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Cogne e Gran Paradiso - saf

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Cogne e Gran Paradiso - saf
Attività e punti di interesse
di Cogne e del territorio del Gran Paradiso
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INDICE
Il Villaggio Minatori
Strutture
Servizi
Cogne
Primavera
Estate
Autunno
Inverno
Luoghi di interesse
Attività
Gastronomia
Tradizioni
Trasporti
Il Gran Paradiso
Luoghi di interesse
Come raggiungerci
Auto
Autobus
Treno
Aereo
…lungo la strada…
Per maggiori informazioni
2
Cogne è un comune di montagna situato a 1.534 m s.l.m., abitato fin dalla remota antichità da popolazioni
di origine celtica, i salassi. Località nota in passato per l’attività estrattiva delle sue miniere di ferro, chiuse
nel 1979, Cogne è da sempre sinonimo di natura, con i 14.900 ettari di territorio compresi nei confini del
Parco Nazionale Gran Paradiso, ed è oggi una delle mete turistiche più apprezzate della Valle d’Aosta.
IL PARCO NAZIONALE GRAN PARADISO
Il Parco Nazionale del Gran Paradiso è il primo parco
nazionale istituito in Italia (1922); a cavallo tra Valle
d’Aosta e Piemonte si estende su un territorio di oltre
70000 ettari. Modellate dai ghiacciai ed incise dai
torrenti le vallate del Parco ospitano una flora ed una
fauna molto ricche. Nei boschi dei fondovalle gli alberi
più frequenti sono i larici, misti agli abeti rossi, pini
cembri e più raramente all'abete bianco. Man mano
che si sale lungo i versanti gli alberi lasciano lo spazio
ai vasti pascoli alpini, ricchi di fiori nella tarda
primavera. Il simbolo del Parco è lo stambecco,
facilmente osservabile al pascolo nei prati alpini. Molto
comuni sono anche il camoscio e la marmotta il cui
caratteristico fischio ne anticipa il probabile incontro.
Nella zona nidifica un grande rapace, l'aquila reale, e
grazie ad un programma internazionale di
reintroduzione è ritornato nei cieli del Parco anche il
gipeto, il grande avvoltoio scomparso dall’arco alpino
nel 1912. Le vicende del Parco sono indissolubilmente
legate alla protezione dello stambecco. Già nel 1856 re
Vittorio Emanuele II aveva dichiarato Riserva Reale di
Caccia una parte dell'attuale territorio del Parco,
salvando in questo modo dall'estinzione lo stambecco
che in quegli anni aveva ridotto la sua popolazione a
livelli allarmanti. Il re aveva poi formato un corpo di
guardie specializzate e fatto costruire sentieri e
mulattiere che ancora oggi costituiscono la migliore
ossatura viaria per la protezione della fauna da parte
dei guardaparco e formano il nucleo dei sentieri
escursionistici. Nel 1920 il re Vittorio Emanuele III
donava allo Stato italiano i 2.100 ettari della riserva di
caccia, affinché vi si creasse un parco nazionale, che
venne costituito ufficialmente due anni dopo, i 3
dicembre 1922.
LE MINIERE DI COGNE
La storia delle miniere di magnetite di Liconi, Colonna
e Costa del Pino, situate alle pendici del Monte Creya,
comincia verosimilmente già dai tempi dei Salassi e
dei Romani. La Chiesa mantenne il diritto di
sfruttamento fino al 1679, poi vendette le miniere al
Comune di Cogne. Seguì un lungo periodo di inattività
dovuto probabilmente alla mancanza di capitali e di
mano d'opera. L'interessamento ai problemi della
miniera da parte del Sindaco César-Emmanuel
Grappein portò alla realizzazione di una strada
carrabile lunga circa 6 km terminata nel 1824, che da
Cogne scendeva verso valle. Il Dottor Grappein
propose, inoltre, una suddivisione egualitaria dei
proventi della miniera tra tutti gli abitanti di Cogne. La
crisi dell'industria del ferro, intorno alla metà del XIX
sec., costrinse il Comune ad affittare il giacimento;
tuttavia, fino ai primi decenni del '900, i lavori svolti
furono assai scarsi. La grande necessità di ferro
durante le guerre Mondiali e l'intervento Statale
diedero una forte spinta allo sfruttamento delle
miniere che durò fino al 1970, quando vennero colpite
da una grave crisi che impose un calo di produzione;
dal marzo 1979 la miniere sono chiuse. Le miniere di
Cogne rappresentano una bella testimonianza di
archeologia industriale: sono ben visibili i resti delle
teleferiche per il trasporto del materiale, la funivia per i
passeggeri e numerosi fabbricati di Colonna, dove i
minatori potevano usufruire di uno spaccio, di una
biblioteca e persino di un cinematografo. Il Villaggio
Minatori è oggi sede di numerosi servizi e attività: sede
di Fondation Grand Paradis Centro Visitatori del
Parco, centro espositivo Alpinart, scuola di alta
formazione CINFAI, ostello e caffetteria.
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VILLAGGIO MINATORI
Il Villaggio Minatori di Cogne, chiamato anche Villaggio Anselmetti in onore dell’ingegnere progettista, fu
inaugurato l’11 settembre 1964 e divenne punto di riferimento per l’attività della miniera fino alla sua
chiusura. La realizzazione del villaggio fu necessaria quando l’attività estrattiva, seguendo la disposizione
del giacimento nella montagna, venne spostata da Colonna (insediamento situato a 2400 m s.l.m. sul
Monte Creya) a Costa del Pino, stazione intermedia facilmente raggiungibile con una teleferica. Al suo
interno il Villaggio ospitava tutte le strutture utili al funzionamento dei lavori di estrazione mineraria (uffici,
stazioni funiviarie, officine di manutenzione, mulini di frantumazione del minerale, falegnameria e depositi)
e funzionali alla vita dei minatori (infermeria, alloggi, dormitori, cucina, mensa e dopolavoro).
Dopo la chiusura della miniera, nella primavera del 1979, il villaggio è stato acquistato da parte della
Regione Autonoma Valle d’Aosta ed è stato oggetto di ristrutturazione. Negli ultimi anni il Villaggio
Minatori ha conosciuto un importante sviluppo con l’attivazione di nuovi servizi e lo startup di diverse
attività e si propone oggi come un polo culturale di riferimento per il territorio.
LE STRUTTURE
Il Villaggio Minatori ospita la sede di Fondation Grand Paradis ed accoglie diverse attività.
Centro Visitatori del Parco – Sede di Fondation Grand Paradis
L’edificio che un tempo ospitava gli uffici della miniera è oggi sede di Fondation Grand Paradis e accoglie il
Centro Visitatori del Parco Nazionale Gran Paradiso, “TutelAttiva Laboratorio Parco”, inaugurato nel
2007.
Il centro si presenta ai visitatori come un laboratorio di ricerca in cui studiare
e capire gli eventi, approfondire la conoscenza dell'ambiente naturale e
analizzare le scelte nel Parco per l'utilizzo e la gestione del territorio. La
gestione di un'area protetta consiste infatti nell'armonizzare la conoscenza
dei dati con l'uso attento delle risorse, in un territorio in continua
trasformazione. Il Centro ospita la postazione multimediale Vi.Vi.Alp, una
stazione di volo virtuale che permette di volare su tutte le Alpi, servendosi di
un joystick, e di scoprire nel dettaglio il territorio del Gran Paradiso.
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Centro espositivo AlpinArt – esposizione “La miniera di Cogne”
Il Centro Espositivo Alpinart, dedicato alla cultura alpina, è situato nell’edificio che ospitava la mensa dei
minatori; nel 2010, è stata inaugurata l’esposizione “La miniera di Cogne”, che raccoglie testimonianze
sull’attività e sulla storia della Miniera.
Il percorso espositivo illustra la storia, la geologia, il complesso
minerario e l’attività produttiva della miniera di magnetite che ha
caratterizzato la storia di Cogne.
Oltre alla presenza di attrezzi, strumenti ed indumenti dei minatori,
l’allestimento propone fotografie e filmati d’epoca, tra cui si segnala la
visione del film "Le miniere", realizzato nel 1938 da Marco Elter.
Centro di educazione e formazione
Un tempo dormitorio dei minatori, l’edificio ospita la Scuola di alta formazione del CINFAI (Consorzio
Interuniversitario Nazionale per la Fisica delle Atmosfere e delle Idrosfere), a seguito dell’accordo tra
Regione Autonoma Valle d’Aosta, CINFAI e Fondation Grand Paradis.
Ostello
L’ostello, punto di riferimento per l’ospitalità degli studenti dei corsi organizzati dal CINFAI, è situato
proprio in uno dei due edifici che in passato erano sede del dormitorio a servizio della Miniera.
Caffetteria
L’edificio, un tempo sede del dopolavoro aziendale,
accoglie oggi un bar-caffetteria, in modo tale da
completare la ricettività del Villaggio Minatori.
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I SERVIZI
Diversi servizi sono stati attivati presso il Villaggio Minatori di Cogne, raggiungibile, tra gli altri mezzi, con gli
autoservizi pubblici che collegano Cogne alle sue frazioni (autolinea Cogne-Gimillan) oppure a piedi
percorrendo (nel periodo estivo) il sentiero che attraversa il Parco delle Ville che ospitava le residenze dei
dirigenti della Miniera
Bike sharing Rê.V.E. – Grand Paradis
Fondation Grand Paradis sperimenta uno dei più estesi sistemi
di bike sharing elettrico in Europa (11 pensiline in 5 comuni di
montagna) con l’impiego di biciclette a pedalata assistita
alimentate da fonte rinnovabile.
