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All`alba sulla corriera dei pendolari uccisi tre carabinieri in borghese

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All`alba sulla corriera dei pendolari uccisi tre carabinieri in borghese
Tre carabinieri in borghese che scortavano un trasporto di assegni non trasferibili trucidati a freddo. Un loro collega dice
piangendo: « sono morti in tre e sapevanno che doveva succedere». Una telefonata, poi smentita, rivendica a nome delle BR.
Gli Inquirenti sospettano di una « banda specializzata ». L'unica cosa certa è che Paolo Centrone, Sergio Petruccelli e Giuseppe De Montis sono morti
Processo Nana: il PM
cerca dì dimostrare che
Fimputato era clandestino
Torino:
All'alba sulla corriera dei pendolari
uccisi tre carabinieri in borghese
Torino, 24 — Tre carabinieri sposato (e padre di un bambiin borghese freddati su una cor- no) nativo di Neoneli (in proriera, a bordo della quale si tro- vincia di Oristano). Infine vi evavano in servizio antirapina. rano tre uomini (gli autori delE' accaduto stamattina, tra le 6 la strage e della rapina), saliti
e le 7,15 in un punto imprecisato in due. riprese: uno al capolidella periferia torinese. Da quan- nea di corso Marconi e gli altri
to si è potuto apprendere fino- due alla prima fermata, in piazra, ma ancora sono molte le .za Carlo Felice. Come mai tre
lacune nella ricostruzione, i fat- carabinieri in borghese ed arti si sono svolti così.
mati a bordo della corriera vuoAlle 6, come tutte le mattine, ta? Perché questa linea di traparte da corso Marconi la cor- sporto è stata più volte oggetto
riera della compagnia «Cavou- di rapine ed i carabinieri —
rese » che presta servizio tra non sufficienti come numero —
Torino e Cavour, passando per scortavano, «per campionatura»,
Pinerolo. La linea serve in mas- ora questa ora quella vettura.
sima parte al trasporto degli Ma forse c'è qualche cosa di
operai di Mirafiori ,e Rivalla più.
che hanno appena terminato il
Forse una soffiata di qualche
turno di notte alia FIAT. Come informatore; inoltre sembra che
ogni lunedì mattina, però, il un'auto civetta dei CC, una 127
pullman è praticamente vuoto, in contatto radio con la centradato che la domenica notte gli le, tallonasse la stessa corriera.
stabilimenti sono chiusi. A bor- Ad un certo punto, questa vetdo, stamattina, c'erano sette tura chiama via radio il gruppo
persone: l'autista, Domenico e comunica che un'altra 127 meBotto di 46 anni, il brigadiere tallizzata li sta seguendo da
dei CC Paolo Centroni, 31 anni, quando sono partiti. La risposcapolo, originario della provin- sta che ottengono una volta cocia di Roma e in servizio a To- municato il numero di targa delrino dal 1972; il brigadiere dei l'auto sospetta è allarmante: «E'
CC Sergio PetrucelU, 29 anni, stata rubata ieri sera dal parco
di Minturno (un paesino in pro- macchine di una scuola guida ».
vincia di Latina), anche lui sca- Ma si direbbe che da quel mopolo; il carabiniere semplice mento i carabinieri a bordo
Giuseppe De Montis, 31 anni. della 127 rossa abbiano perso i
cOTtatti sia con la corriera che
con l'auto rubata.
Torniamo dentro la corriera: 1'
unico testimone che potrebbe
fornire particolari utili alla ricostruzione è l'autista, che però, mentre scriviamo, è^uicora
nella caserma di Moncalieri sot.
to interrogatorio.
Quando polizia e carabinieri
giungono allo svincolo della tangenziale appena fuori di Corso
Orbassano, trovano la corriera
al margine della strada, con
a bordo i cadaveri dei tre carabinieri: due adagiati sui sedili e fl terzo disteso sul pavimento, nel corridoio che separa le due file di poltrone.
Cosa è stato rubato? Solo assegni per un totale di dieci
milioni che però sono — a giudizio dell'Escopost (la polizia
postale) — inutilizzabfli; forse
anche qualcos'altro che nessuno ufficialmente cmnunica.
