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Ott-Nov-Dic_2008

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Ott-Nov-Dic_2008
Karibu
Autorizzazione del Tribunale di Lodi n. 248 del 13/10/2004 - Anno 3 - n. 22 - Ottobre/Novembre/Dicembre 2008
Direttore responsabile: Mauro Rancati
Grafica e Stampa: Sollicitudo Arti Grafiche - via Selvagreca - 26900 Lodi
Newsletter informativa trimestrale del Movimento per la Lotta contro la Fame nel Mondo
“L’uomo solidale si inchina perché un altro,
cingendogli il collo,
possa rialzarsi”
(L. Pintor)
D a l l a l o g i c a d e l t u tto m i è do v u to
a q u e l l a d e l t u tto m i è donato
A
nche quest’anno ritorna. Sì, fra poco anche quest’anno sarà Natale. E’ atteso da tanti. Diversi
i motivi e le aspettative. Fra gli altri, lo attende il commerciante sperando in un guadagno più
cospicuo, visto i tempi attuali: a Natale, si sa , qualche soldo in più circola. Anche l’acquirente
affida le sue speranze a qualche centinaia di euro in più in busta paga per soddisfare qualche desiderio
o saldare qualche debito e pareggiare i conti.
Natale: lo aspettano pure i poveri, quelli che proprio non possono contare su una propria risorsa personale e sperano nel buon cuore di chi il portafogli ce l’ha: “Chissà, qualche briciola di danaro, qualche
spicciolo e magari, perché no, qualche buon gesto generoso - giusto per sentirsi più buono - una volta
all’anno il ricco se lo può permettere!“. Sto riflettendo su quanto sta accadendo in questi ultimi mesi
nel nostro paese; penso al clima di paura, di insicurezza, di chiusura nei propri egoismi e comodità
personali, penso alle aggressioni e violenze gratuite contro chi è “altro“ da noi, contro chi la pensa diversamente, contro chi è “straniero” rispetto a noi e non posso non pensare al grande rifiuto che 2008
anni fa incontrò la Sacra Famiglia, straniera, fuggitiva in terra straniera.
Venne accolta dai semplici, dagli umili, dai poveri a cui il Figlio si rivelò. “Ero straniero e mi avete
accolto”. Sicuramente non facciamo buon uso neppure della nostra memoria storica se dimentichiamo
quando gli stranieri eravamo noi, quando erano quelli del sud rispetto a quelli del nord dell’Italia e
cancelliamo così, assieme alle fatiche indubbie dell’integrazione, quella coscienza solidale, quella cultura dell’accoglienza, dell’aiuto, del darsi una mano, dell’ascolto, della convivenza, della “prossimità”
di chi ci stava accanto e ci ha permesso di contraddistinguerci come cittadini solidali. Se l’immigrazione è vissuta oggi come una sorta di invasione avrà ripercussioni negative sulla stabilità sociale e sulla
sicurezza generando paure, conflitti, rifiuti e intolleranze.
Urge essere solidali con chi giunge, straniero, da terre vicine o lontane dalla nostra. Dice la nostra Costituzione all’art. 2 che affinché si possano garantire i diritti inviolabili dell’uomo si “richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
La solidarietà è quindi dovere di tutti. Non si è buoni cittadini se non si è solidali. Neppure si è Cristiani se non si è solidali “La solidarietà - scrive Giovanni Paolo II nell’enciclica Sollecitudo rei
socialis - non è un sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante
persone, vicine o lontane. Al contrario è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi
per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente
responsabili di tutti“ (n.38). La solidarietà non è un optional, è piuttosto un modo di intendere
le relazioni con l’altro e con gli altri, un qualcosa che coinvolge tutta la persona senza mai ridursi a
sentimentalismo e nemmeno a semplice aiuto o elemosina. Essere solidali oggi chiede forse di andare
controcorrente perché i valori prevalenti non incoraggiano, non spingono in tal senso. Infatti, dentro
la logica di mercato e la logica neoliberale predominante, il discorso sulla solidarietà perde completamente il suo senso.
Profitto, concorrenza, competitività, antagonismo, individualismo, omologazione, annientano il valore della solidarietà basato essenzialmente su un’economia di giustizia, di reciprocità, di comunione,
di equità sociale e sul riconoscimento dell’altro in quanto altro, proprio nella sua differenza e alterità.
