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VADO A SCUOLA - Cinema Cristallo

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VADO A SCUOLA - Cinema Cristallo
VADO A SCUOLA
di Pascal Plisson
SCHEDA DI LETTURA
RIASSUNTO (per gli insegnanti)
Fonte: http://blog.iodonna.it/scuola/2013/09/23/vado-a-scuola-un-film-da-vedere-soprattutto-per-le-scuole/
Non pensate alla solita storia caramellosa e strappalacrime, studiata a tavolino per colpire al cuore gli
occidentali ricchi (forse). “Vado a scuola” è un film bello, dove i bambini sono i protagonisti assoluti, con le
loro voci e le loro storie, senza inutili commenti fuori campo. Commuove, certo, come è giusto che sia, ma
senza facili scorciatoie. Al festival di Locarno, dov’è stato presentato l’ultima sera, ha avuto gran successo.
“Vado a scuola” racconta come 4 ragazzi, tra gli 11 e i 13 anni, in 4 angoli sperduti della terra affrontino
ogni giorno ore di cammino, a rischio della loro stessa vita, pur di arrivare a scuola. E come lo facciano
sempre con il sorriso sulle labbra, consapevoli di quanto l’istruzione sia la loro grande,
irripetibile possibilità. Le storie si intrecciano, i bambini non sono mai in posa, ma ripresi “al naturale” nei
loro dialoghi con i familiari. Nessuno di loro aveva mai visto una troupe, naturalmente, e per essere ripresi
hanno chiesto solo di non essere disturbati e non perdere neanche un’ora di lezione.
Si parte con Jackson, Kenya: è il bambino più a rischio perché ogni mattina fa 15 chilometri di corsa, in
mezzo alla savana, trascinandosi dietro la sorellina. Per arrivare a scuola deve superare una zona piena di
animali selvaggi, soprattutto i temibili elefanti. Il pericolo è noto; ogni anno 4-5 bambini della sua scuola
vengono uccisi lungo il percorso mattutino, e appena si entra in classe il maestro fa l’appello per essere
sicuro che tutti gli alunni siano arrivati sani e salvi. Nella scuola non c’è l’acqua potabile, e tutti devono
portarsi dietro una tanichetta. Ma le difficoltà non scoraggiano Jackson che corre per arrivare puntuale: nel
giorno in cui lo segue il documentario, spetta a lui l’alzabandiera del mattino. E ci tiene tantissimo a fare
bella figura. Così come ci tiene a presentarsi in ordine; nella prima scena del documentario, si vede proprio
Jackson che lava la sua divisa in una buca nel terreno.
Poi c’è Carlito, in Patagonia, che ogni mattina si fa 25 km a cavallo con la sorellina e supera le montagne (i
paesaggi sono straordinari). Nella prima parte è solo; poi si incontra con altri ragazzi, anche loro a cavallo.
Quando arrivano a scuola, ciascuno parcheggia il suo, come se fosse un motorino. Da grande, dice Carlito,
vorrà restare nella sua terra e fare il veterinario, mentre la sorella sogna di diventare maestra.
La storia forse più commuovente è quella di Samuel, 11 anni, che vive con i fratelli più piccoli in un villaggio
sul golfo del Bengala. Samuel è disabile e per portarlo a scuola i fratellini devono spingerlo per un’ora e
mezza su una carrozzina sgangherata che rischia di perdere i pezzi (e infatti una ruota si sgonfia). Ma il
momento più bello è quando i due più piccoli lasciano Samuel davanti alla scuola media, dove lo pettinano
e lo accarezzano con un affetto che fa stringere il cuore. E dopo un ultimo bacio lo lasciano ad altri
ragazzini, che lo accolgono con un entusiasmo che dovrebbe essere di lezione a tanti. Proprio Samuel, il
diverso, è il compagno più amato e la sua presenza in classe arricchisce gli altri
Ma a me ha colpito di più una ragazzina, Zahira, che vive in una comunità berbera tra le montagne
dell’Atlante, in Marocco. Zahira è in gamba; mentre le sue sorelle a 13 anni sono già sposate e i fratelli si
occupano del bestiame, lei è l’unica che ha il grande privilegio di poter studiare. Glielo spiega la nonna,
analfabeta, e la ragazzina annuisce, orgogliosa e consapevole. Ogni lunedì Zahira con due amiche si fa 4 ore
a piedi, lungo sentieri impervi, per arrivare nella città dove c’è il collegio che le ospita fino al venerdì. Lungo
la strada qualche volta riescono ad avere un passaggio, altre no: un anziano per esempio si rifiuta di dare
uno strappo alle bambine che vanno a scuola. Loro però non si scoraggiano, anche quando una si fa male
alla caviglia e non può proseguire. Sono forti, entusiaste, allegre e se ne infischiano dei pregiudizi, grazie
anche alle famiglie che le appoggiano.