La notìzia della strage dei
tre carabinieri è scoppiata come una bomba sopra Torino.
La prima domanda che tutti
si sono posti è quasi ovvia:
malavita comune o terroristi?
Per gli uomini morti Centroni, Petrucelli e De Montis
(quest'ultimo sarebbe dovuto
partire domani, avendo finalmente ottenuto il trasferimen-
Roma - Migliaia e migliaia alla
manifestazione del comune contro il
terrorismo. Pioggia e molto protocollo
Roma, 24 — Una pioggia torrenziale che ha imperversato
per tutta la mattinata ha in parte pregiudicato la partecipazione alla manifestazione contro il
terrorismo indetta dal comune
in occasione dell'anniversario del
massacro delle fosse Ardeatine
Comunque decine di migliaia
di persone hanno dato vita ai
due cortei partiti dal Colosseo e
da S. Paolo e che si sono conelusi in piazza di Porta S. Paolo dove si è tenuta una breve
cerimonia. Il sindaco di Roma,
Petroselli, ha scoperto insienrie
al presidente deDa Repubblica
Pertini una lapide, posta accanto a quella che ricorda i caduti delle fosse Ardeatine, dove
si rende omaggio alle vittime
del terrorismo nella città.
n comune, ma soprattutto fl
PCI, aveva fatto un grosso
sforzo organizzativo per questa
?ianifestazione. Da un mese e
atto nella città una raccolta
® firme per un appello contro
terrorismo (ne sono state
"•accolte più di un milione e
consegnate a Pertini); per la
"Jfnifestazione in gran parte degli uffici sono state date quatore di permesso retribuite,
" provveditore ha dato facoltà
studenti di non andare a
Scuola.
'-OTTA CONTINUA 3
to in Sardegna), non fa purtroppo differenza, ma la gente
domanda e l'attesa di conferme resta nell'aria. Chi smentisce categoricamente che si tratdi di un ^isodio politico, sono
proprio i carabinieri.
Uscendo in fretta dalla caserma di Moncalieri, il capitano
Giaccherò (comandante di tale
caserma) ha detto: «Smentisco
completamente, al momento, 1'
ipotesi che si tratti di un atto
terroristico ». Poco dopo esce
anche il colonnello Schettino co
mandante del gruppo, che forni
sce qualche altro particolare;
«Le persone a bordo erano set
te. Uno dei tre banditi ha puntato una pistola alla testa dell'
autista — che quindi non ha visto niente. Solamente, dopo due
o tre minuti, ha sentito i fuochi
d'artificio ». Richiesto di particolari sulla vettura dei CC che
seguiva il pallman, il colcmnello Schettino ha ammesso che
« si trovava in zona ».
Poto prima che venissero riferite queste avare notizie ufflciah, era stata ritrovata la 127
metallizzata di cui forse i banditi si sono serviti per la fuga:
era posteggiata in una via di
Nichelino (paese della cintura
torinese) ed a bordo è stato rin.
venuto un proiettile inesploso calibro nove lungo, lo stesso calibro delle armi in dotazione alle
forze dell'ordine.
ULTIM'ORA. L'autista del
pullman, uscito dalla questura
dopo l'interrogatorio ha detto di
essere stato minacciato e di
avere contemporaneamente sentito i colpi sparati contro le tre
vittime senza che esse avessero
neanche il tempo di gridare. Gli
assassini hanno preso solo i sacchi postali grigi (quelli contenenti i valori). La polizia nutre
sospetti su una banda specializzata in colpi analoghi che però
è detenuta quasi al completo.
Un carabiniere è uscito piangendo dalla questura: « Sono
morti in tre — ha detto — e sapevano che doveva succedere ».
E' arrivata una rivendicazdwie
telefonica delle BR giudicata
inattendibile dagli inquirenti.
Lionello Mancini
Tormo, 24 — Nella terza
udienza del processo contro Giuliano Naria, sono stati trattati
episodi di contomo e staccati
tra loro, tanto che risultava difficile comprendere il nesso con
l'argomento del processo, l'assassinio di Coco e della sua
scorta, avvenuto a Genova l'S
giugno 1976.
