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L`Ndp accusa: Harper ha mentito sul TPP

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L`Ndp accusa: Harper ha mentito sul TPP
ITALIAN COMMUNITY DAILY NEWSPAPER
Messaggio ai lettori
n questo periodo il Corriere Canadese ha cambiato la
Istacompagnia
che consegna il giornale a domicilio. Se in queprima fase dovessero esserci dei ritardi o disguidi nella consegna del giornale, chiamate in redazione al 416-7829222 entro le 9.30am per segnalarcelo e per permetterci di
avvertire il distributore in tempo per la nuova consegna. Ci
scusiamo con i nostri abbonati per i disguidi e i disagi che
potrebbero crearsi in questa fase di transizione.
Giovinco azzurro:
essere ancora qui
è una sfida vinta
L’Italia cerca la qualificazione a Euro 2016 . Nello sport
ITALIAN COMMUNITY DAILY NEWSPAPER
Edizione del weekend
$1.25 Più tasse nella Gta (prezzo più alto fuori) ■ Anno 03 ■ N. 192
www.corriere.com
Venerdi 9 Ottobre 2015
L’Ndp accusa: Harper ha mentito sul TPP
Un sondaggio conferma: i canadesi non si fidano dell’accordo, continua la polemica tra i partiti
TORONTO - Continua il braccio
di ferro sul TPP. Thomas Mulcair
ha accusato il primo ministro Stephen Harper di aver mentito ai canadesi sulla bozza di accordo della Trans Paciic Partnership, una
posizione molto dura accompagnata da un sondaggio che mette
in luce lo scetticismo dei canadesi sul TTP.
f ARTICOLI IN ITALIANO
E IN INGLESE ALLE PAGINE 2 E 3
LO STUDIO
Turismo
di ritorno,
Italia ancora
indietro
Ignazio Marino dopo un lungo braccio di ferro ha deciso di dimettersi dalla carica di sindaco di Roma
Roma, Marino getta la spugna
Il sindaco messo sotto torchio si dimette, ma avverte: «Ho venti giorni per ripensarci»
f ARTICOLO A PAGINA 6
HAPPY
Thanksgiving
DAY
In occasione
della festa del
Thanksgiving Day il Corriere
Canadese non sarà
pubblicato lunedì 12 ottobre.
Le pubblicazioni torneranno
regolari a partire da martedì
13 ottobre. Tutto lo staf del
Corriere Canadese coglie
l’occasione per augurare
un buon Thanksgiving Day a
tutti gli abbonati e ai lettori.
ROMA - Madonna, Lady Gaga, Bill
De Blasio, Francis Ford Coppola.
Sono gli ultimi vip di una lunga serie di celebrità di origine italiana
che sono tornati di recente in vacanza nel Belpaese. I “cittadini del
mondo” che vantano origini italiane e sognano di tornare a casa anche solo per una vacanza sono milioni. Si tratta del “turismo delle origini”, fenomeno già fortemente sviluppato in diversi Paesi del
mondo, di cui in Italia si parla ancora troppo poco.
f ARTICOLO A PAGINA 14
IL BLITZ
ITALIA
Armi e droga, 12 arresti nella Gta
Opp: maxi sequestro di cocaina per un valore di 12,2 milioni di dollari
TORONTO - Maxi blitz dell’Ontario Provincial Police contro un’organizzazione dedita al traico di
armi e droga. In tutto sono scattate
le manette per dodici persone nella Gta, mentre il valore della cocaina sequestrata dalle forze di polizia è di 12,2 milioni di dollari. Le
armi e la droga venivano contrabbandate attraverso il Pearson di
Toronto.
Achille Lauro:
trent’anni fa
il tragico
sequestro
f A PAG. 9
f A PAG. 4
mi ha aiutato a sfruttare
“ Anna
quegli sconti di cui non conoscevo
nemmeno l’esistenza.” - Nancy R.
il fatto che Anna possa parlare
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in italiano e sia più facile per me
capire.”- Paulino M.
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VENERDI 9 OTTOBRE 2015 � CORRIERE CANADESE
2
CANADA
IL COMMENTO
Trans Pacific Partnership: ma ne vale la pena?
L'Onorevole Joe Volpe, Editore
Bilancia commerciale Canada-Paesi TPP
Guadagniamo solo con gli Stati Uniti
+ $50
In miliardi di dollari
+ $0.5
0
- $1
- $1.3
0
- $1.6
- $2
- $0.9
- $0.1
North America Free Trade Agreement. Tre partner (Canada, Messico e Usa) comprendono il 60% della popolazione del TTP, il 75% se uno include il Giappone che con il
NAFTA ha estese relazioni commerciali. Qual è il grande guadagno?
Cosa si affretterà a comprare in Canada il restante 25%, 206 milioni di
persone? E per quanto? Se lo possono permettere? In termini di valore
economico i partner del NAFTA già
comprendono il 73.1% del Pil totale
dei Paesi TTP (20.5 trilioni di dollari su 28,035 trilioni). La quantità sale a 25.1 trilioni o l’89.5% del totale
se includiamo il quasi partner del
NAFTA, il Giappone.
Adesso lo abbiamo, “l’accordo
che ti capita una volta nella vita”.
L’accesso, pianificato in un periodo di 15 anni, a un mercato di 206
milioni di persone con un Pil totale di 3 trilioni di dollari. In confronto, l’Italia e la Francia, con una popolazione di 60 e 65 milioni di persone, hanno un Pil di 2.5 e 3 trilio-
Brunei
N. Z
Malaysia
Vietnam
Singapore
Cile
Australia
Perù
Giappone
Messico
- $10.4
Usa
TORONTO - L’ombra di Jermain
“Defoe, il Bloody Big Deal” del Partito Conservatore del Canada sta
plasmando il suo futuro elettorale
sulla Trans Pacific Partnership come un elemento di svolta.
Dovrebbero parlare con il Toronto Fc per vedere come è andata a finire. Defoe, un buon giocatore, era
una seconda scelta in Premier League, non più di primo pelo e ultimamente respinto dal coach della
nazionale inglese come candidato
a partecipare alla Coppa del Mondo. Non fu capace di trascinare i
TFC nei playoff. I TFC lo sostituirono con un giocatore di prima fascia dalla Serie A italiana, Sebastian
Giovinco.
Adesso il TPP viene pubblicizzato come il prossimo “Bloody Big
Deal”. Vediamo. Nell’arco dei giorni scorsi, il Corriere ha guardato alle ampie dimensioni in termini di
popolazione e Pil per capire quanto grande fosse questo accordo, ammesso che lo fosse. Il Primo Ministro dice che si tratta di una opportunità unica nella vita che il Canada non può permettersi di perdere.
Metteremo da una parte la posizione della Auto Workers Union,
la Unifor, e l’Ndp. La popolazione
base, quindi il mercato potenziale,
della TPP è di 810.5 milioni di persone - circa il 55% delle dimensioni del mercato cinese (1.45 miliardi di abitanti) e il 60% di quello
dell’India (1.35 miliardi di cittadini)
in termini di consumatori potenziali e compratori. Grande ma nulla di
speciale.
Il Canada è giù un membro del
ni di dollari.
Con un piccolo sforzo e volontà il
Canada avrebbe potuto sviluppare
una aggressiva relazione commerciale direttamente con una di loro
per avere potenzialmente un risultato uguale o migliore. Invece, il Canada Europe Trade Agreement non
è stato ratificato.
ENGLISH VERSION
Trans Pacific Partnership, is it worth the pain?
The Honourable Joe Volpe, Publisher
TORONTO - Shades of Jermain Defoe, the “Bloody Big Deal”! Canada’s
Conservative Party is staking its
electoral future on the Trans Pacific
Partnership as a game changer.
They should talk to the Toronto
Football Club to see how that turned
out. Defoe, a good player, was a
second tier, Premier League ”star”,
past his prime and ultimately rejected as a candidate for the National side by the England coach for the
World Cup Tournament.
He was incapable of lifting the
TFC into the play-offs. The TFC replaced him with a bona fide first tier player from the Italian Serie A
league, Sebastian Giovinco.
Now the TPP is being touted as
the next “Bloody Big Deal”. Let us
see. Over the last several days, the
Corriere has looked at the broad dimensions in terms of population and
GDP to see just how big a deal this
is…if it is.
The Prime Minister says it is a
once in a lifetime opportunity Canada cannot afford to miss.
EDITORE - Consorzio M.T.E.C. Consultants Italia,
No. 86 Via Maria, 03100 Frosinone.
M.T.E.C. Consultants Ltd. 3800 Steeles Ave. W., Suite 300,
Vaughan ON, Canada
REDAZIONE:
Corriere Canadese
Italia, No. 86 Via Maria, 03100 Frosinone.
Canada, 2790 Duferin St., 416-782-9222
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AMMINISTRAZIONE:
L'On. Joe Volpe, P.C., C.Dir. - Presidente Editore
Francesco Veronesi - Direttore
Nicola Sparano - Vice-Direttore
Tipograia
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We will put to one side the position of the Auto Workers Union,
Unifor, and the NDP.
The population base, therefore
the potential market, of the TPP is
810.5 million – about 55% the size of
the Chinese market (1.45 billion inhabitants), and 60% that of India
(1.35 billion citizens) in terms of potential consumers and buyers. Big
but nothing to “write home about”.
Canada is already a member of the
North America Free Trade agreement. The three partners (Canada,
Mexico and USA) comprise 60% of
the TPP population, 75% when one
includes Japan, with which NAFTA
has extensive commercial relations.
What’s the big gain? What will
the other 25% - 206 million people
- rush to buy from Canada? How
much? Can they afford it?
In terms of economic value, the
NAFTA partners already comprise
73.1% of the combined TPP GDP
($20.5 trillion of the $28.035 trillion).
The amount rises to $25.1 trillion or
89.5% of the total if the quasi NAFTA
partner, Japan, is included.
There we have it, the “once in a
lifetime deal”. Access, planned over
a 15- year period, to a market of 206
million people with a combined
GDP of $ 3 trillion.
By comparison, Italy or France,
with a population of 60 and 65 million have a GDP of $ 2.5 and $ 3.0 trillion.
With a little effort and will power,
Canada might have developed an aggressive commercial relationship
directly with either of them for potentially the same or better outcome.
Instead, the Canada Europe Trade
Agreement remains unratified.
CORRIERE CANADESE � VENERDI 9 OTTOBRE 2015
3
CANADA
LA POLEMICA
I canadesi non si fidano proprio del TPP
Secondo un
sondaggio della
Nanos Research il
32 per cento non ha
fiducia nell’accordo
firmato
da Stephen Harper
Il settore auto è
quello che
preoccupa di più: i
conservatori hanno
stanziato un
miliardo per
i prossimi 10 anni
OTTAWA - Mentre il governo Harper canta vittoria, i canadesi si preoccupano sulle conseguenze che il
Tpp, il trans-Pacific Partnership avrà sull’economia. Lo dice un sondaggio effettuato della Nanos Reseasrch per Ctv News e The Globe
and Mail. La rilevazione per la verità è stata fatta prima che l’accordo venisse firmato ma è comunque
emblematica di una certa apprensione nei confronti di un accordo che aprirà sì le frontiere a nuovi scambi commerciali ma che rischia anche di svantaggiare alcune
categorie economiche.
Meno della metà dei canadesi intervistati si è dichiarata pessimista (il 32 per cento) o moderatamente pessimista (il 16 per
cento) sul fatto che questo accordo rappresentasse una opportunità economica per il Paese. Mentre
quando il discorso verte sui partiti e sulla loro capacità di difendere i cittadini, i canadesi sostanzial-
un solo progetto. Questo significa 100 milioni all’anno. - ha detto Ma senza questi soldi siamo morti
mentre con quei soldi siamo almeno in partita».
Il presidente della Automotive
Parts Manufacters Association Flavio Volpe ha detto che la promessa elettorale di Harper è un significativo ammontare di denaro che
manda un segnale positivo e conferma che i Tory sono motivati a
mantenere il settore auto in Canada.
L’ampliamento dei fondi all’innovazione porterà a dei miglioramenti nel mettere a disposizioni fondi federali invece che prestiti come è accaduto nel passato.
Volpe ha anche ringraziato il leader dell’Ndp Tom Mulcair per aver
promesso di aiutare il settore auto. Di diverso avviso è il sindacato Unifor che giudica l’accordo come l’ammissione che il settore auto verrà danneggiato.
mente danno la stessa fiducia ai Liberali e ai Conservatori (entrambi al 30 per cento) mentre l’Ndp è
dietro al 22 per cento.
Il cinque per cento invece va al
Green Party mentre il Bloc Quebecois resta fermo al 2 per cento. Il 10
per cento invece si è dichiarato indeciso. Circa tre quarti dei canadesi ha detto di essere in apprensione per il potenziale impatto negativo sulle fattorie con il 39 per cento
sicuro che questo accordo tra gli 11
Paesi bagnati dal Pacifico avrà delle conseguenze negative mentre il
34 per cento dice che avrà un impatto rilevante. Tre canadesi su
quattro si dicono convinti che le
conseguenze le pagherà soprattutto il settore delle automobili con il
35 per cento che prevede ricadute pesanti e il 40 per cento piuttosto pesanti. Nel settore delle auto
la polemica si è fatta rovente anche perché le elezioni incalzano e
il primo ministro Stephen Harper
non può permettersi passi falsi o
accordi che mettano a rischio uno
dei settori industriali più rilevanti dell’Ontario. Da qui la promessa
in caso di vittoria dei conservatori
di un investimento di un miliardo
nel settore auto nel giro di un decennio. Questo per far fronte a una
concorrenza sempre più invadente da parte dei paesi che producono a più basso costo. I conservatori hanno infatti accettato di togliere la tariffa/dazio del 6,1 per cento
sui veicoli importati.
Una mossa che secondo molti porterà alla cancellazione di migliaia di posti di lavoro. Secondo
il consulente auto Dennis DesRosieres gli investimenti promessi da
Harper non rappresentano granché per il settore auto ma certamente lo aiuteranno a restare a galla nei prossimi anni. «Questa è una partita dove un miliardo di dollari può essere buttato al vento in
L’ACCUSA
L’Ndp contro il primo ministro: «Ha mentito ai canadesi»
OTTAWA - È un Ndp estremamente critico nei confronti del
primo ministro Stephen Harper e
del Tpp, il Trans-Pacific Partnership. Il partito di Thomas Mulcair ha denunciato che l’accordo
è stato contraddetto dai media
americani e messicani. In realtà,
sostiene il partito l’accordo sul
Tpp sarebbe molto peggio per
l’industria automobilistica canadese rispetto a quello che il primo
ministro Harper va in giro a dichiarare. L’oggetto del contendere
e delle critiche sarebbe il quantitativo di componenti nordamericane che le auto provenienti dal
Giappone devono contenere per
evitare il dazio.
Secondo Harper non si andrà
mai al di sotto del 40 per cento e
in media si starà intorno al 45 per
cento. Mentre per i neodemocratici si andrà ben al di sotto del 30
per cento. “Sul problema del minimo contenuto richiesto per le
auto, Stephen Harper ha detto ai
giornalisti: «In termine di limite,
non andiamo al di sotto del 40 per
cento su nulla e il 45 per cento
per la maggior parte che è un miglioramento significativo rispetto
a una prima bozza tra i partner”
è scritto nel comunicato. Ma secondo alcune fonti dell’Inside U.S.
Trade e del Vanguardia messicano “si dice chiaramente come
Stephen Harper non abbia detto
la verità ai canadesi”. “Si scopre
infatti che il contenuto canadese
richiesto per alcune componenti
auto è inferiore al 40 per cento. E
infatti è pari al 30 per cento”. Accanto all’Ndp di Mulcair anche il
Steven Del Duca, MPP
Vaughan
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famiglie un felice
Thanksgiving
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Woodbridge, Ontario L4H 3A5
Tel: 905-832-6630
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sindacato Unifor si è sempre dichiarato estremamente critico nei
confronti di questo accordo che
nelle intenzioni dovrebbe regolamentare gli scambi tra i Paesi che
si affacciano sull’Oceano Pacifico.
E secondo le previsioni delle parti
sociali i danni potrebbero essere
davvero ingenti per uno dei settori più importanti dell’Ontario.
L’Unifor sostiene infatti che il Tpp
e i suoi cambiamenti distruggeranno 20mila posti di lavoro ben
pagati nell’industria automobilistica canadese.
Da qui la richiesta da parte
dell’Ndp di chiarezza al primo ministro Harper. “Se Harper non è
chiaro riguardo a quanto sono nocive le nuove regole per il settore
auto, quale altro accordo segreto sta nascondendo ai canadesi?
Come Hillary Clinton e i Democratici negli Stati Uniti, Mulcair
si dice contrario al Tpp firmato da
Harper.
E chiede a gran forza un accordo migliore negli interessi
dell’economia canadese. Questo è
quello che Stephen Harper non è
riuscito a fare e ciò che Justin Trudeau si rifiuta di fare”.
Mario Sergio
MPP York West
Happy
Thanksgiving
to you and
your family
2300 Finch Avenue West, Unit 38, Toronto, Ontario M9M 2Y3
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VENERDI 9 OTTOBRE 2015 � CORRIERE CANADESE
4
I FATTI DEL GIORNO
SEQUESTRATI 22 ARMI, $146MILA E 123 KG. DI COCAINA
ONTARIO
Smantellato traffico di droga e armi, 12 arresti
TORONTO - Dovranno rispondere di 46 capi di accusa le dodici
persone arrestate ieri nella Gta al
termine di un anno di indagini in
relazione a un giro internazionale
di droga e armi di contrabbando.
