Chirurgia, chemio e cibo giusto per i tumori delle vie digestive
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Chirurgia, chemio e cibo giusto per i tumori delle vie digestive
COME CURARE Stomaco ed esofago Chirurgia, chemio e cibo giusto per i tumori delle vie digestive Se l’intervento resta la prima opzione terapeutica nei tumori dell’alto tratto gastroenterico, ci sono novità nel campo dei farmaci biologici e una particolare attenzione alla difficile gestione alimentare a cura di AGNESE CODIGNOLA gni anno in Italia circa 13.000 persone si ammalano di tumore dello stomaco e 2.000 di tumore dell’esofago. Il primo dato è in lieve calo da anni, poiché la sua incidenza (che diminuisce di circa il 3 per cento l’anno) è strettamente associata al O controllo di alcuni fattori di rischio come l’infezione da Helicobacter pylori, sempre meno diffusa grazie all’impiego delle corrette terapie antibiotiche, all’utilizzo di nuovi metodi di conservazione e cottura degli alimenti e alla diminuzione del vizio del fumo. L’incidenza del tumore all’esofago, anch’esso associato al fumo di sigaretta e ad altri fattori non ancora del tutto chiari, è invece stabile. In entrambi i casi, soprattutto per quanto riguarda l’esofago, la cura è lunga e complessa. Tuttavia anche in questo campo la ricerca va avanti e i miglioramenti sono continui, anche se talvolta meno rapidi di quanto ci si augurerebbe. LA CHIRURGIA PER L’ESOFAGO L’asportazione del cancro dell’esofago resta una delle prime opzioni, ogni volta VITA QUOTIDIANA L’IMPORTANZA DELLA NUTRIZIONE tumori del tratto gastrointestinale sono forse quelli per i quali, più che per altri, l’alimentazione durante e dopo le cure gioca un ruolo fondamentale, poiché gli interventi chirurgici e le chemioterapie possono alterare anche profondamente la digestione e il metabolismo, e portare a uno stato di denutrizione che influenza l’esito delle cure stesse e, in generale, le possibilità di recuperare appieno e di combattere al meglio la malattia. Per assicurare a ogni malato la dieta più adatta bisogna avere un approccio globale alla sua condizione, come spiega Cecilia Gavazzi, medico nutrizionista dell’Istituto nazionale tumori di Milano: I In questo articolo: cancro dello stomaco cancro dell’esofago alimentazione che si può, cioè quando il tumore è limitato all’esofago e non sono presenti linfonodi metastatici. “Per le sue caratteristiche, l’esofago colpito da una neoplasia va asportato quasi totalmente” spiega Luca Tavecchio, chirurgo dell’Unità di chirurgia toracica dell’Istituto nazionale tumori di Milano. “Si sommano infatti la tendenza della neoplasia a svilupparsi verso l’alto e verso il basso lungo la parete rispetto alla sede di origine nella mucosa e la sua conformazione anatomica che rende difficile asportarne solo un pezzo e poi ricostruire. Per questo di solito si toglie quasi tutto l’esofago e lo si rimpiazza con una parte dello stomaco, che riesce a svolgere le sue funzioni abbastanza bene. In genere, tranne che nei casi di tumore in fase iniziale, si procede per via tradizionale (cioè attraverso il torace), perché gli interventi laparoscopici non sempre consentono di fare ciò che è richiesto in stadi più avanzati”. Si tratta quindi di un intervento importante, sempre accompagnato da un’asportazione estesa dei linfonodi. Al fine di renderlo ancora più efficace, negli ultimi anni si è andata affermando sempre più l’idea di far sottoporre il malato a cicli di chemioterapia o di radioterapia prima dell’operazione, per ridurre le dimensioni della massa. Dopo l’intervento, il paziente deve abituarsi a mangiare in un modo diverso, ossia poco ma spesso, alimenti facilmente digeribili e leggeri, nell’ambito di una dieta che può richiedere un’integrazione personalizzata. tà di vita dei pazienti, passati i primi giorni, spesso torna quasi come quella di prima, con qualche accorgimento, perché la parte di stomaco che resta (circa un quarto dell’originario) svolge comunque le sue funzioni. Quando invece dobbiamo asportare tutto lo stomaco, la situazione cambia radicalmente, perché l’esofago viene unito direttamente alla p r i m a parte dell’intestino e quindi il cibo deve arrivare lì frequentemente, in piccole quantità e in consistenza e qualità giuste per essere digerito. Ciò significa che il malato dovrà fare 4-5 piccoli pasti leggeri al giorno. Anche per questo tipo di intervento” prosegue Battiston “come per molti altri che riguardano l’apparato digerente, è stata proposta la via laparoscopica, che permette di evitare le grandi incisioni chirurgiche, con minori rischi e migliore qualità di vita nel periodo post operatorio, ma non ci sono ancora i numeri per affermare che questa soluzione possa andare bene per tutti; di certo è utilizzabile nei tumori gastrointesti- In alcuni casi è possibile intervenire con la laparoscopia MANTENERE LA QUALITÀ DI VITA Negli ultimi vent’anni l’approccio chirurgico ai tumori dello stomaco non ha subito variazioni importanti: in generale, a seconda della posizione della lesione tumorale e del suo stato di avanzamento, si procede all’asportazione parziale o totale dello stomaco. Spiega in merito Carlo Battiston, chirurgo dell’Unità operativa di chirurgia toracica dell’Istituto nazionale tumori di Milano: “Nel primo caso la quali- “La prima cosa da fare è