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Le periferie di Francesco

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Le periferie di Francesco
Destinazione:
Periferie
Con Papa
Francesco, per un
nuovo slancio
missionario
Evangelii Gaudium
• «Questa è la prima parola che vorrei dirvi: gioia! Non siate mai
uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo…E per
favore, non lasciatevi rubare la speranza!»
• «Non lasciamoci rubare l’entusiasmo missionario» (n.80)
• «Non lasciamoci rubare la gioia dell’evangelizzazione» (n.83)
• Non lasciamoci rubare la comunità» (n. 92)
• «Non lasciamoci rubare il Vangelo» (n. 97)
Con quali premesse…
• «Invito ogni cristiano, in
qualsiasi luogo e situazione si
trovi, a rinnovare oggi stesso il
suo incontro personale con
Gesù Cristo o, almeno,
prendere la decisione di
lasciarsi incontrare da Lui, di
cercarlo ogni giorno senza
sosta» (n. 3)
• Non c’è motivo per cui
qualcuno possa pensare che
questo invito non è per lui,
perché nessuno è escluso
dalla gioia portata dal
Signore. (n. 3)
• Chi rischia il Signore non lo
delude! (n. 3)
La trasformazione missionaria della
Chiesa
1. Una Chiesa in Uscita
• Nella Parola di Dio appare
costantemente questo dinamismo di
«uscita» che Dio vuole provocare nei
credenti.
• Abramo accettò la chiamata a partire
(Gn 12, 1-3)
• Mosè ascoltò la chiamata di Dio «Va’,
io ti mando» (Es 3, 10)
• A Geremia: «andrai da tutti coloro a
cui ti manderò» (Ger 1, 7)
• Per Gesù la strada era il luogo più
fecondo per la sua missione.
«Primerear»
• Osiamo un po’ di più prendere l’iniziativa. La Chiesa sa
coinvolgersi!
• Gesù ha lavato i piedi ai suoi discepoli, si coinvolge, prende
l’iniziativa e si china davanti a loro per lavarli. Ma subito dopo
dice ai suoi discepoli: «Sarete beati se anche voi farete
questo!» (Gv 13, 17).
• La comunità evangelizzatrice si mette nella vita quotidiana
degli altri, accorcia le distanze, si abbassa fino all’umiliazione
se è necessario e assume la vita umana.
• Gli evangelizzatori hanno così «odore di pecore».
(n. 24)
Un improrogabile rinnovamento
ecclesiale
• Sogno una scelta missionaria
capace di trasformare ogni
cosa, perché le consuetudini,
gli stili, gli orari, il linguaggio e
ogni struttura ecclesiale
diventino un canale adeguato
per l’evangelizzazione del
mondo attuale, più che per
l’autopreservazione. (n. 27)
Osare cambiare
• La pastorale in chiave
missionaria esige di
abbandonare il comodo
criterio pastorale del
«si è sempre fatto così»
(n. 33)
Una madre dal cuore aperto
• La chiesa in uscita è una
chiesa con le porte aperte.
Uscire verso gli altri per
giungere alle periferie umane
non vuol dire correre verso il
mondo senza una direzione.
Molte volte è meglio
rallentare il passo, rinunciare
alle urgenze, per
accompagnare chi è rimasto
al bordo della strada. (n. 46)
No ad un’economia dell’esclusione
• Questa economia uccide!
Non è possibile che non
faccia notizia il fatto che
muoia assiderato un
anziano ridotto a vivere per
strada mentre lo sia il
ribasso di due punti in
borsa. Questa è esclusione!
Non si può più tollerare il
fatto che si getti il cibo
quando c’è gente che
soffre la fame. Questa è
iniquità! (n. 53)
Famiglia: cellula fondamentale della
società!