Una pensilina con biciclette a pedalata assistita è presente
presso il Villaggio Minatori (che ospita anche un punto di
accreditamento al servizio); un’ulteriore pensilina è situata nel
centro di Cogne, presso il capolinea delle autolinee in località
Revettaz, offrendo l’opportunità di spostarsi senza fatica e
con un mezzo di trasporto “sostenibile” in tutto il territorio di
Cogne.
Le biciclette sono a disposizione degli utenti gratuitamente: è sufficiente iscriversi presso uno dei punti di
accreditamento e ritirare la tessera elettronica. Il servizio di bike sharing è disponibile 7 giorni su 7, dalle
ore 5:00 alle ore 24:00. L’iniziativa è stata realizzata nell’ambito del progetto Rê.V.E. – Rete Veicoli
Elettrici Grand Paradis.
Wifi e spazio multimediale
Al Villaggio Minatori è attivo un internet point wi-fi, che consente la connessione ad internet dai propri
dispositivi multimediali oppure da uno degli iPad messi a disposizione da Fondation Grand Paradis. Presso
lo spazio multimediale del Centro Visitatori del Parco, è infatti possibile sperimentare l’utilizzo di i-Pad,
iPhone e Mp3, attraverso i quali è possibile approfondire la conoscenza del territorio del Gran Paradiso e
leggere i tre maggiori quotidiani nazionali (La Stampa, La Repubblica, Il Corriere della Sera). Nel centro è
inoltre disponibile il software Géoguide Grand Paradis - Cogne con itinerari georeferenziati che
permettono di fare una piacevole passeggiata alla scoperta del territorio tra la miniera, il centro storico, i
panorami sulla valle e sul Gran Paradiso. Le Géoguide multimediali sono accessibili da vari dispositivi
mobili, forniti in dotazione anche da Fondation Grand Paradis.
Fondation Grand Paradis ha inoltre ideato e realizzato la rete “Grand Paradis
Free WiFi Zone”, grazie alla quale è possibile navigare gratuitamente in internet
per tre ore al giorno presso le fermate principali degli autobus dei 13 comuni
della Comunità montana Grand Paradis. La rete wi-fi è attiva in tutta la Comunità
montana, con ben 3 punti di accesso nel territorio di Cogne (piazza Chanoux,
biblioteca comunale, capolinea autolinee di Revettaz).
L’iniziativa è stata realizzata nell’ambito del progetto ITER_Imaginez un
Transport Efficace et Responsable, capofilato dal Dipartimento dei trasporti
della Regione Autonoma Valle d’Aosta
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Prova auto elettrica
Fondation Grand Paradis propone una nuova iniziativa di
sensibilizzazione sul trasporto ecosostenibile e mette
gratuitamente a disposizione del pubblico un’autovettura elettrica
della rete Rê.V.E. Grand Paradis.
Il veicolo può essere utilizzato per un massimo di 24 h da chiunque
ne faccia richiesta, prenotandone l’utilizzo presso Fondation Grand
Paradis, per conoscere tutte le funzionalità della trazione elettrica
e scoprire un mezzo di trasporto sostenibile
eMTB ITER
Una piccola, grande rivoluzione su due ruote: con le e-MTB chiunque potrà
affrontare escursioni sui sentieri impegnativi del Gran Paradiso, senza
allenamenti particolari; il motore elettrico di cui sono dotate le biciclette
consente di superare i dislivelli come se si stesse pedalando in pianura. Il prestito
delle biciclette è gratuito, riservato ai possessori del Fondation Grand Paradis
Pass (per le condizioni integrali di prestito vedere http://www.grandparadis.it/it/servizi/e-MTB ).
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COGNE
Cogne, con il suo nucleo antico di case dai tetti grigi di ardesia, si distende panoramicamente lungo i
margini di una delle più vaste praterie di montagna d’Europa, i prati di Sant'Orso (che si estendono per
oltre 55 ettari). Ai suoi lati si estendono fitti boschi di conifere, dove non è raro avere incontri ravvicinati
con la fauna montana, che risalgono i pendii fino a lasciare il posto a rocce e ghiacciai del Gran Paradiso,
vertice altimetrico del territorio comunale (4.061 m).
La grande attenzione della località nei confronti dell’ambiente e della mobilità sostenibile ha consentito a
Cogne di diventare una “Perla delle Alpi” aderendo al network Alpine Pearls che raggruppa diversi centri
turistici dell’arco alpino che rispettano i più elevati criteri di qualità e forniscono una garanzia assoluta di
vacanze senza stress, all’insegna della tutela del clima e della sostenibilità.
Cogne è una stazione di turismo estivo e invernale, ricca di attrattive naturalistiche eccezionali, quali il
Parco Nazionale del Gran Paradiso, e di peculiarità culturali da scoprire. Con i suoi innumerevoli sentieri, le
cascate di Lillaz, i laghi e i pascoli d’alta quota, la località offre innumerevoli attività all’aria aperta: tra le
varie proposte, gli sportivi possono praticare l'alpinismo, il free climbing, il trekking a cavallo e,
naturalmente, lo sci.
Ai piedi del Gran Paradiso è inoltre possibile assaporare i gusti della tradizione alpina ed assistere a
spettacoli di animazione, folcloristici e rievocazioni di antichi mestieri.
In sintesi Cogne è la località ideale per vivere la montagna 365 giorni l’anno.
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PRIMAVERA
I primi fiori fanno capolino tra gli ultimi cumuli di neve, le
temperature diventano sempre più gradevoli e gli animali iniziano a
brucare indisturbati nei prati: è primavera!
Dopo la fine dell’inverno, intorno al mese di aprile, la neve comincia
a fondere e liberare prati e sentieri di fondovalle, mentre in quota la
neve consente ancora agli appassionati di scialpinismo di
effettuare magnifiche escursioni. A maggio, quando i prati sono
completamente liberi dalla coltre bianca, la Valnontey è il luogo
giusto per osservare da vicino camosci e stambecchi nutrirsi
abbondantemente dopo le ristrettezze invernali, mentre le marmotte, finito il letargo, cominciano a
spuntare dalle tane.
ESTATE
Con l’arrivo della stagione calda gli animali abbandonano i prati
fioriti e risalgono in quota. Gli innumerevoli sentieri, di ogni
difficoltà e grado, permettono di godere di incantevoli paesaggi,
dai boschi di conifere del fondovalle fino ai ghiacci del Gran
Paradiso. La località offre percorsi per gli amanti di ogni genere di
sport: trekking, escursionismo, arrampicata sportiva, mountain
bike ed equitazione. Per i meno sportivi Cogne offre svariati
angoli per il relax e numerosi locali tipici in cui degustare i sapori
della tradizione alpina.
AUTUNNO
Al termine dell’estate le temperature tornano a scendere e gli
alberi cominciano ad assumere i toni caldi del rosso, offrendo
suggestivi panorami per prepararsi al ritorno della “regina
bianca”. Mentre nei paesi all’imbocco della valle cominciano le
vendemmie dei pregiati vitigni autoctoni e la raccolta della
castagne, a Cogne è tempo di passeggiate nel bosco alla ricerca
di funghi, durante le quali si possono osservare volpi, scoiattoli e
caprioli. Gli appassionati di escursionismo e trekking possono
ancora approfittare di giornate miti con luci incantevoli per le
ultime passeggiate in quota.
INVERNO
Durante l’inverno, la stagione incantata per eccellenza, Cogne è in
grado di offrire attività per soddisfare ogni esigenza. La neve offre
l’opportunità di sciare e di camminare con le ciaspole, mentre i più
avventurosi, accompagnati dai professionisti della montagna,
possono sfidare le cascate di ghiaccio e le strette valli torrentizie
congelate. La piazza del paese offre una piccola pista da
pattinaggio all’aperto e le numerose strutture ricettive offrono
centri benessere dotati di ogni comfort per rilassarsi dopo una
giornata sulla neve.
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LUOGHI DI INTERESSE
Giardino Botanico Alpino Paradisia
Il Giardino Botanico Alpino Paradisia, fondato nel luglio del 1955, si
trova a 1700 metri di altitudine a Valnontey, Cogne; il nome prende
origine dal Paradisea Liliastrum, il giglio di monte dai delicati fiori
bianchi. Il giardino ospita circa mille specie di piante e fiori di Alpi e
Appennini, oltre ad alcuni esempi della flora di altri gruppi montuosi
di tutto il mondo (Europa, Asia, America).
All'interno del Giardino sono stati inoltre ricostruiti alcuni ambienti
montani circostanti, come la vegetazione delle zone umide, delle
morene e dei detriti calcarei. Il giardino è sede del Servizio Botanico del Parco Nazionale Gran Paradiso e
Fondation Grand Paradis ne cura la fruizione turistica.
Prati di Sant’Orso
I prati di Sant’Orso sono un’ampia distesa di 551.131 m2 ai piedi del Gran
Paradiso, contornata dall’abitato di Cogne. La leggenda attribuisce il
merito della bonifica della prateria, un tempo sede di una gran selva
inospitale, abitata da lupi, orsi e cinghiali, a Sant’Orso il prete irlandese
patrono del paese. Nel dicembre 2012 i prati hanno ricevuto il
riconoscimento di “Meraviglia Italiana”.
