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il fabbricante di desideri - Scuola Superiore di Naturopatia

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il fabbricante di desideri - Scuola Superiore di Naturopatia
Al mio meraviglioso cane Buck
© Copyright Dott. Claudio Bargellini
“Il Fabbricante di Desideri”
Cristina Pietrobelli Edizioni
Elaborazione grafica e copertina: Silvia Cozzolino
2
Vietata qualsiasi forma di riproduzione anche parziale senza l’autorizzazione
dell’editore.
Finito di stampare nell’anno 2009 d. C. nel mese di
CLAUDIO BARGELLINI
IL FABBRICANTE DI DESIDERI
Ovvero
Metodo CFQ®
Edizioni
3
“ IL FABBRICANTE DI DESIDERI”
Ovvero
CFQ®
Controllo di feedback quantico
La retroazione (in inglese feedback) è la capacità dei sistemi
dinamici di tenere conto dei risultati del sistema per
modificare le caratteristiche del sistema stesso.
In un controllo in retroazione il valore della variabile in uscita
dal sistema viene letto dal controllore che agisce modificando
l'ingresso del sistema. Questa caratteristica differenzia i
sistemi retroazionati (ad anello chiuso) dai sistemi non
retroazionati (ad anello aperto). Nei sistemi di controllo ad
anello aperto il valore della variabile manipolabile viene
determinato dentro il nostro sistema sfruttando dei modelli
matematici, tali sistemi vengono chiamati predittivi perché non
viene effettuata nessuna verifica sul valore. I sistemi di
controllo retroazionati invece il valore viene determinato e
corretto in base alla misura della variabile controllata e alla
verifica della sua rispondenza, per questo motivo i sistemi
retroazionati vengono anche chiamati esplorativi.
( Wikipedia)
4
Un desiderio mi assillava ma,
sapevo perfettamente che era già realtà.
5
Nota dell'A.
Il fabbricante di desideri non è colui che costruisce i desideri
nel senso astratto, ma colui che prende il proprio desiderio lo
frammenta in piccole unità lo ricostruisce e quindi lo fabbrica
come suo.
Nella stessa maniera come in ogni fabbrica esistono attrezzi,
strumenti e macchinari, esiste anche una gerarchia e dei periodi
di lavoro ed altri di riposo e pur essendo una fabbrica bene
attrezzata, non tutti i desideri possono essere fabbricati.
Ne sono esempio i desideri che contrastano con l’equilibrio
energetico generale, per spiegarsi meglio, un tuo desiderio non
può essere nocivo per altra persona, questo tipo di desiderio
porta grosse difficoltà nella fabbricazione.
Altra
problematica è che la forza energetica a disposizione del
fabbricante deve essere molta, pertanto anche desideri belli,
come quelli di pace, di amore universale, per realizzarsi hanno
bisogno di tanta energia pertanto, per creare tali fabbricazioni
bisogna unirsi per avere l’energia sufficiente, perché questa
deve contrastare l’energia di coloro che la pace e l’amore non
vogliono.
I desideri del ”FABBRICANTE” devono esser compatibili con
il proprio cuore devono essere cioè desideri “d’amore”, questi
dovranno provocare nel costruttore uno stato di piccola estasi,
estasi che non si realizzerebbe quando il desiderio, pur
fortemente voluto, non ha a che fare con l”amore universale.
I desideri, correttamente formulati, si realizzano sempre , vi è
la certezza d’arrivare dove ci promettiamo o meglio, dovrei
dire dove abbiamo fabbricato.
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La nostra potenza, la nostra forza di costruttori non ha limiti,
tutto è possibile, questo libro e questa tecnica cambieranno
radicalmente la vostra vita come hanno cambiato la mia,
parafrasando un vecchio spot televisivo “provare per credere”.
Nei capitoli che seguono dopo una breve descrizione del mio
percorso, che mi ha portato alla tecnica CFQ® cercherò di
dimostrare come ciò sia vero anche da un punto di vista della
scienza, la nuova scienza, quella, del terzo MILLENNIO.
La parte finale è dedicata alla tecnica CFQ® dove vi guiderò
all’arte del fabbricante, insieme saremo complici della
costruzione di un nuovo mondo.
Ps: il termine scienza deriva dal latino scientia derivato da
sciens che è il participio presente di scire cioè SAPERE, la
scienza è il sapere da qualsiasi parte provenga
7
Prefazione
Il Fabbricante...
di
Jolanda Pietrobelli
Seguo Claudio Bargellini scrittore, dalla pubblicazione del
suo primo libro “I consigli del naturopata” rivolto ad un vasto
pubblico, che mi pare lo abbia ben recepito.
Il Fabbricante di Desideri è un lavoro in cui l'autore ha messo
esperienza, cultura, creazione. Non è rivolto ai più, ma ai più
sensibili.
Questo è un difetto?
Non direi.
Il Vangelo recita: non gettate le perle ai porci, perché non
saprebbero di cosa farsene.
Bargellini nella sua cavalcata attraverso l'energia di cui è
conoscitore, spiega un modo di vivere più facile ed offre a chi
vorrà servirsene un metodo chiamato CFQ, con il quale ognuno
diventa “Fabbricante di desideri”.
Nella sua nota in apertura, l'autore spiega: Il Fabbricante di
Desideri, non è colui che costruisce i desideri in senso astratto,
ma è colui che prende il proprio desiderio, lo frammenta in
piccole unità, lo ricostruisce, quindi lo fabbrica come suo.
Lasciamoci prendere per mano... e fabbrichiamo i nostri
desideri!
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Capitolo Primo
Cerco…
“Coloro che cercano cerchino, finché troveranno.
Quando troveranno, resteranno turbati.
Quando saranno turbati si stupiranno, e regneranno su tutto."
Gesù
“Noi siamo quello che pensiamo”
Buddha
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L’inizio
Cerca di scoprire il disegno che sei chiamato ad essere, poi
mettiti
con
passione
a
realizzarlo
nella
vita!
(Martin Luther King)
…..facciamo un passo indietro:
Sette anni era la mia età, lo ricordo come fosse ora, anche se
sono passati ben 53 anni, e avevo constatato che i miei desideri
si avveravano.
Era Natale e senza dirlo a nessuno avevo scritto la mia
letterina, ma non l’avevo consegnata, mi ero detto Babbo
Natale non esiste, tutta colpa di un parente che l’anno
precedente mi aveva preso in giro dicendomi – solo i bambini
piccoli ( io avevo sei anni… !) credono a Babbo Natale -.
Perciò mi domandavo: a chi potevo consegnarla?
Non certamente ai miei genitori, loro non avrebbero potuto
realizzare il mio desiderio, c’erano diversi impedimenti, e
allora, consapevole della forza del mio desiderio, l’avevo
chiusa e nascosta in una fessura del muro nello scantinato della
mia modesta abitazione. Vivevamo in tre in una piccola stanza,
mi si diceva: nell’attesa di trovare qualcosa di più grande, ma
sapevo che non sarebbe stato così a breve termine, le finanze
della mia famiglia erano piuttosto scarse.
Vi chiederete, quale desiderio fosse, lo riporto come l’avevo
scritto e sofferto:
Mio Signore vorrei VOGLIO un canino per farmi compagnia,
io so è già lì che mi aspetta. Grazie. Claudio.
Attesi il 26 il 27, quindi il 28 dicembre, ero certo che sarebbe
arrivato, era già mio. Il 29 mattina scesi in strada con mia
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madre e lui mi aspettava, era proprio davanti a me, con un
balzo saltò tra le mie braccia leccandomi, mia madre rimase
stupita:
Claudio lascia quel cane, lo sai che non lo possiamo tenere!
Il mio canino non aveva nessuna intenzione di lasciarmi, e
allora il cuore di mamma, davanti a tanto affetto rese le armi:
portalo in casa e poi sentiremo il babbo.
Ero felice, pieno di gioia, il mio cucciolotto ( un bastardino di
piccola taglia che immediatamente chiamai BUCK) sembrò
comprendere la situazione, accoccolandosi sempre di più.
Anche mio padre, si arrese, forse perché Buck era personaggio
di un bel romanzo ( Il richiamo della Foresta di Jack London)
che mi aveva regalato e che avevamo letto insieme; e Buck
iniziò a far parte della nostra famiglia. Molti anni dopo sono
ritornato in quel vecchio scantinato, era rimasto lo stesso e così
ho ritrovato la mia letterina.
Questa esperienza mi ha segnato per tutta la vita, ed ogni tanto
ritornava a mente, ma la scuola, gli studi, le convinzioni, la
scienza, tutti mi dicevano che era impossibile…non si
fabbricano i desideri, era solo un caso, ma io sapevo che non
era così ne ero certo e consapevole.
La ricerca della formula principe
Da qui iniziò la mia ricerca di “ fabbricante di desideri”, dopo
quasi cinque anni; poco più che dodicenne mi trovavo intento a
sfogliare libri su una bancarella dell’usato quando, il mio
occhio cadde su un testo di fisica, iniziai a sfogliarlo, era un
po’ strano, e la stranezza, dipendeva dalla sua prefazione che
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recitava più o meno così: “ La fisica di questo libro non è la
fisica che viene insegnata nelle scuole, qui parliamo di quanti
e di matrice, questa è la fisica quantistica”; il libro era dedicato
al maestro dell’autore Max Planck.
Era evidente che non ci capivo niente o quasi, ma la cosa che
mi colpì fu il così detto salto quantico e cioè quando un
elettrone passa da un orbitale ad un altro senza percorrere la
strada.
Sull’onda dell’esaltazione momentanea ( ricordiamoci che
avevo 12 anni) iniziai a farmi una piccola cultura della fisica,
ma gli scogli erano molti, perché molte erano le mie lacune,
forse, ero un po’ “tanto” ignorante?
Capivo però che qualcosa di misterioso e segreto non ci veniva
detto: come faceva quell’elettrone a spostarsi senza percorrere
la strada?.
Passò del tempo e riprovai a fabbricare i miei desideri, ma
niente, non riuscivano.
Perché?
Che cosa mancava?
Dal giorno della bancarella i libri iniziarono a riempire la mia
vita, c’è da dire che ero molto timido e tra gli infiniti svantaggi
portava anche un vantaggio, quello di avere pochi amici con
cui giocare e di conseguenza aver molto tempo per leggere.
Mancavo di metodo leggevo di tutto: libri di Esoterismo, di
Filosofia, di Psicologia, di Matematica e dulcis in fundo di
Fisica.
Da una di queste letture, un giorno ebbi, così credevo, uno
sprazzo di luce, e l’illuminante era un libro esoterico risalente
alla metà 1800, avevo 17 anni, l’autore era un certo Gerard
Encausse detto PAPUS ( poi con Papus siamo divenuti
“intimi” i suoi libri sono entrati tutti nella mia libreria).
Ero convinto, dato che la scienza non spiegava quanto mi era
successo (solo quel Max Planck ) allora doveva essere magia.
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L’incontro
E così iniziai a camminare sulla strada del “mistero” una lunga
strada, durata quasi venti anni: piena di studi e di
sperimentazioni, facilitata però da un’importante incontro con
un Maestro.
Per comprendere quanto per me sia stato significativo questo
incontro, e per farvi capire quanto il mio maestro era capace
e… potente vi descriverò gli eventi.
Mi trovavo per lavoro in Liguria nelle vicinanze di San Remo e
le mie escursioni domenicali, mi portavano spesso a
Montecarlo ed a Nizza.
Dato che non amavo il gioco e tanto meno la vita mondana mi
chiedevo perché quasi tutte le domeniche ero in quei luoghi;
una spiegazione, potrebbe arrivare dalla mia timidezza: essere
anonimo (in un ambiente dove non ero conosciuto era facile),
oppure…
Una mattina al Caffè de Paris, mentre facevo colazione mi si
avvicinò un signore molto distinto, giovane sui 40 anni, mi
guardò e poi con noncuranza mi disse:
il Maestro l'attende.
Il modo era quasi imperativo e lo guardai allibito, lui sorrise si
alzò dallo sgabello, sul quale era seduto ed usci dal locale.
Dopo il primo attimo di comprensibile sbigottimento, mi alzai
anch’io e gli corsi dietro, nella speranza di rivedere il
misterioso signore e chiedergli una spiegazione (ad onor di
cronaca anche il cameriere era uscito chiedendomi il
pagamento del conto) ma niente era sparito.
Un bel mistero!
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Tornando a casa quella sera mi proposi di comprendere di più,
ma al solito, il lavoro, lo studio fecero svanire il miei pensieri e
la mie proposizioni.
Passarono alcuni mesi, e come al solito mi trovavo in quel di
Nizza, passeggiando lungo la Promenades des Anglais sotto un
meraviglioso sole, ero “moderatamente” contento, a quei tempi
ero convinto che la felicità fosse per gli stolti, quando,
all’improvviso mi si avvicinò una signora, di aspetto semplice,
mezza età, abiti non certo griffati, nell’insieme una persona
pulita, mi guardò intensamente e sorridendo mi disse:
Il maestro l' attende.
Stupito le chiesi:
chi?
La signora alzò le spalle e senza dirmi niente se ne andò.
Da quel giorno, ad ogni mia sortita francese aspettavo sempre
un nuovo incontro ma niente, ero quasi convinto d’essermi
immaginato tutto.
Trascorse quasi un anno, poi un giovedì, e per la precisione il
24 di giugno, giorno di San Giovanni decisi, così senza una
meta precisa, di fare un giro sulla collina tra le belle ville di
Nizza.
Procedevo lentamente con la mia auto, passando davanti a
sontuose dimore, quando fui attratto da un alta recinzione al
centro un gran bel cancello che … si aprì al mio passaggio.
Incuriosito volli vedere chi usciva da quella villa, feci
immediatamente marcia indietro, ma non uscì nessuno.
Era un’ invito? Mi chiesi.
Entrai.
Il giardino era bellissimo un misto tra italiano e inglese, un
giardiniere con una notevole conoscenza dell’arte topiaria,
aveva sagomato alcune alte siepi come figure, strane figure
(successivamente capii che erano gli arcani maggiori dei
tarocchi).
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L’imponenza della villa metteva in soggezione, fermai l’auto e
scesi, convinto che qualche domestico mi scacciasse fuori,
niente, non si vedeva nessuno.
Prendendo il coraggio a quattro mani mi diressi verso il grande
portone e questo… si aprì da solo.
Lo spettacolo all’interno era superbo: mobili antichi, grandi
quadri, arazzi ed un’infinità di porcellane; di fronte al portone
d’ingresso, in quel grande atrio dove mi trovavo, c’era un
porta, una bella porta stile inglese, e nel momento in cui mi
accorsi di essa questa si aprì.
Mi avvicinai, titubante e varcai la soglia.
Mi ritrovai immerso in un una meravigliosa biblioteca; sapete,
di quelle a piani con tanto di scale e ballatoi, di fronte a me un
po in lontananza, vista la dimensione della sala, si stagliava
una imponente scrivania dietro la quale era visibile un alto
schienale e da lì una voce profonda mi chiamò:
Claudio ti aspettavo!
La poltrona girò ed una bellissima persona mi sorrise, era il
mio Maestro
Non posso rivelare il suo nome, lui mi
chiese di non
divulgarlo mai, era un uomo di 67 anni elegantissimo e
veramente pieno di conoscenza.
Quel 24 giugno fu per me memorabile e l’inizio
di
cambiamenti radicali nella mia vita.
Come aveva fatto il Maestro a sapere di me sarebbe una storia
molto lunga da raccontare, ma quando entriamo nei percorsi,
cosiddetti, esoterici tutto diviene più “normale”.
Ci vedevamo una o due volte alla settimana erano incontri
intensi, all’inizio, diceva il maestro, servivano per acculturarmi
poi successivamente iniziammo a sperimentare insieme le forze
e le energie, che a quel tempo chiamavo magiche, anche se il
maestro continuava a ripetere:
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“magico è tutto ciò che la scienza non conosce o non vuol
conoscere”
La sperimentazione e la ricerca
La sperimentazione andò avanti moltissimo tempo e nonostante
il bagaglio culturale/esoterico, del maestro, fosse infinito ed
affascinante, non sempre le nostre sperimentazione erano dei
successi.
Rimanevo insoddisfatto perché mi chiedevo, devono essere
così complesse queste operazioni quando con una semplice
manifestazione di un desiderio ero riuscito ad avere il mio
canino?
I testi antichi, da me letti, davano ragione al mio mentore, non
c’era nessun dubbio, tutti ripetevano le stesse formule, gli
stessi rituali gli stessi iter ed anche i testi scientifici scrivevano
le stesse formule ormai da decine di anni sempre con gli stessi
risultati.
Qualche volta qualcuno provava a mettere in discussione, sia le
une che le altre, ma le conseguenze, quando andava bene, è che
venisse trattato da visionario e quando andava male, il più delle
volte, da imbroglione.
La domanda che continuamente mi si poneva innanzi era: Dove
sta la verità?. Ero convinto che da qualche parte fosse nascosta,
più probabilmente non era vista.
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I viaggi ricerca
Decisi, ormai trentenne, di cercare questa “benedetta” verità, e
viaggiai.
Le mie prime tappe furono i paesi del Maghreb: Tunisia,
Marocco, Algeria.
Cercai in questi luoghi gli antichi saperi le antiche tradizioni,
incontrai guaritori, vecchi saggi pieni di grande conoscenza e
di sapere; alcuni di loro mi rivelarono i piccoli segreti delle
loro arti, ne rimanevo affascinato, era bello sapere quanta
conoscenza ci fosse nei loro discorsi, nei loro rituali, ed era una
conoscenza non fine a se stessa, ma applicata alla quotidianità.
Un giorno a Matmata una donna Berbera mi fece veder come
faceva muovere un cammello solo con il pensiero.
Piccola cosa?,
C’era forse un trucco?
Non lo so ma ne rimasi colpito, come aveva fatto?! Glielo
chiesi e la sua risposta fu sconcertante:
con il cuore.
Successivamente passai settimane sui monti dell’Atlante a
pensare, meditare.
Ogni tanto scendevo a Marrakech, per incontrare gente comune
ma subito mi stancavo e ritornavo tra coloro che sapevano, ma
che non riuscivano a spiegare o forse ero io che non capivo .
Fu un periodo particolare colmo di esperienze e di incontri con
bellissime persone, ma, quasi del tutto insoddisfacente per la
mia ricerca.
Ricordo una notte, dove la luna sembrava prender possesso di
tutto, l’aria era tiepida, quasi un’eccezione in quel periodo, mi
trovavo in un piccolo accampamento-villaggio, ed ero solo, gli
amici erano scesi a valle.
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Al chiaro di luna decisi di “fabbricare un desiderio”: tornare a
casa; mi direte semplice, basta volerlo, ma non era così, gli
amici avevano altre intenzioni ed io non volevo essere il
guastafeste.
Formulai il mio desiderio nella maniera più semplice, non
pensando alle cose che avevo imparato in quel periodo, ma
misi certamente il cuore.
La mattina, mentre eravamo a colazione l’amico Carlo mi
raccontò della serata passata in città, tutto bello ma a tutti era
venuta la nostalgia di casa .
Carlo voleva sapere se a me sarebbe andato bene ripartire
prima del previsto…Fabbricato! Urlai.
Carlo non comprese, ma io ero felice.
Lavoravo e contemporaneamente studiavo le nuove scoperte
della matematica, della fisica e i nuovi pensieri filosofici,
continuavo sempre costantemente ad incontrare il mio saggio
maestro ed un giorno mi disse:
- Claudio non troverai mai quel che cerchi in questo
modo confuso, CHIEDILO! Come facesti con il tuo
canino-.
Rimasi sbalordito, non gli avevo mai detto niente del mio
canino come faceva a saperlo?
Mi rispose senza che avessi proferito parola
- Tu lo volevi con il cuore! Provaci con quello e ci
riuscirai, ognuno di noi può fabbricare
la propria vita, bada non è semplice ed anch’ io non ho
ancora trovato la formula completa ho solo delle
tessere di un puzzle immenso, ma tu sei giovane e
troverai le parti mancanti..
Mi ricordai dell’esperienza marocchina e questo mi
fece comprendere che aveva ragione.
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Da quel giorno il mio maestro si prodigò per insegnarmi il
passaggio dalla mente al cuore.
Esercizi stressanti che quasi mi facevano rimpiangere tutte le
pesanti notti esoteriche trascorse in lunghi rituali.
Nello stesso periodo decisi di iscrivermi ad una scuola per
Naturopati in Francia, pensavo che mettere il naso in un
territorio a me quasi sconosciuto, era cosa positiva, potevo così
arricchire le mie conoscenze.
Il corso era triennale e sinceramente l’apporto di conoscenze
non fu molto, la scuola si rifaceva solo alla classica naturopatia
e approfondiva poco tutte le tecniche energetiche, che oggi, su
quella esperienza ho inserito nella scuola di Naturopatia da me
fondata e diretta ( Scuola Superiore di Naturopatia ABEI).
Lo studio della MTC (medicina tradizionale Cinese) è molto
importante per comprendere come l’energia circola nel nostro
corpo, e pratiche come il Reiki, la digitopressione, la
cromopuntura auricolare, l’analisi del polso cinese, e tante
altre, permettono a naturopati come me di ristabilire il
riequilibrio energetico nella persona.
In quel periodo mi appassionai alle erbe officinali, o meglio
dovrei dire all’intera botanica e studiai.
Mi direte ma a che cosa serve la botanica nella fabbrica di
desideri?
- niente e tutto, vi rispondo Niente perché
essa non ha apparentemente nessun
collegamento con la fabbrica, tutto perché la conoscenza
dell’etnobotanica mi ha riportato alle antiche tradizioni
passando da un’altra strada e comprendendo che seppur le vie
siano tante, tutte portano…a Roma.