La solidarietà profonda e vera implica prima di tutto che ogni essere nella propria individualità abbia
bisogno dell’altro, implica che tutti abbiano pari condizioni per affermare la propria differenza. L’altro
non è un concorrente, ma una “chance”, un incontro di personalità.
“Una buona società poggia su due concetti elementari: l’esistenza dell’altro e la coesistenza. Elementari, ma quanto difficili da realizzare! Quando una società riesce ad applicarli, è possibile
parlare di livello elevato di giustizia sociale, di efficacia economica, di democrazia politica, di pluralismo culturale. In questo caso la società ha creato le condizioni grazie alle quali i suoi membri diventano cittadini a tutti gli effetti. Tale società non ha mancato all’appuntamento con la solidarietà”.
(R.Petrella, Il bene comune. Elogio della solidarietà).
Dall’essere solidali non può che nascere come conseguenza spontanea e come una delle sue espressioni,
il volontariato, che qui intendiamo come servizio di giustizia. “Il volontariato è uno stile di vita assunto in rapporto con le ingiustizie derivate dalla povertà…La società di oggi tende a caratterizzarsi,
a diversi livelli, con forme di individualismo…di nazionalismo. La propria razza, la propria cultura,
la paura dell’invasione dei popoli poveri nelle nostre società… In questa società il volontariato intende
porsi quale forma di ascolto, di attenzione, di presa in carico e assunzione di responsabilità degli uni
rispetto agli altri, del mettere in comune i doni ricevuti e operare la solidarietà a partire dagli ultimi,
dai diversi, dagli emarginati, dai quali e con i quali recupereremo un genere di vita diverso, basato sui
valori della gratuità, della solidarietà, della condivisione, della pace. E’ la caratteristica fondamentale del volontariato”. (M. T. Tavassi in ‘La solidarietà voluta’ di L. Prenna).
E per ritornare all’inizio della nostra riflessione, penso proprio che l’unico che abbia pienamente e fino
in fondo coniugato in sé solidarietà e volontariato sia proprio Lui, Lui che fra poco sceglierà di venire
ad abitare di nuovo fra di noi, Lui che si è abbassato e si è fatto solidale con noi, scegliendo di farsi
“simile a noi in tutto, meno che nel peccato”.
Sapremo anche noi conoscere e realmente condividere la passione e la sofferenza del prossimo e finalmente costruire la convivenza tra le alterità? Questa è la grande sfida che ci attende, come cittadini e
come cristiani.
Maddalena Maraschi
2
Uno sguardo su...
La povertà non è una sfortuna
...ma un’ingiustizia!
Ecco perché la cooperazione non deve sostituirsi agli Stati rispondendo ai bisogni
delle persone, ma essere bandiera per i diritti minimi di ogni uomo
SOMMARIO
Pag. 2
• Editoriale:
- Dalla logica del TUTTO mi è
dovuto alla logica del tutto
mi è donato
Pag. 3
• Uno sguardo su…:
- La povertà non è una sfortuna...
ma un’ingiustizia
Pag. 3-4
• L’impegno MLFM in Italia:
- “Essere volontario, perché?”
Pag. 4
- L’esperienza di una volontaria
MLFM tra le carcerate della
Giudecca
Pag. 5
• I nostri progetti nel sud
del mondo:
- Progetto idrico ad Haiti
Pag. 6
• Testimonianze dal Sud
- Testimonianza di Marta Fadini
Pag. 6-7
• Sostienici!
- Natale solidale MLFM
Pag. 8
• Eventi
- Sostieni a distanza un bambino
Da un dibattito promosso dalla rivista “Ilaria” sul futuro della cooperazione, stralciamo alcuni passi dell’intervento di Eugenio Melandri
(Cipsi) che ci sembrano particolarmente illuminanti.
“Il problema vero è che oggi non sappiamo che cosa è la cooperazione.