Cascate di Lillaz
Dall'abitato di Lillaz a 10 minuti a piedi, seguendo un sentiero
quasi pianeggiante, si raggiungono le famose cascate formate
da tre salti d'acqua del torrente Urtier per complessivi 150 metri
di altezza. Le cascate possono essere ammirate nella loro
pienezza grazie ai sentieri che le costeggiano e che consentono
la scoperta dei tre livelli di cui si compongono, caratteristica
questa che le contraddistingue da cascate più verticali,
rendendole uniche nel loro genere.
Maison de Cogne Gérard-Dayné
La Maison de Cogne Gérard-Dayné, presenta gli aspetti principali
dell'architettura "di legno e di pietra" e gli spazi tipici della casa di
Cogne. La visita guidata permette di ammirare la cor, spazio
interno coperto che fungeva da ingresso, il beu, luogo della vita
domestica e della coabitazione tra uomo e animale, la mézòn de
fouà, zona di lavorazione del latte e dei prodotti alimentari. Le
cantine interrate mostrano i luoghi della conservazione del cibo
durante i lunghi mesi invernali. Il grande fienile, con la sua
imponente struttura fatta di robuste travi di legno, è stato adibito a spazio per esposizioni temporanee.
Nell’orto adiacente alla casa, riportato al suo antico splendore, sono coltivati i prodotti della terra che da
secoli costituiscono il sostentamento delle genti di montagna.
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La chiesa di Sant’Orso
Una leggenda attribuisce alla volontà divina la scelta del luogo sul
quale venne edificata la Chiesa di Cogne, dedicata a Sant’Orso. Prima
che fosse costruita la chiesa, gli abitanti, per assistere alla messa
domenicale, dovevano percorrere un lungo cammino per arrivare alla
cappella del Crêt (a 2.020 metri di altitudine). In inverno il sentiero era
ancora più disagevole a causa del ghiaccio, così gli abitanti, stanchi
della situazione, decisero di costruire una Chiesa a Cogne.
Il luogo scelto per tale costruzione era Lisardey, frazione sulla riva
destra del torrente. Quando sul posto vennero portate delle reliquie
accadde un fatto strano: esse scomparvero e furono ritrovate sulla
riva opposta del torrente; nonostante molti tentativi di riportarle al
luogo prefissato le reliquie tornavano sempre al di là del fiume. Gli
abitanti di Cogne, comprendendo di aver assistito ad una
manifestazione della volontà divina ubicarono quindi la Chiesa nel
luogo scelto dal Signore.
ATTIVITÀ
Escursioni
A Cogne, nel Parco Nazionale Gran Paradiso,
universalmente noto per la rarità e la straordinarietà della
sua flora e della sua fauna, ogni piede, grande o piccino che
sia, trova il suo sentiero alla scoperta di antiche mulattiere
reali, baite, laghetti e alpeggi, in un vasto comprensorio
dove è possibile alternare passeggiate di fondovalle a veri e
propri trekking sulle alte vie.
IL RIFUGIO SELLA AL LAUSON
Una delle passeggiate d’obbligo per i visitatori di Cogne è quella che porta dalla frazione Valnontey al rifugio Vittorio
Sella al Lauson. Il percorso si snoda in gran parte sul largo e agevole sentiero di caccia, un tempo percorso a cavallo
dal Re, che in poche ore consente di raggiungere la conca del Lauson, celebre per la grande presenza di camosci,
stambecchi e marmotte che accompagnano la salita con i loro fischi. Il rifugio, che offre la possibilità di pernottare e
ristorarsi, è base per salite alpinistiche ed escursioni, anche brevi, come ad esempio quella che in un quarto d’ora circa
consente di raggiungere il laghetto del Lauson per godere del panorama sul massiccio del Gran Paradiso.
PERCORSO NATURA MONTSEUC
Questo facile itinerario ad anello si sviluppa attraverso il bosco che si trova a monte del capoluogo di Cogne e
permette di godere di uno splendido panorama sulla conca del paese, osservando la morfologia della valle e i numerosi
insediamenti lungo tutta la vallata. Dall’arrivo della cabinovia del Montesuc (2100 m),con la quale si percorre gran
parte del dislivello, l’itinerario si sviluppa in un primo momento in piano e poi lungo il crinale spartiacque tra la valle
centrale e la Valnontey. Dopo aver raggiunto la vetta del monte si rientra al punto di partenza. Lungo il percorso sono
installati pannelli informativi su flora, fauna ed ambiente montano.
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Alpinismo
Laddove i sentieri si fondono con la roccia e il ghiaccio inizia il regno degli alpinisti, delimitato dal
massiccio del Gran Paradiso (4.061 m, l'unico “Quattromila” tutto italiano), dalla maestosa Grivola (3.969
m) e da innumerevoli colli, monti e vette da conquistare sulle orme dei pionieri dell'alpinismo, che proprio
su queste cime hanno mosso i primi passi nel lontano Settecento.
GRAN PARADISO
Il Gran Paradiso, con i suoi 4.061 m, è la vetta più alta compresa
interamente in territorio italiano. L’ascensione verso la sua vetta, consigliata
con l’accompagnamento di una Guida Alpina, può essere fatta sia da Cogne
che da Valsavarenche, percorrendo la via normale, con sosta al rifugio
Vittorio Emanuele II.
Arrampicata sportiva
A tutti i free-climbers e agli alpinisti desiderosi di affinare la loro
preparazione atletica, le guide alpine mettono a disposizione
esperienza e tecnica e le cinque palestre di roccia di Cogne
offrono vie attrezzate per ogni grado e difficoltà, dove temprare
corpo e spirito ad un passo dalle nuvole.
Mountain bike
Per gli amanti delle due ruote, Cogne in estate trasforma gli oltre 80 Km di pista di sci da fondo in
un’immensa pista ciclabile, dove pedalare tra stambecchi, aquile e camosci per appagare le gambe e
rasserenare il cuore. Su questi sentieri a fine maggio si svolge la Gran Paradiso Bike, granfondo di 45 km
agonistica e cicloturistica.
COLLE INVERGNEUX
Escursione di alta montagna che permette di attraversare il Colle
dell’Invergneux, caratterizzata da una lunga e stupenda discesa su
sentiero. Partendo da Lillaz, si sale il vallone dell’Urtier e si raggiunge il
sentiero, quasi totalmente pedalabile, che porta al Colle dell’Invergneux
a quota 2903 m. Dopo una sosta al colle o nelle vicinanze di uno dei
laghetti glaciali sottostanti, durante la quale ammirare il panorama sulle
montagne circostanti, si riparte alla volta di Gimillan attraverso una
lunga discesa su un sentiero, a tratti molto tecnico, nel vallone del
Grauson. Il percorso complessivo è di circa 32 km, con un totale di 1400
m. di dislivello positivo.
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Equitazione
Cogne a cavallo può essere una passeggiata tra i boschi o lungo i
torrenti dall’alba al tramonto, ma anche un trekking di più giorni con
soste ristoratrici nei rifugi del Parco per una suggestiva cavalcata delle
Alpi (le escursioni possono essere effettuate con accompagnatori
equestri).
C’era chi andava al galoppo nel far west e c’è chi ama andar piano e
vivere la natura…
Pesca
A Cogne le "acque libere" dei torrenti Grand Eyvia, Grauson e Urtier, il no-kill di
Epinel e l’ameno laghetto della pesca alla trota di Lillaz (oltre alla pesca
sportiva di Aymavilles, nel fondovalle) sono da tempo ritrovo di abili pescatori
e richiamo per tutti coloro che, almeno una volta nella vita, vogliono poter
dire di aver preso all’amo qualcosa.
Sci nordico
Regina incontrastata dello sci da fondo e sede di grandi
competizioni sportive quali la Coppa del Mondo di sci nordico e la
classica Marcia Gran Paradiso, Cogne offre 12 anelli per oltre 80
km complessivi di piste, su tracciati che partono dai Prati di
Sant’Orso e si snodano tra boschi, torrenti e ponticelli, per
un’immersione totale in un paesaggio incontaminato, dove è
ancora possibile ascoltare il silenzio della natura.
LA MARCIA GRAN PARADISO
La Marcia Gran Paradiso è una gara di sci di fondo che si snoda su un percorso lungo 45 km, da effettuarsi
rigorosamente a tecnica classica. La gara si svolge dal 1975 e nel suo albo d’oro sono scritti alcuni dei nomi che hanno
fatto la storia di questo sport in campo nazionale (Di Centa, Albarello, De Zolt, Dal Sasso, Paluselli e Paruzzi, oltre ad
atleti di calibro internazionale come Odd Bjorn Hjelmeset e Anders Aukland). Da alcuni anni la gara, che si svolge nel
mese di febbraio, è anticipata da una kermesse dedicata ai piccoli fan dello sci nordico,la “MiniMarciaGranParadiso”.
Sci alpino e snowboard
Un piccolo e familiare comprensorio con due seggiovie e una
telecabina, che raggiunge quota 2.252 metri, permette agli
amanti dello sci alpino di sciare senza code e attese agli impianti
nel cuore del Parco Nazionale del Gran Paradiso, con la garanzia
di una neve sempre in ottime condizioni, grazie all'esposizione a
Nord. Bimbi e principianti hanno a loro disposizione un divertente
snow park collocato nel centro del paese e servito da un tapis
roulant, dove ci si può divertire scivolando su colorati gommoni
nell’apposita pista.
