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Gli stereotipi di genere
Gli stereotipi di genere Maria Giulia Catemario L’origine del termine stereotipo Il termine "stereotipo" deriva dalle parole greche "stereos" (duro, solido) e "tupos" (immagine, gruppo), quindi "immagine rigida". La parola stereotipo proviene dal linguaggio verbale tipografico. Venne inventata da Firmin Didot e stava a indicare una piastra di metallo su cui veniva impressa un'immagine o un elemento tipografico originale, in modo da permetterne la duplicazione su carta stampata. Nel tempo divenne una metafora per un qualsiasi insieme di idee ripetute identicamente, in massa, con modifiche minime. In origine, cliché e stereotipo avevano il medesimo significato. In particolare, cliché era un termine onomatopeico derivato dal suono prodotto durante il processo di stereotipizzazione, quando la matrice colpiva il metallo fuso. Cosa sono gli stereotipi di genere Per stereotipi di genere si intendono quei meccanismi di categorizzazione ai quali gli individui ricorrono per elaborare, interpretare e decodificare la rappresentazione di ciò che è femminile o maschile. Gli stereotipi di genere si basano sulla credenza che, al di là delle differenze biologiche, gli uomini e le donne abbiano differenti caratteristiche. Le due categorie, “femminile” e “maschile”, sono in genere nettamente distinte, caratterizzate da precise immagini mentali socialmente condivise della differenza sessuale. Ognuno dei due costrutti è caratterizzato da un vero e proprio sistema di credenze e concezioni riguardanti l’identità maschile e femminile. In letteratura vi sono diverse tipologie di schematizzazioni stereotipiche . − una è quella che riguarda la strumentalità e l’emotività 1 . L’agire maschile è legato ad aspetti come l’operatività, la capacità di azione, quella femminile a caratteristiche come la capacità di comunicazione, l’emozionalità e la socialità; − un’altra attribuisce agli uomini caratteristiche come l’assertività, l’autoaffermazione, la competenza e l’indipendenza e alle donne una predisposizione alla relazione sociale, all’altruismo, all’affettività e 1 A. Taurino, Psicologia della differenza di genere. Carocci Roma 2005 1 − − all’interdipendenza; inoltre le donne coltiverebbero maggiormente relazioni di tipo duale mentre gli uomini relazioni sociali composte da gruppi più ampi 2 ; un’altra ancora riguarda la forza (e quindi la virilità, l’arroganza, la sicurezza) e la grazia che include la delicatezza, la dolcezza e la soavità 3 ; infine, gli atteggiamento di donne e uomini possono essere letti in base al loro atteggiamento etico-morale 4 : gli uomini tendono ad avere una visione individualistica dell’esistenza, le donne danno maggior rilevo al principio della reciproca responsabilità. Le donne inoltre avrebbero un maggior orientamento all’interdipendenza, gli uomini all’indipendenza; le donne ancora un maggior interesse per la gestione del mondo relazionale intimo, gli uomini per la sfera sociale e pubblica. La forza degli stereotipi di genere è la loro complementarietà: ad ogni genere vengono attribuiti un insieme di punti di forza che bilanciano i punti deboli e i punti di forza dell’altro gruppo. Questa complementarietà rende gli stereotipi accettabili sia agli uomini che alle donne. Linguaggio e stereotipi Il linguaggio non è neutro. Anche il linguaggio ha un sesso. Dietro al sessismo linguistico si nasconde sempre un modello di società. E’ il linguaggio a trasmettere in modo capillare e sistematico i valori e i pregiudizi impliciti in una cultura e, proprio perché vi hanno larga parte i fattori inconsci, i mutamenti di linguaggio possono essere più gravosi degli stessi mutamenti di idee. Se l’insegnante si rivolge alla propria classe mista dicendo “Ragazzi ora faremo…”, tutta la classe si sente chiamata in causa, ma se dice “Ragazze, ora faremo…” solo la componente femminile si sente interpellata. L’idea diffusa è che il genere maschile è quello normale, dunque principale e paradigmatico, mentre quello femminile è la collateralità e l’eccezione”. “Una delle più significative aporie sessiste del linguaggio occidentale è che mentre donna significa sempre e chiaramente essere umano di sesso femminile, uomo in parecchie lingue può significare tanto “essere umano” quanto “essere umano di sesso maschile”. 5 … Questo fatto significa e implica che per la mentalità diffusa l’esponente pieno e paradigmatico della perfetta umanità è “ovviamente” di sesso maschile, mentre il sesso femminile conserva sempre una certa connotazione anomala e marginale. 2 Ci si riferisce ai concetti di “agency” per gli uomini e di “communion” per le donne in D. Balkan “The dualitity of human existence. Rand McNally Chicago 1966 3 M. Banissoni. Gli stereotipi sessuati, in Del Miglio. 1980 4 C. Gilligan. Con voce di donna. Etica e formazione della personalità. Feltrinelli. Milano 1987 5 Piussi A-M, Educare nella differenza, Rosemberg-Seller, Torino, 1989 2 Lavorare sul linguaggio esige di impegnarsi in un cammino di autentica trasformazione della cultura e dei rapporti interpersonali. Non si tratta di schierarsi dalla parte delle bambine. Il problema è molto più profondo e deve fare i conti con i pregiudizi che si annidano nell’inconscio individuale e nell’immaginario collettivo. Una bambina impara fin dai primissimi anni ad essere una femmina. I libri illustrati che la mamma le legge le dicono che cosa sono le femmine e che cosa fanno. Le femmine sono mamme. Sono infermiere. I libri non mostrano donne che facciano scoperte o inventino qualcosa, o prendano importanti decisioni alle quali gli altri, di entrambi i sessi, debbano attenersi. Gli esperti ci dicono che i bambini tendono ad uniformarsi alle aspettative inespresse dei genitori. Le bambine vengono incoraggiate ad essere pulite, ordinate, affettuose, mentre dai ragazzi ci si aspetta che siano fisicamente attivi, esplorativi, ribelli e rumorosi. I ragazzi devono mostrarsi fisicamente efficienti. Non occorre che siano molto comunicativi! 