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GIOVANNI PAOLO II VERBUM PANIS “NON ABBIATE PAURA”

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GIOVANNI PAOLO II VERBUM PANIS “NON ABBIATE PAURA”
ORATORIO SAN GIOVANNI BOSCO NOVEDRATE
Gruppo Giovanni e Adolescenti
GIOVANNI PAOLO II
l’uomo che ha cambiato la storia
VERBUM PANIS
GIOVANNI PAOLO II
l’uomo che ha cambiato la storia
“NON ABBIATE PAURA”
VERBUM PANIS
MESSA PER CORO
testi CHIARA CASUCCI
musiche MITE BALDUZZI
arrangiamenti BRUNO GHOZZI
CANZONI, PAROLE, MUSICHE E IMMAGINI
“25° anniversario di Ordinazione Sacerdotale di don Adelio”
a cura dei Giovani e Adolescenti
ORATORIO SAN GIOVANNI BOSCO NOVEDRATE
“25° anniversario di Ordinazione Sacerdotale di don Adelio”
LETTORE
“GIOVANNI PAOLO II”
l’uomo che ha cambiato il mondo
Benedetto XVI ha parlato dell’amato predecessore affermando che «la
luce e la forza di Cristo risorto sono state irradiate nella Chiesa da quella
sorta di “ultima Messa” che Giovanni Paolo II ha celebrato nella sua
agonia, culminata nell’“Amen” di una vita interamente offerta, per mezzo
del Cuore Immacolato di Maria, per la salvezza del mondo»
[Benedetto XVI, Discorso ai cardinali, 22 aprile 2005, n. 4]
La proposta di questa sera, allora, intende ricordare l’“uomo che ha
cambiato la storia” che ha vissuto secondo la logica della croce, nella
certezza che solo il chicco di grano che scende nella terra e muore può
portare frutto abbondante di vita.
La memoria di Giovanni Paolo II si fa proposta esigente ed affascinante
a seguire Cristo, «costruire la vita su di lui, accogliendone con gioia la
parola e mettendone in pratica gli insegnamenti»
[Benedetto XVI, Messaggio per la XXI Gmg, 22 febbraio 2006, n. 7]
LETTORE
Christus factus est pro nobis obediens usque
ad mortem, mortem autem crucis.
Propter quod Deus exaltavit illum,...
[Antifona finale della Liturgia delle Lodi del Sabato Santo]
LETTORE
Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale,
pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua
uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di
servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò
se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per
questo Dio l'ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni
altro nome; perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli,
sulla terra e sotto terra; e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il
Signore, a gloria di Dio Padre.
[Filippesi 2,5-11]
CANTO
VERBUM PANIS
[OMI, Verbum Panis]
arrangiamento con base 09 - parte e si sfuma dopo il primo ritornello “verbum caro”
prima del tempo
prima ancora che la terra
cominciasse a vivere
il verbo era presso Dio
venne nel mondo
e per non abbandonarci
in questo viaggio ci lasciò
tutto se stesso come pane
verbum
verbum
verbum
verbum
LETTORE
caro factum est
panis factum est
caro factum est
panis factum est
In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.
Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e
senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini; la luce splende nelle
tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta.
Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
RECITAL - C:\ANTO\oratorio\recita 24-06-06l.doc
26/05/2006 - ed. 01 rev. 00
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ORATORIO SAN GIOVANNI BOSCO NOVEDRATE
“25° anniversario di Ordinazione Sacerdotale di don Adelio”
“GIOVANNI PAOLO II”
l’uomo che ha cambiato il mondo
Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui,
E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi
vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di
grazia e di verità.
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.
Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno del
Padre, lui lo ha rivelato.