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Cascate di ghiaccio
Le cascate di ghiaccio a Cogne sono motivo di richiamo mondiale per
cascatisti di tutte le nazionalità.
Le oltre 150 vertiginose cascate di ghiaccio limpido come cristallo
diventano uno spettacolare terreno di gioco per tutti gli intrepidi amanti
dell’avventura e del brivido; per affrontare l’arrampicata su ghiaccio in tutta
sicurezza è sempre consigliabile l’accompagnamento di una guida alpina.
Ruisseling
Il ruisseling è un’attività invernale che consiste nel passeggiare lungo le
strette valli torrentizie che, durante la stagione invernale, gelano
formando piccole cascatelle e scivoli naturali di grande spettacolarità,
senza tuttavia generare particolari difficoltà per chi li affronta.
Passeggiate sulla neve
Accanto alla pratica dello sci, a Cogne sono disponibili alcuni
interessanti itinerari di fondovalle battuti sulla neve per passeggiare in
tranquillità. I percorsi proposti si prestano per facili camminate a piedi
o con le racchette da neve e rappresentano una piacevole opportunità
per passeggiare nell'incanto della natura invernale, alla scoperta delle
splendide bellezze del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Racchette da neve
Valida alternativa allo sci, le racchette da neve danno a tutti la possibilità d’immergersi nell’incantato
paesaggio invernale attraversandone pendii, boschi e panettoni di neve sulle orme di camosci, lepri, volpi
e scoiattoli. Con le ciaspole è possibile camminare nella neve fresca o percorrere itinerari tracciati, anche
con l’accompagnamento delle guide della natura.
IL BOSCO INCANTATO
Breve itinerario con partenza dal capoluogo del paese che si snoda nel bosco di
Sylvenoire. Lungo la pista per racchette da neve si incontrano alberi ad alto fusto
(larice, abete rosso, pino cembro, betulla) e pietraie con massi di grandi
dimensione, dove la neve crea immensi cristalli, dando luogo una magica
atmosfera. Soste più o meno prolungate e silenziose permetteranno di ascoltare
i cinguettii delle cince dal ciuffo e delle cinciarelle che si incrociano con i vocalizzi
delle nocciolaie ed il tambureggiare del picchio rosso maggiore. Facilmente
visibili anche i camosci, che popolano questo bosco in ogni stagione, oltre ai più
elusivi caprioli. Consigliato anche di notte, soprattutto nelle sere di luna piena.
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Sci alpinismo
A Cogne, in primavera, con l’avvio della stagione dello sci
alpinismo, i numerosi itinerari tra ghiacciai e valli innevate
aspettano gli appassionati di questa disciplina. Le guide alpine
sono a disposizione per accompagnare gli appassionati
all’esplorazione degli spazi più scenografici e inviolati delle Alpi. I
rifugi Vittorio Sella e Sogno di Berdzé offrono la possibilità di
soste ristoratrici per chi pratica lo sci alpinismo.
Pattinaggio su ghiaccio
Da dicembre a marzo è allestita una piccola patinoire esterna sulla
piazza Chanoux di Cogne; tra i servizi offerti anche la possibilità di
noleggiare i pattini nel noleggio adiacente. La struttura è a
disposizione anche per l'organizzazione di corsi di pattinaggio e tornei
di ramazza hockey.
Altri sport
Per proporre un’offerta turistica completa anche dal punto di vista ludico e sportivo, Cogne mette a
disposizione di turisti e residenti: campi per il gioco delle bocce, campi calcio e calcetto, una palestra, un
minigolf, campi da tennis e tavoli da ping pong.
Altre attività
A Cogne è presente un cinema, ubicato proprio nel centro del paese. Ogni anno, nell’ultima settimana di
agosto si tiene il Gran Paradiso Film Festival – Trofeo Stambecco d'Oro, festival dedicato alla
cinematografia naturalistica curato da Fondation Grand Paradis (www.gpff.it).
Il paese possiede inoltre una biblioteca comunale, con numerosi testi di interesse sul patrimonio
naturalistico e culturale della località.
ASSOCIAZIONE DEI MUSEI DI COGNE
Il desiderio di valorizzare il patrimonio storico e culturale della comunità locale contribuisce alla nascita, nel 1991, della
"Associazione dei Musei di Cogne". Si tratta di un'associazione senza scopi di lucro, a carattere esclusivamente
culturale, i cui obiettivi consistono nella ricerca, raccolta e catalogazione di ogni sorta di documentazione legata alla
cultura materiale, nella realizzazione di archivi cartacei e orali e nella divulgazione di quanto elaborato, mediante
attività editoriali e allestimenti di spazi espositivi temporanei e permanenti. L’associazione ha gestito, fino alla chiusura
per consentire la ristrutturazione dei locali, l’esposizione “Cogne, il suo passato, le sue miniere” (ospitata presso il
Villaggio Minatori).
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GASTRONOMIA
Cogne dispone di un’offerta enogastronomica d’eccellenza. Sul territorio vengono prodotti diversi tipi di
formaggi, tra i quali la Fontina, realizzati con il latte derivante dal pascolo in
alpeggio delle mucche oltre a diversi tipi di salumi, tra i quali la Motzetta, (carne
insaporita con sale ed erbe di montagna ed essiccata nei fienili rustici). Con i
prodotti tipici vengono realizzate diverse ricette di vanto internazionale: la
Seupetta à la Cogneintze, zuppa di riso arricchita con pane abbrustolito e fontina ,
la Soça e la Carbonada, spezzatino cotto nel vino rosso ed aromatizzato con
ginepro ed altri prodotti del territorio,
accompagnata dall’immancabile polenta. A Cogne non mancano i
dolci tipici come la Crema di Cogne, accompagnata spesso con il
Mecoulén, pane dolce con uvetta che ancora oggi viene cotto nei forni
consortili presenti in ogni frazione del paese.
Dai paesi limitrofi, ma a quote più basse, provengono vini per
accontentare ogni palato: Torrette, Fumin, Mayolet, Pinot Noir, Pinot
Gris e Chardonnay.
OSPITALITA’
Cogne, località che ha avuto uno sviluppo urbanistico rispettoso
dell’ambiente e degli spazi naturali, offre molteplici soluzioni per
accogliere al meglio i suoi ospiti, tutte nel segno di una grande cultura
dell’accoglienza che vanta una tradizione decennale. L’offerta varia da
hotel, di ogni qualità e classificazione, molti dei quali dotati di Spa, a
residence, B&B, campeggi, rifugi alpini, appartamenti, un agriturismo e
aree camper. Il territorio offre inoltre una grande scelta di ristoranti e
locali nei quali degustare piatti della tradizione alpina e portate della cucina mediterranea, come la pizza.
RISTORANTI
Tra i vari locali dove gustare i piatti della tradizione sono da segnalare:
- Lou Ressignon: si trova nel centro di Cogne, celebre per la Seupetta à la
Cogneintze realizzata secondo l’antica ricetta dallo chef Davide Allera.
- Ristorante Valnontey: situato nell’omonima frazione, questo caratteristico
ristorante è frutto del recupero architettonico di una vecchia stalla. Tappa
d’obbligo per chi vuole gustare la vera polenta “concia”, ovvero arricchita con
Fontina e burro, nella suggestiva cornice del Parco Nazionale Gran Paradiso.
- L’Hostellerie de l’Atelier : situato nel centro di Cogne, questo locale è arredato
con oggetti tipici del territorio e sculture dell’artista Dorino Ouvrier.
Assolutamente da provare la Crema di Cogne, realizzata con panna, uova,
zucchero e cioccolato.
- Lou Tchappé: situato nella frazione di Lillaz ai bordi di una antica paleofrana
(detta “tchappé” in dialetto), questo locale è l’ideale per gustare la tipica Soça,
zuppa della tradizione contadina fatta con carne, cavolo, patate, porri e fontina,
e i salumi tipici valdostani.
HOTEL
- Bellevue****: situato sul bordo dei prati di Sant’Orso, con una magnifica vista sul Gran Paradiso, questo hotel offre ai
suoi clienti la possibilità di soggiornare in suite arredate in perfetto stile alpino, un centro benessere con trattamenti e
massaggi e diversi ristoranti di alta qualità.
- Notre Maison***: si trova a Cretaz, a pochi passi da Cogne. La struttura offre diversi tipi di camere, da quelle più semplici
alle raffinate suite, un centro benessere con piscina, idromassaggio, sauna finlandese e bagno turco e un eccellente
ristorante à la carte, dove il proprietario cucina ottime carni alla losa.
