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Lord Coke - Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo

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Lord Coke - Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo
Seduzione Etrusca
Dai segreti di Holkham Hall
alle meraviglie del British Museum
Cortona, Palazzo Casali
21 marzo > 31 luglio 2014
L’educazione classicista e il sogno dell’Italia.
Thomas Coke: dal Grand Tour al De Etruria Regali
“…protettore dei monumenti etruschi …, e munifico sostenitore”
(Thomas Coke descritto da Filippo Buonarroti nel De Etruria Regali, 1726)
Il 28 agosto 1712 all’età di 12 anni Thomas Coke (1697-1759), insieme al suo precettore Thomas
Hobart laureato in medicina presso l’Università di Cambridge e al valletto Edward Jarret (incaricato anche di registrare le spese), s’imbarcava a Dover per Calais, iniziando un affascinante
e straordinariamente documentato Gran Tour: quel viaggio pedagogico divenuto di gran
moda nella buona società e nel ceto colto inglese, alla ricerca dei valori della civiltà occidentale
antica, di cui l’Inghilterra si riteneva la naturale erede.
Rimasto orfano, Thomas Coke fu allevato dal nonno e dal cugino che avevano vissuto nel 1688 il
crollo dell’assolutismo monarchico e la nascita della moderna democrazia parlamentare inglese.
Erano stati i due tutori, visto il carattere sanguigno e indocile del ragazzo, a decidere di affidarlo a
una guida ferma e giudiziosa e di svolgere la sua educazione all’estero, lontano dalle tentazioni alle
quali il giovane avrebbe potuto trovare difficile resistere.
Il Gran Tour del giovane Thomas Coke (creato 11st Earl of Leicester nel 1744, costruttore della magnifica residenza palladiana di Holkham Hall a Norfolk) sarebbe durato sei anni, fino al
1718, snodandosi dalla Francia all’Italia dove visitò le principali città d’arte, fra queste, ripetutamente Firenze e Roma.
Fu a Roma che nel 1715 egli fece la conoscenza di Richard Boyle, l’aristocratico architetto interprete del movimento di revival palladiano in Inghilterrra, e di William Kent, architetto ed artista,
che egli sceglierà, alcuni anni, dopo per la costruzione della residenza di Holkham Hall.
Il viaggio di Thomas Coke, a differenza di quello di tanti altri connazionali, fu minutamente documentato, tanto da rappresentare un caso di studio esemplare nel panorama del Grand Tour
inglese dei primi del XVIII secolo.
Le annotazioni di Jarret, conservate negli archivi di Holkham Hall, documentano la spesa quotidiana,
l’alloggio, gli spostamenti, i divertimenti, i monumenti e le collezioni visitati, gli acquisti di libri, manoscritti e opere d’arte, la vasta rete di contatti e di relazioni, consentendo di ricostruire via via la personalità del futuro conte di Leicester, il contesto, l’educazione classicista, l’amore per l’Italia e le antichità.
promossa da
MAEC
The British Museum
Holkham
Comune di Cortona
Regione Toscana
Provincia di Arezzo
Accademia Etrusca
con la collaborazione di
MiBACT - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo
Direzione Generale per le Antichità
Direzione Generale per il Paesaggio, le Belle Arti, l’Architettura e l’Arte Contemporanee
Direzione Generale per le Biblioteche, gli Istituti Culturali ed il Diritto d’Autore
Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana
Soprintendenza Archivistica per la Toscana
Giuseppe Bartolomeo Chiari
Composizione allegorica
Particolare con ritratto di Thomas Coke
XVIII secolo. Disegno
Norfolk, Holkham Hall
W. Kent
Asclepio Farnese
XVIII secolo.
Disegno, sanguigna su carta
Norfolk, Holkham Hall
con il sostegno di
British Council
The British School at Rome
British Institute of Florence
con il supporto di
Toscana Promozione
organizzazione generale
MAEC
Villaggio Globale International
catalogo
Skira
immagine di comunicazione
e grafica di mostra
Francesca Pavese
con Maria Teresa Milani
press kit design
tiphys.com
Fondamentali nella formazione dell’abito classicista di Thomas Coke furono i soggiorni a Roma
e a Firenze, dove poté entrare in contatto con i materiali etruschi presenti nelle collezioni
visitate. A Roma il registro delle sue spese segnala le visite (undici) nella dimora del cardinal
Filippo Antonio Gualtieri a Palazzo Manfroni in via del Corso, dove erano nove sale di biblioteca
e venti sale di collezioni (la quarta sala era quelle delle terracotte e delle urne cinerarie etrusche).