La droga, ha detto il chief superintendent dell’Opp Rick Barnum,
è arrivata al Pearson International
Airport nei bagagli e in altri contenitori a bordo di aerei che giungevano dalla California, da Trinidad e Tobago, St. Lucia e Guyana:
da Toronto una parte degli stupefacenti, per lo più cocaina, veniva
inviata nel Newfoundland e Labrador. Oltre alla droga, dalla Florida
giungevano anche pistole.
Numerosi mandati di perquisizione, eseguiti all’inizio di questa
settimana nella Gta e nella sua cintura, hanno portato al sequestro di
22 armi da fuoco, 146mila dollari
in contanti, quattro automobili e,
sommata a quella di altre tre indagini collegate, un totale di 123 chilogrammi di cocaina il cui valore
all’ingrosso si aggira sui 12.2 milioni di dollari.
Gli arrestati, secondo Barnum,
non sono però personaggi di spicco nell’organizzazione: si tratta di
David Blevins, 36 anni, di Oakville; Jermaine Wilson, 38, di Mississauga; Sandra Lewis, 48, di Milton;
Dainnia Cameron, 40, di Milton;
Kenton Lnafhorne, 42, di Vaughan;
Rionne Martelly, 38, di Milton; Donovan Brown, 44, di Oakville; Dexter Griffith, 43, di Toronto; Natasha Ruddock, 24, di Toronto; Rocco Petrucci, 49, di Toronto; Michael Robinson, 44, di Toronto e Fitz Prince, 63, di Toronto. Per tutti le accuse sono di importazione
di cocaina, possesso a fini di traffico e cospirazione. Blevins e Brown
debbono rispondere inoltre di traffico di armi. Una tredicesima persona, Dwidth Ferguson, 32 anni,
della Guyana, è ricercato per traffico di droga. «Ci vorrà un po’ di
tempo ma lo arresteremo», ha assicurato il chief dell’Opp Barnum.
«Sono queste le persone che orga-
nizzano importazioni importanti
di droga e armi nel nostro Paese e
nella nostra provincia - ha aggiunto Barnum - gli oltre cento agenti assegnati a questa indagine sono riusciti a garantire il successo
dell’operazione perché sono stati
presenti quando gli accusati hanno abbassato la guardia». C’è stata una mole di lavoro enorme in
questa operazione denominata
“Project Monto” che ha compor-
Blitz dell’Opp sulle
strade durante il
fine settimana
TORONTO - Le strade principali dell’Ontario saranno pattugliate dalla polizia durante
questo fine settimana di Thanksgiving allo scopo di riuscire ad acciuffare i conducenti
che guidano in stato di ebbrezza, che usano il cellulare e che
non rispettano i limiti di velocità.
Lo ha annunciato l’Opp i cui agenti, da oggi fino a lunedì, saranno presenti in maggior numero sulle autostrade. Gli incidenti mortali sulle autostrade, secondo i dati in
possesso dell’Opp, sono diminuiti rispetto al 2014 per quel
che concerne la guida in stato di ebbrezza, la guida distratta e l’eccesso di velocità mentre le morti causate dal mancato uso della cintura di sicurezza sono salite. Quest’anno sulle strade pattugliate dall’Opp
hanno perso la vita 45 persone
che viaggiavano senza cintura
di sicurezza.
Questo alle porte è il primo fine-settimana di Thanksgiving da quando il governo
dell’Ontario ha approvato sanzioni più severe per la guida
distratta che comportano fino
a mille dollari multa e tre punti di demerito sulla patente.
Secondo la York Regional Police per guida distratta non si
intende solo dare uno sguardo
allo schermo del cellulare ma
anche mangiare, bere o leggere mentre si è al volante.
tato l’impiego di agenti dell’Opp,
dell’Rcmp, York Regional Police,
Peel Regional Police, Toronto Police, Royal Newfoundland Constabulary e di varie forze dell’ordine
degli Stati Uniti.
CRONACA
Bimbo di tre anni lasciato solo in auto in un parcheggio
TORONTO - È stato necessario
l’intervento della polizia per rompere il finestrino di un’automobile nel quale era stato lasciato solo un bambino di tre anni. Il veicolo si trovava in un parcheggio di Shopper’s World a Brampton da oltre un’ora: quando il padre è tornato ha trovato gli agenti di polizia e il personale addetto
alla sicurezza del centro commerciale vicino la sua auto. Interrogato dalla polizia ha detto di aver lasciato il bimbo in auto perchè si era addormentato. Un rapporto su
quanto successo sarà inviato alla
Children’s Aid Society.
∂Una donna di 46 anni ha perso
la vita ieri mattina in prossimità di Seneca Avenue e Lakeshore Road a Mississauga: la vittima,
il cui nome non è stato reso noto,
è stata investita da un’automobile ed è deceduta sul colpo. Un’altra donna di 18 anni di età si trova
ricoverata in ospedale in pericolo
di vita dopo essere stata investita da un’auto alla cui guida c’era
un uomo di 24 anni probabilmente in stato di ebbrezza: l’incidente
si è verificato a London nel cam-
pus della Western University. Il
conducente è stato arrestato con
l’accusa di guida pericolosa che
ha causato lesioni fisiche e per essersi messo alla guida con un tasso alcolemico di 80 milligrammi
su 100 millilitri di sangue.
µ Continuano a Kitchener le ricerche della Waterloo Regional
Police per riuscire a trovare la
persona responsabile della morte
di Michael Gibbon, 60 anni, colpito al petto da una freccia. La vittima stava facendo la sua passeggiata di prima mattina quando è
stato colpito dalla freccia: per la
polizia si tratta di omicidio. La
morte di Gibbon ha scosso la comunità. Chiunque abbia informazioni è invitato a contattare le forze dell’ordine.
CALABRIA
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Ogni Domenica
Con
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CORRIERE CANADESE � VENERDI 9 OTTOBRE 2015
5
CANADA
L’INIZIATIVA
Gli eroi di ogni giorno di cui nessuno parla
Parte una
nuova iniziativa
del Corriere
Canadese per
raccontare ai
lettori le tante
storie di successi
e di speranza
L'Onorevole Joe Volpe, Editore
TORONTO - Diversi componenti rendono una società vivibile o
invivibile. Ognuno di noi potrebbe stilare una propria lista preferita di ingredienti. Nessuno di questi sarebbe secondo agli altri. Dopotutto, la vita che conduciamo è
nostra e ciò che conta per noi, come individui, ha sempre la precedenza. Non si tratta di egoismo,
ma è una questione di priorità.
Non possiamo prenderci cura degli altri se non siamo in grado di
prenderci cura di noi stessi.
La cosa importante è che riconosciamo la necessità di prenderci cura degli altri come un elemento sistematico della nostra
società e che la cura debba essere disponibile indiscriminatamente a tutta la gamma dei livelli socio-economici. Collettivamente,
abbiamo integrato questi valori
Il 12 settembre oltre 4mila persone hanno percorso 25 chilometri a Toronto in una camminata
per la lotta contro il cancro, raccogliendo 7.5 milioni di dollari. I GI Joes, team composto da medici, infermieri,
pazienti e familiari hanno raccolto 134,371.70 dollari
nei nostri programmi politico/governativi. Il modo in cui li manteniamo definisce la nostra immagine agli occhi del mondo.
Per esempio, per tutto il 1990 fino ai primi anni del 2000, il Canada è stato costantemente classificato come primo al mondo
nell’indice di sviluppo umano delle Nazioni Unite, misurando, tra
le altre cose, la qualità della vita
goduta in un determinato elenco
di Paesi. ll nostro Sistema di Assistenza Sanitaria (la sua universalità, accessibilità - e il suo finanzia-
mento pubblico) hanno contribuito a tale classifica. Ciò che l’ha reso davvero notevole era/è l’impegno del pubblico e degli stessi operatori sanitari in esercizi e manifestazioni per la raccolta di fondi al fine di garantirne la sostenibilità.
Questo ultimo fine settimana, la
provincia è stata testimone di migliaia di persone di tutte le età (un
paio di anni fa, mia nipote che allora aveva 9 anni, insistette per
partecipare) e tutte le professioni che hanno partecipato con una
passeggiata o in altro modo, per la
ricerca sulla cura del cancro. La
settimana scorsa c’è stato un torneo di hockey su strada e ancora, la settimana prima, una corsa.
Nel corso di tutto lo scorso mese e
questo corrente, ci sono stati e ci
sono serate di gala di raccolta fondi per raccogliere risorse destinate a un progetto o ad un altro.
A volte, i fondi raccolti possono non sembrare eccessivamente
abbondanti, dato il collettivo totale di oltre 140 miliardi di dollari di spesa annuale per l’assisten-
za sanitaria. Essi sono, comunque,
impressionanti e le stesse attività
parlano alla nostra coscienza morale collettiva, per il desiderio di ispirare gli altri a dare e stimolare
coloro che possono, governi compresi, a fare di più.
Il Corriere ha sempre dato risalto alla generosità di coloro che
l’hanno dimostrata. Ci proponiamo di fare di più. Ci sono davvero
persone straordinarie che dedicano sé stesse e le loro risorse ad opere filantropiche. Altri che ricercano e indagano al fine di migliorare il serbatoio di informazioni
applicabili alle tecniche terapeutiche/cura. Altri ancora che trasformano la loro professione in vocazione, migliorando il loro stesso
livello di abilità, al punto che altri professionisti in tutto il mondo vogliono emularne le tecniche.
L’elenco potrebbe continuare.
Non si esaurirà in questo pezzo.
Tuttavia, il Corriere vuole riconoscere tutti coloro che portano credito alla società che tutti noi ci
sforziamo di costruire e migliorare. Di recente, l’insieme delle persone e la “tecnologia” che caratterizzano il Princess Margaret Hospital di Toronto, l’hanno reso primo in Canada e secondo al mondo
nella ricerca del cancro.
Per tutti noi questi successi sono una fonte di orgoglio e soddisfazione, per altri, una fonte di
speranza. Inizieremo una serie di
articoli per introdurre i personaggi che stanno dietro tali successi e
a tale ispirazione.
ENGLISH VERSION
Personalities behind inspiration
Ora e’ il momento di Pianiicare in Anticipo con
The Honourable Joe Volpe, Publisher
TORONTO - Several components go into making a society livable and enviable.
We can all rhyme off our own favourite list
of ingredients. None of them is second to
any other. After all, the life we lead is our
own and what matters to us as individuals
always takes precedence. It is not a matter of selfishness but a matter of priorities.
We cannot take care of others if we cannot
care for ourselves.
The significant issue is that we recognize the need to make CARE of others a
systemic element of our society, and, that
CARE be available indiscriminately across
the full spectrum of socio-economic levels. We collectively imbed these values
into our political/government programs.
How we maintain them defines us in the
eyes of world.
For instance throughout the 1990s and
early 2000s, Canada was consistently
ranked #1 in the world on the UN Human
Development Index, measuring among
other things, a quality of life enjoyed in
a given list of countries. Our Health Care
system (its universality, accessibility –
and its public funding) contributed to
that ranking. What made it truly remarkable was/is the engagement of the public
and the health care workers themselves in
exercises and events to raise funds to ensure sustainability.
This last weekend, the province was
witness to thousands of people of all ages
(a couple of years ago, my then 9-year-old
granddaughter insisted on participating)
and all occupations who participated in in
one walk or another for a cancer cure. Last
week it was a road hockey tournament, the
week before that, a run. Throughout last
month and this, there were/are fund-raising galas to gather monies for one project
or another.
Sometimes, the monies gathered may
not seem excessively large, given the collective $140 + billion annual spend in
Health care. They are, however, impressive and the activities themselves speak to
our collective moral conscience, to the desire to inspire others to give and to stimu-
Cimiteri Cattolici
& Servizi Funebri
late those who can, including governments, to do more.
The Corriere has always given profile
to generosity and to those who demonstrate it. We propose to do more. There are
truly remarkable individuals who dedicate
themselves and their resources to philanthropic works. Others who research and
investigate in order to improve the reservoir of information applicable to therapeutic/cure techniques. Others still who
turn career into vocation, improving their
skill level to the point that other professionals across the globe want to emulate
their techniques.
The list goes on. It will not be exhausted in this piece. However, the Corriere
does want to recognize all those who bring
credit to the society we strive to build and
improve. Recently, the collection of people
and “technology” that make up the Princess Margaret Hospital caused Toronto to
be ranked #1 in Canada and #2 in the world
in Cancer Care [research].
For all of us, those successes are a
source of pride and satisfaction, for others,
a source of hope.
We will begin a series of articles to
introduce the personalities behind those
successes and that inspiration.
Pianiicare per il futuro è una delle cose
più amorevoli e responsabili che potete fare
per la vostra famiglia. Con l’assistenza del
nostro ben informato e compassionevole
personale, è possibile garantire che i vostri
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evitare eccessi di spesa
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ed ai vostri cari. Siamo
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ai valori della nostra fede.
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VENERDI 9 OTTOBRE 2015 � CORRIERE CANADESE
6
ITALIA
LO SCANDALO
LA TRAGEDIA
Roma, Ignazio Marino si dimette
Cadono dalla
mongolfiera,
due morti
Tiziana Torrisi e Paola Lo Mele
ROMA - Ha resistito finché ha potuto. Asserragliato in un Campidoglio
non più casa di vetro ma bunker dove consumare l’ultimo atto. Assediato da quel partito che neanche
tre anni fa lo aveva portato trionfante a Palazzo Senatorio. Il fuoco, anzi, il bombardamento amico è stato letale per un Marino già fiaccato dal “casus scontrini”. Alle sette
e mezzo della sera Ignazio Marino
non è più un sindaco. Tre assessori,
ovvero i big della fase due Causi-Esposito-Di Liegro, li aveva già persi
nel pomeriggio. L’appoggio di Matteo Orfini era scivolato via già mercoledì. I consiglieri Pd con i riottosi di Sel si erano ripromessi una mozione di sfiducia. E il fidato Alfonso
Sabella, sempre iper combattivo, aveva sfoderato inediti toni dimessi e
rassegnati.
La giunta dell’ammutinamento, per chi c’era e la può descrivere,
«sembrava il Gran Consiglio del 25
luglio». Marino è di fatto sfiduciato. «È meglio andarsene, così non si
può», gli dicono i tre assessori spediti da Renzi a dare l’ultima chance
all’irregolare Marino. Il sindaco pare non abbia battuto ciglio. Neanche un attimo di cedimento. Sguardo fisso davanti. Mai dare soddisfazione al nemico. Perché è il nemico ora quello che Marino ha davanti. Altro che il Pd.
“Le mie dimissioni non sono una
resa - scrive nero su bianco il già ex
sindaco Marino - e temo che dopo
di me torni il meccanismo corruttivo-mafioso”. Tagliente e per niente
sconfitto. Anzi Marino lascia anche
uno spiraglio. Che suona come un
Ignazio Marino: il primo cittadino ha deciso di fare un passo indietro
avvertimento. “Presento le mie dimissioni - scandisce - Sapendo che
queste possono per legge essere ritirate entro venti giorni. Non è un’astuzia la mia: è la ricerca di una verifica seria, se è ancora possibile ricostruire queste condizioni politiche”.
Insomma chiama alle armi il Pd
ricordandogli che lui ha strappato
“il Campidoglio alla destra che lo aveva preso e per cinque anni maltrattato, infangato sino a consentire
l’ingresso di attività criminali anche
di tipo mafioso” e che il sistema corruttivo mafioso “senza di me avrebbe travolto non solo l’intero Partito democratico ma tutto il Campidoglio”.
Frangar non lectar. Che magari passa la piena. O forse no. Ma intanto il sindaco, che da giorni tace, è
un fiume di parole in piena. “In que-
sti due anni ho cambiato un sistema
di governo basato sull’acquiescenza alle lobbies, ai poteri anche criminali - scrive - Tutto il mio impegno ha suscitato una furiosa reazione. Sin dall’inizio c’è stato un lavorio rumoroso nel tentativo di sovvertire il voto democratico dei romani. Questo ha avuto spettatori
poco attenti anche tra chi questa esperienza avrebbe dovuto sostenerla. Oggi quest’aggressione arriva al
suo culmine. Ho tutta l’intenzione di battere questo attacco e sono
convinto che Roma debba andare avanti nel suo cambiamento”. Insomma per Marino non è finita.
La sua fedelissima Alessandra
Cattoi, l’unica confidente di queste
ore, è sulla stessa scia: «Il cambiamento viene interrotto per logiche
che non capisco». Gli altri, tutto il
Pd, e anche Sel plaudono all’iniziativa “responsabile”. E che da mercoledì hanno inseguito. Architettato,
bramato. Forse estorto.
Aveva iniziato Sel di mattina con
un sibilante: «Il sindaco valuti se esistono ancora le condizioni per
proseguire il suo mandato». Poi gli
assessori renziani e i loro «così non
va». Poi la ventilata possibilità di una mozione di sfiducia.
Poi l’ultima ambasciata di Causi e
Sabella spediti da Orfini a un Marino ormai in assetto bunker: «Dimettiti». Marino capisce che non può
subire l’onta della sfiducia, lui che è
«stato votato dai cittadini». O peggio delle dimissioni della metà del
consiglio comunale. Così lascia. Ma
sembra lasciare a metà. Il suo gesto
più che la fine potrebbe essere un
altro inizio.
