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Presentazione di PowerPoint

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Presentazione di PowerPoint
Modalità e mezzi per la
sterilizzazione e la disinfezione
Dott.ssa Pamela Di Giovanni
Definizioni
Sterilizzazione
Distruzione di tutte le forme microbiche presenti
(batteri, virus e spore), che può essere conseguita sia
con mezzi fisici che chimici
Disinfezione
Inattivazione di tutti i microrganismi patogeni, in
genere ottenuta mediante agenti chimici
1
Definizioni
Asepsi
Metodica che mira ad impedire l’apporto dei
microrganismi su un substrato (es.: campo operatorio,
ferita, materiali sterili, ecc.)
Antisepsi
Metodica che neutralizza l’azione di un
microrganismo distruggendolo o inibendone la crescita
sulla pelle, sulle mucose o su altri tessuti viventi
Definizioni
Sanificazione
Riduzione dei livelli di contaminazione microbica
entro i limiti di sicurezza indicati dagli standards di
sanità pubblica
2
Sterilizzazione
Al fine di ottenere l’assoluta distruzione di tutti i
microrganismi presenti e/o patogeni, sia in forma
vegetativa che sporale, è possibile utilizzare sia mezzi
fisici che chimici
calore
„ raggi infrarossi
„ raggi UV
„
raggi gamma
„ ossido di etilene
„ gas plasma
„
Sterilizzazione con il calore
Il calore agisce alterando le sostanze che costituiscono
le strutture dei microrganismi (in particolare le
proteine con funzioni enzimatiche)
Possono essere utilizzati:
calore secco
„ calore umido
„
3
Sterilizzazione con il calore secco
Il calore secco può essere applicato:
come fiamma viva per il flambaggio di superfici ed
oggetti (ad es. le anse di batteriologia) o per
l’incenerimento di oggetti contaminati che si vogliono
distruggere;
„
„
come aria calda e radiazioni infrarosse
Sterilizzazione con il calore secco
Per la sterilizzazione con aria calda si utilizzano
appositi armadietti con doppie pareti, detti stufe a
secco, al cui interno si possono raggiungere
temperature fino a 200°C
Poiché il calore secco ha scarso potere di penetrazione
è necessario raggiungere temperature elevate e farle
agire per tempi abbastanza lunghi per uccidere le spore
termoresistenti: 180°C per 30 min. o 160°C per 60 min.
4
Sterilizzazione con il calore secco
Tali temperature e tali tempi sono sufficienti a
sterilizzare la vetreria di laboratorio, siringhe, aghi ed
altro strumentario di vetro o metallo
un riempimento eccessivo della stufa può richiedere
un più lungo tempo di sterilizzazione
„
è essenziale una perfetta pulizia del materiale in
quanto i microrganismi sono protetti dallo sporco
„
Sterilizzazione con il calore secco
In rapporto alle elevate temperature ed ai lunghi tempi
necessari, la sterilizzazione a secco ha applicazioni
limitate giacché molti materiali subirebbero alterazioni
Anche la carta pergamena con cui vengono avvolti gli
oggetti da sterilizzare subisce modificazioni (anche se
il caratteristico colore brunastro che essa assume
rappresenta un indice, seppure grossolano, di idonea
sterilizzazione)
5
Sterilizzazione con il calore secco
La sterilizzazione con raggi infrarossi viene effettuata
in apposite stufe a pressione normale o in stufe sotto
vuoto
Poiché i raggi infrarossi hanno notevole capacità di
penetrazione, i tempi di esposizione del materiale da
sterilizzare (siringhe, vetreria) sono relativamente
brevi
Sterilizzazione con il calore umido
I microrganismi sono più sensibili al calore quando si
trovano in ambiente umido
Ciò è dovuto alla:
„ minore stabilità delle proteine
„ maggiore conducibilità termica e capacità di
penetrazione dell’acqua e del vapore rispetto all’aria
„ cessione diretta del calore alle superfici degli oggetti
da parte del vapore durante la condensazione
6
Sterilizzazione con il calore umido
È per questi motivi che con il calore umido si può
ottenere la distruzione delle spore a temperature e con
tempi inferiori a quelli necessari per il calore secco
