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come «rubare» energia al sole
APPLICAZIONE DELL'ACCIAIO INOSSIDABILE COME «RUBARE» ENERGIA AL SOLE Prima parte Una delle fonti energetiche alternative è oggi quella solare. Per lo sfruttamento di quest'ultima sono utilizzati pannelli solari piani, per la realizzazione dei quali viene utilizzato acciaio inox a struttura austenitica e ferritica. Analizziamo i criteri costruttivi delle piastre captanti. di Fausto Capelli Nello sfruttamento dell'energia solare si è soliti considerare tre grosse fasce di utilizzo: la prima che comprende tutti quei settori in cui si.richiedono temperature basse di impiego (inferiori ai 100°C), relativa ai sistemi di captazione piani; la seconda ove si richiedono temperature molto più elevate, relativa ai sistemi a concentrazione ed infine la fascia di utilizzo delle celle fotovoltaiche che conver- tono direttamente l'energia dei raggi solari in energia elettrica. In questo articolo viene presa in considerazione solamente la prima fascia, dei pannelli solari piani. Al momento attuale il pannello solare piano, può trovare una convenienza economica soddisfacente in diversi settori: in quello civile per la produzione di acquacaldaigienico-sanitaria, e in certi casi, anche per il riscal- damento ambientale; in quello industriale, sempre per la produzione di acqua calda uso igienico-sanitario o per acque di processo; in quello agricolo per il riscaldamento di acque (per esempio di impianti zootecnici); per essiccatoi, ecc. È assolutamente necessario, comunque, per definire la convenienza di un impianto a pannelli solari piani, valutare analiticamente volta per volta le singole circostanze. Nel caso, ad esempio, degli edifici ad uso civile, è necessario distinguere se si tratta di costruzioni preesistenti, nelle quali il pannello si presenta come «accessorio» o di costruzioni nuove, nelle quali è possibile vedere il collettore come elemento facente parte «integrante» della struttura stessa, per il quale viene predisposto un apposito «spazio» come per un serramento, per un camino, per un aereatore, ecc. In questo secondo caso l'edificio è -1 - Tabella 1 - Tipi di acciai inossidabili più frequentemente impiegati nella costruzione della piastra captante di collettori solari piani. Designazione ed analisi chimica indicativa. Designazione X8CM7 X8CrMo17 X6CrTi17 Mn max Si max Cr Ni Mo Altri elementi Struttura 1 8-10,5 8-12 10,5-13,5 — — — — 2-2,5 — < 2 1 18-20 18H-20 16-18,5 1 1 1 1 0,040 0,040 0,040 0,040 1 1 1 1 — 16-18 16-18 16-18 0,5 max 17,5-19,5 1 max 2 316 430 434 430 Ti" 444" 0,12 0,12 0,08 0,025 304L S max 0,045 0,030 0,045 0,030 0,045 0,030 0,08 0,03 0,06 304 P max 2 0,030 0,030 0,030 0,030 1 e 53 — 0,75-1,25 1,75-2,5 CO TN=5xC min; 0,8 max N=0,025 max/Nb + TM),2 + 4 (C+N) min; 0,8 max Ferritic X5CrNi1810 X2CrNi1811 X5CrNiMo1712 C AlSI ( U S A ) max con UNI (Italia) Analisi Indicativa % (*) Designazione non contemplata nella classificazione AlSI, ma commercialmente entrata in uso. già concepitoquale «costruzione solare» in cui, eventualmente, possono anche inserirsi criteri costruttivi ispirantisi a sistemi passivi (pareti ben coibentate, forme ed orientamenti delle superfici esposte tali da ottimizzare la risorsa energetica del sole.ecc). Risulta evidente che soprattutto in un'ottica atta ad identificare il collettore solare quale elemento integrato nella struttura, rivestono sempre più importanza oltre le doti di rendimento termico, quelle di durabilità ed affidabilità nel tempo. Di fondamentale importanza sono quindi i materiali costituenti il pannello, sia per la parte captante, sia per la struttura di contenimento che rimane costantemente esposta agli agenti