IL DELITTO
Ventenne uccisa, l’ex: «Ho perso la testa»
Mimmo Trovato
CATANIA - «Sì, sono stato io... ho
perso la testa, non volevo ucciderla». Così Luca Priolo ha confessato l’omicidio dell’ex convivente,
Giordana Di Stefano, motivando il
delitto con la gelosia e la decisione della ventenne di non volere
rimettere la denuncia per stalking
per la quale quel giorno ci sarebbe stata l’udienza preliminare per
la richiesta di rinvio a giudizio
del 24enne davanti al Gip di Catania.
Per gli investigatori lui appare
«sempre lucido» e durante l’interrogatorio davanti al Pm di Milano, al quale ha confessato l’omicidio commesso a Nicolosi e il
suo tentativo di fuga all’estero finito nella stazione ferroviaria della città lombarda dove i carabinieri lo hanno fermato, non avrebbe
avuto né esitazioni né cedimenti
emotivi.
Ha dato un quadro chiaro della
dinamica, facendo ritrovare i vestiti sporchi di sangue che ha buttato nelle campagne di Belpasso,
assieme al coltello con quale ha
inlitto “numerosi colpi” alla vit-
tima. Ma l’arma del delitto non è
stata ancora rinvenuta.
Secondo quanto ricostruito attraverso diverse testimonianze raccolte dai carabinieri, Luca
Priolo nella tarda serata che ha
preceduto il delitto ha aspettato
Giordana, uscita con un cugino,
davanti casa della giovane. L’omicida e la vittima hanno avuto una
discussione sull’udienza del Gip
dell’indomani, ma in maniera non
accesa, tanto che il cugino li ha lasciati da soli.
Poi l’omicidio, che per la Procura di Catania potrebbe essere premeditato visto che va dall’ex con
un coltello in tasca. La madre di
Giordana non ha visto arrivare la
figlia a casa e si è insospettita. Ha
chiamato a casa di Luca e ha chiesto notizie di lui e di sua figlia. Il
contenuto della chiamata è stato
concitato. Temendo per la ventenne la madre è corsa subito dai carabinieri di Nicolosi a denunciarne la scomparsa.
Sono scattate le ricerche del
24enne, ma lui era già fuggito. Era
tornato a casa, aveva salutato sua
madre, lasciato il cellulare spento nell’abitazione ed era fuggito in
auto fino a Messina, dove è stato
‘visto’ dalle telecamere dell’autostrada, poi è salito su un treno per
Milano. Nella stazione ferroviaria
si è tradito: ha mandato, col cellulare di un ignaro passante al quale chiede il favore, un sms al padre, che in quel momento era nella caserma dei carabinieri di Nicolosi: «Sono nei guai, non mi lasciare solo, ho bisogno di soldi e
di voi», ha scritto. Il genitore, sollecitato dai militari che leggono il
messaggio, lo ha richiamato e lui
involontariamente ha rivelato il
suo piano: «Sto per prendere un
treno per andare all’estero».
E da altre indicazioni gli investigatori hanno capito che era a
Milano. Militari dell’Arma hanno
inviato, con whatsapp, la foto del
24enne ai loro colleghi lombardi,
che dopo cinque minuti lo hanno
trovato vicino al treno che parte
per Losanna, lo hanno chiamato
per nome, lui si è voltato ed è stato catturato.
Poi la confessione davanti al
Pm Cristian Barilli, che ieri ha
chiesto la convalida del fermo di
Luca Priolo.
Il movente per carabinieri del
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comando provinciale di Catania,
che con la compagnia di Paternò
hanno indagato sull’omicidio, è
legato all’udienza preliminare per
stalking e alla gelosia: il sogno del
24enne era tornare con la sua ex,
dalla quale aveva avuto una figlia,
che ha 4 anni.
Con loro voleva rifarsi una vita
a New York. Ma lei non era d’accordo. L’intesa pareva fosse stata
trovata sulla base di uno scambio:
lui avrebbe concesso l’aido in esclusiva della figlia a Giordana, lei
avrebbe ritirato la querela. Ma la
notte prima dell’udienza, l’accordo è invece diventato dramma.
«La sola risposta giudiziaria
non è suiciente per fronteggiare
i casi di stalking - ha sottolineato
il procuratore di Catania, Michelangelo Patanè che ha coordinato
le indagini con il Pm Andrea Soorentino - il processo non è servito
da deterrente per l’omicida. Casi
come questi sono diicili da fronteggiare perché imprevedibili - ha
osservato il magistrato - ci sono
sentimenti violenti che si scatenano all’improvviso. E non c’erano eventi che facessero ipotizzare
quello che è successo».
CHIAMA OGGI STESSO
MATERA - Una mongolfiera che
vola nel cielo azzurro, improvvisamente l’urto contro i fili dell’alta tensione e due ragazzi - di 17 e
20 anni - che cadono nel vuoto da
un’altezza di 70-80 metri e muoiono: una tragedia - quella avvenuta ieri a Montescaglioso (Matera) - che ha già un indagato, il
manovratore del pallone aerostatico, un tedesco di 72 anni, Hans
Rolf Friedrich, peraltro considerato “espertissimo”, ferito ma non
in pericolo di vita. E non è la sola inchiesta già aperta sull’incidente: anche l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo ha aperto un’indagine e ha inviato a
Montescaglioso un suo investigatore.
La dinamica della tragedia - avvenuta durante il “Matera Balloon
Festival”, annullato subito dopo il
fatto - è per ora aidata ad un’ipotesi prevalente, ma basata su alcuni elementi che Carabinieri e pubblico ministero della Procura della Repubblica di Matera, Rosanna De Fraia, considerano fondati.
Il momento decisivo è stato l’urto
contro i fili dell’alta tensione, arrivata forse in seguito ad una perdita di quota della mongolfiera. Già
questo fatto - secondo gli elementi raccolti subito dopo - avrebbe
causato un grosso spavento nei
due studenti che erano a bordo
insieme al manovratore. Giuseppe Nicola Lasaponara, di 17 anni,
di Irsina (Matera), e Davide Belgrano di 20, di Matera, studenti
dell’istituto tecnico “Olivetti” della città dei Sassi, sono caduti dal
cestello. Ma perché? Si sono lanciati nel vuoto per la paura, nella
speranza di salvarsi, essendo convinti che il pallone stesse per precipitare in seguito all’urto?
Oppure sono caduti, in momenti diversi, visto che i due cadaveri erano a distanza di alcune centinaia di metri uno dall’altro, perché l’oscillazione del cestello li
ha sbilanciati fino al punto da farli precipitare? Sono due punti che
l’inchiesta - e la testimonianza del
manovratore - dovranno chiarire. Insieme ad un altro, non meno
importante: sulla mongolfiera vi è
stato un principio di incendio. Ma
quando? Subito dopo l’urto con i
fili elettrici? Friedrich ha alcune
ustioni e fratture. La mongolfiera
è finita contro un rudere e il cestello e i cavi che lo sorreggono
presenterebbero alcune tracce del
fuoco: sono circostanze che gli investigatori e i periti valuteranno
nei prossimi giorni.
La tragedia ha causato reazioni
di vario genere: a Matera e a Irsina è stato proclamato il lutto cittadino e ogni attività è stata sospesa
almeno per i prossimi tre giorni.
Il Codacons ha chiesto maggiori controlli per la sicurezza nelle
manifestazioni ed esibizioni aeronautiche; l’Aeroclub d’Italia ha definito “un volo turistico, assolutamente estraneo alla manifestazione aerea denominata ‘Matera Balloon Festival’”, l’iniziativa di ieri.
CORRIERE CANADESE � VENERDI 9 OTTOBRE 2015
7
ESTERI
MEDIO ORIENTE
LA CRISI
L’Intifada dei coltelli semina terrore
Siria, la Nato
alza la voce
Massimo Lomonaco
BRUXELLES - La Nato alza la voce contro la Russia. «È pronta dispiegare le forze in Turchia, se
necessario», avverte il segretario
generale Jens Stoltenberg. E l’Alleanza mostra anche i muscoli,
dando il via finale al “raddoppio”
della sua Forza di reazione, aggiungendo altre due basi (in Ungheria e Slovacchia) alle sei già aperte nell’est europeo per la brigata di pronto intervento dispiegabile in 48 ore, mentre Londra
annuncia che manderà un centinaio di soldati nei paesi baltici ed
in Polonia.
Un modo, scandisce il norvegese, per mandare «un chiaro
messaggio ai cittadini della Nato:
la Nato vi difenderà, la Nato è sul
terreno e la Nato è pronta». Mosca si sente accerchiata e minaccia di rispondere specularmente.
Intanto prosegue senza sosta la
campagna di raid in Siria. Compie decine di bombardamenti usando anche i missili da crociera lanciati dalle navi nel Mar Caspio. Gesto, questo, che fonti militari giudicano “uno show di potenza”, con enormi rischi geopolitici.
I missili infatti devono sorvolare l’Iran ed alcuni (almeno quattro) vi sarebbero caduti, secondo
fonti Usa. Da Mosca e Teheran
nessun commento. Intanto però
Damasco lancia l’offensiva contro “i terroristi”, termine che per
il regime di Assad indica i ribelli,
prima dell’Isis.
TEL AVIV - L’Intifada dei coltelli
- come è oramai chiamata - ha di
nuovo colpito gli israeliani: ieri sono stati quattro (dopo i tre di mercoledì) gli attacchi compiuti da palestinesi in varie zone di Israele
che hanno fatto ripiombare il paese in un’altissima tensione e lasciato sul campo almeno otto feriti. Una “ondata di terrorismo”
che per il premier Benyamin Netanyahu - intervenuto in serata insieme al ministro della difesa Moshe’ Yaalon - «è una conseguenza dell’istigazione dell’Anp, di Hamas, del movimento islamico e di
alcuni stati della regione». « Q u e sta istigazione - ha detto - incendia
il terreno con bugie sulla Moschea
di Al-Aqsa. Le fiamme dell’Islam estremo arrivano da noi».
Il premier ha poi sottolineato
che le misure adottate dimostreranno presto che «il terrorismo
non dà risultati». Ma già da mercoledì notte una delle prime mosse
di Netanyahu è stata quella di ordinare alla polizia di non ammettere
sulla Spianata delle Moschee nessun ministro o parlamentare, sia
esso ebreo o arabo. «Non c’è bisogno - ha osservato ieri - di tensioni sulla Spianata». La mossa non è
però piaciuta né alla destra israeliana né ai deputati arabi che hanno annunciato l’intenzione di violare la disposizione del premier.
A testimonianza della grande
tensione che si respira in Israele anche se per ora non sembra esser-
Un soldato israeliano a Gerusalemme
ci l’intenzione da parte del governo di condurre nei Territori un operazione come “Scudo difensivo”
durante la seconda Intifada - il sindaco di Gerusalemme ha rivolto
un appello ai cittadini della città a
“girare armati” per difesa.
Alle Porte di Damasco e Giaffa, le due principali di accesso alla Città Vecchia, così come in alcune strade della cittadella sono stati
montati metal detector per prevenire altri incidenti. E proprio Ge-
rusalemme è stato teatro del primo attentato: nei pressi della Centrale di Polizia un ebreo ortodosso di 25 anni è stato pugnalato da
palestinese di 19 che, prima di essere ucciso, ha ferito anche un agente. La violenza anti israeliana è
poi passata nel cuore di Tel Aviv,
ad un passo dal ministero della difesa. Una soldatessa è stata accoltellata con un cacciavite da un palestinese di Gerusalemme est che
ha infierito su altre 4 persone pri-
I NARCOS
Taglia da 100 milioni su Trump
CITTÀ DEL MESSICO - Cento milioni di
dollari per la testa di Donald Trump, vivo
o morto: sarebbe questa la ricompensa offerta da Joaquin Guzman, detto El Chapo - il
superboss del Cartello di Sinaloa, latitante
dallo scorso luglio, dopo una rocambolesca
fuga dal carcere - per la cattura del candidato alle primarie repubblicane per la corsa alla Casa Bianca, reo di aver offeso l’onore nazionale dei messicani.
La notizia, ovviamente senza alcuna conferma uiciale, circola in modo incontenibile sui social network messicani, malgrado la
fonte apparente della clamorosa rivelazione siano anonimi e imprecisati “compagni
di prigione” del Chapo prima della sua fuga, citati da siti americani non proprio autorevoli. Trump “si rimangerà le sue paro-
le” sui messicani, avrebbe detto El Chapo,
che “stava pianificando la morte di Donald
già prima della fuga”, secondo fonti anonime di Fresh Hot Stuff, confermate da quelle
non meno anonime di Most Extreme News,
secondo le quali in prigione il narco boss si
“era infuriato: voleva vedere Donald Trump morto e diceva che era disposto a pagare
qualsiasi cifra per la sua testa”.
Già nel luglio scorso, dopo la fuga del
Chapo, si era parlato di una minaccia contro Trump lanciata da una pagina Twitter
intestata a Joaquin Guzman e probabilmente amministrata dal figlio del boss. All’epoca
il candidato repubblicano aveva detto che aveva rafforzato le sue misure di sicurezza,
lamentandosi che ormai aveva “agenti dappertutto, perfino appesi dagli alberi”.
FRANCIA
Sciopero netturbini, Parigi invasa dai rifiuti
Chiara Rancati
PARIGI - Cassonetti strabordanti, pile di
sacchi di plastica neri che nascondono le
facciate, resti di scatoloni e altri oggetti ingombranti madidi di pioggia, che pian piano si disfano sul selciato. È la scena che si
ripete da ieri in numerose strade di Parigi, invase dalla spazzatura per uno sciopero
dei netturbini giunto ormai al quarto giorno.
L’agitazione riguarda i dieci “arrondissement” - su venti in totale - in cui la raccolta rifiuti è gestita direttamente da operatori
pubblici, e non data in gestione a concessionarie private.
Sono quindi risparmiati molti dei luoghi
simbolo della Ville Lumière - come la chiesa di Notre Dame, il Champ de Mars con
la Tour Eiffel, la piazza della Bastiglia - ma
non alcuni dei luoghi più amati dai turisti,
come il caratteristico quartiere pedonale di
Montorgueil, a due passi dalle Halles e dal
Centre Pompidou, o il cimitero di Père Lachaise, nel nordest della città.
“Siamo ridicoli se paragonati agli stranieri. Questi qui fanno il bello e il cattivo tempo. È scandaloso, e la nostra via è inguardabile”, lamenta alla radio France Info uno dei
coordinatori dell’associazione commercian-
ti della rue di Rennes, strada ricca di boutique alla moda nella rive gauche.
«C’è puzza, e i cassonetti tracimano da
tutte le parti - gli fa eco il gestore di un caffè della rue Montorgueil - e tra un po’ arriveranno dei ratti, e i gatti, è una schifezza»
La rabbia degli abitanti si fa sentire anche sui social network, dove abbondano le
foto di cassonetti e sacchi di rifiuti accumulati all’angolo dei marciapiedi, spesso fradici per la pioggia caduta più volte nei giorni
scorsi.
Il municipio ha tentato di proporre una
mediazione ai leader sindacali dei netturbini, che chiedono una rivalorizzazione dei
loro salari, ma il primo incontro, mercoledì
pomeriggio, non ha dato gli esiti sperati. Il
sindaco Anne Hidalgo resta ottimista, e prevede un ritorno all’attività normale già domani, ma dai sindacati non è ancora giunto
alcun responso in tal senso.
Nel frattempo, l’account twitter uiciale della città ha annunciato nel pomeriggio
che sono stati attivati servizi sostitutivi di
raccolta rifiuti nelle zone più colpite, per evitare problemi sanitari. Secondo la rete all
news BfmTv, i rifiuti non raccolti nelle strade di Parigi sarebbero ormai quasi 4 tonnellate.
ma di essere ucciso da un soldato.
Poche ore dopo nell’insediamento
ebraico di Kiryat Arba, presso Hebron in Cisgiordania, un altro israeliano è stato colpito da un palestinese riuscito poi a dileguarsi. Infine in serata ad Afula, una cittadina
nel nord di Israele, altri due israeliani sono stati feriti a colpi di coltello e tra questi un soldato.
L’aggressore palestinese è stato
raggiunto dai colpi di arma da fuoco della sicurezza e catturato.
VENERDI 2 OTTOBRE 2015 � CORRIERE CANADESE
8
ESTERI
Rosanna Pugliese
STATI UNITI
BERLINO - Tre magistrati e 50
agenti di polizia hanno perquisito ieri la sede principale di
Volkswagen, a Wolfsburg, altre
fabbriche, e diverse case private
di dipendenti.
La notizia delle indagini della Procura di Braunschweig arriva all’indomani della nomina
del nuovo presidente del consiglio di sorveglianza Hans Dieter
Poetch, che ha promesso trasparenza e cambiamenti nel colosso
dell’auto alle prese col più grande scandalo della sua storia. Sul
dieselgate è poi il New York Times a rivelare che il ceo Usa, Michael Horn, sarebbe stato a conoscenza dei problemi legati alle emissioni già dalla primavera
2014.
Sarebbe stato informato di una
“possibile non conformità delle
emissioni”, ma gli era anche stato detto che gli ingegneri avrebbero lavorato con l’Environmental Protection Agency a risolvere
il problema.
È lo stesso ceo ad annunciare,
fra l’altro, che le auto non in regola che avranno bisogno di interventi negli Usa sono 430 mila. Mentre la Sueddeustche Zeitung ha spiegato, citando fonti
dell’azienda, che il software truccato funzionava anche in Europa.
Dove sarebbero stati sistematicamente manipolati i motori diesel.
Se il ceo Martin Mueller,
nell’annunciare il programma di
risparmi, ha assicurato che non
vi saranno impatti sui posti di lavoro, due giorni fa, ieri è arrivato
un segnale opposto dal governo.