[Giovanni - prologo ]
CANTO
VERBUM PANIS
[OMI, Verbum Panis]
prima del tempo
prima ancora che la terra
cominciasse a vivere
il verbo era presso Dio
venne nel mondo
e per non abbandonarci
in questo viaggio ci lasciò
tutto se stesso come pane
verbum
verbum
verbum
verbum
caro factum est
panis factum est
caro factum est
panis factum est
qui spezzi ancora il pane in mezzo a noi
e chiunque mangerà non avrà più fame
qui vive la tua chiesa intorno a te
dove ognuno troverà la sua vera casa
verbum
verbum
verbum
verbum
caro factum est
panis factum est
caro factum est
panis
prima del tempo
quando l’universo
fu creato dall’oscurità
il verbo era presso Dio
venne nel mondo
nella sua misericordia
Dio ha mandato il figlio suo
tutto se stesso come pane
verbum caro factum est
verbum panis factum est
verbum caro factum est
verbum panis factum est
qui spezzi ancora il pane in mezzo a noi
e chiunque mangerà non avrà più fame
qui vive la tua chiesa intorno a te
dove ognuno troverà la sua vera casa
verbum caro factum est
verbum panis factum est
verbum caro factum est
RECITAL - C:\ANTO\oratorio\recita 24-06-06l.doc
26/05/2006 - ed. 01 rev. 00
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ORATORIO SAN GIOVANNI BOSCO NOVEDRATE
“25° anniversario di Ordinazione Sacerdotale di don Adelio”
“GIOVANNI PAOLO II”
l’uomo che ha cambiato il mondo
verbum panis factum est
LETTORE
Ora, mentre essi mangiavano, Gesù prese il pane e, pronunziata la
benedizione, lo spezzò e lo diede ai discepoli dicendo: "Prendete e
mangiate; questo è il mio corpo”. Poi prese il calice e, dopo aver reso
grazie, lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio
sangue dell'alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati. Io vi
dico che da ora non berrò più di questo frutto della vite fino al giorno in
cui lo berrò nuovo con voi nel regno del Padre mio”.
[Matteo, 26,26,29 ]
LETTORE
“In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il
Padre mio vi dá il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che
discende dal cielo e dá la vita al mondo". Allora gli dissero: "Signore,
dacci sempre questo pane". Gesù rispose: "Io sono il pane della vita; chi
viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete. Vi ho
detto però che voi mi avete visto e non credete. Tutto ciò che il Padre mi
dá, verrà a me; colui che viene a me, non lo respingerò, perché sono
disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che
mi ha mandato.
[Giovanni 6,32,38 ]
VIDEO
CERCATE IL SUO VOLTO
Giovanni Paolo II recita il salmo 27
[Parrocchia di S. Roberto Bellarmino ai Parioli, Roma, 2-3-80 - Salmo 26 (27) Abbà Pater]
CANTO
DALL’AURORA AL TRAMONTO
[OMI, Verbum Panis]
Dall’aurora io cerco te
fino al tramonto ti chiamo
ha sete solo di te
l’anima mia come terra deserta
Dall’aurora io cerco te
fino al tramonto ti chiamo
ha sete solo di te
l’anima mia come terra deserta
Non mi fermerò un solo istante
sempre canterò la tua lode
perché sei il mio Dio
il mio riparo
mi proteggerai all’ombra delle tue ali
Dall’aurora io cerco te
fino al tramonto ti chiamo
ha sete solo di te
l’anima mia come terra deserta
Non mi fermerò un solo istante
io racconterò le tue opere
perché sei il mio Dio
unico bene
nulla mai potrà la notte contro di me
RECITAL - C:\ANTO\oratorio\recita 24-06-06l.doc
26/05/2006 - ed. 01 rev. 00
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ORATORIO SAN GIOVANNI BOSCO NOVEDRATE
“25° anniversario di Ordinazione Sacerdotale di don Adelio”
“GIOVANNI PAOLO II”
l’uomo che ha cambiato il mondo
Dall’aurora io cerco te
fino al tramonto ti chiamo
ha sete solo di te
l’anima mia come terra deserta
LETTORE
Arrivano a gruppi sparsi con bandiere e rosari. Studenti, volontari,
maschi e femmine, bianchi e neri. Sono tanti e parlano lingue diverse.