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VADO A SCUOLA
di Pascal Plisson
SCHEDA DI LETTURA
E questo vale anche per gli altri: i quattro ragazzi non affronterebbero quei sacrifici, quei pericoli, se i
genitori, pur poverissimi e ignoranti, non li aiutassero. Sono sorridenti e fiduciosi perché pensano – e a
ragione – di avere in mano le redini del proprio futuro.
Il regista, il francese Pascal Plisson, esperto in documentati sull’Africa, ha avuto l’idea mentre lavorava a un
progetto sui Masai. Ha visto dei bambini che affrontavano i pericoli della savana per andare a scuola, e da lì
è partito. Grazie all’Unesco e all’organizzazione internazionale Aide et Action ha avuto i contatti con le
scuole, che gli hanno segnalato gli studenti. Ora promette di continuare a seguire i “suoi” magnifici quattro,
e di aiutarli. Speriamo.
SCHEDA DI LETTURA
JACKSON
11 ANNI
ETIOPIA
15 KM 4 ORE
1. Scena iniziale: che cosa rappresentadescrivila.
(- che cosa fa Jackson
- paesaggio)
- significato della scena (perché è stata scelta come introduzione)
2. Il papà di Jackson, prima della partenza per la scuola, dice:
“che la tua strada sia libera dagli ostacoli, che la tua scuola sia benedetta, … che voi siate forti,
intelligenti, istruiti”. Che cosa desidera il padre per i suoi figli?
Se tuo padre ti rivolgesse un augurio ogni mattina, cosa direbbe?
3. Quali lavori compie Jackson quando non è a scuola?
4. Rapporto Jackson/Salomé: ci sono delle scene che ti colpiscono? Come definiresti il loro rapporto?
Rifletti sui tuoi rapporti con i fratelli/sorelle minori
5. Quali pericoli e quali difficoltà incontrano i due ragazzini durante la loro marcia?
6. Jackson non vuole arrivare in ritardo a causa della cerimonia dell’alzabandiera; in che cosa
consiste? Perché secondo te è così importante per lui? Solo per lui?
7. L’insegnante, rivolgendosi ai suoi alunni, dice: “grazie per lo sforzo che fate per essere qui”. A che
cosa allude?
8. Il sogno di Jackson è quello di volare; questo sogno ha a che fare con la sua esperienza di vita?
ZAHIRA
12 ANNI
ALTO ATLANTE-MAROCCO
22 KM 4 ORE
1. Scena iniziale: come viene presentata la protagonista e attraverso quali azioni?
2. La nonna dice a Zahira: “capirai la vita, sarai istruita”; pensi anche tu che il fatto di essere istruiti
aiuti a capire meglio la vita?
3. Il papà dice a Zahira: “sii coscienziosa, che il Signore ti dia la forza di portare a buon fine i tuoi
progetti”; quali sono i valori, le cose importanti, in questa famiglia?
4. Perché Zahira porta con sé la gallina?
5. Come si comportano gli adulti con le ragazzine?
6. Che cosa pensi dei genitori che mandano a scuola le figlie in questa zona del Marocco?
CARLITO
11 ANNI
PATAGONIA ARGENTINA
18 KM 1H30
1. La presentazione di questo personaggio avviene attraverso una scena dominata da chi?
2. Questi “personaggi” hanno a che vedere con il sogno di Carlito?
3. Descrivi il viaggio dei 2 ragazzini e spiega quali sono i pericoli che devono affrontare?
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VADO A SCUOLA
di Pascal Plisson
SCHEDA DI LETTURA
4. Carlito riceve in dono un nastro rosso; chi glielo dà? A che cosa gli servirà?
5. Arrivato a scuola, anche Carlito partecipa all’alzabandiera. Perché, secondo te, nelle scuole di
questi paesi esiste questa cerimonia?
SAMUEL
13 ANNI
GLOFO DEL BENGALA 4KM
1H15
1. Descrivi la scena iniziale attraverso cui viene presentato Samuel.
2. Il viaggio di Samuel per andare a scuola è il più breve ma non il più facile; in che cosa consistono le
difficoltà? descrivi quelle che ti sono sembrate più dure.
3. In questo caso i fratellini hanno un ruolo diverso rispetto ai casi di Carlito e Jackson; che cosa
fanno? Come lo fanno? Con quali aggettivi definiresti il loro comportamento?
4. I 3 fratelli giungono infine in città, la prima città che vediamo in questo documentario. Quali aspetti
di quel particolare ambiente ne fanno una città? Che cosa ti colpisce del traffico? Dei negozianti?
5. Samuel viene consegnato dai fratelli ai suoi compagni, dai quali riceve un’accoglienza molto
calorosa; ti sembra realistico ciò che avviene in quella scuola? pensa anche al comportamento
degli uomini del camion in avaria, è possibile dire che in India le persone sono molto più gentili e
generose che non da noi?
6. Il sogno di Samuel non è di guarire nè di avere una carrozzina moderna, ma è quello di essere “una
brava persona”, di essere capace di aiutare i ragazzi come lui. Non prova rabbia né vergogna a
causa del suo handicap: come spieghi questo strano comportamento?