Continuai sempre, però, a sperimentare.
Passò del tempo e riuscii ad avere dei piccoli successi ma non
ero soddisfatto, decisi quindi di ripartire per una nuova
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avventura. Il motivo principale era la conoscenza, ma la
verità?
Volevo allontanarmi dalla mia città, dal mio lavoro dalla mia
vita di tutti i giorni, ero stanco, una stanchezza dell’anima che
non mi dava pace.
Dove va chi cerca, quando la scienza lo abbandona e l’anima
chiama?
In INDIA!
Terra e gente particolare, al mio arrivo a Bombay (oggi ha un
altro nome, ma a me piace ricordarla così), l’impatto fu
olfattivo, l’aria era intrisa di uno strano odore, un misto tra la
vita e la morte, odore acre che d’un balzo ti fa tornare indietro
nel tempo, che però mi fece sentire subito un po’ indiano.
Il mio peregrinare in quel paese confermò la prima
impressione, la differenza di casta era evidente e pesante,
accanto al grande hotel di lusso trovavi un mendicante
lebbroso, ma le cose e le persone da vedere erano tante e tutte
affascinanti, era vero quello che mi avevano raccontato, l’India
era mistica.
Incontri spirituali, incontri meditativi incontri con strani
personaggi, incontri; ognuno mi dava una formula un segreto
un pezzettino di quel grosso puzzle che stavo costruendo, però
ahimè ero sempre indietro un po’ come la tela di Penepole
(come dice il mio nipotino).
In questo paese approfondii alcune tecniche che avevo
imparato alla scuola di naturopatia certamente con un miglior
profitto.
Le mie frequentazioni giovanili all’università di Pisa presso la
facoltà di Biologia, e le mie continue letture di matematica e
fisica mi portavano costantemente ad una visione meccanicista
della scienza, tutto ciò aveva come conseguenza l’aumento del
fascino esoterico; il simbolismo, la tradizione antica, mi
davano, credevo, una diversa visione delle cose, il punto era
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che volevo fondere le mie grandi passioni, scienza e magia:
non mi ritenevo un mago ma nemmeno uno scienziato nel
senso tradizionale della parola, mi ritenevo un ricercatore della
Fabbrica di Desideri.
Ritornai su quel primo libro di fisica e volli saperne di più della
meccanica quantistica e Max Planck, scoprii così la Matrice,
rimasi stupefatto.
Una frase del fisico datata 1944 colpì la mia immaginazione, il
mio cuore rimase turbato, questa frase dice:
” tutta la materia esiste in virtù di una forza. Dietro questa
forse dobbiamo presumere l’esistenza di una mente conscia ed
intelligente. Questa mente è la matrice di tutta la materia”.
Mi chiesi se Planck fosse un filosofo o un mago e se dietro
questa “matrice” ci fosse qualcos’altro!
E c’è! Oggi ne sono certo nella maniera più assoluta.
Iniziai a sperimentare con più convinzione, anche i grandi fisici
in qualche modo mi dicevano che quella era la strada, arrivai
persino a definire il grande Albert Einstein superato anche se
proprio da lui era arrivato il “La” della nuova Scienza.. Ero
certo di essere nella direzione giusta, ma la voglia di saperne di
più mi portò a fare uno strano viaggio alla ricerca dei riti più
tribali, ma vicini al mio pensiero e tra questi scelsi il Wudù,
credo però sia meglio chiarire il perché.
Il Wudù, come lo conosciamo oggi, è la derivazione di una
delle religioni più antiche del mondo, è presente in Africa
quasi da sempre; si ritiene che la religione vuduista antica
risalga addirittura a diecimila anni fa.
Successivamente, attraverso gli schiavi il Wodù si spostò anche
nelle isole Caraibiche.
Nel Wudù la molteplicità dell’universo è una realtà illusoria,
visto che il cosmo è in realtà un tutt’uno.
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Il pensiero Wudù vede tutte le cose del mondo legate tra loro
non distinte, tutto ciò che esiste è parte e manifestazione di
un’entità ancestrale, ineffabile ed eterna, cioè Dio (la matrice?).
La materia e lo spirito per questa religione sono la stessa realtà,
si dice infatti che la materia è una forma condensata dello
spirito cosmico (meccanica quantistica?), ed è proprio con il
Wudù (o meglio anche con lui) che compresi dove si trova la
forza segreta che presenzia in tutte le cose.
Studiando il Wudù mi rendevo conto che vi era una vicinanza
incredibile con i concetti della matrice.
Questa religione è stata sempre avversata, forse per “colpa”
della sua profonda forza, ma anche perché, essendo così antica
si è rifatta a rituali tipicamente esoterici ed anche un po’ crudi,
poi come tutte le cose in mano agli uomini spesso degenerano
in forme e applicazioni decisamente barbare e crudeli. In
gennaio, mese ideale per i Caraibi, ero in Giamaica.
Immediatamente mi misi in moto per poter partecipare ad uno
di questi riti; volevo comprenderlo e volevo vedere quanto era
vicino a me, alle mie idee sull’energia cosmica. In quel paese
avevo pochi contatti e quindi non era facile avere un incontro
ma, sapevo come fare “fabbricarlo” e lo feci. Mi preparai
cercando di comprendere i vari passaggi del rituale, un amica
mi fornì una veste bianca e andai. La cerimonia prese,
dall’inizio, uno spirito tipicamente ritualistico, con acqua,
sacrifici, canti e continue percussioni.
L’Houngan, il cerimoniere, inizialmente chiede allo spirito
guardiano di aprire il passaggio, al fine di permettere la
cerimonia.
“La cerimonia procede e tu ne fai parte la senti dentro , ti
avvolge, sembra di fonderti con l’intero Cosmo.
Una sensazione incredibile affascinante, ma anche un po’
spaventosa, non ti possiedi più, non sei tu, ma tutto ciò che è,
un po’ creatore e creato.
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Ad un certo punto vengo chiamato, ma io non ricordo come,
e…mi viene lavato il capo.
Non l’avrei mai creduto, perché in quella maniera venivo
purificato e battezzato”.
Era un fatto importante data la grande carica energetica
presente. In me fino a poco prima era presente una sfida: tra
magia o energia. Dopo vi fu la certezza: erano la stessa cosa.
Magia è tutto ciò che la scienza non può spiegare, diceva il
mio maestro, ora io avevo compreso e sapevo
di essere
“scienziato”.
Il cerimoniere era rimasto allibito del mio lavaggio, e dell’atto
di purificazione, durante il quale non aveva proferito parola
poi, si era guardato attorno cercando una spiegazione fino a
quando i suoi occhi non incontrarono i miei, sorrise e mi venne
incontro con le braccia tese.
Ci scambiammo un abbraccio energetico senza dirci niente,
con intensità incredibile, piena d’amore di gioia e di pace.
La cerimonia terminò, ma tutti i partecipanti mi guardarono
stupiti e perplessi.
Partii dopo alcuni giorni, non prima di aver incontrato
nuovamente il cerimoniere, al quale portai le mie scuse, per
essere entrato in un rituale così importante, e dal quale ricevetti
il più bel regalo, un altro abbraccio fraterno.
Tornai a casa.
Ora riuscivo a fabbricare i miei desideri pur, non avendo
ancora una formula precisa ( la fissa della formula) e tanto
meno una spiegazione scientifica, se non la mia, un piccolo
abbozzo però che stava crescendo .
Avevo compreso che tutto era energia e più riuscivo a
condensarla più la mia fabbrica di desideri funzionava.
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Successi e insuccessi
Iniziai ad applicare la fabbrica di desideri nella vita quotidiana,
ma non ero ancora pronto e gli insuccessi superavano i
successi, perché? Mettevo il cuore e la mente, ma spesso si
realizzava tutto l’opposto era come se avessi fabbricato il
contrario, che cosa succedeva?.
Da tutto questo ne conseguì una serie di tracolli personali sia
dal punto di vista finanziario che da quello della salute, entrai
in una profonda depressione.
Non trovando una strada “medicale” decisi di fare un ennesimo
viaggio, ma i soldi?
Fabbricati il desiderio...mi dissi!
Mi riuscì.
La strada che mi fu proposta non era proprio bella anzi
piuttosto drammatica: infatti avrei dovuto recuperare cinquanta
persone abbandonate in Kenia per colpa di un tour operator
disonesto.
E fu così che il viaggio mi fu pagato dall’azienda per cui
lavoravo.
Partii in fretta senza preparativi, avevo con me solo una
quarantotto-ore ma, tanta voglia di sbrigare il lavoro
velocemente per potermi, poi, dedicare alla ricerca.
Roma – Nairobi poi un piccolo Fokker mi portò a Malindi, il
punto d’incontro con chi mi avrebbe aiutato.
Riuscii in tre giorni a risolvere tutto, era come se le cose
fossero già predisposte, già fatte, questo non volle dire non
impegnarsi ma tutto scivolò tranquillamente gratificandomi
anche dei complimenti del gruppo recuperato.
Rimanevano alcuni giorni di libertà e li sfruttai al meglio, il
mio contatto a Malindi, una bella e abbondante Signora, era
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veramente brava trovò il tempo di presentarmi ad una tribù di
Masai e ad un’altra tribù appartenente al gruppo Bantù.
Nella prima trovai una grande armonia e una favolosa forza del
cuore.
Il loro Dio è ENKAI, si manifesta, così dicono, in colori diversi
a seconda dell’umore, ed il loro sacerdote Oloibon interpreta i
colori.
Tutto questo mi faceva riflettere: era l’energia che loro
collettivamente riuscivano a canalizzare e a condensare,
facendo apparire l’umore prevalente della tribù attraverso un
colore. Chiesi a Oloibon come facesse a vedere i colori ma le
sue spiegazioni non andarono oltre a frasi fatte. No! Non ero
contento.
Nel secondo incontro, mi fu presentato un Muganga un vero e
proprio stregone questa volta l’incontro fu decisamente
propizio l’uomo parlò della sua vita e di come era diventato
Muganga, è evidente che avevo un interprete che conosceva lo
swahili, parlò a lungo e molto lentamente raccontandomi la sua
iniziazione quando era bambino, fui molto colpito dalle difficili
prove che aveva dovuto subire che in confronto alle mie
iniziazione sembravano una passeggiata nei Giardini di Boboli.
Dopo quasi un’ora il racconto del Muganga cessò, guardò
l’interprete e gli chiese di uscire, rimanevo, così, da solo con
quell’anziano uomo e senza la minima idea di cosa dovevo fare
o dire, ma ci pensò lui; guardandomi fisso negli occhi parlò,
non con la bocca ma con la mente. Le parole non arrivarono
ma le emozioni si, le sentivo nel cuore e nella testa, erano
forti, poi lentamente arrivarono le immagini del mio canino,
del mio maestro e poi i miei piccoli successi di fabbricante.
La cosa strana però era che tutte queste visioni avevano un
nesso comune: una nota musicale o meglio più note, tali da
costruire quello che viene chiamato mantra (questo lo ritrovai,
simile, successivamente nel Reiki).
25
Non so quanto tempo trascorse, alla fine però il Muganga mi
sorrise e disse:
- Mikano Taa
O così capii io.
Nel viaggio di ritorno chiesi al mio interprete cosa
significassero quelle parole, e la sua risposta fu semplice:
-Ti ha battezzato. Questo è il tuo nomeUn altro battesimo mah?
In Africa misi in pratica le mie conoscenze sull’etnobotanica e
constatai che la storia si ripete (memorie Vichiane), l’uso che
facevano di alcune erbe era molto simile a quello della cultura
europea, fu per me un’ulteriore conferma dell’esistenza di quel
filo logico che tutto unisce.
Al mio ritorno in Italia, ero felice avevo fatto un buon lavoro in
tutti i sensi, ed avevo forse trovato una delle ultime tessere del
mio puzzle.
Viaggiai nuovamente nei paesi dell’est europeo, Polonia,
Russia, Repubblica Ceca e della classica Europa, Germania,
Olanda, Regno Unito, ma non era più una ricerca ma una quasi
conferma di quanto avevo compreso, ora, per terminare il mio
lavoro avrei dovuto ricercare dentro me stesso.
26
Altri problemi.
Non avevo fatto i conti con lo scorrere della vita: impegni, duro
lavoro, studio e tante tante preoccupazioni finanziarie.
Dovevo fabbricare un nuovo desiderio, partire nuovamente, e
questa volta occorreva un luogo ben preciso, un luogo dove
avrei potuto ritrovare la mia anima, la mia memoria Karmica.
Desiderio fabbricato!
La mia società mi incaricò di programmare delle escursioni nel
Sahara, lo scopo lavorativo era la miglior conoscenza delle
zone e delle piste, personalmente era una meravigliosa
occasione per meditare.
I primi giorni, del mio soggiorno in quei luoghi, volarono tra
incontri e trattative, devo dire ad onor del vero, che con gli
arabi sono sempre riuscito ad avere un buon rapporto,
l’importante per me era ed è comprendere la loro cultura e non
imporre la mia, è evidente come in tutto il mondo anche fra di
loro ci sono le teste matte.
Come dicevo tutto scorse bene e mi ritrovai due giorni liberi e
subito, via nel Deserto.
Normalmente si pensa al Sahara come lo vediamo nei films,
bello con le sue meravigliose dune mosse dal vento, in poche
parole molto coreografico, ma non è tutto così, il Sahara è
anche piatto come una tavola o roccioso ed aspro, ma sempre
molto duro e nell’insieme affascinante.
Questo deserto è un po’ come l’uomo, ha diverse facce tutte
più o meno belle ma tutte o quasi pericolose; nel momento in
cui va in collera non vi è posto per nascondersi dobbiamo
subirlo ed accettarlo.
Partii con una Jeep ed arrivai, dopo alcune ore di viaggio a
circa 150 KM dalla “civiltà”.
27
Installai la mia piccola tenda ed attesi.
Che cosa? Direte Voi, non lo sapevo, o almeno sapevo che
dentro di me vi era la risposta alle mie domande, e, mi ripeto,
attesi.
Verso le tre del pomeriggio, nel silenzio più assoluto mi misi a
salmodiare il mio mantra, non so quanto durò mi accorsi però
che il sole era arrivato all’orizzonte, bello, grosso, imponente,
quasi a volermi dire: qui comando io, ma come normalmente è
nel deserto, il freddo, con il buio, stava arrivando.
Cantai più forte e allora compresi, una serie di immagini mi
apparvero davanti, non erano immagini mentali, ma
rappresentazioni olografiche ed erano proprio davanti a i miei
occhi; immagini del mio vissuto, immagini del “fabbricato”,
poi arrivarono le parole molte parole che giravano nella mia
testa e colore molto colore, uno in particolare il verde, mi stupì
molto, nel Sahara di verde non c’è né neanche un po’.
Il colore verde mi riportò alla memoria un bell’incontro che
avevo fatto alcuni anni prima, incontro che il maestro aveva
voluto fortemente, era stato breve, ma per me molto
28
importante, il personaggio che avevo incontrato era Gustavo
Rol, il sensitivo per antonomasia, ci scambiammo solo poche
parole ma furono sufficienti per comprendere quale energia
quell’uomo avesse.
Negli anni successivi cercai di seguire dalle cronache il
percorso di Rol e in un suo scritto trovai un’indicazione
(derivante da un’ esperimento) Rol parlava del colore verde e
della quinta musicale e del calore.
Per chi, come me è affascinato dall’uomo, ma anche per chi
non lo conosce, consiglio il bellissimo libro di Giuditta
Dembech “ROL il grande precursore” edizioni Ariete
multimedia
La quinta musicale è la salita di note comprese, ad esempio, tra
DO e SOL, ma potrebbe essere anche tra il Re e il La oppure
tra il Mi e il Si.
Ecco nel deserto mentre salmodiavo arrivò anche il colore
verde e il calore (nonostante il freddo dell’aria) mi proposi di
lavorarci sopra.
Andai a dormire tardi, infreddolito ed indolenzito, dormii
pochissimo e quel poco, pieno di sogni strani e in qualche
modo spaventosi.
Il mattino seguente ero a pezzi risalii sull’auto e mi inoltrai
ancora nel deserto il caldo era insopportabile dovevo trovare
riparo , il sole cocente e l’apparente nulla facevano da padroni,
dopo un tempo, per me lunghissimo, apparvero le dune, sapevo
che l’oasi più vicina era a 50 km ma non ci volevo arrivare,
non ce l’avrei fatta, dovevo intervenire fabbricando un po di
pioggia.
La mente razionale mi fece sorridere, la pioggia nel deserto?
Sotto il sole cocente?
Sei folle!
Iniziai a salmodiare e visualizzare il colore verde assieme alla
pioggia, misi in contatto la mia mente con il cuore e… piovve,
29
uno scroscio improvviso ma consistente tanto da inzupparmi
tutto, ero felice, ci ero riuscito nella peggiore delle situazioni
avevo fabbricato il mio desiderio, la mia anima fu pervasa da
una gioia incontenibile, ero come si suol dire al settimo cielo.
Avevo finalmente compreso, l’ultima risposta era dentro di me
come immaginavo ed era arrivata.
La fabbrica di desideri funzionava, funzionava davvero!
Nel viaggio di ritorno, cominciai ad elaborare progetti per la
fabbrica di desideri, progetti per la mia vita.
Uno alla volta, perché avevo paura che tutto finisse, pian piano
tutti i miei progetti, le mie fabbricazioni si avverarono certe
volte indicavo male la strada, ma si avveravano sempre.
Il più importante desiderio realizzato fu l’incontro con la mia
compagna Silvia.
Era un progetto generico, non su di una persona precisa, ma su
una persona che rappresentasse l’altra mia metà e… Silvia
arrivò, avevo 44 anni e la mia vita iniziò a cambiare, sempre in
salita ma con una forza ed una determinazione che non avevo
mai avuto, ora avevo la motivazione, la gioia l’amore, ora mi
sentivo completo.
Mai negli anni precedenti mi ero sentito così, mai le mie
compagne avevano scatenato tali sentimenti, anzi ogni rapporto
che avevo avuto mi aveva lasciato sempre un senso di vuoto di
profonda insoddisfazione, ora potevo anzi potevamo lavorare
alla nostra FABBRICA DI DESIDERI insieme.
Da quel momento in poi la mia vita ha avuto più svolte sempre
positive, anche se spesso all’inizio non era così che apparivano,
ma ciò che contava e conta era ed è il finale il desiderio
costruito.
Verso la fine degli anni ’90 ho avuto un altro importante
incontro quello con Jolanda Pietrobelli, il mio editore.
Colta e di alta spiritualità, con un cuore immenso ma
decisamente corazzato; tra noi ci sono stati momenti d’incontri
30
e di scontri, sempre costruttivi, per merito suo ho conosciuto
il Reiki, è stata lei la mia Master, meravigliosa disciplina
energetica, e la cosa veramente sconcertane e che tra i vari
mantra dei simboli Reiki ho trovato il mio mantra o almeno
molto simile,
Jolanda Pietrobelli ha pubblicato il mio primo libro ed anche
questo, mi ha dimostrato fiducia, amicizia.
Tutt’oggi
rimane un mio punto di riferimento è la mia amica del cuore.
Quanti desideri ho fabbricato negli ultimi 10 anni: sono
ritornato all’università (50anni) laureandomi con un’alta
votazione, ho costruito (con la mia Silvia) un’attività che era ed
è quella da sempre agognata, fare il Naturopata, ma non basta,
abbiamo sentito anche l’esigenza di portare le nostre
conoscenze agli altri è nata così la Scuola Superiore di
Naturopatia ABEI.
Proprio per merito della Scuola di Naturopatia ABEI ho avuto
(abbiamo avuto) un importante incontro, dal quale è nata una
bellissima amicizia, con Luigi (Luigi Pellegrini) uomo dalle
mille doti e conoscenze, fine erborista e naturopata, con lui
sperimentiamo l’energie sulle erbe officinali (Luigi è titolare
dell’azienda Agrisan srl) e sempre con lui abbiamo ideato
nuovi rimedi floreali ( I Fiori degli Angeli) e certamente il
nostro lavoro non finirà qui, dato che proprio in questo ultimo
anno la Scuola Superiore di Naturopatia ABEI si è trasferita al
centro DBN Agrisan..
Ho continuato a studiare, a sperimentare le mie energie con
sempre maggior forza e determinazione.
Oggi sono piuttosto soddisfatto, continuo a fare il
“FABBRICANTE” non solo per me, ma anche per gli altri il
mio desiderio è di “ formare” altri Fabbricanti di Desideri
affinché tutti, siano in grado “fabbricare”.
31
Non si tratta di modificare la propria vita ma di fabbricarla,
secondo i propri desideri, di raggiungere quegli obiettivi che
tutti sognano.
32
Capitolo secondo
33
La fusione
La mia meta era ed è fondere le antiche tradizioni con la
scienza, e nel prosieguo cercherò di portare evidenze
scientifiche, avvalendomi di esperimenti provenienti da tutto il
mondo.
La fisica quantistica non è il mio campo quindi non sarò
dottorale, le mie conoscenze universitarie sono più legate alla
biologia alla botanica, alla chimica, ma ho un vantaggio:
insegno Naturopatia da anni e pertanto quando parlo di energie
sono a casa mia.
Gli esperimenti che di seguito vi narrerò sono eclatanti e tutti
possono essere ripresi da internet e approfonditi, niente di
quanto verrà scritto è frutto di fantasia ma di pura realtà
scientifica.
Si intende che ad ogni esperimento seguirà una mia
interpretazione, che ad oggi direi
è quella prevalente
nell’ambiente della fisica quantistica.