Essa è nata in un determinato contesto di carattere storico - politico. Poi
le cose sono cambiate. Oggi siamo all’interno di processi di globalizzazione che rendono tutto diverso. Sappiamo che la cooperazione
nasce all’indomani dei processi di decolonizzazione, un contesto di
cui non possiamo non tenere conto perché ha portato la cooperazione, in
quel momento storico particolare, a diventare strumento di egemonia da parte
dei due grandi sistemi, Stati Uniti da una
parte e Unione Sovietica dall’altra. Come
è anche vero che la cooperazione è stata
un modo attraverso il quale le potenze coloniali che erano costrette ad uscire dalla
porta entravano dalla finestra… La cooperazione è andata in crisi perchè il quadro di riferimento è cambiato. Oggi siamo
in un mondo dove ormai i confini stanno
sparendo, un mondo in cui, pur restando
in maniera molto forte una delimitazione
geografica anche della ricchezza e della
povertà, lo sviluppo è a macchia di leopardo. Dove ci sono aree di grande
ricchezza nei Paesi poveri e aree di grandi povertà nei Paesi ricchi…Si
parla di vere e proprie aree di esclusione. Ciò che conta davvero è
mettere l’economia del mondo in un contesto tale che permetta a tutti di
esserci, se è vero che come è vero che questa tende ad escludere…
Un mondo giusto non avrebbe bisogno di cooperazione. Se fossimo in un mondo dove i poveri hanno un loro diritto, dove ci sono relazioni economiche minimamente giuste, dove i conti non tornano solo nel
portafoglio dei ricchi, se fossimo in un mondo normale, minimamente
giusto, non ci sarebbe bisogno di cooperazione. Voglio aggiungere una
riflessione: penso che le cause di questa ingiustizia nascono nella politica e nell’economia normale di tutti i giorni.
Penso che la cooperazione debba diventare il punto di partenza non per
rispondere ai bisogni delle persone, perché ai bisogni devono rispondere gli Stati, ma per lavorare e lottare, per garantire i minimi diritti di
tutti… Se cominciamo a lavorare a partire dai diritti, probabilmente ci
accorgiamo che questo tocca la nostra politica, perché mandare degli aiuti alimentari o degli aiuti economici
quando c’è una emergenza è facile, ma
dire che tutti hanno diritto ad alimentarsi no. E fino a quando c’è qualcuno che
non ha la possibilità di avere sufficiente
cibo per alimentarsi, non possiamo essere contenti del mondo in cui viviamo. E la
politica deve affrontare e risolvere questo
problema! Un’ultima riflessione. Non dobbiamo diventare gli specialisti della cooperazione, come ci sono gli specialisti della
politica, dell’economia e così via. La gente
specialista in cooperazione dovrebbe essere specialista in umanità, specialista in
diritti, proprio perché il fare cooperazione è lanciare un modo di essere
uomini, un modo di rapportarsi, un modo di porsi in relazione con altri…
La cooperazione non può essere rivolta soltanto ai bisogni, alle necessità degli altri. Essendo rivolta all’espletamento dei diritti di tutti, esige un
cambiamento anche nel nostro modo di essere. Se è vissuta in questo
modo, può anche diventare un modo di riforma della politica, un modo
di riforma del nostro modello di vita”.
L’impegno del MLFM in Italia
“Essere volontario, perché”
Per due no, e per sei sì
• Primo no: non per riempire i vuoti e sostituire le inadempienze delle istituzioni pubbliche. Il termine tradizionale e popolare è
“tappabuchi”. No, perché i servizi fondamentali alla persona sono un diritto dei cittadini: fanno parte di quei diritti inviolabili dell’uomo
che la Costituzione riconosce e garantisce.
• Secondo no: essere volontari soltanto per diminuire i costi dei servizi che le istituzioni pubbliche hanno il dovere di garantire ai
cittadini.
• Primo sì: essere volontari per affermare i valori dell’uomo.
• Secondo sì: essere volontari per portare nei servizi alla persona un supplemento d’anima.
• Terzo sì: essere volontari per rispondere prontamente ai bisogni emergenti che non sono ancora presenti nella coscienza pubblica,
3
L’impegno del MLFM in Italia
nella normativa, nella destinazione delle risorse. Questo è il ruolo più antico e specifico del volontariato.
• Quarto sì: essere volontari per stimolare le istituzioni a rispondere adeguatamente ai bisogni dei
cittadini, sia con la formulazione delle leggi nazionali e regionali, sia con l’attuazione dei servizi, sia con
il buon funzionamento delle istituzioni e dei servizi. E’ questo un ruolo relativamente recente del volontariato più maturo.