I primi due testi che hanno
deposto, il sig. Catalano e la
signorina Merani, hanno cercato faticosamente di ricostruire la storia di un contratto d'
affitto — stipulato con l'agenzia
Profumo, nella quale entrambi
lavorano — di una persona che
presentò documenti falsi, intestati ad Andrea Cagnolari. Quest'ultimo è un operaio dell'Ansaldo.
iL'episodio risale al febbraio
1975, quando un uomo si presentò agli sportelli dell'agenzia e chiese di affittare un appartamento a Rapallo. Cosi avvenne. Circa un anno dopo,
adducendo un pretesto, il contratto venne annullato, sempre
dal falso Cagnolari. Passa un
altro anno^ ed il 31 gennaio '77
gli inquirenti si presentano alla
agenzia chiedendo se, per caso, il sig. Catalano o la signorina Merani riconosccmo in alcune foto che vengono loro mostrate, il cliente di due anni prima. Con qualche dubbio il Catalano, con certezza la Merani, sostengono che l'uomo è in
realtà Giuliano Naria.
•Il brigadiere dei <X ÌLucaccini
depone su un'altra circostanza
di scarso rilievo, che però dà
il segno di quanto tutto il processo sia poverajnenie indiziario: il 31 luglio '76 (tre giorni
dopo l'arresto di Naria. dunque) viene ritrovata a Torino
una Simca 1.100 che risulterà
poi rubata e modificata con 1'
applicazione di una corazzatura artigianale. I carabinieri si
dicono certi che la grafia di
chi ha compilato il falso bollo di circolazione della vettura, è di Giuliano Naria.
Sembrerebbe che ,il PM stia cercando di dimostrare che già da
molto tempo 'Naria viveva in
clandestinità (e quindi con tutte le precauzioni del caso, compresi i documenti falsi). Se questo è ininfluente per il fatto
specifico di cui Naria è accusato, è però importante per 1'
idea che i giudici (specie quelli popolari) possono farsi della personalità dell'imputato. In
secondo luogo, la corte tenta di
stabilire (un po' sommjtriamente. in verità) quali fossero le
fattezze di Giuliano Naria ai
tempi dell'omicidio.
L.M.
Genova: Giancarlo Moretti ferito
alle gambe dalle BR. « Buongiorno »
Anche in molte industrie ed
uffici privati sono stati concessi
permessi. Non era mai successo. Un festival del consenso
dunque, ben organizzato, ma rovinato dal mal tempo. H valore,
nella lotta al terrorismo, di manifestazioni di questo genere è
molto dubbio. A porta S. Paolo
i reparti militari schierati e in
alta uniforme, una sorta di spea-
/ Martedì 25 Marzo 1980
ker che annunciava con voce solenne: « Arriva il presidente,
arriva il sindaco, arriva il cardinale, si scopre la lapide, si
consegnato le firme, il presidente se ne è andato la manifestazion
è conclusa ». Uno
schieramento di polizia -discreto ma imponente. L'impressione
era rituale, di tristezza, di impotenza. Colpa solo della pioggia?
Genova, 24 — Cinque o sei giovani, fra cui una ragazza,
sarebbero gli autori di un nuovo attentato portato a termine
verso le ore 15 nella città. Tre proiettili, sparati da una 7,65
h ^ o colpito alle gambe dfàncarlo Moretti, docente di economia e Commercio, 44 anni e consigliere comunale DC. Secondo una prima ricostruzione gli attentatori avrebbero atteso fl
professore aU'ingresso della facoltà di Economia e Commercio in cui insegna diritto tributario e sarebbe stata la donna,
secondo un cliché che si ripete, a sparare alle spalle dell'uomo. Circa alle 16,25 l'azione è stata rivendicata ccm una telefonata alla redazione genovese dell'ANSA: «Qui la colonna genovese delfe Brigate Rosse Francesco Berardi — ha detto una
voce d'uomo calma e senza inflessioni dialettali — oggi poco
dopo le 15" un nucleo armato deDa nostra organizzazione ha
ferito alle gambe Moretti Giancarlo, democristiano. Seguirà
un comunicato. Grazie. Buongiorno ».
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