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Parchi e giardini del centro di Bologna

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Parchi e giardini del centro di Bologna
seguito a interventi successivi, è oggi in gran parte di conifere, con
specie tipiche della collina nel versante occidentale, tra cui alcune
roverelle secolari. Dal piazzale si gode uno spettacolare panorama su
Bologna e la pianura che nel corso dei secoli ha colpito visitatori di tutti
i paesi (tra i tanti, Stendhal di passaggio a Bologna nel 1817). Dal parco
ha inizio il sentiero CAI 902, che si sviluppa per circa 4 km sulle colline
sino al Parco di Forte Bandiera.
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Fondato nel 1568 da Ulisse Aldrovandi in un cortile di Palazzo
d’Accursio, a poca distanza dall’Archiginnasio, prima sede stabile
dello Studio bolognese, l’Orto ha cambiato più volte sede. Quella
attuale, dei primi dell’Ottocento, ospita più di 5000 esemplari di
piante locali ed esotiche, di dimensioni anche notevoli (magnolia,
ginkgo, tasso, criptomeria, pioppo del Canada, noce bianco,
liquidambar, cipresso calvo, ecc.). L’Orto comprende alcune
serre (la collezione di succulente è tra le più complete d’Italia),
uno stagno, una raccolta di erbe medicinali che richiama gli
antichi “orti dei semplici” e piante tipiche dei boschi appenninici.
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Addossato al centro cittadino, il colle (132 m) è il più celebre belvedere
sulla città. Il complesso monastico, oggi sede dell’Istituto Ortopedico
Rizzoli, fu edificato nel ’300 dagli Olivetani; la chiesa, ricostruita
nei primi decenni del ’500, è attribuita a Biagio Rossetti. Alla fine
dell’Ottocento le pendici del colle furono trasformate in un parco
che facesse da corredo all’ospedale: la copertura arborea, anche in
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La moderna area verde, realizzata nel 1975 e situata sul retro del
Teatro Comunale, si sviluppa sul cosiddetto “Guasto dei Bentivoglio”:
le macerie del palazzo di Giovanni II Bentivoglio distrutto a furor
di popolo nel 1507. Nell’originale disegno del giardino, ideato per
stimolare il gioco dei bambini, il cemento modellato in forme morbide
e sinuose circonda gruppi di aceri, bagolari, carpini e altre specie.
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Per informazioni sul verde pubblico del Comune di Bologna:
www.comune.bologna.it/ambiente
A cura della Fondazione Villa Ghigi.
Testi: Ivan Bisetti, Teresa Guerra, Mino Petazzini, Emanuela Rondoni.
Giardini Margherita
Stazione
Centrale
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12. Giardino del Guasto
Scalinata del Pincio - Montagnola
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Vie Irnerio e Indipendenza
Secondo la tradizione, la modesta altura deve la sua origine alle
macerie della fortezza di Galliera, trecentesco castello pontificio,
o più probabilmente all’accumulo di materiali dai cantieri cittadini.
Dopo la metà del ’600 la collinetta servì per il passeggio e
divertimenti di vario genere. Per volontà di Napoleone, di passaggio
a Bologna nel 1805, l’area verde fu ridisegnata da Giovanni Battista
Martinetti secondo i canoni del giardino alla francese. Nel 1896
venne aggiunta la scalinata monumentale su via Indipendenza, che
guarda verso l’antica Porta di Galliera e i ruderi della fortezza. Nel
parco, che ha al centro una grande vasca circolare con sculture di
animali, risaltano le chiome di alcuni platani monumentali.
DSIGN.IT/stampa novembre 2015/tipografia metropolitana Bologna
10. Giardino della Montagnola
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Parchi e giardini
del centro di Bologna
Bologna è stata per secoli una città di vasti orti e
giardini segreti tra i palazzi, con spazi per il passeggio
alla Montagnola e a San Michele in Bosco.
Poi Napoleone, ai primi dell’Ottocento, ha voluto che
la Montagnola diventasse il primo giardino pubblico di
Bologna e dopo l’Unità d’Italia è nato il primo grande
parco fuori dalle mura: i Giardini Margherita.
1. Giardino di piazza Minghetti
La piazza, ricavata verso la fine dell’Ottocento durante le
trasformazioni postunitarie di questa parte della città medievale,
è stata di recente risistemata in una veste più moderna. Il platano,
che si staglia dietro il monumento allo statista bolognese Marco
Minghetti, risale all’impianto originario ed è tra gli alberi più
maestosi di Bologna.
2. Giardino di piazza Cavour
3. Giardino Lavinia Fontana
5. Giardini Margherita - Porte Santo
Il giardino occupa una porzione degli antichi orti cintati del
duecentesco monastero femminile di Santa Cristina, per secoli
incluso in un’ampia area rurale interna alla città. Nel tranquillo spazio
verde, intitolato alla pittrice bolognese Lavinia Fontana, spiccano
alcuni grandi platani e un paio di pioppi. Nell’area universitaria
confinante cresce un doppio filare di gelsi.