Il vicecancelliere Sigmar Gabriel ha affermato, a margine di
una visita a Wolfsburg, la propo-
Accoltellato
“eroe Usa”
del Thalys
TACCUINO
LO SCANDALO
Volkswagen, blitz e perquisizioni
Gli Stati Uniti sapevano dal 2014
sta di misure come il Kurzarbeit
(riduzione dell’orario di lavoro)
per i lavoratori interinali.
In Italia il viceministro ai Trasporti, Riccardo Nencini, in audizione alla Commissione competente alla Camera, ha affermato che «ad oggi, nonostante le
continue sollecitazioni da parte
del ministero dei Trasporti ver-
so Kba, Volkswagen ed Epa, dati
formali ed ufficiali non sono pervenuti al ministero che io rappresento».
«E non si ha alcuna evidenza
- ha aggiunto - che siano in corso indagini dalle quale risulti che
i “filtri antiparticolato” non riducano emissioni di sostanze inquinanti”.
Perché un
Canada migliore
è sempre possibile
Un Governo Liberale...
Creerà buoni posti di lavoro e
taglierà le tasse per la classe media
Investirà nei trasporti e nelle
infrastrutture
Aggiusterà
sistema
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dell’imm
dell'immigrazione
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grazione canadese guasto,
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migliore
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ricongiungimenti
familiari
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IL 19 OTTOBRE, VOTA LIBERALE
Autorizzato dall’agente registrato per il Partito Liberale del Canada
Col passare delle settimane
dall’esplosione dello scandalo
sulle manipolazioni dei dati antismog, aumentano esponenzialmente anche le rivendicazioni
dei consumatori.
Codacons ha annunciato che
sono 12mila le pre-adesioni giunte finora da parte di proprietari
Diesel Vw coinvolte.
NEW YORK - È uno dei tre “eroi”
americani che lo scorso agosto evitarono una strage sul Thalys
Amsterdam-Parigi,
gettandosi
contro l’attentatore. Spencer Stone, 23 anni, militare della Us Air
Force, è ora finito in ospedale dopo essere stato accoltellato a Sacramento, in California. Le sue
condizioni sono stabili e non sarebbe in pericolo di vita. Ma se l’è
vista davvero brutta, a poche settimane da quell’episodio che lo ha
reso famoso in tutto il mondo.
Tanto che l’aggressione subita
nella città californiana ha subito
generato il sospetto di un agguato premeditato, fatto per vendetta.
Un’ipotesi alla fine del tutto scartata dagli investigatori: «Nessun
legame con il terrorismo né con
quanto accaduto sul treno in Francia», ha assicurato la polizia di Sacramento.
All’origine dell’episodio ci sarebbe invece una banale discussione degenerata in una lite e poi
sfociata in una colluttazione, fuori da un locale. Un pub dove Spencer si trovava insieme ad alcuni amici mercoledì notte. Nel corso
dello scontro il militare sarebbe
stato colpito ripetutamente al petto e all’addome con un’arma da taglio.
«È un miracolo che sia ancora
vivo», raccontano le testimonianze raccolte dai media Usa, che
parlano anche di qualche bicchiere di troppo all’interno del locale.
CORRIERE CANADESE � VENERDI 9 OTTOBRE 2015
9
PRIMO PIANO
L'ANNIVERSARIO
Trent’anni fa il sequestro dell’Achille Lauro
Giovanni Graziani
ROMA - Il sequestro dell’Achille Lauro si
consuma in due giorni, fra il 7 ottobre 1985,
quando un commando di quattro terroristi
palestinesi sequestra la nave da crociera italiana, ed il 9 ottobre, quando si arriva alla
liberazione degli ostaggi. Ma la crisi aperta
da quella vicenda dura oltre la fine del sequestro, portando a momenti di forte tensione fra l’Italia e gli Stati Uniti. E quando
il governo italiano rifiuta di cedere alla pretesa degli americani di portare i dirottatori negli Stati Uniti, si sfiora lo scontro armato nella base Nato di Sigonella, in Sicilia. In ballo c’era la posizione di Abu Abbas,
capo di una fazione filosiriana dell’Olp, che
nella vicenda aveva avuto un ruolo ufficiale di mediatore, ma che sarà poi riconosciuto come mandante dell’azione e responsabile della morte di Leon Klinghoffer, cittadino statunitense, unica vittima di quell’azione.
Quando scatta il sequestro, il 7 ottobre
1985, la nave si trova al largo delle coste egiziane. La maggior parte dei passeggeri è
a terra per un’escursione, a bordo ci sono
più di 400 persone, fra passeggeri e membri dell’equipaggio.
Fra quanti sono rimasti a bordo ci sono i
quattro terroristi, che attorno alle 13 prendono con le armi il controllo della nave; al
processo dichiareranno che la loro intenzione era, in realtà, di compiere un attentato nel porto israeliano di Ashdod, tappa successiva del viaggio, ma di essere stati scoperti e di avere per questo anticipato
l’azione.
Da subito, i quattro si dichiarano appartenenti all’Olp, e chiedono la liberazione di
52 palestinesi detenuti in Israele; ma da Tunisi Yasser Arafat nega ogni responsabilità.
La verità è che il commando appartiene al
Fronte per la liberazione della Palestina, un
gruppo radicale che, all’interno dell’Olp, si
oppone alla linea di Arafat.
Il governo italiano, guidato da Bettino
Craxi con Giulio Andreotti ministro degli
esteri, decide di puntare sulla presa di distanze di Arafat dall’azione e chiede la collaborazione del presidente palestinese. Arafat invia allora due mediatori, e uno di
questi è Abu Abbas. Con il loro arrivo, la
situazione prende una piega favorevole: ed
il 9 ottobre i dirottatori si consegnano alle autorità egiziane salendo a bordo di una
motovedetta. L’Achille Lauro può così dirigersi verso Port Said, dove attracca il 10 ottobre. Ma con la fine del sequestro arrivava
la conferma che l’azione dei terroristi non
L’Achille Lauro. Sotto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella
era stata senza vittime: Leon Klinghoffer, ebreo, cittadino americano, costretto su una
sedia a rotelle, era stato ucciso e gettato in
mare l’8 ottobre. E gli Stati Uniti decidono
di reagire.
Gli accordi presi per la liberazione degli
ostaggi prevedono che i quattro responsabili del sequestro siano portati in un paese
arabo di loro scelta.
Nella notte fra il 10 e l’11 ottobre, un aereo egiziano decolla per portarli a Tunisi;
con loro ci sono anche i mediatori dell’Olp,
compreso Abu Abbas. Ma a questo punto
scatta l’azione degli Stati Uniti: l’aereo egiziano viene intercettato dall’aviazione degli
Stati Uniti e costretto ad atterrare nella base Nato di Sigonella, dopo che il presidente degli Stati Uniti, Ronald Reagan, ha ottenuto da Craxi l’autorizzazione all’atterraggio.
Ma una volta che l’aereo si trova in territorio italiano, il governo di Roma rivendica la gestione della situazione, e non permette alle forze degli Stati Uniti di prendere in consegna i terroristi ed i mediatori dell’Olp. L’aereo viene circondato da militari italiani che impediscono agli americani di avvicinarsi. E non si tratta solo di difesa dell’orgoglio nazionale; a bordo dell’aereo, ricorderà Craxi anni dopo, c’erano anche dieci militari egiziani, guidati da un ufficiale che aveva l’ordine di difendere l’ae-
MATTARELLA
“Sigonella fu molto importante,
venne evitata un’escalation”
ROMA - “Il drammatico sequestro dell’Achille Lauro, segnato dal barbaro assassinio di Leon Klinghoffer, e la crisi internazionale che ne seguì compongono una pagina importante della nostra recente storia.
Una pagina in cui il Governo Craxi assunse
rilevanti responsabilità a livello mondiale e
svolse un ruolo decisivo per evitare una escalation dalle conseguenze imprevedibili.
Per queste ragioni l’iniziativa promossa dalla Fondazione Craxi su La notte di Sigonella
è particolarmente meritevole e a Lei, gentile Presidente, desidero far pervenire i sensi
del mio apprezzamento”.
È quanto scrive in un telegramma inviato
a Stefania Craxi (che lo ha diffuso), il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella,
in occasione del 30esimo anniversario del
sequestro dell’Achille Lauro che la Fondazione Craxi ha inteso ricordare con la pubblicazione del volume La notte di Sigonella (Mondadori) e con l’onomino docufilm
presentato in anteprima questa sera a Roma.
“La politica estera italiana - prosegue il
Presidente della Repubblica - segnata dai
valori di pace iscritti nella nostra Costituzione, dalla scelta euro-atlantica compiuta nel dopoguerra e da una antica, costante vocazione al dialogo e alla cooperazione nel Mediterraneo - ha avuto caratteri di
reo con le armi. Se gli americani fossero entrati con la forza, ci sarebbe stata una battaglia in piena regola.
Alla fine, i terroristi sono fatti scendere
e arrestati dagli italiani. A Reagan, che ne
chiede la consegna per farli processare in
America, Craxi risponde che sono colpevoli di reati commessi in acque internazionali
su una nave italiana, e che quindi la competenza è della magistratura italiana. I terroristi vengono portati nel carcere di Siracusa.
Negli anni successivi saranno processati e condannati. Quanto ad Abu Abbas, in
quel momento è considerato ancora un mediatore, e non il capo che ha ordinato l’a-
zione.
Può così ripartire a bordo dell’aereo egiziano che arriva a Roma, e da qui sarà libero di raggiungere Belgrado. Solo più tardi
verrà accusato e condannato in contumacia come mandante dell’azione. Rifugiatosi in Iraq, sarà catturato dagli americani nel
2003, durante l’invasione, e morirà in prigionia un anno dopo.
E’ di un anno fa, invece, la morte di un
altro protagonista di quella vicenda, il comandante dell’Achille Lauro Gerardo De
Rosa, che del sequestro fu il principale testimone e che quei fatti ha continuato a raccontare per anni, scrivendo anche un libro.
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VENERDI 9 OTTOBRE 2015 � CORRIERE CANADESE
10
SPORT
IL PROTAGONISTA
Giovinco: essere in Nazionale è una vittoria
FIRENZE - «Sono contento di aver riconquistato un posto in nazionale, è una sfida vinta, ci tenevo e ci speravo moltissimo anche
perché non era così scontato». Sebastian Giovinco dai microfoni
della Rai esterna tutta la sua soddisfazione per essere tornato a far
parte del gruppo azzurro. Ma questa convocazione da parte di Antonio Conte, che peraltro conosce
benissimo il giocatore avendolo
allenato alla Juve, non ha sorpreso nessuno.
La Formica Atomica, oggi punto di forza di Toronto Fc dove si
è trasferito lo scorso febbraio, ha
già segnato 21 reti nel campionato Mls e sta battendo tutti i record della Lega nordamericana.
L’ultimo gol segnato da Giovinco
è stato quello contro Philadelphia
che ha contribuito al successo dei
Reds per 3-1 e avvicinato ancora di
più i play-off, adesso distanti soltanto un punto.
Con 21 gol Giovinco è secondo
nella classifica dei marcatori della
Major League Soccer dietro a Kamara (22 reti) dei Colombus Crew
ed è stato il primo giocatore della
storia della Lega a segnare più di
20 gol e fare più di 10 assist in una
stagione scatenando il dibattito se
sia il giocatore più forte ad avere
mai giocato nella Mls.
«Lì non sono il calcio ma tutto
IN TV
Italia, le partite
su Sportsnet
ROMA - Le prossime due partite
della nazionale italiana, decisive
per il visto a Euro 2016, saranno date in diretta tv, dai canali
Sportsnet, con il commento in
inglese.
La partita di domani a Baku,
Azerbaigian-Italia è in programma alle 12 pm, ora di Toronto,
sul canale libero di Sportsnet.
Italia-Norvegia di martedì 12
ottobre invece si vedrà su Sportsnet One, alle 2.45 pm.
Sebastian Giovinco al ritorno
in nazionale mentre scherza
con Andrea Pirlo
e Riccardo Montolivo
lo sport in generale viene vissuto come un momento di festa - ha
raccontato l’ex juventino - Si respira davvero un bel clima».
Niente a che vedere insomma
con le polemiche e le tensioni che
si respirano spesso nel calcio italiano e riguardano pure i rapporti
fra i club e la nazionale: «Da parte della mia attuale società non
c’è mai stata alcuna pressione - ha
detto Giovinco - Anzi, sono tutti
felici che sia qui, con la mia nazionale».
L’ultima volta in cui lui è stato
a Coverciano, a fine agosto, fu u-
IL CT
na “toccata e fuga” perché per un
infortunio subito nel match con
il Montréal Impact di Joey Saputo, subito dopo le visite di rito da
parte dello staff medico azzurro,
dovette lasciare il ritiro e rientrare alla base.
Ora, spinto dalle magie realiz-
zate oltreoceano, Giovinco è di
nuovo in nazionale: Conte sa di
poter contare anche su di lui per
i prossimi impegni con Azerbaigian e Norvegia, due «match ball»
come li ha definiti lo stesso ct per
ottenere il pass per la fase finale
degli Europei.
UNDER 21
Da Baku all’Olimpico, il ct vede gli Europei Tris azzurrino alla Slovenia
BAKU - Da Baku a Parigi, passando per Roma. Tra la trasferta in Azerbaigian, domani, e l’ultima partita del girone martedì 13 a Roma
contro la Norvegia, l’Italia di Antonio Conte ha due match ball per
staccare il biglietto per Euro 2016.
E per cominciare a chiudere il cerchio di un’operazione nata nell’estate 2014, dopo la debacle mondiale. All’ipotesi del terzo posto e
dello spareggio a novembre, Conte
non vuole neanche pensare. Basta
una vittoria tra le due partite, per
qualificarsi subito. Il complicato
conteggio di risultati, gol, classifiche e ranking dice anche altro: due
vittorie sarebbero meglio, perché
assicurerebbero agli azzurri di essere tra le sei teste di serie al sorteggio di Parigi del 12 dicembre.
Ci andrà anche Conte, per vedere
quale è il suo destino. Non solo in
termini di campo: il ct, come da
sua abitudine, è concentratissimo
ora a non sprecare il poco tempo
a disposizione per preparare la
partita di Baku, e diicilmente la
presenza del presidente federale in
Azerbaigian servirà per approfondire la questione contratto.
«Siamo pronti a proporre un rinnovo di due anni a Conte - ha ribadito appena mercoledì Tavecchio
- ovviamente dipenderà dalla sua
volontà e dagli sviluppi dell’Europeo, che speriamo di vincere».
Insomma, un approccio realistico,
che non esclude di andare in Francia senza firme sul contratto ma
con semplici strette di mano, da
passare al vaglio dei risultati. Sempre che Conte, una volta sistemata
la qualificazione e organizzata la
spedizione, non preferisca definire tutto prima, e senza margini.
Ma ora la testa è ad Azerbaigian e
Norvegia.
Battere tutti e due garantirebbe
alla nazionale di rimanere al sesto
posto del ranking per nazionali
Uefa, e di rientrare dunque nella
prima fascia per i sei gironi, con
Francia, Germania, Spagna, Inghilterra e Portogallo. C’è il Belgio che preme, da dietro, e una
goleada della giovane di Wilmots
con Andorra potrebbe ribaltare
le gerarchie. Ammesso che sia un
fastidio passare in seconda fascia:
la formula a 24 squadre voluta da
Platini consentirà di qualificarsi alle prime due di ogni gruppo più le
migliori quattro terze.
A parte le ultime, rimangono
fuori solo due su sei, insomma. Tra
l’altro, da qui a giugno, Conte avrà
test europei di spessore: il Belgio
a novembre, Spagna e Germania a
marzo. Forse è quella la deadline
per capire meglio, Europeo e non
solo. Intanto, quella immediata, è
una qualificazione da conquistare
subito per evitare il play off di novembre.
EURO 2016 - GRUPPO H
Squadra
Italia
Norvegia
Croazia (-1)
Bulgaria
Azerbaigian
Malta
PUNTI G
18
16
14
8
6
2
8
8
8
8
8
8
V
N
P
GF GS
5
5
4
2
1
0
3
1
3
2
3
2
0
2
1
4
4
6
11
10
16
7
6
3
5
8
6
9
13
13
Domani: Azerbaijan-Italia, Norvegia-Malta, Croazia-Bulgaria
13 ottobre: Bulgaria-Azerbaijan, Italia-Norvegia, Malta-Croazia.
*Si qualificano le prime due di ogni girone e la migliore terza di tutti i
gironi. Le altre terze andranno al playoff.
CAPODISTRIA - Gaetano Monachello, attaccante giramondo, trascina l’Italia Under 21 nella trasferta più vicina, nove chilometri dietro casa. L’Italia vince 3-0 in Slovenia con due gol e
un assist del numero 18 dell’Atalanta con un passato tra Cipro,
Grecia, Francia e Ucraina. L’altro
protagonista di giornata è il ct Di
Biagio, che dopo un’ora di partita ha mandato in campo proprio
Monachello al posto di Bernardeschi, stellina in giornata decisamente mediocre. Benassi, il capitano, ha aggiunto il terzo gol a tre
minuti portando l’Italia in ottima
posizione nel girone di qualificazione a Euro 2017.
Il 4-4-2 scelto da Di Biagio funziona pochino nel primo tempo,
molto meglio nel secondo. Proprio come a Reggio Emilia, un
mese fa, nell’andata con gli sloveni. Il primo tiro è un sinistro da
lontano di Mandragora, il secondo arriva da uno schema su punizione tra Cataldi e Bernardeschi.