definire tutti i parametri metabolici del paziente (cioè di cosa ha bisogno il suo organismo e quali sono i suoi consumi), anche se è in sovrappeso. Solo sapendo qual è il punto di partenza, infatti, e lavorando in team con gli altri specialisti che si occupano dei diversi aspetti, è possibile capire se e come intervenire al meglio in base al programma terapeutico”. Un altro elemento fondamentale è la consapevolezza che non esistono rimedi miracolosi o pillole magiche: l’alimentazione corretta deve essere prima di tutto un’abitudine quotidiana. Ancora Gavazzi: “Nelle persone con recente diagnosi di tumore dello stomaco o dell’esofago, inizialmente si fa una valutazione dello stato nutrizionale, insieme a quello che viene chiamato nutrition counselling, cioè si analizzano i dati medici insieme alle abitudini alimentari, e successivamente si definisce un piano personalizzato di intervento”. Lo scopo è non far perdere al malato troppo peso, nali stromali (GIST), che però sono neoplasie rare e molto particolari. Quando ci si trova in presenza di un adenocarcinoma a oggi l’indicazione è quella di procedere con l’intervento tradizionale”. È probabile, aggiunge il chirurgo, che l’intervento laparoscopico trovi in futuro indicazione in alcuni pazienti più vulnerabili mantenendo le classi fondamentali di nutrienti in equilibrio. Se l’alimentazione per bocca non è sufficiente, è necessario integrarla con una nutrizione artificiale che può essere somministrata per via venosa o attraverso un sondino direttamente nell’intestino, soprattutto nei giorni successivi all’intervento. “Accanto a ciò” prosegue la nutrizionista “bisogna insegnare al malato a mangiare nel modo giusto, masticando a lungo, preferendo alimenti facilmente digeribili, leggeri e assunti spesso. Quando si può, inoltre, si deve concedere al malato qualche eccezione, purché sporadica: anche la gratificazione ha un ruolo importante”. In tutti i centri oncologici più grandi il nutrizionista fa parte stabilmente dell’équipe di specialisti che stabilisce il piano terapeutico, perché un malato malnutrito sopporta meno bene le terapie, compromettendo in misura più o meno significativa le proprie possibilità di guarire. COME CURARE Stomaco ed esofago Tecniche meno invasive permettono di mangiare come prima 14 | FONDAMENTALE | APRILE 2014 come gli anziani, soprattutto molecolare, per capire se ci quando il tumore è iniziale, siano o meno alcuni marcacioè interessa solo la mucosa tori che esprimono la sensibio la sottomucosa. “In Giap- lità a farmaci biologici già in pone” continua Battiston uso, come trastuzumab, o “dove la malattia è molto dif- sperimentali come quelli che fusa, si è fatta strada hanno come bersaglio un’altra metodica: il gene MET, collegato quella endoscopica, al fattore di crescita che consente di prodegli epatociti. A licedere, per le forme vello sperimentale, iniziali, con una poi, si stanno già stusonda simile a quella diando combinazioni impiegata per la gadi trastuzumab con stroscopia”. altri farmaci simili Anche per il tumocome il pertuzumab e re dello stomaco, infiil lapatinib, sulla scorne, si sta studiando Il cibo ta di quanto avviene l’affidabilità della tec- liquido o nella mammella”. nica del linfonodo endovena Un altro approccio sentinella, che per- è riservato che si sta esplorando, mette di identificare i ai casi sempre in via sperilinfonodi eventual- più gravi mentale, è quello che mente già coinvolti punta a rafforzare il dalla metastatizzazione, in- sistema immunitario, già tervenendo quindi in modo convalidato nel melanoma. più accurato ed evitando di Ancora De Braud: “L’obiettivo asportarli laddove non sia è neutralizzare alcune proteinecessario. ne come PD1 e PDL1, che bloccano la normale risposta LA CHEMIOTERAPIA immunitaria contro le celluLa chemioterapia è molto le tumorali; a tal fine si stanimportante nella cura di en- no studiando gli effetti di fartrambi i tumori, e in entram- maci in sperimentazione in bi viene ormai molto spesso altre neoplasie e in alcuni praticata anche prima dell’in- casi già in clinica come ipilitervento, per ridurre le di- mumab”. mensioni della massa. Spiega Anche per questi tumori, Filippo De Braud, responsabi- in definitiva, si sta arrivando le della Divisione di oncolo- a una caratterizzazione molegia medica dell’Istituto na- colare che rende possibile zionale tumori di Milano: l’impiego di farmaci mirati e “Tanto per il tumore dello con meno effetti collaterali. stomaco quanto per quello Negli anni si è capito che, dell’esofago i farmaci più nei carcinomi gastrici, ciò usati sono i derivati del plati- che può fare la differenza no e i tassani, in vari schemi. non è l’aggressività della cheSolo per quanto riguarda lo mioterapia tradizionale, ma stomaco, poi, iniziano a es- la precisione dell’attacco, serci novità interessanti”. come già avviene in molte L’oncologo si riferisce al fatto altre sedi. C’è da augurarsi che anche nello stomaco, che presto gli stessi risultati come nella mammella, pos- si ottengano anche nell’esofasono essere presenti i recetto- go, che ha molte caratteristiri di HER2, sensibili all’anti- che che ricordano lo stomaco corpo trastuzumab. (e quest’ultimo, del resto, as“Anche per i carcinomi ga- somiglia molto più all’esofastrici si procede all’analisi go che all’intestino).