Vogliamo spiegare questa invasione allegra e pacifica nella Città Eterna
di ragazzi in tutto e per tutto simili a quelli che vediamo ogni giorno
nelle nostre case? Se è vero che, come io credo, il carisma di Giovanni
Paolo Il trova pieno compimento nell’incrocio, magnetico e affascinante,
fra senilità e gioventù, la giornata di oggi, che vede accorrere a Roma
tanti ragazzi da ogni parte del mondo, diventa lo specchio più fedele di
un pontificato pronto a varcare con imprevedibile destrezza l’erto
crinale del millennio. Sembrerebbe infatti assai arduo coniugare la
saggezza del vegliardo con le risorse fantastiche di chi sta crescendo:
eppure così accade. Questo è il Papa che, non dimentichiamolo,
adolescente, giocò a pallone con i coetanei ebrei poi scomparsi nelle
segrete di Auschwitz: lui, nato a pochi passi dal triste tugurio di un
secolo indimenticabile, mostra ora ai nostri occhi la potente deriva del
suo corpo malato. Ed è proprio la profonda dignità necessaria per
accedere a tale disposizione che i giovani, più di tutti, possono
apprendere e coltivare come la vera contrapposizione al tempo in cui
viviamo, quasi completamente prono di fronte ai falsi miti della bellezza
e dell’impossibile durata. Chi volesse indagare sulle ragioni del fascino
che Giovanni Paolo Il esercita nei confronti di un diciottenne, dovrebbe
riflettere sui valori che la stessa figura fisica di questo Pontefice
inevitabilmente trasmette. Resistere è più forte che apparire. Timore e
tremore, come scrisse il filosofo, sono condizioni preliminari per ogni
gesto coraggioso, I giovani di ogni generazione hanno sempre
camminato in precario equilibrio su quest’asse, rischiando di cadere da
una parte o dall’altra. Karol Wojtyla è stato capace di rompere antichi
steccati e, pur avendo sulle spalle la tremenda responsabilità di
mantenere la Chiesa nel solco della Storia, ha saputo trovare gli spazi
della fantasia e della libertà per affermare, attraverso l’inesausta
energia dei viaggi interplanetari e la moltitudine degli incontri, la
propria personalità. E come se, così facendo, ci dicesse: ciò che conta,
più della comunicazione, prima ancora della parola, è la presenza. Non
ci può essere nessun vero scambio umano se viene a mancare la
persuasione della nostra insufficienza. Solo scoprendoci deboli e indifesi
potremo comprendere le vulnerabilità delle persone che incontriamo. Il
profilo vacillante di Karol Wojtyla passa davanti alle folle dei ventenni
come un segno ammonitore. Ed ecco quindi le difficili domande alle
quali migliaia di giovani riuniti a Roma da oggi fino al 20 agosto
cercheranno di rispondere dopo averle custodite in seno quasi fossero
preziose reliquie: è possibile scrutinare la nostra finitudine in quella
altrui? E, dopo averlo fatto, come dobbiamo cambiare la vita? Forse
questo imprevedibile patriarca polacco giunto da una terra martoriata e
contesa sullo scranno di Pietro saprà dare qualche valido suggerimento.
VIDEO
IL PAPA E I GIOVANI
GIOVANNI PAOLO II - l’uomo che ha cambiato la storia
[serie RCS - GAZZETTA volume 3 capitolo 4]
RECITAL - C:\ANTO\oratorio\recita 24-06-06l.doc
26/05/2006 - ed. 01 rev. 00
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ORATORIO SAN GIOVANNI BOSCO NOVEDRATE
“25° anniversario di Ordinazione Sacerdotale di don Adelio”
“GIOVANNI PAOLO II”
l’uomo che ha cambiato il mondo
per il testo si può sbobinare il finale
LETTORE
NON ABBIATE PAURA DI ESSERE GIOVANI!
Non abbiate paura della vostra giovinezza e di quei profondi desideri
che provate di felicità, di verità, di bellezza e di durevole amore! Si dice
qualche volta che la società ha paura di questi potenti desideri dei
giovani e che voi stessi ne avete paura. Non abbiate paura! Quando io
guardo a voi, giovani, sento una grande gratitudine e speranza. Il futuro
a lungo termine nel prossimo secolo sta nelle vostre mani. Il futuro di
pace sta nei vostri cuori. [...] Dovete essere persone con una profonda
fiducia nell'uomo ed una profonda fiducia nella grandezza della
vocazione umana.