La Slovenia lotta, si gioca una fetta di qualificazione in 90 minuti e
si vede: Sporar, il più talentuoso,
salta Murru che devia con un piede, permettendo a Rugani di salvare su Zahovic. Più tardi, a fine
primo tempo, ancora Sporar costringe Cragno alla prima parata. L’Italia ha predominio di gio-
co ma non riesce ad attivare Bernardeschi largo a destra. Le due
azioni migliori pre-intervallo
quindi nascono dal fisico di Cerri
ma non portano a nulla.
L’Italia inizia il secondo tempo
meglio del primo. Un movimento di Cerri permette a Benassi di
stringere da sinistra e calciare:
angolo. Un passaggio sbagliato di
Bajric consente a Bernardeschi
di anticipare un difensore e correre verso la porta, Sorcan è bravo a respingere il suo tiro. Qui Di
Biagio rischia tutto: toglie Bernardeschi e sceglie Monachello.
Boateng si sposta a sinistra e la
mossa funziona. Monachello prima sbaglia un gol da centro area,
poi gira in porta dal limite dell’area un cross di Benassi da sinistra
e porta l’Italia in vantaggio. Mancano 20 minuti e la Slovenia, in
sofferenza, non riesce a organizzarsi.
L’Italia è più forte e si vede:
Monachello prima fa il 2-0 con
un altro sinistro cinque stelle
da fuori area, poi manda in porta Benassi. Il capitano completa
il tris mancino mettendo in porta col sinistro. Sembra tutto perfetto, DI Biagio non è contento al
100% ma non può fare a meno di
fare i complimenti all’uomo della serata: «Sì, Monachello è stato bravo».
Trudeau sa come far crescere l’economia.
Investirà in posti di lavoro e in opportunità per i giovani Canadesi: perchè il nostro futuro è importante.
MARCO MENDICINO | EGLINTON-LAWRENCE
5-3220 Dufferin Street, Toronto, ON M6A 1L7 Tel: (416) 514-0301
Authorized by the oficial agent of Marco Mendicino
CORRIERE CANADESE � VENERDI 9 OTTOBRE 2015
11
SPORT
GLI AZZURRI
Dubbi e cambio di modulo, Conte studia i suoi
FIRENZE - Antonio Conte parte per Baku portandosi appresso molti dubbi e qualche strascico polemico per i forfait prima di
Berardi poi di Insigne che tengono sempre aperta la questione dei
rapporti controversi fra club e nazionale. Il ct azzurro ha comunque scelto per adesso di concentrarsi unicamente sul doppio impegno contro Azerbaigian e Norvegia dal cui esito dipende la qualificazione agli Europei 2016: basta vincere sabato per ottenere il
pass per la Francia, ecco perché
ha voluto dribblare ogni possibile
distrazione per pensare solo al lavoro sul campo e preparare la migliore formazione possibile che
dovrebbe prevedere l’impiego in
attacco di Pellé e Eder e la conferma in difesa della coppia Bonucci-Chiellini con Darmian e il milanista De Sciglio sulle fasce.
Mai però come stavolta Conte
scioglierà solo all’ultimo momento i tanti nodi relativi all’undici da
mettere in campo e al modulo da
adottare. Utilizzato finora il più
delle volte il 4-3-3, in questi giorni
il ct ha provato anche il 4-4-2, lo
ha fatto pure ieri nell’ultimo allenamento a Coverciano prima del-
la partenza per l’aeroporto di Pisa e il decollo per Baku a metà pomeriggio. Un allenamento in cu-
i è prevalso il lavoro tecnico-tattico con una serie di partitelle a
tutto campo e un’alternanza con-
tinua dei 27 giocatori a disposizione, compresi Bonaventura (appena aggregato per il ko di Insigne)
e Santon che a inizio settimana aveva svolto lavoro differenziato
per un affaticamento muscolare.
Dalle indicazioni emerse Conte sembra davvero intenzionato a
schierare l’Italia inizialmente con
il 4-4-2. E se per lo schieramento
difensivo non paiono esserci dubbi e ballottaggi, diverso è il discorso per il centrocampo dove sono
in molti a proporsi per quattro posti. Iniziando dal ruolo di regista
in cui durante gli allenamenti di
questi giorni il ct ha alternato Pirlo e Verratti mentre per l’altra maglia di centrocampista centrale il
ballottaggio è fra Parolo (favorito)
e Bertolacci. Per quanto riguarda
il ruolo di esterni appaiono in rialzo le quotazioni di El Shaarawy
sulla corsia sinistra, per quella destra si stanno giocando un posto
Florenzi e Candreva. In avanti Eder è favorito a comporre il tandem con Pellé, attuale miglior
centravanti della gestione-Conte con tre gol in sei partite. Il programma degli azzurri prevede un
allenamento a porte chiuse questa mattina e la rifinitura in serata
presso l’Olympic Stadium di Baku. La gara di domani sarà diretta dallo scozzese William Collum.
EUROPEI
La riscossa delle piccole, dopo l’Islanda tocca a Galles e Irlanda del Nord
ROMA - Piccolo è bello. Le qualificazioni europee entrano nel rush finale con due turni in sei giorni (da ieri a martedì) che decreteranno le prime 19 promosse, oltre
alla Francia paese organizzatore.
In attesa del possibile pass dell’Italia, che taglierà il traguardo subito se batterà l’Azerbaigian, complice il passaggio da 16 a 24 partecipanti alla fase finale si configura
un accesso ingente di nazioni neofite. E non solo per fare la parte
dei parenti poveri.
Islanda e Austria (finora una
presenza come paese organizzatore) sono già qualificate, Galles
e Irlanda del Nord guidano i rispettivi gironi, l’Albania di De Biasi ha molte possibilità di raggiungere il traguardo scavalcando la
Danimarca. Muta la geografia del
pallone anche se non mancheranno le big: L’Inghilterra è l’unica a
punteggio pieno, Germania, Spagna, Belgio, Portogallo e la stessa Italia sono in vista dell’approdo. Tra le squadre in crisi, oltre
alla Grecia già eliminata, sono in
ambasce l’Olanda, che rischia di
restare fuori anche dai playoff, e
anche la Svezia che probabilmente dovrà aspettare gli spareggi se
non scavalcherà la Russia.
Secondo la nuova formula infatti si qualificherà direttamente la migliore terza mentre le altre disputeranno i playoff per gli
ultimi quattro posti. Finora hanno
ottenuto la promozione quattro
squadre (Austria, Islanda, Repubblica Ceca e Inghilterra), 17 sono già fuori mentre 32 sono ancora in ballo. Di queste 15 usciranno
da questi sei giorni di gara. Questa la situazione dei gruppi con le
squadre che possono ancora qua-
lificarsi.
Gruppo A: Islanda e Rep.Ceca 19
punti, Turchia 12, Olanda 10. Islanda e Rep.Ceca già qualificate. La
Turchia, in vantaggio di due punti
e negli scontri diretti con l’Olanda, blinda il terzo posto sabato se
pareggia in Repubblica Ceca e gli
orange perdono in Kazakhistan.
Per Robben e compagni si profila
la prima esclusione dal 1984.
Gruppo B: Galles 18, Belgio 17, Israele 13, Bosnia 11, Cipro 9. Al
Galles e al Belgio bastano un pari
e una vittoria per qualificarsi. Visto che devono affrontare Andorra il viaggio è in cantiere. Interessante la volata per gli spareggi con
Israele favorito se domani supera
Cipro. La Bosnia deve vincere le
restanti due gare e sperare che il
Belgio batta Israele.
Gruppo C: Spagna 21, Slovacchia
19, Ucraina 16 Situazione chiara:
alla Spagna e alla Slovacchia basta una vittoria mentre l’Ucraina
dovrebbe sperare in un crollo degli slovacchi, quindi si può cominciare a preparare per gli spareggi.
Gruppo D: Germania 19, Polonia
17, Irlanda 15, Scozia 11 Se la Ger-
NAPOLI
Insigne ok e punta la Fiorentina
NAPOLI - «Insigne sta bene, è venuto via
per non rischiare, ma sono fiducioso che
possa recuperare per la gara contro la Fiorentina». È il capo dello staff medico del Napoli Alfonso De Nicola a fugare gli ultimi timori dei tifosi sulle condizioni di Lorenzo
Insigne che ieri è stato visitato a Castel Volturno dopo aver lasciato il ritiro della nazionale. Lo scugnizzo di Frattamaggiore non
poteva essere al 100% dopo la botta ricevuta contro il Milan e per questo ha lasciato la
nazionale di Conte.
Ieri Insigne ha fatto terapie e palestra, seguendo un piano che lo porterà a rientrare gradualmente in gruppo martedì. Intanto
Sarri spreme gli altri azzurri rimasti in città a cominciare da Allan: arrivato con grandi aspettative in estate visto anche la cifra
sborsata all’Udinese (12 milioni più Britos e
il prestito di Zapata) era partito in sordina
per poi “esplodere”. E a Napoli tutti lo paragonano già ad Alemao, il mastino brasiliano
del secondo scudetto.
«Alemao è stato un grandissimo campio-
ne - ha detto Allan a Radio Kiss Kiss - a Napoli tutti lo ricordano, e io spero di fare la
sua stessa carriera perché Alemao ha fatto
la storia di questo club vincendo coppe e
campionato». Anche Allan sogna lo scudetto, anche se mantiene il controllo: «È presto
per parlare di scudetto, il campionato è ancora lungo - dice - Certo, speriamo di continuare così perché stiamo facendo grandi cose. Stiamo lavorando sodo in vista della partita contro la Fiorentina: la squadra sta giocando ad alti livelli ma non deve fermarsi».
Chi parla di titolo è invece il sindaco Luigi
De Magistris che ha promesso: «Mi tingo i
capelli di azzurro se vinciamo lo scudetto»,
ma non ha risparmiato stailate al presidente De Laurentiis sulla questione stadio.
«De Laurentiis - ha detto a Radio 2 - vuole
investire complessivamente 20 milioni per
lo stadio ma se pensa che sia un cesso allora
ce ne vogliono almeno 70-80». La questione resta aperta, la convenzione ponte sarà
approvata probabilmente il 12, per lo stadio
nuovo, si vedrà.
mania non perde in Irlanda si qualifica e dà una mano alla Polonia
che, vincendo in Scozia, è in Francia. Arduo per gli scozzesi rimontare 4 punti all’Irlanda per accedere agli spareggi.
Gruppo E: Inghilterra 24, Svizzera 15, Slovenia 12, Estonia 10, Lituania 9. Inghilterra qualificata e a
punteggio pieno mentre la Slovenia spera ancora di fare lo sgambetto alla Svizzera con cui è in
vantaggio negli scontri diretti. Oltre a battere San Marino agli elvetici serve fare un punto in Estonia.
Scarse possibilità per Estonia e Lituania di ritornare in corsa per gli
spareggi.
Gruppo F: Irlanda del Nord 17,
Romania 16, Ungheria 13, Finlandia 10 Prima qualificazione dell’Irlanda del Nord se supera la Grecia mentre la Romania deve gestire i tre punti sull’Ungheria che
però è in vantaggio negli scontri
diretti. Visto che giocheranno con
le Far Oer ai romeni potrebbe bastare un pari con la Finlandia che
diicilmente potrà insidiare il terzo posto dell’Ungheria.
Gruppo G: Austria 22, Russia 14,
Svezia 12, Montenegro 11. L’Austria
di Alaba domina il gruppo ed è già
qualificata. Sfida all’ultimo sangue tra Russia e Svezia. Probabili
i sei punti per Ibra ma i russi hanno due punti in più. Il Montenegro spera di rientrare in gioco per
il terzo posto ma ha un calendario arduo.
Gruppo H: Italia 18, Norvegia 16,
Croazia 14, Bulgaria 8. Gli azzurri si qualificano se battono l’Azerbaigian, altrimenti diventa decisiva la sfida con la Norvegia, con
la Croazia che potrebbe rientrare
in gioco. La Norvegia spera in un
exploit della Bulgaria in Croazia
per blindare il secondo posto. Alla Croazia basta un punto per essere certa del terzo posto.
Gruppo I: Portogallo 15, Danimarca 12, Albania 11. IL Portogallo di Ronaldo è prossimo alla meta, basta un pari con la Danimarca che rischia di essere scavalcata
dall’Albania di De Biasi che ha una gara in meno, anche se i danesi sono in vantaggio negli scontri
diretti. Se batte la Serbia e la Danimarca non vince in Portogallo il
secondo posto è di De Biasi.
VENERDI 9 OTTOBRE 2015 � CORRIERE CANADESE
12
12
SPORT
TERREMOTO FIFA
Sospeso anche Platini: «Ma non mi ritiro»
GINEVRA - Uno scandalo senza
fine, un terremoto che ora travolge
anche Miche Platini. Il mondo del
pallone ha vissuto un’altra giornata
nera: il comitato etico della Fifa ha
usato il pugno duro sospendendo
in via cautelare per novanta giorni
il presidente dimissionario, Joseph Blatter, e anche il numero uno
dell’Uefa, nonché vice dalla Fifa,
Platini. La mannaia colpisce, con
lo stesso provvedimento, pure il
segretario generale Jerome Valcke
(che la Fifa aveva già appiedato in
via interna), mentre il sud-coreano
ed ex-vice-presidente Fifa Chung
Mong-joon, candidato alla successione di Blatter, è stato squalificato
per sei anni.
In un colpo i vertici del pallone
internazionale sono stati azzerati,
dopo mesi di inchieste e scandali
con al centro sempre Sepp Blatter:
che ora si tira dietro pure le Roi,
candidato favorito alla presidenza
della Fifa e che invece rischia di
veder vanificati i suoi progetti.
«Continuerò a lavorare al servizio del calcio, nulla mi farà rinunciare» dice però all’Ansa Platini,
dopo una giornata convulsa, in cui
lui stesso anticipando di qualche
minuto la decisione del comitato
etico aveva ribadito la volontà ferma di candidarsi sottolineando di
aver agito «con onestà, coraggio e
franchezza. Continuerò con tutte
le mie forze a lottare affinché la
verità s’imponga».
Sicuro della propria innocenza,
Platini aveva annunciato di aver
inviato le lettere di sostegno delle
federazioni nazionali necessarie
per poter presentare la propria
candidatura, aggiungendo che si
consulterà con le 54 federazioni
nazionali europee. Ma nonostante
la strada si faccia in salita, Platini
incassa la fiducia del comitato esecutivo Uefa che si stringe intorno
al suo presidente («Non c’è bisogno di dare poteri al vice») e va
avanti: «Respingo tutte le accuse,
nonostante la natura farsesca di
questi eventi, mi rifiuto di credere che dietro ci sia la volontà di
infangare uno devoto al pallone o
compromettere la mia candidatura» sottolinea Platini.
Tecnicamente può candidarsi,
dato che l’elezione si svolgerà dopo la fine della sospensione: ma
certo l’ex fuoriclasse ha pochissime chance di passare il vaglio dal
comitato elettorale della Fifa, che
si pronuncerà a fine mese. Infatti,
Platini
e Blatter
quando
erano
insieme
ai tempi
della Fifa
il comitato elettorale deve valutare non solo che un candidato abbia ricevuto il numero richiesto di
sostegni dalle federazioni (minimo cinque), ma anche assicurarsi
dell’integrità morale dell’aspirante
candidato. Basandosi in gran parte
su valutazioni del comitato etico,
lo stesso che ha decretato lo stop.
Scatta dunque una corsa contro il
tempo per dimostrare la propria
“innocenza”. Un Platini che si dice
ora spinto «più che da un senso di
ingiustizia o dal desiderio di vendetta, da una sfida leale. Più determinato che mai a difendermi».
Qualsiasi chance di candidatura è invece fin d’ora tramontata
per il coreano Chung Mong-joon
- più accreditato rivale di Platini
- condannato per il suo comportamento precedente l’assegnazione
del Mondiale 2022 a favore della
candidatura del suo Paese. La successione di Blatter - il quale, attraverso un comunicato dei legali ha
ritenuto che il comitato etico non
ha rispettato le procedure e che le
accuse nei suoi confronti cadranno presto per mancanza di prove
- appare più intricata di mai. L’elezione presidenziale è prevista il 26
febbraio, ma, visto il caos, la data
potrebbe slittare.
La Fifa non si è pronunciata su
un eventuale posticipo dell’appuntamento elettorale, ma ha ufficializzato la nomina ad interim di Issa
Hayatou - vice-presidente vicario
della Fifa - alla presidenza del calcio mondiale. Il camerunense, accettando l’incarico, ha comunque
precisato che lo svolgerà «solo ad
interim. Un nuovo presidente della
Fifa verrà eletto il 26 febbraio e io
non sono candidato». Attualmente
in corsa il principe Alì di Giordania (sfidante sconfitto da Blatter
a maggio), Zico ed il presidente
della federazione del Liberia Mussa Bility. Il terremoto del calcio
non piace al Cio: «Adesso basta,
ci auguriamo che ognuno alla Fifa
abbia capito che non può continuare a restare passivo - il monito del presidente Thomas Bach - I
membri della Fifa debbono agire
rapidamente per ritrovare credibilità». Una missione anche per le
Roi Platini.