Diversi autori hanno riportato in questi ultimi anni gli
esperimenti che seguono e fra questi cito, secondo me i più
significativi:
-Greg Braden con Matrix Divina ed. Macro
- Bruce H. Lipton con La mente è più forte dei geni
ed. Macro
- Bruce H. Lipton con La biologia delle credenze ed.
Macro.
34
Due passi tra la nuova scienza
Inizio con una bellissima storia, parto da questa solo perche
vorrei che il vostro cuore si predisponesse a comprendere
quelle cose, quei casi, che non ci hanno mai raccontato e che in
realtà sono importanti.
Siamo negli USA e il fatto è successo in un ospedale, in
particolare nel reparto Ostetricia, premettiamo che per la legge
degli Usa quando nascono dei gemelli prematuri questi devono
essere immediatamente separati (ci sarà un motivo, ma è
certamente crudele).
Ebbene vengono al mondo due gemellini prematuri, sette mesi,
e immediatamente le infermiere separano i neonati mettendoli
in incubatrici separate, ma anche in due ambienti diversi, fino a
qui, sembrerebbe tutto ok, la legge è salvata, ma, c’è un ma,
35
uno dei gemelli cresce poco e pian piano i suoi dati medici si
aggravano, tanto da portarlo a rischio di vita.
L’altro gemello al contrario cresce bene e senza problemi e
allora?
Sarebbe stata una tragedia se un’infermiera con un grande
cuore non avesse deciso d’infrangere le regole, prende il
gemellino in condizioni disperate e lo porta nell’incubatrice del
fratello.
Il fatto
La cosa straordinaria avvenne quasi subito, il gemellino sano
immediatamente abbracciò il fratellino, si avete capito bene, lo
abbraccia e… il finale sembra scontato il gemellino in
condizioni precarie si riprende immediatamente.
Che cosa è successo?
Credo sia semplice intuirlo, i due fratelli avevano trascorso
sette mesi insieme, con tutte le emozioni condivise, ma più di
tutto avevano i cuori in contatto (energetico) e successivamente
vi dirò perché ciò è molto importante.
E’ una storia realmente accaduta apparsa su tutti i giornali, ma
voi pensate che la scienza ne abbia fatto tesoro?
No certamente!
La scienza così detta Newtoniana e quindi meccanicista
prevede solo i fatti che si possono ripetere e l’amore di un
fratello per l’altro non si può annoverare tra i dati scientifici.
Preparatevi alle evidenze scientifiche, non vi spaventate
cercherò di tenervi per mano e insieme comprenderemo i nessi.
Iniziamo con:
1909 G.I. Taylor
L’esperimento così detto delle doppie fessure.
36
L’esperimento consisteva nello “sparare” una particella
atomica attraverso una fessura:
L’attesa dell’esperimento era scontata: la particella si doveva
ritrovare sullo schermo d’impatto B.
Tutti contenti niente era cambiato, la particella con tanto di
massa si ritrovava ora dalla parte opposta, ma la cosa prese un
risvolto diverso quando al posto di una fessura ne vennero
messe due.
37
Gli scienziati si domandarono come si sarebbe comportata la
particella, avrebbe scelto una strada oppure…? decisero
pertanto di osservare l’esperimento, certamente non si
aspettavano quanto successe.
Appena sparata la particella scomparve!
Proprio così non ne trovarono più traccia fisica, ma che cosa
era successo?
In realtà la particella era passata da tutte e due i fori, ma
cambiando stato ora non era più particella ma onda
38
A questo punto le ipotesi potevano essere due:
La prima è che la particella abbia fatto un ragionamento…mi
sembra poco sostenibile.
La seconda è che sia intervenuto un fattore esterno.
Prendiamo la seconda ipotesi, che cosa poteva influenzare il
comportamento della particella? L’ambiente in cui si era mosso
era privo di qualsiasi interferenza, salvo l’osservazione dello
sperimentatore, e allora?
L’osservazione ha determinato il comportamento! Ma non solo
ha modificato la materia, da particella corpuscolare a onda
energetica, come dire che la materia è scomparsa e al suo punto
sono comparse onde energetiche.
L’esperimento a suo tempo stimolò diverse interpretazioni, ma
la cosa che non poteva essere contestata era ed è il
comportamento anomalo, per la fisica classica, della particella;
quando mai si era pensato di poter cambiare la materia? Forse i
vecchi alchimisti ci speravano, ma i fisici lo negavano
decisamente.
L’esperimento è stato ripetuto novanta anni dopo nel 1998 in
Israele con lo stesso identico risultato.
Parliamone.
Che cosa è successo?
L’osservazione ha cambiato la materia o meglio direi il
desiderio del risultato ha cambiato la materia.
Quanto sopra non è per niente semplice, è difficile immaginare
che osservando qualcosa, questa cambi e da solido corpo
diventi onda, ma questa è la fisica dei quanti, ci dobbiamo
abituare a questi salti, questa è ormai scienza, anche se viene
poco divulgata.
Mettetevi nei panni di quegli scienziati abituati a fare 1+ 1, qui
non viene 2 ma zero deve essere frustrante.
39
Allora l’osservare modifica la materia? La cosa sembrerebbe
più complessa, secondo il fisico J. Wheeler non è l’osservare,
ma il partecipare; pensate che Wheeller aveva studiato con
Albert Einstein che aveva, sul fatto, parere completamente
diverso.
Wheeller afferma/va ( credo sia sempre in vita):
La vecchia scienza vede l’universo come qualcosa di estraneo,
fuori, protetto da una barriera, oggi nella fisica quantistica
solo per osservare un elettrone bisogna abbattere detta
barriera.
Stiamo facendo i primi passi verso il nostro scopo il realizzare
la “Fabbrica di desideri”
Pensate… il partecipare modifica la materia!
Altro esperimento
Nel 1982 un'equipe dell'Università di Parigi, diretta dal fisico
Alain Aspect, ( oggi membro dell’Accademia delle Scienze in
Francia, direttore delle ricerche al CNRS e medaglia d’oro nel
2005 per il CNRS) condusse forse il più importante sperimento
del 20º secolo.
40
Aspect ed i suoi colleghi scoprirono che, sottoponendo a
determinate condizioni delle particelle subatomiche come gli
elettroni, esse erano capaci di comunicare istantaneamente una
con l'altra indipendentemente dalla distanza che le separava, sia
che si tratti di 10 metri o di 10 miliardi di chilometri.
Come se ogni singola particella sapesse esattamente cosa stiano
facendo tutte le altre. L’esperimento di Aspect suscitò un vivo
interesse, sia in senso positivo che negativo, e molte furono le
teorie a tal proposito.
Successivamente alla Università di Ginevra 1997 un gruppo di
scienziati alla ricerca del nuovo mise in atto il seguente
esperimento:
Veniva preso un fotone e diviso in due fasci di luce, creando
così due fotoni gemelli, poi, questi, venivano messi in un
contenitore e inviati a distanze opposte in un lungo tubo.
FASE 1
FASE 2
Fra i due fotoni gemelli vi era una distanza di 22 kilometri
41
A ciascuna estremità di questo bel circuito doppio, in fibre
ottiche, gli scienziati fecero in modo che le particelle, ormai
isolate dalla distanza, optassero arbitrariamente tra due
percorsi pressoché identici.
Tutto ciò per
comportamento.
vedere
quale
potesse
essere
il
loro
Quando ciascuno dei fotoni gemelli doveva scegliere una delle
due diramazioni presenti, alla fine del percorso, si dirigeva,
cosa non attesa, nella stessa direzione scelta dal suo fotone
gemello.
E questo ogni volta, senza “titubanza” anche nei successivi e
numerosi esperimenti.
42
A capo dell’esperimento era Nicholas Grisin. Da un suo
articolo:
“E’ affascinante che i fotoni entangled formino uno e un solo
oggetto. Perfino quando i fotoni gemellari sono
geograficamente separati, se si modifica uno di essi anche
l’altro subisce automaticamente lo stesso cambiamento”.
Approfondiamo un po’, immaginiamo due contenitori che
contengono ognuno una scarpa di un paio. E’ ovvio pensare
che in uno vi sia una scarpa destra e nell’altro la sinistra e che
prima di guardare siamo certi di ciò, nel contenitore a destra ci
sarà la scarpa destra ed in quello di sinistra la sinistra, o
viceversa. Se al posto delle comuni scarpe usassimo delle
scarpe quantistiche le cose non sarebbero proprio così; con
questa premessa ci troveremmo davanti ad una incognita; il
verso delle scarpe, destra e sinistra sarebbe definito solo nel
momento in cui le osserviamo, solo cioè quando, aprendo i
contenitori osserviamo il loro contenuto . L’atto dell’osservare
conferisce realtà al paio di scarpe, in poche parole conferisce, a
distanza, un "verso" alla scarpa non osservata. Il paradigma
quantistico, ci dice, che prima di aver guardato, prima che
decidiamo di guardare dentro uno dei due contenitori, le scarpe
"vivono" in uno stato indefinito, sovrapposto, un unico “corpo”
scarpa destra-sinistra.
Quanto sopra è il fenomeno di Entaglement
In questa interpretazione, qualsiasi microente o coppia di
microenti ha caratteristiche oggettive solo nel momento
dell’osservazione, è l’atto dell’osservare che chiarisce qual è la
scarpa destra o la sinistra
43
da un articolo ripreso dall’ufficio stampa del CNR
ottobre 2007:
09
“Inoa-Cnr”Con i fotoni la matematica diventa "un'opinione"
Due più due fa quattro? E, soprattutto, quattro meno due fa
due? Non sempre. Nella meccanica quantistica, quando si
aggiungono e sottraggono fotoni, le normali regole
dell'aritmetica non valgono più. Le bizzarre leggi delle
microscopiche particelle di luce sono state verificate per la
prima volta grazie a un esperimento eccezionale, condotto da
un gruppo di ricercatori dell'Istituto nazionale di ottica
applicata (Inoa) del Consiglio nazionale delle ricerche di
Firenze, del Laboratorio europeo di spettroscopia non lineare
(Lens), del Dipartimento di Fisica dell'Università di Firenze e
della Queen's University di Belfast. I risultati sono pubblicati
sul numero di Science del 28 settembre scorso (n.d.a 2006). La
scoperta rende possibile la creazione di nuovi strumenti e
computer dalla precisione e capacità finora irraggiungibili e
del tutto impenetrabili alle intercettazioni. "Nel nostro
laboratorio – spiega Marco Bellini dell'Inoa-Cnr - abbiamo
dimostrato per la prima volta come aggiungere e sottrarre in
modo assolutamente controllato singole particelle di luce, i
fotoni, da un campo luminoso di tipo classico, simile cioè a
quello emesso dal sole o da una comune lampadina". Tali
particelle luminose fondamentali e indivisibili obbediscono alle
regole della meccanica quantistica, diverse rispetto agli
oggetti di uso comune, seguendo comportamenti
apparentemente bizzarri e illogici. "Il nostro gruppo, cui
partecipano Valentina Parigi del Lens, Alessandro Zavatta
dell'Università di Firenze e Myungshik Kim dell'Università di
Belfast, aveva già mostrato come far percorrere a un solo
fotone due cammini alternativi, in modo da farlo trovare
44
contemporaneamente in due posizioni diverse. Nell' ultimo
esperimento, abbiamo invece dimostrato come, se si aggiunge
un fotone e subito dopo se ne estrae un'altro da un particolare
campo luminoso, il numero finale di fotoni può diventare
completamente diverso da quello iniziale. Ancora più
sorprendente è che la semplice sottrazione di un fotone da
particolari campi luminosi ha come risultato un aumento,
anziché una diminuzione nel numero di fotoni restanti. Come
se si aumentasse il numero di palline contenute in una scatola
tutte le volte che se ne estrae una!". Sebbene apparentemente
controintuitivi, questi risultati sono in realtà esattamente quelli
previsti per gli oggetti microscopici dalle bizzarre leggi della
meccanica quantistica, che gli esperimenti di Bellini e degli
altri ricercatori hanno permesso per la prima volta di
verificare in modo diretto. Ma a quali risultati può portare
quest'eccezionale scoperta? "A parte l'estremo interesse per
l'avanzamento delle nostre conoscenze fondamentali sul
funzionamento dell'Universo, potremo forse avere presto
importanti e innovative ricadute applicative. L'aver realizzato
sequenze perfettamente controllate di aggiunte e sottrazioni di
singoli fotoni da un campo luminoso apre la strada alla
generazione di luce dalle proprietà completamente nuove, ad
esempio alla costruzione di nuovi strumenti per misure di forze
e spostamenti infinitesimali, dalla precisione finora
irraggiungibile. Un computer basato su queste proprietà
quantistiche potrebbe risolvere in modo rapido ed efficiente
problemi attualmente irrisolvibili anche per le macchine più
potenti. Inoltre, si potrebbero realizzare particolari stati di
luce per la comunicazione a distanza di dati riservati,
assolutamente impenetrabile alle intercettazioni". Fonte:
Ufficio Stampa Cnr
45
Riflessione
Anche questo esperimento ha fatto storia, ma non sufficiente a
convincere i detrattori della meccanica quantistica, loro
continuano ad insistere nei loro errori, si direbbe “per
comodo”, accettando questi esperimenti metterebbero in
dubbio tutto quanto hanno studiato e detto o almeno quasi
tutto. Ritorniamo al paradigma quantistico, del creare
partecipando, è un po’ come dire che noi creiamo nel
momento in cui guardiamo, o sarebbe meglio dire: noi creiamo
nel momento in cui il nostro sguardo (mente) è consapevole.
Tutto questo ci pone al centro dell’attenzione, è l’uomo
l’artefice del cambiamento, nel momento in cui osserva
consapevolmente.
La teoria dell’ologramma
Un celebre fisico dell'Università di Londra, David Bohm,
affermava che le scoperte di Aspect implicassero la nonesistenza della realtà oggettiva, come a dire che, l'Universo è in
realtà un fantasma, un ologramma gigantesco e perfetto nei
dettagli.
Che cosa è un ologramma ?
46
Un ologramma è una fotografia tridimensionale realizzata con
un laser: prima di fotografarlo l’oggetto viene immerso nella
luce di un raggio laser, poi successivamente un altro raggio
laser viene fatto rimbalzare sulla luce riflessa del primo, lo
schema risultante dalla zona dove i due raggi si incontrano
viene impresso sulla pellicola fotografica. Allo sviluppo della
pellicola il risultato visibile è solo un intreccio di linee chiare e
scure, se però tutto ciò viene illuminato da un altro raggio laser
appare il soggetto originale.
L’ologramma ha la particolarità di essere tridimensionale, ma
la cosa sorprendente sta nel fatto che se dividiamo in due un
oggetto, il suo ologramma rimarrà intero, stessa cosa se
prendiamo dell’oggetto anche solo una piccola parte, la
rappresentazione olografica sarà sempre dell’intero oggetto,
più piccolo ma uguale.
Quanto sopra può farci affermare che ogni piccola particella
dell’ologramma contiene tutte le informazioni dell’ologramma
intero.
Il Fisico affermava che, ad un livello di realtà più profondo,
tali particelle non sono entità individuali, ma estensioni di uno
stesso "organismo" fondamentale.
Hugo Zucarelli ricercatore Italo-Argentino ha applicato il
modello olografico ai fenomeni acustici, l’idea gli era venuta
constatando il fatto che gli uomini possono localizzare la fonte
di un suono senza girare la testa, anche se sordi da un orecchio.
Ne risulta che ciascuno dei nostri sensi ha capacità maggiori di
quanto si possa prevedere.
47
Sappiamo che: il sistema visivo è sensibile alle frequenze
sonore, l’olfatto percepisce anche le "frequenze osmiche" ed
infine le nostre cellule sono sensibili ad una grande gamma di
frequenze. Tutto ciò ci porta ad affermare che è solo nel
dominio olografico della coscienza che tali frequenze possono
venire vagliate e suddivise.
Quanto detto da Bohom e da Zucarelli ci riconduce alla teoria
per cui la materia sia collegata in qualche modo, mi sovviene il
grande Planck di cui abbiamo parlato precedentemente, ne
ripeto la frase ora forse è più comprensibile.
” tutta la materia esiste in virtù di una forza. Dietro questa
forse dobbiamo presumere l’esistenza di una mente conscia ed
intelligente. Questa mente è la matrice di tutta la materia”.
Cerchiamo di comprendere cosa significa matrice di tutta la
materia:
Questo concetto, tutto quantistico, sarà alla base della nostra
“Fabbrica di Desideri” ma vediamolo un po’ meglio.
Secondo gli scienziati tutta la materia dell’universo, esseri
viventi compresi, è collegata, da una grossa immensa ragnatela
(energetica) che fa in modo che qualcosa che influenza una
parte influenzi il tutto.
Un po’ come il nostro cervello, dove una massa intricata di
neuroni comunica tra di loro senza alcun problema.
L’ipotesi fu avanzata una prima volta da Maxwell dopo il
1845, lo scienziato sosteneva: Ogni atomo ponderabile è
differenziato da un fluido tenue, che riempie tutto lo spazio
48
meramente con un moto rotatorio , proprio come fa un vortice
di acqua in un lago calmo. Una volta che questo fluido –
ovvero l’etere – viene messo in movimento, esso diventa
grossolana materia. Non appena il suo movimento viene
arrestato la sostanza primaria ritorna al suo stato normale...
Può allora accadere che, se si riesce in qualche modo a
imbrigliare questo fluido, l’uomo possa innescare o fermare
questi vortici di etere in movimento, in modo da creare
alternativamente la formazione e sparizione della materia.
Dunque, al suo comando, quasi senza sforzo da parte sua,
vecchi mondi svanirebbero e nuovi mondi entrerebbero
nell’esistenza. L’uomo potrebbe così alterare le dimensioni di
questo pianeta, controllare le sue stagioni, aggiustare la sua
distanza dal Sole, guidarlo nel suo eterno viaggio lungo
l’orbita di sua scelta, attraverso le profondità dell’universo.
Egli potrebbe far collidere i pianeti e creare i suoi soli e le sue
stelle, il suo calore e la sua luce, egli potrebbe dare origine
alla vita in tutte le sue infinite forme. Dare origine alla nascita
e alla morte della materia sarebbe il più grande degli atti
umani, cosa che darebbe all’uomo una conoscenza profonda
della creazione fisica; tutto questo gli permetterebbe di
compiere il suo destino ultimo(New York Times).
Nel 1887 due scienziati Michelson-Morley provarono a
dimostrare l’esistenza dell’etere che collegava il tutto, ma
l’esperimento che misero in atto non portò ai dati attesi, tanto
che fino ad oggi la scienza ufficiale continua a sostenere la non
fondatezza di quanto accennato da Maxwell proprio in
funzione dell’esperimento non riuscito di cui sopraChe cosa era
successo? I ricercatori non disponevano di attrezzature atte a
dimostrare quanto da loro postulato, infatti cento anni dopo
l’esperimento fu rieseguito dall’aeronautica militare americana
49
con lo scienziato E.W.Silvertooth, come riportò l’autorevole
rivista scientifica NATURE
“Special relatività”
Nature 322, 590 (14 August 1986); doi:10.1038/322590b0
E. W. SILVERTOOTH
Star Route, Box 166, Olga, Washington 98279, USA
fu un successo e provò senza ombra di dubbio quanto
formulato dai primi ricercatori.
La matrice esiste e collega il tutto
Ma non finisce qui, sapete gli americani quando vedono
qualcosa di interessante (se poi ci sono anche i militari ancora
di più) ci si buttano sopra, nel 1999 la Nasa ha costruito un
satellite per misurare questi campi energetici, il satellite era
CHANDRA e fece veramente un buon lavoro, inviò a terra
molti dati, che elaborati dettero l’evidenza scientifica della
matrice, guardate un po’! (foto1). E’ una rappresentazione
sensazionale priva di qualsiasi interpretazione negativa ma è
piena di fascino e di forza per la nostra “Fabbrica di Desideri”
50
Su questa meravigliosa scoperta si sono elaborate molte teorie,
ma, credo la più interessante sia quella messa in atto
dall’Università di Princeton (USA) :
Gli scienziati (45 tra fisici, psicologi, filosofi ed altro
provenienti da tutto il mondo) hanno collocato quaranta
dispositivi (eggs, uova), delle piccole macchinette molto
particolari, dotate di microchip, in diversi paesi del mondo e
tutti questi collegati ad un solo computer nell’università di
Princeton.
"Il lavoro di questi misteriosi dispositivi era ed è, dato che sono
sempre in funzione, quello di scoprire se esista o meno un
collegamento inconscio dell'umanità, una "mente collettiva”.
Magia?
-No scienza !
I fatti hanno dato ragione agli scienziati:
- 11 settembre 2001 Torri Gemelle, la macchina registra
sostanziali picchi di grafico ben quattro ore prima del
fatto.
51
-
Morte di Lady Diana e di Madre Teresa di Calcutta, si
riscontrano altissimi picchi.
- 26 Dicembre, l'apparecchio ha segnalato lo tsunami
nell'Oceano Indiano, stavolta con un anticipo di
ventiquattro ore.
Oltre agli eventi citati, sono stati rilevati il bombardamento
della NATO sulla Jugoslavia e l'affondamento del sottomarino
Russo Kursk.
"E' un fatto sconvolgente," ha dichiarato il Dr. Roger Nelson,
ricercatore emerito dell'Università di Princeton e capo del
Global Consciousness Project (GCP), il ricercatore è apparso
ultimamente in una trasmissione Rai confermando questi ed
altri esperimenti in tal senso, confermando che la sua ricerca e
quella dei suoi colleghi continuerà fino al 2012.