[Giovanni Paolo II, Messaggio per la XVIII Giornata Mondiale della pace]
LETTORE
NON ABBIATE PAURA DELLA VERITÀ!
Alcuni di voi possono esser tentati di rifuggire dalle responsabilità: negli
illusori mondi dell'alcool e della droga, nelle fugaci relazioni sessuali
senza impegno per il matrimonio e la famiglia, nell'indifferenza, nel
cinismo e perfino nella violenza. State in guardia contro l'inganno di un
mondo che vuole sfruttare o far deviare la vostra energica e potente
ricerca della felicità e del senso della vita. Ma non evitate la ricerca delle
risposte vere alle domande che vi stanno di fronte. Non abbiate paura!
Giovanni Paolo II, Messaggio per la XVIII Giornata Mondiale della Pace
LETTORE
NON ABBIATE PAURA DI ANNUNCIARE IL VANGELO!
Non abbiate paura di andare per le strade e nei luoghi pubblici, come i
primi Apostoli che hanno predicato Cristo e la Buona Novella della
salvezza nelle piazze della città, dei centri e dei villaggi. Non è tempo di
vergognarsi del Vangelo. È tempo di predicarlo dai tetti. Non abbiate
paura di rompere con i comodi e abituali modi di vivere, al fine di
raccogliere la sfida di far conoscere Cristo nella moderna "metropoli".
Dovete essere voi ad andare "ai crocicchi delle strade" e a invitare tutti
quelli che incontrate al banchetto che Dio ha apparecchiato per il suo
popolo. [...] Cristo ha bisogno di operai pronti a lavorare nella sua
vigna. Giovani cattolici del mondo, non deludetelo. Nelle vostre mani,
portate la Croce di Cristo. Sulle vostre labbra le parole di Vita. Nei
vostri cuori la garanzia salvifica del Signore.
Giovanni Paolo II, Omelia a Denver - 15 Agosto 1993
LETTORE
NON ABBIATE PAURA DI ESSERE SANTI!
Perseverate con fermezza accanto a Cristo, perché lui rimanga in voi!
Non permettete che nei vostri cuori si spenga la luce della santità! Non
abbiate paura di aspirare alla santità! Non abbiate paura di essere
santi! Del secolo che volge al suo termine e del nuovo millennio fate
un'era di uomini santi!
Giovanni Paolo II, Omelia per la canonizzazione della Beata Kinga – 16 giugno 1999
Con Cristo la santità - progetto divino per ogni battezzato - diventa
realizzabile... Gesù cammina con voi, vi rinnova il cuore e vi
irrobustisce con il vigore del suo Spirito.
Giovanni Paolo II, Messaggio per la XV Giornata Mondiale della Gioventù
LETTORE
NON ABBIATE PAURA DI RISPONDERE ALLA VOSTRA VOCAZIONE!
RECITAL - C:\ANTO\oratorio\recita 24-06-06l.doc
26/05/2006 - ed. 01 rev. 00
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ORATORIO SAN GIOVANNI BOSCO NOVEDRATE
“25° anniversario di Ordinazione Sacerdotale di don Adelio”
“GIOVANNI PAOLO II”
l’uomo che ha cambiato il mondo
Non abbiate paura di ritornare incessantemente a Cristo, fonte della
Vita! [...] Manifestando la sua fiducia, Gesù volge a voi il suo sguardo e
vi invita a fare della vostra esistenza qualcosa di buono, facendo
fruttificare i talenti che vi ha affidato, per il servizio alla Chiesa e ai
vostri fratelli, come pure per l'edificazione di una società più solidale,
più giusta e più pacifica. Cristo vi invita a riporre la vostra speranza in
lui e a seguirlo sulla via del matrimonio, del sacerdozio o della vita
consacrata. Nel silenzio del vostro cuore, non abbiate paura di ascoltare
il Signore che vi parla!