L’EX CAMPIONE BIANCONERO
Gol, coppe e veleni: la strana parabola di Roi Michel
ROMA - Dalle punizioni magistralmente calciate in campo, che
gli fruttarono vittorie, coppe e tre
Palloni d’oro, a quelle decise nei
suoi confronti dal comitato etico
della Fifa, che lo ha sospeso per
tre mesi. È una strana parabola
quella di “Roi” Michel Platini, ex
fuoriclasse della Juventus e ora
numero uno dell’Uefa deciso a
candidarsi, nonostante tutto, alla presidenza dell’ente calcistico
mondiale proprio nel momento
in cui, tra giudici e commissioni
d’inchiesta la gerarchia del pallone è praticamente azzerata.
Platini è stato anche il campionissimo che diede alla Francia la
vittoria negli Europei del 1984,
pure lì con una punizione nella
finale contro la Spagna, penalizzata anche dalla goffaggine del portiere Arconada. E sempre lui è il
numero 10 che, nella tragica notte
dell’Heysel, ebbe il sangue freddo
di andare a calciare, e realizzare, il
rigore che diede alla Juve la vitto-
ria sul Liverpool e quella Coppa
dei Campioni insanguinata.
Sul campo per lui correva Bonini, da dirigente invece la quinta
l’ha ingranata da solo e ha sempre
fatto bene, a differenza del periodo (tre anni e mezzo) in cui fece
il ct della Francia. In ogni caso è
stato lui, prima dell’arrivo di Zidane, a far rinascere la “grandeur”
e far scrivere e parlare del calcio
champagne, di quando giocava
con Giresse, Tigana e quel Larios
che fu suo rivale in amore. Dopo
le annunciate dimissioni di Blatter in attesa delle elezioni del 26
febbraio prossimo è stato quasi
naturale pensare a “Roi Michel”
come ideale successore: candidato alla presidenza nonostante la
bufera che dopo Blatter ha travolto anche lui.
Ma la corsa alla poltrona del
calcio internazionale ora appare
ad ostacoli, perché anche Platini si ritrova sospeso e implicato
in presunti scandali. Uno, su cui
indaga la magistratura ordinaria,
riguarda il pagamento di due milioni di franchi svizzeri ricevuti
dalla Fifa (e peraltro, fa notare
Platini, regolarmente denunciati)
nel novembre del 2011. Per il francese si tratta del pagamento di lavori e consulenze di anni prima,
che solo in quella data gli vennero
pagati.
C’è stata anche la vicenda, sottolineata in particolare dalla stampa di Francia e Gran Bretagna,
dei Mondiali del 2022 assegnati
al Qatar e del figlio dell’ex idolo
della Juve che, poco dopo quelle votazioni, andò a lavorare per
gli Sceicchi di quel Paese, men-
tre altri in passato hanno scritto
di legami con quel Paris SG che
proprio l’Uefa di Platini ha messo sotto accusa (con sanzioni poi
blande) per il fair play finanziario.
Ora Platini è sospeso da ogni
attività inerente al calcio per 90
giorni e questo può creargli problemi per la candidatura Fifa
anche se lui dice che va avanti.
Diego Maradona, suo ex rivale
in campo e possibile (a suo dire)
vicepresidente della federazione
mondiale nel caso vinca il principe giordano Ali Hussein, lo attacca via Facebook con un fotomontaggio che ne attacca le sembianze a quelle di Blatter facendo
apparire i due come “facce” della
stessa medaglia. Il presidente del
Cio Thomas Bach parla invece di
necessità di “un’autorevole, e credibile, candidatura esterna”, come
dire che Platini non va bene. Ma
“Roi” Michel è certo di poter vincere comunque questa sfida, come
quando era il re del calcio giocato.
BARCELLONA
Messi nei guai col fisco spagnolo, rischia 22 mesi di carcere
MADRID - Guai giudiziari seri in
vista per Leo Messi, stella dell’Argentina e dei “marziani” del Barcellona: un giudice spagnolo ha
deciso il suo rinvio a giudizio per
una presunta frode fiscale da 4,1
milioni di euro e l’avvocatura dello stato ha chiesto una condanna
a 22 mesi e 15 giorni di carcere.
La decisione del giudice di Gava
ha suscitato un coro di violente
proteste dei tifosi del Barça che
sospettano che dietro la mossa
del magistrato ci sia la mano del
“potere spagnolo”, per favorire
i “nemici” del Real Madrid. La
“pulce” e il padre Jorge Horacio,
che amministra il patrimonio del
giocatore, sono stati accusati dal
fisco spagnolo di non avere pagato imposte per 4,1 milioni per i diritti d’immagine del giocatore dal
2007 al 2009. I Messi già due anni
fa hanno versato all’agenzia tributaria di Madrid la somma contestata più un milione di interessi.
Due giorni fa la procura ha
chiesto il rinvio a giudizio di Jorge Horacio ma l’archiviazione per
Leo, ritenendolo non informato
delle operazioni condotte in paradisi fiscali dal padre. L’avvocatura
dello stato ha però fatto opposizione, chiedendo il rinvio a giudizio dei due Messi, una multa di 4
milioni e una condanna a 22 mesi
e 15 giorni. L’Avvocatura ritiene
che l’asso del Barcellona, pur essendo “profano” in materia di fi-
sco, non poteva ignorare il fatto
che buona parte dei soldi ricevuti
per lo sfruttamento dei diritti di
immagine gli arrivavano tramite
imprese con sedi in paradisi fiscali. Dopo l’entrata “a gamba tesa”
dell’Avvocatura il giudice di Gava
ha rinviato anche Leo a giudizio
senza però alcuna misura cautelare. «Se mio padre lo dice, io firmo
a occhi chiusi» aveva detto al magistrato inquirente il giocatore nel
corso di un’audizione.
I tifosi catalani intanto gridano
alla congiura. Sui siti di Mundo
Deportivo e Sport è una valanga
di accuse. Un lettore sostiene che
l’avvocato dello stato responsabile avrebbe collaborato con il Madrid, un altro che Leo è perseguitato perché è “il nemico numero 1
del Real”.
Un terzo spiega che “certo, cosi in 22 mesi il Real Madrid ha il
tempo di vincere due sextupletes”.
Sappiamo che le medicine costano troppo.
E’ per questo che lavoreremo per far scendere il loro costo.
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CORRIERE CANADESE � VENERDI 9 OTTOBRE 2015
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SPORT
MOTOGP
A Motegi sfida mondiale tra Rossi e Lorenzo
ROMA - Nel gergo calcistico i protagonisti parlerebbero di “quattro
finali”. La prima è domenica sul
Twin Ring Motegi, tracciato costruito dalla Honda nel 1997 in una località montana 100 chilometri a nord di Tokyo, per testare la
propria produzione. Dal 1999 ospita il Motomondiale. Lì Valentino Rossi e Jorge Lorenzo si giocheranno un’altra fetta del titolo iridato 2015 della MotoGp. Poi Australia e Malesia, in un trittico asiatico senza pause, prima di tornare in Europa e chiudere l’8 novembre a Valencia. Yamaha contro Yamaha, con quei 14 punti a
separare il pesarese dal maiorchino. «Possono sembrare molti, ma
in realtà sono pochi» aveva sottolineato Rossi prima di mettere
piede in Giappone. Concetto ribadito nella conferenza stampa del
giovedì. Che ha avuto come ospite
d’onore Nicky Hayden. “Kentucky
Kid”, iridato nel 2006, ha annunciato l’addio alla classe regina. Nel
2016 correrà in Superbike con la
Honda del team Ten Kate.
«I giochi del Mondiale sono aperti al 100%. Ci aspettano tre gare di fila e sarà la fase più difficile della stagione - ha pronosticato
Rossi - perché gli impegni si concentrano ed il tempo per rimediare agli errori è sempre meno. Ma
questo non mi spaventa. Anzi»,
confermando che non sono certo
le sfide a fargli perdere il sonno.
Motegi «mi piace molto: ho già
vinto su questa pista, anche se
Jorge è andato fortissimo nelle ul-
FORMULA UNO
Tutti contro
Hamilton, Vettel
vuole il podio
time due stagioni (con altrettanti primi posti, ndr). Devo dare il
massimo, come nel duello di Aragon, e non perdere punti per strada. Questa è una pista molto difficile soprattutto per le frenate, ma
ha delle belle curve, grip e asfalto
sono ottimi: dobbiamo fare un bel
lavoro sul setting».
Lorenzo è arrivato a Motegi galvanizzato dalla vittoria al MotorLand, ma anche preoccupato per
l’infortunio alla spalla sinistra di
sabato scorso, quando è caduto in
allenamento.
«In ospedale, a Barcellona, ero
preoccupato perché temevo un’operazione. Per fortuna quest’ipotesi è stata scartata dalle radiografie. Ho tirato un sospiro di sollievo - ha raccontato - Sento ancora
un po’ di dolore, ma giorno dopo
giorno la spalla è migliorata. Non
sono al 100% in questo momento,
ma lo sarò per la gara. Qui bisogna
esser al top: ci sono grandi frenate, curve veloci. È il circuito della Honda, ma la Yamaha è andata
sempre forte».
C’è il rischio di dover correre sotto la pioggia. «Preferirei di
no, come tutti i piloti, ma è inuti-
le preoccuparsi per qualcosa che
non possiamo controllare». Nemmeno Marc Marquez è al massimo, causa la caduta in bici di fine
settembre che gli ha procurato la
frattura del mignolo sinistro.
«Fino a quando non salirò in
moto non saprò come va - ha detto il pilota Honda, campione del
mondo in carica - potrò dire di
più. Apporteremo qualche modifica al manubrio per aiutarmi in
frenata, ma mi sento già meglio rispetto ai primi giorni. Il Mondiale? Non ci penso più, già da Silverstone».
ROMA - La Formula Uno approda in Russia nel segno della Mercedes che già domenica, a Sochi,
potrebbe aggiudicarsi il titolo
costruttori per il secondo anno
di fila. Se la brillante vittoria di
Sebastian Vettel a Singapore aveva aperto una sottile crepa nelle
granitiche certezze del team anglo-tedesco, la doppietta di Suzuka ha riportato il sereno.
Ma l’eco di quel campanello
d’allarme, evidentemente, risuona ancora.
Tanto da costringere Nico
Rosberg ad ammettere che «sì,
certo, il titolo costruttori è l’obiettivo del fine settimana, ma la
Ferrari nelle ultime gare si è dimostrata davvero forte. Quindi,
meglio essere prudenti e continuare a lavorare sodo». Indirettamente gli ha risposto lo stesso
Vettel, che ha cercato di frenare
gli entusiasmi.
Il tedesco, realisticamente,
guarda già al 2016: «Nelle gare
che mancano alla fine del Mondiale l’obiettivo è fare bene e
acquisire informazioni preziose
da utilizzare sulla macchina del
prossimo anno per provare a vincere il titolo».
VENERDI 9 OTTOBRE 2015 � CORRIERE CANADESE
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FOCUS
LO STUDIO
Turismo di ritorno: tanti vip, ma Italia indietro
Cinzia Conti
ROMA - Uno degli ultimi è stato
Bruce Springsteen che dopo un
eccezionale concerto a Napoli ha
ricordato il nonno campano e in
perfetto italiano davanti ai fan in
delirio ha detto: «Io sono del Sud
Italia, è bello essere a casa». E poi
ci sono, solo per fare qualche nome, Madonna, Lady Gaga, Bill De
Blasio, Francis Ford Coppola... Ma
sono tanti i “cittadini del mondo”
che vantano origini italiane e sognano di tornare a casa ripercorrendo al contrario la strada fatta
da nonni e bisnonni emigranti oppure lo hanno già fatto.
È il turismo delle origini, fenomeno già fortemente sviluppato
in diversi Paesi del mondo, di cui
in Italia si parla ancora troppo poco e per questo si presenta in maniera poco sviluppata, spontanea
e frammentata.
Sbagliando, visto che potrebbe
attingere da un bacino di 80 milioni di persone di origine italiana, discendenti da quei circa 30
milioni di connazionali che sono
emigrati in diversi periodi storici
tra la seconda metà dell’800 e gli
anni ’70 del ’900.
A fare il punto, una ricerca di
Ciset/Università Ca’ Foscari di
Venezia, che recentemente ha anche tenuto a battesimo Dondolo, una start up dedicata a questa
particolare declinazione turistica
specializzata nel territorio della
Pedemontana Veneta.
I principali mercati per l’Italia
sono ovviamente i paesi in cui si
concentrano le “comunità” più vaste, quali Brasile (25 milioni), Argentina (20 milioni) e Usa (17 milioni), senza dimenticare Canada,
Francia, Svizzera, Germania e Australia.
Sul turismo delle origini l’Italia è ancora indietro rispetto ad altri Paesi. Sotto, l’Appia Antica
Molto diversa, ad esempio, la situazione della Scozia o dell’Irlanda, in cui si sono affermati già a
partire dagli anni ’70/’80 tour operator e agenzie di viaggio specializzate che hanno fatto del turismo delle origini la loro idea di
business, proponendo pacchetti che includono la ricerca d’archivio di informazioni e di documenti sulla famiglia nel paese di
origine, la costruzione dell’albero genealogico, l’organizzazione
del viaggio e del soggiorno in loco con la visita ai principali luoghi
che hanno caratterizzato la storia
degli antenati.
VisitScotland, ad esempio, stima che dei 50 milioni nel mondo di persone con origini scozzesi, il 20% sia interessato a scoprire
le proprie radici e circa il 10% sia
fortemente motivato tanto da pianificare un viaggio ad hoc.
Circa 215.000 turisti all’anno si
recano in Scozia con motivazioni
legate al turismo delle origini. Si
tratta di non più del 2% di tutti i
turisti nel paese, ma caratterizzati da una permanenza media piuttosto elevata (dagli 8 ai 16 giorni),
oltre che da una buona disponibilità di spesa.
L’Irlanda ha promosso nel 2013
il “The Gathering”, iniziativa che
ha raccolto più di 5.000 eventi organizzati da associazioni, città o
addirittura famiglie, con l’obiettivo di attirare nel paese di origine
i circa 80 milioni di persone nel
mondo con origini irlandesi.
L’evento, finanziato con 12 milioni di euro e pensato anche in
chiave di superare lo stallo del turismo iniziato nel 2007 con la crisi economica, ha superato le attese, generando una crescita del
+7,3% degli arrivi internazionali (a doppia cifra in alcuni mercati chiave come gli Usa) e circa 170
milioni di euro di ricavato aggiuntivo per l’economia irlandese.
L'INIZIATIVA
Tra storia e bellezza nasce il cammino dell’Appia Antica
ROMA - Dalla tomba di Cecilia
Metella dove arriva la colata lavica del Vulcano Laziale alle chiese barocche e il mare di Brindisi. È la Regina Viarum: poco più
di 500 chilometri creati oltre duemila anni fa dai Romani in modo
razionale e grandioso e soffocati
dalla cementificazione selvaggia
e dai “gangster dell’Appia Antica”
negli anni ‘60.
E ora per tutelare un percorso
unico al mondo nasce il cammino
dell’Appia antica, grande progetto
del Mibact nato anche sulla base
delle suggestioni generate dal recente viaggio fatto dal giornalista
Paolo Rumiz.
«Ho già sentito - annuncia il
ministro Dario Franceschini nella presentazione al complesso di
Campo di Bove - i presidenti delle 4 regioni attraversate dall’Appia
e il 14 ottobre ci incontreremo sulla base della norma dell’art bonus,
che ci consente di dare un’unità di
gestione ai progetti che attraversano più regioni. E se riusciremo
su questo porteremo anche risorse dell’Unione europea. Crediamo
nel tema dei percorsi e dei cam-
mi ha aiutato a
“ Anna
sfruttare quegli sconti di cui
non conoscevo nemmeno
l’esistenza.
- Nancy R.
”
“
Amo il fatto che Anna possa
parlare in italiano e sia più
facile per me capire.
- Paulino M.
”
mini sia per il turismo sostenibile
e lento sia per la rivalutazione dei
luoghi meno conosciuti dove i turisti non arrivano».
A presentare l’iniziativa anche
Rita Paris, responsabile dell’Appia per la Soprintendenza, che ha
ricordato come la Regina Viarum
sia “faticosa ma straordinaria”, il
soprintendente ai Beni archeologici di Roma, Francesco Prosperetti, il direttore di La Repubblica,
Ezio Mauro che ha ricordato orgogliosamente i 15 anni di viaggi
assolutamente speciali di Rumiz,
e Giulio, il figlio di Antonio Cederna che tanto ha fatto anche per
la tutela dell’Appia Antica.
«È stato - racconta Rumiz - il ritrovamento di un bene mondiale scandalosamente abbandonato.
Questa strada è suiciente camminarla perché ricominci a vivere
e perché si ristabilisca il corretto
rapporto tra gli italiani e il territorio da cui hanno divorziato. Prima
ancora che la tutela e la valorizzazione, noi chiediamo l’accessibilità e quindi l’uso dell’Appia Antica. Nel nostro incredibile, faticoso e strepitosissimo viaggio di ritorno abbiamo incontrato più di 5
mila persone e abbiamo trovato la
comune volontà di farne un grande asse di riqualificazione in un
spazio in cui l’orrido e il meraviglioso sono strettamente connessi. Ce lo dicono anche i migranti
che stanno attraversando l’Europa
in questi momenti, il futuro è di
chi cammina il territorio, non di
chi pretende di governarlo con i
droni, i selfie e i telefonini. Abbiamo urgente bisogno di tornare alla fisicità del territorio».