6 Il seme delle stereotipizzazioni dei ruoli fondati sul sesso gettato in famiglia viene poi coltivato nella scuola. Gli stereotipi di genere nel mondo del lavoro Le organizzazioni possono attuare comportamenti che nascondono in maniera manifesta o celata stereotipi di genere in quanto le persone categorizzano all’istante gli individui come maschi o come femmine. Ma è interessante chiedersi l’impatto che questi stereotipi hanno nel mondo del lavoro e soprattutto riguardo la segregazione lavorativa di donne o uomini. I comuni stereotipi positivi di genere possono aiutare le donne a qualificarsi per determinati lavori; ad esempio: − il fatto che alle donne siano attribuite capacità ed esperienza nei lavori domestici le spinge spesso a svolgere lavori come collaboratrici domestiche, cuoche, cameriere, parrucchiere, stiratrici, sarte, ecc.); − gli stereotipi positivi che vedono le donne più brave nel prendersi cura le porta a qualificarsi per lavori in cui si aiutano le persone come i bambini, i malati, gli anziani (infermiere, assistenti sociali, medico, maestre d’asilo, insegnanti, ecc.); − lo stereotipo della maggior abilità manuale le aiuterebbe a qualificarsi per quei lavori per cui la manualità è importante come dattilografa, cucitrice, sarta, ecc.), 6 Carmine Bird C. Bird, Born female, Canada 1971 3 − − la presunta maggior onestà le porta ad essere considerate adatte per lavori in cui viene maneggiato il denaro (cassiere, venditrici, ecc.) anche se nei lavori di maggior rilievo dove viene gestito del denaro troviamo in maggioranza uomini; lo stereotipo dell’attrazione fisica aiuta le donne a preparasi per lavori dove è importante attirare e compiacere clienti (commessa, receptionist, hostess). Per contro gli stereotipi negativi agiscono in senso contrario: − la presunta non propensione a supervisionare gli altri le ostacola nei possibili lavori come manager o supervisori − la minore forza fisica le porta ad essere svantaggiate in lavori che richiedono sforzi fisici come minatori e costruttori − la comune credenza che le donne siano meno brave in scienze e matematica le svantaggia nell’ottenere occupazioni che richiedono la buona conoscenza in queste materie come ad esempio l’ingegnere, l’architetto, lo statistico, ecc.; − lo stereotipo secondo cui le donne sarebbero meno propense a spostarsi ostacola il loro ingresso in quelle occupazioni dove è richiesto viaggiare (pilota, camionista, autista, ecc.) anche se questa credenza non ha avuto una forte influenza nella presenza delle donne hostess. Inoltre, vi sono stereotipi che hanno un forte impatto sul mondo del lavoro come la minore propensione delle donne a lamentarsi rispetto alle condizioni lavorative, la loro maggiore disponibilità a fare lavori monotoni e ripetitivi. Queste presunte caratteristiche portano più facilmente le donne a fare lavori sottopagati, monotoni e senza grandi qualifiche. Tutti questi stereotipi contribuiscono ad ostacolare l’ingresso delle donne in occupazioni di maggior prestigio, status o remunerazione e, inoltre, rendono difficile la carriera Il mantenimento degli stereotipi di genere Tutte le differenziazioni stereotipiche servono a mettere in moto alcuni meccanismi che sono importanti per giustificare il mantenimento delle differenze di genere. Infatti, secondo la teoria della “giustificazione sociale” 7 i meccanismi che agiscono per mantenere lo stato di fatto, e quindi una situazione di stallo, sono essenzialmente di tre tipologie. 1. Ogni genere sarebbe essenzialmente portato ad occupare le posizioni e i ruoli prescritti dalla società; pertanto le credenze stereotipiche porterebbero le persone a pensare che ciascun gruppo (uomini e donne) è essenzialmente adatto a coprire determinati ruoli che gli sono prescritti dalla società; in quest’ottica la divisione dei ruoli non sarebbe soltanto “giusta” ma persino naturale o inevitabile. 7 J.T. BJost, M. Banaji The role of stereotyping in system justification and the production of false consciusness. In British Journal of social psychology 1994. 4 2. Le donne grazie agli stereotipi positivi (es. essere accoglienti e virtuose) che le caratterizzano e il fatto che gli ambiti femminili vengono valutati molto positivamente (es. la cura delle famiglia), potrebbero sentirsi appagate ed essere spinte ad appoggiare il sistema patriarcale. 3. La convinzione che ogni gruppo sociale ha dei vantaggi e degli svantaggi contribuisce ad aumentare la credenza che il sistema nel complesso sia giusto, bilanciato e legittimo. Gli stereotipi di genere, quindi, sostengono il sistema sociale esistente raffigurando uomini e donne come “complementari, ma uguali”. Se aggiungiamo il rafforzamento di questi stereotipi di genere da parte dei mass media, allora appare il meccanismo di come il sistema delle dispari opportunità per uomini e donne venga mantenuto e legittimato appare in tutta la sua chiarezza.. 5