Giovanni Paolo II, Discorso ai giovani di Rouen - 14 Aprile 2000
Gesù Dice a ognuno di voi: "Vieni e seguimi"! Non abbiate paura a
rispondere a questa chiamata, perché Egli è la vostra forza.
Giovanni Paolo II, Discorso ai giovani di Terra santa - 24 Marzo 2000
LETTORE
NON ABBIATE PAURA DEL FUTURO!
In Cristo voi potete credere nel futuro, anche se non potete distinguerne
i contorni. Voi potete affidarvi al Signore del futuro, e superare così il
vostro scoraggiamento di fronte alla grandezza del compito ed al prezzo
da pagare. Ai discepoli sgomenti sulla via di Emmaus il Signore disse:
«Non era necessario che il Cristo sopportasse queste sofferenze per
entrare nella sua gloria?». Il Signore rivolge queste stesse parole a
ciascuno di noi. Per questo, non abbiate paura di impegnare le vostre
vite nella pace e nella giustizia, perché voi sapete che il Signore è con
voi in tutte le vostre vie.
Giovanni Paolo II, Messaggio per la XVIII Giornata Mondiale della Pace
LETTORE
NON ABBIATE PAURA DELLA SOFFERENZA E DELLA MORTE!
Poiché la croce di Cristo è il segno d’amore e di salvezza, non deve
sorprenderci che ogni amore autentico richiede sacrificio. Non abbiate
paura allora quando l’amore è esigente. Non abbiate paura quando
l’amore richiede sacrificio. Non abbiate paura della croce di Cristo. La
croce è l’Albero della Vita. È sorgente di ogni gioia e di ogni pace. Era
l’unico modo per Gesù di arrivare alla risurrezione e al trionfo. È l’unico
modo per noi di partecipare alla sua vita, ora e sempre.
Giovanni Paolo II, Discorso ai giovani di Auckland – 22 novembre 1986
Certamente il messaggio che la Croce comunica non è facile da
comprendere nella nostra epoca, in cui il benessere materiale e le
comodità sono proposti e ricercati come valori prioritari. Ma voi, cari
giovani, non abbiate paura di proclamare, in ogni circostanza il Vangelo
della Croce. Non abbiate paura di andare controcorrente!
Giovanni Paolo II, Omelia – 4 Aprile 2004
CANTO
GLORIA
[OMI, Verbum Panis]
gloria in excelsis Deo (8 volte)
et in terra pax hominibus bonae voluntatis
laudamus te benedicimus te
adoramus te glorificamus te
gratias agimus tibi
propter magnam gloriam tuam
gloria in excelsis Deo (4 volte)
Domine Deus
rex caelestis
RECITAL - C:\ANTO\oratorio\recita 24-06-06l.doc
26/05/2006 - ed. 01 rev. 00
Domine Deus
rex caelestis
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ORATORIO SAN GIOVANNI BOSCO NOVEDRATE
“25° anniversario di Ordinazione Sacerdotale di don Adelio”
“GIOVANNI PAOLO II”
l’uomo che ha cambiato il mondo
Deus Pater omnipotens
Domine Fili
Domine Fili
unigenite
unigenite
Jesu Christe
Domine Deus agnus Dei Filius Patris
gloria in excelsis Deo (4 volte)
qui tollis peccata mundi miserere nobis
qui tollis peccata mundi
suscipe deprecationem nostram
qui sedes ad dexteram Patris
miserere nobis
gloria in excelsis Deo (4 volte)
quoniam tu solus
quoniam tu solus
solus sanctus
solus sanctus
tu solus Dominus
quoniam tu solus
quoniam tu solus
altissimus
altissimus
Jesu Christe
cum sancto Spiritu in gloria Dei Patris
gloria in excelsis Deo (7 volte)
gloria in excelsis
VIDEO
amen
TOTUS TUUS. LA DEVOZIONE MARIANA
GIOVANNI PAOLO II - l’uomo che ha cambiato la storia
[serie RCS - GAZZETTA volume 4 capitolo 4]
viene portata un icona della madonna mariana accompagnata da due incensieri.