• La famiglia attraversa
una crisi culturale
profonda. La fragilità dei
legami diventa
particolarmente grave
perché si tratta della
cellula fondamentale
della società, del luogo
dove si impara a
convivere nella
differenza. (n. 66)
I 5 no di Papa Francesco
•
•
•
•
No all’individualismo;
No all’egoismo;
No al pessimismo sterile;
No alle mondanità
spirituali;
• No alle guerre fraterne;
• Non lasciamoci rubare il
Vangelo;
I 3 Si di Papa Francesco
• Si alla sfida di una
spiritualità missionaria
(n. 78);
• Si alle relazioni nuove
generate da Gesù Cristo
(n. 87);
• Si ad altre sfide ecclesiali
(n. 102);
La dimensione sociale
dell’evangelizzazione
• L’indissolubile legame tra l’accoglienza dell’annuncio salvifico e
un effettivo amore fraterno è un messaggio al quale
frequentemente ci abituiamo, lo ripetiamo quasi
meccanicamente, senza però assicurarci che abbia una reale
incidenza nella nostra vita e nelle nostre comunità.
• Com’è pericolosa quest’assuefazione che ci porta a perdere la
meraviglia, il fascino, l’entusiasmo di vivere il Vangelo della
fraternità e della giustizia!
(n. 179)
La dimensione sociale
dell’evangelizzazione
• Una fede autentica, che non è mai comoda e individualistica,
implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo,
di trasmettere valori, di lasciare qualcosa di migliore dopo il
nostro passaggio sulla terra.
• Amiamo questo magnifico pianeta dove Dio ci ha posto e
amiamo l’umanità che lo abita, con tutti i suoi drammi e le sue
stanchezze, con i suoi aneliti e le sue speranze, con i suoi valori
e le sue fragilità.
(n. 183)
Fedeltà al Vangelo per non correre
invano
• L’imperativo di ascoltare
il grido dei poveri si fa
carne in noi quando ci
commuoviamo nel più
intimo di fronte all’altrui
dolore. (n. 193)
Il posto privilegiato dei poveri
• Per la Chiesa l’opzione
per i poveri è una
categoria teologica
prima che culturale,
sociologica, politica o
filosofica. Dio concede
loro la sua prima
misericordia. (n. 198)
Evangelizzatori con Spirito
• Evangelizzatori con Spirito significa evangelizzatori che
pregano e lavorano. Senza momenti prolungati di adorazione,
di incontro orante con la Parola, di dialogo sincero con il
Signore, facilmente i compiti si svuotano di significato, ci
indeboliamo per la stanchezza e le difficoltà, e il fervore si
spegne. La Chiesa non può fare a meno del polmone della
preghiera. Nello stesso tempo si deve respingere la tentazione
di una spiritualità intimistica e individualistica, che mal si
comporrebbe con le esigenze della carità. C’è il rischio che
alcuni momenti di preghiera diventino una scusa per evitare di
donare la propria vita nella missione.
(n. 262)
L’incontro personale
• La prima motivazione per evangelizzare è l’amore di Gesù che
abbiamo ricevuto, l’esperienza di essere salvati da Lui che ci
spinge ad amarlo sempre più. Però che amore è quello che
non sente la necessità di parlare della persona amata? Se non
proviamo l’intenso desiderio di comunicarlo, abbiamo bisogno
di soffermarci in preghiera per chiedere a Lui che torni ad
affascinarci.
(n. 264)
• A volte perdiamo l’entusiasmo per la missione dimenticando
che il Vangelo risponde alle necessità più profonde delle
persone.
(n. 265)
Il piacere di essere popolo
• La missione è una passione per Gesù ma, al tempo stesso, è
una passione per il suo popolo. Lui che ci prende in mezzo al
popolo e ci invia al popolo, in modo che la nostra identità non
si comprende senza questa appartenenza.
(n. 268)
• E’ vero che nel nostro rapporto con il mondo siamo invitati a
dare ragione della nostra speranza ma non come nemici che
puntano il dito e condannano.
(n. 271)
• L’amore per la gente è una forza spirituale che favorisce
l’incontro in pienezza con Dio fino al punto che chi non ama il
fratello, cammina nelle tenebre e non ha conosciuto Dio.
(n. 272)
«Io faccio nuove tutte le cose»
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