Ma ad ulteriore prova cito un articolo del Prof. Ervin Laszlo
PIU’ DI UN MILIONE PER GUARIRE L’UMANITA’
La prima Giornata Mondiale di Meditazione-Preghiera per la
Pace mostra il potere della Consapevolezza e porta nuove
speranze per un mondo migliore.
di Ervin Laszlo, 31 maggio 2007
Domenica 20 maggio, un milione di persone ha partecipato
alla prima Giornata Mondiale di Meditazione-Preghiera per la
Pace, in tutti i cinque continenti. È stata una prima storica.
Mai prima d’ora così tante persone in così tante nazioni,
appartenenti a così tante fedi e culture diverse, si erano riunite
per indirizzare il potere della loro meditazione e della loro
preghiera verso la pace sulla Terra: la prima causa veramente
comune all’umanità.
52
Obiettivi e adempimenti
La Giornata Mondiale è stata pensata per ridurre il livello di
conflittualità e violenza nel mondo e per aiutare a diffondere
maggiore comprensione, tolleranza e capacità di vivere in
pace con i propri vicini, sia prossimi sia lontani, e con la
natura.
Numerosi test ed esperimenti, nel tempo, hanno dimostrato che
la profonda preghiera e la meditazione possono guarire le
persone, guarire le altre specie e creare pace e armonia tra le
comunità umane. Ora, per la prima volta, il potere di
preghiera e meditazione è stato diretto all’intera umanità sul
pianeta, grazie all’intervento di un milione di individui che
sono entrati in un più profondo stato di coscienza per
esprimere il loro sincero desiderio che “Possa la pace
prevalere sulla terra.
Le meditazioni
Le meditazioni organizzate del 20 maggio hanno seguito la
stessa procedura ovunque abbiano avuto luogo,
indipendentemente da cultura, fede e religione dei
partecipanti. Gli eventi sono cominciati con i discorsi di
presentazione, poi hanno ospitato musica e danza, infine sono
proseguiti con le meditazioni guidate. Sono terminati con
cinque minuti di silenzio, durante i quali i partecipanti, in
53
piedi, tenendosi per mano, hanno ripetuto silenziosamente
“Possa la pace prevalere sulla terra”.
Le meditazioni-preghiera di un’ora sono state attentamente
sincronizzate per produrre il massimo effetto. Il primo gruppo
di eventi ha avuto luogo in contemporanea nell’Australia
orientale e occidentale e in Giappone. Il secondo gruppo ha
riunito persone in India, Africa centrale e meridionale, Israele,
Grecia, Ungheria, Germania, Italia e Inghilterra. Il terzo
gruppo abbracciava Canada, Stati Uniti, Venezuela, Brasile,
Argentina, Uruguay, Cile, isole Hawaii e Samoa. La rete dei
circa 70 gruppi organizzati che hanno aderito alla Giornata
Mondiale si è formata rapidamente, quando il sito ha
annunciato l’evento.
Il progetto aveva avuto origine dalla “Sinfonia di preghiere
per la Pace“ programmata per il 20 maggio, presso il ritiro
spirituale ai piedi del Monte Fuji, dal gruppo spirituale
giapponese Byakko Shinko Kai, in collaborazione con la
Fondazione Pace Goi. Incontrando Masami e Hiro Saionji
della Fondazione Pace Byakko e Goi, suggerii che analoghe
preghiere e meditazioni si potessero unire all’evento del Monte
Fuji, dandogli una dimensione globale.
Il Club di Budapest, centro di ricerca internazionale, ha quindi
organizzato la rete di coordinatori/ospiti, a partire dalla
Oneness University of India (Università Indiana dell’Unità),
dove il 20 maggio in 50.000 hanno meditato guidati dal leader
spirituale Bhagavan. Altri volontari si sono via via uniti e in
pochi mesi si è formata una rete diffusa in tutto il mondo.
54
Le esperienze
I rapporti ricevuti dai partecipanti di tutto il pianeta indicano
un’esperienza uniformemente affascinante, intensa e piena di
speranza. “Una luce diffusa al di fuori e dentro di noi
avviluppava la riunione… alcuni hanno avuto sensazioni di
gioia, altri di commozione, alcuni di sofferenza che veniva
cambiata in serenità (dall’Italia)
“C’è stato un grande cambiamento quando più di 10.000
persone si sono collegate nello stesso momento, pregando per
la pace nel mondo.” (dal Giappone).
“L’energia che abbiamo creato era profonda, gentile, pacifica,
piena di amore e di serenità… Io sento ancora il potere
sorprendente che entra in me.” (dalla Slovenia) Posso
personalmente testimoniare l’intensità e il senso di comunione
senza precedenti raggiunti durante la fase finale della
meditazione, stretti per mano, durante l’evento al Tempio
Aperto di Damanhur, in Italia.
55
Gli esperimenti
La “densità” del sentimento di collegamento e unione tra tutti i
partecipanti è stata confermata da un esperimento scientifico
condotto in Italia. L’esperimento era programmato per
coincidere con l’evento della meditazione/preghiera in Europa
e Africa. Due gruppi di meditatori, otto dei quali erano
nell’ecovillaggio di Bagni di Lucca e otto nella città di Milano,
a distanza di 200 km gli uni dagli altri, sono stati equipaggiati
con elettrodi sulla testa, collegati a un elettroencefalografo che
misurava l’attività elettrica (onde EEG) del cervello. Le
misurazioni sono state sincronizzate al centesimo di secondo
attraverso il Global Position System ed esaminate per
correlazione tra i due gruppi. Dato che i meditatori a Lucca e
a Milano non erano direttamente in contatto gli uni con gli
altri, il normale valore di correlazione avrebbe dovuto essere
uguale a zero. Invece, il livello medio di sincronizzazione tra i
due gruppi è stato di 0,64%, con picchi che hanno raggiunto il
5,4%. Si tratta di valori che escludono il caso fortuito e la
coincidenza.
Sono stati compiuti altri test, in varie parti del mondo,
verificando tra gli altri l’effetto delle meditazioni su generatori
di numeri casuali. Questi test riguardano la deviazione dalla
casualità d’ordine, in una serie di 0 e 1 generata da computer:
tali deviazioni sono già state rilevate sperimentalmente in
occasione di meditazioni, oltre che di eventi che catturano
l’attenzione di molte persone, inclusi attacchi terroristici,
guerre e avvenimenti sportivi.
“I risultati sono interessanti,” ha scritto Roger Nelson capo
del Global Consciousness Project, responsabile di questo
56
esperimento a Princeton, nel New Jersey. “Si evidenzia una
forte deviazione dei risultati, rispetto alla loro media casuale,
lungo le nove ore di meditazione. Il risultato è significativo,
con deviazioni superiori di oltre 20 volte rispetto alla media
casuale.”
Seguito
L’esperienza vissuta, così come i risultati oggettivi delle
meditazioni/preghiere del 20 maggio, ci autorizzano ad
affermare un fatto spesso ipotizzato ma raramente dimostrato
rigorosamente: il pensiero consapevole ha un effetto concreto
sulla gente. Quando molte persone si riuniscono per
focalizzare la propria coscienza sulla pace nel mondo, il
risultato può essere straordinariamente significativo: il potere
della consapevolezza potrebbe quindi dare un contributo
fondamentale per guarire il nostro mondo, dilaniato da guerra
e sopraffazione, e aiutarci a sconfiggere il senso di impotenza
e separazione che è frequentemente la causa principale di
frustrazione, conflitto e violenza.
Basandosi sui risultati della Giornata Mondiale di
Meditazione-Preghiera per la Pace, il Club di Budapest, la
Fondazione Pace Goi e i loro partner dei cinque continenti
progettano nuove meditazioni/ preghiere per la pace nel 2008,
e oltre. Le future Giornate Mondiali dovranno riunire non
soltanto uno ma molti milioni di persone devote, che
focalizzeranno il potere della loro coscienza sulla pace nel
mondo. Una tale “massa critica” di umani potrebbe dare un
57
contributo maggiore e probabilmente cruciale verso il
raggiungimento di questo vitale obiettivo.
Questo bell’articolo è stato tratto dal sito della
ASSOCIAZIONE NAZIONALE CO.N.A.C.R.E.I.S. di
promozione sociale.
Coordinamento Nazionale Associazioni e Comunità di Ricerca
Etica Interiore Spirituale.
Potrei andare avanti ancora molto, i dati di cui sono in possesso
sono infiniti, ma potrete divertirvi su internet per trovarne altri.
Concludo con un’altra bella frase:"Ci è stato insegnato
che siamo individui e che dobbiamo esistere come tali in una
società, ma questo non é vero" ha detto il Dr. Nelson, che
continua: "Forse siamo tutti connessi l'un l'altro e molto più
intimamente di quanto sappiamo."
Che cosa vi voglio raccontare?
Tutti noi volenti o nolenti siamo collegati, le nostre emozioni,
sia quelle positive , ma soprattutto quelle negative che si
scontrano continuamente, danneggiando non solo noi , ma tutti.
Questa rete immensa, la matrice, ci collega al cosmo intero in
un continuo divenire, le antiche tradizioni, quelle che ho
studiato per tanti anni, ma che dovevo accettare come dogmi,
oggi le posso spiegare attraverso di essa, non sono più cose
misteriose e da tenere nascoste, ma cose da divulgare perché
tutti, possano usufruire della grande forza dell’energia quantocreatrice, questa potrà, se correttamente utilizzata, portarvi a
fabbricare i vostri desideri.
Wheeller: La conoscenza crea il nostro universo fisico.
Mi torna utile citare il fisico Pagels: (Il codice cosmico, Bollati
Boringhieri, cap.9 pag.134/137): "La vecchia idea che il mondo
esista effettivamente in uno stato definito non è più sostenibile.
La teoria quantistica svela un messaggio interamente nuovo: la
58
realtà è in parte creata dall'osservatore". "La situazione si
presenta paradossale al nostro intuito, perché stiamo cercando
di applicare al mondo reale un'idea dell'oggettività che sta
solo nelle nostre teste, una fantasia".
Arriviamo ora ad un altro interessante esperimento: La rivista
Advances pubblicò nel 1983 una ricerca condotta negli Usa
dall’esercito, la ricerca era sul DNA, si voleva stabilire i
rapporti tra le emozioni e il DNA stesso, e come questo variava
a seconda dell’emozione inviata.
I ricercatori prelevarono il DNA con un tampone, dalla
bocca del volontario, e inserito in una apposito contenitore, lo
scopo era dimostrare che questo rispondeva alle stesse
sollecitazioni del volontario, da un punto di vista emotivo. Il
bello dell’esperimento era che il donatore si trovava da un’altra
parte. Il volontario, isolato in altro ambiente, venne sollecitato,
attraverso proiezioni particolari studiate per stimolare emozioni
(scene di guerra particolarmente crude, situazioni erotiche o
comiche)Contemporaneamente, mentre il soggetto vedeva le
immagini il suo DNA produceva una risposta elettrica molto
forte, nonostante la distanza tra i due.
La distanza fu aumentata di molto, oltre 500 km, ma i risultati
furono gli stessi, il tempo (misurato con orologio atomico) fra i
due eventi, lo stimolo al donatore, e la reazione del DNA, era
pari a ZERO.
59
Effetto Fantasma
Accademia delle Scienze di Mosca, inizio anni Novanta, il dott.
Vladimir Poponin, biologo quantistico, studia la relazione tra il
DNA e la qualità della luce ( misurata in fotoni).
Poponin descrive alcuni esperimenti dove il DNA influenza
direttamente il mondo fisico attraverso un campo sconosciuto.
Iniziò misurando le strutture di campo della luce nel vuoto, in
un ambiente controllato:
venne rimossa completamente l’aria dal
contenitore
predisposto, e osservò il comportamento delle particelle di luce
al suo interno.
Le particelle erano disposte in maniera causale.
Successivamente i ricercatori inserirono nel conteni-tore del
DNA, e qui le particelle di luce iniziarono a somigliare alla
catena del DNA, era come se questa influenzasse le particelle
con una forza non visibile.
Il bello però doveva ancora avvenire, gli scienziati tolsero il
DNA dal contenitore, aspettandosi che le particelle tornassero
al loro posto, ma ciò non successe perche le particelle
rimanevano accorpate tra di loro come se una forza invisibile le
tenesse insieme,
Gli scienziati, Poponin in testa, accettarono l’ipotesi, come dice
lo stesso Poponin “ di una nuova struttura di campo”
Questa struttura è molto simile alla nostra “vecchia” matrice di
Max Planck.
60
Altra acqua al nostro mulino arriva dall’Istituto Heart Math
ovvero Istituto di matematica del cuore di Boulder Creek, in
California, collegato all’Università di Stanford.
Si deve premettere che in un bambino concepito inizia a battere
il cuore prima che il cervello sia sviluppato, domanda: da dove
arriva l’intelligenza per farlo partire?
All’istituto Heart Math hanno scoperto che il cuore ha un
cervello, con tanto di cellule cerebrali (40.000), non tante ma
sufficienti per esso, ma l’imput alle cellule chi lo ha dato?.
Ma veniamo ad un esperimento sconvolgente:
Viene preso del DNA dalla placenta umana ( privo di molti
condizionamenti) e inserito in un contenitore per vedere o
meglio misurare i suoi cambiamenti.
Furono fatte 28 boccette del DNA poi date a 28 ricercatori,
quest’ultimi dovevano sentire o generare emozioni, e questo
fecero.
Ogni volta che ognuno di essi provava un’emozione il DNA
cambiava forma e lo faceva in maniera differente a seconda
dell’emozione ricevuta.
La gratitudine, l’amore, facevano in modo che il DNA
rispondesse distendendosi, srotolando i filamenti, e
aumentando la sua lunghezza.
Al contrario la paura, la rabbia, lo stress, portavano come
risultato alla contrazione del DNA, che si accorciava,
interrompendo, persino, diversi codici.
Tutto questo non ci spaventa un po’?
L’odio, la rabbia ci mettono veramente in difficoltà, teniamone
conto, come dobbiamo tener conto che l’amore ci aiuta e ci fa
star meglio, e tutto ciò è provato scientificamente.
Ma l’esperimento non finì qui, fu inserito del DNA abbattuto,
ma l’emozioni positive lo riportarono ad inserire nuovamente i
codici mancanti e a ridistendersi.
61
Furono fatti anche esperimenti su persone HIV positive
e si constatò che sentimenti di amore, gratitudine aumentavano
a 300.000 unità la loro resistenza alla malattia.
Allora è intuibile che i concetti di meccanica quantistica sono
applicabili anche alla medicina o forse meglio alla biologia.
Un meraviglioso libro “la Biologia delle Credenze” di
Bruce H. Lipton ne dà una esaustiva spiegazione e devo dire
che i miei trascorsi di studioso biologo hanno trovato
nell’opera di Bruce Lipton tutte le conferme che cercavo
.L'autore dimostra e credo, senza dubbi, come l’ambiente ci
condiziona, e ancora di più come il nostro DNA o meglio i
nostri geni non siano il nostro destino implacabile.
I suoi esperimenti (1977) sulle cellule staminali sono un
cardine della nuova Biologia, cercherò in maniera più semplice
possibile, spiegare l’esperimento base.
Alcuni chiarimenti su i termini – cellula staminale multi
potente e terreno di coltura.
•
•
•
Le cellule staminali sono cellule primitive non
specializzate dotate della singolare capacità di
trasformarsi in qualunque altro tipo di cellula del corpo.
Multipotente : La multipotenza è la proprietà di una
singola cellula staminale di svilupparsi in molti tessuti.
Terreno di coltura: i terreni di coltura sono delle
soluzioni solide o liquide contenenti sostanze nutritive
su cui è possibile far crescere cellule.
Le definizioni sono prese da Wikipedia proprio per evitare
termini troppo scientifici quindi solo per gli addetti ai lavori.
Ebbene il nostro Bruce prende una cellula staminale
multipotente e la inserisce in un terreno diciamo di tipo A; da
detta cellula nasce il tessuto adiposo.
62
Successivamente prende altra cellula uguale alla precedente e
la inserisce in un terreno di tipo B, da questa nasce un tessuto
osseo
Ed infine protocollo precedente, ma con un terreno di tipo C,
ed ecco il tessuto muscolare.
Che cosa è che fa decidere la cellula a fabbricare in tessuto
diverso?
Non è certamente il codice genetico (DNA & C.) dato che è
sempre lo stesso, l’unica cosa che cambia è il terreno di
coltura, ergo è questo che determina la scelta della cellula, è
l’ambiente in cui essa vive…l’ambiente?
Il nostro corpo è un aggregazione cellulare, pertanto si
potrebbe (si può) dedurre che l’ambiente in cui noi viviamo
influenza o meglio condiziona (positivamente o negativamente)
le scelte di crescita, di protezione, di sviluppo delle nostre
cellule.
La spiegazione dello scienziato sul modo con cui la cellula
riceve i messaggi attraverso i recettori di membrana (antennine
sulla membrana cellulare) è decisamente convincente e precisa.
Esistono 100.000 recettori e 100.000 effettori (coloro che
diranno cosa fare) su ogni cellula, e le cellule sono davvero
tante.
Riflettiamo, abbiamo parlato degli esperimenti di meccanica
quantistica e abbiamo compreso come una fitta ragnatela di
energia tutto avvolge e tutto vi s’immerge, compreso anche il
“pover’uomo”, pover’uomo non ancora per molto; poi abbiamo
compreso come l’ambiente condiziona le nostre scelte, la
nostra vita, i nostri pensieri, ma ancora peggio le nostre azioni.
La matrice Planckiana è memoria di tutto, passato, presente e
futuro, è memoria, meno male, anche delle cose belle: l’amore,
la gioia, la pace, il credere in se stessi, il credere che l’uomo
non sia un’animale legato solo al suo codice genetico o alle
convinzioni inculcate da coloro, che da sempre sapevano e
63
sanno ciò, e che per desiderio di potere, l’hanno sempre
adoperata.
Non voglio polemizzare con i politici, scienziati, caste di varia
natura religiosa, tutti loro hanno un tornaconto ma una cosa è
certa ci hanno condizionato per centinaia, centinaia di anni,
pensiamoci un po su.
64
Capitolo 3
La Fabbrica di Desideri
65
Il cervello
Abbiamo fatto un lungo percorso, anche se nella mia testa
doveva essere molto più lungo, ma poi mi sono chiesto: coloro
che vorranno leggermi “sono già predisposti a credere”, per gli
altri, gli scettici, facciano come me, cerchino e…“Coloro che
cercano cerchino, finché troveranno.
Quando troveranno, resteranno turbati.
Quando saranno turbati si stupiranno, e regneranno su tutto."
Ora parliamo un po’ di tecnica, ma anche del perché fino ad
oggi solo pochi riescono a fabbricare i loro desideri.
Primo passo facciamoci alcune domande.
Come funziona il nostro cervello?
Bella macchina vero?
Bella certamente, ma un po’ suggestionabile.
Parliamone un po’ di questa macchina, si ho detto macchina,
perché se pur complessa ed articolata, questa si comporta
proprio come una macchina, almeno per la maggioranza delle
sue azioni.
Il cervello è diviso in tre sezioni: la parte rettile (cervelletto e
tronco encefalico parte inferiore), il cervello medio (con la
parte superiore del tronco), e il cervello anteriore (talamo,
ipotalamo, la corteccia cerebrale, ipofisi, la ghiandola pineale e
il corpo calloso).
A vista si distinguono due emisferi, uno destro e uno sinistro.
I due emisferi uniti dal corpo calloso formano la corteccia
cerebrale, ogni emisfero ha competenze diverse e diverse
prestazioni.
L’ipotalamo coordina i due sistemi che mandano istruzioni al
corpo
66
La corteccia cerebrale controlla le funzioni motorie, è qui che
ha sede la memoria e l’atto del pensare.
Quindi è nella corteccia che ha sede il nostro pensiero conscio.
La parte rettile del cervello è detta più comunemente
cervelletto, questo controlla tutte le informazioni e i nostri
pensieri, si potrebbe dire che qui comunica la scintilla della
matrice, la scintilla Divina, esso è la sede di tutta la
conoscenza, dato che era con noi sin dall’inizio, è anche il
trasmettitore e il ricevitore per tutte le altre parti del corpo.
E’ nel cervelletto che si elabora, si registra e di conseguenza si
agisce in maniera inconscia, lui porta tutta la memoria.
L’ipofisi (ghiandola tra i due emisferi) è la governatrice del
cervello è un po’ come la memoria Ram del computer,
permette di elaborare le informazioni.
I ritmi e le vibrazioni arrivano al corpo attraverso la ghiandola
pineale, ma riceve anche le vibrazioni dal corpo stesso,
pertanto le sensazioni negative la influenzano moltissimo.
Tutti i segnali in arrivo vengono smistati dal Talamo
(personalmente lo chiamo la Talamo, mi rende di più al
femminile, ha molta sensibilità), fa da centralinista inserisce
gli spinotti per dirigere ai vari responsabili le informazioni, ma
come le centraliniste (non tutte) ascolta le conversazioni, anche
quelle non proprio belle e purtroppo le memorizza, da qui a
fare pettegolezzo la strada è breve.
Il Talamo, pertanto viene condizionato da subito, e spesso in
maniera negativa, sia dalla società che dai genitori e ciò
comporta il blocco (feedback) di tutte quelle belle
informazioni, come la felicità, la gioia ed altro, tutto questo è
dovuto ai condizionamenti che la società ci inculca, la felicità e
la gioia non sono per l’uomo così detto “civile”.
La centralinista decide quindi che cosa far passare e che cosa
no, ma è di parte, preferisce le informazioni globali
67
proveniente dalla società, dal comportarsi secondo “regola”,
seguire i dogmi le leggi, che dare linea ai sentimenti.
Il riprogrammare il centralino o meglio la centralinista, non è
cosa facile, ma noi ci proveremo.