• Quinto sì: essere volontari per diffondere capillarmente la cultura della solidarietà…Un grande obiettivo del volontariato dovrebbe essere quello di ricostruire nella nuova situazione sociale una forte rete di
solidarietà di base. In che modo? Coltivando tutti i rapporti interpersonali nella famiglia, nel vicinato, nel
lavoro, nella scuola.
• Sesto sì: essere volontari per trasferire e vivere nei normali rapporti di lavoro pagato, i valori appresi
e vissuti nell’esperienza di volontariato” (da: “Ha un futuro il volontariato?” di G.Nervo, EDB 2007).
L’esperienza di una volontaria MLFM
tra le carcerate della Giudecca
Tutto comincia da una passione per l’Africa. La cultura, le tradizioni forti,
il culto quasi sacro dell’ospitalità, l’allegria di ogni festa, il fascino dei
paesaggi… Tutto ciò mi ha sempre affascinato. Amo la terra africana
attraverso gli occhi e le parole di chi l’ha vissuta, di chi la porta dentro.
Da sempre ascolto rapita i racconti di chi per questo continente ha deciso di lottare, i missionari che contribuiscono al bene della gente.
Con questi pensieri nella mente, un giorno, sono entrata in contatto con
il Movimento, organismo che da più di quarant’anni, opera per il miglioramento del continente africano. Saputo ciò e desiderosa di divenire
anch’io una volontaria e concretizzare il mio desiderio di dedicare parte
del mio tempo agli altri, ne ho fatto parte.
Da allora è stato un susseguirsi di occasioni, di incontri, di opportunità
che mi hanno permesso di compiere piccoli gesti in favore del prossimo,
che mi hanno donato e tuttora mi donano la gioia che, come affermava Madre Teresa, è frutto del servizio. Una di queste “opportunità” l’ho
avuta quest’estate. Quasi casualmente sono venuta a conoscenza di
un gruppo, animato dalle suore della Carità, che nel mese di agosto si
recava in un luogo “disagiato” e alquanto sconosciuto per me. Il carcere
femminile della Giudecca.
“Un’esperienza di Carità” era tutto ciò che mi era stato detto in merito.
Ma, pur, con infinite domande irrisolte nella testa, mi sono lanciata in
questo viaggio in un mondo distante.
All’arrivo, mi attendevano numerosi volti nuovi ed estranei da esplorare,
volti con i quali avrei convissuto per dieci giorni e condiviso sensazioni,
sentimenti, emozioni profonde.
Ma il rapporto con gli altri volontari era ciò che mi agitava meno. In
fondo sapevo che il fatto che fossimo tutti lì per il medesimo progetto
e la stessa voglia di scoperta, ci avrebbe inevitabilmente unito. E così
è stato…
L’idea di entrare in carcere, in questa terra inesplorata e complessa,
suscitava in me varie emozioni e un po’ di ansie, in particolare cercavo dentro di me il modo di approcciarmi alle donne in modo naturale,
uniformandomi con loro senza percepire la “diversità”, soprattutto non
giudicandole.
Le suore in questo ci hanno preparato. Il modo che più mi ha aiutato è
stato la lettura di un brano biblico nel quale Dio dice “togliti i sandali,
questa è terra benedetta perché terra di dolore”. Prima di conoscere le
ragazze della Giudecca dovevamo cercare di abbattere il nostro muro di
schemi, di convinzioni, di pregiudizi, bussando alle loro vite con delica-
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tezza, appunto perché questo è un luogo di sofferenza.
Tutto è stato più semplice e naturale di quanto immaginassi. I piccoli
lavoretti di decoupage, di pittura, i balli e i canti ci hanno facilitato molto la socializzazione. Ciò che non mi attendevo è stata la loro allegria
nell’accoglierci, il loro “vestirsi a festa” per incontrarci. Bello scoprire
che erano più emozionate di noi! Subito si sono stabiiti dialoghi, racconti
di vita, fatti personali della propria storia, veri o falsi. Mi è sembrato
di essere in un qualsiasi luogo di ritrovo giovanile, se non fosse stato
forse per la presenza delle agenti di polizia, ogni contatto appariva assolutamente ordinario. Il bisogno di sfogo di queste donne è grande,
specialmente di qualcuno che sia lì per loro, per ascoltarle, per dare
loro qualche attenzione. Me ne sono resa conto anche dai loro ripetuti
“grazie”, anche quelli inattesi, al termine di ogni pomeriggio trascorso
insieme. “Grazie per avermi fatto sorridere almeno qualche ora” erano
parole frequenti.