Per l’uccisione delle spore dei bacilli patogeni e dei
bacilli ambientali mesofili con il calore umido è
sufficiente la temperatura di 121°C per poco più di 10
minuti
Sterilizzazione con il calore umido
Poiché alla pressione ordinaria a livello del mare
l’acqua bolle a 100°C, è necessario aumentare di una
atmosfera la pressione affinché la temperatura del
vapore si innalzi fino a 121°C
Ciò si ottiene facendo bollire l’acqua in autoclave,
cioè in una caldaia a chiusura ermetica in cui il vapore
fa innalzare la pressione man mano che si accumula
7
Sterilizzazione con il calore umido
Ai fini dell’effetto sterilizzante è necessario anche che
il vapore sia saturo; infatti il tempo di uccisione dei
microrganismi si allunga proporzionalmente al
contenuto di aria nel vapore
È essenziale, pertanto, che l’aria contenuta all’interno
dell’autoclave venga scacciata attraverso un opportuno
scarico e sostituita con il vapore man mano che questo
si va formando nella camera di ebollizione
Sterilizzazione con il calore umido
Solo quando l’aria è stata scacciata si chiude la valvola
e si attende che il manometro segni una atmosfera ed il
termometro 121°C; a questo punto si regola l’ulteriore
somministrazione di calore in modo da mantenere la
temperatura per il tempo necessario
La durata del trattamento sterilizzante a 121°C varia
da 15 a 30 minuti o più a seconda della quantità e della
qualità del materiale da sterilizzare
8
Autoclavi
Possono essere di 3 tipi:
a parete singola
„ a parete doppia
„ con serbatoio di vapore
„
Autoclavi
9
Autoclave orizzontale
Autoclave verticale
10
Autoclave da laboratorio
Autoclave per letti
11
Sterilizzazione con il calore umido
Poiché il rapporto tempo/temperatura è fisso, non
conviene sterilizzare a tempi superiori al necessario in
quanto, oltre ad essere antieconomico, si rischia di
deteriorare il materiale da trattare
Vantaggi: rapidità, efficacia, economicità, assenza di
pericolosità
Svantaggi: non idoneo per materiali deformabili
(materiale plastico ed endoscopico)
Sterilizzazione con il calore umido
Temperatura del vapore
Tempo di realizzazione
100°C
Oltre 20 ore
108°C
7 ore
110°C
2 ore
113°C
30 minuti
115°C
15 minuti
120°C
6 minuti
125°C
4 minuti
130°C
1 minuto
135°C
30 secondi
12
Preparazione del materiale
La preparazione del materiale da sterilizzare comporta
l'adesione ad una serie di fasi temporalmente
susseguenti:
decontaminazione del materiale
„ lavaggio
„ pulizia del materiale
„ risciacquo
„ asciugatura
„
selezione del processo di sterilizzazione
„ confezionamento
„
Preparazione del materiale
Decontaminazione del materiale
La procedura di decontaminazione del materiale si
rende necessaria al fine di tutelare l'operatore dedicato
alla preparazione dello strumentario dal contatto con
possibili patogeni (DM M.d.S. 28/9/90) durante le fasi
di lavaggio
13
Preparazione del materiale
Decontaminazione del materiale
Il decontaminante ha inoltre l'effetto di abbattere la
carica microbica residente sullo strumento favorendo
l'efficacia del processo di lavaggio
Ai fini della decontaminazione, i presidi riutilizzabili
devono, dopo l'uso, essere immediatamente immersi in
un disinfettante chimico di riconosciuta efficacia
prima delle operazioni di smontaggio o pulizia da
effettuare come preparazione per la sterilizzazione
Preparazione del materiale
Pulizia del materiale
Pulizia manuale
Lo strumento deve essere smontato, quando
necessario, sottoposto a lavaggio e spazzolatura
ponendo particolare attenzione a zigrinature, cavità, ed
incastri
14
Preparazione del materiale
Pulizia del materiale
Pulizia manuale
Le spazzole utilizzate per il lavaggio dovranno essere
sottoposte a lavaggio e disinfezione al termine dell'uso
Devono essere indossati guanti in gomma e dispositivi
di protezione individuale per la protezione di occhi e
corpo dal possibile contatto con materiale biologico