atmosferici. In questa sede viene preso in considerazione il ruolo che la lamiera di acciaio inossidabile può avere in tale campo con le proprie caratteristiche meccaniche e di resistenza alla corrosione. Acciai inossidabili impiegati per le piastre captanti Gli acciai inox che più diffusamente vengono impiegati nel settore solare, per la costruzione dell'organo di captazione sono quelli a struttura austenitica ed a struttura ferritica; vale a dire quelli al cromo-nichel, al cromo-nichel-molibdeno ed al solo cromo. Essi sono elencati nella tabella 1 con la relativa composizione chimica e le corrispondenze tra le principali sigle unificate. Nella tabella 2 sono illustrate le principali caratteristiche fisiche, delle quali è necessario considerare i singoli valori per una corretta progettazione, soprattutto dal punto di vista - 2 - del rendimento termico. Infine in tabella 3 sono radunate le proprietà meccaniche più significative, necessarie per condurre le lavorazioni meccaniche e per contribuire al calcolo delle pressioni massime ammissibili dalla piastra in esercizio. Criteri di scelta Ci si domanderà, evidentemente, in base a quali principi è opportuno operare la scelta tra i materiali sopra citati, in modo da poter garantire un risultato tecnicamente valido e, nel tempo, economicamente vantaggioso. Gli acciai inox elencati in tabella 1, hanno caratteristiche fisico-meccaniche e di resistenza alla corrosione diverse tra di loro; sarà pertanto necessario, per un'adeguata scelta, te- nere presente non solamente il «mezzo» col quale il materiale è in contatto, ma anche ii disegno ed il processo tecnologico realizzativo seguiti. A tale scopo, vediamo quali sono le peculiarità dei diversi materiali considerati: l'AISI 304 e l'AISI 304 L presentano ottime caratteristiche di lavorabilità a freddo, in particolare stampaggio su spessori anche molto diversi; garantiscono saldature di buona tenacità, sia per quelle che prevedono apporto di materiale, sia per quelle a resistenza. Dal punto di vista tenuta nei confronti di fenomeni corrosivi, questi due acciai danno buoni risultati con le normali acque di acquedotto, anche se addizionate a glicoli e ciò sia nei confronti della corrosione «generalizzata» che dì quella «localizzata» Tabella 2 - Principali caratteristiche fisiche degli acciai inossidabili considerati. Designazione UNI (Italia) Caratteristiche fisiche AlSI Peso spec. Resistività (U.S.A.) g/cm3 spec.a20°C [iQ-cm X5CrNi1810 X2CrNi1811 X5CrNi MO1712 X8Cr17 X8CrMo17 X6CrTi17 Coefficiente didilataz. termica medio termica a100°C cal/cm-sec. °C 0,039 0,039 0,039 0,062 0,062 0,062 0,064 8,06 8,06 72 72 17,3 17,3 74 16 430 Ti 8,06 7,78 7,78 7,78 444 7,8 304 304L 316 430 434 60 10,4 60 10 60 62 10,4 10 Conducibilità Come «rubare» energia al sole di tale caratteristica del materiale. Per l'AISI 316 valgono all'incirca le stesse considerazioni riportate per l'AISI 304 relativamente alla lavorabilità a freddo e alla sanabilità, mentre per la resistenza alla corrosione, grazie essenzialmente all'aggiunta del molibdeno, si hanno garanzie certamente superiori sia per la corrosione «generalizzata» che per quella «localizzata». Anche per tale materiale vale comunque il rischio di «corrosione sot- Tabella 3 - Principali caratteristiche meccaniche degli acciai inossidabili considerati. l'aggiunta di titanio nella versione stabilizzata, consente saldature più tenaci; tale elemento, infatti, contrasta l'ingrossamento del grano della matrice ferritica nella zona sajdata ed evita inoltre fenomeni di precipitazione di carburi di cromo. L'ingrossamento del grano in zona saldata e l'eventuale precipitazione di carburi di cromo, possono portare, come conseguenza, una fragilizzazione