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marco olmo: l`uomo che ha fermato il tempo

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marco olmo: l`uomo che ha fermato il tempo
MARCO OLMO: L'UOMO
FERMATO IL TEMPO
CHE
HA
Marco nasce a Alba (Cuneo) l’8 Ottobre 1948.
Inizia a
lavorare per questioni economiche subito dopo aver terminato
le scuole elementari, prima come boscaiolo, poi a 20 anni
diventa autista di Tir e a 28 anni operatore di movimento in
una cementeria fino alla pensione a 53 anni.
Si avvicina alla corsa
solo a 27 anni, “quando
gli altri smettevano”
come
ama
raccontare
lui.
Comincia
gareggiando e vincendo
nella
corsa
montagna,
poi
in
a
quarant’anni inizia a
partecipare
a competizioni estreme
nel deserto africano,
come la famosa Marathon
Des Sables di 230 Km nel deserto Marocchino (con 3 terzi
posti), la Desert Marathon di 168 Km in Libia (con 3
vittorie), la Desert Cup di 168 km nel deserto Giordano (con 4
vittorie) e la Maratona dei 10 comandamenti di 156 Km sul
monte Sinai. Diventa un vero e proprio specialista di questo
tipo di competizioni durissime, che si svolgono in condizioni
climatiche proibitive e in autosufficienza alimentare.
Marco ama il deserto e a proposito di questo dice:
“A me
piace correre. E correre nel deserto è la cosa più immediata
che ci possa essere. Il deserto era lì prima del tartan e
delle strade di New York, quindi una corsa nel deserto è più
naturale della New York City Marathon”.
Secondo lui è il posto ideale dove una persona possa conoscere
meglio se stesso, l’ambientazione, le situazioni nelle quali
ti ritrovi, la gente che incontri negli accampamenti… tutto
questo ti cambia profondamente, come atleta ma soprattutto
come persona.
Nel deserto ottiene grandi vittorie, ma nonostante questo
Marco resta una persona semplice, di grande umiltà,
consapevole di aver ottenuto tutto con fatica e sudore; non ha
allenatori e non segue tabelle, per lui la corsa resta una
vera e propria medicina. Dall’età di 37 anni è vegetariano, in
merito a questo dice: “è diventato una forma di religione, un
modo di vedere con occhi diversi il mondo. Un animale per me
non è un pasto, ma un essere vivente. E con il vegetarianesimo
si risolverebbe gran parte della tragedia della fame nel
mondo”
La corsa l’ha portato a girare il mondo, dal Tible Raid in
Martinica alla Bad Water Marathon nel deserto della
California, con temperature che superano i 52°. L’ impresa per
la quale verrà ricordato è la doppia vittoria (nel 2006 e nel
2007) alla Ultra Trail del Monte Bianco, su un percorso da 160
Km e quasi 10.000 m di dislivello, all’età di 59 anni...
Questa vittoria gli ha permesso di diventare campione del
mondo in una delle gare più dure del pianeta.
In due occasioni ha anche indossato la maglia azzurra, nel
2002 alla 24 ore di corsa a Gravigny in Francia,
classificandosi 23°e nel 2009 in occasione del Campionato del
mondo IAU individuale di Ultra Trail a Serre Chevalier sulle
Alpi Francesi, ottenendo un 14° posto assoluto e la vittoria
nella categoria veterani.
I registi Paolo Casalis e Stefano Scarafia, hanno realizzato
un film documentario sulla sua stagione agonistica del 2008
ripercorrendo anche la sua carriera. Il documentario
intitolato “Il corridore – The runner” si sofferma
sull’aspetto umano e sulle difficoltà che un sessantenne
incontra gareggiando con gli atleti più forti del mondo ed
inevitabilmente più giovani di lui.
Sono usciti anche 2
libri su Marco, il
primo nel 2009 “Correre
è un po come volare –
conversazioni con Marco
Olmo” dello scrittore
Franco Faggiani e nel
2012 il secondo libro
“Il corridore – Storia
di una vita riscattata dallo sport”, scritto dallo stesso Olmo
in collaborazione con Gaia Pascale.
Anche in ambito musicale non tarda ad arrivare un omaggio,
infatti nel 2009 la band indipendente genovese Ex-Otago gli
dedica un brano intitolato “Marco corre”, inserita all’interno
dell’album Mezze stagioni.
Marco è attualmente tesserato con la ASD Roata Chiusani e
nonostante i suoi 67 anni, continua a correre… come dice
lui: “Gli animali continuano a correre fino all’ultimo,
figuriamoci se intendo smettere io.”
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