Preparazione del materiale
Pulizia del materiale
Pulizia manuale
Il risciacquo del materiale deve essere effettuato con
acqua corrente
L'asciugatura è di fondamentale importanza al fine di
consentire la corretta esposizione del materiale
all'agente sterilizzante
15
Preparazione del materiale
Pulizia del materiale
Pulizia meccanica
Attenersi alle indicazioni del produttore
dell'apparecchiatura per il lavaggio dello strumentario
Idoneità del materiale
La selezione ed il controllo del materiale consente di
evitare la sterilizzazione di strumenti, dispositivi e
materiali tessili in condizione di fuori uso
Non devono essere sottoposti a sterilizzazione
dispositivi che evidenzino:
rotture
„ macchie
„ ruggine
„
16
Confezionamento del materiale
Il corretto processo di confezionamento dei materiali è
una componente essenziale per garantire l'efficacia del
processo di sterilizzazione
Il confezionamento dei materiali ha lo scopo di:
„ conservare la sterilità dei materiali
„ permettere la penetrazione ed il contatto degli
oggetti con gli agenti sterilizzanti
„ ridurre il rischio di contaminazione al momento
dell'apertura
Confezionamento del materiale
Prima di effettuare il confezionamento del materiale
occorre accertarsi che vengano rimossi tappi e
coperchi, che vengano protetti i taglienti e che
vengano lasciati aperti, se possibile, gli strumenti
La scelta del metodo deve essere funzionale alle
caratteristiche del dispositivo
17
Confezionamento del materiale
È ottimale la metodologia del confezionamento che
consente di evitare il prelevamento frazionato e
consente l'utilizzo monopaziente
Per una corretta sterilizzazione
„
Evitare pacchi di imballaggio voluminosi
I pacchi vanno messi in posizione verticale, in modo
che il vapore possa fluire attorno ad essi; è necessario
inoltre lasciare uno spazio di 10 cm tra materiale e
parete
„
I pacchi più grandi vanno messi sotto i pacchi più
piccoli
„
18
Per una corretta sterilizzazione
Usare materiale d’imballaggio idoneo a mantenere la
sterilizzazione dei prodotti trattati fino al momento
dell’uso (preferibile la carta “medical-grade” che
resiste allo strappo, è permeabile al vapore, ha porosità
tale da prevenire la contaminazione; il materiale tessile
non è raccomandabile per l’eccessiva porosità)
„
Per una corretta sterilizzazione
Evitare di ammassare e comprimere eccessivamente
il materiale da sterilizzare, né di caricare
eccessivamente l’autoclave, in quanto bisogna
assicurare sempre fluidità del vapore e quindi la sua
penetrazione nel materiale da sterilizzare
„
19
Per una corretta sterilizzazione
Disporre gli oggetti concavi (bacinelle, scatole) con
concavità rivolta verso l’alto per favorire maggiore
contatto con il vapore
„
Indicare in ogni pacco: il contenuto, la data di
sterilizzazione e di scadenza, il nome o la sigla
codificata dell'operatore che ha effettuato il ciclo di
sterilizzazione e/o confezionamento, il numero ed il
ciclo di sterilizzazione, l’indicatore utilizzato
„
Controllo della sterilizzazione
Sia le stufe a secco che le autoclavi devono essere
collaudate quando vengono installate per controllarne
l’efficacia e per stabilire la durata dei tempi di
sterilizzazione in rapporto ai materiali da trattare
Successivamente la regolarità dei cicli di
sterilizzazione va continuamente monitorata attraverso
gli apparecchi di misura posti in ciascun apparecchio o
attraverso prove fisiche, chimiche o microbiologiche
20
Controllo della sterilizzazione
Si possono, ad esempio, utilizzare:
Etichette Dry (Controllo stufe a secco)
L’esposizione a 160° - 182° C determina il viraggio
del colore dal grigio al verde scuro
Etichette Steri (Controllo autoclavi)
Dopo l’esposizione a 121° C per 15’ compare in
sostituzione della scritta “infetto” la scritta “sterile”
Controllo della sterilizzazione
Nastro “High - Temp”
Il nastro è costituito da fibre resistenti al calore con
uno speciale silicone adesivo.