del punto saldato e creare anche le premesse per zone di corrosione preferenziali. La stabilizzazione anziché con il titanio, può essere effettuata con il niobio, perottenere così la versione 430 Nb. La resistenza alla corrosione «generalizzata» e «localizzata» dei tipi sopra menzionati, è inferiore, in geneUNI Allungarci. A min. AISI Carico di rottura R Carico di rale, agli austenitici, mentre nell'am2 snervam. Rp(o,2imin. (Italia) (USA) % Kgf/mm 2 bito dei ferritici l'AISI 434, avendo Kgf/mm un'aggiunta di molibdeno, si comporta nel complesso meglio dei tipi della X5CrNi1810 304 20 45 55+70 stessa famiglia. Grazie alla struttura X2CrNi1811 304L 18 45 53+68 ferritica, infine, tali acciai resistono bene a fenomeni «tenso-corrosivi». Il X5CrNi 444, chiamato anche 18-2 (18% di Mo1712 316 21 40 55-70 cromo e 2% di molibdeno), è un acX8CM7 430 26 22 45T€0 ciaio ferritico a bassi contenuti interX8CrMo17 434 22 50-70 28 stiziali (ELI); presenta una buona deformabilità a freddo ed una discreta X6CrTi17 430 Ti 52 31 30 sanabilità, senz'altro superiore a 444 35 30 55 quella dei ferritici tradizionali. La sua resistenza alla corrosione, proprio per il fatto di possedere una matrice molto (pitting, crevice, ecc), a patto che il to tensione», naturalmente però nei «pulita» e per l'aggiunta di elementi in contenuto di ioni eloro liberi si man- confronti di liquidi ancorapiù aggres- lega quali il molibdeno ed il titanio, è simile a quella degli austenitici, sotenga limitato alle normali tempera- sivi. ture d'esercizio. Anche per l'AISI 316, esiste la versio- prattutto nei confronti dell'acido gli— L'AISI 304L si differenzia dall'AISI ne a basso carbonio l'AISI 316L colico. 304 per il minore contenuto in carbo- (C^0,03%), che dal punto di vista Ottima è la sua resistenza alla corronio (0,03% max), esso pertanto ha la corrosione generalizzata e localizzate per «crevice» e avendo struttupossibilità di evitare fenomeni di pre- si comporta come l'AISI 316, ma evi- sione ra ferritica è esente da fenomeni di cipitazione di carburi di cromo al con- ta fenomeni di precipitazione di car- «stress-corrosion». torno del grano della matrice auste- buri, per esempio in fase di saldatu- Come già evidenziato, i fenomeni nitica, in tutti quei fenomeni che pre- ra e di conseguenza eventuali corrosoprattutto localizzati, suvedono una alterazione termica (per sioni intergranulari. Quest'ultimo corrosivi, gli acciai inossidabili, sono dovuti materiale e comunque scarsamente es. durante la saldatura). ai cloruri presenti Tale peculiarità evita fenomeni di utilizzato in questo settore, anche essenzialmente nell'acqua che costituisce il fluido corrosione intergranulare, anche se per il motivo evidenziato prima per termovettore. la possibilità di precipitazione di car- l'AISI 304L; vale a dire l'improbabile buri nelle zone termicamente alterate massiccia precipitazione di carburi Infatti l'azione degli ioni eloro, somadiacenti alle saldature, è abbastanza di cromo in fase di saldatura, grazie mata eventualmente a quella di altri remota sugli spessori esigui adottati agli spessori molto modesti utilizzati. agenti, si può manifestare tanto più per la costruzione delle piastre cap- L'AISI 430; l'AISI 434; il 430 Ti, hanno facilmente quanto maggiore è la loro tanti. Questi infatti possono variare una attitudine alla deformazione pla- percentuale e tanto maggiore è la stica a freddo inferiore ai tipi auste- temperatura di esercizio. da 0,3 a 0,8 mm. nitici sopra presentati ma, se scelti Gli AISI 304 e 304L, essendo a strut- opportunamente i raggi di raccordo, Non è possibile, in pratica, con una tura austenitica sono suscettibili di le velocità e le pressioni di deforma- certa precisione, stabilire