CANTO
AVE MARIA
[OMI, Verbum Panis]
ave maria, ave
ave maria, ave
donna dell’attesa
e madre di speranza
ora pro nobis
donna del sorriso
e madre del silenzio
ora pro nobis
donna di frontiera
e madre dell’ardore
ora pro nobis
donna del riposo
e madre del sentiero
ora pro nobis
ave maria, ave
ave maria, ave
donna del deserto
RECITAL - C:\ANTO\oratorio\recita 24-06-06l.doc
26/05/2006 - ed. 01 rev. 00
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ORATORIO SAN GIOVANNI BOSCO NOVEDRATE
“25° anniversario di Ordinazione Sacerdotale di don Adelio”
“GIOVANNI PAOLO II”
l’uomo che ha cambiato il mondo
e madre del respiro
ora pro nobis
donna della sera
e madre del ricordo
ora pro nobis
donna del presente
e madre del ritorno
ora pro nobis
donna della terra
e madre dell’amore
ora pro nobis
ave maria, ave
ave maria, ave
Durante vengono portate ai piedi dell’icona alcune lampade.
LETTORE
Le ultime ore del papa sofferente, incapace di parlare, ma sereno sino
alla fine. In quei giorni papa Wojtyla scrisse la più struggente pagina di
quella
“enciclica del dolore” con la quale aveva definitivamente
conquistato il cuore del mondo. Il “mistero doloroso” vissuto e incarnato
da Karol Wojtyla è raccontato nelle parole del dottor Renato Buzzonetti,
medico personale del Papa.
Domenica 13 marzo il Papa rientrava in Vaticano (dal
Gemelli) alle ore 18.40 circa. Appena giunto nel suo appartamento, si
recò in cappella per unirsi al canto delle Lamentazioni, che in lingua
polacca commemorano la passione del Signore. Dal febbraio
nell’appartamento papale era operante un efficiente servizio di guardia.
Anche negli anni precedenti, in occasioni di fasi critiche delle condizioni
di salute del Papa e dopo i vari interventi chirurgici, io e i miei
collaboratori ci eravamo alternati, giorno e notte, in una vigilanza
ravvicinata e, in qualche occasione, protratta per alcune settimane.
Questa integrava la Guardia Medica permanente esistente nella Città
del Vaticano. Ma le difficili condizioni di salute del Papa resero urgente
l’attivazione di una struttura più complessa. Essa era costantemente
assicurata da un’equipe vaticana multidisciplinare, composta di 10
medici rianimatori, da specialisti di cardiologia, di infettivologia, di
otorinolaringoiatria, di medicina interna, di radiologia e di patologia
clinica, coadiuvati da quattro infermieri professionali, sotto la mia
direzione. Secondo le peculiari e secolari tradizioni degli archiatri
pontifici e del servizio sanitario vaticano, il personale medico
apparteneva ad alcuni prestigiosi ospedali pubblici e a due facoltà
universitarie della città di Roma. Tutti con cuore di umili cirenei
aiutavamo l’anziano Papa, nostro vescovo, a portare la sua croce sino
alla fine. Moderne e complete attrezzature e strumentazioni erano in
permanente funzione. Nei giorni successivi continuò la lenta ripresa
delle condizioni generali, resa difficile dalla deglutizione molto
difficoltosa, dalla fonazione assai stentata, dal deficit nutrizionale e
dalla notevole astenia.
Domenica 20 e mercoledì 23 marzo il Santo Padre compì
un’apparizione alla finestra del suo studio, muta, limitandosi alla
benedizione con un semplice gesto della mano destra. Nella Settimana
santa il Papa concelebrò i riti del Triduo pasquale nella sua cappella e
si unì alla Via Crucis al Colosseo mediante una lunga e dolente ripresa
televisiva.