Il termine generico “sterile” compare dopo aver
raggiunto temperature tra 150° e 235°C
21
Controllo della sterilizzazione
Strisce Timecard
Ogni striscia presenta 4 settori impregnati di un
composto che vira di colore (dal verde al viola).
I settori cambiano progressivamente di colore man
mano che aumentano i tempi di esposizione in
autoclave:
1a fase (viraggio 1° settore) dopo 5’ - 6’
2a fase dopo 10’ - 13’
3a fase dopo 17’ - 23’
4a fase dopo 25’
Controllo della sterilizzazione
Spore termoresistenti
Si immette nella sterilizzatrice una confezione di spore
termoresistenti.
Si può fare affidamento sull’autoclave o sulla stufa
solo se le spore, messe in adatto terreno di coltura
dopo la sterilizzazione, non si sviluppano
22
Raggi UV
I raggi UV nella lunghezza d’onda di 2.500 A°
possiedono la maggiore attività microbicida
Agiscono danneggiando il DNA e la loro azione
antimicrobica è molto rapida.
La loro scarsa capacità di penetrazione, tuttavia, ne
limita l’azione alle superfici direttamente esposte
Raggi UV
Prodotti con particolari lampade germicide a vapori di
mercurio rarefatti, i raggi UV vengono utilizzati per la
sterilizzazione dell’aria e dei piani di appoggio in
ambienti particolarmente protetti: cabine per
manipolazioni di farmaci e di materiali biologici, ecc.
Poiché essi esplicano azione lesiva sulle mucose e
sulla pelle scoperta, è necessario evitare la presenza di
persone mentre sono in funzione le lampade, oppure
devono essere opportunamente protette
23
Raggi gamma
Fra le radiazioni ionizzanti solo i raggi gamma trovano
pratica applicazione come agenti sterilizzanti
Sono usati per la sterilizzazione di materiale a perdere
(siringhe di plastica, cateteri, fili di sutura, ecc.) già
confezionato in buste di plastica impermeabili ai
microbi
Ossido di etilene
Alcuni materiali utilizzati nella fabbricazione di vari
strumenti medici e chirurgici si alterano alle
temperature raggiunte in autoclave o nella stufa a
secco
Per la sterilizzazione di tali strumenti (ad es. sonde,
tubi endotracheali, ecc.) si ricorre all’ossido di etilene
che garantisce una sterilizzazione detta “a freddo”
24
Ossido di etilene
È un etere ciclico con formula C2H4O che passa allo
stato gassoso alla temperatura di 10,73°C
Esplica una notevole azione irritante sulle mucose e
sulla pelle, mentre con l’aria forma miscele esplosive
È molto attivo contro tutti i microrganismi, comprese
le spore batteriche. La sua azione deriva
dall’instabilità del ponte O che consente al radicale
CH2-CH2 di fissarsi sui gruppi COOH, NH2, SH2, OH
bloccando, così, le attività enzimatiche
Ossido di etilene
L’effetto sterilizzante dipende dalla concentrazione del
gas, dal tempo di esposizione, dalla temperatura e
dall’umidità
Le concentrazioni comunemente impiegate variano tra
500 e 1.000 mg/l per tempi di azione da 3 a 6 ore alla
temperatura di 50-60°C, con umidità relativa tra il 20 e
il 60%
25
Ossido di etilene
Il materiale da sterilizzare deve essere avvolto con
involucri speciali permeabili al gas e impermeabili
all’aria per mantenere la sterilità (gli involucri di
polietilene sono i più indicati)
L’efficacia della sterilizzazione è dovuta anche alla
notevole capacità di penetrazione
Ossido di etilene
A tal proposito è importante ricordare che alla fine del
ciclo di sterilizzazione con ossido di etilene:
i materiali non assorbenti (metallo e vetro) si
possono usare subito dopo la sterilizzazione
„
gli oggetti porosi (plastica e gomma) devono essere
lasciati nel loro involucro in ambiente ventilato
affinché perdano completamente il gas assorbito
„
26
Ossido di etilene
Il tempo necessario per l’eliminazione dei residui di
gas dipende dalla natura del materiale e dal suo
impiego:
4-8 ore di areazione: per materiale a contatto con la
cute (maschere da inalazione, manicotti di gomma,
vestiario, ecc.)