Dentro i rapporti umani sono estremi. O si litiga furiosamente e, a volte,
ci si picchia, o ci si strnge e si piange insieme, non c’è una via di mezzo,
non esiste dialogo all’infuori di ciò che riguarda il mondo carcerario.
Si può intuire la nostra gioia, ciò che abbiamo ricevuto da questi incontri. E’ vero che dove si spera e si pensa di offrire, si ricevono invece
doni… La notte, spesso nessuno di noi volontari dormiva, riaffioravano
alla mente le storie udite, i volti segnati da sofferenza, rimorso o indifferenza. Era come se ormai le loro vite fossero entrate nelle nostre, con
la condivisione di esse.
Il giorno di Ferragosto, si è organizzata una festa nel cortile, animata da
noi, con giochi di squadra, musica, canti. In cambio la loro “felicità” e un
delizioso e ricco pranzo interamente curato
dalle donne cuoche
all’interno. Anche in
questa occasione mi
sono sentita del tutto a mio agio, come
se mi trovassi in un
parco qualunque, all’esterno.
I giorni sono trascorsi
davvero molto in fretta. Nel frattempo si
sono creati dei legami
significativi, che non
volevo lasciare.
Tante le promesse di
scriversi, di rivedersi,
di pensarsi… ma era
in qualche modo doloroso salutarci, nell’incertezza del futuro.
Il pomeriggio più temuto, quello in cui tante lacrime erano in previsione, è arrivato, e nessuna aspettativa è stata delusa. Numerosissimi e, in alcuni casi, struggenti, gli abbracci, i pianti contagiosi che stringevano i cuori, le strette
di mano piene di speranza.
Sono giunta alla Giudecca con le mie domande ed i miei dubbi, le mie
barriere e ne sono tornata così ricca, piena di incontri, di parole che
sono divenute parte di me. E il mio grazie è davvero infinito. In particolar
modo alle suore, portatrici ed esempio del messaggio di uguaglianza
che ho potuto sperimentare. Grazie anche e soprattutto ad una ragazza
che ogni settimana mi scrive, rendendomi partecipe dei suoi sentimenti
e facendomi sentire come una sorella. E’ per lei e per la voglia continua
di incontrare, di capire, di amare, che ogni mese torno in carcere.
Anche da questa esperienza si è aperta una nuova porta, una nuova
storia.
Secondo me quasi nulla accade per caso. Dio o, per chi non crede,. la
vita, ci mette sempre di fronte svariate opportunità per migliorare noi
stessi, per crescere nell’amore, basta trovare il coraggio per coglierle.
Rosita Riboni, 3 dicembre ‘08
I nostri progetti nel Sud del Mondo
Progetto idrico ad Haiti
La raccolta fondi natalizia di quest’anno si
concentra su un progetto idrico avviato a gennaio di quest’anno e nuovo per certi versi per
MLFM: si parla di acqua, di fontane, di sorgenti
da riabilitare e latrine da sistemare. “Pane per
i propri denti”, potremmo dire noi del MLFM
che di acqua parliamo da quarant’anni, ma
la differenza sostanziale sta che il progetto in questione non è in Africa, ma ad Haiti,
nei Caraibi, da tutt’altra parte del mondo, in
un continente diverso, con gente diversa, con
tradizioni diverse. Non è semplice, ma ci affidiamo alla competenza tecnica dei ns. tecnici
in Italia e degli espatriati e alla collaborazione
con AVSI, ONG di Milano che ad Haiti c’è da
molto e che si occuperà della formazione e
della sensibilizzazione in loco.
Haiti è un paese che mette a dura prova. Siamo ai Caraibi. Le spiagge bianche e le acque
cristalline ci sono, ma a sud la gente riesce a
malapena a sopravvivere. Le fonti Nazioni Unite ci parlano di Haiti come di uno dei Paesi con
il più basso indice di sviluppo umano: non a
caso! Un paese perennemente in stato di crisi,
dove guerriglie interne, instabilità politica ed
economica, disastri naturali, pongono questa
terra continuamente in balia di tutto.