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TRADIZIONI
Lou Tintamaro
Lou Tintamaro rappresenta il cuore musicale di Cogne. Nato
nel 1957 dalla volontà di un gruppo di appassionati che
hanno creduto nella possibilità di formare, nel paese, un
insieme folkloristico. La dedizione e la perseveranza dei vari
componenti sono state coronate da successo e il fatto che
ancora oggi il gruppo sia presente nelle più importanti
manifestazioni del territorio valdostano ne è la miglior
conferma. Il loro repertorio, a detta di molti “senza una fine”,
è composto da canti in lingua italiana, francese e patois,
dialetto valdostano di origine francoprovenzale, oltre che da
balli e suonate di fisarmoniche accompagnate dal tipico tamburo, unico al mondo per il modo in cui viene
suonato. La valle di Cogne è nota ovunque per essere luogo di feste memorabili e sinonimo di un ambiente
ove l'atmosfera è sempre allietata, oltre che dalla musica in generale, dal profondo senso dell'amicizia e
dello star bene insieme. A partire dagli anni ’70 si è creato un gruppo di bambini e ragazzi con la passione
per la musica e le danze tradizionali del paese: dapprima le nuove generazioni accompagnavano il gruppo
degli adulti durante gli spettacoli, in seguito è nato “Lou Tintamaro Enfants”.
Les Dentelles de Cogne
La lavorazione del pizzo al tombolo, ormai parte integrante della
tradizione di Cogne, secondo alcune testimonianze sarebbe
stata importata nel XVI secolo da alcune monache benedettine,
fuggite dal monastero di Cluny e stabilitesi in alcune località
della Valle d’Aosta. A Saint-Nicolas, la sorella del parroco,
nativa di Cogne, avrebbe imparato il punto base d’intreccio al
tombolo per insegnarlo successivamente alle sue compaesane,
che pensarono di produrre e utilizzare questo pizzo per ornare il
loro costume tradizionale. La tecnica del pizzo è quindi d’importazione ma i vari punti sono sicuramente di
origine locale e legati all’ambiente e alla fauna: “teppa cleire” (zolla chiara), “joue de perni” (occhi di
pernice), “pavioula” (farfalla), ecc. I disegni, fatti a mente dalle merlettaie senza uno schema preciso, sono
frutto della loro fantasia e vengono tramandati di madre in figlia. La larghezza del pizzo varia in rapporto al
numero di fuselli impiegati: più questi sono numerosi più il pizzo è largo e pregiato. Il filo usato è di lino e il
colore è quello naturale del lino grezzo, ma talvolta viene candeggiato per renderlo più bianco. Cogne
mantiene viva questa tradizione
LA MAISON DI PITZ
grazie al lavoro della Cooperativa
Nel centro di Cogne, nella piazza della Chiesa parrocchiale, si trova un
“Les Dentellières” che raggruppa
piccolo atelier all’interno del quale è possibile osservare esempi di
decine di merlettaie e che ogni anno
merletti
e vario materiale oltre che assistere alla lavorazione del pizzo al
produce e vende una buona quantità
tombolo da parte delle Dentellières, custodi della tradizione del pizzo al
di questo preziosissimo pizzo, oltre a
tombolo, disponibili a togliere ogni curiosità su questa particolare
garantirne il futuro insegnando alle
lavorazione.
nuove generazioni la meticolosa arte
del pizzo al tombolo.
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La Veillà
La veillà (tradotto letteralmente “la veglia”) era, fino a pochi
decenni fa, il modo per stare insieme durante le sere d'inverno
nelle piccole comunità valdostane. Radunati nella stalla di una
famiglia del villaggio, i membri della comunità si dedicavano a
piccoli lavori di manutenzione degli attrezzi agricoli, mentre si
scambiavano le ultime notizie e si ascoltavano gli anziani
narrare antiche storie e leggende del paese. Oggi, a turno tra
le frazioni di Cogne e il capoluogo, durante la veillà, i mestieri
che si esercitavano nelle lunghe veglie invernali sono rievocati
nelle stradine dei vecchi borghi. Si tratta di rappresentazioni di scene all'aperto di vita "cogneintse"
comprendenti: artigianato (sculture e utensili in legno, pizzi al tombolo e ferro battuto), filatura della lana,
battitura del grano, lavorazione del latte ed esposizione di attrezzi agricoli. E’ anche possibile degustare
prodotti gastronomici tipici al suono delle melodie dei gruppi folcloristici locali.
Il culto di San Besso
La devozione per San Besso ha origini antichissime. Secondo
alcuni studi, i primi abitanti che si insediarono nella valle di Cogne
non vi giunsero dalla Valle d’Aosta, bensì dalle zone più alte del
canavese, in Piemonte, varcando colli e passi alpini. Nel territorio
di Campiglia Soana sorge il santuario dedicato al santo, martire
della legione Tebea, e ogni anno, il 10 agosto, una nutrita
delegazione di abitanti di Cogne ripercorre l’antico percorso di
montagna, dal quale giunsero i primi abitanti della valle per
celebrare, insieme agli amici piemontesi, il santo che li unisce.
La Devétéya
La Devétéya è il tradizionale appuntamento autunnale durante il
quale si festeggia la discesa delle mandrie, in gran parte bovine,
dagli alpeggi in alta quota per rientrare nelle stalle del fondovalle.
Un tempo in occasione della smonticazione , si svolgeva una fiera
durante la quale i pastori vendevano animali, formaggi e burro
prodotti durante l’estate. Oggi la festa è un ottima occasione per
veder sfilare le mandrie addobbate a festa tra le vie del centro,
accompagnate dalle musiche di tradizione dei gruppi folkloristici e
fare acquisti nei mercatini tipici di artigianato e gastronomia.
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La bataille des Reines
La “Battaglia delle Regine” è una delle tradizioni più diffuse in Valle d’Aosta. Si tratta di scontri tra le
rappresentanti più forti delle mandrie di razza pezzata nera e castana valdostana. I combattimenti tra
queste avvengono spontaneamente durante la mescolanza all’interno di una stessa mandria o di più
mandrie come in occasione della salita in alpeggio. Sono loro stesse che scelgono l’avversaria ed il
momento più propizio per l’attacco. Le “batailles”
programmate sono invece organizzate in molti comuni
valdostani (a Cogne a settembre) e permettono alle
mucche meglio classificate di partecipare alla finale
regionale per ottenere il titolo di “regina delle regine”.
Durante lo svolgimento degli scontri non c’ è forzatura a
lottare da parte dell’ allevatore che rimane spettatore.
La competizione è leale, l’animale lotta contro un simile
ad armi pari, non c’ è lo scopo di eliminare l’ avversaria
ma soltanto di ottenerne la temporanea sottomissione.
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IL GRAN PARADISO
LUOGHI DI INTERESSE
Centro visitatori del Parco Nazionale Gran Paradiso di Valsavarenche
Il centro, gestito da Fondation Grand Paradis, presenta diversi
argomenti legati alla vita, alla sopravvivenza e alla presenza
sul territorio dei predatori che abitano il Parco Nazionale Gran
Paradiso. Uno degli argomenti intorno al quale ruota la visita
è la Lince, presentata in un'analisi della sua rapida scomparsa
e della sua presenza attuale in Europa, grazie ad una
progressiva e lenta ricolonizzazione attuata a partire dagli
anni '70.
Dall’estate 2011 il centro accoglie uno Spazio Lupo : si tratta
di un Centro di documentazione che fornisce e raccoglie
testimonianze e documenti sulla presenza del lupo nel Parco, creato a seguito del ritorno del predatore
nell’area protetta. All’interno dello spazio si possono ammirare due esemplari di lupo tassidermizzati,
navigare nei video interattivi e consultare una selezione di testi e siti internet sui quali documentarsi e
soddisfare ogni curiosità sul lupo.
Centro visitatori del Parco Nazionale Gran Paradiso di Rhêmes-Notre-Dame
Gestito da Fondation Grand Paradis, il centro propone ai suoi ospiti un'avvincente storia: il Gipeto, il più
grande uccello europeo, è tornato a volare nei cieli del Parco Nazionale Gran Paradiso. La visita
ripercorre, attraverso gli anni, tutte le tappe di questa storia: la drammatica estinzione, i piccoli passi verso
l'emozionante ritorno e l'auspicato lieto fine, con la
presenza in pianta stabile nei nostri cieli di questo
particolare uccello. Il racconto proposto nel percorso
espositivo è arricchito da numerosi testi, immagini e suoni,
oltre ad alcuni giochi multimediali; di particolare interesse
per il visitatore è la ricostruzione di un vero e proprio nido
di Gipeto su una parete rocciosa. Il centro visitatoti offre
inoltre la possibilità di esaminare un "ossario", un
dettagliato modello di volo planato, e altri elementi utili a
far conoscere tutta l'avifauna presente nei territori del
Parco.
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Castello di Introd
Il castello primitivo risale probabilmente al XII secolo; come il castello di
Graines, all'origine consisteva in un mastio quadrato circondato da una
cinta di mura. Verso il 1260 Pierre Sarriod d'Introd ampliò il castello
primitivo che, in seguito alle modificazioni del XV secolo, assunse la
forma poligonale quasi arrotondata che lo distingue tuttora dagli altri
castelli valdostani. Il castello subì due rovinosi incendi nella seconda
metà dell'800 e venne poi restaurato all'inizio del '900 dal cavalier
Gonella che si avvalse dell'opera dall'architetto Chevalley. Sulla spianata di fronte al castello si è
conservata una magnifica struttura, uno dei rari esempi pervenutici di costruzioni interamente in legno
tipiche dell'architettura del basso Medioevo valdostano: è il granaio quattrocentesco, dove si
immagazzinavano il grano e le sementi. Le due porte sono dotate di serrature in ferro battuto, entrambe
databili all'epoca della costruzione; una, di particolare bellezza, rappresenta un castello. Di proprietà dei
Conti Caracciolo di Brienza e concesso in comodato al Comune di Introd, la gestione del Castello è stata
affidata alla Fondation Grand Paradis che ne garantisce la fruizione.