dei valori fenomeni di «tenso-corrosione», va- zione, non creano problemi nelle «soglia» di concentrazione e di temperatura, al di sotto dei quali la corrole a dire corrosioni che si sviluppano operazioni di stampaggio. tutte le volte che esiste uno stato di Anche la sanabilità, specie con ap- sione non si innesca: in questo caso tensione interna del materiale (nel porto di materiale, è inferiore ai tipi infatti il fenomeno di aggressione è senso della trazione), unitamente al- austenitici, mentre hanno una buona estremamente aleatoriaed oltre a dil'azione di un agente aggressivo, attitudine alla saldatura per resisten- pendere dai due parametri sopra ciquale ad esempio l'acqua clorata. za (v. nella tabella 2 il valore della re- tati, dipende anche da altri fattori, quali la velocità del fluido a contatto Sarà opportuno, quindi, nella scelta sistività specifica). del disegno della piastra e della tec- A tale proposito è da sottolineare che con le pareti, la presenza di zone di ristagno o di interstizi, l'alterazione nica realizzati va, tenere conto anche Designazione Caratteristiche fisiche - 3 - Tabella 4 - Resistenza alla corrosione per pitting e interstiziale («crevice») di alcuni acciai inossidabili impiegati nel settore solare. (Soluzioni di Na CI sature in ossigeno, a 90°C - Tempo di esposizione: 30 giorni), quasi sempre, inevitabilmente, durante la costruzione della piastra captante, soprattutto in corrispondenzadei giunti saldati. Resistenza al PITTING (perdita in peso - mg/dm2/giorno) Soluzione AISI434 AISI304 AISI 316 v444 1200 ppm Cl400ppmCu++ 400 187 — 183 180 ppm Ch 60ppmCu ++ 14 5 — 0,9 600 ppm CI" 1ppmCu ++ 5ppmZn ++ 4,7 6,1 — 0,4 600 ppm CI" 5ppmCu ++ 24,3 14 1,4 3,3 600 ppm Cl" 20ppmCu++ 82,5 84,4 9,0 6,0 Resistenza al CREVICE (perdita in peso - mg/dmVgìorno) Soluzione AISI 434 AISI304 AISI316 444 200 ppm Cl" 1 ppmCu++ 41,0 15,0 2,6 0,2 600 ppm Cl" 1 ppmCu++ 241,1 11,8 3,5 0,8 termica fatta subire al materiale, lo stato superficiale del metallo ecc. Gli acciai inossidabili presentati hanno comunque dimostrato un ottimo comportamento alla corrosione in circostanze ambientali anche molto severe. In generale, si è verificato che è preferibile far lavorare le piastre costruite con i ferritici AISI 430; AISI 434 e 430 Ti in circuito «chiuso», con acqua di composizione nota, mentre per gli altri, se rispettate le singole «esigenze» costruttive dei materiali, non si hanno assolutamente problemi anche in circuito «aperto». A scopo orientativo, comunque, sono stati riportati, nella tabella 4, dei valori sperimentali di resistenza alla corrosione per «pitting» e per «crevice» Criteri costruttivi delle piastre captanti Dalle novazioni e dai dati sin qui esposti, si evidenziache, per ottenere un prodotto affidabile, ha grossa importanza la scelta opportuna del tipo di acciaio inox in funzione del fluido termovettore {soprattutto se rimpianto è in ciclo aperto), ma anche in funzione del sistema costruttivo adottato per la realizzazione della parte captante. Un sistema adottato spesso (fig. 1) con l'acciaio inossidabile per la costruzione dei pannelli solari, è quello di utilizzare due fogli di lamiera, di solito di dimensioni 2000 x 1000 mm; di 0,4-0,6 mm di spessore, con finitura 2B, ricavare i fori per l'ingresso e l'uscita, procedere ad una saldatura per punti sull'intera superficie captante nonché ad una «rullatura» (cioè ad una saldatura elettrica in continuo) lungo la periferia della piastra stessa. A questo punto, si procede, di solito a «gonfiare», attraverso i fori, con aria compressa le Fig.1 - Sezione schematica di una piastra captante di acciaio inossidabile ottenuta mediante saldatura per punti, rullatura e successivo «gonfiaggio». di 4 tipi di inox: l'AISI 434, l'AISI 304; due lamiere, in modo tale da creare l'AISI 316 ed il 444. una specie di «trapunta» all'interno Sono stati riportati anche i valori di della quale trova spazio il fluido tercorrosione percreyiceointerstiziale, movettore per la circolazione. in quanto, ritenuti significativi, soprattutto nel settore dei pannelli pia- Con tale sistema (a tutta piastra) si ni, ove interstizi o meati si verificano ha un ottimo risultato dal punto di vista del rendimento termodinamico, è necessario però verificare che : Tabella 5 - Valori di assorbimento e di emissione per tre tipi di acciai inossidabili - in corrispondenza dei punti di saltrattati selettivamente mediante colorazione per interferenza. datura non si verifichino interstizi troppo severi, per non innescare fenomeni corrosivi localizzati. a e. Tipo di inox — l'operazione di «gonfiaggio» sia condotta in modo tale da non creare, 0,92±0,02 AISI 304 0,10±0,02 soprattutto per gli inox della serie 0,94±0,02 430 Ti 0,11 ±0,02 300, delle tensioni interne (per 0,93±0,02 444 0,14±0,02 esempio in corrispondenza dei punti saldati), che potrebbero creare le premesse per un fenomeno di a : fattore di assorbimento stress-corrosion. e : fattore di emissione a 100°C - 4 - Come «rubare» energia al sole Fig. 4 - Incollaggio di due lamiere (una imbutita), costituenti la parte captante di un collettore solare piano, realizzato con AISI 304; su una lamiera viene cosparso l'attivatore sull'altra l'adesivo. Fig. 2 - Piastra captante ottenuta per mezzo di saldatura per resistenza a punti, rullatura e successivo «gonfiaggio» di due lamiere di acciaio inossidabile dello spessore di 0,4 mm. L'aspetto caratteristico della piastra è quello a «trapunta» (Foto Icoss). — i parametri di saldatura siano scelti opportunamente in modo tale da garantire la necessaria resistenza meccanica, senza creare eccessive alterazioni termiche (alonature bluastre o marrone). In figura2 è riportata unapiastracaptante ottenuta col metodo realizzativo sopra descritto. Un secondo criterio costruttivo (fig. 3) è quello di prestampare uno o entrambe le lamiere, secondo un determinato schema di circuito e di saldare, sempre senza apporto di materiale, le due piastre, in modo tale da consentire al fluido di seguire il circuito predeterminato. Di solito, con questo sistema, vengono anche previsti degli stampaggi atti a costituire un collettore di ingresso ed uno di uscita del fuido stesso. Esistono anche esempi ove la giunzione delle due piastre (una stampata a freddo e una no) è stata eseguita mediante l'adozione di adesivi epossidici bicomponenti o con adesivi cianoacrilici (fig. 4). Tale soluzione presenta indubbi vantaggi dato che il materiale non viene alterato termicamente nella zona centrale della piastra, per l'assenza di saldature ed inoltre si evitano, se l'adesivo è depositato opportunamente, meati e zone di ristagno. Il rovescio della medaglia di questa tecnica sta nella limitata resistenza sia nei confronti delle pressioni che di sollecitazioni termiche elevate. Con il sistema della preimbutitura si ha una superficie scambiante un po' inferiore rispetto al sistema prima descritto, ma sempre comunque tecnicamente valida. Sarà necessario anche qui tenere presente quanto segue: — non creare interstizi severi tra le parti stampate e quelle non stampate, scegliendo pertanto ampi raggi di raccordo. — scegliere gli acciai inox che presentano buone attitudini allo stampaggioafreddo. Oltre alle due tecniche sopra descritte, ne esistono altre, certamente meno in uso, ma che in qualche caso possono consentire buone rese termodinamiche. Ne citiamo di seguito alcune. Esiste per esempio la possibilità di saldare su