Bestemmie e minacce ai bambini Ecco perché l`asilo è stato chiuso
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Bestemmie e minacce ai bambini Ecco perché l`asilo è stato chiuso
Città e hinterland 27 L’ECO DI BERGAMO VENERDÌ 15 GENNAIO 2016 Bestemmie e minacce ai bambini Ecco perché l’asilo è stato chiuso Seriate. Insulti da caserma ai piccoli. Le riprese dalle telecamere spia degli investigatori Chiuse le indagini, quattro le maestre indagate per maltrattamenti. Le querele diventate 14 SERIATE STEFANO SERPELLINI «Piantala di piangere, hai rotto il c...». «Ritardato». «Vacca di quel d..., ti ficco nel cesso a testa in giù». «Stai seduto e non rompere i c..., nìgher de m...». Bestemmie, minacce, strattoni, parolacce, insulti. Pareva più una caserma che un micro-nido, «La scatola magica» di via Locatelli a Seriate, sotto sequestro dal 16 dicembre nell’ambito di un’inchiesta condotta dal pm Carmen Santoro e dai carabinieri del nucleo operativo radiomobile di Bergamo. Perché, ora che le indagini sono chiuse, si scopre che bimbi tra i 4 mesi e i tre anni in quell’asilo venivano trattati come reclute militari da 4 donne che avrebbero avuto invece il compito di educarli. Le quattro, accusate di maltrattamenti verso fanciulli, sono sempre rimaste indagate a piede libero, segno che il loro comportamento non è stato ritenuto di tale gravità da giustificare la misura cautelare. Si tratta di Cristina Persico, 47 anni, di Bergamo, titolare unica fino all’estate scorsa, quando la struttura era un asilo nido e si chiamava «Cucciolandia»; la figlia Laura Bergami, 26, di Bergamo, che ha affiancato la madre nella gestione di quello che da settembre s’è trasformato in micro-nido; e le due insegnanti: Lia Per- nQx4Xy1pd+Ga25+yzEDLJDwIsFETNp2TKW2eNkd/4WU= soneni, 26, di Pradalunga, e Sara Pasini, 35, di Comun Nuovo. L’inchiesta era nata nel settembre 2013 dalla denuncia di alcuni genitori (alla fine le querele sono diventate 14) che avevano notato strani comportamenti da parte dei figlioletti. Nel maggio 2014 i carabinieri hanno installato telecamere-spia nel micro-nido, mossa che ha permesso agli inquirenti di rendersi conto di persona di quanto accadeva, senza dover ogni volta vagliare la credibilità dei racconti dei genitori. Tra l’altro, nei video si vede anche un pitbull madre e figlia lo tenevano in uno scantinato - che scorrazza tra i piccoli intenti a dormire nelle brandine. Si tratta di un frammento di 12 secondi. Per la difesa (avvocati Giuseppe Nicoli, Anna Marinelli ed Emilio Gueli) l’animale sarebbe temporaneamente sfuggito al controllo delle padrone e sarebbe stato ricondotto nell’interrato senza provocare danni né spavento tra i bimbi. L’indagine è divisa in due tronconi temporali. Il primo va dal settembre 2013 al maggio 2014 e vede indagate Persico e Personeni. Le due, scrive il pm nell’avviso di chiusura indagini, «tenevano comportamenti lesivi dell’incolumità fisica e della serenità psichica dei minori a loro affidati, come per esempio ur- L’ingresso del micro-nido «Scatola magica» di Seriate, sotto sequestro dal 16 dicembre lare in loro presenza, tirarli per un braccio per metterli in castigo». «Sei stupido, sei ignorante, non mi interessa quello che hai da dire», urla una delle due a un bimbo. E a un altro piccolo: «Sei un cretino, non capisci un c...». «A causa di queste condotte osserva il pm - cagionavano nei minori uno stato di profonda sofferenza psico-fisica, manifestatasi anche con incubi notturni, inappetenza, atteggiamenti aggressivi verso i genitori, nonché pianti inconsolabili prima di andare all’asilo». Nel secondo filone - che va dal 2.7.14 al 16.12.15 - sono indagate tutte e quattro le donne. Durante questo periodo, oltre ai soliti strattoni, un bimbo avrebbe ricevuto anche «botte sulla testa». E poi espressioni scurrili e minacce. Il 7.7.14 Sara Pasini urla a una bimba: «Mi finisci di dare fastidio, handicappata?». E subito dopo, parlando con Laura Bergami e riferendosi alla stessa piccola: «Che zoc...». Lo stesso giorno Bergami a un piccolo: «Vai a fare un giro... che cog...... va a fare un giro... ne ho pieni i co...». Con Personeni che poi gli grida: «La smetti?! Ritardato!!» Quest’ultima «trascinava con gesto energico il minore per poi scaraventarlo su un materassino posto a terra, incurante del pianto». Il 17.7.14 Cristina Persico bestemmia in presenza dei bimbi: «dio c... non mi fate girare gli scatolini. P... dio che non ho dormito niente eh... un’agitazione tutta la notte». Il 20.1014 Bergami a una bambina: «Piantala di piangere, hai rotto il c.. anche tu, eh?, stamattina...». Il 16.10.14 Cristina Persico si posiziona a cavalcioni sul passeggino in cui è seduto un bimbo e lo minaccia: «Allora guardami... Guardami, non ne possiamo più di te... Fai il bravo perché ti spezzo le ossa del collo, va bene? Vacca di quel d..., perché ti ficco nel cesso a testa in giù e butto l’acqua». E sei giorni più tardi, sempre all’indirizzo dello steso bimbo: «Porco cane... porca tr... non ti sopporto più». Il 6.11.14, mentre Persico sta imboccando un piccolo, Personeni gli dice: «Che handicappato, muoviti almeno ti cambio... Ritardato, che brutto che sei», mentre Bergami aggiunge: «Sei peggio di... cervello di gallina». Quindi, conversando tra di loro alla presenza del bambino, Persico e Personeni, lo umiliano: «Non capisce... è tutto dire, è nato senza cervello, ha un abisso di calotta cranica». Il 14.11.14 è sempre lo stesso bimbo nel mirino di Persico: «Perché a me mi viene voglia di menarlo? È una roba più forte di me». Il 14.11.14 Persico, davanti ai bambini seduti per il pranzo, si rivolge a uno di loro così: «Guarda che se mangi il seggiolino ti dò un calcio sui genitali», poi lo trascina per un orecchio infischiandosene del fatto che il piccolo si sia messo a piangere. Infine, l’11.11.14, l’episodio ai danni di un piccolo di colore. «Stai seduto e non rompere i c..., nìgher de m...», urla Persico. Che tre giorni dopo infierisce nuovamente: «Che c.. mi guardi? Mi fai una fattura?». E ancora: «Senti, cu... di colore». Le 4 indagate hanno ora 20 giorni di tempo per farsi interrogare o presentare memorie difensive. Dopo di che il pm Santoro ha due strade: archiviare l’inchiesta o chiedere il rinvio a giudizio. ©RIPRODUZIONE RISERVATA