Maison Bruil di Introd
La Maison Bruil di Introd è uno dei maggiori esempi dell'architettura
rurale del Gran Paradiso. Si caratterizza come un'antica casa rurale a
funzioni concentrate: tutti gli spazi necessari alla sopravvivenza di
persone e animali erano infatti raggruppati sotto un unico tetto. La
forma attuale è frutto di una evoluzione architettonica complessa
databile tra il 1680 ed il 1856, periodo in cui diversi corpi di fabbrica si
sono fusi a formare un unico nucleo. La visita si snoda su tre piani fra i
vari ambienti tipici della casa tradizionale, riportati con un restauro alla loro funzione originaria: la crotta, il
crotteun, il peillo, le zone di essiccazione e il solaio sono alcuni degli spazi a disposizione del pubblico che
voglia approfondire la propria conoscenza sulla architettura tradizionale.
Presso la Maison Bruil esiste uno spazio speciale riservato ai prodotti locali: l'Atelier du Goût. Si tratta di
una vetrina dove scoprire il territorio e i suoi prodotti in modo concreto e consapevole; attraverso
presentazioni di prodotti e degustazioni vengono messe in primo piano le tecniche e il contesto culturale
in cui nascono i prodotti del territorio.
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Châtel-Argent
"Vivre Châtel-Argent" è il nome dell'itinerario ideato da Fondation Grand
Paradis che si snoda intorno all'antico castello, alla scoperta delle
peculiarità dell’altura che sovrasta il borgo di Villeneuve. Una delle tappe
principali è l’antica chiesa di Santa Maria, uno degli edifici sacri di maggiore
prestigio della Valle d’Aosta. La testimonianza più antica dell’esistenza di
questo edificio è riportata in un documento che risale alla fine del XII secolo,
ma recentemente sono state trovate tracce strutture murarie del V secolo d.C. che con ogni probabilità
formavano un complesso paleocristiano. In cima alla all’altura si staglia il castello (di cui si trova traccia in
documenti d’archivio del 1274-1275) con la sua torre alta circa 16 metri e con 9 metri di diametro. Il
castello consisteva in tre cinte murarie concentriche, costruite lungo il ciglio della “terrazza rocciosa”.
All’interno della seconda cinta muraria si trova la cappella castrense (XI-XII secolo), dedicata a Santa
Colomba, all’interno della quale si conservano labili tracce di affreschi databili al XIII secolo.
Castello di Aymavilles
Il castello di Aymavilles è l'elemento più caratteristico e
riconoscibile della località, per la posizione e per l’architettura
caratterizzata dalle quattro torri cilindriche coronate da caditoie
che racchiudono un corpo centrale a base quadrata. L'edificio, le
cui origini risalgono al XII sec., è stato ripetutamente rimaneggiato,
mutando la sua destinazione da struttura difensiva a elegante
dimora signorile all'interno di un grande parco. Le prime notizie
risalgono al 1278, quando era costituito da una torre
quadrangolare circondata da cinta muraria. Della torre
duecentesca esistono ancora oggi le grosse murature d'ambito, caratterizzate dall'essere fortemente
scarpate, ed un muro di spina che la divide, per tutta l'altezza, in due ambienti. Nel 1357 Aimone di Challant
(infeudato tre anni prima del feudo di Aymavilles da parte di Amedeo VI di Savoia) diede il via ad opere di
rinforzo difensivo della struttura, ritenuta troppo vulnerabile soprattutto per via dell'andamento
pianeggiante del terreno circostante. Vennero quindi realizzate le quattro torri angolari, a pianta circolare
e disuguali tra loro per diametro, altezza e tipo di merlatura; furono inoltre costruite caditoie, feritoie, oltre
ad una cinta muraria doppia dotata di fossato e ponte levatoio. All'inizio del XVIII secolo vennero
abbattute le fortificazioni esterne e il terreno fu sistemato a terrazze e giardini, cambiando quindi di fatto
la destinazione dell'edificio.
Pont d’Aël
Pont d’Aël, a Aymavilles, è uno dei monumenti romani più belli e
ben conservati di tutto l’arco alpino. Il tipo di costruzione è del tutto
particolare: si tratta di un ponte acquedotto costruito in una gola
della vallata che sale verso Cogne, sul torrente Grand Eyvia.
L'opera, in ottimo stato di conservazione, è una tappa obbligatoria
della salita verso Cogne (l’abitato di Pondel si trova sulla destra
della strada, circa 4 km oltre Aymavilles). Per la sua specificità di
ponte acquedotto risalente all'epoca romana augustea (A.C.), Pont d’Aël ha una significativa rilevanza
internazionale; la visita al monumento può essere libera o guidata.
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COME RAGGIUNGERCI
AUTO
La Valle d’Aosta è facilmente accessibile e percorribile da auto, moto e camper, in quanto dotata di una
importante rete viaria; gran parte dei flussi turistici che interessano la regione provengono da aree di
prossimità.
Torino è collegata direttamente con l’autostrada A5 e dista 55 km da Pont-Saint-Martin (porta “Est” della
regione e primo comune che si incontra entrando in Valle d’Aosta), 98 km dal capoluogo regionale Aosta
(uscita Aosta Est) e 136 da Courmayeur (l’altro “limite” della regione, ai piedi del Monte Bianco).
Provenendo da Milano (164 Km), lungo l'autostrada A4 occorre imboccare il raccordo per la A5 a Santhià,
in direzione Aosta. Limitato anche il tempo di percorrenza per chi proviene da Genova (226 km, prima
sulla A26 e poi sulla A5).
La rete autostradale valdostana è in buone condizioni ed è interessata da traffico regolare, che si
intensifica nel weekend e nei periodi di vacanza. La rete stradale interna è ben sviluppata, le strade delle
valli laterali sono percorribili tutto l’anno, eccetto alcuni valichi (passi del Piccolo San Bernardo e del Gran
San Bernardo, generalmente transitabili solo nei periodi compresi tra maggio ed ottobre).
Si può giungere in Valle anche dal versante francese o svizzero attraverso i trafori del Monte Bianco (FR) e
del Gran San Bernardo (CH), percorrendo rispettivamente le strade statali n°26 e n°27.
Per raggiungere Cogne (e le altre valli valdostane del Gran Paradiso) occorre uscire dall'autostrada A5 al
casello di "Aosta Ovest – Saint Pierre", all'altezza dell'abitato di Aymavilles, e seguire quindi le indicazioni
per Cogne (21 km sulla strada regionale n° 47).
Per ulteriori informazioni:
http://www.ravspa.it/
http://www.tunnelmb.net/v3.0/it/indexit.asp
AUTOBUS
Collegamenti nazionali: le società concessionarie locali di trasporto pubblico offrono un servizio
giornaliero di autolinee da/per Milano in partenza da Cervinia, Aosta e Courmayeur. I pullman effettuano
anche fermate intermedie sia in Valle d’Aosta sia in Piemonte. Per il viaggio in pullman da e per Milano è
consigliata la prenotazione (durata 2h30, autostazione di Milano Lampugnano).
In estate sono talvolta attivi altri collegamenti con pullman speciali tra la Valle d’Aosta ed alcune località
della Liguria, dell’Emilia Romagna e della Toscana (e a volte anche fino a Roma) alcuni dei quali
attivi anche durante la stagione invernale.
Collegamenti internazionali: le società concessionarie locali di trasporto pubblico offrono servizi giornalieri
da/per Chamonix in partenza da Aosta e Courmayeur (durata da Aosta 3h) e da/per Martigny in partenza
da Aosta (durata 2h30).
Da Aosta si può raggiungere Cogne tramite l’apposita autolinea, che effettua corse a cadenza oraria. A
Cogne il servizio di trasporto pubblico locale, con orari differenziati a seconda delle stagioni, collega il
capoluogo con le frazioni limitrofe.
Per ulteriori informazioni:
Linee internazionali, nazionali, regionali
Trasporto pubblico regionale e locale
http://www.savda.it/it/
http://www.svap.it/it/ e http://www.svap.it/public/linee/allegati/17_it.pdf
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TRENO
Raggiungere la Valle d’Aosta in treno è una buona alternativa al traffico stradale, alla nebbia dei mesi
invernali e anche all’inquinamento. La stazione ferroviaria di Aosta è collegata con le stazioni di Torino
Porta Nuova e Torino Porta Susa con un numero frequente di corse. Il tempo medio di percorrenza della
tratta è di 130 minuti con cambio treno a Ivrea (e per alcune corse a Chivasso). Le principali stazioni
ferroviarie valdostane che si incontrano lungo il tracciato (Pont-Saint-Martin, Verres e Chatillon / SaintVincent) sono collegate alle valli laterali da servizi bus con partenze generalmente correlate agli orari dei
treni. E’ possibile proseguire il viaggio in treno dalla stazione di Aosta fino alla caratteristica stazione di
Pré-Saint-Didier, ai piedi del Monte Bianco, dove termina la linea ferroviaria.
Arrivare in treno da Milano è invece possibile in circa 200 minuti, con un cambio treno alle stazioni di
Chivasso (ed eventualmente Ivrea). Milano è raggiunta da tutte le principali linee ferroviarie.