„
72 ore di areazione: per materiali usati a contatto con
le mucose (cateteri, fibre ottiche flessibili, tubi
endotracheali, ecc.)
„
Ossido di etilene
6 giorni di areazione: per materiali per uso
endovasale (cateteri cardiaci, sonde endovenose, ecc.)
„
Il tempo necessario per eliminare i residui del gas può
essere ridotto mediante l’uso di speciali cabine di
areazione, a ciclo automatico, nelle quali gli oggetti
sterilizzati sono sottoposti ad un getto d’aria purificata
con filtri batteriostatici. I tempi del trattamento
variano da 1-2 ore per il vestiario a 8 ore per cateteri
cardiaci
27
Gas plasma
Il gas-plasma è il quarto stato della materia, il risultato
dell’azione di un forte campo energetico sulla materia
gassosa che viene disaggregata a livello molecolare,
producendo una serie di particelle instabili (ioni,
atomi, radicali liberi neutri, ecc.) altamente reattive
Durata ciclo: 1.15 minuti
Temperatura: 37°- 44°C
Dati ancora incompleti e non del tutto sperimentati
Disinfezione
Inattivazione di tutti i microrganismi patogeni, in
genere ottenuta mediante agenti chimici
Si distingue in:
Disinfezione di alto livello
inattivazione di tutti i batteri, i virus e di alcune forme
sporali
Disinfezione di medio livello
inattivazione di tutti i batteri, di alcuni virus ma non
delle spore
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Disinfezione
Disinfezione di basso livello
inattivazione della maggioranza di batteri e virus ma
non delle spore
Resistenza dei microrganismi
SPORE
Più resistenti
CISTI
VIRUS E
MICETI
MICOBATTERI
GRAM GRAM +
Meno resistenti
29
EFFICACIA
ECONOMICITA’
INNOCUITA’
REQUISITI
DEI
DISINFETTANTI
COMPATIBILITA'
STABILITA’
SEMPLICITA’ DI
APPLICAZIONE
CONCENTRAZIONE
pH
TEMPO E
MODALITA’
DI CONTATTO
TEMPERATURA
AZIONE
DISINFETTANTE
CONDIZIONI
DI PULIZIA
SPECIE
MICROBICA
E FASE
CICLO VITALE
CARICA
MICROBICA
ETA’ DEI
MICRORGANISMI
30
Modalità d’azione dei disinfettanti
Coagulazione delle proteine: calore, alcoli
„ Ossidazione: perossidi, iodio, cloro
„ Alchilazione gruppi proteici sulfidrilici ed aminici:
formaldeide e glutaraldeide
„ Precipitazione proteine protoplasmatiche: fenoli
„ Idrolisi acida o alcalina: acidi e basi
„ Alterazione della permeabilità della membrana
cellulare per inattivazione enzimatica: basi d’ammonio
quaternario
„
Disinfezione con agenti fisici
Il più comunemente usato è il calore
Un modo semplice per disinfettare oggetti in ambiente
domestico (ad esempio stoviglie, biancheria, ecc.) è di
immergerli in acqua bollente per almeno 5 minuti
In tal modo si ha la sicurezza dell’uccisione dei batteri
patogeni in forma vegetativa e dei virus, con
esclusione del virus dell’epatite B che, se protetto da
materiale proteico, può resistere e per la cui
inattivazione è necessario prolungare l’ebollizione
almeno fino a 10 minuti
31
Disinfezione con agenti fisici
L’aggiunta di deboli concentrazioni di disinfettanti
chimici aumenta l’efficacia dell’ebollizione
Tuttavia, anche in queste condizioni, spore
termoresistenti possono sopravvivere, sicché la
bollitura non deve in alcun caso essere considerata un