Il 27 marzo, domenica di Pasqua, il Papa si trattenne per
circa 13 minuti dinanzi alla finestra spalancata sulla piazza gremita di
RECITAL - C:\ANTO\oratorio\recita 24-06-06l.doc
26/05/2006 - ed. 01 rev. 00
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“25° anniversario di Ordinazione Sacerdotale di don Adelio”
“GIOVANNI PAOLO II”
l’uomo che ha cambiato il mondo
fedeli in attesa del messaggio pasquale. Teneva in mano i fogli del testo
che, sul sagrato della basilica, era letto dal cardinale Angelo Sodano,
segretario di Stato, con voce commossa. Con ammirevole buona volontà
prima aveva provato a leggere il testo e sembrava che il faticoso
tentativo potesse avere successo. Ma invano il Papa tentò di
pronunciare le parole liturgiche; con un gemito sussurrò: «Non ho voce»
e, in silenzio, con la mano destra tracciò un largo segno di croce sulla
città e sul mondo: fu la sua ultima benedizione Urbi et Orbi. Furono
quelli gli ultimi giorni di vita di Giovanni Paolo II, che la Provvidenza
faceva coincidere con il mistero della passione, morte e risurrezione del
Signore della gloria. Il Lunedì dell’Angelo il Santo Padre non si presentò
alla finestra del suo studio.
Mercoledì 30 marzo il Santo Padre di nuovo si affacciava e,
senza parlare, benediceva la folla costernata, che lo attendeva in piazza
San Pietro. Fu l’ultima statio pubblica della sua Via Cruci. Lo stesso
giorno veniva comunicato che era stata intrapresa la nutrizione enterale
mediante il posizionamento permanente di un sondino nasogastrico,
poiché quella per via orale era divenuta impraticabile.
Giovedì 31 marzo, poco dopo le ore 11, il Santo Padre, che si
era recato in cappella per la celebrazione della Messa, fu colto da un
brivido squassante, cui seguì una forte elevazione termica sino a 39,6.
Subentrava un gravissimo shock settico con collasso cardiocircolatorio,
dovuto a un’accertata infezione delle vie urinarie. Immediatamente
furono presi tutti gli appropriati provvedimenti terapeutici e di
assistenza cardiorespiratoria. A seguito di esplicita domanda di
monsignor Dziwisz, il Papa esprimeva chiaramente la decisione di
rimanere nella sua abitazione, ove era peraltro assicurata
un’ininterrotta e qualificata assistenza specialistica. Nel tardo
pomeriggio la Messa era celebrata ai piedi del letto del Papa. Questi
concelebrava con gli occhi socchiusi ma, al momento della
consacrazione, sollevava debolmente il braccio destro per due volte, cioè
sul pane e sul vino. Accennava altresì il gesto di battersi il petto
durante la recita dell’Agnus Dei. Il cardinale Marianlaworski gli
amministrava l’Unzione degli Infermi. Alle ore 19.17 il Papa faceva la
santa Comunione. Al termine della Messa, dopo i segretari, le suore
della casa baciarono la mano al Papa, che le chiamò per nome e
soggiunse: «Per l’ultima volta». Anche i medici e gli infermieri si
avvicinarono commossi. Io, stringendogli forte la mano, gli dissi:
«Santità, le vogliamo bene e le siamo vicini con tutto il cuore».
Successivamente il Santo Padre chiese di celebrare “l’ora eucaristica” di
meditazione e preghiera, conclusa con il canto delle suore.
Venerdì 1 aprile, alle ore 6 del mattino, il Papa, cosciente e
sereno, indossando la stola e la croce pettorale, concelebrava la Messa.
Verso le ore 7.15 con grande raccoglimento seguiva la meditazione delle
14 stazioni della Via Crucis e faceva il segno della croce a ogni stazione.
Successivamente si associava alla recita dell’Ora Terza dell’Ufficio
divino e ascoltava la lettura di brani della Sacra Scrittura, fatta dal
padre Tadeusz Styczen, suo discepolo. Le condizioni cliniche ormai
erano divenute di estrema gravità e si caratterizzavano per l’allarmante
compromissione dei parametri ematologici e metabolici nel contesto di
un’ingravescente insufficienza cardiocircolatoria, respiratoria e renale. Il
malato, che con grande difficoltà poteva sussurrare soltanto poche
sillabe, con intensa e silenziosa partecipazione si associava alla
continua preghiera di coloro che lo assistevano.