La stazione ferroviaria di Aosta è ubicata nei pressi dell’autostazione da cui partono tutte le linee di
autobus regionali, nazionali e internazionali.
Per ulteriori informazioni:
http://www.trenitalia.com/cms/v/index.jsp?vgnextoid=cfc7f19d7485a110VgnVCM10000080a3e90aRCRD
AEREO
TORINO CASELLE Dista 115 km da Aosta. Con l’auto (eventualmente a noleggio), per raggiungere Aosta
basta seguire le indicazioni per le tangenziali torinesi (uscita corso Regina Margherita) e imboccare
l'autostrada A5 fino ad Aosta. Una linea ferroviaria collega direttamente l'aeroporto di Caselle con la
Stazione Dora GTT di Torino (dalla quale raggiungere poi la stazione di Torino Porta Susa); per servire al
meglio gli utenti dello scalo torinese, la stazione dell'aeroporto è stata realizzata nelle immediate
vicinanze del terminal. La città di Torino è inoltre collegata all’aeroporto di Caselle da un servizio
giornaliero di bus, con frequenza delle corse compresa tra i 30 e i 45 minuti.
MILANO MALPENSA E' possibile raggiungere Aosta (180 km di distanza) con i treni in partenza dalla
stazione FS di Gallarate (con cambio a Rho e Chivasso), collegata da un servizio pullman ai Terminal 1 e 2
di Malpensa. Da Malpensa sono inoltre operativi servizi di pullman che collegano l’aeroporto con Torino e
Milano, città che offrono numerosi collegamenti diretti con Aosta (bus e treno). Con l’auto vi sono diverse
opzioni: la via più rapida consiste nell’imboccare l’autostrada A4 al casello di Marcallo Mesero (direzione
Torino, poi all’altezza di Santhià seguire le indicazioni per Aosta/Monte Bianco).
MILANO LINATE Dista 200 km da Aosta. E’ attivo un servizio pullman che collega l’aeroporto alla stazione
centrale di Milano (linea M1 metro per il terminal bus di Lampugnano); non vi sono collegamenti ferroviari.
In auto percorrere la A51/A52 (direzione Milano) e poi proseguire sulla A4 (direzione Torino, poi all’altezza
di Santhià seguire le indicazioni per Aosta/Monte Bianco).
BERGAMO ORIO AL SERIO Dall’aeroporto è in funzione un servizio bus che collega il terminal con la
stazione centrale di Milano (corse ogni 30 min.). Aosta dista 225 km: in auto, imboccare l’autostrada A4 al
casello di Bergamo (direzione Milano e poi Torino, all’altezza di Santhià proseguire per Aosta/Monte
Bianco).
GINEVRA: Non vi sono collegamenti pubblici diretti tra la Valle d’Aosta e l’aeroporto di Ginevra, di
interesse per la sua vicinanza ad Aosta (140 km) e per essere punto di partenza di diversi voli internazionali
(alcuni operati da compagnie low-cost). In auto percorrere la A1/E25/E62 (direzione France – Saint Julien
poi Annemasse sulla A401) poi proseguire sulla A40/E25 verso Chamonix-Mont Blanc e dopo il traforo del
Monte Bianco sulla A5 verso Aosta.
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… LUNGO LA STRADA …
Ponte di Pont-Saint-Martin
È un‘imponente testimonianza della romanizzazione della Valle d‘Aosta.
Incerta la sua datazione: per alcuni sarebbe stato costruito verso il 120
a.C. per altri nel 25 a.C. Il ponte è ancorato alla viva roccia da entrambi i
lati, è alto 25 metri e la sua unica arcata è larga 35 metri. Alla base sono
visibili, scavati nella viva roccia, gli alloggiamenti per le travi lignee che
hanno costituito l‘impalcatura necessaria per la costruzione dell‘arcata
in pietra.
Ad inizio Ottocento fu costruito poco più a valle un altro ponte in legno,
sostituito poi nel 1876 dall‘attuale costruzione in muratura. La fantasia
popolare ha attribuito la costruzione del ponte al diavolo; la leggenda
narra infatti che San Martino, vescovo di Tours, dovendo ritornare dall‘Italia nella sua diocesi, si fosse trovato
bloccato dal torrente Lys, che con la sua piena aveva travolto l‘unica passerella esistente. Il diavolo propose al
vescovo di risolvere il problema costruendo in una sola notte un solido ponte, ma pretendendo in cambio l‘anima del
primo che avrebbe attraversato il ponte. Il santo accettò, ma la mattina dopo, lanciando un pezzo di pane all‘altra
estremità del ponte, fece sì che il primo ad attraversarlo fosse un cagnolino; il diavolo, furente, scomparve nel Lys tra
lampi e zaffate di zolfo ed alla popolazione rimase il nuovo ponte appena costruito. La leggenda costituisce tuttora
uno dei temi fondamentali del carnevale di Pont-Saint-Martin, che si conclude con il tradizionale rogo del diavolo
sotto il ponte romano.
Forte di Bard
Già agli inizi del VI secolo d.C. esisteva a Bard una guarnigione
composta da sessanta armati che difendevano le cosiddette
“Clausuræ Augustanæ“, il sistema difensivo costituito per
proteggere i confini dell‘Impero. Il castello diventerà protagonista
poi in occasione del passaggio dell‘esercito francese nel 1704 e
soprattutto dell‘arrivo di Napoleone Bonaparte che, nel maggio del
1800, troverà asserragliato nel forte un esercito di difesa formato
da 400 austriaci. Le strutture difensive del forte erano talmente
efficaci che l‘armata napoleonica impiegò circa due settimane per
superarle, riuscendovi solo con l‘astuzia. Il forte venne poi fatto
smantellare da Napoleone, per evitare, in futuro, ulteriori problemi.
Quello che vediamo oggi è il rifacimento voluto da Carlo Felice che, in piena Restaurazione, a partire dal 1830 ne fece
una delle strutture militari più massicce in Valle d‘Aosta. Alla fine dell‘800 il forte si avviò al declino, utilizzato come
bagno penale prima e come deposito di munizioni poi. Dismesso nel 1975 dal demanio militare, fu poi acquisito dalla
regione Valle d‘Aosta e completamente rinnovato. La piazzaforte è costituita da tre principali corpi di fabbrica:
partendo dal basso si trovano l‘Opera Ferdinando, l‘edificio mediano, – Opera Vittorio – fino ad arrivare al culmine
del rilievo, dove sorge l‘Opera Carlo Alberto; quest’ultima è la più imponente e racchiude al suo interno il grande
cortile quadrangolare della Piazza d‘Armi, circondato da un ampio porticato, dove si collocano gli spazi dedicati alle
mostre temporanee (all‘interno, oltre al Museo delle Alpi, si trovano le Prigioni, che ospitano un percorso
multimediale sulla storia del Forte). Per accedere alla sommità della fortezza è possibile seguire il percorso pedonale
che si sviluppa fra possenti muraglioni partendo dall’interessante borgo medievale a lato del parcheggio, oppure
servirsi degli ascensori panoramici attraverso cui si può godere di una meravigliosa vista su tutta la valle circostante.
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Castello di Issogne
Già proprietà dei vescovi di Aosta, poi restaurato verso il 1400 da Ibleto di
Challant, il castello di Issogne assunse l‘aspetto attuale tra il 1490 circa e il
1510 per opera di Giorgio di Challant, priore di S. Orso, che lo restaurò e lo
trasformò in una sontuosa dimora per sua cugina Margherita de La Chambre
e suo figlio Filiberto; i lavori lo avevano trasformato in una lussuosa
residenza rinascimentale. Dopo vari passaggi di proprietà, nel 1872il Castello
fu acquistato dal pittore Vittorio Avondo che lo restaurò e lo donò allo Stato
nel 1907. Oggi appartiene all‘Amministrazione Regionale; nelle vicinanze del
castello sono ancora visibili i ruderi della sua colombaia.
Castello di Verrès
Un‘iscrizione scolpita in caratteri gotici attesta che fu Ibleto di Challant a
porre mano ai lavori del Castello nel 1390. Superata l‘antiporta che si apre
nella cinta fortificata, accessibile anche a cavallo dal ponte levatoio, si
incontra l‘edificio destinato a corpo di guardia situato di fronte all‘entrata
del castello. Il portale di ingresso immette in un androne difeso da una
caditoia dissimulata nella volta; una seconda porta, anticamente protetta
da una saracinesca, dà accesso al cortile del castello. Attorno a questo
ambiente quadrato il corpo dell‘edificio è disposto ad anello su tre piani,
collegati da un monumentale scalone in pietra impostato su archi rampanti.
La regolarità geometrica della struttura e l‘essenzialità della decorazione, affidata unicamente ai particolari in pietra
verde e bianca lavorata, si intonano al carattere militare dell‘edificio e denotano altresì l‘eccellenza delle maestranze
che operarono a Verrès. Al piano terreno si aprono due grandi saloni simmetrici che occupano per intero i lati est e
ovest del castello, mentre a sud è situata la cucina. Il salone orientale, probabilmente in origine adibito a magazzino
per l‘artiglieria, è coperto da una volta a botte. Di maggior interesse è la sala d‘armi sita a occidente, voltata a sesto
acuto: essa presenta due camini monumentali dagli stipiti sagomati; il raddoppio delle murature e altri indizi emersi
nel corso del recente restauro attestano la sovrapposizione di più campagne costruttive. I locali del primo piano,
riservati ai signori del castello, sono illuminati da eleganti bifore di gusto trecentesco, più ampie di quelle degli altri
piani. La grande sala da pranzo è collegata da un passavivande alla cucina padronale (dotata di tre grandi camini,
essa presenta una volta in pietra a vele multiple rifatta ai tempi di Renato di Challant, unica copertura originale
ancora esistente nel castello; degno di nota è anche il camino situato sul lato nord, di dimensioni eccezionali e
riccamente decorato da modanature e pilastrini). Ogni anno il castello è il prestigioso palcoscenico del Carnevale
Storico di Verres in cui si rievoca, tra storia e leggenda, l‘epopea della contessa Caterina di Challant.