Altro dato importante è l’uso che abbiamo fatto della corteccia,
in effetti è utilizzata solo o quasi, in maniera automatica e la
maggior parte di essa rimane lì in attesa di qualcosa…che
dovrà prima o poi accadere.
Noi faremo in modo che qualcosa accada. .
Per la nostra tecnica sarà molto importante il lobo frontale,
infatti qualsiasi cosa mettiamo in questa zona essa influenzerà
tutti i campi energetici sia nel bene che nel male.
Ci dobbiamo ricordare che le immagini che arrivano nella
corteccia cerebrale e più precisamente nel lobo frontale creano
la nostra realtà.
Le immagini olografiche prodotte da questa parte del cervello
sono decisamente condizionanti per il nostro pensiero e ripeto
per creare la realtà, vi ricordate? Osservare in maniera
consapevole.
Saranno proprio le immagini olografiche che ci permetteranno
di ricondizionare la nostra mente inconscia.
Parliamo ora della mente conscia e di quella inconscia, e per
farlo ci faremo aiutare da qualche illustre ricercatore in questo
campo.
Freud: L'inconscio non conosce né giudizi di valore, né il bene
e né il male, e nemmeno la moralità.
Riflettiamo bene su questa affermazione: non conosce, non
riesce quindi a capire, l’inconscio non pensa, ma subisce il
pensiero, nostro e degli altri.
Jervis: Secondo una definizione intuitiva, l'inconscio è
l'insieme di quegli aspetti della mente che non sono accessibili
alla coscienza. In questo senso si può parlare di meccanismi
68
inconsci, in quanto si suppone che esista una "fabbrica" dei
pensieri e delle idee che noi non conosciamo.
Jervis parla di fabbrica dei pensieri e delle idee, ma dice che
noi non li conosciamo, è vero, ma è anche falso perché noi
faremo in modo di conoscerli, fabbricandoli.
Chiariamo il concetto di conscio e di inconscio, senza più
avventurarsi nella psicoanalisi:
Il conscio o meglio la mente cosciente è il nostro “io”, è la
mente decisionale, quella che valuta (dovrebbe) tutte le azioni,
sappiamo però che questa mente lavora poco, ha poca
autonomia e peggio ancora non può fare più cose insieme e
spesso si lascia trascinare dalle memorie inconsce.
La mente inconscia è molto importante, in lei vi è il software
per gestire tutti i nostri organi, in lei vi è tutta la memoria,
chiusa in tanti Hard disk sempre disponibili.
Purtroppo dentro gli Hard disk c’è di tutto, anche quello che
non vorremmo, ci sono i comportamenti stereotipati, i dogmi, i
tabù inculcati, i paletti alla conoscenza, i condizionamenti
ambientali e familiari, i comportamenti “consoni”, quello che si
può dire e quello che non si può, in questa mente non vi è,
come vi dicevo prima, la gioia libera, l’amore libero, e
soprattutto la felicità, non vi è non perché ci starebbe male, ma
solo perché la nostra centralinista (la condizionante) dice alt!
E se pensiamo che il sub inconscio lavora ventiquattro ore su
ventiquattro senza il nostro minimo controllo, il tutto ci
preoccupa un po. La mente inconscia o sub inconscio, gestisce
tutti gli organi del nostro corpo e le loro funzionalità, ma allora
ci chiediamo quando il corpo si ammala cosa ha fatto questa
mente?
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I condizionamenti
Pensiamo un po ai condizionamenti familiari:
- di quella malattia sai è morto tuo bisnonno, ma anche
tuo zio ecc..
- nella nostra famiglia abbiamo sempre sofferto di…
- è inutile che ti opponga al destino.
Sono condizionamenti importanti, arrivano da persone che
amiamo che stimiamo e quindi la nostra centralinista li fa
passare.
E come potrebbe essere possibile raggiungere la felicità quando
continuamente tutto e tutti ci terrorizzano, giornali, televisione,
le istituzione sia politiche che religiose, sembra proprio
impossibile essere felici, tanto che abbiamo inventato frasi
negative: chi è felice è scemo, o più anticamente, risus
abbundant in ore stultorum.
Poveri noi come possiamo porci rimedio?
Ritorniamo agli esperimenti sul DNA, il Dna è il costituente
dei nostri geni, ebbene gli esperimenti ci hanno detto che il
DNA si contrae, perdendo anche dei legami (cose chimiche)
davanti a condizionamenti negativi, e si distende, recuperando
il legami persi, davanti a condizionamenti positivi,
immaginiamoci cosa succede al nostro interno corpo.
I continui stati di stress ci mettono in grande difficoltà, anche
perché la nostra “centralinista” li fa passare, e peggio questi
vanno ad occupare il nostro hard disk di memoria inconscia.
Scherzando un po’ non vorrei che per la legge “del fil di ferro”
prima o poi questo DNA si spezzi, ripensandoci forse non è
proprio uno scherzo, non si spezzerà, ma rimarrà costantemente
contratto, bella prospettiva!
70
Risulta evidente che dobbiamo rimandare la nostra
“centralinista” a scuola, dovremo insegnargli a non passare le
telefonate “moleste” e invece prendere tutte quelle che parlano
d’amore (in senso assoluto).
Lavorare sui condizionamenti, quali sono da dove
vengono, chi li manda
Quali sono?
Da dove vengono?
Chi li manda?
Ma noi contribuiamo a farli arrivare?
Che cosa ci condizionano?
Noi siamo in grado di auto condizionarci?
Le forme pensiero, cosa sono?
Ho fatto esempi sui condizionamenti riguardo alla salute, che
sono apparentemente i peggiori, ma non è detto, perché questi
possono arrivare indirettamente da altri più subdoli, che
entrano in maniera sistematica dentro di noi.
Prendiamo qualcosa di importante: l’Aviaria, la malattia dei
polli in Cina.
Ebbene è stato costruito su questo fatto una vera campagna
pubblicitaria, per un certo periodo i polli non erano più venduti,
anche se le opinioni degli “esperti” , come al solito, erano
contrastanti, ma la paura aveva preso il cuore della gente.
La popolazione era terrorizzata, tanto da costruire vari
rimuginii mentali quali: iniziamo dai polli e poi dove finiremo?
71
Se pensiamo che forse il tutto era solamente un modo per
allontanare la popolazione dai prodotti Cinesi , la cosa forse è
ancora più grave.
Pensate che quanto sopra non abbia portato stress?
Certo che si!
Le persone più sensibili, quelle meno informate, le più
suggestionabili, che prendono per oro colato tutto quello che
arriva dai mass media, sono rimasti decisamente condizionati e
non in positivo.
Un altro caso eclatante è stato quello della “mucca pazza”
anche qui dirottato alla bisogna, per noi Toscani (e non solo)
ancora di più, abbiamo dovuto rinunciare alla bistecca alla
fiorentina, sparita dai banconi delle macellerie.
Su questa falsa riga si può andare all’infinito, messaggi che
sembrano giusti, ma impostati in modo terroristico continuano
in maniera incessante ad arrivarci.
Ora sono certo che scatenerò polemiche, prendiamo il caso
fumo, che il fumo nuoccia alla salute non vi è dubbio, anche se
mi chiedo di tutto quel “fumo” che arriva dalle auto, dalle
industrie, e così via, non nuoce?
Vi racconto quanto succede a me tutti i giorni: per andare al
lavoro devo passare per una galleria che è una vera centrale di
fumi, certe volte è talmente denso che si vede a malapena (uso
i fari antinebbia), allora mi dico –cosa faccio, fumo un sigaro O
apro i finestrini?
Da noi in Italia il fumo è Monopolio di Stato però stesso Stato
fa una campagna per la salute terrorizzando la gente.
Con questo non dico che bisogna fumare, no certamente, è una
droga e come tale bisogna considerarla, ma non bisogna
neanche rimanere in coda ore in autostrada “fumando” i gas di
scarico, e così via.
È semplice il condizionamento, no?
72
Anche sulle cose valide il metodo è sbagliato e spesso ha il
risultato contrario.
Il termine non non è compreso dal nostro cervello?
Prendiamo la frase “non fumare” e togliamo il non… diviene
fumare, ricordando a chi non fuma di farlo.
Arriviamo ai condizionamenti così detti di Marketing, quelli
cioè che ci fanno comprare qualsiasi cosa, a volte anche
dannosa per la nostra salute.
La pubblicità è battente, veline seminude, per proporre un
dentifricio, un cellulare.
Oppure un semplice yogurt che funge quasi da farmaco: una
settimana e via il colesterolo!
Condizionamenti continui, in qualunque momento del giorno e
della notte, siamo sempre alla mercè di messaggi fuorvianti,
però accettati dalla nostra centralinista, perché così, assumendo
o comprando quella cosa o quell’oggetto non ci sentiamo
esclusi dalla tribù.
Consiglio
Volete essere magri? Fabbricatelo e dite io sono magra/o e
basta!
Sembra semplice, lo è, voi sarete i fabbricanti della vostra
bellezza.
Arriviamo ora ai condizionamenti internazionali, certamente
internazionali perché vengono da tutto il mondo e noi ne siamo
succubi.
Come abbiamo visto sull’Aviaria o sulla mucca pazza, i mezzi
di comunicazione sono sempre gli stessi.
73
Terrorismo –
Siamo ossessionati dal terrorismo, è vero c’è, ma questo è
servito anche a instaurare guerre e scontri continui, nei paesi
così detti “fonti del terrorismo”, risultato? Aumentano gli
attentati.
È un’escalation senza fine un serpente che si morde la coda.
I motivi del terrorismo?
Ci viene detto religiosi, di libertà, ma non è così! I motivi sono
sempre economici e di potere, che poi delle persone, deboli,
povere e ignoranti si facciano condizionare con la parola
religione e libertà è vero, ricordiamoci le nostre crociate.
Il problema è che il continuo ricordarcelo ci condiziona
fortemente, negli Usa dopo l’11 settembre gli psicofarmaci
usati sono aumentati notevolmente, a pro di chi?
Prendiamo l’attuale crisi economica, nessuna parola di
incoraggiamento, anzi, al contrario, tanto che la crisi invece di
migliorare peggiora.
Prendiamo un imprenditore qualunque, con quale coraggio
investe? Quando continuano a dirgli che tutto và male, quando
le stesse banche crollano perché in borsa alcuni cavalcano la
crisi per arricchirsi.
Ricordiamo che la frase “salviamo il salvabile” è deleteria, non
serve a niente, perché non viene detto: “rimbocchiamoci le
maniche e diamoci da fare”? No ognuno pensa al suo orticello
e basta.
Quando la nave affonda i primi a fuggire sono i topi, fate un
po’ voi.
E’ il pensiero positivo che manca, le nostre centraliniste non lo
smistano.
E dopo un po’ di sana polemica arriviamo ai condizionamenti
vicino a noi, La FAMIGLIA.
-Sei una donnicciola!
74
Se questo è detto ad un bambino piccolo da parte di uno dei
genitori (di solito il padre), il condizionamento del bambino
sarà per sempre, si crederà non degno della specie maschile,
con le conseguenze che seguono: complesso di inferiorità,
timidezza, cattivi rapporti con i compagni e con le ragazze,
tanto da isolarsi e vivere solo.
- Non te lo meriti!
Il bambino porterà questo messaggio per tutta la vita, convinto
di non meritare niente, con la conseguenza che non chiederà
mai, non si impegnerà , tanto non merita niente.
- Non capisci niente!
E’ evidente che il soggetto sarà privo di autostima, che si
porterà dietro per tutta la vita.
- Avrei voluto una femmina, gli uomini sono tutti uguali.
Il soggetto per farsi amare cercherà di esaudire il desiderio.
Sono infiniti i condizionamenti verbali a cui può essere
soggetto un bambino, è certo (o quasi) che non è una sola frase
a rimanere nel nostro hard disk, a meno che il soggetto si trovi
in uno stato d’animo recettivo, come ad esempio in un
momento dove la sua sensibilità è elevata (chakra del cuore
alterato); prendiamo un bambino umiliato dai compagni, dove
il genitore, davanti a tutti gli dice sei una donnicciola, in questo
caso HD memorizza.
Sono ugualmente memorizzati quei messaggi ripetuti come una
tiritera, spesso come intercalare, senza che il genitore, si renda
conto del danno che può fare.
Non sono solo i genitori a condizionare i bambini, anche la
scuola e spesso gli insegnanti, non per cattiveria, per
ignoranza.
La mia esperienza in merito l'ho vissuta sulla mia pelle
Avevo circa quindici anni e a scuola non andavo proprio
benissimo, il punto dolente era la matematica, mi piaceva, ma
trovavo difficile la soluzione dei problemi.
75
Un giorno, l'insegnante di matematica assegnò un compito in
classe, molto difficile.
Tutti in silenzio e con la paura nel cuore ci mettemmo al
lavoro. Intravedi la soluzione subito e svolsi il mio compito
con una certa agilità.
Scaduto il tempo a disposizione consegnammo,
Passammo tutti dei giorni, drammatici, temevamo il risultato,
finalmente il prof. ci riportò i compiti corretti leggendo i voti
e…due, tre, due meno, bravo quattro e così via, ma io non
c’ero, non mi aveva menzionato, il cuore era in tumulto, hai
fatto un pasticcio mi dicevo !
Il più coraggioso della classe chiese al prof di annullare la
prova, ma lui gli risponde così:
- Cari ragazzi questa era la mia intenzione prima di correggere
il compito di un vostro collega, e qui mi sono stupito, era
effettivamente un compito molto difficile, fuori sicuramente
dalla vostra portata, doveva essere una specie di test, ma il
vostro collega l’ha risolto in modo veramente geniale, lui è un
matematico vero…complimenti Bargellini a lei ho dato dieci.
Da quel giorno il mio rendimento a scuola è cambiato
completamente, non solo a matematica, ma in tutte le altre
materie, io mi dicevo sono un genio della matematica, posso
essere genio anche nelle altre materie ( non lo sono ma il mio
inconscio l’ha riferito al conscio e allora..).
Cosa può fare una frase detta al momento giusto, quando hai il
cuore aperto è straordinario, strabiliante, non si può
minimamente immaginare come cambia la vita, rifletteteci.
Abbiamo compreso come i messaggi positivi, quando trovano
un certo stato d’animo vengono memorizzati, la nostra
centralinista li fa passare, e loro s’inseriscono in un cassetto
dell’hard disk, per tutta la vita.
Una parola gentile, un apprezzamento, una gratificazione sono
armi molto potenti, che per un attimo ti fanno dimenticare tutti
76
gli altri condizionamenti, hai la mente libera, le endorfine
entrano in circolo, sei felice, e vorresti dirlo a tutto il mondo, è
un po’ come innamorarsi, riacquisti la gioia di vivere che è poi
la forza del fabbricante.
Noi contribuiamo a condizionarci in maniera
negativa?
Certo che si, i condizionamenti sono come grandi aggregati
molecolari, come una lunga catena di anelli, dove, se non esiste
il primo anello, non vi sarà neanche il secondo, e dopo il
secondo potrà inserirsi anche il terzo e così via, ma
supponiamo di eliminare il primo anello, ecco allora che la
catena è in difficoltà, non ha più la partenza, ma continua
ugualmente ad esistere.
Ebbene il primo anello sono i condizionamenti esterni, di cui
abbiamo parlato sopra, i successivi anelli sono in parte costruiti
da noi, certamente con l’ausilio della società, ma ripeto creati
da noi.
Nella nostra tecnica andremo a rimuovere il primo anello, ma
non basterà, poi dovremo eliminare anche tutti gli altri, dopo
un po’ sarà una cosa facile e andranno via da soli.
Importante però è che insegniamo alla nostra centralinista a
smistare meglio le telefonate.
Prendiamo uno dei tanti casi, che incontriamo nella vita, ed io
come naturopata, vi posso garantire che ne trovo molti.
Supponiamo che il condizionamento iniziale sia: Sei uno
stupido/a.
77
E supponiamo ancora che il soggetto abbia avuto a scuola o al
lavoro, un rimprovero per qualcosa che non ha fatto nel modo
giusto (e chi non sbaglia?), immediatamente si aggiunge un
nuovo anello, E’ CONFERMATO NON SONO CAPACE A
NIENTE, poi un altro anello, SARO’ SEMPRE UNA
NULLITA’ e così via, fino al baratro.
Il soggetto continuerà costantemente a ripetersi i suoi
condizionamenti, vi posso garantire, non perché sono uno
psicologo, ma perché sono un naturopata, un osservatore delle
angosce dell’anima, che è difficile uscire dalla catena, questa si
rafforzerà ancora di più, senza soluzione di continuità.
Ci prova la psicoanalisi a rompere la catena, ma impiega molto
e i condizionamenti continuano ad arrivare, non ci prova
nemmeno la farmacologia, dato che il farmaco ti pone in stato
di torpore o eccitazione, ma non va a rimuovere l’anello.
Perché le persone bevono, si drogano? La risposta potrebbe
essere: per cercarsi uno spazio senza condizionamenti.
Voi potrete condizionare positivamente il vostro HD
fabbricando la vostra vita, ricordatevi che la matrice contiene il
tutto, presente, passato, futuro, attingerete da essa il
condizionamento giusto, quello che s’imprimerà nella vostra
mente, facendo un feedback negativo sulle convinzioni errate,
in modo che la vostra centralinista non riceva più quelle
telefonate tanto pericolose.
Che cosa ci condiziona?
Sicuramente la risposta l’avete già trovata, ma per aiutarvi, vi
dico che ci condizionano tutto (purtroppo):
- i rapporti con gli altri
78
- i rapporti con noi stessi
- la vita di tutti i giorni
- la nostra forma fisica
- la felicità
- la gioia nella vita
- l’amore
- la ricchezza
- la povertà
Potrei andare avanti all’infinito, ma rischiamo di ripeterci
anche se repetita iuvant, lo sanno perfettamente i nostri
condizionatori.
Citiamo un bell’aforisma: Due cose assolutamente opposte ci
condizionano ugualmente: l'abitudine e la novità. (Jean de La
Bruyère)
Le forme pensiero
Abbiamo compreso come tutto è energia, come la matrice può
esserci d’aiuto, ma stiamo attenti, essa può anche essere usata
in maniera negativa, sotto forma pensiero, cerchiamo di capire
come.
Cito il Vangelo secondo Giovanni (1,1-5): “Nel principio era
la parola e la parola stava accanto a Dio e la parola era Di;
era lei, da principio, con Dio:tutte le cose per lei furono fatte,
senza di lei niente è sorto. Quanto mai sorse era in lei vita, e la
vita era la luce degli uomini, e la luce splende nella tenebra e
la tenebra non l’ha sopraffatta”.
La parola, il Verbo è un attributo divino, il Verbo è sinonimo di
pensiero divino, la parola è figlia del pensiero; ora noi
sappiamo che in noi ha sede la scintilla della matrice, pertanto
79
la scintilla divina, la conseguenza è che possiamo fabbricare,
ma anche fabbricare ciò che non vogliamo (apparentemente)
come le forme pensiero.
Tutte le volte che i nostri pensieri si affollano alla nostra mente
e vi rimangono costruiscono forme pensiero che, attingendo
energia dalla matrice possono influire sulla vostra vita,
arrivando persino a materializzarsi.
Le forme pensiero sono state studiate un po’ da tutti, dalla
psichiatria, alla psicologia, ma anche dalla magia come fonte
del paranormale. L’uomo è l’unico essere vivente che crea
forme pensiero, e quanto precedentemente detto su i
condizionamenti, che siano di natura personale o pubblica,
sono la causa di forme pensiero ben precise.
La forma pensiero “terrorismo” crea ulteriore terrorismo, l’odio
razziale crea forma pensiero razzista, lo sapeva Hitler, ma
andando nel privato il pensare che siamo sfortunati crea la sua
forma pensiero “sfortuna”, e così via con tutti gli altri nostri
condizionamenti.
Abbiamo visto come pensieri di massa positivi (articolo di
Laszlo ) diano risultati positivi, viceversa pensieri negativi
portano ad aggregati energetici che influenzano la nostra vita,
sono come dei forti magneti che attraggono energie simili con
le conseguenze che tutti noi conosciamo.
Quando parlo di aggregati energetici, non mi riferisco ad
elementi magici o paranormali, ma a delle vere forme
energetiche che influenzano il nostro “campo”, intendendo con
campo il flusso d’energia che ci circonda, questo viene
sopraffatto dalla forma pensiero, fino, nella peggiore
dell’ipotesi ad appropriarsene.
Eliminare le forme pensiero negative è indispensabile, ma direi
che per far ciò è sufficiente eliminare i condizionamenti
80
La nostra capacità
positivamente
di
auto
condizionarci
Dunque il primo passo per il fabbricante di desideri è quello di
eliminare la maggioranza degli anelli primari, ma come farlo?
Sempre usando i termini dell’informatica, bisogna resettare
gran parte dell’hard disk, eliminare quei file dannosi, vecchi,
che non servono più a niente, ma che fanno lavorare il nostro
computer male e lentamente.
Poi dobbiamo deframmentare i dischi e più semplicemente
mettere in ordine le memorie del nostro inconscio.
La terza fase sarà quella di far affluire nuovi dati (nuovi files)
in modo che il nostro programma possa girare in maniera
nuova e costruttiva.
Sembrerebbe molto complicato, vi posso garantire che è più
complicato su un computer, la differenza essenziale è che sul
computer noi lavoriamo senza chiedere il permesso, su di noi
questo non è possibile.
È necessario essere convinti del percorso che fai, e il risultato è
certo, è fabbricato.