Il mattino di sabato 2 aprile, alle 7.3 0, la Messa era
celebrata alla presenza del Santo Padre, che cominciava a presentare
un’iniziale seppur discontinua compromissione dello stato di coscienza.
Nella tarda mattinata si registrava un brusco rialzo della temperatura.
Verso le ore 15.30, con voce debolissima e parola biascicata, in lingua
RECITAL - C:\ANTO\oratorio\recita 24-06-06l.doc
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“25° anniversario di Ordinazione Sacerdotale di don Adelio”
“GIOVANNI PAOLO II”
l’uomo che ha cambiato il mondo
polacca, il Santo Padre chiedeva di «lasciarlo andare dal Signore». Dal
canto loro i medici si rendevano conto che la fine era imminente e che
ogni nuovo aggressivo provvedimento terapeutico sarebbe stato inutile.
Poco prima delle 19 il Santo Padre entrava in corna. Il monitor
documentava il progressivo esaurimento delle funzioni vitali. Secondo
una tradizione polacca, un piccolo cero acceso illuminava la penombra
della camera, ove il Papa andava spegnendosi. Alle 20 iniziava la
celebrazione della Messa della festa della Divina Misericordia, ai piedi
del letto del Santo Padre in agonia. Il rito era presieduto da S.E.
monsignor Stanislaw Dziwisz con la partecipazione del cardinale Marian
Jaworski, di SE. monsignor Stanislaw Rilko e di rnonsignor Mieczyslaw
Mokrzycki. Le suore della casa, alcuni sacerdoti e amici, i medici e gli
infermieri
circondavano
l’altare.
Canti
religiosi
polacchi
accompagnavano la celebrazione e si univano a quelli dei giovani e della
moltitudine dei fedeli, raccolti in preghiera nella piazza San Pietro.
Alle ore 21.37 il Santo Padre spirava. Dinanzi al suo corpo
ormai inanimato i presenti intonavano il Te Deum. L’inno di lode e di
ringraziamento si fondeva con la preghiera unanime che dal popolo
cristiano convenuto nella piazza saliva verso la finestra della stanza del
Papa d’improvviso illuminata. Il decesso, da me constatato, era
accertato anche mediante l’esecuzione dell’elettrocardiotanatogramma
protratto per 20 minuti primi, secondo le norme vaticane. Per Giovanni
Paolo Il si era compiuta la beata speranza.
CANTO
LE TUE MERAVIGLIE
Ora lascia o Signore
che io vada in pace
perché ho visto le tue meraviglie.
Il tuo popolo in festa
per le strade correrà
a portare le tue meraviglie.
[OMI, Verbum Panis]
La tua presenza ha riempito d’amore
le nostre vite e le nostre giornate.
In te una sola anima
un solo cuore siamo noi
con te la luce risplende
splende più chiara che mai.
Ora lascia o Signore
che io vada in pace
perché ho visto le tue meraviglie.
Il tuo popolo in festa
per le strade correrà
a portare le tue meraviglie.
La tua presenza ha inondato d’amore
le nostre vite e le nostre giornate.
Fra la tua gente resterai
per sempre vivo in mezzo a noi
fino ai confini del tempo
così ci accompagnerai.
Ora lascia o Signore
che io vada in pace
perché ho visto le tue meraviglie.
RECITAL - C:\ANTO\oratorio\recita 24-06-06l.doc
26/05/2006 - ed. 01 rev. 00
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ORATORIO SAN GIOVANNI BOSCO NOVEDRATE
“25° anniversario di Ordinazione Sacerdotale di don Adelio”
“GIOVANNI PAOLO II”
l’uomo che ha cambiato il mondo
Il tuo popolo in festa
per le strade correrà
a portare le tue meraviglie.
RECITAL - C:\ANTO\oratorio\recita 24-06-06l.doc
26/05/2006 - ed. 01 rev. 00
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