Castello Gamba
Fu edificato nei primi anni del ‘900 su progetto dell‘Ingegner Carlo Saroldi,
per volere di Charles Maurice Gamba, marito di Angélique d‘Entrèves, figlia
del conte Christin d‘Entrèves; dal 1982 è proprietà della Regione autonoma
Valle d‘Aosta. Oggi il castello ospita un percorso espositivo che si snoda
attraverso 13 sale, in cui sono esposte oltre 1.500 opere tra dipinti, sculture,
installazioni, raccolte grafiche e fotografiche, appartenenti ad una
collezione regionale che va dalla fine dell’Ottocento fino ai nostri giorni. A
fianco delle opere dei maestri del ‘900 (tra le quali sculture di Martini,
Mastroianni, Manzù, Arnaldo e Giò Pomodoro e dipinti di Casorati, De Pisis, Carrà, Guttuso), la collezione documenta
la produzione figurativa italiana della seconda metà del secolo (sino ad esponenti della ricerca contemporanea
come Schifano, Baruchello, Rama, Mainolfi). Un’ampia scelta di opere testimonia inoltre con varietà i movimenti che
hanno animato la scena artistica italiana negli ultimi 25 anni: sono rappresentati ad esempio l’Informale,
l’Astrattismo geometrico, la Transavanguardia e la Pop Art. Particolare rilievo è dato al territorio valdostano
attraverso l’attività degli artisti locali, o attivi in Valle d’Aosta.
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Castello di Fénis
Diversamente dagli altri castelli costruiti per scopi bellici e di difesa, Fénis non è
situato sulla sommità di un promontorio, bensì su un lieve poggio. La sua funzione
infatti, in contrasto con l‘apparato difensivo, è stata unicamente quella di sede
prestigiosa della famiglia Challant. Le molte torri del castello che si fondono in un
assieme architettonico di sorprendente armoniosità furono aggiunte verso la
metà del sec. XIV da Aimone di Challant al torrione preesistente (già dimora
abituale, un secolo prima, del visconte Gotofredo II). Il castello appartenne ai
signori di Challant del ramo di Fénis fino al 1716, quando fu ceduto al conte
Baldassarre Castellar di Saluzzo Paesana. Seguì un periodo di abbandono nel quale il maniero fu trasformato in
abitazione rurale: le sale del pianterreno erano adibite a stalle, mentre il primo piano serviva da fienile. Il castello ha
pianta pentagonale; gli angoli sono muniti di torrette circolari, tranne lo spigolo sud-ovest, che presenta una
massiccia torre, e quello sud, dove la torre ha pianta quadrata. Il mastio è racchiuso in una doppia cinta di mura con
torrette di guardia collegate da un camminamento di ronda. Si accede al maniero passando attraverso una torre
quadrata che aveva una saracinesca per sbarrare l‘androne in caso di pericolo. Il cortile interno, con lo scalone
semicircolare e le balconate in legno, è decorato di pregevoli affreschi. Oggi il castello è di proprietà
dell‘Amministrazione Regionale (che lo ha destinato a sede del museo del mobile valdostano) ed risulta il castello più
visitato della Valle d’Aosta.
Castello reale di Sarre
Il castello sorge su un promontorio che domina la piana aostana, si presenta
come un corpo longitudinale con una torre quadrata posta nel centro.
Costruito nel 1710 da Giovanni Francesco Ferrod di Arvier sui resti di una casa
forte del 1242, fu acquistato nel 1869 dal re d’Italia Vittorio Emanuele II, che
lo ristrutturò e lo utilizzò come residenza durante le sue battute di caccia in
Valle d‘Aosta. Il castello reale di Sarre, entrato a far parte del patrimonio
privato di Sua Maestà, divenne allora il quartiere generale utilizzato dal re per
le sue spedizioni nelle valli di Cogne, Rhêmes e Valsavarenche; il conservatore
del Reale Palazzo di Milano venne appositamente incaricato dell’ammobiliamento, cui provvide trasferendo gli arredi
da altre reali residenze. Anche Umberto I, successore di Vittorio Emanuele II, destinò il castello ad usi legati al loisir
venatorio. Negli ultimi anni del suo regno, Umberto I rivolse particolare attenzione alla residenza di Sarre, di cui
promosse il rinnovamento interno: tra i lavori realizzati figurano le importanti campagne decorative degli ambienti
monumentali, ornati con trofei di stambecco e di camoscio. Il castello fu abitato per villeggiatura dalla regina Maria
José anche negli anni successivi alla fine della monarchia. Nel 1989 la Regione Valle d´Aosta ha acquistato il
complesso; il castello, completamente restaurato, è considerato un museo della presenza sabauda in Valle d´Aosta.
Terme di Pré-Saint-Didier
Ai piedi del Monte Bianco si trova una piccola località celebre per le sue
terme, caratteristiche soprattutto nel periodo invernale, per l’opportunità di
immergersi in acqua calda circondati dalla neve. Già in epoca romana le
fonti calde della zona erano note, ma lo sfruttamento delle acque iniziò a
metà del '600, quando i primi forestieri giunsero nella bella conca alpina per
“passare le acque”; il primo turismo in Valle d’Aosta nacque proprio dal
“termalismo”. La fase di maggior sviluppo della località si ebbe tra inizio
'800 e metà '900, quando oltre alle terme Pré-Saint-Didier ospitava anche
un Casinò; le terme accolsero personaggi illustri e divennero luogo di vacanza in montagna della famiglia reale
italiana. Le acque calde di Pré-Saint-Didier sgorgano dal cuore della montagna alla temperatura di 37 C°; vi si rileva
la presenza, fra l’altro, di silici, acidi arsenicali, ossido di ferro e carbonato di calcio. Le acque termali possiedono
numerose virtù: rendono morbida la pelle, facilitano la circolazione del sangue ed i movimenti muscolari e producono
benessere fisico e morale; grazie alla presenza di ferro hanno anche un importante valore tonico-ricostituente.
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Monte Bianco
Con i suoi 4.810 metri di
altezza, il Monte Bianco è la
montagna più alta d’Europa,
linea spartiacque tra Italia
(Valle d’Aosta, comune di
Courmayeur) e Francia (Alta
Savoia, comune di Chamonix). Il massiccio del Bianco è una delle più vaste zone alpine ricoperte dai ghiacci: i suoi
ghiacciai, in tutto 65, occupano un'area di 165 km2. La prima ascensione al Monte Bianco fu realizzata da Michel
Gabriel Paccard e da Jacques Balmat, entrambi di Chamonix, sollecitati all'impresa dallo scienziato Horace-Bénédict
De Saussure (il quale era solito osservarne la vetta dalla sua casa di Ginevra): la vetta fu infine raggiunta, alle ore 18 e
23 dell’8 agosto 1786.
Aosta
Aosta, città d'arte: poche parole per riassumere la bellezza di una
cittadina alpina dove creatività dell'uomo e opera della natura hanno
creato un binomio inconfondibile.
Abitata già in tempi protostorici da una popolazione di cultura
megalitica, l’area fu insediamento della tribù Celto-Ligure dei Salassi fino
al I secolo a.C., quando divenne dominio dell’impero romano. I Romani
fondarono Augusta Praetoria Salassorum, delle vie del Gran San
Bernardo (Mons Jovis o Summus Pœninus) e Piccolo San Bernardo
(Columna Jovis o Alpis Graia,) presso la confluenza dei fiumi Dora Baltea
e Buthier. Dell’epoca romana si conservano opere come l'Arco eretto in
onore dell'Imperatore Augusto, la monumentale Porta Praetoria, il Teatro, l’Area Funeraria fuori Porta Decumana, il
Criptoportico Forense e l’Anfiteatro.
Aosta custodisce anche importanti testimonianze del medioevo:
capolavori dell'arte romanica e gotica come il complesso
monumentale della chiesa Collegiata di Sant'Orso, il cui chiostro
è un'oasi di bellezza e pace nel centro storico della città, o la
Cattedrale, dedicata a Santa Maria Assunta e San Giovanni
Battista.
Aosta, posta a 583 metri s.l.m., conta oltre 35.000 abitanti ed è il
capoluogo della Valle d’Aosta, la regione più piccola e meno
popolata d'Italia, con 3.263 km2 di superficie e 128.810 abitanti
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PER MAGGIORI INFORMAZIONI
www.grand-paradis.it
www.regione.vda.it
www.lovevda.it
www.agenva.it
www.cogneturismo.it
www.comune.cogne.ao.it
www.aymavilles.vda.it
www.giroparchi.it
www.gpff.it
Ospitalità
http://www.lovevda.it/turismo/dormire_e_mangiare/booking/default_i.asp
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Villaggio Minatori
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