Le fasce più deboli, in questo contesto, sono
le prime a pagare. Donne e bambini in primis.
Ecco allora qualche dato che meglio focalizza
il problema:
1. 3 dei 4 milioni di bambini haitiani risentono direttamente della perenne situazione d’emergenza in cui versa il paese,
in termini di violenze diffuse e di mancato
accesso a servizi di base quali sanità, istruzione e protezione dell’infanzia;
2. circa il 60% delle famiglie delle zone rurali
e il 32% delle aree urbane soffrono di una
cronica insufficienza alimentare;
3. il 20% della popolazione haitiana versa in
condizioni di estrema vulnerabilità.
In questo contesto MLFM sta lavorando per garantire acqua potabile ad oltre 45.000 abitanti
della Municipalità di Torbeck (sud del Paese).
Composta da quattro zone rurali (Bourry, Beraud, Solon e Moreau), ha una superficie totale di 190,1 kmq. Questa zona dipende quasi
esclusivamente dalle proprie risorse agricole,
la cui coltivazione è favorita dalla tipologia dei
suoli nelle aree di pianura, dal clima e dalla
presenza di numerosi corsi d’acqua adatti all’irrigazione.
Il settore agricolo affronta tuttavia una situazione di crisi ed è in difficoltà a fornire sia gli
alimenti per il consumo di base sia quelli destinati all’esportazione. La bassa produttività del
lavoro, la scarsa gestione delle risorse idriche,
il degrado accelerato dell’ambiente, la mancanza di vie di comunicazione sono le ragioni
principali di una condizione di povertà estrema
che il nostro intervento vuole combattere.
Dati del progetto:
Località: Municipalità di Torbeck, Dipartimento del sud
Beneficiari: 45.024 (di cui il 51,4% donne) Durata: 3 anni (2008-2011)
Personale impiegato: 1 esperto tecnico dell’area idrica, 1 tecnico specializzato locale
Controparte Locale: Municipio di Torbeck
Donatore: Ministero Affari Esteri (60% del costo totale);
Privati (fondi da raccogliere - pari al 40%)
Obiettivo generale: contribuire alla riduzione della povertà estrema e
della fame della popolazione del Municipio di Torbeck (cfr. I Obiettivo del Millennio)
Obiettivi specifici:
Aumentare l’accesso sostenibile all’acqua potabile
e migliorare le condizioni di igiene a favore di 15.500 abitanti;
Incrementare la produttività del settore agrozootecnico e migliorare lo stato di sicurezza
alimentare e nutrizionale di 270 famiglie contadine e tre associazioni di contadini
Aiutaci a coprire il 40% restante! ...Come?
• con € 10,00 permetti di acquistare materiale didattico per un comitato di gestione
dell’acqua;
• con € 50,00 permetti di acquistare materiale didattico per 5 famiglie beneficiarie
del corso di educazione nutrizionale ed alimentare;
• con € 180 permetti di acquistare 100 metri di tubo per la costruzione dell’acquedotto;
• € 240,00 garantisci due mesi di formazione alle famiglie sull’utilizzo dell’acqua e
l’educazione nutrizionale.
Per donazioni:
ccp n. 13688205 intestato a Movimento Lotta Fame Mondo - Via Cavour, 73 • 26900 Lodi
[email protected] •
Per informazioni sul progetto:
www.mlfm.it • www.youtube.com/MovimentoMLFM
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Testimonianze dal Sud
Testimonianza di Marta Fadini
Volontaria in Servizio Civile
ad Ek’abana in Congo
Riportiamo alcuni stralci simpatici di Marta, la ns. volontaria in
servizio civile che da un mese è in Congo con le bimbe accusate
di stregoneria. A testimonianza che anche l’ironia aiuta a vivere
con pienezza un’esperienza davvero impegnativa …
“Ho pensato di scrivere a tutti voi della mia avventura, così, per sentirmi
meno sola, e tramite mail dato che col blog dovrei studiarci su, ma qui
la corrente è come la neve, non c’è mai..