Coke approfittò della sua permanenza a Roma anche per commissionare dipinti e disegni ispirati all’antico, in alcuni dei quali (realizzati da Tommaso Garzi, Sebastiano Conca e da Tommaso
e Giuseppe Bartolomeo Chiari) -ritratto egli stesso tra i personaggi - si legava intimamente
all’elevato contenuto morale dei passi di Livio e Virgilio cui le opere si rifacevano. Ai dipinti e
disegni ispirati ad episodi esemplari tramandati dalla grande storiografia romana, che assumevano
un’importante funzione formativa e pedagogica per la futura classe dirigente britannica, che si proclamava diretta erede dei valori della civiltà greca e romana, Thomas Coke associò la commissione
di un numero assai elevato di disegni di riproduzione di manufatti e opere d’arte antichi.
Tra essi spiccano i due volumi di disegni, in gran parte opera di Francesco Bartoli (1670-1730), in
misura minore del padre, il più noto Pietro Santi Bartoli, il grande disegnatore ed incisore collaboratore trentennale di Giovan Pietro Bellori e autore in proprio dell’opera Gli Antichi sepolcri ovvero
mausolei romani et etruschi (1697), più volte ristampata, che alle tavole 91-96 riproduceva manufatti etruschi che innovarono profondamente il panorama del linguaggio figurativo etrusco all’epoca noto: alcuni dei disegni preparatori di queste tavole compaiono nel secondo dei due volumi.
A Firenze Coke si mosse non diversamente che a Roma. Forte della consuetudine con Lorenzo
Magnolfi, anglofono, gentiluomo di camera del Granduca, di Sebastiano Bianchi, conservatore
delle collezioni del Granduca, di Filippo Buonarroti, potente ministro e grande uomo di cultura,
ebbe accesso alla Galleria, a Palazzo Pitti, alle principali collezioni private, dove accanto a grandi
opere antiche conobbe i capolavori del Rinascimento fiorentino e poté commissionare
numerosi disegni di riproduzione.
A Firenze Coke poté godere del favore della corte, fu ricevuto dall’erede al trono Gian Gastone,
e della benevolenza del sovrano, Cosimo III, che assicurò costantemente al giovane la sua protezione, decisiva per tirarlo fuori dai guai intervenuti con le autorità pontificie dopo aver acquistato a
Roma ed esportato illegalmente a Livorno la bella statua di Artemide oggi a Holkham Hall.
Durante i soggiorni fiorentini, nel corso delle numerose visite nel palazzo di Filippo Buonarroti e in Galleria, dove i materiale etruschi erano pure ben rappresentati, Thomas Coke ebbe ancora occasione di avvicinarsi alle produzioni dell’antico popolo italico. In questo quadro maturava
a Firenze tra Thomas Coke e Filippo Buonarroti il progetto poi tramontato per la pubblicazione di
una edizione illustrata della monumentale storia di Roma di Tito Livio, l’autore latino prediletto da
Tito Livio, Historia
(HOL.MS 345 F.1r)
XV secolo, Manoscritto
Norfolk, Holkham Hall
Van Wittel
Colosseo e Arco di Costantino (part.)
XVII secolo
Olio su tela
Norfolk, Holkham Hall
Thomas Coke, una scoperta delle ricerche condotte per la realizzazione della mostra.
Tornato in Inghilterra nel 1718, venuto in possesso nel 1719 del manoscritto del De Etruria Regali,
composto tra il 1616 e il 1619 dall’erudito scozzese Thomas Dempster, grazie ai solidi legami
mantenuti con Firenze, dalle ceneri della progettata edizione di Tito Livio sarebbe nata l’edizione del De Etruria Regali, diretta da Filippo Buonarroti e llustrata con 93 tavole di manufatti
etruschi, che avviò e promosse la riscoperta degli Etruschi nel XVIII secolo, ponendo le
basi della moderna etruscologia.
Tito Livio, Historia
(HOL.MS 344 F.iv recto)
1300 circa, Manoscritto
Norfolk, Holkham Hall
A. Procaccini
Tarquinio e Lucrezia
XVIII secolo.
Olio su tela
Norfolk, Holkham Hall
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