APPROFONDIMENTI:
A
B
C
D
E
I PAESAGGI. Se ne può chiedere una descrizione, (per la 3°) la collocazione su un planisfero,
facendo riflettere sul clima e gli orizzonti vegetali; si tratta di savana (Jackson), montagna rocciosa
(Zahira) e steppa (Patagonia). In comune l’aridità; far notare che in tutti i paesaggi è comunque
presente l’acqua; far notare quale uso se ne faccia; si può pensare ad un lavoro sull’uso dell’acqua e
al suo spreco, alle guerre per l’acqua…
CIBO. In tutti casi le famiglie mangiano insieme; con delle costanti: il piatto in comune, il mangiare
con le mani, lo star seduti per terra. Abitudini della stragrande maggioranza degli esseri umani, di
cui ricercare il senso. Si può ragionare sul fatto che i “diversi” siamo noi.
FAMIGLIA. Si può ragionare sul ruolo dei genitori : di che cosa si preoccupano? Che tipo di
atteggiamento manifestano verso i propri figli? Raccomandano e consigliano, ma non sgridano,
alimentano autostima e fiducia, pur non nascondendo i pericoli; ragionare sul perché siano
comunque disponibili ad affrontare l’angoscia dei viaggi dei loro figli. Vale la pena avere figli
istruiti? Perché?
in tutte le storie c’è anche un rapporto molto forte con i fratelli (nel caso di Zahira le amiche);
anche qui è interessante far riflettere sul ruolo dei fratelli maggiori e, nel caso di Samuel, di quelli
più sani (anche se lui è la mente), il concetto di responsabilità, anche per i piccoli.
Anche in questo caso, nelle società meno evolute tecnologicamente i rapporti all’interno della
famiglia sarebbero più positivi? Come mai?
RELIGIOSITA’. Nei diversi episodi si possono osservare alcune manifestazioni di religiosità:
- la preghiera che segue l’alzabandiera in Etiopia
- l’attribuire al Signore il buon esito delle azioni compiute
- il culto nel piccolo altare in mezzo alla steppa ella Patagonia
- la recitazione del Corano
ALZABANDIERA. In ben 2 scuole, prima di cominciare le lezioni, si procede a questa cerimonia, che
da noi non esiste. Far riflettere su questa abitudine/non abitudine, per cercare di capirne il senso.
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di Pascal Plisson
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Anche le divise da noi non esistono, mentre in tutte le scuole del documentario i ragazzi le
indossano.
F TEMPO. In ogni storia la gestione del tempo è ben diversa che non da noi; i bambini si fermano,
giocano, fanno incontri, non hanno l’orologio, cercano di essere puntuali, ma arrivano come
possono.
G SOLITUDINE. In ogni caso questi ragazzi passano da soli una buona parte della giornata; da soli e in
situazioni pericolose o difficili, che devono affrontare da soli (cammino scosceso, copertone forato,
elefanti, poca disponibilità da parte di certi adulti). Confronto con la solitudine nostra, oggi; il
computer e il cellulare al posto degli esseri umani? Progresso?
SUGGERIMENTI:
Per cominciare si potrebbe proporre la frase con cui il film si apre: Dimentichiamo troppo spesso che
andare a scuola è una fortuna.
Si potrebbe proporla alla riflessione PRIMA, chiedendo di commentarla brevemente (per scritto, così si può
fare successivamente il confronto); e poi DOPO la visione del film e dell’eventuale lavoro di riflessione
compiuto in modo collettivo. Non fermarsi alle risposte in negativo (così almeno non devo camminare, ecc)
ma cercare di ragionare su quale è la fortuna oggi per un ragazzo del NORD del mondo, se questa fortuna
esiste. Ragionare anche su questo: rispetto a loro, capaci di affrontare tanta fatica, pericoli, ecc. i ragazzi
europei sono più deboli, incapaci, meno determinati?
A seconda dell’età, della maturità della classe e dei singoli, si possono affrontare i temi che il documentario
propone.
Sia dal punto di vista scolastico (geografia soprattutto) sia dal punto di vista del confronto fra l’esperienza
di un bambino del NORD del mondo con quella del SUD.
Il livello di approfondimento varia: il primo livello è quello della descrizione delle scene, dei personaggi, dei
paesaggi; il secondo è quello della narrazione di quanto accade, il terzo quello della ricerca e della
comprensione delle ragioni e delle cause, così come delle conseguenze.
Sotteso sempre il rispetto per la cultura altrui, non necessariamente più primitiva, se non sul piano della
tecnologia; soffermarsi sui valori (sia condivisi che diversi dai nostri).
Dal punto di vista cinematografico, aiutare i ragazzi a soffermarsi sulla scena di apertura, che è quasi
sempre la chiave per comprendere il proseguo. Anche questo è un punto interessante su cui lavorare.
Graziella Bosco
Dolceacqua, 15 ottobre 2015
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