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la poesia come trasfigurazione fantastica

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la poesia come trasfigurazione fantastica
B. C.
CAPIRE LA POESIA
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LA POESIA COME TRASFIGURAZIONE FANTASTICA
( CI MOSTRA, COME IN FILIGRANA, IL VERO VOLTO
DELLE COSE)
1
POESIA COME TRASFIGURAZIONE FANTASTICA
La poesia può vantare una grande varietà di risorse espressive capaci di operare una
trasfigurazione fantastica del reale, una trasfigurazione per la quale la realtà assume un
significato oppure un aspetto nuovo e inconsueto.
a) Per ottenere l’effetto <<trasfigurazione>> la poesia utilizza – in particolare con i
poeti simbolisti del Novecento – il simbolo. Grazie ad esso la poesia ci fa intravedere al
di là della realtà percepibile con i sensi come in filigrana, il vero volto delle cose, un
significato che di solito ci sfugge.
Nella poesia che segue, ad esempio, il paesaggio notturno è trasfigurato dalla
allusione simbolica al mistero che avvolge la nostra esistenza. Il ponte d’argento che
appare sul mare – un ponte che non esiste nella realtà – ci fa intravedere nel mistero che
ci sovrasta un senso positivo, una luce di speranza.
Mare (Giovanni Pascoli)
M'affaccio alla finestra, e vedo il mare:
vanno le stelle, tremolano l'onde.
Vedo stelle passare, onde passare:
un guizzo chiama, un palpito risponde.
Ecco sospira l'acqua, alita il vento:
sul mare è apparso un bel ponte d'argento.
Ponte gettato sui laghi sereni,
per chi dunque sei fatto e dove meni?
b) Anche la metafora ci fa vedere una realtà nuova, come trasfigurata. Grazie alla
metafora la poesia realizza come un gioco suggestivo di specchi e di rimandi tra la realtà
e l’immagine metaforica che si sovrappone ad essa.
Vediamo alcune poesie tutte giocate sull’approccio metaforico, a cominciare dalla
prima strofe dell’ode di Giuseppe Parini Della educazione.
Il suo significato è il seguente: La faccina pallida e smunta del malato torna ad
avere un bel colorito sano, e gli occhi già smorti ad essere vivaci e brillanti.
Torna a fiorir la rosa
che pur dianzi languìa,
e molle si riposa
sopra i gigli di pria.
Brillano le pupille
di vivaci scintille.
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Notte di maggio (G. Ungaretti)
Il cielo pone in capo
ai minareti
ghirlande di lumini
Silenzio in Liguria (G. Ungaretti)
Scade flessuosa la pianura d'acqua.
Nelle sue urne il sole
Ancora segreto si bagna.
Una carnagione lieve trascorre.
Ed ella apre improvvisa ai seni
La grande mitezza degli occhi.
L'ombra sommersa delle rocce muore.
Dolce sbocciata dalle anche ilari,
Il vero amore è una quiete accesa,
E la godo diffusa
Dall'ala alabastrina
D'una mattina immobile.
Autunno (Maria Luisa Spaziani)
Scherza col vento la sciocca gramigna,
non sa che anche settembre è sul finire.
Ma la cicala sente tra le spire
del sole falso, la sua morte.
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Nel mio grembiule, primule e cetonie,
dal gran naufragio vi vorrei salvare.
Ma è meno di una vela: e ci vorrebbe
più profondo del mare.
c) Nella poesia che segue l’effetto trasfigurante si giova contemporaneamente
dell’approccio metaforico e della umanizzazione della natura. Grazie ad un atteggiamento di comunione con la natura, il poeta è portato a cogliere in essa qualità espressive
fisiognomiche che sono proprie della persona umana. Tali qualità nascono dal proiettare
sulle cose elementi affettivi, emozionali, di pensiero, ecc... che sono propri degli esseri
umani. Un oggetto può così essere vissuto come placido, stanco, vivace, sereno, allegro,
malinconico, inquieto, minaccioso, amichevole, invitante, ecc....
Tale procedimento è tipico della poesia, che ne fa un larghissimo uso. Grazie ad
esso la natura ci diviene familiare anche nei suoi aspetti meno consueti. Nell’antichità i
poeti ottenevano tale risultato grazie alla mitologia. Nei tempi moderni i poeti realizzano
un rapporto analogo di vicinanza alla natura soprattutto utilizzando le risorse del
linguaggio figurato.
Il risveglio del vento (R. M. Rilke)
Nel colmo della notte, a volte, accade
che si risvegli, come un bimbo, il vento.
Solo, pian piano, vien per il sentiero,
penetra nel villaggio addormentato.
Striscia, guardingo, sino alla fontana;
poi, si sofferma, tacito, in ascolto.
Pallide stan tutte le case intorno;
tutte le querce mute.
La poesia ci introduce in un universo “magico” dove non c’è differenza tra esseri
umani ed esseri inanimati, favorendo un rapporto d’amore e di comunione con la natura.