E avverte il ministro Franceschini: «Potrà essere una battaglia dura. Come ci hanno avvertito i generosi contadini della Terra dei Fuochi su percorso troveremo i buoni ma anche i “malamente”. E proprio di chi nel passato è
stato senza scrupoli è stata vittima questa strada scomparsa solo negli anni ’60, vittima del grande sacco e della cementificazione selvaggia. Rifacendola a piedi
si scopre che l’antico tracciato era il più razionale, il più grandioso, il più paesaggistico. La via era
lunga solo 530 km contro gli oltre
600 che si è costretti ad affrontare oggi».
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CORRIERE CANADESE � VENERDI 9 OTTOBRE 2015
15
SALUTE E BENESSERE
VIVERE SANO
Olio extravergine di oliva contro il cancro al seno
Confermata
l'azione benefica
dell'extravergine
sul cancro
mammario
scoperta in Italia
TORONTO - Che l’olio di oliva
sia un toccasana lo si sapeva già,
ma in campo scientifico questo
prezioso alimento riesce ancora
a sorprendere. Principe indiscusso della nota dieta Mediterranea,
questo naturale condimento nasconde, nella sua consistenza dorata, una indeterminabile quantità di benefici per la salute del nostro corpo.
La sua efficienza era già stata evidenziata da alcune ricerche nei
trattamenti tumorali, ovvero nei
casi di cancro al colon, cancro gastrico e alle ovaie, ma un recente
studio scientifico pubblicato sulla
rivista JAMA Internal Medicine,
confermerebbe la scoperta del
Professore Vincenzo Pezzi e della
sia equipe resa nota nel 2014, secondo la quale il consumo di olio
extravergine di oliva risulterebbe
efficace anche nel contrastare l’insorgenza del tumore al seno.
Docente all’Università Unical (Università della Calabria),
il Professor Pezzi aveva evidenziato, nella sua ricerca finanziata
dall’AIRC (Associazione Italiana
per la Ricerca del Cancro), come
alcune sostanze antiossidanti presenti nell’olio extravergine di oli-
va, quali l’oleuropeina e l’idrissitirosolo, riescano a indurre al suicidio le cellule del tumore al seno.
Riprendendo tali risultati, la recente ricerca condotta dalle Università spagnole di Pamplona e di
Madrid e pubblicata sulla rivista
JAMA, ha coinvolto nel suo esperimento più di 4000 donne in età
compresa tra i 60 e gli 80 anni.
Le partecipanti dell’esperimento sono state suddivide in tre
gruppi ai quali é stato chiesto di
seguire un’alimentazione diversa, seppur tutte sane e povere di
grassi: al primo gruppo è stato
chiesto di seguire una dieta prettamente mediterranea, al secon-
do una dieta ricca di frutta secca e
al terzo semplicemente di aggiungere alla medesima sana alimentazione un maggiore consumo di
olio di oliva.
I risultati ottenuti hanno portato a sostenere che, nonostante la
genuinità di tutte e tre le varianti
alimentari, il terzo gruppo ha registrato una maggiore riduzione
del rischio di cancro al seno, ovvero il 68%.
Lo scopo primario della ricerca
era appunto quello di stabilire, in
termini quantitativo e qualitativo,
l’inluenza dello stile di vita sul rischio di insorgenza di carcinoma
alla mammella.
I risultati ottenuti mettono
SECONDO PIATTO
Orata al cartoccio
PRIMO PIATTO
Risotto bianco - verde
Calorie per porzione: 450
Tempo di preparazione: un’ora
Economico: no Vegetariano: no
Preparazione: Mondare i carciofi e far
insaporire i cuori tagliati a fettine con l’olio
e la cipolla e l’aglio tritati. Aggiungere
il prezzemolo ed il basilico sminuzzati;
salare, pepare, bagnare con lo spumante e
lasciarlo evaporare. Versare il riso e cuocere unendo poco per volta il brodo. Servire
con una spolverata di parmigiano.
Insalata di carciofi
DOLCE
Frittura di mele
Ingredienti per 4 persone:
- 3 carciofi tenerissimi
- 250 gr. di funghi coltivati
- 2 piante di radicchio rosso
- 2 limoni
- 5 cucchiai di olio extravergine d’oliva
- sale e pepe.
Teresina
Ingredienti per 4 persone:
- 400 gr. di riso
- 4 carciofi
- uno spicchio d’aglio
- una cipolla
- mezzo bicchiere di spumante secco
- un litro di brodo di carne
- 20 gr. di parmigiano grattugiato
- un ciuffo di prezzemolo e di basilico
- 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
- sale e pepe.
CONTORNO
Calorie per porzione: 125
Tempo di preparazione: 30 min.
Economico: no Vegetariano: si
La Cucina
di
Calorie per porzione: 490
Tempo di preparazione: un’ora
Economico: no Vegetariano: no
quindi d’accordo tutti gli studiosi coinvolti nella ricerca circa l’eficacia di un consistente consumo
di olio extravergine di oliva a tavola - sempre tenendo in considerazione il limite dell’eccesso - nella prevenzione primaria del cancro al seno.
Come sopra afermato il giovamento che il nostro organismo può trarre dal cosiddetto oro liquido è molto più articolato
e non circoscritto alla sola azione
anti-tumorale. A diferenza degli
alimenti grassi di derivazione animale, come il burro, il formaggio,
carni grasse e uova, il cui eccessivo consumo è legato all'insorgenza di patologie cardiovascolari e
all’aumento del colesterolo nel
sangue, l’olio extravergine di oliva, contenente solo grassi di natura vegetale, ha il pregio di svolgere un’azione protettiva per tutto il corpo, favorendo l’equilibrio
del colesterolo cattivo (LDL) e di
quello buono (HDL).
Tale condimento è composto
prettamente da un’alta concentrazione di sostanze antiossidanti quali acidi grassi monoinsaturi, acido grasso linoleico, polifenoli, acido oleico, Beta-carotene,
una beneica molecola olecantale,
oltre a una percentuale molto alta di Vitamina A, Vitamina E e minerali come ferro, calcio, magnesio e potassio.
L’abbondanza di polifenoli,
concorre nel contrasto e nell’eliminazione dei radicali liberi e
nell’aumento delle nostre difese immunitarie. Studi recenti italiani avrebbero inoltre dimostrato che la consistente quantità di
queste molecole antiossidanti, oltre a ritardare il processo di invecchiamento delle cellule, sollecita le cellule del cervello migliorando memoria e apprendimento.
Altri fattori beneici dimostrati da una numerosa serie di ricerche sono: contrasto all’invecchiamento delle ossa, proprietà naturali antiniammatorie, protezione da malattie arteriosclerotiche,
sollievo ai dolori reumatici, riduzione del rischio di malattie degenerative come l’Alzheimer.
Queste, e molte altre numerose
caratteristiche, rendono l'olio extravergine d'oliva uno dei più eicaci aiuti naturali per le salute e il
benessere del nostro organismo.
Ingredienti per 4 persone:
- Un’orata da 800 gr.
- un rametto di rosmarino
- mezzo bicchiere di passata di pomodoro
- 2 foglie di basilico
- uno spicchio d’aglio
- 4 cucchiai di olio extravergine d’oliva
- 30 gr. di burro
- sale e pepe.
Preparazione: Pulire i carciofi, privandoli
dei gambi e delle foglie esterne più dure.
Tagliarli a spicchi e porli in acqua acidulata
con il succo di un limone. Pulire anche i
funghi, lavarli, affettarli ed unirli ai carciofi,
affinché non anneriscano. Lavare e tagliare a
listelle il radicchio e porlo in un’insalatiera;
unire carciofi e funghi sgocciolati, condire
con l’olio ed il succo del limone rimasto,
salare, pepare e servire.
Preparazione: Preparare un trito di aglio,
basilico e rosmarino. Disporre il pesce ben
pulito sopra un foglio di carta da forno
leggermente imburrata; salarlo, peparlo
e cospargerlo con il trito preparato e la
passata di pomodoro. Chiudere il cartoccio
e disporlo in una pirofila, ungendolo superiormente con l’olio e il burro avanzato.
Infornare a 220°C per 25 minuti e servire.
Il Corriere Canadese invita le sue affezionate lettrici
a inviare le ricette a loro più care, quelle che fanno
leccare i baffi a tutta la famiglia, che magari vengono
preparate per celebrare una occasione speciale oppure
che sono semplici da eseguire, ideali quando si rientra a
Calorie per porzione: 205
Tempo di preparazione: un’ora
Economico: si Vegetariano: si
Ingredienti per 4 persone:
- 4 mele
- 3 cucchiai di farina
- un quarto di litro di latte
- 60 gr. di zucchero
- 20 gr. di zucchero a velo
- 5 cucchiai di vino rosso
- olio per friggere.
Preparazione: Disporre le mele, sbucciate e tagliate a fette, su un piatto.
Cospargerle poi con cinquanta grammi
di zucchero, aggiungervi il vino e lasciarle macerare per mezz’ora rigirandole ogni tanto.
Preparare una pastella con latte, farina
e lo zucchero rimasto, immergervi le
mele sgocciolate e friggerle poche alle
volta con olio bollente. Servire con una
spolverata di zucchero a velo.
casa dal lavoro.
La cucina italiana di oggi nasce dalla tradizione:
condividete le vostre ricette con noi: le pubblicheremo
in italiano e in inglese!
L’indirizzo è: [email protected]
VENERDI 9 OTTOBRE 2015 � CORRIERE CANADESE
16
Classified
O ROSCOPO
DI OGGI
Con Plutone che continua la sua orbita dissonante, non assumete posizioni troppo rigide e quando si renderà
necessario, scendete a patti. Siate
ARIETE anche prudenti e discreti: non parlate
22 MAR - 21 APR di cose che potrebbero essere poi utilizzate contro di voi.
Con la Luna e altre stelle favorevoli,
avrete buone occasioni per volgere
le cose a vostro favore, facendo leva
anche su intuito e improvvisazione.
TORO Prenderete la vita con maggior entu22 APR - 21 MAG siasmo e leggerezza, certi che le cose
che desiderate si realizzeranno.
Sotto il tiro di Luna, Venere, Marte,
Giove, Saturno e Nettuno, rischiate
di dare importanza a una proposta in
realtà poco vantaggiosa. Prudenza.
GEMELLI Faticherete a stabilire la calma, ep22 MAG - 21 GIU pure realizzerete che vi sarà più che
necessaria. Fate meditazione.
Avete finalmente compreso che se
volete creare intorno a voi una realtà
fatta di pace e armonia, dovete cominciare a realizzare queste qualità
CANCRO dentro di voi. Se volete un mondo
22 GIU-21 LUG pacifico, dovete diventare voi stessi
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IL CRUCIVERBA
B
CORRIERE CANADESE � VENERDI 9 OTTOBRE 2015
17
17
Chiesa 2000
A CURA DELLA COMMISSIONE PASTORALE ITALIANA DELL’ARCIDIOCESI DI TORONTO IN COLLABORAZIONE CON IL CORRIERE CANADESE
RESPONSABILE: P. AMEDEO NARDONE O.F.M.
IL PAPA CONTINUA A SORPRENDERE
Riflessione sul viaggio di Papa Francesco a Cuba e negli Stati Uniti
Sta diventando un luogo comune dire che Francesco è il Papa delle sorprese. Lo si è detto al primo
apparire sul balcone della basilica di S. Pietro la sera del 13 marzo 2013 del cardinale Jorge Mario
Bergoglio, eletto Successore di
Pietro sulla Cattedra di Roma e
perciò Pastore della Chiesa universale. Si continua a ripeterlo e con
ragione alla luce delle parole e soprattutto dei fatti e dei gesti che caratterizzano il suo pontiicato.
Non poche le sorprese che un osservatore coglie anche nel viaggio
che Papa Francesco ha fatto – il primo
Papa delle Americhe – nel continente americano sostando a Cuba e negli Stati Uniti. In meno di tre anni di
papato questo è stato il decimo viaggio internazionale del non più giovane Papa. Se con l'isola di Cuba ha visitato una “periferia” del mondo, recandosi negli Stati Uniti ha raggiunto la
Nazione oggi più potente e inluente e
parlando ai membri dell'ONU ha avuto per udienza il mondo intero. Di questa seconda tappa non hanno fatto parte solo momenti di altissimo signiicato politico come l'incontro con Barack
Obama, il discorso al Congresso americano a Washington e quello rivolto a
New York nell'ambito della settantesima Assemblea dell'ONU, ma pure l'evento pastorale e ecclesiale dell'ottavo Incontro Mondiale delle Famiglie
a Philadelphia.
In ambedue le tappe il Papa, che
in un passaggio dell'importante e
applaudito discorso al Congresso
si è deinito “Ponteice” cioè “costruttore di ponti”, ha svolto con
determinazione e naturalezza questa funzione di mediatore e ponte
di unione. Del resto il viaggio stesso ha interessato due nazioni e due
popoli che il Papa ha contribuito a
riavvicinare e riconciliare dopo oltre cinquant'anni di assenza di relazioni.
Coerente con le convinzioni che lo
animano e con lo stile che gli è proprio, Papa Francesco a Cuba ha igno-
EDITORIALE
rato ogni logica e considerazione classista e ha incontrato i potenti e i ricchi
che hanno in mano le sorti dei propri
concittadini e i poveri e gli ultimi. Non
si è sottratto a un incontro con Fidel
Castro e con le autorità politiche della Nazione e ha trovato tempo per trattenersi con la gente comune e con anziani, malati, bambini e giovani. A tutti
ha annunziato con cordiale franchezza
il Vangelo di Dio e dell'uomo che chiede di amare e servire le persone e non
le ideologie.
L'invito alla riforma e alla conversione nella Chiesa, altro tema
ricorrente di tutto il magistero di
Francesco, a Cuba è risuonato negli incontri con i fedeli e in particolare con i seminaristi, i religiosi, i
presbiteri e i vescovi. A tutti il Papa
ha raccomandato di fuggire lo spirito mondano, di scegliere e amare
la povertà, il servizio agli ultimi, la
capacità di perdono perché questo
è “il cammino del Figlio di Dio che
si è abbassato, si è fatto povero, si è
umiliato per essere uno di noi”.
Uniti, il Palazzo di vetro dell'ONU, il
Memoriale di Ground Zero e vi ha pronunciato discorsi di somma importanza. Poi è passato a incontrare e parlare col cuore ai senzatetto di un centro
caritativo a Washington, ai bambini e
alle famiglie di immigrati di una scuola a New York, ai detenuti di un carcere a Philadelphia e – fuori programma – alle Piccole Sorelle dei Poveri a
Washington, congregazione religiosa
che è al centro della battaglia dei cattolici contro le leggi sulla contraccezione portate avanti dalla presidenza
Obama.
Nei discorsi davanti al Presidente
americano come in quelli rivolti ai
membri del Congresso degli Stati
Uniti e all'Assemblea del'ONU il
Papa ha trattato non solo dei temi
della pace, della cooperazione rispettosa tra le nazioni e i popoli,
del bisogno di afrontare insieme i
problemi della custodia del creato,
ma anche altri punti che gli stanno
a cuore esposti con accenti personali e con una umiltà e semplicità
che hanno impressionato tutti.
Alla Casa Bianca si è presentato come iglio di emigranti e ha espresso la
gioia di trovarsi in un paese, in gran
parte costruito da immigrati. Non ha
mancato di elogiare l'impegno ambientalista di Obama, la difesa della libertà religiosa come “una delle
conquiste più preziose dell'America”
e, con evidente allusione ai rapporti Cuba-USA, gli sforzi compiuti recentemente per riconciliare relazioni
spezzate.
Ma avuto però anche la franchezza
di esprimere la sua vicinanza con i vescovi americani per questioni riguardanti la discussione di alcune misure dell'amministrazione presidenziale che iniscono per limitare la piena libertà delle istituzioni cattoliche di seguire i loro principi morali.
(Continua)
Ai giovani ha parlato della bellezza e
della necessità di sognare cose grandi,
di coltivare ideali per sé e per il Paese
e li ha invitati a mantenere “cuori aperti e menti aperte, a camminare insieme senza costrizioni ideologiche
e religiose” e a coltivare senza stancarsi l'amicizia sociale e la speranza. Gesti uiciali e solenni e momenti di grande semplicità come quando il Papa, che normalmente nelle
Messe da lui presiedute non distribuisce la Comunione, a L'Avana ha dato la
Prima Comunione a cinque bambini e
nella cattedrale di Santiago ha fatto gli
auguri di buon compleanno a un papà
che gli aveva rivolto un saluto a nome
delle famiglie.
Quanto alla tappa statunitense del
viaggio, diicile darne un resoconto
in breve, perché tanti sono stati gli incontri e i discorsi. Facciamo solo qualche accenno. Anzitutto anche qui vale quanto già detto. Papa Francesco
con estrema naturalezza si è reca- Giovanni Claudio Bottini
to in sedi e luoghi prestigiosi come la Studio Biblico Francescano,
Casa Bianca, il Congresso degli Stati Gerusalemme
«Cosa Significa Ringraziare»
Ci troviamo a vivere un’altra festa del ringraziamento in questo
ine settimana del long weekend
del 10-12 ottobre 2015. La vita con
le sue molteplici attività che si
muovono in modo incessante e frenetico si ferma per concederci un
momento di rilessione e di serenità interiore in cui rendere grazie al
Signore per tutti i suoi innumerevoli ed immensi doni: la vita, la famiglia, la fede, la Chiesa, la società,
il mondo con tutte le sue creature
da cui siamo circondati.
Nella sacra scrittura troviamo un
chiaro e profondo insegnamento
circa il comportamento che dobbiamo avere in rapporto ai beni
posseduti.