Il dubbio, la sfiducia, l’arroganza scientifica, l’arroganza di
coloro che tutto sanno, ma nulla sanno, e…le vostre brutte
convinzioni, frenano il risultato, apritevi e siate consapevoli di
avere in mano la vostra vita. Non sono parole, ma fatti, fatti
che inizieranno ad arrivare in voi costantemente e
continuamente, e cambierete la vostra esistenza.
81
Condizionamenti tipici
Di seguito riporto un elenco dei condizionamenti più frequenti,
ma voi potrete aggiungerne anche altri, questo sarà la prima
tabella di lavoro, leggeteli e cercate quelli che sentite più
vostri, poi ne riparleremo.
Sono un fallito
Sono grasso/a
Sono magro/a
Sono povero/a
Sono stupido/a
Non riesco in nulla
Sono infelice
Sono sfortunato
La felicità è impossibile
Nessuno mi ama
Tutti mi odiano
Sono timido/a
Non ho memoria
Sono vecchio/a
Nella vita non ho nessuna speranza.
Sono brutto/a
La ricchezza crea infelicità
Sono un capro espiatorio
Sono codardo
Nessuno mi aiuta
E’ colpa dei miei genitori
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Sono malato
Non mi amo
La vita è sofferenza
La felicità è stupidità
Rimarrò sempre solo/a
Devo sacrificarmi
Divertirsi è brutto
Non mi piaccio
Non mi merito niente
Sono pessimista
Sono pigro
La vita è brutta
Capitano tutte a me
Sono triste
Ho paura delle malattie
Prima o poi capiterà anche a me qualcosa di brutto.
La vita è un calvario
Tutti mi giudicano
Non sarò mai come te
Non ho vie d’uscita
Lo so, quando stai bene succede sempre qualcosa che…
Per fare un po’ di cultura cito una frase tratta dal romanzo
l’Idiota detta da Myskin, il protagonista “bisogna avere il
coraggio di essere felici”
Pr
otagonista del secondo grande romanzo di Dostoevskij,
"L'idiota", pubblicato nel 1869, è il principe Myskin, ultimo
erede di una grande famiglia decaduta. Il personaggio è una
creatura spiritualmente superiore, in cui la generosità d'animo e
la candida fede nel prossimo si accompagnano ad una totale
inesperienza di vita e ad una sorta di paralisi della volontà.
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Queste sue caratteristiche sembrano scaturire dal fatto che egli
sia cresciuto in un villaggio svizzero dove è guarito da una
malattia nervosa, che lo porta ad essere indifeso e fiducioso nel
prossimo.
Di ritorno in Russia, si scontra con una società malata e
crudele, dove il suo atteggiamento bonario ed innocente è
considerato da “idiota”. (www.greendayfactory)
La società ha sempre considerato gli individui buoni degli
IDIOTI, perché non condizionati, oggi è venuto il momento del
riscatto.
Importante! Scacciate le così dette premonizioni, sono quasi
sempre frutto dell' inconscio, solo pochi riescono ad averne, ma
loro sono capaci di gestirle, il resto è superstizione.
Aggiungete alla lista tutti gli altri condizionamenti, che avete
assorbito nel tempo, cercateli sono tanti, ed alcuni sono
nascosti dietro muri, come ad esempio: è il mio carattere, sono
fatto così.
E’ falso!
Noi possiamo cambiare il nostro carattere eliminando i
condizionamenti.
Fate attenzione ai dogmi da qualsiasi parte vengano, sono fatti
perché voi crediate a prescindere dal vostro io, dal vostro libero
arbitrio, per il dogma bisogna credere e basta.
Pregare Dio deve essere una scelta, non un condizionamento.
Tra l'altro non servirebbe allo scopo!
84
Capitolo 4
Il processo produttivo, ovvero la fabbrica in funzione
85
Come strutturare la vostra fabbrica
Voi dovete pensare alla fabbrica (la vostra s’intende) come ad
uno stabilimento vero e proprio, con tutti i particolari e con
tutta l’organizzazione, con un presupposto, decisamente
antidemocratico, l’impossibilità di fare sciopero perché tutte le
maestranze siete voi.
Non vi potete permettere di sospendere la lavorazione, ne
andrebbe del risultato: il desiderio
Come dovete strutturare la vostra fabbrica?
“Giochiamo” un po’.
“Premiata fabbrica di desideri spa”
Metodo CFQ®
Ogni azienda che si rispetti ha una mission
( missione per i puristi) da svolgere.
Mission statement (affermazione della missione): secondo il
marketing deve rispondere a tre domande
1. Chi siamo
2. Che cosa vogliamo fare
3. Perché lo facciamo
Prendiamo a prestito la mission di un grande Walt Disney
“To make people happy” cioè “Rendere felici le persone”, voi
traducetela “Rendermi felice”
Ed ora andiamo a costruirla, mi sono inserito nella frase
proprio perché vi accompagnerò e vi darò le indicazioni come
un buon consigliere aziendale.
Sapete perché s.p.a (società per azioni)?
86
Perché saranno le vostre azioni personali che la porteranno ad
alte “quotazioni di borsa”.
Una domanda potrebbe essere lecita, ma la nostra fabbrica
dove si trova?
Il luogo dove voi sperimenterete e fabbricherete, dovete,
fabbricarlo.
Carl Gustav Jung (Ricordi, sogni, riflessioni - Mondadori)
affermava che dopo aver costruito la sua casa a Bollingen, si
accorse che essa rappresentava la sua totalità psichica e che
ogni stanza aveva una corrispondenza con le zone del suo
essere, non saremo da meno, ci costruiremo la nostra fabbrica.
Non importa chiamare un’impresa e tanto meno ingegneri e
architetti, basterà crearla mentalmente, e dopo aver imparato a
visualizzare ne sarete capaci e perché sarà la vostra tana, il
vostro rifugio, dove vi sentirete protetti e aiutati.
Nel paragrafo riservato alla visualizzazione vi insegnerò il
metodo per costruire il vostro spazio, la vostra fabbrica.
Una fabbrica, come ben sapete, ha un organo direttivo, e vari
reparti, sempre collegati fra di loro, e sempre in contatto con il
direttivo, affinché le indicazioni di quest’ultimo siano poi
portate al reparto costruttivo e fabbricate.
Il direttivo
Il nostro direttivo è il cuore, è lui che ha l’energia sufficiente a
progettare e a realizzare i nostri desideri, ed è lui che è in grado
di collegarsi alla matrice universale.
87
Non fatelo mai ammalare, non fatelo andare in depressione, e
come diciamo noi naturopati non chiudete mai il suo chakra,
tutta la fabbrica dipende da lui.
Il cuore comunica le sue decisioni al cervello, ma esso non è un
unico organo, se vi ricordate precedentemente ne abbiamo
visto le specializzazioni, a partire dal reparto smistamento
informazioni esterne, la nostra centralinista, dal reparto
immagazzinamento delle informazioni, la nostra mente
inconscia, e infine il progettista, la mente conscia.
La mente conscia disegnerà il progetto, e sotto forma di
ologramma, lo invierà al reparto assemblaggio; a detto reparto
appartengono molti artisti, pieni di fantasia, da quella musicale
a quella pittorica, ma anche dei teorici che tengono sempre
presente che il presupposto principale è la nuova scienza della
fabbricazione (la fisica e la biologia quantistica).
Il Cuore
Dovunque tu vada vacci con il tuo cuore (Confucio)
Ecco il Maestro supremo, colui che ha in se la scintilla della
matrice, la scintilla Divina, ed è lui che dirige il tutto, è lui che
andrà ad attingere nella matrice universale il nostro desiderio e
a trasmetterlo alla nostra mente.
Ricordate? Nella matrice vi è scritto tutto, ogni nostro
desiderio, senza limite di tempo, e di spazio, è li che attende
solo di essere preso, tutto ciò alla mente razionale sembra
impossibile, ma non lo è.
In certi campi della scienza si dice che l’origine della nostra
specie risalga al Big-Bang, ma diamone una breve spiegazione:
88
all’origine (ma da dove era venuta?) esisteva una massa calda e
densa, con una altissima energia, questa iniziò ad espandersi,
l’universo continua anche oggi la sua espansione, l’energia e il
calore arrivarono a tal punto che fù giocoforza il distendersi e il
dilatarsi. La fisica classica qui si arrena, mancano dati specifici,
in particolar modo per colpa dei sistemi di misurazione che non
esistono.
Diverse sono le teorie e molti fisici (Vesto Slipher, Alexander
Friedmann, Fred Hoyle) hanno dato la loro interpretazione con
gli strumenti che avevano in dotazione, ma noi non ci
dimentichiamo alcuni punti salienti:
Prima dell’inizio dell’esplosione l’energia era
elevatissima, ma da dove era arrivata? Il primo
principio della termodinamica (fisica classica) ci
dice “Il calore è energia e l’energia non si crea né
si distrugge” come dire che è sempre esistita e
sempre esisterà. Si può dire che l’energia è il
Divino, “Colui” che mai è stato creato e mai cesserà
di esistere. Era ed è lì l’essenza del tutto.
Il secondo punto ci riporta a Planck, Max (Kiel
1858 - Gottinga 1947) ”tutta la materia esiste in
virtù di una forza. Dietro questa forse dobbiamo
presumere l’esistenza di una mente conscia ed
intelligente. Questa mente è la matrice di tutta la
materia”; vi ricordate la foto dell’osservatorio
CHANDRA? Si vedono in essa chiaramente i raggi
della matrice, l’energia partente da quel punto
iniziale, ci ha creato e continua incessantemente a
creare da sempre e sempre creerà. Essa è piena della
scienza e della conoscenza, è piena di vita e di
89
esperienze, presenti, passate e future, è il bacino di
approvvigionamento per i nostri desideri.
Il bacino di opportunità è infinito, non ci deve
essere la preoccupazione di esaurirlo ( vedi punto
1).
Il punto di connessione a questo bacino è il nostro
cuore, vi ricordate la sua carica energetica? E non
poteva essere che lui. In tutte le tradizioni del nostro
mondo, tradizioni, un tempo definite esoteriche,
perché non spiegabili ai profani, si trova questa
correlazione tra il cuore e il
Divino, come ad esempio: “Lancia il tuo cuore
davanti a te, e corri a raggiungerlo (Proverbio
Arabo)”, “Il cuore, non la ragione, sente Dio; ecco
ciò che è la fede: Dio sensibile al cuore, non alla
ragione (Blaise Pascal)”, “L'uomo è dove è il suo
cuore, non dove è il suo corpo”Gandhi. “Il tuo
cuore si trova là dove si trova il tuo tesoro. Ed è
necessario che il tuo tesoro sia ritrovato affinché
tutto ciò che hai scoperto durante il cammino possa
avere un significato Paulo Coelho”, ” La casa è
dove si trova il cuore” Plinio il Vecchio.
Ora mi direte – come facciamo a mettere in contatto la matrice
e il cuore? Vi rispondo che intanto il cuore è sempre in contatto con la
matrice, il problema è come attingere l’energia costruttrice dal
cuore, ma non vi preoccupate, il sistema esiste ed è molto
valido.
90
A dire il vero di sistemi ce ne sono e tutti provenienti dalle
tradizioni dei nostri popoli; quelli ad oggi, da me sperimentati,
sono più vicini alle tradizioni orientali.
Nei miei viaggi ho trovato degli ottimi sistemi anche in
occidente, ma sono di più difficile applicazione per chi non è
addentro alle cose, e pertanto, quando ho costruito la mia
tecnica mi sono trovato in perfetta sinergia con alcuni sistemi
provenienti dalla tradizione Tibetana, e da quella Giapponese
che poi ne è una conseguenza.
Da quest’ultima è apparso il Reiki è con lui, un po’ modificato,
che ho risolto il mio puzzle (vi ricordate?)
Per chi non lo conosce darò una breve spiegazione, sia storica,
che pratica, tratta dal mio libro “Naturopatia & Reiki”.
Il “colpevole” dell’arrivo nei tempi moderni, del Reiki, si
chiamava Mikao Usui Sensei, era nato il 15 di agosto del 1865
91
in Giappone, era divenuto, durante la vita, monaco Buddhista
“Zaike” un monaco un po’ come i “nostri” Diaconi, coloro che
aiutano il prete nello svolgimento della Santa Messa, era quindi
un uomo comune con tanto di famiglia e figli.
Da buon monaco (Buddhismo Tendai) praticava la meditazione
e aveva accesso agli antichi testi e proprio su questi studiò e
meditò.
Tornando indietro nel tempo, risaliamo verso il 1100 d.C.
L’imperatore del Giappone sente parlare di questa filosofiareligione: il Buddhismo; decide pertanto di inviare un proprio
messo per scoprire di cosa trattava.
Il messo arrivò in Cina al monastero Tentai, dove si praticava e
studiava questa nuova religione-filosofia e da buon
Giapponese, rimase per apprendere.
Tornò in Giappone dopo alcuni anni, pieno di conoscenza e
l’Imperatore rimase affascinato dal racconto, talmente tanto
che ne fece religione di stato.
Per molti secoli il buddhismo Tentai (ora è divento Tendai), è
stato considerato la religione, è stato il modo di vivere e di
pensare del popolo Giapponese, anche con notevoli vantaggi,
dal punto di vista economico, questo fu un periodo molto
florido.
Torniamo al Maestro Usui, la ricerca di come facesse l’energia
a curare, lo portò a vagare per il mondo, ma come ben
sappiamo spesso abbiamo in casa ciò che cerchiamo altrove,
infatti proprio a casa sua, nel monastero da lui frequentato,
trovò nei Sutra, antichi testi Buddhisti, la risposta, il REIKI.
Si ritirò per meditare sul monte Kurama e vi rimase 21 giorni,
ed è proprio l’ultimo giorno che la scintilla divina lo colpì, oggi
diremo che gli si aprì il chakra della corona e il terzo occhio e
comprese, comprese il significato di quegli strani simboli che
aveva trovato, sugli antichi Sutra, ed il loro modo d’uso; il
92
Maestro Usui aveva avuto un satori (esperienza illuminante), la
scintilla di luce era il Reiki.
Negli anni venti il Maestro Usui fondò a Tokio un’associazione
la Usui Reiki Ryoho Gakkai ovvero Società terapeutica del
Reiki Usui; successivamente fu aperta la prima clinica.
Il Reiki è una tecnica di riequilibrio energetico, molto potente,
s’intende sempre se usiamo il cuore, con essa possiamo
riequilibrare tutti i punti di energia del nostro corpo, ma la cosa
sorprendente è che con essa possiamo lavorare anche a
distanza, l’antico (se guardiamo l’origine Tibetana) Reiki già
prevedeva di attingere all’energia universale e direzionarla un
po’ come viene fatto negli esperimenti di meccanica
quantistica.
L’etimologia della parola Reiki, tradotta semplicemente. è
energia universale, si dice infatti che il reikista (colui che
pratica il Reiki, è un canale, prende cioè l’energia universale e
la distribuisce.
Che quanto sopra faccia al caso nostro sembra evidente, il
Reiki è il modo per approvvigionarsi di energia, lo pratico da
molti anni, ed i benefici personali, ma non solo, sono stati
importanti.
Nella mia ricerca, durata un bel po, ho constatato che il Reiki
era giusto per il mio obbiettivo, mancava solo qualcosa che lo
rendesse perfetto, è per questo motivo che ho inserito una
variante, tanto da creare il Reiki metodo Mikano® . Il Reiki
funziona con dei simboli, ed è proprio con uno di essi che
andremo a prelevare nella matrice, e vi posso garantire che è
come fare la spesa al supermercato.
Personalmente ho aggiunto un ulteriore simbolo, credo che il
Maestro Usui l’avesse ben chiaro, anche se non l’ha inserito
nei cinque simboli base, proprio perché era già ben evidente,
credo che abbia voluto, mettere alla prova i suoi maestri, ma
fino ad oggi, che io sappia, nessuno di loro se ne è accorto
93
La tecnica si apprende solo dopo essere armonizzato da un
Master metodo Usui nel mio caso il Master deve essere anche
metodo Mikano®.
Cosa vuol dire armonizzato?
Significa semplicemente che il Master deve aprire i centri
energetici (Chakra) e inserire i simboli del Reiki.
E’ un atto importante, che deve essere eseguito da un Master
autorizzato e certificato.
Nella mia armonizzazione inserirò anche questo nuovo
(vecchissimo) simbolo, che pur rimanendo sconosciuto al
nuovo reikista, gli permetterà di attingere energia più
velocemente dalla matrice universale
Il Reiki Mikano ci permetterà più facilmente di entrare in onde
theta queste onde permetteranno all’IMPRENDITORE di
fabbricare in maniera più veloce.
Torniamo alle nostre maestranze, i dirigenti e gli impiegati:
in primis il Talamo (la talamo come chiamata dal sottoscritto,
la smistatrice di informazioni, la centralinista), per la nostra
tecnica è importante fargli un corso di aggiornamento, in modo
che assuma informazioni giuste, prima però bisogna dire al
nostro addetto al magazzino di liberarlo per l’arrivo di nuova
merce, ed è lui che dovrà eliminare i condizionamenti.
94
Come eliminare i condizionamenti.
Come vi ho già accennato precedentemente, dovete all’inizio
eliminare l’anello primario della catena condizionamenti, da
soli è un po’ complicato, ma se non direte bugie, riuscirete a
trovarlo, altrimenti fatevi aiutare da un amico/a fidato/a, ma
mai dai genitori, potrebbero essere loro i condizionatori.
Nei corsi di CFQ® che tengo, insegno in maniera dettagliata
l’individuazione dell’anello primario, e dò all’allievo gli
strumenti per continuare sugli altri anelli.
Individuato l’anello primario scrivetelo su di un foglio bianco,
a stampatello e preferibilmente con un pennarello colorato
(scegliete voi il colore), poi meditateci un po’ sopra, in modo
da essere certi che è proprio lui il responsabile delle fasi
negative delle vostre vite.
Credo che facendo un esempio si comprenda meglio.
Prendiamo un condizionamento riportato in precedenza:
Sei stupido/a
Prima fase – da dove viene questa convinzione? Chi
l’ha inserita nel tuo hd? Quando?
Un analisi attenta porterà ad individuare i responsabili, non ne
fate una tragedia, non giudicate, anche loro sono stati
condizionati, ricordate che la catena dei condizionamenti parte
da molto lontano.
Seconda fase – mettetevi comodi, sul divano o in
poltrona, dovete sentirvi rilassati e in pace, se siete
agitati rimandate, mettete sottofondo una bella musica,
importante che non vi porti indietro con i ricordi, il
brano deve essere solo musica niente parole, poi
costruite la frase condizionante ad esempio IO SONO
INTELLIGENTE, la frase opposta al condizionamento
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negativo è errata perché si dovrebbe dire IO NON
SONO UNO STUPIDO e, come ben sapete, la
negazione NON è incomprensibile al nostro cervello e
quindi la frase diverrebbe IO SONO UNO STUPIDO!
Terza fase – scrivete su quel foglio bianco la frase
positiva con un colore diverso dal precedente, in
maniera più grande.
Quarta fase – chiudete gli occhi e respirate
profondamente, inspirate con il naso ed espirate con la
bocca, poi visualizzate il condizionamento positivo, per
es. potremmo vedere attorno a noi persone che ci
stimano e apprezzano la nostra intelligenza. Fatto ciò il
cuore deve essere carico d’amore e soddisfatto del
risultato raggiunto. Se durante la visualizzazione altri
pensieri affluissero alla mente non vanno scacciati,
saranno loro ad andarsene, voi tenete duro e Fabbricate
il vostro condizionamento.
Quinta fase, quando siete certi di quanto avete
fabbricato, dite la seguente frase “il condizionamento
positivo io sono intelligente, inserito, è già fabbricato, è
già fabbricato, è già fabbricato, ora, ora, ora. Ho detto e
confermato.
Aprite gli occhi e prendete le vostre mani per
confermare quanto fatto.
Come vedete non è difficile, l’importante è che voi crediate in
quello che avete appena fabbricato, non ci sarà più bisogno di
tornarci sopra, ormai è inserito e confermato.
Più convinzioni errate vi toglierete e più facile sarà costruire i
vostri desideri.
Cosa avete fatto di preciso?
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Avete creato un feedback negativo, inserendo la convinzione
giusta, quella errata viene eliminata.
L’addetto al magazzino avrà tolto dalla vostra mente inconscia
il condizionamento negativo, e la vostra centralinista l’avrà
sostituito con il nuovo.
La centralinista quando avrà compreso che il nuovo messaggio
vi fa stare bene inizierà ad imparare, e nei ricondizionamenti
successivi sarà più veloce e attenta.
Alcune tecniche ci dicono che per fare quanto sopra bisogna
entrare in onde theta, ma ciò sarà automatico quando useremo
il Reiki Mikano la visualizzazione sarà buona e sicura.
Sarebbe troppo lungo spiegare i diversi metodi per
visualizzare, su questo libro (vedi corsi CFQ®), ma cercherò
almeno di darvi una direttiva di massima.
Prepararsi alla visualizzazione.
Prima di procedere alla visualizzazione, vi parlerò brevemente
di come il nostro occhio recepisce l’immagine.
Il nostro cervello, che come già sappiamo è un elaboratore che
analizza gli elementi che a lui provengono, e fa ciò
scomponendoli in margini, linee ed estremità.
Da sopra si evince che l’occhio coglie solo alcuni particolari, i
più significativi, poi scomposti in elementi più piccoli vengono
inviati alle cellule del cervello che registra il tutto come un
computer.
Nel ricordo, nella visualizzazione, ogni cellula (hard disk - hd)
manda il suo messaggio, poi tutti i dati vengono riassemblati
fino a riformare l’immagine completa.