di una lamiera di acciaio inox, estremamente sottile (0,5 mm) una serpentina, sempre di inox, oppure in rame, che trasporta il fluido termovettore, in tal caso sono impiegabili acciai sia della serie austenitica che ferritica (l'utilizzo del «444» si rende però in questo caso inutile). Esistono anche esempi costruttivi con elementi tubolari inox saldati uno accanto all'altro in modo da formare una sorta di canalizzazione obbligata per il fluido termovettore, con un collettore in entrata ed uno in uscita. Con questa tecnologia costruttiva è preferibile orientarsi verso gli acciai austenitici. Fig. 3 - Sezione schematica di una piastra captante di acciaio inossidabile ottenuta mediante stampaggio a freddo di una (a) o di entrambe le lamiere (b). - 5 - UN'APPLICAZIONE DELL'ACCIAIO INOSSIDABILE COME «RUBARE» ENERGIA AL SOLE seconda parte Oggi la scienza è alla continua ricerca di fonti energetiche alternative. Quella solare è una tra le più studiate e considerate. Per il suo sfruttamento sono utilizzati i pannelli solari piani, per la realizzazione dei quali viene utilizzato acciaio inox a struttura ferritica ed austenitica. Analizziamo i criteri costruttivi delle piastre captanti. di Fausto Capelli L'energia solare è una delle fonti energetiche alternative alla quale si guarda con estremo interesse per il futuro. Continuiamo il discorso iniziato nel numero precedentesull'utilizzodelle lamiere in acciaio inossidabile per la costruzione dei pannelli solari. O.20 Trattamenti superficiali Come noto per ottimizzare il rendimento termico di una macchina come il collettore solare, è necessario fare in modo di aumentare al massimo l'assorbimento dei raggi solari e diminuire l'emissione. I valori fondamen- Verniciatura nera - -— 0.18 0.16 • , 0.14 • 0.10 -fi / / aot 0.0* ! C80 0.02 i 1 •J» k ft to l 1 1 IS IO *S 0.75 ì Fig. 5 - Grafico rappresentante l'andamento di a ed E ottenibili su lamiera di acciaio inossidabile 444, in funzione del tempo di immersione in un bagno di dicromato sodico portato a 425°C. -6- tali sono pertanto: a = fattore di assorbimento £ = fattore di emissione. È la differenza tra i due fattori $. ed £ che da il valore dell'energia utilizzabile dall'assorbitore e per rendere tale parametro più elevato possibile è necessario, innalzare il valore di a e minimizzare quello di E. Lo scopo lo si cerca di raggiungere avvicinandosi perquanto possibile al comportamento del corpo nero. I trattamenti che vengono pertanto effettuati normalmente sulle lamiere costituenti le piastre captanti sono quelli di verniciatura nera, oppure di trattamento selettivo; quest'ultimo può a sua volta essere condotto o tramite deposizione superficiale oppure mediante colorazione per interferenza. Per gli acciai inossidabili è il metodo meno indicato, in quanto se non si prevede un'adeguata preparazione superficiale, la tenuta nel tempo dello strato riportato, non da risultati soddisfacenti. Si possono utilizzare diversi tipi di vernici nere, quelle normali utilizzate per impieghi in temperatura oppure resine acriliche termoindurenti chedi solito danno maggiore affidabilità nel tempo. Con quest'ultimo sistema, dopo la deposizione sulla piastra, si effettua una stabilizzazione ad una temperatura compresa tra i 180° e i 250° C per un tempo minimo i 25-r30 minuti primi. Lo spessore dello strato depositato var|atrai20ei25nm.Conunabuona resina acrilicatermoindurenteilfattore di assorbimento a può arrivare a 0,90, e quello di emissione £ , a 0,88. Sia con le normali vernici nere che con le resine acriliche è necessario far precedere la deposizione da un adeguato sgrassaggio e, se possibile, da una depassivazione superfi- ciale della parte della piastra captante esposta ai raggi