Vi penso… sia a chi è in giro per il mondo e più o meno se la sta passando come me, sia a chi è in Italia e ancora si sta chiedendo il perché
della mia partenza, o sta facendo scommesse su quanto duro lontano
da casa”
19/11/2008 - h.22.00 locale (21 in Italia) – ARRIVO
“Sono in una stanzetta graziosa che sarà il mio scrigno per il tempo che
starò qui; oggi ho iniziato a sistemare le cose negli armadi, con l’intenzione di decorare le pareti con poesie e foto, in modo da farmi un bel
pianto di benvenuto, ma alle 18.00 è già notte e alle 18.10 è andata via
la corrente, buio pesto.. così su consiglio di chi sta qui da più tempo di
me (tutti praticamente), carpe diem: mi sono fatta un bel pisolino rimandando le lacrime e godendomi lo spaesamento da sbronza epocale che
ti segue pure nel sonno... Sogni strani quelli che si fanno da ‘ste parti,
quando dalla finestra senza vetri ti arrivano canti di grilli e urla di uccelli,
probabilmente velociraptor; quando appena poche ore prima hai attraversato la foresta e visto scimmie serie che credo fossero state avvisate
del nostro passaggio per essere lì immobili a farsi ammirare!
Sogni strani dopo sei ore di macchina da Kigali alla frontiera Ruzizi con
l’autoradio a palla che trasmette solo canzoni di un hip hop discutibile e notizie nella lingua locale (di quasi certa derivazione giapponese);
quando scopri che Marco, l’altro servizio civilista che sta a Muhura e
che ha l’ingrato compito di farmi da scorta, parla in continuazione e pur
essendo qui da un mese, ne sa più di un africano, anzi è proprio nero
dentro lui e sembra vivere qui da una vita tante sono le cose che mi ha
raccontato … Sogni strani quando scopri che l’attività primaria di un
Natale Solidale
M L F M
africano è quella di camminare, e pure senza scarpe. Li vedi colorare i
cigli delle strade con i loro vestiti sgargianti e con in testa cesti, sacchi,
rami, con una grazia infinita, che vorrei imparare per quando indosso i
tacchi e assumo le movenze di un pinguino; quando tutti ti guardano,
ti fissano, ti scrutano, ti indicano in un misto di spavento e stupore.
Per intenderci la sensazione che si ha di fronte a cotanta attenzione di
massa è quella del: “oddio ma cos’ho, sono sporca? Sono blu? Datemi
uno specchio che vedo…” Ci si sente un po’ la donna cannone o il contorsionista tascabile del circo… e poi però mi viene in mente casa mia
e allora rido, perché anche a Borgo San Siro quando per via Roma passa
uno di Vigevano o comunque un “forestiero” tutti lo guardano come se
fosse un marziano ... perciò tutto il mondo è paese!!
24/11/08 - QUESTIONS
“... Finalmente ieri sono riuscita ad andare su internet; il guasto grosso
alla corrente si è risolto. Qui sono tutti cristiani cattolici convinti, addirittura i negozi si chiamano “grazie a dio”, “dio ci protegge” etc… Ci
sono tanti di quegli uomini che si chiamano Dieudonnè, che io chiamo
tutti così e sto tranquilla di non sbagliare ... e le bimbe della comunità??
Stessa cosa: Esperance, Grace, Neema (grazia in kiswahili), e così a
ripetizione.
Loro ascoltano musica a tutto volume per la città, concerti infiniti e
chiese piene di gente che oltre a pregare, canta, urla, balla. Infatti domenica mattina, siccome è festa, mi sono svegliata alle 5.30 per accompagnare le bimbe ad una messa speciale
in cui sono loro le coriste… fichissimo,
non credevo … Altro problemino è che
quando i miei colleghi vogliono spiegarmi qualcosa lo fanno citandomi le vite dei
santi… ma io non sapevo neppure che
Marta era la sorella di Lazzaro…
… E vi lascio con questa meravigliosa
domanda; una perla di saggezza di un
bambino di 8 anni.. Oggi Aganzo (di nome
e di fatto) mi ha detto: «Marta: une question? Pourquoi Jesus est blanc, comme vous et il n’est pas noir, comme moi
meme?”» ... geniale ...”
Bisous, Marti
Sostienici!
A Natale regala solidarietà e dona un sorriso ai bambini di Haiti che beneficeranno della raccolta fondi natalizia di MLFM.
Le proposte valgono sia per i privati che per le aziende.
