capitalist internazionali, angels ed
investitori, una giuria premierà le
migliori tre startup con uno study
tour alla scoperta delle opportunità
made in Usa. La partecipazione al
programma è finanziata da
TTVenture e Nest Investiment. I
progetti di startup sono: Epinova
Biotech (Novara), AmicoNostro
(Firenze), Greenrail (Palermo),
Gustowine (Trieste), Hy Diagnos
(Reggio Emilia), Mrs (Lecce),
NeuronGuard (Modena), Plumestars
(Parma), Sbskin (Palermo), Seagate
(Milano), Silk Biomaterials (Como),
Windbox (Macerata), Witzzi (Pisa).
Le startup saranno presentate a
Firenze il 6 giugno.
www.seedlab.it
Direttore responsabile
Roberto Napoletano
Vicedirettori
Edoardo De Biasi (vicario),
Alberto Orioli, Alessandro Plateroti,
Fabrizio Forquet (redazione romana)
In redazione
Fernanda Roggero (caporedattore)
Alessia Maccaferri (caposervizio)
Francesca Cerati (vicecaposervizio)
Luca Tremolada
Grafica
Cristiana Acquati, Clara Mennella,
Antonio Missieri, Laura Cattaneo,
Francesco Narracci (art director)
Luca De Biase (editor)
Marco Magrini (consulenza editoriale)
Antonio Larizza (la Vita Nòva)
11
Fly UP