solari. È consigliàbile effettuare una depassivazione meccanica (smerigliatura) con graniglia inerte e curare di non far passare troppo tempo tra l'azione abrasiva superficiale e la deposizione dello strato, in mododaevitare che l'inoxsi ripassivi in presenza dell'ossigeno contenuto nell'aria. Trattamento selettivo La «faccia» di un pannello solare trattata selettivamente consente dei rendimenti certamente superiori rispetto al sistema succitato. Il termine «selettivo» deriva dalla possibilità di limitare al massimo il valore dell'irraggiamentoequindiilvaloredi £• Questo tipo di risultato si può realizzare essenzialmente in due modi: o per deposizione di uno strato di rivestimento oppure mediante colorazione per interferenza. a) Deposizione di strato di rivestimento. Questo procedimento può essere condotto pervia elettrochimica o chimica. Nel primo caso si ha il cosiddetto rivestimento di «cromo nero» mediante un processo elettrolitico che prevede un'opportuna preparazione superficiale dell'acciaio inox; nel secondosi ha una semplice immersione delle piastre captanti in unasoluzionedi dicromato di sodio, portata in temperatura. I due processi, dal punto di vista chimico, sono abbastanza simili, morfologicamente infatti gli ossidi depositati sono circa dello stesso genere; un'indagine con il microscopio a scansione dimostra solamente che la granulometria media dei noduli di ossido depositati col sistema elettrolitico è di circaO,15[xm,mentrequella delsistemachirnicoèdicircaO,5^m. Per ciò che concerne il trattamento chimico, risultati sperimentali hanno dimostrato che l'ottimizzazione di a e di £ può avvenire con un'immersione in dicromato sodico allatemperatura di 425°C per una durata di circa 5 minuti (v. grafico di fig. 5); si può arrivare infatti a circa 0,90 per a ed a circa 0,12 per £. b) Colorazione per interferenza. Contrariamente ai sistemi descritti al punto (a), in questo caso non si tratta di deposizione di strati sulla superficie della lamiera di acciaio inossidabile, bensì di «conversione superficiale» nel senso che mediante un opportuno bagno elettrolitico di acidi cromico e solforico, portato in temperatura, è possibile far depositare sulla naturale pellicola passiva degli inox, ulteriori film di ossidi che co- Fig. 6 - Schema rappresentante le riflessioni e le rifrazioni subite da un fascio di luce incidente, di lunghezza d'onda X, che colpisce più strati di ossido. munque possono arrivare al massimo a spessori variabili tra gli 800 ed i 5000 Angstrom. L'acciaio inox, in tal modo, ha la possibilità di continuare ad esplicare quella sua caratteristica particolare di autopassivazione, vale a dire di continuo scambio con l'ossigeno presente nell'ambiente in cui esso è immerso, non avendo nessuno strato estraneo riportato. Gli strati di ossidi superficiali consentono al generico fascio di luce bianca incidente, di essere successivamente riflesso e rifratto, in modo da generare unaserie di fasci (fig. 6) lacui differenza di lunghezza d'ondaconsente di ottenere colorazioni diverse. Giocando sui parametri tempo di immersione—temperatura—concentrazione, è possibile ottenere svariate tonalità. Si è verificato che la colorazione blu da i migliori risultati dal punto di vista dell'ottimizzazione dei valori di a e di £ . Nella_ tabella 5 sono riportati dei valori di assorbimento e di emissione per tre tipi di acciai inossidabili ottenuti con questo metodo. Questo trattamento superficiale ha dimostrato di aumentare la resistenza alla corrosione generalizzata e localizzata sulle superfici di acciaio inox, garantendo una perfetta tenuta e stabilità nel tempo. plice, si parte infatti da lamiera di finitura 2B con spessori variabili da 0,5 a 2 mm. Si