Allo scopo, sfrutta largamente le risorse del linguaggio figurato: similitudine, metafora,
personificazione, ecc …
Il contributo che la poesia ci può dare per stimolare e favorire un rapporto di
comunione empatica con la natura non va sottovalutato: esso diventa prezioso in un
mondo come l’attuale in cui si è drammaticamente rotto l’equilibrio uomo-natura.
La pioggerellina di marzo (A. S. Novaro)
Che dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
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dell'orto, sul fico e sul moro
ornati di gemmule d'oro?
«Passata è l'uggiosa invernata,
passata, passata!
Di fuor dalla nuvola nera,
di fuor dalla nuvola bigia
che in cielo si pigia,
domani uscirà primavera
con pieno il grembiale
di tiepido sole,
di fresche viole,
di primule rosse, di battiti d'ale,
di nidi,
di gridi
di rondini, ed anche
di stelle di mandorle, bianche ».
Ciò dice la pioggerellina
di marzo, che picchia argentina
sui tegoli vecchi
del tetto, sui bruscoli secchi
dell'orto, sul fico e sul moro
ornati di gemmule d'oro.
Ciò canta, ciò dice,
e il cuor che l'ascolta è felice.
d) Nella poesia che segue è la personificazione della natura, unitamente alle
numerose metafore, a creare una immagine della sera di una straordinaria levità poetica,
tutt’altro che realistica.
La Sera fiesolana (Gabriele D’Annunzio)
(ultima strofe)
Laudata sii per le tue vesti aulenti,
o Sera, e pel cinto che ti cinge come il salce
il fien che odora!
Io ti dirò verso quali reami
d'amor ci chiami il fiume, le cui fonti
eterne a l'ombra de gli antichi rami
parlano nel mistero sacro dei monti;
e ti dirò per qual segreto
le colline su i limpidi orizzonti
s'incùrvino come labbra che un divieto
chiuda, e perché la volontà di dire
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le faccia belle
oltre ogni uman desire
e nel silenzio lor sempre novelle
consolatrici, sì che pare
che ogni sera l'anima le possa amare
d'amor più forte.
Laudata sii per la tua pura morte,
o Sera, e per l'attesa che in te fa palpitare
le prime stelle!
e) Un effetto trasfigurante può essere ottenuto dalla accentuazione espressiva di un
particolare significativo della realtà. Ci sono delle qualità che sono presenti negli oggetti e
che, a un dato momento, per ragioni che possono essere di varia natura, assumono un
carattere preminente, danno cioè tono a tutto il resto e possono anche porsi come
rappresentative del tutto. Grazie ad esse la realtà viene ristrutturata. Così ad esempio un
pittore può dipingere un campo di grano dando un particolare risalto al rosso dei papaveri,
un altro pittore alle teste delle spighe, un altro all'oro del frumento maturo, ecc … .
Nelle poesie di Gianni Rodaci spesso, grazie all'accentuazione espressiva, alcune
qualità giungono quasi ad invadere tutto il campo. Nella poesia "Lo spazzacamino" ad
esempio viene dato un risalto particolare al bianco degli occhi su tutto quel nero della
fuliggine.
Nella poesia che segue il poeta coglie la stranezza di quel continuo pedalare … da
fermo.
L'arrotino
O quell'ometto, con quel carretto,
che giri la ruota in quel vicoletto,
che giri la ruota tutto il dì:
pedali, pedali e sei sempre lì!
Naturalmente il procedimento descritto è presente anche in altri poeti. Nella
poesia che segue ad esempio il colore giallo dorato delle foglie d'autunno diventa il
protagonista di una lenta, graduale salita lungo il fusto del pioppo.
L'oro d'autunno (Diego Valeri)
Loro d'autunno sale giorno a giorno
per gradini di verde
lungo il fusto del pioppo,
fino all'esile vetta. Ancora resta
lassù sospeso, un breve tempo, e intanto
l'ultimo verde cade. Poi nel bianco
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cielo, come una fiamma fatua,
dolcemente si esala, vola via, si perde.
f) Per finire, accenno a quegli accostamenti imprevisti che danno un aspetto nuovo
alla realtà, collocandola in un mondo meno quotidiano e più ricco. Nella poesia di
Palazzeschi si tratta di una stella innamorata che … occhieggia con la punta del cipresso
del microscopico paese.
Rio Bo (Aldo Palazzeschi)
Tre casettine
dai tetti aguzzi,
un verde praticello,
un esiguo ruscello: Rio Bo,
un vigile cipresso.
Microscopico paese, è vero,
paese da nulla, ma però …
c’è sempre di sopra una stella,
una grande, magnifica stella,
che a un dipresso …
occhieggia con la punta del cipresso
di Rio Bo.
Una stella innamorata?
Chi sa
se nemmeno ce l’ha
una grande città.
Come abbiamo potuto rilevare, la trasfigurazione della realtà operata dalla poesia
secondo varie modalità, conferisce alla realtà una dimensione nuova, e in taluni casi un
dolce e suggestivo carattere di irrealtà.
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