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E’ evidente che due persone che hanno esperienze diverse nella
vita, avranno anche assemblaggi diversi, perché ognuna di loro
apporterà altre informazioni provenienti dai suoi hd.
Quanto sopra risulta evidente nei test di Rorscharch, le
classiche macchie di inchiostro da interpretare, ognuno vede
una figura diversa.
Tutto questo non è esclusiva della vista ma anche dell’udito,
dell’olfatto, del tatto, e dal gusto, pertanto un rumore, ad
esempio può essere interpretato in modo diverso a seconda da
chi viene ascoltato.
Altro punto importante è quello del comprendere bene come
ascoltarsi.
In occidente non vi è questa abitudine, non sappiamo meditare,
e tanto meno ascoltare il nostro corpo e le sensazioni che esso
ci manda.
Per far ciò occorre entrare in uno stato particolare, molto simile
allo stato in cui entriamo durante il sonno, questo stato è detto
alfa, il nostro cervello emette un onda particolare detta appunto
alfa, lo stato, quindi, è di rilassamento e di riposo.
Misurando attraverso un galvanometro le onde elettriche del
cervello, si rileva uno stato alfa e uno beta.
Dopo l’invenzione dell’elettro- encefalogramma furono
individuati altri stati come il theta e il gamma, ma vediamoli
più da vicino.
Beta onda con frequenza più alta (14 cicli al secondo)
tipica della normale attività cerebrale.
Alfa ( tra 8 e 13 cicli) tipica della preveglia, della
meditazione ecc..
Tetha ( da 4 a 7 cicli) legata alle capacità creative, ma
anche a profonda meditazione.
Delta ( da 1,5 a 6 cicli) è tipica del sonno profondo, ma
anche negli stati di coma.
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Per la nostra fabbrica sono importanti due stati: alfa e theta
cercheremo insieme il mezzo per entrarvi.
Lo stato alfa, cioè rilassamento: dopo esservi liberati di tutto
ciò che costringe il corpo, abiti stretti o indumenti che
impediscono la corretta circolazione sia del sangue che
dell’energetica, ponetevi nella posizione cosi detta del
cocchiere, seduti, cioè, su di una sedia, i piedi devono essere
ben piantati per terra, non attaccati, i gomiti appoggiati sulle
ginocchia, le mani devono essere penzoloni, anche la testa deve
essere ciondoloni tra le ginocchia completamente abbandonata;
questa è la posizione del cocchiere addormentato a cassetta.
Ad occhi chiusi, iniziate a respirare in maniera cadenzata,
senza affaticarvi, ma in maniera consapevole, ascoltate il
vostro respiro, poi concentratevi su i vostri piedi e iniziate a
sentirli pesanti, poi lentamente salite lungo le gambe sentendo
sempre un senso di pesantezza, fate ciò con l’intero corpo, non
dimenticatene nessuna parte, è importante, mentre fate ciò
inviate dei messaggi al vostro cervello, del tipo “io sono
perfettamente rilassato i miei piedi…sono pesanti e rilassati”.
Quando il senso di pesantezza sarà arrivato alla coscienza, il
vostro corpo sarà perfettamente rilassato e quindi in stato alfa.
Successivamente, quando avrete imparato, non servirà più la
posizione del cocchiere, basterà una comoda sedia, una buona
posizione eretta e rilassata. L’esercizio di cui sopra potrà farsi
anche con il calore, con la medesima modalità, riuscirete a
sentire il calore invadere il vostro corpo in modo piacevole e
anch’esso molto rilassante.
Quando avete imparato questi esercizi, concentratevi sul vostro
cuore, cercate di vederlo nella sua forma e consistenza, nel suo
battito e inviategli i seguenti condizionamenti:
Il mio cuore è calmo e rilassato
Il mio battito è regolare e tranquillo
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Io sono il mio cuore
Sentirete veramente di essere “cuore”
Spesso sentiamo affermazioni del tipo “fate il vuoto mentale”,
sembra facile, ma non lo è.
Imparate questa semplice tecnica, è molto valida, ed è anche
semplice, ponetevi in stato alfa, poi, sempre ad occhi chiusi,
visualizzate un cielo pieno di piccole nubi, come quello a
pecorelle; le pecorelle sono i vostri pensieri che si affollano
nella vostra mente, che vi impediscono di fare il vuoto.
Quando la visualizzazione sarà pronta iniziate a soffiare piano
ma con determinazione, vedrete le piccole nubi allontanarsi e
pian piano l’azzurro del cielo apparire nel suo splendore.
Ogni volta che soffiate i vostri pensieri si allontaneranno fino a
quando la vostra mente sarà completamente libera, ecco il
vuoto mentale.
Con l’allenamento costante, volontà e passione, ma più di tutto
il pensiero sarete un buon fabbricante di desideri, riuscirete a
fare questi esercizi in pochi minuti.
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La visualizzazione
Alla base della visualizzazione c'è la memoria fotografica e la
“memoria” fantastica, cercherò di spiegarmi meglio, per farvi
comprendere come sia importante visualizzare in maniera
giusta.
Quando visualizzerete dovrete usare la memoria inconscia,
dove preleverete le immagini che durante la vita avete
archiviato (fotografato): luoghi, oggetti comuni, volti, ma
anche situazioni alle quali avete partecipato fattivamente o
passivamente; non è difficile occorre solo un po’ di
allenamento e successivamente vi spiegherò come fare.
Poi inseriremo la memoria fantastica, sarebbe meglio chiamarla
memoria fabbricatrice (per rimanere in tema), questa creerà la
situazione che a voi serve, ad esempio se volete dimagrire,
visualizzatevi in un ambiente pieno di amici, dove vi state
divertendo e vedetevi magri e allegri, guardate coloro che vi
circondano, e notate che vi ammirano per la vostra perfetta
linea, vi sentite bene e soddisfatti, ecco una visualizzazione
perfetta, o quasi, quasi perché dovrete aggiungere il giusto
stato d’animo, non dovete solo guardare, ma anche sentire
l’emozione, ora ci siamo, la visualizzazione è perfetta.
Nella visualizzazione siete i registi e i primi attori del film che
andrete a proiettare, ma a differenza del cinema, voi sarete
nella realtà, la vostra realtà, qui non si recita ma si vive, questo
è indispensabile perché la visualizzazione produca il giusto
risultato.
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Per allenarvi un po’
Iniziamo con un piccolo esperimento, provate ad osservare
questo libro, mettetelo su di un tavolo o scrivania, poi guardate
la copertina, il titolo l’autore, la dimensione, la costola ecc..
Fatto ciò provate a ricordare quello che avete visto chiudendo
gli occhi, ed ecco che vi rendete conto che la vostra mente ha
fotografato da sola, anche altri dettagli, come ad esempio il
tavolo dove è appoggiato il libro ed altro, su cui voi non
avevate posto attenzione in maniera conscia. Come rileverete
da soli la vostra mente è più potente di quanto si possa credere,
ora proviamo a sfruttare positivamente queste caratteristiche.
Iniziate a fotografare con la mente, scegliete una stanza che vi
è abituale, poi sedete e guardatevi attorno, saranno oggetti già
visti molte volte, ma questa volta dovrete memorizzarli
consciamente, da lì, se avrete lavorato bene, andranno ad
imprimersi nella memoria inconscia il nostro hard disk.
Fatto ciò, per alcuni minuti chiudete gli occhi e ricostruite la
stanza nei dettagli, colori compresi.
Quando sarete certi di aver ricostruito la vostra stanza, aprite
nuovamente gli occhi. Mancano molti oggetti, pazienza,
iniziate nuovamente e ripetete l’esercizio, ma questa volta con
la stessa consapevolezza, di quando avete visualizzato il libro. I
risultati ora saranno più soddisfacenti, siamo sulla buona
strada.
Dopo un po’ di tempo sarete quasi perfetti, ora dovrete fare
l’esperienza in un luogo che non conoscete, sarà più difficile,
ma decisamente più costruttivo.
Un esercizio importantissimo sarà quello che chiameremo dei
colori, dovrete impararlo bene vi servirà moltissimo.
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Partiremo da una breve descrizione dei colori e il rapporto che
essi hanno con il nostro organismo e con la nostra mente, i
colori sono quelli dell’iride, quelli cioè dell’arcobaleno:
Rosso con una lunghezza d’onda pari a 6200 Å
(angstroms pari a decimillesimo di millimetro), è il
colore dell’energia, pertanto è rivitalizzante è il colore
legato all’amore alla vita (il sangue è rosso), secondo le
discipline provenienti dall’India lo troviamo sul primo
chakra, detto anche chakra della radice.
L’arancio appartiene al secondo chakra, quindi legato
alla vita e alla sessualità.
Giallo appartiene al terzo chakra, detto anche della
volontà, è il colore del sole, è sicuramente un colore
ottimista, sembra sia legato alla ricchezza in senso lato.
Verde appartiene al quarto chakra (quello del cuore),
legato all’equilibrio, al rilassamento, alla forza della
natura, sarà per noi fabbricanti un colore importante.
Blu quinto chakra legato alla gola e alla comunicazione,
è un colore che da calma e tranquillità.
Indaco sesto chakra, il così detto terzo occhio, è il
primo passo verso la spiritualità.
Viola settimo chakra, il chakra della corona, il colore
del raccoglimento, della meditazione, del mistico.
103
I chakra
Credo sia giusto spiegare almeno un po’ che cosa sono i
chakra:
lungo l’asse verticale sono distribuiti i sette chakra principali,
poi altri quattro chakra sui palmi delle mani e su i piedi.
Arriviamo ora ad una descrizione più esaustiva, sono convinto
che per canalizzare le energie è importante la conoscenza dei
“nostri” chakra.
Primo chakra, la tradizione lo vuole in
prossimità del perineo, tra gli organi genitali e
l’apertura anale. Il primo chakra è detto della
radice, ed è di colore rosso, o meglio dovrei
dire che comunica la sensazione del rosso:
calore, un calore buono, se funziona bene, è un
calore avvolgente la mano e se chiudiamo gli occhi è evidente
il colore rosso.
In caso di cattiva funzionalità, secondo la mia esperienza, è
sintomo di una “carenza” generale d’energia, che non vuol dire
sempre energia mancante, ma anche, al contrario, eccesso
energetico, come in un’infiammazione generale, o patologie a
livello circolatorio o linfatico; tutto ciò potrebbe anche essere
un campanello d’allarme, per problematiche più importanti,
infatti, in esso viene espressa la volontà di esistere, è quindi
indispensabile un suo perfetto equilibrio, per una “buona vita”.
I sintomi di una cattiva circolazione energetica possono essere
di diversi tipi fra cui:
-Paura di vivere
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-Paura della morte
-Aggressività
-Impazienza
-Estremo pacifismo
-Soggezione
Si può facilmente intuire che si può saltare da un estremo
all’altro, tipo: pacifismo e aggressività, questo proprio perché è
una questione di troppa o troppo poca energia.
Con un blocco al primo chakra si possono evidenziare anche
stati patologici diversi, quali: disturbi alle ossa, ai denti,
all’ano, prostata, obesità, stitichezza, insonnia, amenorrea.
Il primo chakra si chiama Muladhara, che si potrebbe tradurre
il “fondamento” ed e costituito, come un fiore, da quattro raggi,
o meglio petali, è anche conosciuto come porta della vita e
della morte.
Il suo mantra è LAM e la sua nota DO, provate a salmodiare,
con voce profonda LAM... LAMMMMM... ne sentirete i
benefici.
Lo si collega all’elemento terra.
Nella giornata il suo momento migliore è l’aurora, in poche
parole poco prima che il sole esca, nel bambino piccolo, fino a
cinque anni, questo chakra è nella massima funzionalità.
Secondo chakra detto splenico
associato alla milza, nei testi indiani non
viene indicato, al suo posto vi è il chakra
chiamato Svadhistana, che significa
dolcezza dimora, situato nelle vicinanze
degli organi genitali. Il colore, come vi ho
detto precedentemente, è una mia precisa
sensazione, non è il calore del rosso di cui abbiamo
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precedentemente parlato, ma è un calore più”fiamma” più
luminosa, è come fosse un calore di un sole al tramonto, che
ha, appunto, un colore arancio.
Nel caso di cattiva funzionalità, individua una ben precisa
zona, deputata, in primis alla riproduzione, ma anche alla
funzionalità renale e delle rispettive ghiandole. A livello del
sistema endocrino a questo chakra corrispondono sia le gonadi
sia le ghiandole surrenali. Gestisce la capacità dell’individuo a
penetrare o a farsi penetrare dal mondo, di percepire il piacere
dei sensi in maniera ampia e sotto qualsiasi forma, ma anche e
in modo particolare, a comprendere se stessi.
I sintomi di una cattiva circolazione energetica sono:
Rinuncia al sesso, con punte di vero e proprio ribrezzo
-Poca comprensione
-Razionalità esagerata
-Isolamento cercato
-Paura di cadere
-Impotenza e frigidità
-Spazio vitale stretto, “non venirmi vicino”
-Mania di persecuzione
Le patologie da carenza energetica in questo caso sono:
problemi linfatici, alle reni, alla circolazione, poca gioia di
vivere, gonfiori ecc.
Il suo mantra è VAM (vibra a 136,10 Hz), e la nota musicale
corrispondente è un RE, ed è collegato all’elemento acqua, non
si può certo dimenticare che fra gli elementi acquosi del nostro
corpo vi è lo sperma, ma anche il mestruo e l’urina.
Ritornando all’analogia indiana, del chakra come fiore, questo
ha sei petali, il momento più propizio della giornata, ma dovrei
dire i momenti, sono l’alba e il tramonto.
Si ricordi che questo chakra ha il suo percorso di vita più
favorevole nell’età che và dai cinque ai dieci anni.
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Terzo chakra detto del plesso solare,
abita nelle vicinanze dello sterno la sua parte
ventrale e sul lato dorsale, vi è l’altra apertura,
sempre nella stessa direzione; nell’iconografia
indiana ha 10 raggi o petali, si chiama Manipura
ovvero gemma lucente, in realtà la traduzione sarebbe mani =
gemme, pura = luogo, quindi luogo delle gemme.
E’ collegato al Fuoco ed è anche per questo che è detto il
chakra della volontà; personalmente l’ho chiamato il
Bancomat, perché come nel bancomat è facile prelevare, qui,
energia, ed è facile rimanerne senza, sempre di energia... anche
di denaro, certe volte, questo, è una forma “energetica”.
Il colore che percepisco è il giallo, o meglio, come sempre, la
sensazione della luce gialla, come quella che proviene dal sole
e che apparentemente non scalda, ma in realtà lo fa.
Nel caso di una cattiva funzionalità è evidente una carenza
energetica sugli organi dello stomaco, fegato, intestino, milza;
la ghiandola che influenza, la funzionalità di questo chakra, è il
pancreas, in particolare la sua parte endocrina.
Chi è sotto forte stress ha sicuramente problematiche su questo
chakra, e quindi come conseguenza una perdita di energia, con
il risultato di un indebolimento delle difese degli organi che vi
si trovano.
Le carenze energetiche si esprimono anche con:
-Avidità
-Dominio
-Invidia.
-Esagerata mania di acquistare
Le patologie da carenza energetica: stomaco dolente, ulcera,
gastrite, disfunzioni pancreatiche, gonfiore, anoressia, bulimia,
reni poco funzionanti, diabete, debolezza, inoltre da un punto
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di vista psicologico abbiamo la gelosia, pigrizia, tristezza,
vergogna, paura ecc.
Qui si esprime la personalità dell’individuo, la sua libertà, i
suoi sensi di colpa e le sue limitazioni.
Il suo mantra è RAM e la sua nota musicale è il MI con
vibrazione di 183,58 Hz.
Il momento della giornata più propizio è quello vicino a
mezzogiorno, quando il sole è alto in cielo; l’età più favorevole
è tra i dieci ed i tredici anni, come si può capire, quando il
bambino sta diventando adulto, è cioè il momento dello
sviluppo sessuale.
Questo chakra è molto sensibile alla gratificazione; quando
avete attinto da lui un po’ troppo, avete preteso più energia di
quella che avrebbe potuto darvi, ebbene a quel punto
ringraziatelo, fategli ... fatevi un regalo, datevi un premio, ve
ne sarà grato (ha la stesa origine di gratificare) e si ricaricherà.
Quarto chakra, detto del cuore, si
trova in corrispondenza (davanti) alla
ghiandola del timo, ma dovrei dire
anche dietro visto che anche lui ha
doppia apertura.
Viene chiamato Anahata che significa non
colpito e si riferisce in particolare al suono emesso dal battito
del cuore; gli yogi vi percepiscono il suono shabda, che
avviene senza la necessità che due cose urtino tra di loro. E’
legato all’elemento aria, sempre secondo l’iconografia Indiana
ha dodici petali. Alcuni terapeuti mettono questo chakra al
centro, o meglio come punto di equilibrio tra i chakra superiori
e quelli inferiori, io personalmente lo faccio solo quando il suo
equilibrio è perfetto (cosa abbastanza rara.)
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Il colore da me percepito è il verde, un verde brillante se il
chakra funziona perfettamente, al contrario un verde sporco nel
caso di cattiva funzionalità. In alcuni casi ho riscontrato che il
chakra si riequilibra bene anche con il colore rosa, però devo
dire che non ho mai percepito, analizzando il punto energetico,
tale colore.
Il suo mantra è Yam e la sua nota FA, vibra con una frequenza
di 221,23 Hz
Come dicevo ha dodici petali, ma la caratteristica particolare,
sempre secondo la tradizione indiana, è che su ognuno di essi
sono scritte delle lettere: Ka, KHA, Ga, GHA, Na, Ca, Cha, Ja,
Jha, Jna, Ta Tha, la sua rappresentazione grafica è la stella di
David.
Nel caso di una cattiva funzionalità, individua uno stato
ansioso ed una carenza energetica polmonare e sul cuore, ma
questo è un chakra un po’ diverso, individua uno stato d‘animo
particolare, ricordiamoci che il cuore è anche “la sede,
ipotetica, dei sentimenti”; sembra un’affermazione azzardata,
ma vi posso garantire che, quando questo chakra è chiuso,
abbiamo quello che si definisce “cuore di pietra”… chi ha
subito un grosso torto (d’amore in particolare) chiude il chakra,
per non soffrire più, ma in questo modo esclude anche chi
vorrebbe, con buone intenzioni, entrare nel “cuore” della
persona.
Anche l’accettazione di se stessi e del mondo com’è, fa parte
delle caratteristiche di questo punto energetico. A livello del
sistema endocrino a questo chakra corrisponde il Timo.
Le carenze energetiche sono espresse anche da:
-Amore oppressivo
-Rinuncia all’amore
-Eccessivo altruismo
-Egoismo
-Egocentrismo
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-Insoddisfazione
-Amore esagerato
Le patologie da carenza energetica: tachicardia, disturbi
cardiaci, affezioni polmonari, asma, problemi (anche gravi) al
seno, bronchiti, disfunzioni al timo ecc.
Il momento della giornata più favorevole al quarto chakra è il
primo pomeriggio, l’età più propizia va dai tredici – quattordici
anni ai sedici,quando la sessualità si sveglia.
Mahatma Gandhi: “Perché quando due persone litigano,
alzano sempre la voce? Forse perché non si comprendono, o
perché uno vuol imporsi all’alto, rispondevano i suoi allievi.
No! È solo perché hanno i “cuori” distanti e questi non si
sentono. Avete fatto caso agli innamorati? Essi parlano
sottovoce, certe volte non parlano nemmeno, non ne hanno
bisogno, hanno i cuori vicini”.
“Per una ciotola d'acqua offri un buon pasto
Ad un gentile benvenuto inchinati con ardore.
Per una semplice monetina restituisci oro.
Se la vita vuoi salva, non salvaguardarti.
Così osserva le parole e le azioni del saggio.
Ogni minimo favore ricompensa dieci volte.
Ma i veri nobili sanno che tutti gli uomini sono uguali, e
lietamente ricambiano col bene il male ricevuto.
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Quinto chakra detto della gola perchè
è su questo punto che vibra, come vibra,
ugualmente dalla parte opposta sul collo; è di
colore azzurro, la ghiandola interessata è la
tiroide e le sue ancelle, le paratiroidi, è il
chakra della comunicazione.
Una cattiva funzionalità porta alla impossibilità nel
comunicare. Vi sono altre interessati caratteristiche di questo
chakra, nella sua piena funzione ” io mostro cosa c’è dentro di
me” e nella sua piena disfunzione il contrario.
I sintomi di una cattiva circolazione energetica sono:
-Difficoltà nella comunicazione (balbuzie ed altro)
-Non mettersi in mostra
-Mettersi troppo in mostra
-Aspetto remissivo o superbo
-Voce inizialmente roca poi acuta
-Tono sempre alterato
Le patologie da carenza energetica: laringite, raucedine, polipi,
blocco al collo, tiroide mal funzionante, disfunzioni, sviluppo
non perfetto.
Il suo nome in sanscrito è Visuddha, che significa
purificazione, ha sedici petali.
Ricordiamo nuovamente Giovanni 1.1: In principio c’era il
Verbo e il Verbo era presso di Dio e il Verbo era Dio.
L’elemento è l’etere o anche l’Akasha l’energia del cosmo,
sembra che all’interno di essa vi siano tutti gli eventi, passati,
presenti e futuri.
Il mantra che corrisponde a questo punto di alta energia è Ham
e la nota musicale è il Sol, il momento della giornata più
favorevole è il tardo pomeriggio, quando il cielo è di un bel
colore azzurro-blu, l’età più propizia và dai sedici ai ventuno
anni
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Sesto chakra detto il “terzo
occhio” di colore indaco, è situato
tra gli occhi, ed quasi in
corrispondenza orizzontale, con
l’ipofisi sia anteriore che posteriore,
ma anche con
l’ipotalamo.