taglia lo sviluppo e si procede alla piegatura ed all'unione mediante saldatura oppure a mezzo rivetti, sempre inox. Vengono a volte impiegati anche adesivi-sigillanti a base siliconica o poiisolfurica. té! Fig. 7 - Installazione presso un rifugio alpino. Se l'ambiente nel quale vaimmerso il collettore è particolarmente aggresAcciai inossidabili utilizzati sivo (per esempio ambiente marino o per le cornici in vicinanza di scarichi con condense acide), è opportuno impiegare Oltre alla piastra di captazione, l'inox l'AISI 304, se si prevedono periodipuò validamente essere impiegato che manutenzioni con acqua dolce o anche per altri organi accessori. se la piovosità della zona è elevata, Esempi classici sono la scatola di altrimenti è necessario passare alcontenimento con i relativi profili fer- I'AISI316. mavetro, i bocchettoni di entrata e di uscita, ecc. La scatola che contiene la piastra può essere realizzata partendo da lamiera di diversi tipi di ac- Esempi applicativi ciai inox; quelli più impiegati sono comunque gli austenitici AISI304, AISI L'impiego di lamiera di acciaio inossi316 oppure il ferritico AIS! 430. Il ciclo dabile utilizzata per la costruzione tecnologico realizzati vo è molto sem- Come «rubare» energia al sole delle piastre captanti e delle cornici di contenimento haconsentito la realizzazione di numerosi impianti solari a pannelli piani, installati ormai da parecchi anni. Nella globalità i risultati sono stati a tutt'oggi ottimi, sia come rendimento dell'intera macchina termica, che come tenuta ai fenomeni corrosivi. A testimonianza di ciò c'è la presenza sul mercato del settore, di diverse società, sia italiane che straniere, Fig. 10 - Esempio di struttura civile solarizzata con spazio previsto per la collocazione dei collettori solari. Si tratta di un complesso di villette a schiera. Ogni appartamento è dotato di un impianto solare autonomo per la produzione di acqua calda igenico-sanitaria, costituito da 3 pannelli di circa 2 mq. di superficie utile. Fig. 8 - Pannelli solari piani collocati sul tetto di un seminario vescovile, per la produzione di acqua calda igenico-sanitaria e per il riscaldamento ambientale. I collettori installati sono 53, ognuno di superficie utile captante di circa 2 mq. Il materiale impiegato è il ferritico 444. che hanno adottato da tempo questi tipi di materiali. A scopo esemplificativo (si riportano di seguito degli esempi tipici di applicazionedi collettori solari piani realizzati con lamiere di acciaio inossidabile. Fig. 7: Collettori solari con piastra captante costituita di due lamiere in AISI 304 di 0,4 mm di spessore. Installazione presso un rifugio alpino a quota 3000 metri, per il riscaldamento dell'acqua uso igienico-sanitario nel periodo estivo e per la produzione di acqua da ghiaccio e neve nelle stagioni invernali e intermedie. (Realizzazione ICOSS - Via Monferrato - S. Giuliano Milanese - MI). • Bibliografia Fig. 9 - Tetto solare costituito da 36 collettori piani con piastra captante di acciaio inox ferritico AISI430 stabilizzato. Le cornici sono realizzate in AIS1304. (Realizzazione tdeant Repetti). -8- — G. Di Caprio - «Gli acciai inossidabili» ed. Hoepli 1981. — «Stainless steel solar collectorpanels» Climax Molybdenum Company - Giugno 1981. — «Molybdenum Mosaio Voi. 3 numero 3, 1978. — «The application of stainless steel to solar collectors» Climax Molybdenum Company Giugno 1977 — «Inossidabile 62» - Dicembre 1980. — «Inossidabile 69» - Settembre 1982. — «Inossidabile 71 » - Marzo 1983. — «Progetto» 1/2-1981 -ERIS. — F Capelli - «Sistema di colorazione di lamiere di acciaio inossidabile» - «Lamiera» Gennaio 1982. ESTRATTO DA: TECNOLOGIE MECCANICHE N. 4 - APRILE /N. 5 - MAGGIO 1986