trattamento di sterilizzazione
Disinfettanti chimici
Numerose sostanze sono in grado di inattivare i
microbi patogeni
I disinfettanti ancora oggi particolarmente usati
appartengono ai seguenti gruppi di sostanze:
Alogeni
„ Alcoli
„ Aldeidi
„ Fenoli
„ Saponi
„ Detergenti sintetici
„
32
Alogeni
Esteso utilizzo hanno il cloro e lo iodio
Il cloro può essere usato sotto forma gassosa o come
composti inorganici ed organici (biossido di cloro)
È attivo nei confronti di batteri, virus e spore
È un potente ossidante, corrosivo nei confronti di
alcuni metalli e della plastica (fatto da considerare
nella scelta degli strumenti da sottoporre a
trattamento)
Alogeni
Anche lo iodio ha azione ossidante
Tradizionalmente è usato come soluzione alcolica
(tintura di iodio) o come soluzione acquosa (liquido di
Lugol)
Quando è coniugato con detergenti sintetici non ionici
forma composti detti iodofori
33
Alogeni
Gli iodofori vengono utilizzati per la disinfezione di
strumenti, oggetti vari e superfici, nonché per la
disinfezione di ambienti per mezzo di opportuni
apparecchi atomizzatori
Alcoli
Sono correntemente usati l’alcol etilico (etanolo) e
l’alcol isopropilico (isopropanolo) che esplicano un
intenso e rapido effetto battericida sulle cellule in
forma vegetativa ma non hanno alcun effetto sulle
spore
L’attività è massima quando sono diluiti in acqua al
50-60%: in pratica si usano soluzioni al 70% per la
disinfezione della pelle e dei termometri, ma bisogna
tener presente che l’azione sui virus è scarsa e lenta
34
Aldeidi
Appartengono a questo gruppo:
Formaldeide
È impiegata come disinfettante e/o sterilizzante a
freddo sia sotto forma liquida che gassosa.
Quando è in soluzione acquosa al 35-40% è
denominata formalina
È attiva nei confronti di batteri, virus e spore
Aldeidi
I vapori di formaldeide sono irritanti e la tossicità di
questo composto per i tessuti rende necessario che il
materiale sia accuratamente risciacquato prima
dell’uso
È un potenziale cancerogeno, per questo motivo è
sconsigliato dal Ministero della Salute
Le indicazioni d’uso sono limitate alla sterilizzazione
ambientale delle sale operatorie in caso di TBC
polmonare aperta e carbonchio
35
Aldeidi
Glutaraldeide
Il potere microbicida si esplica in condizioni ottimali
in ambiente alcalino (pH 7,5 - 8,5)
È attiva nei confronti di batteri, virus e spore
È meno irritante e meno volatile della formaldeide e
viene usata in soluzione acquosa per la disinfezione di
strumentario medico vario
Aldeidi
Glutaraldeide
È da 2 a 8 volte più attiva della formaldeide contro le
spore e, in soluzione al 2%, esplica una energica
azione disinfettante se è lasciata agire per 10-30
minuti, mentre assicura un effetto sterilizzante se è
lasciata agire per 6-10 ore
36
Fenoli
Il fenolo puro o acido fenico fu il primo disinfettante
introdotto nella pratica chirurgica dell’antisepsi
Ha spiccata azione antibatterica, nessun potere contro
le spore e scarsa azione contro i virus, mentre alcuni
fenoli possono agire anche sui miceti
I prodotti fenolici usati nella pratica sono stati diversi.