Isreale sofrì intensamente sotto
gli Egiziani. Essi si trovavano nella
schiavitù e nessuno ascoltò le loro
grida di dolore fuorché Dio che suscitò Mosè come condottiero.
Tramite lui Egli guidò gli Israeliti dalla schiavitù alla terra dell’abbondanza ove scorre latte e miele.
Il Signore, poi, non soltanto libera
il suo popolo ma lo sostiene e arricchisce la sua vita. In tutto ciò
c’è, però, il pericolo della superbia perché gli Israeliti potrebbero
impossessarsi di questi beni come
conquistati con le loro forze e la
loro perizia e ritenere che essi abbiano diritto a riceverli, così questi
beni che essi hanno ricevuto come
dono vengono convertiti a possesso egoistico e a emblema di superiorità.
La fame di potere e l’arroganza
accieca la mente e gonia il proprio
io ino al punto da dimenticare che
Dio è il padrone di tutto. Lo scrittore sacro aferma con chiarezza che
la creazione non appartiene all’uomo. È solo per la generosità di Dio
che abbiamo ricevuto da lui l’uso
dell’opera della sua creazione che
è il mondo.
E di questo uso noi dobbiamo un
giorno rendergli conto.
Molto ci è stato dato e molto ci
sarà richiesto. L’insegnamento
dato da Dio ad Israele lungo la sua
storia costituisce anche per noi un
monito morale e spirituale. Sia il
Canada che l’Italia appartengono
ai paesi industrializzati che sono
terra della ricchezza e dell’abbon-
danza.
A noi come “nuovi Israeliti” è
stata data questa terra promessa
che sovrabbonda di benedizioni
di Dio. Anche noi siamo esposti
alla tentazione della superbia e del
cieco potere. La giornata del ringraziamento ci porta a considerare
non tanto quanto possediamo ma
quanto abbiamo ricevuto. In questa occasione siamo spinti a considerare l’abbondanza dei nostri
beni come un’opportunita per essere giusti e generosi.
Nei Vangeli troviamo molti
esempi sia di gratitudine che di ingratitudine. All’uomo guarito dal
suo male Gesù ordinò di tornare a
casa, egli invece, andando contro
il comando andò in giro rendendo
nota la sua garigione a chiunque
incontrasse per via.
L’uomo ricco costruì granai più
grandi per custodire tutto il suo
raccolto invece di mostrare la sua
gratitudine nel condividere cogli
altri i suoi beni.
Nove dei dieci malati guariti dalla
lebbera non sentirono il bisogno di
tornare a ringraziare Gesù, l’unico
che lo fece era un Samaritano cioè
fuori della razza e della cerchia
religiosa dei Giudei. Ora questi
Giudei che si ritenevano superiori
ai Samaritani dimenticano la cosa
più elementare da compiere dopo
un dono ricevuto: il dire grazie.
Quante volte capita anche a noi,
nella quotidianità della vita, di
mancare a questa norma più chiara
del ringraziare? Ci capita mai nel
corso di una giornata di sostare e
dire grazie a quelli che ci sono vicini facendoci dono di se stessi e del
loro aiuto e a Colui che, in alto, è
il datore di ogni buon dono? Sentiamo che l’intera nostra vita è un
dono benedetto da Doi?
Queste domande non sono facili
da porci ma sono fondamentali per
regolare bene i nostri rapporti con
Dio e con gli altri.
La Festa del Ringraziamento
deve ridare alla nostra vita il senso profondo di gratitudine verso il
Signore e di condivisione verso il
prossimo.
P. Amedeo Nardone O.F.M
VENERDI 91 OTTOBRE
2015�� CORRIERE
CORRIERE CANADESE
CANADESE
AGOSTO 2014
18
Chiesa 2000
A CURA DELLA COMMISSIONE PASTORALE ITALIANA DELL’ARCIDIOCESI DI TORONTO IN COLLABORAZIONE CON IL CORRIERE CANADESE
COMMENTO
«Và, vendi quello che hai e dallo ai poveri»
C’è un libro nella Bibbia, chiamato «Sapienza», nel quale il
Signore ci invita a vedere la realtà non dal punto di vista umano, ma dal punto di vista di Dio. Se obbedissimo al suo invito,
si aprirebbe nella nostra vita un grande spazio di libertà e di
serenità, soprattutto nel campo delle ricchezze, dove l’assillo
a possederne sempre di più ci espone a pericoli e deviazioni.
Chiediamo perdono al Signore se ci troviamo attaccati eccessivamente ad una vita agiata e al possesso di patrimoni adeguati.
Ad un giovane ricco che l’interroga su cosa deve fare per avere
la vita eterna, Gesù risponde con i seguenti quattro inviti, che
sono i progressivi passaggi verso un intimo abbraccio con Lui.
1. Osserva i comandamenti.
2. Distaccati col cuore dal desiderio esagerato delle ricchezze, e, se ce la fai, distaccatene anche materialmente. La ricchezza, in se stessa, non e un male, ma le ricchezze frequentemente lo sono, perché:
• diventano spesso la nostra prigionia, chiudendoci in un
cerchio di egoismo;
• sono spesso ingiustamente ottenute e ingiustamente
gestite;
• ci condizionano a pensare, ad agire in un certo modo,
a vivere in un certo mondo, ad appoggiare una certa
politica, che dà delle briciole al povero e non giustizia.
3. Restituisci ai poveri ciò che in quelle ricchezze è contenuto di ingiustizia (furti, sfruttamenti, acquisti illegali,
frodi al isco, salari defraudati, ecc.); e, se ce la fai, dona
tutte le tue ricchezze ai poveri.
4. Vieni! Seguimi! Scegli, cioè, una forma di vita che ti avvicini più intimamente a Me e ti schieri decisamente
dalla parte degli impoveriti, donando loro una parte
del tuo tempo, dei tuoi talenti, delle tue possibilità per
diminuire i diseredati della terra, mai per moltiplicarli,
e, se ce la fai, consacra tutta la tua vita a Me e a loro,
facendo come ho fatto io.
Gesù, al terzo invito, se accettato, aggiunge una promessa
che ha per noi del fantastico e anche dell’indicibi1e e del non
immaginabile: «Avrai un tesoro in cielo». Ed è al quarto invito, sempre se accettato, che il Maestro tenta di far capire, in
maniera comprensibile a quella popolazione agricola, a cosa
potrebbe assomigliare quel «tesoro», e lo fa con un giuramento solenne: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia,
lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o igli o
campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e
fratelli e sorelle e madri e igli e campi, insieme a persecuzioni». Ma non può spiegare, neanche lui, perché superano
ogni immaginazione umana, le ultime parole del brano: «... e
la vita eterna nel tempo che verrà», e cioè l’indicibile tesoro della intimità con lui, adombrato forse in quel «Seguimi!»,
che ha fatto impazzire d’amore tanti santi e tante creature
come noi, che hanno vissuto e vivono nella nostra terra. Conosciamo la risposta del giovane: «Ma a queste parole egli si
fece scuro in volto e se ne andò rattristato». Triste perché
possedeva molte ricchezze, o meglio, perché molte ricchezze
possedevano lui; triste perché è costretto a riconoscere questa
schiavitù, che contrasta con la baldanza con cui si era presentato a Gesù; triste perché perde l’appuntamento più importante e più afascinante della sua vita.
Rolando Palazeschi s.j.
MOMENTO DI
CATECHESI:
RESPONSABILE: P. AMEDEO NARDONE O.F.M.
XXVIII Domenica del Tempo Ordinario.
Anno B - Colore verde - Domenica 11 Ottobre 2015
PRIMA LETTURA
Dal libro della Sapienza (7,7-11)
Pregai e mi fu elargita la prudenza, implorai e venne in me lo spirito di sapienza. La preferii a scettri e
a troni, stimai un nulla la ricchezza al suo confronto,
non la paragonai neppure a una gemma inestimabile, perché tutto l’oro al suo confronto è come un po’
di sabbia e come fango sarà valutato di fronte a lei
l’argento. L’ho amata più della salute e della bellezza,
ho preferito avere lei piuttosto che la luce, perché lo
splendore che viene da lei non tramonta. Insieme a
lei mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una
ricchezza incalcolabile.
Parola di Dio.
A - Rendiamo grazie a Dio.
SALMO RESPONSORIALE
(Sal 89/90)
Rit. Saziaci, Signore, con il tuo amore: gioiremo per sempre.
Insegnaci a contare i nostri giorni \ e acquisteremo
un cuore saggio. \ Ritorna, Signore: fino a quando? \
Abbi pietà dei tuoi servi! Rit
Saziaci al mattino con il tuo amore: \ esulteremo
e gioiremo per tutti i nostri giorni. \ Rendici la gioia
per i giorni in cui ci hai alitti, \ per gli anni in cui
abbiamo visto il male. Rit
Si manifesti ai tuoi servi la tua opera \ e il tuo splendore ai loro igli. \ Sia su di noi la dolcezza del Signore, nostro Dio: \ rendi salda per noi l’opera delle nostre mani, \ l’opera delle nostre mani rendi salda. Rit
SECONDA LETTURA
Dalla lettera agli Ebrei (4,12-13)
La parola di Dio è viva, eicace e più tagliente di
ogni spada a doppio taglio; essa penetra ino al punto
di divisione dell’anima e dello spirito, ino alle giunture e alle midolla, e discerne i sentimenti e i pensieri
del cuore. Non vi è creatura che possa nascondersi
davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di
colui al quale noi dobbiamo rendere conto.
Parola di Dio.
A - Rendiamo grazie a Dio.
CANTO AL VANGELO (1 Gv 4,12)
Rit. Alleluia, alleluia.
Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno
dei cieli.
Rit. Alleluia.
VANGELO
Dal Vangelo secondo Marco (10,17-27)
A -Gloria a te, o Signore.
In quel tempo, mentre Gesù andava per la
strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò:
«Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse:
«Perché mi chiami buono? Nessuno è buono,
se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti:
“Non uccidere, non commettere adulterio,
non rubare, non testimoniare il falso, non
frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli
allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le
ho osservate in dalla mia giovinezza». Allora
Gesù issò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello
che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in
cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole
egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai
suoi discepoli: «Quanto è diicile, per quelli
che possiedono ricchezze, entrare nel regno
di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle
sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è diicile entrare nel regno di Dio!
È più facile che un cammello passi per la cruna
di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio».
Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E
chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini,
ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio».
Pietro allora prese a dirgli: « Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: « In verità io vi dico: non c’è
nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o igli o campi per causa
mia e per causa del Vangelo, che non riceva
già ora, in questo tempo, cento volte tanto in
case e fratelli e sorelle e madri e igli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel
tempo che verrà».
Parola del Signore.
A –Lode a te, o Cristo.
Il papa: accumuliamo ricchezze che valgono alla borsa del cielo
Le ricchezze accumulate per se
stessi sono all’origine di guerre, famiglie distrutte, perdita di dignità.
La “lotta di ogni giorno” è invece
amministrare le ricchezze che si
possiedono e quelle della terra “per
il bene comune”. È una delle considerazioni di fondo dell’omelia di Papa
Francesco alla Messa del mattino,
celebrata in Casa Santa Marta.
Non sono “come una statua”, le
ricchezze. Ferme, in un certo senso
ininluenti sulla vita di una persona. “Le ricchezze – constata Papa
Francesco – hanno la tendenza a crescere, a muoversi, a prendere il posto
nella vita e nel cuore dell’uomo”. E
se la molla che spinge quell’uomo è
l’accumulo, le ricchezze arriveranno
a invadergli il cuore, che inirà “corrotto”. Ciò che invece salva il cuore è
usare della ricchezza che si ha “per il
bene comune”.
L'avidità corrompe e distrugge.
A indirizzare l’omelia del Papa è
il Vangelo del giorno, il brano in cui
Gesù insegna ai discepoli questa verità: “Dov’è il tuo tesoro, là sarà anche
il tuo cuore”. Quindi, li avverte: “Non
accumulate per voi tesori sulla terra,
dove tarma e ruggine consumano
e dove ladri scassinano e
rubano; accumulate invece
per voi tesori in cielo”.
Certo, riconosce Francesco,
“alla radice” dell’accumulo
“c’è la voglia di sicurezza”.
Ma il rischio di farlo solo
per se stessi e dunque di restarne schiavi è altissimo:
“Alla ine queste ricchezze
non danno la sicurezza per
sempre. Anzi ti portano giù
nella tua dignità. E questo
in famiglia: tante famiglie
divise. Anche nella radice
delle guerre c’è questa ambizione, che distrugge, corrompe.
In questo mondo, in questo momento, ci si sono tante guerre per
avidità di potere, di ricchezze. Si può
pensare alla guerra nel nostro cuore.
‘Tenetevi lontano da ogni cupidigia!’,
così dice il Signore.
Perché la cupidigia va avanti, va avanti, va avanti… E’ uno scalino, apre
la porta: poi viene la vanità - credersi
importanti, credersi potenti.. – e,
alla ine, l’orgoglio. E da lì tutti i vizi,
tutti.
Sono scalini, ma il primo è questo:
la cupidigia, la voglia di accumulare
ricchezze”.
Quello che ho è per gli
altri.
Francesco
riconosce
anche che “accumulare
è proprio una qualità
dell’uomo” e che “fare le
cose e dominare il mondo è
anche una missione”.
Allora “questa – aferma
– è la lotta di ogni giorno:
come gestire le ricchezze
della terra bene, perché
siano orientate al Cielo e
diventino ricchezze del
Cielo”: “C’è una cosa che è
vera, quando il Signore benedice una
persona con le ricchezze: lo fa amministratore di quelle ricchezze per
il bene comune e per il bene di tutto,
non per il proprio bene.
E non è facile diventare un onesto
amministratore, perché sempre c’è la
tentazione della cupidigia, del diventare importante. Il mondo ti insegna
questo e ci porta per questa strada.
Pensare agli altri, pensare che
quello che io ho è al servizio degli altri e che nessuna cosa che ho la potrò
portare con me.
Ma se io uso quello che il Signore
mi ha dato per il bene comune, come
amministratore, questo mi santiica,
mi farà santo”.
Non giocare col fuoco.
Noi, osserva il Papa, sentiamo
spesso le “tante scuse” delle persone
che passano la vita ad accumulare
ricchezze.
Da parte nostra, chiede invece
Francesco, “tutti i giorni” dobbiamo
“domandarci: ‘Dove è il tuo tesoro?
Nelle ricchezze o in questa amministrazione, in questo servizio per il
bene comune?”: “E’ diicile, è come
giocare col fuoco! Tanti tranquillizzano la propria coscienza con l’elemosina e danno quello che avanza
loro.
Quello non è l’amministratore:
l’amministratore prende per sé quello che avanza e dà agli altri, in servizio, tutto. Amministrare la ricchezza
è uno spogliarsi continuamente del
proprio interesse e non pensare che
queste ricchezze ci daranno salvezza.
Accumulare, sì, va bene.
Tesori, sì, va bene: ma quelli che
hanno prezzo – diciamo così – nella
‘borsa del Cielo’. Lì, accumulare lì!”.
Alessandro De Carolis
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Oggi Accadde: "Questo giorno del
1877 segna la nascita della riproduzione
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Compleanni:
Miguel de Cervantes - 1547
Niccolò Tommaseo - 1802
Ottavia Piccolo - 1949
Tony Shaloub - 1953
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Giocate al
Il Nome: Abramo
Etimologia: Deriva dall'antico termine
ebraico "Abraham", significante "il
padre di molti, il sommo padre". Fu il
personale scelto da Geova per il primo
patriarca d'Israele. Tra gli anglosassoni
è molto frequente il diminutivo Abe, infatti ha avuto più fortuna fra le comunità protestanti che tra quelle cattoliche;
in Italia è poco diffuso.
Carattere: Tipo costante, metodico,
programmatore e pragmatico, è schivo
e cerca di evitare frasi e gesti banali
o, al contrario, troppo eccentrici. Non
ama ciò che la tradizione impone, è
però molto affezionato alla famiglia di
origine che continua a frequentare con
assiduità anche dopo sposato. Nutre
un grande amore per i figli. Numero
fortunato: 7
EUREKA! Medicina
L'aspirina ha più di cento anni e non li
dimostra. Il suo atto di nascita porta la
data del 10 ottobre 1897 e le modalità
del concepimento sono piuttosto particolari. Il chimico Felix Hoffmann non
sa come alleviare i dolori del padre cui
era stato prescritto salicilato di sodio,
una sostanza antifebbrile ed antireumatica però con gravi effetti collaterali. Combina allora l'acido salicilico
con l'acido acetico, ottenendo acido
acetilsalicilico (o spiritico). Il nuovo
preparato viene chiamato aspirina, che
sta per A(cetil)-Spir(itico)-ina. Il primo
febbraio 1899 il farmaco viene depositato all'uicio brevetti. Può così iniziare
il suo lungo e fortunato cammino la
compressa più famosa del mondo.
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Sarete in viaggio o impegnati il 19 ottobre?
In quel caso potete votare in anticipo.
Se siete pronti a votare in
anticipo, potete farlo nel
vostro seggio per le votazioni
anticipate, dal 9 al 12 ottobre,
da mezzogiorno alle 8:00 pm.
Potete anche votare in qualunque
uicio di Elections Canada su tutto
il territorio nazionale, qualunque giorno
ino al 13 ottobre alle 6:00 pm.
Per informazioni sulle località in cui si
può votare, veriicate la tessera elettorale,
visitate il sito elections.ca o chiamate il
numero 1-800-463-6868 ( TTY 1-800-361-8935).
VENERDI 9 OTTOBRE 2015 � CORRIERE CANADESE
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