Consulta il ns. sito internet alla pagina natalizia. Proposte per grandi e piccini:
Libro fiabe sull’acqua, Gioco “ecologico”, Candele tradizionali, Candele
Feng, Collanine di carta fatte a mano, Batik, tovagliette all’americana,
tessuti etnici, saponi naturali, detergenti ecocompatibili, golosi cioccolatini. Oppure, se si pensa ad un regalo davvero alternativo … “REGALA UN
PROGETTO”. Regalare un progetto è regalare un sogno. Tu regali speranza,
chi lo riceve una testimonianza di solidarietà e di amore.
E i bambini ad Haiti avranno acqua potabile per vivere…
Puoi scegliere tra le seguenti opzioni:
6
Sostienici!
con € 10,00 permetti di acquistare materiale didattico per un comitato
di gestione dell’acqua (indispensabili per garantire il costante
funzionamento e manutenzione dell’acquedotto);
Foto Haiti 2008 - rappresentanti dei comitati di gestione
con € 50,00 permetti di acquistare materiale didattico per 5 famiglie
beneficiarie del corso di educazione nutrizionale ed alimentare;
Foto Haiti 2008 - uno dei corsi di formazione per le famiglie
con € 180,00 permetti di acquistare 100 metri di tubo
per la costruzione dell’acquedotto;
Foto Haiti 2008 - prove di posa dei primi tubi
con € 240,00 garantisci due mesi di formazione alle famiglie
sull’utilizzo dell’acqua e l’educazione nutrizionale.
Foto Haiti 2008 - uno dei corsi di formazione per le famiglie
MLFM, a fronte della tua donazione, si impegna a rilasciarti una pergamena in cui certifica
la tua donazione. Consegnala al destinatario. Questo è il tuo prezioso regalo…
23 Dicembre 2008 Al Natale solidale è presente MLFM!
Che cos’è: Anche quest’anno MLFM partecipa all’iniziativa promossa dal Comune di Lodi e le Associazioni del territorio lodigiano finalizzata a realizzare un “mercatino di prodotti solidali” per incoraggiare ad uno shopping natalizio
alternativo e più responsabile! La presenza MLFM - Orari e appuntamenti: Lunedì - Venerdì: ore 15:00 - 19:30 •
Sabato - Domenica: ore 10:00 - 19:00. Progetti in finanziamento: La raccolta fondi presso lo stand MLFM è finalizzata a sostenere il progetto integrato nel settore idrico, agro zootecnico e nutrizionale ad Haiti. Oggettistica disponibile ad offerta: Libro fiabe sull’acqua, Gioco “ecologico”, Candele tradizionali, Candele Feng, Collanine di carta fatte
a mano, Batik, tovagliette all’americana, tessuti etnici, saponi naturali, detergenti ecocompatibili, golosi cioccolatini
Per ulteriori dettagli vedi la pagina Natale 2008 sul sito del MLFM http://www.mlfm.it/natale2008.htm.
Luogo: Ex biblioteca dei ragazzi - Via Fanfulla, 3 - Lodi
Nozze italo-rwandesi
News dall’Ufficio...
Il ns. cooperante Edoardo Chiappa è convolato a nozze in data 29/11, sposando Jeannette Mukandekezi
di cittadinanza rwandese. Ai coniugi Chiappa le congratulazioni più vive dal Direttivo e gli amici del MLFM.
Benvenuto piccolo Giacomo
Insieme alla mamma Manuela, al papà Maurizio e al primogenito Matteo,
MLFM dà il benvenuto al piccolo Giacomo, nato il 9/11 dopo lunga trepidazione. Ben arrivato!
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Eventi
Sostieni a distanza un bambino.
Sostieni la collettività!
MLFM rilancia il Sostegno A Distanza (SAD) e ti invita a spedire presso la sede dell’ONG il
sottostante coupon debitamente compilato. Riceverai a casa foto e cartellina del bambino.
Per contattare la sede del Movimento:
Via Cavour, 73 - 26900 Lodi
Tel. +39.371.42.07.66 m • Fax. +39.371.42.07.66
e-mail: [email protected] • www.mlfm.it
Per donazioni:
Ccp.n. 13688205 oppure Banca Popolare Etica - Ag. Di Milano
c/c 103770 ABI 05018 CAB 01600
IBAN IT05 Q050 1801 6000 0000 0103 770
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