E’ chiamato Ajna, che significa sapere, è un fiore a 96 petali,
notate la differenza con il precedente che ne ha solo 16, ciò ci
dimostra come questo chakra e quello successivo sono di altra
natura rispetto ai precedenti.
Il suono ottimale per farlo vibrare è la nota LA e il mantra è il
classico OM, la sua frequenza è 147,85, questo suono, si dice
che porti al prana.
Qualcuno dice che non è associabile al così detto terzo occhio,
non sono d’accordo, dato che in tanti anni di percorso esoterico
sono riuscito ad aprire questo chakra, proprio come si fa con il
terzo occhio; ricordiamo Gesù: “Quando il tuo occhio sarà
unico, il tuo corpo sarà pieno di luce”.
L’età ideale per questo chakra va dai venticinque ai cinquanta
anni.
Una cattiva funzionalità porta a problematiche energetiche alle
orecchie e ai denti. Il Chakra funzionate ha il compito di
indicarti la via giusta da seguire.
-Mancanza di obbiettivi
-Lavorare in maniera automatica
-Paure del soprannaturale (fantasmi)
-Rapporti sentimentali diversi
-Fanatismo
-Mente ottusa
-Mania delle mode
-Visionari
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Le patologie da carenza energetica: problemi alla vista, cefalee,
obesità, diabete, incubi notturni, emicranie, ictus ecc
Il settimo chakra si trova all’apice
del cranio, anzi spostato un po’ più in alto
rispetto al corpo in corrispondenza verticale
con il primo, il suo colore và dal viola
all’oro, è il chakra della spiritualità, ed è
quasi sempre chiuso (esclusi i bambini che
nei primi sei sette anni di vita lo hanno aperto) a meno che la
persona, con un percorso di vita particolare, riesca ad aprirlo, o
ancora più facilmente ad aprirlo se aiutata, in detto percorso, da
un maestro.
Se osserviamo attentamente alcune immagini delle divinità
orientali o di importanti personaggi, notiamo una prominenza
sulla testa, che individua questo chakra dai 972 petali, in realtà
dovrebbero essere divisi in due chakra, il più basso con 960
petali e il più alto con 12petali.
Anche nella simbologia Cristiana troviamo questa
rappresentazione sia nelle aureole disegnate, dai pittori, ai Santi
che nell’acconciatura delle corone portate dai ventiquattro
anziani, che veniva, poi, gettata davanti al Trono di Dio.
Il suo nome è Sahsarara, e significa “mille volte ripiegato in
se” (ricordiamo i circa mille petali), il suo suono è la nota SI
con frequenza di 211,94 Mhz, ma alcuni jogi non associano
nessun suono a questo chakra.
L’armonia di questo è legata agli altri sei chakra precedenti,
alcune patologie potrebbero essere legate all’umore, e ai
bioritmi.
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Tutti i chakra sono collegati con il Sahasrara, come d'altra parte
tutto il nostro corpo più o meno è legato al nostro cervello.
Lavorare su i colori.
Ora lavoreremo sulla visualizzazione dei colori, lo ripeto, per
noi saranno importanti, ci permetteranno di fabbricare più
facilmente.
Rilassatevi ed entrate in stato alfa, chiaramente dopo aver fatto
gli esercizi precedenti, siete quindi seduti comodamente,
chiudete gli occhi e cercate di vedere uno schermo
cinematografico (così imparate a fare cinema) poi, fate arrivare
i colori, uno alla volta, aiutatevi, almeno all’inizio, a
visualizzare un frutto un oggetto di quel colore, poi
abbandonate l’oggetto, e riempite lo schermo del colore,
trattenetelo per almeno un paio di minuti.
Passate lentamente al colore successivo, senza fretta, dovete
vederlo bene, deve essere chiaro e nitido, fino a quando li
avrete visualizzati tutti e sette.
Non vi preoccupate se all’inizio sembrerà difficile, fate
allenamento, poi successivamente riuscirete nell'esercizio senza
nessun problema.
Per la nostra fabbrica è indispensabile il colore verde, che ci
permetterà di entrare in stato theta e quindi di visualizzare al
meglio, il colore verde avvierà il processo di creazione.
114
Costruiamo la nostra fabbrica
Cercate nella vostra casa la stanza, l’angolo preferito, un luogo,
insomma, dove vi sentite a vostro agio, in perfetta tranquillità;
entrate in alfa e preparatevi a costruire.
E’ evidente che la vostra fabbrica sarà mentale, ma per tutto
quanto detto fino ad ora sarà reale, la vostra realtà, quindi
dovrà essere a vostra misura.
Pensate ad un luogo dove vi piacerebbe costruire la vostra casa,
ma riflettete bene, dovrà essere un luogo sicuro, protetto e
tranquillo, Jung aveva costruito una torre, forse perché gli dava
protezione o perché poteva staccarsi dal suolo, voi cercate quel
luogo che potrebbe essere anche puramente di fantasia, ma
ripeto dovete sentivi a proprio agio.
Fatta dall’esterno, ora procediamo alla parte più importante
l’interno.
Vi consiglio un’ unico vano, ampio, con alla vostra sinistra una
bella vetrata che darà sul giardino, sul davanti mettete un palco,
come quello dei teatri, con tanto di microfoni e luci adatte,
accanto al palco, alla vostra destra, vi dovrà essere un piccola
porta.
La parete a destra potrà essere attrezzata come un piccolo
laboratorio (chimico-farmaceutico) in
questa parte
fabbricherete i rimedi che vi occorreranno, accanto al
laboratorio dovrebbe essere collocato un armadio con i vestiti
che preferite, anche quelli che nella vita quotidiana non
mettereste mai, ricordate che potrete riempire il vostro armadio
in qualunque momento, basterà pensare a quello che vi serve.
Davanti al palco potrete disporre delle sedie per gli spettatori,
ma che farete sparire quando non vi serviranno, dietro alle
sedie una scrivania, la vostra, con una comoda poltrona.
115
Vicino alla porta di ingresso, essendo un’ampia parete potrete
disporre di molto spazio, personalmente vi consiglio di mettere
dei grossi pianali per appoggiare macchinari che andrete a
progettare, e perché no, anche un bel computer super potente (
la vostra fantasia farà il lavoro per voi).
In un angolo, decidete voi quale, occorrerà una doccia
energetica, che sarà simile alla doccia di casa, ma anziché
acqua manderà un energia purificatrice, che dovrete fare ogni
volta che entrerete nel vostro laboratorio, in modo da eliminare
tutte le energie congeste (sporche).
Il vostro giardino dovrà essere un po’ quello dell’Eden, vi si
dovrà trovare ogni tipo di pianta potrete curarlo o lasciarlo
andare da solo, sarà sempre bello ugualmente, gli animali che
lo abiteranno saranno sempre docili con voi, e mai potranno
attaccare. La sua dimensione potrà essere anche infinita,
dipenderà solo da voi, e il clima sarà sempre mite, ma se vi
piace la pioggia fatela, se volete che sia freddo basterà pensarlo
e allora arriverà anche la neve, ma ricordate tutto ciò dovrà
essere sempre per il vostro massimo bene supremo.
I colori delle pareti dovranno essere sempre sul verde per poter
fabbricare al meglio, ma se vi recate in laboratorio solo per
rilassarvi o riposare o meglio meditare dipingete al momento la
stanza con il vostro colore preferito, se vi va mettete dei quadri
o delle foto, ma fate in modo che le immagini non vi turbino in
nessun modo.
La porticina che avete messo vicino al palco vi servirà per fare
entrare i vostri aiutanti, badate bene, potranno entrare solo se
voi volete.
Ma chi sono gli aiutanti? Amici veri, o amici inventati,
personaggi illustri o le vostre guide spirituali, in ogni caso
esseri che potranno aiutarvi a programmare il vostro desiderio,
a darvi consigli sappiate che in ogni caso essi saranno reali
perché voi li farete arrivare con la forza della matrice.
116
Trovare un aiutante o assistente non è difficile, basta riflettere
un po’, se dovete fare un calcolo matematico chi meglio del
grande Fibonacci per assistervi, se dovete costruire la vostra
futura abitazione fatevi assistere da un grande architetto come
Le Corbusier, e così via.
Quando troverete un Master Reiki, che v’inizierà in questa
meravigliosa disciplina fatevi trovare la vostra guida spirituale,
ognuno di noi ne ha una o più di una e sono nostri aiutanti dal
momento dell’arrivo della scintilla divina.
La creazione della nostra fabbrica (il laboratorio personale)
attinge dalla Psicocibernetica di Maxwell Maltz, che sostiene:
il nostro cervello non riesce a distinguere tra un’esperienza
realmente vissuta ed una intensamente e vividamente
immaginata.
In particolare dagli studi del Prof. Couè, questi afferma che tra
volontà e immaginazione prevale quest’ultima, in poche parole
la volontà non è sufficiente ad eliminare i condizionamenti
inconsci, cosa invece che può fare la nostra immaginazione
(fabbricava anche lui).
Ora nel vostro laboratorio potrete fare qualsiasi cosa, preparavi
a sostenere un colloquio importante, o a fare una dichiarazione
d’amore, ma anche a trovare un rimedio alla vostra ansia e alla
vostra tristezza.
Chi seguirà il corso CFQ® potrà lavorare insieme al Master su
aspetti diversi della vita, in modo che poi, nel suo laboratorio
possa mettere in pratica i consigli ricevuti.
La cosa però più importante che farete sarà fabbricare i vostri
desideri, e vi garantisco che avrete la FABBRICA ADATTA.
Siamo quasi pronti, torniamo ora alla fabbricazione dei nostri
film.
Un promemoria utile: quando guardate siate consapevoli nel
guardare, non fatelo in maniera automatica, guardare un bel
117
tramonto in maniera consapevole dà una forte emozione,
guardare in maniera inconscia non dà niente, vi dovete
emozionare, la vita è bellissima se vissuta nell’emozione, nello
scoprire il bello che c’è sempre stato, ma che non avete mai
visto consapevolmente.
Ora potete fabbricare i vostri film, ma un consiglio fate prima
uno storyboard (una sceneggiatura disegnata), verrà tutto più
preciso, e come i bravi registi e attori fanno, quando girerete
potete anche improvvisare, ma tenendo le scene più importanti
e la trama ben fisse nella vostra mente.
Divertitevi, non deve essere un lavoro, ma qualcosa che fate
con gioia e con la certezza che il vostro film sarà proiettato
nella vita, neanche importanti registi quali Orson Welles o
Alfred Hitchcock, hanno osato tanto.
Buon Lavoro.
Come avrete certamente capito, per far funzionare la vostra
fabbrica bisogna procedere in maniera metodica, dopo aver
eliminato i condizionamenti negativi, inserendo i nuovi
positivi, dovete prepararvi per assemblare il vostro desiderio.
Ho detto assemblare dato che tutte le sue parti sono già nella
vostra mente inconscia, dovrete solo attingere dalla matrice
l’energia necessaria per far funzionare il tutto, un po’ come
mettere benzina.
Come già vi ho detto il vostro desiderio dovrà essere ben
analizzato e studiato, non fatevi prendere dalla fretta e dai
condizionamenti della società; mi fabbrico una bell’auto così
118
tutti mi invidieranno, ricordatevi che così non funzionerà, il
giudizio, il senso di rivalsa, la vendetta, l’invidia, bloccano il
desiderio.
I desideri devono essere “puliti” lo ripeto senza giudizi o
condizionamenti, per il vostro massimo bene supremo, ma
senza che essi vadano ad incidere in maniera negativa sulla vita
altrui; non vi preoccupate la matrice è carica di tutto e se voi
chiedete denaro, questo non verrà sottratto ad alcuno, se
chiedete la salute questa è già in voi, basterà prenderla ( non
vogliamo sostituirci ai medici, quando ve ne sarà veramente
bisogno saranno bene accetti, ma solo quando ve ne sarà
assolutamente bisogno, da centinaia di anni abbiamo fatto capo
alla medicina e come per il drogato che non può rinunciare
alla droga, anche voi non potete rinunciare ad essa, ma cum
grano salis ,come diceva Plinio il Vecchio.
Allora ci siamo?
Di seguito vi elencherò i passi principali per fabbricare
correttamente, si intende che la tecnica, come già accennato ha
bisogno di alcuni requisiti, e alcuni indispensabili fra cui:
Il Reiki Mikano®
Il mantra armonizzante
Per avere i requisiti di cui sopra basterà seguire uno dei corsi
CFQ® che andremo a tenere in varie località, chi fosse
interessato potrà mettersi in contatto tramite mail al seguente
indirizzo di posta elettronica [email protected] .
119
Gli Step
1. Liberarsi dai condizionamenti più importanti (gli anelli
primari)
2. Entrare in stato alfa e accedere al proprio laboratorio
3. Purificarsi con la doccia energetica
4. Preparare mentalmente lo storyboard facendosi
eventualmente aiutare dai propri assistenti.
5. Aprite gli occhi e tracciate su carta il film “desiderio”
che avete immaginato, mettete i personaggi, gli
ambienti e descrivete con dovizia la situazione, poi
imparatelo bene.
6. Non giudicate quello che state facendo, dovete essere
liberi, ricordate nessun giudizio, nessuna rivalsa,
nessuna arroganza, voi siete una particella divina e
come tale vi dovete comportare.
7. Eseguite il metodo della pulizia della mente (le nuvole
e il soffio)
8. Entrate nuovamente nel vostro laboratorio, purificatevi
e sedetevi alla vostra scrivania.
9. Inviate i simboli che vi hanno insegnato e recitate il
mantra tre volte.
10. Iniziate a girare il film del vostro desiderio, ora voi
siete in stato theta e vi rimarrete fin quando vorrete. Le
sensazioni che proverete dovranno essere reali. Il vostro
cuore ora è in contatto con la matrice, visualizzate da
prima uno schermo verde, un bel verde come quello del
panno del tavolo da gioco, dove disegnerete il simbolo
che vi verrà fornito, servirà per procedere più
velocemente, poi via alla rappresentazione.
11. Quando il vostro cuore sarà colmo di gioia, dite le
seguenti parole:
120
E’ già fabbricato, è già fabbricato, è già fabbricato, ora,
ora, ora, ho detto, ho detto, ho detto e confermato.
Terminate stringendo le mani con forza come a
confermare un patto fatto con voi stessi.
Conclusioni
Ora siete un fabbricante di desideri, ma non ne approfittate,
non perché possano finire, ma perché in voi entrerà all’inizio
una stato di potenza, che potrà andare a impedire la
realizzazione dei desideri successivi.
Non sarete diversi dagli altri, anche loro sono particelle divine,
ma non conoscono ancora il metodo, sarà solo lì la differenza.
Pensate un attimo, potrei tenere il metodo solo per me e per i
miei cari, ma non lo ritengo giusto, essendo una particella
divina, il creatore ha messo tutti sullo stesso livello, non ci
sono i superuomini o le superdonne, ma solo uomini e donne di
tutte le razze e di tutti i credo religiosi e fortunatamente
abbiamo tutti le stesse possibilità di creare una vita bella e
gioiosa.
Siamo arrivati al termine del nostro percorso, non è stato molto
lungo vero?
Vorrei chiudere con alcuni suggerimenti:
come certamente avete compreso il metodo CFQ® non è nato
in un momento, ma ha impiegato ben 53 anni per perfezionarsi,
non lo sottovalutate, perderete l’occasione della vostra vita, e
se vi diranno che nessuno dà niente per niente non credetegli, è
vero io lavoro e quindi guadagno con il CFQ® , è un mio
121
desiderio realizzato, ma do anche a voi l’opportunità di creare
in meglio la vostra vita.
Tutto il bene del vostro futuro sarà nelle vostre mani fatene
buon uso anche aiutando gli altri, ricordate sono vostri
pari…sono vostri fratelli.
Carpe diem tradotta in cogli l’attimo, ma più giustamente in
vivi il presente o come meglio citava Orazio “Carpe diem
quam minimum credula postero ” tradotto “in vivi il presente
confidando il meno possibile nel domani”; non perdete
l’occasione non rimandate a domani è oggi che la vostra vita
cambierà.
Vostro Claudio Bargellini
122
Ringraziamenti
Grazie a tutti coloro che mi hanno aiutato, da quelli presenti
nella mia vita come la mia compagna Silvia, la mia Master
Jolanda, il mio grande amico Luigi, ma anche a coloro che
non sono più con me come il mio Maestro e mentore.
Non potrei non ringraziare tutti gli amici che ho incontrato
durante il mio viaggiare per il mondo, ma per loro
occorrerebbe un libro intero.
Un grande ringraziamento va anche a chi mi ha ispirato, al
mio bellissimo cane Buck, che oggi, ne sono certo correrà
insieme al suo più famoso predecessore.
123
Sommario
Nota introduttiva
Apertura
Claudio Bargellini
Jolanda Pietrobelli
6
8
Capitolo Primo
9
Cerco…
L'inizio
La ricerca della formula principe
L'Incontro
La sperimentazione e la ricerca
I viaggi ricerca
Successi e insuccessi
Altri problemi
9
10
11
13
16
17
24
27
Capitolo Secondo
33
La fusione
Due passi tra la nuova scienza
Il fatto
Altro esperimento
Riflessione
La teoria dell'ologramma
La matrice esiste e collega il tutto
Obiettivi e adempimenti
Le meditazioni
Le esperienze
Gli esperimenti
Seguito
Effetto fantasma
34
35
36
40
46
46
50
53
53
55
55
57
60
124
Capitolo Terzo
65
La Fabbrica di Desideri
Il cervello
I condizionamenti
Lavorare sui condizionamenti
Quali sono da dove vengono chi li manda
Consiglio
Noi contri. a cond. In maniera negativa?
Che cosa ci condiziona?
Le forme pensiero
La nostra capacità di condizionarci positivamente
Condizionamenti tipici
65
66
69
70
71
73
77
78
79
81
82
Capitolo Quarto
85
Come strutturare la vostra fabbrica
Il direttivo
Il cuore
Come eliminare i condizionamenti
Prepararsi alla visualizzazione
La visualizzazione
Per allenarvi un po'
I chakra
Lavorare su i colori
Costruiamo la nostra fabbrica
Allora ci siamo?
Gli step
Conclusioni
86
87
88
95
97
101
102
104
114
115
119
120
121
Ringraziamenti
123
125
126
Claudio Bargellini
Nasce a Pisa il 30 agosto 1948
La sua vita, in parte descritta nel libro “I Consigli del
Naturopata” oscilla continuamente tra scienza e parascienza;
viaggia nel mondo, tra Africa, India America ed Europa,
sempre alla ricerca di tecniche terapeutiche valide e di
tradizioni antiche, mettendo continuamente avanti un sano
scetticismo e una personale sperimentazione.
L’importante incontro con un grande Maestro francese,
incontro protratto per oltre venti anni, segnerà in modo
sostanziale la sua vita.
Alcune tappe indicative :
Master Reiki
Teacher Reiki
Master Karuna
Master Radiestesista
Naturopata
Erborista
Master CFQ®
Operatore Theta Healing
Utopista
Frequentazioni universitarie alle facoltà di Biologia, Facoltà di
Farmacia, Facoltà di Agraria, con acquisizione: di laurea e
attestati in varie discipline. Oggi presidente della ANTEL
Associazione Nazionale Tecnici Erboristi Laureati, e della
ABEI Associazione Bioenergetica Italiana, direttore della
Scuola Superiore di Natutropatia ABEI in Pisa e Lucca,
Larciano PT, Siena, Ricercatore Centro Studi ABEI sas.,
membro direttivo settore DBN Conf-artigianato, Membro del
tavolo della Naturopatia in Regione Toscana. Consulente
127
scientifico S.I.S.T.E. Consulente scientifico AGRI-SAN srl.
Conferenziere, scrive su vari giornali e riviste.
Altre Pubblicazioni:
•
•
•
•
•
•
I Consigli del Naturopata
In viaggio con il pendolo
Il Rimediario
Piccolo manuale di Botanica
Manuale di Reiki
Reiki e Naturopatia
In futura pubblicazione
•
•
Un romanzo che parla di MISTERO!
Un amore di Reiki
Per informazioni e prenotazioni
Segretaria ABEI
3934099841
[email protected]
www.a-bei.it
128
Postfazione dell’autore
Cari lettori ho voluto aggiungere al libro questa postfazione
solo perché dalla data di stesura e pubblicazione del libro sono
successe cose nuove che non vanno ad inficiare quanto scritto
anzi vanno a confermarlo, ma in ogni caso a modificarlo.
La scienza si sa oggi corre molto velocemente e i miei allievi
della scuola Superiore di Naturopatia ABEI ne sono
perfettamente consapevoli, visto che nei limiti delle mie
conoscenze cerco di tenerli aggiornati, ma per il lettore esterno
al nostro mondo “ABEI” potrebbe sorgere il dubbio di cose
vecchie e superate; ebbene sia la scienza che il sottoscritto
siamo andati avanti come è la logica delle cose umane, ma
questo, lo ripeto, non inficia quanto scritto.
Oggi parliamo in maniera più consapevole di risonanza, di
entaglement di tecniche legate alla fisica quantistica, io stesso
ho affinato una tecnica (Tecnica Diamante) che se abbinata al
CFQ (di cui parla il libro) fa in modo che tutto funzioni meglio,
pertanto vi chiedo scusa…ma dovrete leggere nel futuro il
nuovo “fabbricante di desideri II” … è un consiglio … o una
minaccia? Vedete voi.
L’autore
Claudio Bargellini
Ps visto che le ristampe del libro sono già state più di cinque ho
ritenuto giusto far scaricare gratuitamente questo libro dalla
libreria di ABEI
129
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