È il più esteso e frequentato parco cittadino. Realizzato, su
disegno del piemontese Bertone di Sambuy, per dotare la Bologna
postunitaria di uno spazio verde pubblico adeguato, venne
inaugurato nel 1879 e intitolato alla regina Margherita, moglie di
Umberto I. Nonostante le tante trasformazioni e le innumerevoli
attività ospitate, l’area verde conserva buona parte dell’assetto
originario, vagamente ispirato ai grandi parchi all’inglese: ampi
viali alberati, un laghetto con scogliere in gesso, vaste superfici
a prato, un boschetto di lecci, altri angoli più naturali e notevoli
esemplari arborei in prevalenza esotici (cedri, pini, ippocastani,
platani, cipressi calvi, farnie e una sequoia). I lavori per la sua
realizzazione portarono alla luce un sepolcreto etrusco, dal quale
proviene la tomba in travertino ai margini del prato centrale. Sul
lato meridionale del laghetto scorre un breve tratto scoperto
dell’antico canale di Savena (1176), una delle vie d’acqua che un
tempo attraversavano la città.
Via del Piombo
La prima piazza-giardino postunitaria è contornata da eleganti
edifici ottocenteschi. Nel giardino, caratterizzato da aiuole, vialetti,
una vasca circolare e un mezzobusto di Cavour, spiccano un
grande esemplare di ginkgo, ippocastani, magnolie, tassi e arbusti
sempreverdi di maonia, arancio amaro, aucuba.
Stefano e Castiglione, vie Santa Chiara e Sabbioni
il Po, il museo d’arte moderna MAMbo e alcuni spazi legati alla
Cineteca di Bologna. Delimitato da una folta siepe mista di arbusti
ornamentali, il Giardino John Klemlen ricorda un pilota sudafricano
morto al fianco dei partigiani nella battaglia di Porta Lame del
settembre 1944; ospita alcuni orti metropolitani che coinvolgono
scuole e cittadini.
6. Giardino di Villa Cassarini
Viali Aldini e Risorgimento
Si estende sui terreni di un’antica villa, non più esistente,
risistemati nel 1934, quando fu costruita la soprastante Scuola
di Ingegneria (opera razionalista di Giuseppe Vaccaro). Tutta la
zona è stata luogo di importanti ritrovamenti etruschi. Il giardino,
contraddistinto da belle cancellate agli ingressi e vialetti sinuosi, si
sviluppa intorno a un ovale centrale con aiuole inerbite. Il corredo
verde comprende grandi esemplari sempreverdi (cedri, abeti, pini,
cipressi) e impianti più recenti di specie a foglia caduca.
7. Giardino della chiesa
di San Francesco - Piazza San Francesco
Giardino di Casa Carducci
Giardino di piazza Cavour
Due porzioni di verde fanno da cornice alla duecentesca chiesa.
Nel primo spazio, naturale prosecuzione dell’ampio sagrato,
crescono ginkgo e frassini, nel secondo cipressi, tigli e querce.
Sul retro, in un piccolo cortile sul lato opposto di piazza Malpighi
cresce un platano, ben visibile anche da lontano, che è in assoluto
l’albero più imponente del centro di Bologna.
4. Giardino di Casa Carducci
8. Giardino del Cavaticcio
Piazza Carducci
Viale Pietramellara, vie del Porto e Gardino
Il piccolo giardino, contiguo all’ultima abitazione di Giosuè Carducci,
venne trasformato negli anni ’20 in memoriale: il monumento di
Leonardo Bistolfi che raffigura il poeta in atteggiamento assorto, è
sormontato da un grandioso bagolaro, affiancato da cipressi, cedri
e macchie di arbusti sempreverdi.
Il giardino si sviluppa nella zona dell’antico porto di Bologna,
lungo l’alveo del canale del Cavaticcio, derivato da quello di Reno.
L’aspetto attuale si deve alla recente sistemazione della cosiddetta
Manifattura delle Arti, che comprende la Salara, ex deposito del
sale che arrivava dal litorale di Cervia tramite il canale Navile e
Gardino del Cavaticcio
9. Giardino 11 Settembre 2001
Vie Gardino, Riva di Reno e del Castellaccio
L’area verde è delimitata dalla muraglia con grandi finestre
dell’ex Manifattura Tabacchi, impiantata nel 1801 sul luogo
dell’antichissimo convento di Santa Maria Nuova. Nel 1906, su via
Riva Reno, fu costruita la palazzina per uffici in stile liberty, oggi
sede della Cineteca di Bologna. Gli stabilimenti, bombardati nella
Seconda Guerra Mondiale, furono in seguito demoliti. Nei prati
spiccano un cedro, un platano policormico, antichi fichi, gruppi di
bagolari, pioppi neri e bianchi.
Parco 11 settembre
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