L’acido fenico o fenolo puro è stato abbandonato sia
per il suo costo, sia perché meno attivo di altri prodotti
Fenoli
Molto usato, invece, è stato l’acido fenico grezzo
solubilizzato con l’aggiunta di alcali e saponi: le
soluzioni saponose sono state messe in commercio con
la denominazione di creoline, fornite di buona attività
disinfettante ma emananti un forte odore sgradevole
Altri prodotti fenolici dotati di elevata attività
disinfettante sono i fenilfenoli e i fenoli alogenati.
Questi sono presenti in diversi preparati commerciali,
spesso con l’aggiunta di essenze profumate, per la
disinfezione delle mani, di oggetti e di superfici
37
Saponi
Si producono trattando i grassi animali o vegetali con
idrato sodico, per ottenere i saponi duri, o con idrato di
potassio, per ottenere i saponi molli
Hanno la proprietà di abbassare la tensione
superficiale e, pertanto, esplicano azione detersiva e
sgrassante con cui si ottiene l’allontanamento
meccanico di parte dei microrganismi presenti sulla
pelle o su oggetti (biancheria, pavimenti, ecc.)
Detergenti sintetici
Si dividono in:
Non ionici
Anionici, cationici
„ Anfoteri
„
„
I detergenti non ionici e quelli anionici hanno scarso
potere disinfettante, ma possiedono spiccato potere
schiumogeno, emulsionante e detersivo. In particolare
i detergenti anionici sono utilizzati nella formulazione
dei comuni detersivi usati in ambiente domestico
38
Detergenti sintetici
I detergenti cationici, rappresentati dai composti
dell’ammonio quaternario, mostrano un limitato potere
detergente, mentre manifestano un elevato potere
disinfettante
I composti anfoteri sono costituiti da ioni misti, cationi
ed anioni, che garantiscono sia azione detergente che
disinfettante (contro i batteri, ma non contro i virus e i
miceti). Sono privi di tossicità e di odore.
Sono usati per la disinfezione della pelle, di oggetti,
pavimenti e superfici varie
Trattamento presidi medicochirurgici
Per conseguire l’obiettivo di decontaminare con
efficacia i presidi medico-chirurgici è necessario
identificare le tecniche di trattamento più adeguate,
tenendo conto, in via preliminare, della natura dello
strumento e dell’uso a cui esso è destinato
I presidi medico-chirurgici, in base al rischio di
infezione correlato al loro uso, sono distinti in 3
categorie :
„
Critici
„
Semicritici
„
Non critici
39
Strumenti critici
Sono quelli che presentano il più alto rischio di
infezione, poiché interrompono la continuità della
superficie corporea e sono introdotti direttamente nel
sangue o in aree normalmente sterili (bisturi, pinze,
cateteri vascolari, linee di dialisi, aghi, siringhe)
Strumenti critici
Gli strumenti critici devono necessariamente essere
sterilizzati prima dell’uso ed il trattamento di prima
scelta rimane l’autoclave
Qualora questo non fosse possibile, si può ricorrere
all’ossido di etilene, ai raggi UV, al gas plasma
nonché all’impiego di sterilizzanti chimici a freddo
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Strumenti semicritici
Sono quelli che vengono a contatto con le mucose
integre (endoscopi, cateteri urinari, tubi ed aspiratori
endotracheali)
Per questi strumenti devono essere sterilizzati o
almeno trattati con una disinfezione di alto livello che
porti all’inattivazione di tutti i batteri, i virus e i miceti
in forma vegetativa e di almeno un certo numero di
forme sporali
Strumenti non critici
Sono quelli che vengono semplicemente a contatto con
la cute integra (bracciale dello sfigmomanometro,
stetoscopi, termometri, apparecchi di radiologia)
Una disinfezione di basso livello o medio livello, a
seconda dei casi, può considerarsi un trattamento
sufficiente
41
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